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Fonte:
La Repubblica Napoli - lunedì 19 settembre 2005


Napoli addio? No, benvenuti

Bassolino: "Napoli sempre"

"La violenza è solo una faccia,
ma il centrosinistra ha sbagliato"


di Conchita Sannino
 
Bassolino guida la riscossa "Napoli addio? No, benvenuti"
Sono rimasto per combattere da qui ma ci vogliono altre leggi severe dopo quella sulla confisca dei motorini
Al centrosinistra dico: non ripeta gli errori del passato. Il Sud sia priorità nazionale nel prossimo governo Subito lo sviluppo

Messaggio alla città che si interroga sul suo profondo malessere. «"L’espresso" provoca: "Napoli addio"? E io rilancio: "Napoli sempre". Mica nego ciò che significa quella copertina, né minimizzo. Sarei pazzo. È una faccia del presente. Vera, ma una. Contesto però che lì dentro ci sia l’ultimo cammino, il lavoro in corso, le altre verità che vivono intrecciate le une alle altre, da noi». Le mani roteano, il pugno sfiora il tavolo.


Si infervora Antonio Bassolino. Parla di industriali e caroprezzi, di gang giovanili e fiducia per il futuro. E non risparmia un avviso pungente all’amico Romano Prodi: «Se il centrosinistra prenderà in mano le redini del Paese, come mi auguro, non ripeta gli errori che fece tra il ‘96 e il 2001. Ci sono stati limiti di intervento anche nostri. Il governo Berlusconi ci lascerà una eredità disastrosa, pesantissima: non per questo si pensi al solito intervento in due tempi, risanamento prima, sviluppo poi. Nossignore: occorre stavolta intervenire all’unisono. Risanare e subito investire sul sud. Fare del Mezzogiorno la priorità politica del calendario nazionale». Riecheggia l’sos giunto anche dall’ultima assemblea degli industriali?


«Gli imprenditori condannano aspramente le promesse mancate del governo: e come potrebbe essere altrimenti? Ma sollecitano anche Comune, Provincia e Regione. Non c’è dubbio, dobbiamo spingere più avanti questo Patto per lo sviluppo e la sicurezza sul territorio che, in effetti, è già in costruzione. Dobbiamo dare più risposte. I cantieri già in corso si fondano soprattutto su rilevanti risorse pubbliche e fondi europei. A queste, devono accompagnarsi rilevanti risorse di investitori privati, anche esteri. E dobbiamo migliorare la nostra capacità di attrarre capitali».


Le frustrazioni degli industriali: Grazzanise, Nola, Bagnoli.

«Su Grazzanise aspettiamo da anni che due ministri mettano la firma per avviare il cosiddetto co-uso - il doppio uso civile e militare - e ci dicano quanto investire. Noi siamo pronti, compreso lo studio di fattibilità di una società olandese. E con Grazzanise andrà il rafforzamento dell’interporto di Nola, che per il 2007 sarà completato con il centro "Vulcano buono" di Renzo Piano».


Resta il caro-benzina. Determinato anche da una tassa regionale.

«È evidente che siamo di fronte a un problema di carattere internazionale. Venti mesi fa abbiamo introdotto un’accisa regionale. Ma senza quei 5 centesimi a litro avremmo dovuto inserire un ticket sulle ricette di 4 euro».


La città vive un profondo malessere. La copertina de "L’espresso" ne coglie alcuni aspetti. Lo strappo definitivo forse risale all’uccisione di Emilio Albanese, lutto che ha lacerato persino la Napoli sana e borghese che pure si era stretta intorno alle istituzioni. È d’accordo?

«Lo ribadisco. Quella della violenza e degli scippi è una faccia. Che va subito ridimensionata in sé; e va ridotta nel peso relativo che assume, facendo crescere le altre verità della metropoli. E le altre facce sono sotto i nostri occhi, oggi. Quella dei 700 artisti della Biennale giovani appena approdati in città, dalla Finlandia alla Libia. Altro che "Napoli addio", scusate: dico loro "È Napoli, benvenuti". Le infrastrutture che stiamo completando e dobbiamo farlo in tempi rapidi. La metropolitana, la più grande opera pubblica italiana. Ancora: la "faccia" d’una capitale dell’arte contemporanea. Quella del porto con tutti gli indici di attività in aumento, tutti. Insomma. Sarei pazzo a minimizzare il disagio, la violenza. Ma io dico "Napoli sempre". Io ho scelto di rimanere. Di combattere da qui. Lascio a disposizione di qualcuno a Roma o a Milano quel "Napoli addio". Io dico: intervenire adeguatamente».


Come, in concreto?

«Leggi nuove. Severe. Che rendano effettiva la certezza della pena. Come quella sulla confisca degli scooter, che sono stato io a chiedere per primo. Prevenzione. Ho un’idea che voglio vedere realizzata, ad ogni costo: le scuole aperte di pomeriggio in tutti i quartieri a rischio. Sarebbe di enorme significato politico. Repressione. Bene la cattura di Di Lauro, ma non basta. Lavoriamo assieme. La via della contrapposizione è strada cieca. Invece sento dire all’opposizione, dopo l’importante blitz: "Ora le istituzioni locali pensino allo sviluppo". Se questa è la dimensione di un rilievo politico, c’è da mettersi a ridere. O a piangere, non so».


Non sarebbe auspicabile che in tempo ragionevole il centrosinistra esprimesse il candidato sindaco per riprendere con un più forza un dialogo con il territorio che appare indebolito?

«Lasciamo in pace Rosa Iervolino. È un sindaco in carica. Che lavora. Con un’agenda densissima. Tempo ce n’è. Si affretti il centrodestra a trovare il candidato. Invece quello del dialogo è un grande tema, per me. Che va rinsaldato, spinto da qui a dopo le elezioni in uno sforzo costante. Noi tutti, a cominciare da me. Più aperti alle sollecitazioni, al ragionamento, alla correzione di errori. Facciamo nostro questo sentire e quest’ansia dei cittadini».


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