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Falsi storici e le teste di Isernia

di Zenone di Elea

(se vuoi, puoi scaricare l'articolo in formato RTF o PDF)

RdS, 1° Luglio 2007

Se c ’è un popolo che è stato allevato per quasi un secolo e mezzo attraverso un unico immenso falso storico, ebbene questo è il popolo meridionale – dove con meridionale intendiamo gli abitanti dell’ex Regno delle Due Sicilie.

Basta confrontare le scemenze scolastiche apprese da ognuno di noi con quanto sostiene la pubblicistica recente, di autori non certamente di stampo neoborbonico!

Si è cercato in tutti i modi di oscurare i retroscena della annessione della Sicilia e delle provincie Napolitane da parte di Garibaldi, inculcandoci a partire dalla scuola elementare (1) la storiella dell’eroe che prima sbarca tra la folla osannante e poi sbaraglia gli odiati borbonici. Quando, invece, Garibaldi

Tra i Mille eroi sbarcati in Sicilia, Garibaldi aveva un vero e proprio squadrone di scrittori e pittori – un centinaio secondo la Riall (3) – che si prodigarono a esaltare se non a stravolgere del tutto gli eventi della campagna di Sicilia.

Oggi finanche la Massoneria, che lo celebra fra i suoi eroi, parla dei finanziamenti (4) che gli furono dati. Finanziamenti che l’eroe utilizzò per attuare un piano preordinato da tempo dal Cavour (5). Purtroppo per noi, il piano del regno piemontese – uno stato che nel 1860 si trovava sull’orlo della bancarotta (6) – coincideva con gli interessi inglesi, i quali, appoggiando il biondo alto eroe dagli occhi azzurri [anche qui un bel po' di falsità!] conseguivano una serie di obbiettivi:

Che il Piemonte si sia dato da fare per liberare i fratelli meridionali sottomessi al dispotico regime borbonico, possono crederlo solo gli imbecilli. Basta scorrere le ruberie seguite alla cosiddetta “liberazione”. Centinaia di milioni di euro dei giorni nostri prelevati dai banchi meridionali – anche dal Garibaldi ed in malo modo – e spariti nel nulla o sperperati in un modo che oggi verrebbe sicuramente definito “alla meridionale”.

Bisogna dire che in questo abbiamo avuto degli ottimi maestri, calati dal nord.

Non vogliamo però ripetere cose che trovate negli scritti di Nicola Zitara, di Giuseppe Ressa, di Aldo Servidio, di Roberto Martucci, di Franco Molfese, di Lorenzo Del Boca, di Cesare Bortoletti, di Carlo Alianello e – perché no? – di Giacinto De Sivo, di Pietro Calà Ulloa.

Il tema è quello dei falsi storici, in particolare del falso storico delle teste mozzate di briganti a Isernia, falso che verrebbe smascherato da Lucio Villari nella sua storia del risorgimento.

Confessiamo che avevamo già letto qualche anno fa che la foto ritraente i briganti in effetti ritraesse i boxer, ma non siamo riusciti mai a verificare nessuna delle due affermazioni:

Oggi abbiamo qualche elemento in più, il link ci è stato fornito da FDV, che ringraziamo per questa segnalazione. Noi non apparteniamo alla schiera di quelli che vogliono demolire i miti risorgimentali anche a costo di falsificare la storia.

Anche perché non ce n ’è assolutamente bisogno.

Che le teste dei briganti (9) venissero mozzate è prassi dimostrata da documenti ufficiali, come il telegramma che riportiamo:

TELEGRAMMA - Catanzaro 13 luglio 1869

Ill.mo Generale Sacchi, la testa di Palma mi giunse ieri al giorno verso le sei e mezzo. E' una figura piuttosto distinta e somigliante ad un fabbricante di birra inglese. La testa l'ho fatta mettere in un vaso di cristallo ripieno di spirito, e chieggio a Lei se vuole che la porti così per farla imbalsamare, non essendo capace nessuno di fare tale operazione. Nel caso affermativo me lo faccia prontamente sapere. Si sono fatte delle fotografie della testa e se riescono bene gliene spedirò un certo numero.

Il Comandante della zona militare

Colonnello Milon

Nel forum segnalatoci da FDV:

https://www.saturniatellus.com/ - [argomento] Risorgimento in edicola

si parla trionfalisticamente dell’opera in 8 volumi curata da Lucio Villari dedicata al Risorgimento e pubblicata da Repubblica e L'Espresso.

Falsi storici e le teste di Isernia

Secondo un iscritto al forum, nell’opera, tra l’altro verrebbe smascherato il falso storico delle teste di Isernia:

Si riporta la presunta foto delle teste mozzate esposte ad Isernia:


Falsi storici e le teste di Isernia

Si riporta poi la seguente foto:


Falsi storici e le teste di Isernia

seguita dal collegamento al sito in cui si trova:

https://associazioni.monet.modena.it/messerot/

Ovviamente si capisce che vi siano elevate probabilità che la foto di Isernia possa essere una foto dei boxer, di sicuro però non è la foto che viene riportata sopra. Infatti, se si confrontano le due foto si evince che non è la stessa.

Potrebbe essere altra foto, scattata però da una angolatura leggermente differente. Aspettiamo di vederla, se qualcuno ce la spedisce o ce la segnala, noi la pubblicheremo immediatamente, così si chiude questa diatriba una volta per sempre.


Falsi storici e le teste di Isernia

Vogliamo comunque credere che Villari sia stato più accurato dei partecipanti al forum e che abbia riportato un’altra foto dei boxer che effettivamente possa coincidere con quella presunta di Isernia!

Pubblichiamo un confronto più nitido - 22 agosto 2010
Falsi storici e le teste di Isernia - 2010


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Note


1 Oggi “scuola primaria”, dove non si studia più la storia del Risorgimento dall’anno scolastico 2005-2006

2 Questo dato storico viene oggi riconosciuto finanche dagli inglesi, in un testo fresco di stampa: GARIBALDI. L`INVENZIONE DI UN EROE, Lucy Riall, Editore Laterza, 2007

3 Op. cit.

4 E invece, lavorando in archivi inglesi, l'insospettabile Di Vita ha scoperto che, in quei giorni, a Garibaldi fu segretamente versata l'enorme somma di tre milioni di franchi francesi, cioè (chiarisce lo studioso) "molti milioni di dollari di oggi". Il versamento avvenne in piastre d'oro turche: una moneta molto apprezzata in tutto il Mediterraneo. A che servì quell'autentico tesoro? Sentiamo il nostro ricercatore: "È incontrovertibile che la marcia trionfale delle legioni garibaldine nel Sud venne immensamente agevolata dalla subitanea conversione di potenti dignitari borbonici alla democrazia liberale. Non è assurdo pensare che questa illuminazione sia stata catalizzata dall'oro". Anche perché ai finanziamenti segreti se ne aggiunsero molti altri (e notevolissimi, palesi) frutto di collette tra tutti i "democratici" di Europa e America, del Nord come del Sud. Sarebbero così confermate quelle che, sinora, erano semplici voci: come, ad esempio, che la resa di Palermo (inspiegabile sul piano militare) sia stata ottenuta non con le gesta delle camicie rosse ma con le "piastre d'oro" versate al generale napoletano, Ferdinando Lanza. (Cfr. Vittorio Messori, Pensare la storia, San Paolo, Milano 1992, p. 258)

5 «L’Impèratrice eut une idèe sublime; elle fit metre des lunnettes à l’un des ènvites et lui dit: vous serez Mr. de Cavour qui est le Gargantua des temps modernes. On vint me demander la permission que je m’empressai à accorder et on dressa la table devant V.E. On comança a porter du stracchino, puis du parmesan, puis de la mortadelle de Bologne. V.E. aceptait toujours, trovait tout excellent et avalait tout de la meilleurs grace du monde. On porta ensuite de l’aleatico, que V.E. trouva dèlicieux; et ensuite des oranges de Sicile qu’elle a ancore acceptès et mangès au millieu des applaudicements et des acclamations de l’Assemblèe. Enfin on lui a offert des maccaroni. Mais vous avez rèpondu: “C’est assez pour aujourd’hui. Gardez-moi cela pour domain”». Lettera di C. Nigra - Fontainebleau, giugno 1860 - Riportata in La meridionalizzazione antimeridionale di Pietro Craveri - Ideazione – 01/1998

6 Cavour usò strumenti antichi sia nel campo diplomatico sia in quello militare. Nel campo economico e monetario adottò invece strumenti moderni, ma non per una moderna politica economica. Il suo fu un indirizzo antiquato e tale che avrebbe portato i Savoia alla bancarotta, se la conquista d’Italia non li avesse improvvisamente arricchiti. Nel 1859 i sudditi sabaudi si ritrovavano uno Stato piegato dai debiti, senza che le industrie liguri e piemontesi fossero in condizione di varare un piroscafo o di costruire più di due locomotive all’anno. Ma pare che la fortuna aiuti gli audaci, e anche i giocatori che bluffano. Difatti, il conto, lo pagheranno le regioni annesse. L’UNITÀ TRUFFALDINA - L’ORIGINE POLITICA DEL CAPITALISMO PADANO E DEL DISASTRO MERIDIONALE, Nicola Zitara, https://www.eleaml.org

7 A tal proposito si consiglia di leggere in questo sito: Caro, anzi, Carissimo Nicola (Duccio Mallamaci).

8 Per una trattazione esauriente della questione degli zolf1 si consiglia un testo ormai introvabile:. PER LA CRITICA DEL SOTTOSVILUPPO MERIDIONALE, Edmondo M. Capecelatro - Antonio Carlo, La Nuova Italia, 1973

9 Rocco Scotellaro nella sua struggente poesia echeggia i racconti ascoltati da bambino che narravano delle teste dei briganti infilzate ai pali come monito:

SEMPRE NUOVA È L'ALBA

Non gridatemi più dentro,

non soffiatemi in cuore

i vostri fiati caldi, contadini.

Beviamoci insieme una tazza colma di vino!

che all'ilare tempo della sera

s'acquieti il nostro vento disperato.

Spuntano ai pali ancora

le teste dei briganti, e la caverna -

l'oasi verde della triste speranza -

lindo conserva un guanciale di pietra...

Ma nei sentieri non si torna indietro.

Altre ali fuggiranno

dalle paglie della cova,

perché lungo il perire dei tempi

l'alba è nuova, è nuova.




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