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ANNALI CIVILI

DEL

REGNO DELLE DUE SICILIE

Paulum sepultae distat inertiae Celata virtus.

HORAT. Lib. IV. Od. IX.

VOLUME LV

SETTEMBRE, OTTOBRE, NOVEMBRE E DICEMBRE

1855

NAPOLI

STABILIMENTO TIPOGRAFICO DEL REAL MINISTERO DELL'INTERNO

NEL. REALE ALBERGO DE' POVERI

1855

SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, DELL'AGRICOLTURA, 

DELLA PASTORIZIA E DELLE INDUSTRIE 

NELLE PROVINCE CONTINENTALI 

DEL REGNO, DAL 1815 IN FINO AD ORA.

(Continuazione)


Seguitando a riportare le risposte date dalle Reali Società Economiche a' tredici quesiti del Reale Istituto d'Incoraggiamento, rimandiamo il lettore alla pag. 31 del precedente quaderno, perché possa averli presenti assolvendoci dalla pena di qui riportarli.


BASILICATA


1.° In generale le coltivazioni sonosi accresciute per effetto della Legge divisoria de' demanii; e poiché questi in Basilicata esistevano per lo più in alti piani e contrade boscose, ne è venuto di conseguenza che le terre messe a coltura hanno apportato danni in vece di positiva utilità: epperò meglio si sarebbero riservate, per comune opinione, ad uso di legna e di pascoli, a cui la natura sembrava averle destinate e per l'altezza e per lo pendio, e per la qualità del terreno.

In quanto a terre, prima paludose e poscia bonificate, trattandosi di piccoli poderetti lunghesso i fiumi, e di bonificazioni di lieve momento, sarebbe difficile di enumerarle. Ricordiamo però che in tenimento di Latronico una piccola piana adiacente al Sinni è stata da tre o quattro anni messa a coltura dal Signor Gaetano Arcieri, il quale è pervenuto ad infrenare il fiume mediante una larga zona parallela al corso dell'acqua, tutta impiantata di pioppi, salici, canne, citisi, ec.

Il detto terreno ha una estensione poco maggiore di cinque moggia e si coltiva a giardino e vigneto.

Per quante cure abbia usate la Società economica, onde conoscere se altre bonificazioni sieno avvenute, nulla ha potuto raccogliere di positivo, poiché quelle che sogliono farsi per frazioni di moggio o spezzoni lunghesso i fiumi si rimangono oscure, né interessano gran fatto la pubblica economia, quando tornano a piccolo vantaggio di pochi privati.

2.° Nel 4834 il fu Dottor fisico Signor Vincenzo Gaimari introdusse nel sua giardino in Picerno la barbabietola (Betulo vulgaris) per uso d'insalata. Successivamente il Socio ordinario Signor Mauro Amati estese in Potenza la dettai coltivazione, per ingrassare i porci come si usa in America, facendo però svellere e trasportare i tuberi nelle sue stalle, in luogo di lasciarli scavare agli stessi maiali come altrove si usa, ma con danno dei campi.

112 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


Nel medesimo giardino del Signor Gaimari fu coltivalo il grano saraceno (polygonum fagopyrum). Questa leguminosa in meno di 40 giorni si trovò in prima fioritura e con molti semi già maturi. Tale coltivazione rimase abbandonata dopo la morte del dello Dottore.

Questa pianta produce numerosi semi farrinacei, i quali sebbene non sieno suscettibili di essere ridotti in pane, se non forse diunita ad altra farina, pure sarebbero ottimi per uso di polenta.

Il riso secco Cinese (oriza sinensis saliva) fu anche introdotto dallo stesso Signor Gaimari, e coltivato con buon successo, avendone ottenuto copioso ricolto; ma poscia non trovandosi modo di spogliarlo facilmente dalle glume se ne abbandonò la coltura.

Il nespolo del Giappone (Mespilus Japonica) è stato introdotto nell'orto agrario di Potenza fin dal 1840 ma non fruttifica a causa del freddo. Il Signor Leopolda Viggiani lo ha piantato nel suo podere più temperato dell'orto suddetto, e ne ottiene il frutto. Il Signor Alessandro de Horaliis ne introdusse dodici piante nel suo fondo Marmo l’anno 1846, e benché diffidasse di vederle fruttificare a causa de' geli e delle altre intemperie, pure lo scorso anno ne raccolse i frutti ottimi per qualità e grandezza.

Nell'orto agrario suddette ed in alcuni comuni della provincia, Oppido ed Avigliano, si è coltivato la prima volta lo scorso anno il tabacco di Avana (nicoziana major angustifolia) e le foglie si sen rimesse al R. Governo, acciò mediante la concia della fabbrica; de' tabacchi, si giudicasse della riuscita, mentre la vegetazione n'è stata prospera, anziché no.

II loto di Virginia (Diospyros Virginiana) e stato anche introdotto dal detto Signor de Iloraliis. Quesf albero ha molto prosperato, e dà buoni frutti, che maturano a Novembre. Potrebbe anche piantarsi ne' boschi per pascolo de' maiali in difetto di ghiande, ed è fa Cile a riprodursi pe'molti polloni che caccia.

Di altre piante sarà fatta menzione nella risposta al quesito che segue.

3.° Da tempo pressoché immemorabile si coltiva il gelso ne' Comuni di Teana, Carbone, Spinoso, Fardella, S. Martino, S. Chiricoraparo, Calvera, Chiaromonte, Castronuovo, Noia, S. Costantino, S. Mauro, e per quanto affermano i vecchi, una tale coltivazione da molti anni a questa parte ha avuto incremento ave più ove meno, sebbene in alcuni luoghi lo sfrondamento si esegua tuttavia in modo barbaro e nocivo all'albero. L'industria serica de' menzionati comuni è di qualche importanza, e procura la sussistenza a numerose famiglie. Lo stesso incremento nella coltivazione de' cotoni può affermarsi pei Comuni di Craco, Montalbano, Bernalda; Pisticci, Pomarico, Miglionico, Ferrandina, ed in quella del lino e della canapa per alcune contrade del Distretto di Melfi, e pei comuni di Tramutala,. Marsiconuovo,. Sarconi e Moliterno.

Il Comune di Latronico un tempo comperava l'olio da' Comuni di Maratea e di Episcopi, ma avendo da trent'anni a questa parte piantato i suoi oliveti se n'è interamente emancipato, e sono già 15 anni che possiede due trappeti e fa olia di qualità eccezionale col vantaggio di avere annualmente il prodotto, ciò che attribuiscesi ad una particolare perizia che nella potagione si usa, tantocbè un centinaio all’incirca di quegli abili villici si reca per tale operazione nelle marine del Ionio e del Tirreno.

113 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


Inoltre l'ingresso di detta pianta il quale prima non costumavasi, oggi si usa con sommo vantaggio preferendosi lo sterro pecorino.

Nello stesso tenimento di Latronico si coltiva la teminia, prima ignota, con buon successo, e così ancora la maiorica, la quale, da parecchi anni si va coltivando estesamente nel distretto di Lagonegro. Ivi si sono anche introdotti i prati artificiali, e la sulla (Hedisarum coronarium) coltivasi per esteso ed a preferenza. Nel ripetuto tenimento di Latronico da circa venti anni si è bastantemente propagata la coltivazione degli arbusti o pergolati, con positivo immegliamento; poiché dalla terra si ottengono i prodotti del vino e de' cereali. Oltre a ciò costumandosi nei tempi passati di seminare l'avena nella fine di autunno, questa soggiaceva al danno dei geli: oggidì si semina sul finire del verno, e se ne ottiene felice successo. E ciò per tutto il summentovato Distretto.

Molto ancora si è estesa in Basilicata la coltivazione delle patate, le quali un tempo per pregiudizio si avevano a schifo quasi fossero cibo degli animali immondi, ed ora condiscono le vivande de' ricchi, e formano l'antemurale della carestia e della fame pe' poveri.

Nel succennato distretto di Lagonegro non conoscesi una varietà del triticum migare, detto comunemente marzuolo, ed ora sono parecchi anni che vi si coltiva estesamente e con felice successo.

Oltre a 150 varietà della vitis vinifera. si trovano coltivate in questa Provincia, introdotte la più parte dall’estero, or sono parecchi anni, per cura de' proprietarii e di alcuni Socii; ma lungo e difficile sarebbe classificarle, stante l'uso prevalso delle nomenclature vernacole. Egli è certo però, che sebbene non ogni vite è adatta ad ogni clima e ad ogni suolo, pure la qualità de' vini è generalmente migliorata, ed ottimi sono quelli di Santarcangelo, di Rionero, di Matera, di Tolve, e di varie contrade del distretto di Lagonegro.

Lo stesso può dirsi della varietà de' peri, de' meli, e de' prugni.

Si sono anche pressoché generalizzate nella provincia le piantagioni prima ignote di acacie, aitanti, sofore, pioppi della Carolina, gelsi delle Filippine, tuie, aceri, negundo, aceri di Tartaria, ippocastani ec.

Parecchi comuni hanno introdotto con buon successo la coltivazione del finocchio, del sedano, del cardo e del carciofo, i quali prodotti si credeano erroneamente proprii di altre terre, e però ogni prova ed esperimento giudicavasi inutile.

4.° Il lino di Riga (Unum usitatissimum) venne introdotto dal Signor de Horatiis menzionato nella risposta al quesito 2.°, ma con poco successo, o perché il terreno abbondasse di argilla o perché le brine tardive di primavera ne ritardassero il crescimento. Certo è però, che i gambi risultarono più lunghi di quelli del lino autunnale, ma non diedero il filo di quella morbidezza setacea che si richiede.

Diverse qualità di gelsi furono dallo stesso coltivato cioè: il gelso bianco (morus alba) il gelso delle Filippine} il gelso morettiano (morus morettiana) il gelso romano a foglia lunghissima, che produce grossi frutti buoni a mangiare. Finalmente il gelso degli osagi (Madura aurantica) tanto decantato da alcuni scrittori, come quello che vegeta più céleremente del gelso bianco, e produce frutti della grossezza di una melarancia.

114 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


Ma dalle esperienze del Signor de Noratiis risulta non essere vera quella celere vegetazione, e che il frutto tanto encomiato, almeno in questi climi non giunge mai a maturità, e viene anzi filamentoso al di dentro corno quello del platano orientale. I soli vantaggi adunque della Madura sarebbero: 1.° Che può supplire pe' filugelli alla mancanza delle foglio di gel«so bianco: 2.° che essendo guarnita di forti e lunghissime spine può servire alla formazione delle siepi vive: 3.° che si propaga facilmente da' virgulti della radice.

Di que' Comuni della Provincia, ne' quali dopo il 1815 si è estesa la coltivazione dei gelsi, si è parlato nella risposta al precedente quesito.

5.° Le rotazioni agrarie si sono migliorate, massime nel distretto di Lagonegro, ove più che altrove erano difettose. Nelle terre alpestri della detta regione si usa con maggiora assiduità ohe non prima di rimondare a mano le messi dall’erbe parasite, il che praticasi dalle donne; si usa ancora la zappetta» tura per rincalzamelo, il che si esegue con piccole zappe a tal uopo esclusivamente dostinate. Nelle marine del Ionio si è introdotto l'erpice. Si aspetta in Potenza l'introduzione del carro trebbiatorio, inventato dal Signor Raffaele Rinaldi da Spinazzola, mediante il quale un solo animale fa tanta trebbia, quanta ne possono otto effettuire. La detta invenzione è dell'anno 1850, e nel 1851 autore ne ha ottenuto dalla munificenza Sovrana. la privativa per cinque anni.

6.° La pastorizia dal 1815 a tutto il 1850 è migliorata per effetto della introduzione della razza de' merinos e delle pecore svizzere, avendo la saggezza del Real Governo animato i proprietarii di animali pecorini delle Puglie a provvedersene; e costoro hanno talmente secondato le benefiche mire governative, che può affermarsi essere le razze presentemente esistenti, tutte innestate da quelle.

Nel 1850 si risentirono danni negli animali per effetto di troppo rigida stagione, come nello scorso anno a causa di una per altro lieve malattia aftosa. Il primo sconcio però sembra riparalo colla prosperità de' nuovi parti; l’altro cogli opportuni rimedii praticati anche per insinuazione della Società economica, che prese cura di pubblicarli in istampa.

Si osserva però che ad onta del vantaggio apportato col miglioramento delle razze suddette, il dissodamento avvenuto nelle montagne di Basilicata ha fatto mancare al bestiame i pascoli estivi, e quindi le specie pecorine non banno potuto aumentarsi da' proprietarii, né lo potranno fino a che le dette montagne non saranno tornate al pristino stato.

1.° L'arte di far buoni caci poco si conosce, o per meglio dire poco si pratica; giacche i metodi di ben fabbricarli non sono ignoti che alla più parte de' proprietarii di armenti. La buona o cattiva qualità di un tale prodotto dipende essenzialmente dal clima, dalla stagione, dal pascolo, dall'arte, e dalle cascine. L'esperienza dimostra, che peccandosi in una di queste condizioni, il cacio soggiace a difetti o magagne maggiori o minori. Noi non potremmo affermare, che in Basilicata siensi introdotte nuove specie di caci, ma che piuttosto si siano migliorate le antiche maniere di fabbricarli. Ottimi infatto si reputano quelli di Potenza e di Picerno, di Ruoti, di Moliterno, di Avigliano, Muro, S. Fole, Senise per la parte di Pollino e Matera, i quali Comuni vero è che godono quasi tutto il vantaggio di pingui ed eletti pascoli, ma è vero altresì che vi aggiungono l’arte,

115 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


chi con avere formato più acconce e più proprie le cascine, chi con aver tolto la cattiva usanza di preparare un caglio qualunque, ovvero non proporzionato alla massa del latte, chi finalmente col prolungare la cura di maneggiare o premere il formaggio nelle fiscelle, onde il siero ne uscisse fino all'ultima goccia, essendo noto che una sola che ne rimanga, basta a guastare il cacio.

Tra coloro che hanno migliorato le antiche maniere di fabbricare i caci sono degni di menzione le famiglie Ginistrelli, Aquilecchia, Corbo, Viggiani, Branca, Amati, il Principe di Ruoti, i Signori Malvezzi e Gattini, Castellucci, Miccolis, e la classe de' negozianti di Moliterno.

8.° Da quanto si è detto nella risposta data al 6.° quesito facilmente deducesi che le lane sono migliorate di molto, ed in fatti i possidenti di tale prodotto, appartenenti ai distretti di Melfi e Matera situati sulle frontiere di Puglia, quali censuarii de' terreni del Tavoliere, ove mandano a pascolare nel verno i loro animali, hanno acquistato utilità nella specie e guadagno nello smaltimento delle lane.

Un tal beneficio rimonta a pochi anni addietro, ed è dovuto alle provvide cure del Real Governo, il quale anche colla introduzione de' cavalli padri di razze inglesi ed arabe ha migliorate le razze nostrali, e recato utile a' proprietarii nella vendita de' puledri.

9.° Al difetto de' pascoli di cui si è toccato nelle risposte a' quesiti 4.° e 6.° si è sempre pensato di apprestare un rimedio tanto dai particolari, quanto dalla Società economica, la quale spesso ha proposto premi d incoraggiamento a chi formasse no prato artificiale di una determinata estensione e natura. Il risultamento però è stato finora di gran lunga inferiore al bisogno. Imperciocché sebbene si sieno formati de' prati artificiali in tenimento di Potenza da' Signori Mauro Amali e Gerardo Branca, in quella di Avi gli ano dal Signor Giulio Corbo, in quello di Montemurro dal Signor Marzio Liuzzi, in quello di Matera dal Signor Francesco Gattini, e così in qualche contrada del Distretto di Lagonegro, e per lo più con vantaggiosa riuscita, seminandovisi distintamente ed a tenore della qualità de' terreni il trifoglio, il meliloto, la coronilla, la luzerna e la medica; pure la loro poca estensione, fino a che non saranno vieppiù generalizzati ed ingranditi, non può riguardarsi come un utile positivo per la provincia, ma servono certo di esempio e di sprone ad imitarli ed estenderli. La Società economica a fine di agevolare la formazione de' prati ha fatto venire dalla Provincia di Teramo una buona quantità di semi della lupinella (Hedvsarnm onobrychis) e gli ha dispensati ad alcuni Socii e ad altri particolari, perché ne facciano saggio ne' loro poderi, e si attende il risultato della coltivazione.

10.° E in Basilicata una miniera di marmo presso il Comune di Latronico, censita da molti anni alla illustre famiglia Nunziante, ma non ancora lavorata, forse perché mancando in quel distretto le strade rotabili, dispendioso ed arduo sarebbe il trasporto del fossile.

Presso il Comune di S. Mauro in tenimento di proprietà del Barone D. Giuseppe Arcieri, si ha una miniera di gesso neppure lavorata, tranne qualche scavo eventuale per use private del proprietario.

In tenimento del Comune di Marsico ve ne ha una di asfalto, la quale neppure vien lavorata.

116 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


Per cura della Società economica si sono procurati de' pezzi dalle cennate miniere, e si sono inviati al Real Ministero dell'Interno, acciò si mettano in mostra nella solenne esposizione del giorno 30 maggio. E tali mostre si sono ottenute a stenti, non essendo facile eseguire profondi scavi senza mezzi, e senza persone dell'arte.

In tenimento del Comune di Cancellara fu scoperto nel 1842 un fossile, caratterizzato per filantrace lignoide, e il Real Istituto d'Incoraggiamento rilevò essere soltanto presumibile, che tale lignite fosse abbondante, giacche nel fatto non si ebbero che strati di una spessezza non maggiore di un palmo e mezzo. Per averne oggi alcun pezzo, bisognerebbe fare de' profondi scavi, previo il permesso de' proprietarii de' fondi, i quali essendo coltivati soggiacerebbero a danni.

11.° I nuovi trovati ordinariamente non allignano in prima, se non nelle Capitali, donde poi si diramano alle Province. Prima del 1815 le pubbliche calamità non davano campo né alle arti né alle manifatture, le quali da quell'epoca fin oggi si sono benignamente diffuse ove più, ove meno.

Un tempo in Latronico spremevasi l'olio delle olive col pigiarle entro sacchi di lana, tutto a forza di piedi su di un piano a tavole alla cui estremità era un foro. Esse impregnavansi di acqua falda per facilitare l'estrazione dell'olio, il quale misto con quella ne usciva. Ora vi sono due trappeti, formali da circa 15 anni.

In Ferrandina, fra gli altri trappeti havvene uno alla francese, che dà olio sopraffino.

In Lagonegro da circa sei anni si è introdotta dall’artefice Lorenzo Caino la fabbrica delle sedie a xilografia; una consimile in Lauria superiore. Sono sì buone, che non si hanno a desiderare quelle di Palermo. Parecchi discenti da' vicini comuni su ne vanno istruendo.

In Castelluccio inferiore si è da due anni stabilita una conceria di pelli e di suole.

In Episcopia da quattro anni una fabbrica di pasta.

In Castelluccio superiore una simile da circa un decennio.

In Tricarico, Vaglio, Albano, Ruoti, Montepeloso ed altri comuni vi sono fabbriche di ottima pasta.

In Castelluccio inferiore altre due da 12 o 15 anni. Tutte le dette fabbriche hanno molto smaltimento.

In Senise havvene un altra di recente data.

In Castelluccio superiore da circa otto anni si è costruito un trappeto, ed altri frantoi consimili alla genovese in più comuni del distretto; come non ha guari in Carbone uno a pezzi d'intaglio.

In Latronico da circa due anni si è stabilita una legatoria di libri diretta da due giovani esperti.

In Spinoso e Senise si lavorano da poco tempo in qua varii mobili di legno con eleganza.

In Lauria le tinte de' panni nostrali hanno acquistato riputazione assai, come in Ferrandina le flanelle. Nella stessa Lauria si fanno eccellenti dolci ed ottimi rosolii, specialmente nella fabbrica de' fratelli Mazzilli.

In Chiaromonte si fanno dolci eccellenti.

In Rivello erasi anni addietro istituita una ferriera, ma ora trovasi in decadenza.

117 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


In Policoro, vasta tenuta de' Principi di Girace, sonosi eseguili de' lavori prodigiosi per lo infrenamento dell'Agri con macchine venute da Napoli. Sonosi introdotti gli strettoi idraulici tanto nel concio della liquirizia, quanto ne' trappeti.

In Fardella da cinque a sei anni indietro si sono introdotte le volte laterizie alla siciliana composte di mattoni congiunti colla malta di gesso, e si sono sperimentate di felicissima riuscita. Anche prima si erano cominciate a costruire in Potenza, in Matera, e in Melfi.

Rotonda ha considerevolménte ingrandite le fabbricazioni de' pettini di bossolo e di osso, e ne fa grande smaltimento massime nel basso popolo.

Notevole incremento hanno ottenuto i vasi figuli di Ferrandina, i quali si lavorano con molta perfezione ed eleganza, e se ne fa grandissimo smercio.

Chiaromonte ha cercato di migliorare l'arte medesima, ma è ancora lungi dall’emulare Ferrandina, sia perché la materia non abbia la bontà medesima, sia perché l'arte difetti..

Sono in Potenza da circa 30 anni due botteghe di ebanisti che lavorano mirabilmente in noce, mogano ed altro legname ogni sorta di mobili, che per la eleganza, e più per la durata non fanno affatto desiderare quelli della metropoli.

Lo stesso sia detto per due legatorie di libri quivi esistenti da pochi anni, e che prima assolutamente mancavano.

In Potenza stessa trovasi stabilita da pochi anni una fabbrica di pasta di ottima qualità.

In Rionero i mognani ed altri lavoratori di ottone hanno portato l'arte a tal punto di perfezione, che alcuni loro lavori in Napoli stesso e da persone intendenti si sono giudicati fatti presso lo straniero. Si distinguono maggiormente quelli dell'artefice Vincenzo Pastino.

12.° Al presente quesito non si può risponderej se non in termini generali.

Le arti e le manifatture seguono la legge del progresso, e dallo stato di rozzezza passano a quello di perfezione, come la infanzia si sviluppa nella virilità.

Le medesime adunque dall’epoca indicata hanno notevolmente progredito, ed il progredimento istesso indica, che nello stadio antecedente esser dovevano cattive. L'arte del fabbricare, a mo' di esempio, peccava non solo ne' principii della composizione della malta o cemento, ma era ignara di ogni regola architettonica, ed ora si ravvisa in grandissima parte degli edilizi l’euritmia, la disposizione e l'eleganza, in una parola la scienza. La fruizione della pace, l’apertura del commercio, la rimozione degli ostacoli che si opponevano al libero sviluppo della proprietà, con i cento altri mezzi provvidamente disposti dopo la restaurazione, hanno di molto contribuito a propagare l'agiatezza e quindi ad estendere le arti e le manifatture.

13.° Nello Stabilimento delle Girolamine in Potenza istallato nel 1844 si esercita la tessitura di lino di lana, di cotone e di seta. Si hanno diversi telai ed anche di quelli alla Jacquard. I tessuti riescono forti, di bastane te eleganza, e di molta durata. Vi si lavorano ancora eccellenti ricami in seta e in oro.

Dal detto stabilimento escono servizi di tavola di lino, damascati larghi 43 palmi, lunghi 19 con 25 corrispondenti salviette Simili più piccoli, ma della medesima qualità. Fiandre quadrille dog tutti di lino Barracani di palmi tre e quattro. Tappeti sfioccati.

118 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


Fazzolettini a fascioni. Tricò di diversi colori. Facce di materassi di cotone rasate. Tricò di cotone. Dog anche di cotone; di varii colori. Mobilia per divani fiorata. Dubletto di varie specie. Fazzoletti di diversi colori.. Copertine bianche e colorate.

Di seta si formano armesini di palmi quattro di ogni colore. Gros rasato a fascioni. Tappeti di diversi colori.

Nello Stabilimento di S. Chirico Raparo di non remota istituzione si tessono in cotone facce di materassi, tricò, copertine bianche a mostaccioletto, salviette a peparello, barracano in lana e cotone, fazzoletti di varii colori, tele e telette in cotone, bisacce di lana a varii colori, tricò a sacchi, telette di seta, frange e fettucce di seta, ricami in seta ed oro fino per parati di Chiesa, simili in seta ed oro falso. lavori di margarinine, lavori di crochet, fiori di cannottiglia, di vetro, simili di mussoline, di sempreviva, bouquet per ornamenti di gallerie. Lo smaltimento maggiore consiste nelle tele e ne' trapunti.

Finalmente nel Reale Ospizio di Avigliano di recentissima istituzione, per ora non si esercitano, se non le arti di sarto, di falegname e di calzolaio, dovendovisi ancora attuare quelle di agricoltura e di musica.


TERRA DI RARI

Precede alle risposte categoriche della Real Società Economica un breve cenno geografico statistico della Provincia considerata nella sua posizione topografica.

«La Provincia di Bari (dice il relatore) è un'alternativa di collinette e pianure. Il suo terreno per la più parte è argilloso calcareo siliceo, ed in alcuni luoghi calcareo siliceo. Generalmente le tre terre elementari sono in tale proporzione che la fertilità quasi da per tutto campeggia; fatta eccezione di una parte che rappresenta una specie di catena di collinette formate da strati orizzontali di tufo o carbonato di calce impuro in mezzo ad un cemento di marmo argilloso più o men carico di ossido di ferro, che dà al terreno una tinta rossiccia. Siffatta catena di colli di sasso, che volgarmente diconsi Murge occupa la quarta parte del territorio Barese: catena che spiccasi dall’appennino australe dove il Bradano tiene la sua sorgente, e si distende in fino al Capo di S. Maria di Leucade, manifestandosi da Spinazzola, Canosa, Andria, Ruvo Corato, Gravina, Altamura, Cassano, Gioja, mena a Locorotondo, va poco a poco declinando verso il mare, e si nasconde nel Golfo di Taranto.

Questi colli tutti calvi non si prestano ad alcuna coltivazione ed offrono una meschina ed insalubre pastura. Le vallate però sono feracissime, dove le piante vegetano rigogliose, e precise la robia, e la barbabietola; e quest'ultima giunge ad avere il peso di dieci rotoli, tal che potrebbe stabilirsi nelle vallate di Altamura una fabbrica di Zuccaro utilmente.

Oltre delle menzionate Murge, la Terra di Rari presenta altri colli, che diconsi le Matine; esse sorgono numerose sul territorio di Ruvo, internano nella Provincia lontane dal mare, sono contigue agli Appennini, e formano delle vallate estesissime egualmente feracissime, come quelle delle suddette Murge. Quivi il terreno vegetabile soprabbonda e perché ne contengono naturalmente, e perché dalla china dei monti altro ne vien trasportalo dalle acque. E però a misura che si avvicinano al mare addivengono di poco fondo, di natura calcareo seminato di spessi ciottoli e testacei, di che è costituita la zona marittima.

119 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


L'intera superficie della Provincia è di 1743 miglia quadrate, delle quali 1200 sono in perfetta pianura, che corrisponde quasi a tre quarte parti dell'intera superficie della provincia.

La popolazione ha raggiunto la cifra di 500.000 abitanti che ripartiti sulla intera superficie si calcola il numero di 281 individui sopra ciascun miglio quadrato. Ridotti questi a moggia legali corrisponde a ciascuno la estenzione di 18 moggia legali di terreno, compresi in questi tre moggia circa e mezzo di terreno olivetato, con vigneti e frutteti.

E pur mestieri venir più da presso alla topografica posizione della Terra di Rari, la quale presenta due svariatissime condizioni di agricoltura. L'una propria della parte marittima che comprende il Distretto di Rari sprovveduto di animali gregarii e con pastorizia nomade quasi nulla. L'altra della parte mediterranea che contiene i Distretti di Àltamura e di Barletta con ricche mandrie. greggi ed armenti; agricoltura differentissima l’una dall’altra. L'una ci presenta il solerte colono: l’altra l’agiato proprietario.

Tirando una linea dall’Ovest all’Est che passa per Ritonto, quasi resta divisa la Provincia in due zone di diversa larghezza marittima, F una che si estende da Monopoli a Barletta, mediterranea l'altra assai più estesa, che termina a Cisternino ed a Spinazzola rasente i confini di Basilicata, Capitanata e Terra d’Otranto.

Nella piccola zona vedi Rari che siede regina fra ricche boscaglie di alberi sacri a Minerva e Ira giardini che le fan corona, e mostra il vero tipo dell'agricoltura di tutta la piccola zona rincontro all’adriatico, nella quale non si veggono che annosi alberi di ulivo sempre verdi, sempre giovani, vigneti, giardini, orti a fogliame 7 mandorleti, ficheti, ciligeti, aranciere, pireti, ed ora pur mostra il gelso delle Filippine non è guari introdotto dalla Società Economica.

La coltivazione de' cereali è ben poca cosa in paragone di quella della gran zona continentale: coltivazione che si alterna con la bambagia con gli anici e con le civaie che costituiscono l'ordinaria rotazione del distretto di Bari.

I prodotti agricoli di questo suolo marittimo sono olio, mandorle, vino, bambagia, fichi, grano, orzo, avena, fave, piselli, cicerchie, fagioli, ceci, agli, cipolle, uve passe, moscadello, zibibbo bianco e rosso, ulive, pesche, percoche, albicocche, carrube. susine, lazaruoli, noci, ciliegi, mele granate, cotogni, cedri, limoni, nespole, pere estive e vernali, mela: pochi circondarii danno anche lino, lupini, e granone.

E notevole pertanto che questo suolo marittimo è di natura calcareo più che argilloso e pietroso per la maggior parte, sterile per conseguenza, e tanto più sterile per quanto la pastorizia è nulla; ciò non pertanto addiviene più fertile del suolo della gran zona continentale tanto per le coltivazioni incessanti dell'accorto colono che per l'ingrasso.

L'agricoltura delle terre circostanti alle città ed ai luoghi abitati è sempre produttiva, e chi da essa volesse fare un concetto del rimanente della provincia, ben anderebbe lungi dal vero. I luoghi abitati son ricchi e perenni laboratori di letame sufficientissimo per la piccola suburbana agricoltura, ed il contadino, che tiene il letame in gran pregio non potendolo ottenere dagli animali gregarii, fa tesoro di tutte le sostanze fertilizzanti il terreno f se ne avvale perciò della calce, dei calcinacci, della cenere, della melma, dei ritagli dei calzolai, dei stracci, degli avanzi delle concerie e dei macelli, delle vinacce, dei semenzai dei lupini, e degli escrementi di tutti gli animali,

120 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


non escluso il pezzo nero frammisto alla paglia ed all'alga marina, e giunge fino a raccogliere lungo le strade lo sparso fieno per arricchire il suo campicello, persuaso che il letame al dir di Kocran emulo della creazione forza l’abbondanza dal se no della sterilità. Egli è perciò che l'agricoltura di questa piccola zona marittima è tale cui poco o nulla può aggiugnere la più illuminata teorica.

La grande agricoltura poi lontana dai luoghi abitati eh' è in uso nella vasta zona continentale, che abbraccia i due Distretti di Barletta ed Altamura, ha bisogno di molta rettifica. Deve nei suoi vasti e remoti campi da se stessa provvedere ai suoi bisogni: bisogni che la sola pastorizia può soddisfare. Dalla ben tenuta pastorizia si vedrebbero arricchiti i terreni di molto concime e letame somministrato dagli animali stessi, rigogliosa la vegetazione delle piante, più prosperi ed ubertosi i ricolti; quindi massima importanza di stabilire in questa parte maggiore della provincia le praterie artifiziali, perché più animali, più foraggi, più letame, più ubertosi ricolti.

Quantunque questa gran zona continentale fosse frastagliata dalle medesime murge, le vallato però che sono estesissime tutte contengono fertilissimo terreno, che dà gran co pia di utili prodotti, tal che l'industria agricola di tate contrada è determinata per l’allevamento di estese mandrie di pecore, di vacche,. di cavalli, ed altresì per la coltura dei cereali, delle civaie, della vite, dei lino, del pomo di terra, della robbia, della barbabietola, del pepone, del cocomero, dei melloni, delle ortaglie, e precise del frumento che costituisce la principalissima industria. Seguono ora le risposte. La risposte al quesito è contenuta in un quadro sinottico qui appresso segnato, indicante la estensione delle terre dissodate da! 1815 ridotte a moggia legali, distinguendo i dissodamenti accordati con Sovrana permissione da quelli avvenuti per contravvenzioni.


Dissodamenti Sovranamente accordati



moggi legali

Nei boschi e nelle terre salde de' Comuni

22,491: 00

Nei boschi e nelle terre salde de' privati

84,020: 20

Nei boschi e nelle terre salde de' corpi morali

12,012: 31


Dissodamenti per contravvenzioni


Nei boschi e nette terre salde de Comuni

20,155: 9

Nei boschi e nette terre salde de' privati

28,941: 84

Nei boschi e nelle terre salde de' corpi morali

1,648: 14

Totale

169,216: 05


Si tacciono le bonifiche delle terre paludose perché nella provincia non esistono terre di tal natura.

Dr tutte le suddette terre dissodate prima del 1815 una parte era semplicemente salda priva di piante leguminose, l’altra boscosa vestita di macchie e di alberi selvani, tutte addette ad uso di pascolo, E però buona parte di dette terre dissodate sono al presente vestite di alberi di mandorle, di ulivi e di diversi alberi fruttiferi, altre ridotte a vigneti, altre addette alla semina dei cereali, e delle civaie.

121 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


Oltre dei summenzionati dissodamenti, altri hanno avuto luogo nella provincia, dalla indicata epoca del 1815 per concessioni del Tavoliere di Puglia nelle locazioni di Canosa e di Andria. Altre vaste estensioni salde ed anche boscose sono state ridotte a coltura dai Comuni di Canosa, Andria, Spinazzola, Minervino, Bisceglie, Corato, Gravina, Poggio sino, Grumo e Toritto per facoltà Sovranamente accordate, giusta la legge del Tavoliere. E può approssimativamente ritenersi che le terre dissodate appartenenti al Tavoliere brinano quasi la sesta parte del moggiatico dinotato per tutta la provincia.

2.° La Società Economica vanta la coltivazione della nuova pianta introdotta nella provincia del gelso delle Filippine da pochi anni in qua pel lodevole fine di far rinascere nella Terra di Bari l’antica industria della seta, ed all’oggetto ogni anno distribuisce gratuitamente quante talee si chieggono, perché si aumenti la piantagione di tal pianta esclusivo alimento del baco da seta; in effetti le piccole bigattaie si veggono in atto in Valenzano, in Conversano ed in Grumo. Il gelso delle Filippine prospera rigogliosamente ed è ben adatto a' nostri terreni, ed a misura che la piantagione si aumenterà si vedranno ingrandite le bigattaie.

3.° La coltura del cotone è in aumento dal 1838 quando la Società Economica distribuì il seme gratuitamente a' coloni poveri o possessori di piccoli fondi. La coltivazione si è aumentata in quasi tutti i comuni di questa zona marittima, di tutte le tre specie, del così fletto nostrale, del maltese e del turchesco; il quale è coltivato in preferenza perché più produttivo. Si avvicenda con gli anici, con le civaie e con gli orti a fogliame. L'innaffiamento si è reso più agevole dalla macchina idraulica aspirante suggerita dalla Società Economica in vece dell'altalena, che generalmente è in uso.

4.° La robia prima del 1815 era nota; ma la sua estesa coltivazione è posteriore alla detta epoca, e si è moltiplicata specialmente nelle estese vallate fertilissime delle murge di Altamura, dove la barbabietola, come si è detto, si presenta di una straordinaria grandezza.

5.° L'antico sistema e metodo tradizionale delle maggesi non ostante gl'impulsi della Società Economica perché in luogo delle maggesi inutili si fossero sostituiti i prati artificiali, a pena da qualche proprietario si è rettificato, ma la generalità continua a far uso delle maggesi. Per le nuove macchine rurali introdotte, i socii ne han dato l’esempio. Così il socio Lupis in Grumo ha introdotto l'aratro di Dombasle con molto profitto. Il socio Lamparelli di Terlizzi l'aratro del Marchese Ridolfi. Ma siffatti nuovi ¡strumenti non si sono generalizzati. Tutti si avvalgono dell'antico aratro, solo con qualche modifica del vomero, ed i soliti strumenti sono la zappa, la vanga e l'erpice. L'uso di tuffare le sementi nell'acqua di calce prima di affidarle al terreno si è generalizzato, e qualche proprietario usa il metodo del Signor Leblanc tuffandole nella soluzione del vitriolo di Cipro, avendo la Società Economica fatto noto che due once e mezzo di questo sale sciolto in una sufficiente quantità di acqua bastano per un tomolo di semente tanto di grano duro, che tenero, e per quest' ultimo conviene scarseggiare la dose. Con F uno e con l'altro preservativo il frumento va esente dalla golpe ossia bufone.

6.° Non pochi miglioramenti si sono apportati alla pastorizia paragonata con quella del 1815 e 1850. Le razze equine, bovine, e pecorine si sono migliorate. Le razze equine sonosi nella maggior parte gentilite mediante i cavalli di salto di fecondo sangue estero,

122 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


e molto più per i favori che all’uopo presta il nostro augusto Sovrano (D. G.) nel distribuire i cavalli per le province del regno. I proprietarii sogliono mandare scelte giumente al salto di detti ottimi cavalli, di cui si sono ottenuti figli genuini e prescelti per la propagazione delle razze che progrediscono in meglio. Le razze bovine egualmente per l'acquisto di ottimi tori che sogliono fare i proprietarii nella vistosa annuale fiera di Gravina. Ancora le razze pecorine si sono migliorale per l’introduzione dopo la detta epoca degli arieti merinos che si moltiplicano, ed i meticci si sono quasi generalizzati.

7.° Non così per i latticinii ai quali non si e portata alcuna novità. Essi sono, abbondanti ed esquisiti, ma non per arte, poiché nessuna novità si è recata alla fabbricazione, eh' è quella che era. La loro abbondanza e squisitezza nasce dalle odorose erbe, che offrono le pianure delle murge, come il timo, il serpillo ed altre simili, di cui si nutrono gli animali nella stagione estiva.

8.° Per le indicate ragioni e per i merini introdotti le lane si sono migliorate e senza altro artifizio.

9.° Ben pochi proprietarii hanno introdotto i prati artificiali; dalla generalità non sono affatto in uso non ostante che la Società Economica avesse insistito e con replicate istruzioni ad adottare la semina di quelle erbe che possono resistere sotto l'adusto cielo di sitibonda penuria, come la sulla, la lupinella e tutte della famiglia degli edisarii che vegetarti)' nei terreni asciutti come i nostri. Essa ha anche dettato i mezzi eseguibili ed economici per i ricoveri onde preservare e conservare la salute del bestiame per non farlo rima nere esposto alla inclemenza delle stagioni. Da molti sono stati praticati, ma non da tutti. Spesso avviene che gli animali per mancanza di acqua sono obbligati bere l'acqua putrida dei stagni: e per arrecare conforto a siffatto bisogno, la suddetta Società ha pubblicato il modo come purificare l’acqua dei stagni rendendola innocua, facendola passare a traverso dei carboni, e raccoglierla nei trugoli.

10.° Nella provincia di Bari non esistono miniere metalliche. Si rinviene qualche cava di varietà di carbonato di calce bianco o colorato leggiermente, duro, suscettivo di un bel pulimento e liscio splendente (marmo). in più punti della provincia si rinviene, ma non in quantità, e si adopera per tavolini ed altri mobili.

11.° Tutte le arti e manifatture dal 1815 si sono aumentate e migliorate. Tra i miglioramenti si notano i frantoi o trappeti, che quasi tutti si sono montali all’uso di Francia, per cui l’olio di questa provincia non è più quello eh' era nel 1815.

Si è introdotta nella provincia la macchina pigiatoria, del Socio Signor Vincenzo Sabini di Pasquale di Altamura sul modello di quella che osservò in Mileto, podere modello del Marchese Ridolfi. Il pigiamento si esegue senza l'uso dei piedi; la fermentazione del mosto è più pronta, con pulitezza senza pari, con economia di tempo e di braccia; e la detta macchina è di poco costo, e si costruisce in Altamura dal Signor Nicola Baldassarre.

Nuova è la macchina che in Bari esiste detta della Sega, che in brevissimo tempo riduce il legno il più duro in tante sottili superficie che valgono alle così dette impellicciature.

La macchina a vapore per molire il grano la quale è in Bari, riduce in farina in un giorno circa quattrocento tomola di grano.

123 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


Una macchina di fosforini si è pure stabilita in Bari fatti a cera e non col zolfo, per cui nell'accendersi non molestano l’odorato, ed a buon prezzo si vendono.

Novità è stata pure per la provincia l’invenzione del Socio Signor Gennaro Abate di Rutigliano, d'innestare i rami teneri a corteccia dell'albero di ulivo sopra rami recisi con la putagione con le gemme in giù e capovolti, i quali naturalmente crescendo si ricurvano al di sopra; e ¥ albero mentre prende la sua forma regolare, si trova dopo la putagione ricco di rami e foglie e ringiovinito senza mancare di produrre. Siffatta nuova putagione nelle prime fu derisa, come suole avvenire in tutte le novità, ma ora in molti ha prodotto la convinzione. La Società Economica di Campobasso per effetto della pubblicazione fatta l’ha posto in pratica, ne ha vista l’utilità e fa lode alla Società Economica di Terra di Bari, cui è dovuta la invenzione.

Novità fu pure per Bari la bigattiera nella propria abitazione fatta dal Segretario perpetuo Signor Santoliquido per renderla nota al pubblico, e la seta raccolta dai bachi nutriti di foglie del gelso delle Filippine risultò per eccellenza sì lucida, finissima e forte, che esposta alla pubblica mostra del 4842, dalla munificenza Sovrana ne riportò la grande medaglia di argento.

Novità per la provincia e fuori è stato un nuovo ritrovato della Società Economica della vinaccia fresca adoperata nella piantagione delle fave che restano preservate dall'orobanche In quei terreni feraci di tal pianto parasita piantando o seminando le fave con la vinaccia, l’orobanche non comparisce. Tale nuovo ritrovato è stato praticato altresì dalla Società Economica di Principato Citeriore, e quel Segretario perpetuo si esprimeva nei termini seguenti: «Le fave in questa provincia erano andate in disuso, e se ne ricevevano d'altrove per adoperarle a sovvesci di primavera appena fiorite, ossia prima che addivenissero scempio della parasita. Ora con la vinaccia si hanno fave senza orobanche. La Società Economica di Girgenti ci si dichiara pure gratissima per avere ottenuto identici risultarrtenti del metodo da noi indicato, ed il Signor Baldassarre Drago Segretario perpetuo con circolare a tutti i Sindaci e Soci della provincia ne raccomandava 5 con sicurezza la pratica, avendo egli verificato per tre anni che le fave seminate in terreni feraci di orobanche con la vinaccia la parasita non compariva; pregava inoltre i Sindaci di distribuire ai coloni poveri quella quantità di vinaccia disponibile, onde mettere il povero, che più ne sente il bisogno, nella possibilità di adoperarla».

La Società Economica di Terra di Bari da più anni promise un premio a colui che piantasse nelle murge alberi di qualunque natura; e per le continue insistenze della medesima sono già comparsi i querciuali da circa quattro anni nelle cime di esse murge, ch'elevansi tra Gioia e Castellana, ed ancora nel pendio di un basso ramo che poco dista da Grumo e da Toritto. I primi per cura dei Signori Giovenazzi ed i secondi dei Signori Iannuzzi, Scippa, Lupis o Tarulli di Grumo. Si fanno voti che altri proprietarii di tali terre sassosi vogliano seguire l'esempio di costoro per vedere tutte le murge imboschite.

L'innocuo e nutritivo cibo che fornisco il pomo di terra, la patata utilissimo succedaneo del frumento, continua a coltivarsi e con un dippiù. Dietro le istruzioni pubblicate dalla Società Economica nel 1850 per ottenere due raccolte in un anno dal medesimo terreno, senza che restasse depauperato della forza vegetativa,

124 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


si sono invogliati i proprietarii ed i coloni per siffatta utilissima produzione, ed al presente non mancano, come mancarono, ed il popolo trova sempre di che nutrirsi con poco esito.

Novità è stata per i pastori l'aver conosciuto per istruzione della Società Economica l'efficace rimedio non mai usato nella frequente c mortale malattia del meteorismo, da essi chiamato avventrinatura, per la quale malattia bovi e pecore andavano a sicura morte. Il rimedio suggerito e sperimentalo efficacissimo consiste in un cucchiaio da tavola di ammoniaca liquida pura in una caraffa di acqua comune che si fa inghiottire ali animale, ed i buoni effetti sono quasi istantanei. E poiché siffatto salutare rimedio deve apprestarsi appena si appalesa il morbo, la Società ha insinuato agi' interessati di tenere nelle loro fattorie l'ammoniaca liquida in bottiglie ermeticamente chiuse, per trovarsi il rimedio pronto al bisogno specialmente se le fattorie sieno lontane dall’abitato.

12.° Quasi tutte le arti e manifatture che al presente si esercitano erano in uso nel 1815 con la differenza che allora erano grossolane, e poi a mano a mano si son migliorate rettificale ed aumentate. E però talune manifatture si mantengono quasi stazionarie, come i pannilani di Gioia sono poco diversi da quelli che erano: che se ora sono più morbidi per le lane dei merini, allora si formavano dalle nostre non mozze ma gentili che equivalevano alle lane dei merini. In generale può ritenersi che le arti e manifatture dopo il 1815 si sono migliorate non solo, ma aumentate. Si sono migliorate le porcellane, le stoviglie, la concia dei cuoi, di pelli di capretti, di montone; perfezionate le ligature dei libri, i lavori di calligrafia, migliorati i cappelli di feltro, di felpa, di paglia, aumentati i ricami, le carte dipinte, i lavori di cera, le incisioni su pietre di lava, i lavori di piombo, di latta, i pianiforti ed altri musicali ¡strumenti, le macchine diverse a vapore specialmente

Nella provincia da per tutto si lavora il ferro crudo e fuso per usi rurali e civili; si fonde il bronzo per campane, il rame alchimiato ossia ottone di cui si formano immensi lavori. Si biancheggia e si lavora la cera; si hanno fabbriche di pasta, che si confondono con quelle della costa di Amalfi. Vi esistono stabilimenti moltiplici di tipografia, che gareggiano con i più distinti della Capitale e dell'estero. Scultori, intagliatori; e Lanisti pittori, ritrattisti, tintori, musicanti, fabri, calzolai, sarti, stovigliai, legolai, ramieri, e molte altre arti meccaniche e mestieri immensamente cresciuti, che superano il bisogno, ed è una delle cause dell'abbandono dell'agricoltura. Vi esistono fabbriche di biacca, di cremore di tartaro, saponiere, telai per tessuti di felpa, di cotone, di lino, di lana: manifatture che non possono dirsi raffinate, ma son tali da soddisfare la maggioranza delle richieste.

13.° Le arti e manifatture nei stabilimenti di beneficenza si sono aumentate e migliorate con un dippiù. Nel Real Ospizio Francesco I in Giovinazzo (monumento duraturo della carità degl'illustri Borboni) le cui manifatture altra volta furono encomiate a giudizio del R. Istituto d'Incoraggiamento con la introduzione delle nuove macchine ed alla Jacquard, i tappeti a riccioli ed a doppia faccia, i servizi di tavola di finissimo cotone ed anche di lino, eh' emulano i lavori di Fiandra, se non possono gareggiare con quelli dell'estero, non sono da paragonarsi a quelli si lavoravano prima e nel 1815.

125 SU' PROGRESSI DELLE MANIFATTURE, EC.


I dog vergati in più maniere, ed altri moltiplici lavori nulla lasciano a desiderare per fortezza di tessuti, per vivacità di colori e per disegni a rilievo. L'0spizio provveduto com'è di telai, ed altre macchine da filare, ha scuole che gareggiano per la perfezione dei lavori dei tessuti di filato, di tinte, di apparecchio; e regolato da un sennato Socio Direttore progredisce in meglio. E quel che più monta si è che lo Stabilimento suddetto come centro di viva luce diffonde i suoi raggi, che divergono per la provincia, e gradatamente si perfeziona l’arte di filare, di tessere, di tingere e di apparecchio; così nel Conservatone» della Casa di Pietà in Bari, e quello degli Angeli in

Putignano diretti egualmente dai Socii della R. Società Economica, si mostrano degni della loro istituzione e si avanzano verso la perfezione. Nella casa della Pietà si tessono dubletti in cotone di diversi disegni, dubletti lavorati con telai alla Jacquard, dog bianchi in cotone e colorati, materasse in cotone di diversi disegni e colori, e con fasce rasate, fasce di cotone e di lino lavorate a dubletti ed a fiori, servizi di tavola in cotone ed anche in lino lavorati all’uso di Fiandra. Barracane in cotone a colori diversi ed anche in lana e cotone: lavori diversi ricercatissimi di pasta. Nello Stabilimento degli Angeli in Putignano si lavorano copertini di state, ottime flanelle, filato a mano di finissimo refe a due capi, ricami e lavori squisiti di pasta.

(Continua)

D. Moschilli






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