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Terzigno, Giugliano, Andretta - il dramma dei rifuti in Campania

Una discarica sull'altopiano irpino mette una grande tristezza - guardate le foto! - ma gli eventi incalzano e diventa una ipotesi plausibile (anche questa già prevista nel decreto 90 del maggio 2008). Soprattutto perchè - a nostro parere - dal punto di vista militare risulterebbe più agevole difendere il sito dalle eventuali proteste della popolazione. La zona infatti è scarsamente antropizzata. A differenza di Terzigno e di Giugliano dove ti ritrovi migliaia di cittadini nferociti a dostacolare il passaggio dei camion.

Questo da un punto di vista teorico, se poi si pensa che Pero Spaccone dista 150 chilometri da Napoli il tutto si riduce ad un assurdo, per il lungo tragitto che dovrebbero fare gli autocompattatori.

Tutto per colpa di una classe politica imbelle che in questi venti anni ha lucrato sui rifuti senza pianificare un soluzione.

Zenone di Elea - 1° novembre 2010

Fonte:

https://www.corriere.it/

AUTISTI PICCHIATI - Due autisti dell’Asia - l’azienda servizi di igiene ambientale che si occupa della raccolta di rifiuti a Napoli - sono stati aggrediti e picchiati. Lo conferma il presidente dell’Asia, Claudio Cicatiello. L’episodio è avvenuto lungo via Santa Maria a Cubito, nei pressi del mercato ortofrutticolo generale dove i camion si fermano prima di entrare a Cava Giuliani per la cosiddetta "pesa". Di seguito, poi, i mezzi sarebbero dovuti andare a Taverna del Re. Atti di intemperanza anche nei confronti di altri due mezzi che avevano già scaricato l’immondizia al sito di stoccaggio.

Fonte:

https://www.ansa.it/ - 1° Novembre 2010

"ROMA - Negli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, questa mattina a Taverna del Re (Giugliano), un uomo è rimasto ferito. Rifiuti in fiamme anche la scorsa notte, a Napoli e in provincia."

Fonte:

https://www.asca.it/ - 1° Novembre 2010

"[...] Nel comune irpino del Formicoso, l'area indicata come possibile discarica e' una grande pianura non urbanizzata. Negli anni scorsi furono fatti i primi sopralluoghi e la zona venne anche recintata con filo spinato."

Fonte:

https://www.corriere.it/

Rifiuti, pronto il piano B «Nuovo sito ad Avellino»

di Marco Imarisio

L’ultimo rattoppo è lassù, sull’altopiano. In questo ritorno alla crisi del 2008, anche la soluzione è la stessa di due anni fa. Il capolinea dell’eterna emergenza rifiuti è al termine della strada che da Andretta sale al Formicoso, nell’Alta Irpinia, in uno dei luoghi più incontaminati d’Italia. L’eliminazione della seconda discarica di Terzigno e di quella di Valle della Masseria dagli undici siti previsti dalla legge 123 del 2008 è avvenuta in modo veloce, lasciando dietro di sé qualche interrogativo, e molte cose non dette. La più importante: dove finiranno davvero i rifiuti di Napoli? In Prefettura, sommessamente, fanno capire che la risposta è ancora quella del 2008: in provincia di Avellino, nel cuore di un territorio di 290 chilometri quadrati, con una densità di 60 abitanti per km quadrato, lontano dal marasma, dalle proteste e dalle infiltrazioni.

Tensione I manifestanti vengono spostati con la forza dal blocco davanti al sito di Giugliano (Emblema)

Due anni fa il piano prevedeva un destino pesante per queste terre belle e solitarie, raccontate dal poeta Franco Arminio in un libro bellissimo, «Vento forte tra Lacedonia e Candela», che hanno la maledizione di avere un terreno argilloso perfetto per accogliere una discarica. Dietro all’inserimento di Andretta nell’elenco contenuto nella legge 123 si celava il progetto di una piattaforma multifunzionale: una «bestia» datre milioni di tonnella teche avrebbe dovuto trattare anche rifiuti speciali e fangosi. Dettaglio da non sottovalutare, da quella parti abita gente capace sì di protestare ma sempre con un tasso di civiltà piuttosto elevato. Fonti della Prefettura sostengono che l’eventuale piano B, questa volta, dovrebbe essere più clemente, e riesumerebbe il vecchio progetto della discarica di Andretta, datato 1995, che prevedeva un invaso da 600.000 tonnellate. Vedremo.

Quel che appare evidente è la marcia a ritroso delle lancette dell’orologio. Sembra di essere nuovamente al 2008. Alla fine si è ritornati anche a Taverna del Re. Agli scontri e alle manifestazioni di ieri intorno alla cittadella dei rifiuti, cinque milioni di ecoballe, il deposito di più grande d’Europa, che esiste da nove anni ma nei documenti ufficiali viene ancora etichettato come «provvisorio». La sua superficie complessiva, divisa tra i comuni di Giugliano e Villa Literno, è di quattro chilometri quadrati, più dell’isola di Procida. Il più antico sito di stoccaggio, oggetto di una chiusura sempre annunciata ma anch’essa, come dimostrano i fatti di oggi, provvisoria. L’ultima in ordine di tempo risale al fatale 2008, dopo l’ennesima mobilitazione degli abitanti e una estenuante trattativa con l’allora commissario di governo Gianni De Gennaro. In un allegato della legge 123 viene previsto anche lo smaltimento delle ecoballe entro due anni, tramite l’inceneritore di Acerra. Non ne è stata bruciata neppure una. Il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, in compenso ha ridato un mese di vita al sito. E le proteste, uguali a quelle del 2008, che erano uguali a quelle del 2007, del 2005, sono ricominciate.

«La decisione di riaprire Taverna del Re lascia interdetti». Raffaele Cantone, il magistrato che per primo indagò sulla mafia dei Casalesi, parla come diretto interessato, essendo nato, cresciuto, e ora residente a Giugliano. «Poche sere fa, ad Annozero, Bertolaso ha definito allarmanti i dati epidemiologici raccolti in quest’area. E subito dopo viene disposta la riapertura della discarica? Quale criterio viene usato per decidere? Continuo a cercare una logica in tutto questo, ma non la trovo».

La riapertura, come sempre provvisoria, di Taverna del Re, rappresenta al suo meglio la circolarità della vicenda dei rifiuti campani. Venerdì Berlusconi si è presentato a Napoli per chiudere un accordo, che prevede la cancellazione della nuova discarica di Terzigno (Cava Vitiello) e di quella di Serre (Valle della Masseria), per l’allestimento delle quali era stato mobilitato l’esercito. Il tratto di penna su due invasi da 3,5 milioni di metri quadrati ciascuno ha come conseguenza immediata la redistribuzione dei rifiuti, che allontana il redde rationem, lo sposta più in là nel tempo, ma non dice alcuna parola definitiva sull’emergenza. La saturazione delle discariche si avvicina, tempo un anno e mezzo al massimo e verranno sigillate quelle in uso oggi, da Chiaiano alla Sari di Terzigno. A meno di non voler credere alla costruzione di un nuovo termovalorizzatore nel giro di un paio d’anni, ipotesi allo stato fantasiosa, l’unica soluzione a medio termine è il ritorno alla mistica del grande buco. Sulla carta, dopo l’eliminazione di Cava Vitiello e Valle della Masseria, ne resta a disposizione solo uno. Proprio ieri la giunta regionale ha fatto sapere di voler superare la «rigidità» della provincializzazione dei rifiuti. Sull’altipiano del Formicoso comincia a fare freddo, e questa volta non è solo per il vento che soffia forte tra Lacedonia e Candela.



FOTO ALTOPIANO FORMICOSO
TERZIGNO GIUGLIANO IPOTESI DISCARICA IRPINA
TERZIGNO GIUGLIANO IPOTESI DISCARICA IRPINA
TERZIGNO GIUGLIANO IPOTESI DISCARICA IRPINA
TERZIGNO GIUGLIANO IPOTESI DISCARICA IRPINA




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