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Coesione nazionale? Onorate i nostri morti!

(ovvero due partigiani: Bocca il padano, Zitara il napolitano)

Zenone di Elea


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Rds, 26 dicembre 2011

Siamo scettici sulla coesione nazionale. Non per partito preso, bensì per una mera constatazione. A volte la storia dei popoli presenta delle coincidenze singolari nei nomi e nelle date. Lo rileviamo pure oggi, anno del centocinquantenario della nascita dello stato italiano. Un presidente di cognome “napolitano” spreca una occasione storica per una vera riconciliazione nazionale rimettendo un velo bucherellato sulle menzogne che hanno coperto gli aspetti meno edificanti e più sanguinosi della fondazione dello stato unitario. Poi ha l'improntitudine di invitare alla coesione nazionale per uscire dalla più spaventosa crisi del dopoguerra.

Un invito destinato a cadere nel vuoto a parer nostro. In un paese dove manco gli intellettuali cosiddetti illuminati riescono a percepire il dramma di un popolo prima sconfitto e poi umiliato. Un esempio emblematico di tali intellettuali italioti è stato Giorgio Bocca.

Se ne è andato ieri, nella sofferenza, con qualche anno in più di Nicola Zitara. Sui media migliaia di passaggi audio-video ne ricordano vita ed opere facendone una icona della libertà e della coesione nazionale. Il suo ultimo libro venderà centinaia di migliaia di copie, grazie ai proventi delle sue opere la sua famiglia continuerà a condurre una vita agiata.

All'opposto la dipartita di Zitara il 1° ottobre del 2010, ricordato da poche decine di amici; egli ci ha lasciato opere fondamentali (come l'ultima: L'invenzione del mezzogiorno. Una storia finanziaria, 2011, Jaca Book) con tirature da qualche migliaio di copie, la famiglia non ha ancora visto un euro di diritti, anzi fatica a tirare avanti, visto che Nicola ha speso in ricerche buona parte dei soldi che ha incassato vendendo alcuni suoi libri più famosi come “L'Unità d'Italia: nascita di una colonia, 1971, Jaca Book”.

Due destini, un padano e un napolitano, due combattenti. Noi riteniamo avesse ragione Bocca quando affermava che essere stati partigiani forniva un punto di vista privilegiato sulla realtà, dava una angolazione particolare che permetteva di capire meglio il mondo e gli eventi. Se questo valeva per uno come lui che si era battuto per qualche anno sulle montagne tanto più valeva per Zitara la cui solitaria battaglia è durata un quarantennio, una guerra meno sanguinosa all'apparenza e combattuta con le armi della penna e dell'inchiostro ma non per questo meno feroce: contro i mostri della menzogna e della oppressione coloniale che cacciavano dalle terre del sud quelle energie giovanili che avrebbero potuto realizzarne il riscatto.

Bocca il padano, Zitara il napolitano Bocca il padano, Zitara il napolitano

L'ex combattente di Giustizia e Libertà e fondatore di Repubblica si è spento nella sua casa milanese all'età di 91 anni. Il cordoglio del capo dello Stato e di tutto il mondo della cultura e della politica. De Benedetti: "Il suo impegno civile rimarrà una delle più profonde caratteristiche dei nostri giornali"

https://www.repubblica.it - 26-12-2011

Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ne ricorda il sorriso generoso e ironico con il quale ha fatto scoprire al mondo l’abisso di miseria fisica e spirituale in cui l’“unità d’Italia” ha cacciato i popoli delle Due Sicilie. [...] Nicola Zitara fece riscoprire ai discendenti avviliti e miserabili dei vinti dell’aggressione mafiosavoiada del 1860 la propria storia.

https://www.radiocivetta.eu - 01-11-2011

Bocca il padano, Zitara il napolitano Bocca il padano, Zitara il napolitano
Bocca il padano, Zitara il napolitano Bocca il padano, Zitara il napolitano

Perciò non venite ad invocare la coesione nazionale come fa il presidente Napolitano se prima non onorate i nostri morti. A cominciare da Zitara.

A quegli illusi alla Marco Demarco che mettono il proprio talento (1) al servizio di chi continua a mantenerci nell'asservimento e nella miseria morale ed economica ricordiamo che il termine “partigiani” è antico, risale a molto prima della tanto glorificata resistenza antifascista (2), che in pubblicazioni inglesi veniva utilizzato già per quelli che ora molti chiamiamo sanfedisti senza neppure sapere di cosa stiano parlando:

“About this time Cardinal Ruffo arrived, with only three attendants, in the southern part of the kingdom, and was joined by a number of partisans, among whom was the famous Fra Diavolo, (Brother Devil,) who had formerly been a monk.” Cfr. A new biographical dictionary, of 3000 contemporary public, 1825 - Pagina 68.

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(1) Cfr. Corriere del Mezzogiorno, "Caro Bennato, Ninco Nanco non è il Che Guevara" di Marco Demarco - 14/12/2011

(2) A titolo di cronaca potremmo ricordare a Demarco le tesi sui resistenti di Montanelli, De felice, Della Loggia, Pansa, ma continuare con le polemiche è un gioco inutile e sterile.





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