LA GUERRA DI CRIMEA sulle pagine de "IL VERO AMICO DEL POPOLO" (Zenone di Elea - Settembre 2022) |
LA GUERRA DI CRIMEA (1853-1856) - ELENCO DEI TESTI PUBBLICATI SUL NOSTRO SITO |
IL VERO AMICO DEL POPOLOPUBBLICAZIONE PERIODICA ROMANA PER DOMENICO VENTURINI NEL 1855 GIUGNO - DICEMBRE |
01 - Il Vero Amico Del Popolo - Domenico Venturini (GENNAIO - GIUGNO) | HTML | ODT | |
02 - Il Vero Amico Del Popolo - Domenico Venturini (GIUGNO - DICEMBRE) | HTML | ODT |
Leggiamo nel Giornale di Roma: «Alle ore 6 e mezzo pomeridiane del giorno 12 Sua Emnza R.ma il sig. Cardinale Antonelli, Segretario di Stato, mentre scendeva le scale del palazzo apostolico, al primo ripiano, venne in vestita con arma biforcuta da un tale Antonio De Felice, di professione cappellaio. Grazie alla Divina Provvidenza, il colpo andò fallito, e l'E.mo Cardinale, colla maggior pre senza di spirito, uso di palazzo, e recossi, come ave: prime stabilito, alla pubblica passeggiata del Pincio. l'assassino immediatamente arrestato è stato consegnato alla giustizia. Gli E.mi e R.mi signori Cardinali, il Corpo diplomatico e persone d'ogni condizione sono accorsi ad esprimere all'E.mo Porporato la loro compiacenza per essere stato salvo da si orribile attentalo; e la città, venuta subito a cognizione del fatto, ne ha mostrata la più grande indignazione.»
Anche pria che si chiudessero le conferenze diplomatiche di Vienna parecchi giornali londinesi declamavano che le Potenze occidentali non si fossero lasciate anteriormente aggirare dalle cavillazioni pietroburghesi, né sedurre dalle mediazioni germaniche, mercecché si quelle come queste altro scopo non aveano che da fare guadagnar tempo alla Russia per più aumentare e meglio disporre le sue forze contro le armi alleate di Francia e d'Inghilterra. E sembra che questo pensiero abbia veramente prevalso a che le trattative si rompessero, imperocchè, a quanto si assicura la Corrispondenza austriaca «ai 4 di giugno ebbe luogo la decima quinta conferenza, scopo della quale era di assoggettare ad un comune esame una nova proposta di accomodamento circa il terzo punto di garanzia, e subitamente i plenipotenziari russi dichiararonsi pronti di portarla a cognizione del loro governo, giacché riconoscevano in essa la base dell'appianamento; ma i plenipotenziari di Francia d'Inghilterra fecero intendere di essere incaricati dai loro governi di non entrare in altri esami e proposero lo scioglimento delle negoziazioni; dopo di che il cesareo ministro degli affari esteri e presidente del congresso pronunciò sebbene con rincrescimento, la chiusura delle conferenze, dando contemporaneamente l'assicurazione che la sua imperial Corte coglierà volentieri ogni occasione per effettuare in progresso di tempo un aggiustamento sulle basi già stabilite.» E la novella della rottura fu inviata immediatamente a Pietroburgo per apposito corriere da Gortschakoff, il quale a capo a poche ore altro corriere alla medesima volta
spediva forse per domandare instruzioni efficaci a riallacciare le trattative, e tanto ciò credevasi a Vienna che repente invalse la voce che Gortschakoff già era autorizzato a nuove proposizioni di pace. Le quali voci riceveano pur conforto dalla Gazzetta della città e dei sobborghi, che senza frapporre indugio scriveva doversi ritenere che «la seduta diplomatica del 4 fu l'ultima per ora soltanto! giacché se da una parte l'imperator Napoleone insiste per la energica continuazione della guerra, non mancano dall'altra indizi che lo czar Alessandro più
che mai è inchinevole alla pace, parlandosi ben anche di una Nota, in cui, mercé alcune modificazioni, esso acconsentirebbe alle domande della Francia e dell Inghilterra riguardo al terzo punto delle garanzie.»
Ma la determinazione occidentale, cosi ricisamente spiegata, non dava più luogo a temporeggiamento; e le indecisioni germaniche decidesansi a rendere spettatrici del gran conflitto, almeno fino a più persuasive complicazioni, le Potenze alemanne. Del che il Times rinuncia ad ogni speranza sull'attiva intervenzione dei governi tedeschi; non per questo però ei si perde d'animo, ma ripigliando una fierezza che da qualche tempo aveva un cotal po' rattemprata: «Nell'attuale crisi, ci grida, al principio di una seconda campagna, quando cioè le operazioni degli alleati ricominciano con energia novella, egli è nostro diritto non solamente, ma eziandio nostro dovere di avvertire i gabinetti di Vienna e di Berlino che pensano bene sulle conseguenze della incerta loro attitudine…….. Se credono essi che Francia e Inghilterra per vincere abbian bisogno dell'aiuto loro, s'illudono assai, s'ingannano a partito. Potevano bensì cooperare alla maggiore efficacia degl'impegni dell'Occidente, onde ristabilire la sicurezza del levante, non che far cessare la preponderanza di un Impero, la quale, a guisa di un gruppo di neri nugoloni, pende minacciosa su i foro propri con fini. Essi avrebbero potato prender parte anco ai trattati che la vittoria metterà Francia e Inghilterra in grado di dettare! Alla Germania si fecero grandi concessioni! le la dimostra la maggiore indulgenza, affinché avesse preso la sua conveniente posizione in Europa. Ma l'Occidente, poiché la Germania gli rifiutò il suo appoggio quando poteva essergli utile, dee far conoscere al mondo di poter fare la guerra anche senza la Germania...... Ogni tentativo delle Potenze tedesche per incamminare nuove trattative si ha da riguardare siccome una diversione in favore dell'inimico. Le basi, su cui furono aperte le negoziazioni nel mese di aprile, oggi non sono più applicabili. l'Austria e la Prussia, ebbero molte occasioni di arrestare lo spargimento del sangue, ma non riuscirono a nulla, perchè sotto sembianza di mediatrici ebbero sempre in vista il propri vantaggio. La realtà della guerra ricondusse tutte queste illusioni al loro vero valore.»
Ciò non ostante la Gazzetta di Milano afferma che «l'Austria, impedendo la grossa guerra del Continente, si è fatta dominatrice della situazione.»
Agli arditi pronostici dell'impavido Times, si rinvigorisce il Chronicle anch'esso, il quale rimprovera l’Inghilterra «di aver commesso l'errore di trattare con la Russia ritenendo a Potenza europea; indi l'avverte che la Russia in avvenire debba esser trattata come uno Stato asiatico!»
E ciò suppone qualche cosa di più dello smembramento della Crimea e della Finlandia e del distaccamento dell'autonomizzanda Polonia dallo Impero degli czari; vorrebbesi nientemeno che cancellare dalla Carla d'Europa la Russia, che delle cinque parti ne ha tre o forse più, e circoscriverla in un Kanato non sappiamo in quale angolo delle asiatiche regioni! Il guaio poi sarebbe, se la Russia, a forza di essere respinta in Asia, si dovesse accostare ai possedimenti inglesi delle Indie! Gli è un caso, che il Chronicle non la preveduto.
Ma il semi ufficiale Pays circoscrive nella Crimea le sue vedute, e rifiuta di attaccar la Russia in altri lati. Se la guerra, ci dice, esce dalla Tauride diventa europea, e nelle attuali condizioni del Continente non sarebbe utile una generale conflagrazione. Dunque gli alleati dovranno contentarsi della Crimea e «quando essi possederanno questo pegno che costituisce la vera forza della Russia, padroni del Mar Nero, padroni o della chiave dell'Impero moscovita, padroni de' granai della Russia, vincitori de' suoi eserciti e delle sue folle potranno aspettar che piaccia allo czar di sottomettersi e di subire le condizioni, senza le quali la pace sarebbe precaria e di breve durata.»
Or è appunto su questo condizioni che dovrebbe (nella ipotesi di quella piena vittoria preconizzata dal Pays) svilupparsi un qualche più serio imbarazzo, imperocchè i giornali austriaci sperano che le Potenze occidentali non vorranno esiger nulla al di là de' quattro punti delle garanzie e il Times dire che quei quattro punti oggi non bastano più. Indi v'ha chi prevede che, mentre sulla base dei quattro punti sarebbe più che mai probabile la pace fra la Russia di una parte, la Francia e l'Inghilterra dall'altra, conseguenza la questione fra le Potenze occidentali e l'Europa di mezzo, questa perché vorrà che la Russia non si chiami all’adempimento di altre condizioni onde non sia troppo indebolita, quelle perché domanderanno più ampi patti, che costituiscano una insormontabile barriera di garanzie.
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Non sarà fuor di proposito, se, al cominciare del nuovo dramma politico in Ispagna, riportiamo i pareri giornalistici sulla dittatura ministeriale, che ora infrena quella penisola e che, in certo molo, può considerarsi siccome prologo del dramma medesimo. La Epoca dice che questa dittatura mette in discredito le instituzioni costituzionali. Il Correo universal la chiama arbitraria, sconvolgente, illegale. Las Novedades la qualificano inutile ed imprudente. Il Parlamento afferma che «il male sta nella condizione delle cose; il male sta in ciò che non si seppe uscire da una posizione assurda e pericolosa senza sostituirvi un'altra posizione più pericolosa e più assurda; il principio d'autorità è scomparso dal seno delle autorità medesime, e non è dato umanamente d. risuscitarlo a coloro che lo soffocarono con le proprie mani.»
La Soberania Nacional grida «contro la sospensione delle guarentie costituzionali, e avverte che non bisogna dimenticare i consigli dell'esperienza, la quale insegna che la tirannia finisce sempre per divorare il tiranno.»
Il clamore pubblico osserva che «il ministero pieno di dubbi e confusioni, esausto d'idee, lottando ira diverse tendenze, arrivò alle Corles rotto e schiaccialo sotto il peso d'un carico troppo superiore alle sue forze; or con qual diritto ci pretende che se gli armi il braccio con la spada dittatoriale? Non sarebbe meglio che gli si chiedesse, uno stretto conto della sua condotta?»
La Espana conchiude: «Che uomini sono costoro, i quali, dopo essere insorti nel 1848 contro la sospensione delle guarentigie costituzionali oggi ricorrono a quel medesimo atto inutile e vizioso, commettendo cosi la più inqualificabile, la pu audace di tutte le inconseguenze e di tutte le contraddizioni tra il numero infinito delle inqualificabili contraddizioni e delle audaci inconseguenze, che formano la sita del partito dominante? La dittatura ministeriale e la sospensione delle costituzionali guarentigie sono pel paese usa nuova perturbazione e per l'uomo pacifico una ragione di spavento, perchè, nei tempi che corrono, nessun uomo pacifico è libero dalla malivolenza, e la malivolenza può divenire la persecuzione, l'esilio, la morte!»
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La rivista delle truppe fatta a Parigi nel Campo di Marte dall'imperator Napoleone il 4 giugno fu veramente magnifica e tale da porgere ai numerosi uffiziali stranieri ch'eranvi presenti un’alta idea della potenza militare di Francia. Benché alle truppe si fosse vietato di gridare, queste alla presenza dell'imperatore proruppero in acclamazioni strepitose e prima e durante e dopo la rivista. Un uffiziale superiore fece una assai grave caduta da cavallo. l'imperatrice, la principessa Matilde e molte dame di Corte assistevano all’imponente spettacolo dal balcone delle Scuole militari. La folla era immensa sugli spaldi che circondano il vasto spazio di terreno. Un gentleman inglese bramoso di veder l'imperatore da vicino e di fargli gustare le sue fragorose acclamazioni s'insinuò nel corteggio imperiale, urlando a manca e a diretta per giugnere più dappresso a Napoleone III. Disgraziatamente il il suo zelo fu soffermato dalla sciabola d'un soldato, la quale gli stese sulla testa e prostollo assai malconcio in terra.
Ai 6 giugno l’Imperator Napoleone ricevette in udienza il fratello e un cugino dei bey di Tanis, i quali gli presentarono una lettera autografa del tunisino regnante, che mori ai 2 di questo mese per apoplessia. La lettera era relativa all'attentato del 28 aprile.
Cobden, il grande avvocato del partito della pace in Inghilterra, il principale oratore della scuola di Manchester, nella seduta del 4 giugno alla Camera dei Comuni criticò vivamente la precipitazione con la quale il governo britannico si lanciò in mezzo ai pericoli di una lunga guerra. Disse che l'Austria e l'Alemagna dovevano avere maggiore interesse che l'Inghilterra nell'opporsi alle ambiziose mire della Russia, ma che d'altronde esse stanno immobili e neutrali, e che soltanto per la futura grandezza dell'Austria oggi si versa il sangue inglese nella Crimea.
l'annunzio della chiusura delle Conferenze di Vienna 13 fu ricevuto nella Camera dei Comuni con vivissimi applausi.
l'associazione per la riforma amministrativa riportò a Bach la prima vittoria elettorale. Tite vicepresidente della associazione riformista ebbe una maggioranza di 1170 voti contro 1129 dati a Whateley candidato conservatore.
I ministri spagnuoli che han dato le loro dimissioni sono Madoz, Lujan, Luzuriaga, Aguirre Santacruz.
I ministri surrogali sono Zabala ministro di Stato, Fucole Andres della giustizia, Bruil delle finanze, Helvet dell'interno, Martinez del commercio.
Il reggimento di cavalleria di Montesa ricevette l'ordine di lasciare Madrid e d'inseguire la banda dei fratelli Hierros, la quale andava sempre più ingrossando. Il distaccamento che fu inviato ad Hendeleacin venne rafforzato da una compagnia di soldati del genio, o si avviò verso la provincia di Soria, nelle cui montagne aggiravasi una guerriglia di 100 uomini. La deputazione della Navarra voleva riunirsi onde formulare una protesta simile a quella fatta dalle autorità delle provincie basche, cioè che non si può rispondere della tranquillità del paese qualora voglia mettersi ad esecuzione la legge per la vendita dei beni ecclesiastici. Ma l'autorità militare si oppose alla riunione della deputazione col pretesto che la Navarra stava per essere dichiarata in istato di assedio.
Per ordine della regia si distribuiranno le armi a quelle guardie nazionali, che vorranno andare a combattere contro i ribelli; o il ministro dell'interno autorizzò nella provincia di Toledo la formazione delle bande di escopeteros.
Sempre più si manifestano sintomi di rivolta nella Navarra, nella Biscaglia e nella Galizia. Il governo vi spedisce molte truppe.
La rivoluzione nella Bassa Aragona non permette alla Corte di più soggiornare ad Aranjuez; indi la regina era aspettata d'uno in altro giorno a Madrid.
Il di 31 marzo in arrivo a Copenaga il principe russo Siakauschki con importanti dispacci per l'ambasciata russa. Drievari che recò pure al re danese un autografo della czar Alessandro. Il re tornando da Frederiksborg a Copenaga ricevette ai 2 di giugno in udienza speciale il principe Saakusiku.
l'ingresso al porto di Reyal è chiuso da uni quantità di pali con punte di ferro e confitti nel fondo del mare e si spessi da impedire il passaggio anche al una cannoniera.
I cinque vascelli russi, che, durante l'invero, stettero nel porto di Swaborg, furono mandati a Kronstadt per maggior sicurezza.
(Disp. tel.) Gli inglesi distrussero non lungi da Kronstadt 15 navigli mercantili russi, i più carichi di legna, vari altri arenarono alle spiagge.
(Disp. tel.) Il governo di Pietroburgo ordina che d'ora in poi ogni naviglio russo mercantile abbia da prendere il largo.
Si afferma che il maresciallo Paskiewicb sia partito in gran fretta da Varsavia per Luck, punto centrale strategico in Volina, accompagnato dal suo capo di stato maggiore.
Chomutof sta organizzando una leva in massa dei cosacchi del Don.
In data del 25 maggio Pelissier spedi al ministro della guerra il rapporto dei combattimenti del 22 o del 23. In esso è detto:
«Da che le truppe alleate si resero padrone delle opere di contrapproccio costrutte sul fronte del bastione centrale, il Nimico per arrestare i loro progressi, aveva pensato di portare i suoi sforzi dalla parte della Quarantena costruendovi nuove linee di contrapproccio, e col mezzo di una gabbionata rannodò le imboscate in fondo alla baia con quella della parte principale del Cimetero, e unì questi lavori, mediante una lunga linea di comunicazione con la lunetta a destra del bastione centrale. Nella notte del 21 al 22, con uno sforzo di lavoro sorprendente e abilmente simulato, i russi scoprirono questa vasta piazza d'armi che tanto minacciava gli attacchi di sinistra dei francesi e dava al nimico comodità di fare assembramenti e sortite considerevoli. Pelissier ordinò subito al. general Salles comandante il primo corpo di aggredire ed occupare quella posizione. Due furono gli attacchi che furono organizzati, l'uno sull'imboscata della estremità della baia, l'altro su quella del Cumloro. I francesi s'impadronirono di queste nuove gabbionate nimiche. l'attacco di sinistra fu condotto dal generale di brigata Bueret con 3 compagnie del decimo battaglione dei cacciatori a piedi,: 3 battaglioni del secondo reggimento della lezione straniera e da un battaglione del 93 di linea; l'attacco di destra fu eseguito dal generale Mjilerouge con le compagnie scelta del primo reggimento della legione straniera sostenute da due battaglioni del 93 di linea, che aveano dietro la loro fronte un battaglione del 18 e 2 battaglioni della guardia come riserva. I russi trovaronsi in numero piuttosto grande e pronti a respingere l'attacco; le loro forze si calcularono a più che 29 battaglioni. A un segnale del generale Patè cominciò il combattimento con impeto indescrivibile. Ma formidabili masse non tardarono a sboccare dal burrone della Quarantena, entrare nella azione e disputare il terreno ai francesi con rara intrepidezza. Per ben cinque volte le imboscate più lontane furono prese dai francesi e riprese dai russi. Gli scontri alla bajonetta terribili. Due altri battaglioni di volteggiatori della guardia e il 9 dei cacciatori a piedi furono chiamati sul luogo della pugna, gli uni a prendervi parlo, gli altri a ritirare i morti e i feriti. Allo spuntare del giorno i russi cessarono il loro fuoco, i battaglioni francesi rientrarono nelle trincee lasciando il suolo coperto di cadaveri russi. Col medesimo ardore il generale Bueret fece l'attacco di sinistra; assaltò le imboscate e se ne impadronì. Furono quivi pure molti gli attacchi e tutti alla baionetta. Mi dopo due ore di combattimento, i russi si ritirarono, e il genio francese installò solidamente i suoi lavori nella gabbionata diventa conquista dei francesi. Per trasformare di difensive in offensive le occupate posizioni ebbe luogo un altro allacco la notte del 22 al 23. E il generale di divisione Leraillaut fu incaricato di compiere 40.sto incarico con 10 battaglioni, due dei quali erano di volteggiatori della guardia come riserva. Quattro di questi comandati del generale Couston coprirono l'ala sinistra della conquista precedente; gli altri sei sotto gli ordini del generale Duval doveano sulla destra riprendere la gabbionata parallela al gran muro di cinta del Cimitero e permettere al genio di assicurare la definitiva occupazione dell'opera. Le imboscate furono circondate e prese di assalto: i russi, dovunque mossi in rotta, si ritirarono mantenendo un fuoco di moschetteria che a poco a poro si estinse. Il genio cominciò subito i suoi lavori sollo la direzione del colonnello Guerne del comandante Durand di Villiers. Alla dimane, dietro reiterate domande di Osten-Sacken fu inalberata la bandiera parlamentare, e si conchiuse un armistizio per seppellire i morti. I francesi diedero al nimico più di 1200 cadaveri russi. Le perdite russe furono almeno quattro volte maggiori di quelle dei francesi, che ebbero un 600 morti e un 2000 feriti.»
Alcuni soldati piemontesi che imprudentemente passeggiavano a breve distanza dal campo, in terreno tanto atto alle imboscate furono colti e fatti prigionieri dai russi. Fra i prigionieri trovasi un Remorino addetto al Commissariato della spedizione piemontese.
Fra gli aiutanti di campo di Pelissier trovasi il principe di Polignac figlio del famoso ultimo ministro di Carlo X.
Di ogni divisione francese restarono innanzi Sebastopoli soltanto 3 mila uomini. Le altre truppe furono trasportate sulla Cernaja.
(Disp. tel.) Alle ore 6 pomeridiane del 6 giugno francesi lanciarono i loro segnali di attacco e a capo ad un'ora le aquile imperiali sventolavano sul Mamelun-Vert e sopra due ridotte del Carenaggio. l'artiglieria russa cadde in mano de francesi insieme a 400 prigionieri. I francesi occupano le opere conquistate.
Gli altri alleati conquistarono le opere delle cave e vi si stabilirono.
(Disp. tel.). La sera del 10 giugno le truppe di Pelissier (sulla Cernaia) presero ai russi 62 bocche da fuoco. Nei ridotti conquistati furono fatti prigionieri 13 uffiziali rossi. Le perdite francesi sono sensibili come doveasi attendere per un si grande risultamento. Si racconta che l'imperatore Napoleone parlando di Pelissier abbia detto: «Enfin nous avons trouvé l'homme qu'il nous faut.»
l'ammiraglio Bruat riferisce che la spedizione di Kestcb fu decisa il 20 maggio; l'imbarco cominciò la sora del 21; la spedizione partita il 23 sbarco il 24 a Kamiesch-Bournow; e, dopo essersi traversato Kertch e preso possesso delle batterie russe situate nei contorni di Ak-Bournow, il 25 fu occupata Jenikalè. Nel medesimo giorno gli ammiragli Bruat e Lyons entrarono nel mare di Azoff; una squadriglia fu inviala ad Arabat e Berdiansk, la quale parli nella notte e componevasi di 4 bastimenti a vapore francesi e dieci inglesi, fra i quali parecchie cannoniere. Assicuratosi Bruni della prontezza, onde il corpo spedizionario avrebbe messo piede a terra, avanzossi a riconoscere le batterie del capo di Ak-Bournow, dove i russi aveano già incendiata una polveriera, e vedendosi sul punto di rimaner circondati dalle truppe alleate, non tardarono a dar fuoco anche alle altre, e a sgombrare da quelle posizioni. La confusione de' russi, presi all'imprevista per terra e per mare, divenne tale che rinunziarono bentosto a una più lunga resistenza; lasciarono in preda alle fiamme i loro grandi magazzini di Kertch; e prima di allontanarsi da Jenikalè fecero saltare in aria un magazzino che conteneva circa 30 mila Kilogrammi di polvere. La scossa fu tale che multe case ruinarono interamente. In questa circostanza i russi perdettero 160 mila sacchi di avena, 360 mila sacchi di grano e 100 mila sacchi di farina; affondarono tre loro bastimenti a vapore, fra cui uno da guerra; un 30 bastimenti da trasporto russi furono distrutti, altrettanti presi. Nelle diverse esplosioni andarono in aria almeno 100 mila Kilogrammi di polvere. Un grande approvvigionamento di obici e di palle non esiste più. Fin qui Bruat. La Presse di Vienna poi reca altre circostanze sull'ingresso dei bastimenti alleati nel canale di Kertch. Essa scrive:
«Se ben si ricorda, i russi avevano impediti tutti i passi navigabili con lo affondarvi da 30 a 49 navigli! l'ammiraglio Bruat, che diede ben altre prove di ardimento, eseguita, col favore delle tenebre fitte più dense della nebbia, una esatta ricognizione di altri angustissimi passi ritenuti impraticabili, s'avventuro in essi, e, spinte le sue navi a orza di vapore e di vele ad un tratto, rese vani tutti gli ostacoli e i provvedimenti. di difesa per modo che ai russi non restò altra scelta che o di seguire l'antico loro sistema di distruggere ogni cosa, o di abbandonare in poter dell'inimico ingenti provvigioni alimentarie e guerresche.»
(Disp. tel.) Aranychi fu preso dagli alleati. I russi prima dello sgombro, distrussero le provvisioni che doveano servire all'armata russa per un mese.
(Disp. tel.) Si annunzia che le spedizioni delle flotte alleate sopra Tangarog, Mariempol e Gersk (nel Mare di Azoff) riuscirono perfettamente. Soltanto Tangarog oppose, resistenza; gli alleati vi ebbero un uomo ferito. Si calcola che le forze occidentali in Crimea di presente ascendono a 225 mila uomini. Si temé assai che la spedizione delle truppe alleate nell'interno del la, Crimea avesse potuto avere un funesto risultato, perocchè esse non poterono portar seco altra razione fuor che quella indispensabile per otto giorni. Credevasi pure che le condizioni atmosferiche avessero potuto corrompere queste provvigioni. Ma il fatto acchetó tali paure. Le truppe passarono ad aria migliore e molte provvigioni del nimico caddero il loro potere. Mediante la occupazione del Mare di Azoff da parto degli alleati, l'esercito russo dell'Asia e del Caucaso non può più ricevere rinforzi né viveri da quel mare. Tutti i cannoni di Pawłokaia, della batteria del capo Bournou e delle batterie di Kertsch e Jenikalé sono in potere degli alleati.
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Aimable-Jean Jacques Pelissier nacque il giorno 6 novembre 1794 a Maromme, nel circondario di Rouen dipartimento della Senna inferiore; per cui ora conta l'età di 61 anni. Frequentò il liceo di Brusselles e poi entrò quale allievo nella scuola di artiglieria di La Fleche, ciò che avvenne il 12 giugno 1814. Perciò conta 41 anni di servizio. Al 25 agosto passò nella scuola militare di Saint-Cyr e il 18 marzo 1815 fu nominato secondo tenente dell'artiglieria reale. Al 10 aprile 1815 fu traslocato nel 57 reggimento di linea, uno dei due reggimenti concentrati al Reno, e il 26 agosto (dopo i cento giorni) fu messo in disponibilità. Il 25 ottobre dello stesso anno fu ammesso, dopo subito l'esame, vello stato maggiore. Il primo maggio 1819 fu nominato ad aiutante maggiore degli esseri di Meurthe e nel 1820 fu avanzato al grado di primo tenente. Dopo due anni, nel 1823, fu incorporalo nello stato maggiore dell'armata dei Pirenei; il 22 settembre di quello stesso anno ricevette la croce della legion d'onore e il 30 dicembre l'ordine di S. Ferdinando di Spagna. Poi servi di nuovo nell'infanteria e nell'anno 1828 ritorno quale capitano nello stato maggiore. Negli anni 1828 e 1829 fece, quale aiutante del generale Durrieu, le campagno della Grecia, per cui fu ricompensalo cogli ordini di S. Luigi e dei Salvatore. Nell'anno 1830 prese parle alla spedizione di Algeri e nello stesso anno fu promosso a maggiore dello stato maggiore e ad uficiale della legion d'onore. Quindi servi in Francia nello stato maggiore sino al 1839, in cu: quale capo di stato maggiore del generale Schraim ritornò in Algeria dove rimase 11 anni. Nel 1848 abbandonò questo corpo a ricevette il comando della divisione d'Orano col titolo di generale. Nel 1850 divenne generale di divisione. Pelissier fu per tre volte governatore provvisorio di Algieri e il giorno 10 gennaio 1855 lu nominalo a co mandante del primo corpo dell'armata di Oriente. Nella campagna d'Africa riportò due ferite e il suo più splendido fatto d'armi in quelle regioni fu la presa d'assalto di Lighual. Pelissier fu nominato, sino dal 24 dicembre dello scorso anno, a grancroce della legion d'onore ed è un militare assai esperto, di carattere risoluto e molto propenso ad imprese precipitose.
Alcuni giornali stranieri hanno parlato e parlano tuttavia, specialmente Sacy nel Journal des Débats, che lo Stato Pontificio è in piena rivoluzione! E come ciò? Lo argomentano da una tumultuaria dimostrazione fatta a Rocca di Papa, Comune soggetta al Governo di Frascati. A rimuovere pertanto ogni sinistra impressione e ne possano aver fatto le ampollose anzi chimeriche oltramontane dicerie sur una cosa, che ad una buona metà dei romani né anche venne a cognizione (tanto ella si ritenne insignificante!) riproduciamo la narrazione istorica, che troviamo nella Civiltà Cattolica di questo giorno: «Sono antiche le controversie che i villici di Rocca di Papa hanno sopra i terreni del principe D. Andrea Colonna, già feudatario di quel Castello è proprietario di quel vasto e montuoso territorio. Malgrado dei molti giudizii dati sopra le varie contese, spesso alcuni individui si permettevano di esercitare nelle proprietà dell'ex-feudatario diritti non riconosciuti dalle leggi e dalle sentenze emanate. Anche in questo anno, conoscendosi che alcuni di quei terrazzani erano nella determinazione di seminare granturco in quei terreni che il principe Colonna erede di suo diritto, a prevenire le conseguenze, si era messa in opera dalle corrispondenti Autorità esatta vigilanza, la quale produsse la sorpresa in flagranti di alcuni individui che isolatamente si erano accinti a seminare in varii dei campi riservati dal proprietario; furono quindi arrestati e tradotti innanzi al Governatore di Frascati. Ciò avvenne il 21 aprile. Nel giorno 30 dello stesso mese si trovò affisso di buon mattino presso una bottega di Rocca di Papa un informe scritto comminatorio contro la pubblica forza; il quale era intestato «Repubblica di Rocca di Papa», Questo scritto, che si stima originato dal dispiacere provato dagli aderenti è affini degli arrestati, è l'unica fatto avvenuto in quella terra il quale abbia potuto dare motivo alle favole che si sono iette nei giornali intorno al moto repubblicano di Rocca di Papa. I gendarmi vi accorsero in picciolissimo numero, e solo per arrestare quelli sopra i quali cadevano indizii di aver avuto parte nel fatto. Sopra il quale è incominciata la procedura criminale nel governo di Frascati.»
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Il gabinetto cesareo diede il 7 di questo mese al governi alemanni la uffiziale comunicazione della chiusura delle diplomatiche conferenze e viennesi, che lasciarono lo stato delle cose in una comunicazione evidentemente maggiore e più pericolosa di quella che avevasi innanzi che (come è noto) le conferenze medesimo si aprissero. A questa comunicazione dovrà naturalmente succedere uno scambio di dispacci; e nell’idea di taluni si affaccia la speranza che la Prussia coglierà la presente occasione onde avvicinarsi alla politica dell’Austria. La quale sembra decisa a fare una riduzione dei suoi eserciti, i guisa però, da poter in ogni caso efficacemente prendere parte attiva secondo le probabili eventualità della guerra. E siffatta riduzione, qualunque ella siasi, vuolsi interpretare nel senso che l’Austria abbia precedentemente ricevuto sicure guarentie della solidarietà germanica nei pericoli che in progresso di tempo si potessero sviluppare,
Sia la Russia, come la Francia e l’Inghilterra si adoperarono per avere ciascuna dalla sua parte l’Alemagna, ma questa, in virtù delle perplessità prussiano e delle mediazioni austriache conchiuse di conservarsi in altitudine neutrale, almeno fino a tanto che più stringenti complicazioni non la persuadano ad adottare un differente sistema. Tornate pertanto infruttuose le sollecitazioni settentrionali ed occidentali per l’attivo concorso tedesco, le parti belligeranti ora si paiono contente della neutralità dell’Europa di mezzo. La Russia dice che basta da sé sola a sostenere la lotta; la Francia parla lo stesso linguaggio, e vi aggiunge che la intervenzione dell'Europa di mezzo sarebbe anzi pericolosa che no’, perché, dando luogo a una conflagrazione generale, ne potrebbero derivare turbamenti rivoluzionari, dai quali rifugge la politica napoleonica. Soltanto nel Parlamento inglese vagheggiasi di tanto in tanto il terribile aiuto che si aborre dall'imperiale alleato della regina Vittoria. E fra gli altri l'audacissimo Boebunt ultimamente dichiarava alla Camera dei Comuni a Londra che la guerra delle nazionalità non solamente è inevitabile, ma eziandio è opportuna! Sarebbe però a vedersi se le nazionalità invocale a mercé nelle attuali congiunture dell'Inghilterra aderirebbero ai voti di Rochuck e fossero disposte a fare l’esperimento di qualche nuovo disinganno.
Ma, rimanendo neutralizzata la Germania, tanto la Russia quanto la Francia e l’Inghilterra cercano alleanze in altre parti.
Mentre la Russia invia il principe Sankusko a Copenaga, d’onde, a quanto vuolsi, recherassi a Stocolma per confortare il re di Danimarca e quelle di Svezia a favorire la causa dello czar nella presente quistione, che agita l’Europa, si confermano pure alcune recenti pratiche dei gabinetti occidentali presso quelle di Stocolma e Copenaga perché si decidano a rinunciare al sistema di neutralità finora da essi adottato e a dichiararsi apertamente contro la Russia. Si pretende che Svezia e Danimarca sieno vincolate fra loro da una particolare convenzione che le obbliga a serbare una condotta uniforme, pur tuttavia si afferma che re Oscar abbia risposto di non potere accedere alla alleanza offerta dagli occidentali, senza averne future guarentigie di perfetta sicurezza, che legassero le Potenze marittime a proteggere e difendere almeno per dieci anni la Svezia, mantenendo intorno alle sue spiagge forze sufficienti da respingere ogni vindice conato della Russia. Quanto poi alla Danimarca ancora non si sa nulla; ma credesi che la sua risposta o sia stata, o sarà evasiva in modo da non dare lusinghiere speranze di cooperazione.
La Russia poi riporta vittoria nella corte di Teheran, ch'è l’antico campo delle battaglie diplomatiche fra lei e l'Inghilterra. Una magnifica ambasceria mosse di recente da Pietroburgo alla volta di Persia per annunziare allo sciach la elevazione al trono dello czar Alessandro; credesi però con gran fondamento che l'inviato moscovite sia incaricato non solo di quella cerimoniale missione, ma ben anche di conchiudere l’alleanza offensiva e difensiva tra la Russia e la Persia nella guerra orientale. E forse perché lo sciach si è manifestato inchinevole alle domande pietroburghesi, già una flotta britannica si è avanzata nel Golfo Persico non senza ostili dimostrazioni.
Sebbene siasi per lungo tempo dissimulata dai giornali dell’Occidente la inazione di Sciamil, che noi con asseveranza dicevamo conseguenza di trattative di accomodamento fra la Russia e quel capitano circasso, ora si parla dei continui abboccamenti d'inviati russi con Sciamil deducendone che a Pietroburgo non si sanno celare gli immensi pericoli, che ne deriverebbero ai dominii asiatici dello czar, ove il famoso circasso, brandendo di nuovo il suo yagatan, chiamasse alle armi le bellicose caucasiane popolazioni e le rimenasse a conflitto contro le schiere cosacche. Ma parlasi oggi di ciò, e quasi alla sfuggita, perché sperasi che il rimbombo dei cannoni alleati nel Mare di Azoff produca qualche impressione suite vicine tribù circasso e scuota dall’inglorioso letargo Sciamil e i suoi prodi guerrieri. E ben già si favella che i montanari del Caucaso, fatti arditi dalle recenti anglo-galliche occupazioni di Kertsch e Jenikalè, abbiano aggredito i russi a Sujukkali, d’onde li discacciarono, togliendo loro 60 cannoni e sei mortai. La riconquista della cooperazione circassa suicide per gli alleati forse di maggiore importanza che la cooperazione persiana per la Russia. Ma la prima tuttavia problematica; la seconda è di più esplicito carattere.
Menasi gran romore dell’andata a Pietroburgo del principe di Serra Capriola, cui si attribuisce una segreta missione datagli dai sire partenopeo presso lo czar; e si arguisce che la Russia stringendo alleanza col Regno delle due Sicilie vuote, in certo modo, controbilanciare l’alleanza del Piemonte con la Francia e l'Inghilterra. Ma, da quanto apparisce, l’alleanza napolitana con la Russia dovrebb’essere come l’alleanza del Belgio con le Potenze occidentali.
In questi ultimi giorni si è taciute dei contingenti portoghesi e spagnuoli che si dovevano spedire in Crimea. Quanto al Portogallo, non sappiamo quel che farà. Quanto alla Spagna, ora impegnata nelle riproducentisi lotte intestine, crediamo che non potrà più aderire, almeno per ora, alle inchieste dei gabinetti di Parigi e di Londra.
Ora visitiamo un tratto i valorosi che veramente sono e vanno al campo delle battaglie pronti a dar morte e disposti (sebbene opinisi che malincuore i più) a morire.
Nel Baltico le flotte occidentali, continuando le loro esplorazioni, già poterono far fuoco sur alcuni navicelli russi mercantili. Ma sembra che in futuro il commercio moscovita non riceverà più consimili danni, mercecché i suoi bastimenti non prenderanno più il largo, cosi avendo statuito un imperiale decreto. L’ammiraglio inglese si è avvicinato anche a Cronstadt; ma né quivi, né in altri porti attentasi a forzare il passo. Quelle acque insidiose presentano in quest'anno pericoli e inciampi assai maggiori di quelli che l'anno scorso Napier indarno provossi a superare. Forse è divisato uno sbarco di truppe francesi per agevolare con le terrestri le operazioni marittime; le coste però nei punti accessibili sono guardate da incrociantisi batterie, e, a quanto pare, si adottarono tali precauzioni che non permetteranno la ripetizione della presa di Kertsch e Jenikalè.
Nel Mar Nero nulla di nuovo, tranne il pressocché quotidiano passaggio di rinforzi traenti dai Bosforo a Balaclava. Si parla di un prossimo bombardamento di Odessa; altro però é parlarne, altro é recarlo a un fatto.
Nel conquistato Mare di Azoff il naviglio alleato già si spinse fin presso le foci del Don; trovò i porti e le città della spiaggia senza truppe sufficienti a respingere gli attacchi nimici e a r. parare gl'incendi.
Nella Crimea Pelissier s’impossessò di altre posizioni che faciliteranno la presa di Malakoff; un dispaccio telegrafico la supporre essere avvenuto tra il 6 e il 7 un gran combattimento sulla Cernaia, imperocché si annunzia che i francesi tolsero 73 cannoni ai russi.
In Asia il terribile Murawieff, che mise tanta paura d’imminente assalto fra le raggranellate truppe ottomane, si avanzò e retrocesse. Cosi Williams ha sempre più agio di fortificare le sue posizioni, di aumentare ed instruire le anatoliche soldatesche.
Ora ad altro. L’Austria sminuisce un cotal po’ le sue truppe; la Prussia riempie i quadri dei suoi nove corpi d'armata; la Francia aumenta i suoi eserciti, e li colloca in modo che fanno congetturare ombrose diffidenze dalla parte del Reno.
La Spagna è travagliata, come abbiam detto, dalle civili discordie. Il governo annunzia ogni giorno che il movimento carlista é represso qua e là, dappertutto; che le provincie sono tranquille; e in pari tempo ordina alle sue truppe di accorrere a marcie forzate su questo e su quel punto; mette in istato di assedio ora una ora altra parte del commosso reame; la dittatura ministeriale preparasi a pubblicare una legge, secondo la quale il servizio della guardia nazi male d’ora innanzi sarà volontario, non più obbligatorio, e non p
otranno essere ammessi che cittadini aventi certe condizioni, cioè animo determinato alla difesa delle instituzioni costituzionali.
In Affrica la morte improvvisa dei bey di Tunisi, mentre il costui fratello e un suo cugino trovavansi a Parigi in missione presso l’imperatore de' francesi, diè luogo a temere un qualche turbamento nel paese; ma un altro cugino dei defunto bey con ben ordinato apparecchio militare mantenne tranquilla la popolazione e pacificamente assiso in trono assunse le redini della Reggenza.
Nella Cina gl'imperiali riportano non lievi vantaggi; i ribelli scemati assai dalle patite sconfitte ora sono in qualche punto di quel vastissimo Impero, malsicuri sempre e sempre in espettazione di essere discacciati dalle preponderanti forze del governo.
In America le solite brighe degli Stati Unili per venire a capo del possesso di Cuba.
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Granier di Cassagnae prosegue a trattare nel Constitutionnel, secondo vedute che paiono napoleoniche, le grandi quistioni pendenti in Europa. E all’articolo, di cui già favellammo, sulla pace ottenuta per mezzo altrui (cioè con la intervenzione dell'Austria e della Germania) e la pace ottenuta per mezzo proprio (cioè col solo mezzo delle Potenze occidentali) la seguire un articolo intitolato: La guerra in Crimea e la guerra in Germania. Nel primo articolo Cassagnac avventava qualche minaccia più o manco esplicita contro l'Alemagna perché ritrosa a mettersi dalla parte degli avversarii della Russia. nel secondo a do per a un più rimesso linguaggio e dice che l’Austria (perciò anche la Germania) ha le sue buone ragioni a rimanersene neutrale; ché, ove l’Austria uscisse in campo contro la Russia, ne conseguiterebbe una guerra europea, «la quale è ne’ voti soltanto de' rivoluzionarii d’ogni paese, degli esuli e degli uomini dediti ai sistemi d’una politica fantastica, e sognatori d'un riordinamento della mappa d’Europa e dei ristabilimento di certe nazionalità. Indi non più guerra in Germania, non in altro lato di Europa, ma soltanto in Crimea! E questo beneficio debbesi all’Austria, che non impugna le armi nella guerra attuale. Se però in seguito dovesse impugnarle è per l’una è per l'altra parte come allora andrebbero le cose, secondo il parere di Cassagnac?
A'Ali pascià a mezzogiorno dei 7 fu ricevuto in udienza speciale dall’imperatore, e ai 9 parti di Vienna per Costantinopoli.
Si annunzia che i plenipotenziari militari Letang e Drawford, che doveano accompagnare il baron Hess al costui quartier generale, partiranno in breve da Vienna, e torneranno il primo in Francia il secondo in Inghilterra.
L’Austria non sembra guari disposta a permettere che la Prussia fondi un porto di guerra a Jahdenburen, anzi dicesi che su questo argomento voglia provocare una dichiarazione della Dieta Germanica.
Ieri si adunarono gli Stati generali dell'Annover, che furono aggiornati il 13 luglio 1854, poiché in base dell'art. colo 39 della legge 5 settembre 1848 furono effettuate le elezioni per la prima Camera.
Il ministro delle pubbliche costruzioni in Francia sta esaminando il progetto di una strada di ferro sotterranea, che passando per tutte le vie principali di Parigi le porrebbe in comunicazione con le stazioni delle strade ferrate.
Ai 3 di giugno il principe Ismail figlio d’Ismail pascià e il principe Soutzo gran boiaro della Valacchia furono ricevuti in udienza speciale dall’imperator Napoleone.
Sbarcato a Marsiglia, dove fu recato da una fregata egiziana, arrivò a Parigi un ippopotamo femina offerto in dono all’imperatore dei francesi da Halim pascià fratello dei viceré d’Egitto.
A Calais si fanno esperimenti di artiglieria con pezzi di cannoni secondo un nuovo sistema.
Ai 9 la regina Vittoria passò a rassegna i 4 reggimenti del campo di Alderscot.
Nella Grecia nuove complicazioni in causa dei numerosi ladroni che si agitano lungo i confini dei regno, e pongono in forse non pur la sicurezza degli abitanti pacifici della Grecia, ma eziandio delle regioni circonvicine. Si crede che un altro intervento anglo-francese sarà necessario per mettere un termine a tanti disordini, ma in tal caso la condizione politica dei paese potrebbe essere esposta a profondi cambiamenti.
La Commissione del governo polacco per gli affari interni ha esteso il divieto di esportazione dalla Polonia anche alla fava e al grano turco.
Daehn governatore generale di Cronstadt annunziò che la sera dei 21 maggio una flotta inglese di 13 navi a elica, una corvetta, 2 vapori e 7 cannoniere gittò! l’ancora presso Dolgoi-Noss nelle vicinanze di Krasnaia-Gorka. E un successivo dispaccio del generale aiutante Ignaliero da Krasnaia-Gorka avverti che la medesima flotta, avendo ricevuto on rinforzo di 2 vapori, passò ad ancorarsi presso Schilpelwska-Gora.
Parlasi a Berlino che le Potenze occidentali abbiano deciso di fare sbarcare un 60 mila uomini sur un punto (che ancora non si determina quale sia è esser possa) della costa dei Baltico, per dare con quelle forze appoggio alle operazioni della flotta.
Il timore che la penisola scandinava possa venire sedotta a prestare aiuto militare agli occidentali spinge la Russia a concentrare in Finlandia un esercito formidabile.
A Riga, Dunamunde e nei contorni stanno concentrati 90 mila uomini sotto il comandante generale Teschworoff. Si lavora senza posa agli avvallamenti e alle fortificazioni di Dunamunde; e vi sono ogni giorno occupati 1500 contadini mantenuti a spese de! possidenti. Nel governo di Riga e negli altri governi occidentali furono comperate molte migliaia di cavalli per la cavalleria e per l’artiglieria; e si pagarono a ben cari prezzi in imperiali e rubli di argento.
Avendo lo czar Alessandro II chiamato sotto le armi i cosacchi di Pultavn e Tschernigow, in pari tempo pubblicò uno statuto organizzatore per questo genere di milizia a cavallo. Lo statuto, basato sul manifesto del 10 febbraio relativo alla milizia dell’impero, ordina provvisoriamente l'organizzazione immediata di G reggimenti di cavalleria, di cui 4 nel governamento di Pultava e due nel governamento di Tschernigow.
l'effettivo d’ogni reggimento è fissato a 1083 uomini compresi 27 ufficiali e 56 sottufficiali, a 1029 cavalli e 42 carri di vettovaglie. Immediatamente dopo la pubblicazione dell’ukase in quei governamenti si radunerà un comitato e l’assemblea dei nobili la quale proporrà il vestimento e il genere d’armi della nuova milizia e procederà alla coscrizione in ragione di 12 sopra 1000 anime. Le spese verranno coperte parte dai possidenti, parte dalla cassa dello Stato. Le assemblee dei nobili propongono i comandanti dei reggimenti e ne nominano gli ufficiali. Ogni reggimento consiste di 6 sotnie (a 100 uomini) e d’una sotnia di riserva, e viene approvvigionato per sei mesi. Durante il servizio, i cosacchi sono immuni da qualunque gravezza.
Si ha da Berlino che il governo prussiano emise protesta contro lo stato di assedio dei principali danubiani proclamato dal comandante austriaco Coronini, in quanto concerne i sudditi prussiani che si trovano nei Principali medesimi.
Secondo un dispaccio di Gortschakoff «Ai 30 di maggio un vapore nimico si avvicinò ad uno dei porti che sono in vicinanza di Arabat, e diresse il suo fuoco contro le provvigioni accumulate nel porto medesimo; in quella occasione rimasero preda delle Gamme un naviglio mercantile e alcune barche. Nello stesso giorno la squadra nimica che trovavasi avanti Genitschi levò le ancore; il principe Lubanoff aiutante dell'imperatore concentrò truppe nella città onde porre un argine all'incendio, sperando di poter salvare almeno una parte delle provvigioni dei cereali. Questo dispaccio conferma sostanzialmente quelli che già si ebbero in proposito da parte degli alleati e che pubblicammo nei precedenti Numeri.
Notizie del 6 dalla Crimea portano che Gortschakoff non solo mise Simferopoli in istato di formidabile difesa, ma concentrovvi pure tutte le truppe disponibili. Si calcola che le truppe russe collocate fra Simferopoli e Sebastopoli ammontino a 130 mila uomini. La guernigione di Sebastopoli fu cambiala, non aumentala. Gli stretti d’Inkermann e la linea della Cernaia ricevettero copiosi rinforzi.
Anche il Giornale di Pietroburgo ammette che ai 26 maggio considerevoli forze alleate si stabilirono sulle alture della sinistra sponda della Cernaia e vi costruivano un campo. Non dice che Liprandi abbia fatto alcuna mossa per impedire le fortificazioni del nimico in quella interessante posizione.
Secondo un rapporto di Gortschakoff le perdite russe nei fatti d’arme avvenuti la notte del 23 al 24; maggio sono, fra i morti il generale maggiore Adlerlberg, il colonnello Zatsepine e i maggiori Ourbanovich e Vaizine, non che 15 uffiziali subalterni e 746 i soldati; fra i feriti i maggiori Kolikosky, Abaza, Kolliarewsky e il colonnello Kraiesky, 42 uffiziali subalterni e 1377 soldati; fra i contusi un uffiziale superiore, 8 uffiziali subalterni e 315 soldati.
I volontarii russi in Crimea, movendo contro il nimico, indossano la camicia che li dee avvolgere cadaveri! Il loro pensiero alla guerra è di una serierà terribile.
I Mamelon veri e il forte del Carenaggio occupati dai francesi la sera del 7 sembra che sieno i medesimi ridotti, contro i quali mossero indarno gli zuavi, or sono alcune settimane, per ordine di Canrobert. I ridotti di recente persi impedivano la continuazione dei lavori di approccio contro la torre di Malakoff, laonde oggi ai francesi verrà fatto di procedere più agevolmente verso quella torre fatale, che agli alleati offrirà, tolta che siansi ai russi, una posizione, da cui potranno battere il porto di Sebastopoli e incendiare il rimanente della flotta nimica. Quindi corse subitamente la voce a Parigi che alla presa del Mamelon veri e del del forte del Carenaggio conseguitò la presa della torre di Malakoff nel sobborgo meridionale di Sebastopoli; ma questa voce fino al 13 giugno non venne confermata da veruna positiva notizia.
(Disp. tel.) Avendo i russi abbandonato la batteria denominata del due maggio, lasciarono libera interamente ai francesi la riva destra del Carenaggio. I bastimenti russi ripararono nella baia. Ciò non ostante non erano si lontani da non temere i colpi delle grosse artiglierie degli alleati.
(Disp. tel.) La battaglia del 7 fu vantaggiosa ai francesi più di quello che venne supposto. Caddero in loro potere 502 prigionieri, 20 ufficiali e 73 cannoni.
(Disp. tel.) I francesi cominciarono a tirare co' mortai sui bastimenti russi rifuggiti nella baia.
(Disp. tel.) Il generale in capo Alfonso Lamarmoгa annunzia esser morto il generale Alessandro Lamarmoгa comandante della seconda divisione piemontese, pochi giorni dopo il suo sbarco.
(Disp. tel.) La divisione di Canrobert fiancheggiata da 6009 tra inglesi e piemontesi si stabilisce sulla Cernaia, e vi erigé un ponte di pietra.
(Disp. tel.) Scrive Pelissier in data del 9 dalla Crimea, (egli è d'uopo interpretare dalla Cernaia, dove, secondo altre notizie, il general francese trovavasi) che «la posizione (delle truppe) era tuttavia la medesima, e che la dimostrazione l'atta dal nimico contro l'opera nimica (forse significherà la dimostrazione fatta dai russi onde riconquistare l'opera che loro fu lotta dai francesi) non ebbe alcun successo.»
(Disp. tel.) Un gran deposito di viveri e munizioni assicura le sussistenze a tutta l’armata, durante le gradi operazioni che si preparano da Pelissier.
(Disp. tel) I russi abbandonarono la fortezza di Anapa; la occuparono i circassi.
(Disp. tel.) La legione anglo-turca, che si organizza a Bajukderè, andrà in rinforzo all’esercito dell’Asia.
(Disp tel.) Il viceré d'Egitto chiama 5 mila soldati dal Soudan.
Le più recenti notizie del Messico rappresentano con vetri colori la situazione politica di quella Repubblica. Pareva imminente Io scoppio di una generale sollevazione.
Alla presa di Kertsch ed alla entrata nel Mare di Azoff, che nella presente guerra son fatti d'importanza veramente sostanziale, un dispaccio telegrafico annunzia esser conseguitata la occupazione della interessantissima asiatica fortezze di Anàpa. Ma, ove il dispaccio sia tale che non riceva una successiva smentita, che avrassi. a pensare della caduta di questa fortezza? I russi, che sempre vittoriosamente la difesero contro i replicati sforzi degli occidentali, la sgombrarono volontariamente o perché inefficace divenne la loro resistenza al naviglio alleato che minacciavala dalla parte del mare e alle torme circasse che la stringevano dalla parte di terra? Si hanno positive notizie che Anàpa avrebbe potuto sostenere un ben lungo assedio, non mena per le fortificazioni ond'era munita che per le accumulatevi provvigioni d’ogni maniera. Indi ci è d’uopo conchiudere che volontario siane stato l’abbandono. I russi ritiraronsi d’Anàpa per motivi meramente strategici. Ed invero, una volta che Murawieff non può più avere sollecitamente gli occorrenti rinforzi dai canale di Kertsch che ora è in mano degli alleati, non vuole una grande intelligenza per capire che quel generale moscovite abbia subitamente deliberato di riunire le segregate sue forze e con poderoso esercito è aprirsi il passaggio e le comunicazioni in altro lato, è affrontare vantaggiosamente in battaglia campale il nimico. Una vittoria può fargli riconquistare le perdute posizioni; quando che le parziali sconfitte dei suoi corpi distaccati avrebbero avuto per conseguenza e la perdita delle posizioni e la dissoluzione del suo' esercito. Ciò premesso, non si faranno lungamente attendere i dispacci che parleranno delle nuove operazioni di Murawieff. II quale ha molte probabilità di buona riuscita, se non avrà da combattere che con le truppe ottomane di Williams che forse troverà di fronte, e con le ragunaticce soldatesche circasse che forse lo inseguiranno alle spalle. La vittoria per Murawieff sarebbe da disputarsi assai, nei caso che Sciamil prendesse parte attiva nella tenzone contro i russi, e gli alleati riversassero in Asia imponenti rinforzi a Williams, che instantemente li richiede. Quanto a Sciamil, non è ben chiara finora la altitudine che assumerà nella presente congiuntura quanto ai rinforzi da spedirsi dagli alleati non sappiamo se Pélissier sia in grado d'inviarli. Parlasi però d’una legione anglo-turca organizzantesi a Bujukdarè per andare in rinforzo all’esercito ottomano dell’Asia. Questa legione d'altronde (supposto che sia sufficiente al bisogno)'farà in tempo ad arginare le irruzioni di Murawieff che per la circostanza debbono essere precipitose e decisive? Messe pertanto in bilancia le condizioni delle parti belligeranti in Asia, ne risulta che i russi non vi si trovano in quei grandi pericoli, che qualche enfatico articolista già viene preconizzando.
I. La Indépendance belge opina che i futuri destini di Europa (ove la sorte delle armi sia favorevole anzi alla Francia che alla Russia) saranno definitivamente regolati con un congresso da tenersi a Parigi per dare un contrappeso al congresso storico di Vienna del 1815. E poi dicasi che gli scherzi epigrammatici non possano abbellire l’austera serietà de' politici argomenti.
II. Ci la sapere la Gazzetta della città e dei sobborghi di Vienna che la risposta data dall’imperatore Napoleone al principe Czartorisky, dalla quale voleasi arguire che si ricorrerà, come ad estremo espediente, ad una guerra di nazionalità, indusse lo czar a spingere il reclutamento in Polonia, con un rigore finora insolito, sicché né il favore, né la corruzione ora possono colà salvare un giovane, di qualsiasi ordine, alto a por, tare le armi. Di maniera che, quando l’attuale coscrizione sarà compiuta, in Polonia non si troveranno che donne e patrizii d'oltre i dieci lustri e gioventù imberbe al di sotto dei diciassette anni; mentre il fiore della nazione troverassi accampato nell'interno della Russia a molte leghe dalla patria. Dà un anno in qua più di 60 mila polacchi furono strappati dal seno delle loro famiglie e non faranno ritorno ai domestici lari finché durano i timori della guerra. Si dice che il gabinetto di Parigi mandò al gabinetto di Vienna tranquillizzanti spiegazioni sugl’indirizzi polacchi inseriti nel Moniteur, ma quale spiegazione più tranquillizzante di quella che reca essere eliminati i mezzi che potrebbero attuare la temuta riscossa della Polonia?
III. La Militarische Zeitung trova tanto inesplicabile la entrata delle flotte alleate nel Mare. di Azoff che per darle Una qualche spiegazione ricorre a farne la conseguenza di uno stratagemma russo per isparpagliare le forze occidentali? Ma le ingenti provvisioni alimentarie e guerresche è incendiate dai russi è prese dagli alleati, e le comunicazioni dal Mare di Azoff con l’esercito moscovita della Crimea ora del tutto chiuse, erano pure comprese nello stratagemma?
IV. Il Corriere Italiano credo che «la presa del Mamelon e dei due ridotti che dominano la baia di Sebastopoli è una di quelle imprese degli alleati che sono importantissime tanto pe loro immediati effetti quanto per le loro future conseguenze. Il Mamelon è una delle posizioni le più pericolose per la fortezza perché, stando a cavalcioni d’una delle tante alture che circondino Sebastopoli, domine i punti principali di quella piazza. Colla caduta del Mamelon e de due ridotti della baia, dovrà cadere di necessità la forza marittima russa nel Mar Nero. Da que’ punti gli alleati sono in caso di distruggere fin dalle loro fondamenta gli stabilimenti che alla Russia costarono tanto danaro e tante fatiche. Un altro risultato vantaggiosissimo per gli alleati si è che, in possesso di queste opere, possono, con probabilità di successo, dare l’assalto alla torre di Malakoff e procederà lungo la Cernaia, tagliando cosi ogni comunicazione della fortezza col corpo principale russo accampato tra Baktischisserai e Sinferopoli. A Gortschakoff non resta quindi ora altro partito che è di lasciar circuire completamente Sebastopoli e sottoscriverne la resa, è use ire dalle sue posizioni trincierate ed offrire agli alleati una battaglia campale. Nel primo caso la guerra della Tauride finirebbe e gli alleati potrebbero trasportarla è in Bessarabia è in qualche altro punto della Russia; nel secondo, Gortschakoff sarebbe certamente battuti, perché tutti i fatti d’arme finora avvenuti nella Tauride mostrarono la immensa superiorità che hanno in giornate campali gli alleati su i russi. Questo è il piano strategico del Corriere, ora non rimane che a vedersi come sarà messo in esecuzione.
V. l'Armonia scrive che i tre punti, dove ultimamente si segnalarono gli alleati, sono il Mamelon, i ridotti del Carenaggio e la Cava delle pietre. Il Mamelon è un’altura fortificata che domina la torre di Malakoff; i ridotti del Carenaggio stanno più a destra e minacciano il fondo del porto di Sebastopoli; la Cava delle pietre finalmente è più a sinistra, fra la torre di Malakoff e il Redan. Probabilmente un qualche pietoso articolista vorrà dare a Gortschakoff alcun suggerimento che lo liberi da tanto critica situazione.
VI. Parlasi che il governo russo, onde. vettovagliar l’esercito della Crimea, abbia ordinato di instruire sollecitamente una strada ferrata che, partendo dalla Russia meridionale, attraversi l’istmo. di Perekop, per indi raggiungere Sinferopoli, Bakci-Serai e Sebastopoli. Ma il Pays «spera che tale strada ferrata, se pur verrà eseguita, non avrà pei russi altro vantaggio, tranne quello di somministrar loro il mezzo di sgombrare più facilmente dalla Crimea. È anche questo uno spiritoso epigramma.
VII. Anche la Gazzetta uffiziale di Milano vede che le cose della Crimea prendono un aspetto sempre più favorevole agli alleati. Leggiamo in essa:
«Intanto che si aspettano risultati decisivi, non si può negare che la campagna della Crimea già non abbia prodotto un indebolimento della potenza russa. Il Mar Nero e il Mare di Azoff perduti: la flotta pressoché interamente distrutta e del pari distrutto il materiale da guerra: i suoi marinai uccisi nelle fortificazioni della piazza: approvvigionamenti, che avrebbero servito alla difesa di tutto un Impero, oggidì consumati: somme favolose già spese: tre battaglie perdute: il commercio marittimo della Russia già annientato. Ad Anàpa, il solo forte che i russi conservavano sulla costa asiatica del Mar Nero, si preparava una valida difesa, perocché la caduta di quella piazza avrebbe distrutta ogni azione dei russi sulle popolazioni della Circassia. E un dispaccio affermò che Anàpa il 5 giugno cadde in potere dei circassi! Or innanzi a tanto rovinio come si spiega che la Russia ancora non dispongasi a cedere? Come si spiega che invece si avanza vieppiù baldanzosa e fidente sul campo delle battaglie? Ë egli possibile che Nesselrode non vegga i tanti mortali pericoli, che parecchi giornali veggono sul capo della Russia?
VIII. Secondo l'Oesterreichische Zeitung la fortuna di Pelissier sembra pareggiar il costui ardire; la presa del Poggio verde dovrebb'essere il precursore della caduta di Milakoff. Se gli alleati s impadroniscono di quella torre, e, con essa, del sobborgo dei barcaiuoli, i russi non sono in grado di salvare più a lungo gli avanzi della loro flotta nel porto di Sebastopoli
E possibile che, dopo ciò, la Russia divenga caparbia più che mai, e persista a non ammettere il terzo punto quale fu interpretalo dalle Potenze alleate. Ma la perseveranza dei gabinetti di Lontra e di Parigi prevarrà finalmente sulla tenacità del gabinetto di Pietroburgo, che impotente a resistere alle forze marittime dell’Inghilterra e della Francia vedrà non rimanergli altro scampo che di rassegnarsi ed accettare le proposte condizioni di pace. Dunque l'aggiustamento è ormai ben avviato con la presa del Mamelon; sarà compiuto e ratificato con la presa di Malakoff.
IX. Il Diritto giudica che tutto il vantaggio riportato dagli alleati negli ultimi sanguinosissimi combattimenti consiste nell’aver tolto al nemico quelle posizioni, d’ond’egli poteva impedire i lavori d'assedio. Ma un primo risultato veramente importante avrebbesi il giorno che gli alleati s'impadronissero della Torre di Malakoff, a cui non potrebbe, poco dipoi, non tener dietro la caduta del bastione del Dente. Ed ecco che dopo la presa di Malakoff rimarrebbe a prendersi tuttavia qualche altra cosa! R poi? Continua a favellare il Diritto: Non per questo le comunicazioni fra il settentrione e il mezzodì della piazza sarebbero ancora interrotte, perocché il transita potrebbe effettuarsi fra la batteria della Severnaia a settentrione e il forte di San Niccola e la baia dell'Arsenale a mezzodì, e forse la stessa squadra russa potrebbe ancorarsi in qualcuno dei seni che riscontransi nella parte settentrionale della gran baia. Sarà mestieri pertanto che gli alleati si alloggino sulla cinta principale, perché ogni comunicazione sia dal fuoco interrotta. Insomma più si va innanzi e maggiori difficoltà si vanno a mano a mano scoprendo.
X. Il corrispondente parigino d’un giornale viennese ci assicura che con la carta (s’intende geografica) alla mano è visibile che le armate russe della Crimea sono compromesse ne’ loro movimenti, nelle loro comunicazioni, nelle loro sussistenze.... La Francia inoltre e l’Inghilterra non perdono tempo nemmeno nel Baltico; e in breve porteranno all'Impero moscovita, ne' suoi porti e ne’ suoi granai settentrionali, colpi tanto decisivi quanto quelli portati nel Chersoneso Taurico. Ma tuttociò non è che una opinione, la quale potrebbe subire sostanziali modificazioni innanzi al compimento de' fatti, cui si riferisce.
Col giorno primo di luglio saranno aperto le comunicazioni telegrafiche fra la Svizzera e la Russia.
Il profugo politico Ercole Casoreti è riammesso per grazia imperiale al ritorno in patria e alla cittadinanza austriaca.
Il principe Galitzin segretario dell’ambasciata russa a Vienna ai 10 parti per Stoccarda. E Titoff recasi a Venezia, d'onde farà ritorno a Vi una in attendendo dispacci da Pietroburgo sulla futura sua destinazione.
A di 11 parti da Vienna per Pietroburgo il consigliere aulico Salamon addetto a Titoff plenipotenziario russo presso le Conferenze di Vienna.
Continua la malattia dei re di Prussia, il perché gli fu d’uopo sospendere indefinitamente il viaggio che egli aveva intenzione di fare sul Reno.
Si smentisce la notizia, secondo cui la Baviera aveva ordinato una grande riduzione dei suo esercito.
I principi reali Luilpoldo e Carlo a di 8 lasciarono Monaco; il primo per ispezionare le fortezze, gli arsenali e le divisioni di artiglieria; il secondo per andare alla sua residenza estiva sul lago di Tegern.
La regina madre di Guglielmo II re di Olanda a di 8 passeggiando nella sua terra di Soestdyk riportò, per una caduta, ferite assai gravi alla testa e in altre parti dei corpo.
l'imperatore Napoleone III scrisse di suo pugno una lellera al cardinale Wiseman per ringraziarlo dell’aver egli uffiziato e recitato un discorso in occasione che l’ambasciatore francese fece cantare un solenne Tedeum nella cappella francese a Londra in seguito all’attentato dei 28 aprile.
Palmerston alla Camera dei Comuni nella tornata dell’8 corrente pronunciò un discorso, che fu applaudilo a più riprese. In esso il primo ministro volte dimostrare che «lo scopo della presente guerra non è soltanto di proteggere il debole, ch'è la Turchia, contro il più forte, ch’è la Russia, ma eziandio di rimuovere i pericoli che minacciano l’Inghilterra. Indi la Camera a voti unanimi dichiarò che la guerra debba essere energicamente continuata.»
Il capitan generale della provincia di Valenza parti alla volta dei Maestrazgo, onde prevenire la invasione che vi potessero tentare le bande carliste dell’Aragona.
Diversi diplomatici ed altri personaggi del governo russo presentano da qualche tempo le loro dimissioni allo czar.
Pretendesi che lo czar Alessandro imprenderà fra poco un viaggio nella parte meridionale dell’Impero.
In una corrispondenza di Parigi rilevasi che l’opinione delle alle regioni di quel paese si è che si stabilirà una piazza forte presidiata perennemente dalle truppe francesi in Gallipoli la quale sarebbe in avvenire la Gibilterra dei Ponto!
Dimesso Riza pascia dall'incarico di ministro della guerra. Gli succedé Mehemed Ruschdi.
Salim pascià succedé a Darbehor pascià nel comando della guardia imperiale.
Parlasi che la Porta invierà un sua ambasciatore anche a Torino.
Ai 29 maggio nuovo tremuoto a Brossa. Abdel-Kader disponevasi a trasferirsi a Costantinopoli.
Tutte le relazioni concordano nel dire che la Russia approfittò egregiamente dell’inverno per mettere in istato di difesa le sue coste dei Nord. Lungo il mare finlandese furono postati dei picchetti di cavalleria che devono dare avviso d’ogni movimento della flotta e comunicare mediante segnali coi comandanti dei corpi d’infanteria e d’artiglieria stazionali nell’interno dei paese. Alla costa della Curlandia fanno guardia i Baschiri a cavallo. A Liban vi sono tre battaglioni di Baschiri e 2 battaglioni di altra cavalleria. Altri distaccamenti guardano la costa dei. mare all'ingresso nel golfo fino a Wendan e Dunamunde. A Riga e Reval non si terne l’attacco nimico. Seskar, sulle cui altezze ancora presentemente la flotta, dicesi destinato a luogo di sbarco dell’armata francese.
Il generale Straganoff succedé al generale Yermoloff nel comando della milizia mobile dei governo di Mosca.
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Fra le fortificazioni fatte dall’Austria in Galizia le più considerevoli sono quelle ormai compiute sulla linea della Sane, il cui centro è il castello di Krasitschyn rappresentante un quadrato difeso da torri, bastioni e trincee, e situato sopra un’altura fra Ridvinno e Przemysl, i quali pure furono poderosamente fortificati; anzi Przemysl oggi è una grande piazza d'armi con imponenti ridotti, trincee ed altre opere militari.
La sera dei 9 il barone Hess parti da Vienna per la Galizia e la Bukovina onde ispezionare le truppe stanziale in quelle provincie.
Il generale Schlick ai 9 parti da Leopoli per Cracovia, onde colà riunirsi al barone Hess e ricevervi l’imperatore.
La sera dei 12 l’imperatore parti di Vienna per la Galizia, onde ispezionarvi le truppe.
Nelle provincie russe contermini all’Austria notasi un gran movimento delle truppe ivi concentrate, le quali sembra si dispongano a partire alla volta del mezzogiorno. Ove ciò avvenga ed ove riesca loro di giungere a tempo nella Tauride, allora soltanto assumerà la guerra grandi proporzioni.
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Scrivono da Kamara al Corriere Mercantile che fra le truppe piemontesi in Crimea si manifesta un ben curioso fenomeno. Un 500 soldati, appena scomparso il sole dall’orizzonte, perdono affatto la facoltà visiva e rimangono ciechi fino al mattino susseguente.
Si afferma che il generale Alessandro Lamarmora sia morto di colera.
Il colera infierisce e mena strage fra i piemontesi. Gl’infermieri e gli addetti al corpo sanitario non possono in verun modo corrispondere alle esigenze dei bisogno. Dicesi morto di colera anche il maggiore Girard, che fu comandante nell'ospedale divisionario di Genova e direttore dei corpo sanitario della spedizione.
Lettere giunte d’Oriente all’Armonia informano che il numero dei soldati infermi trovantisi negli ospedali di Balaklava e Costantinopoli è per lo meno il doppio di quello confessato dalla Gazzetta officiale di Torino.
É morto il contrammiraglio Boxez ch’era incaricato a dirigere la flotta di trasporto per somministrare viveri e altre provvisioni all’esercito inglese della Crimea. È morto di colera.
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A Varna si fanno apparecchi per una spedizione che, a quanto dicesi, dovrà operare sa Perekop.
A Casa-Row Westminster è stato aperto un ufficio di arruolamento per coloro che avessero intenzione di entrare in un corpo d’ingegneri da unirai al contingente turco in servigio dell'Inghilterra.
Notizie della Crimea fino all’8 dicono che le opere avanzata dei russi erano già in potere degli alleati, le cui perdite avute nei combattimenti dei precedenti giorni si facevano ascendere a 3400 uomini, ma quelle dei russi si calcolavano almeno a 6000 uomini messi fuori di combattimento. Il di 8 breve armistizio per seppellire i morti. (Oss. triest.).
(Disp. tel.) Il Moniteur pubblica il dispaccio di Pelissier in data del 9: «La situazione ai 9 simile a quella a degli 8. I russi fecero dimostrazioni senza effetto contro. le opere conquistate dai francesi. (E così noi abbiamo nel precedente numero interpretato il dispaccio sulla dimostrazione del nimico contro l’opera nimica) I russi inoltre abbandonarono la batteria detta, del 2 maggio, cosi lasciando pienamente in balia dei francesi la riva destra del Carenaggio. Le navi del porto e rifuggirono nella baia dell’artiglieria, ove però le grosse bombe degli alleati avrebbero potuto raggiungerle.».
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Il generale Brown, comandante della spedizione di Kertsch, pose quivi il suo quartier generale le truppe turche la presidiano; la brigata scozzese forma i posti avanzati: l’interno del paese è tuttavia occupato dalla cavalleria leggiera russa sotto il comando del generale Wrangel, la quale si ritira à mano a mano che gli alleati. si avanzano e cerca di evitare ogni scontro. Ciò non ostante, Pelissier mandò considerevoli rinforzi a Kertsch
I rapporti da fonte russa sulla spedizione di Kertsch e Jenikalé i quali concordano pienamente con quelli dei comandanti le truppe di spedizione, contengono dei particolari che ci sembrano interessanti. Da essi rileviamo che senza attaccare direttamente le fortificazioni di Olb-Burun, gli alleati fecero avanzare fin presso alla sponda i loro vapori e le cannoniere le quali collocarono in posizione tale da proteggere lo. sbarco della loro infanteria. Quando 6 colonne furono a terra fu aperto il fuoco dai navigli contro le opere russe, le quali, attaccale alle spalle dai battaglioni alleati, dovettero essere sgombrate in tutta fretta dai russi che cercarono colla esplosione dei depositi di polvere in esse trovantisi, rovinarle più che fu loro possibile. Allora una parte dei vapori alleati entrò nella baia di Kertsch. Crediamo in proposito di riportare qui. il brano di rapporte del tenente generale Wrangel comandante le truppe nella parte orientale della penisola taurica: a Vis la l’impossibilità di resistere a tale attacco, ordinai la distruzione delle provvigioni di cereali e di foraggi accumulate nella città di Kertsch come pure la distruzione di quelle navi che avrebbero potuto divenir preda dell’inimico. In seguite a late mio. ordine vennero incendiati: il. vapore da guerra. Mogulschii che, causa i restauri di cui abbisognava, trovavasi senza macchina; i piroscafi privati Berdjansk e Donez. Sulla sorte del vapore Argosant mi mancano notizie; quanto però so di certo si è ch’egli potè passare il promontorio. Le opere di Kertsch-Jenikalè mantennero fino a sera un fuoco forte e felice contro i vapori nemici che si erano recati. nello stretto di Jenikalè e quando sorse la notte, le nostre truppe rovinarono le batterie e le bocche da fuoco e distrussero quanto avrebbe potuto cadere in mano all'inimico, il che fatto, la guernigione protetta dalla oscurità, abbandonò le trincee. Dal seguito poi del suddetto rapporte rileviamo che Wrangel, temendo una diversione su Caffa, andava raccogliendo le sue truppe ad Argin. Una posizione più vicina a Kertsch ei non poteva scegliere, stante la mancanza di arqua potabile in quelle regioni, e poi si mise in grado di accorrere al soccorso di Caffa nel caso di una impresa degli alleati su quella città. Wrangel inoltre attendeva rinforzi per agire secondo le circostanze.
La flottiglia degli alleati prese Marianopoli e Berdianska con una gran quantità di grano, Tangarog e Arabat con 60 bastimenti carichi di munizioni (Presse d’Orient). Cosi una notizia, la quale ameremmo vedere confermata.
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Seconde le notizie dei giornali di Londra, la squadra inglese attaccò il porte di Anapa, mentre la fortezza era bloccata per terra dalle tribù circasso sceso dalle montagne.
(Disp. tel.) Raglan avvisa che i russi sgombrarono Anapa, la quale fu occupata dai circassi.
Il governatore di Tiflis è in trattative con Sciamil per conchiudere un armistizio di un anno.
Immense masse di truppe russe sono concentrate fra il Caucaso e le frontiere della Persia e stanno in espettazione di ordini da Pietroburgo per cominciare le operazioni di una grande campagna.
Lo sciach donò un suo ritratto ornato di diamanti all'incaricato d'affari della Russia, in considerazione. dell'amicizia che lega la Russia alla Persia.
Nel Foro Borbonico di Palermo furono innalzate le statue di Carlo III, Ferdinando I, Francesco I e Ferdinando II.
Fra le più segnalale feste, che finora si celebrarono in Roma ad onore della Immacolata Concezione della VERGINE MARIA, vuolsi a buon diritto annoverare quella che nella chiesa di S. Carlo a' Calinari fecero i RR. PP. Barnabiti i giorni 15, 16 e 17 di questo mese, La eleganza degli ornamenti, la copia delle luminarie, la squisitezza delle musicali armonie, la maestà delle sacre funzioni, tutto insomma contribua a rendere un sublime omaggio di venerazione alla gran MADRE DI DIO. L’affluenza dei devoti fu tale di continuo che angusto pareasi il vastissimo tempio a ricevere l’accorrente moltitudine.
Sono nominati Giudice nel tribunale di Ravenna l’avvocato Giacomo Marchi; Governatori i dottori Luigi Pezzetti in Anagni, Tito Salvatori in Loiano, Giovanni Bizzarri in Argenta, Carlo Urbini in San Ginesio, Oreste Moroni in Valentano, Luigi Mannaioli in Bracciano, Desiderio Bonifazi in Cori; Procurator fiscale presso il tribunale di Civitavecchia il dottor Girolamo Grifoni; Giudice processante presso il tribunale di Ascoli Napoleone Gallo; Cancelliere nel tribunale di appello in Macerata Giacomo Carzini e Vice-cancelliere nel tribunale medesimo Modestino Vitali.
La Russia, lanciato uno sguardo sull’Asia di mezzo, venne subitamente in animo (si per la debolezza della Persia, come per le sconfitte, che questa aveva di recente patite) di allargare il suo dominio fino al Golfo Persico e alle Indie, e stringer quindi alleanza con le bellicose tribù di quelle contrade per muover guerra ai possedimenti britannici. Perciò la Russia, dopo la conquista della Crimea, pensò d’impadronirsi anche del littorale circasso, il cui punto più interessante ne rapporti non meno politici che strategici era Anapa, che fondata da fuggiaschi della Tauride, ai quali un capo circasso diede asilo sul suo territorio, trovavasi in assai prosperose condizioni sotto la signoria del sire di Costantinopoli, E nel 1811 i russi entrarono ad Anapa, d'onde i circassi da ivi a pochi mesi li discacciarono. Quando poi nel 1828 scoppiò la guerra fra la Russia e la Turchia, questa conchiuse lega offensive e difensiva con le popolazioni caucasiano, che per la prima volta vincolaronsi in patto federatizio. Anapa esser dovea la base di loro difensive operazioni; i russi l’assediarono lungamente ma indarno, finalmente il comandante turco consegnavala alla forza della pecunia moscovita. Indi nella pace d’Adrianopoli la Turchia confermava alla Russia il possesso di quell’asiatico paese. Ma i circassi non riconobbero mai la cessione fatta dalla Turchia, cui non erano soggetti, e cominciarono a combattere contro la Russia per la conservazione della loro indipendenza, e la Russia non potè soggiogarli ancora. Essa fe’ di Anapa una fortezza di prim’ordine, edificò altre cittadelle, fra le quali si distinsero Sudsuhuy-Kalu, Geleq-Jschick, A’uklia, Redul-Kalè e San Niccolò; instituì una stabile armata della Circassia, il cui comando fu sempre affidato ai migliori generali della Russia; formò reggimenti di uomini avvezzi alla vita nomade e alle guerre fra i monti; ma queste ed altre cose non valsero a far guadagnare alla Russia un sol palmo di terreno delle alpestri regioni. La conquista delle quali è per la Russia di necessità indispensabile, perché questo paese distendendosi fra le sue provincie, che da un lato hanno il Mare di Azoff e dall'altro il Caspio, mette in pericolo anche il possesso di quelle. Sopraggiunse poi la quistione d’Oriente, e alla Russia, che nelle vicende della guerra distrusse con le proprie mani le sue principati fortezze alla Costa caucasea dell’Eussino, non rimaneva che Anapa, ove andava concentrando lo sue forze per opporre seria resistenza, imperocché la perdita di Anapa le avrebbe sconcertato i piani del soggiogamento della Circassia e dell’avanzamento nell’Asia di mezzo. Ma in seguito al bombardamento da parte degli alleati occidentali, i russi abbandonarono Geiendschiok e SudschukKalè e si unirono al corpo principale presso Anapa accampato, Notizie poi succedentisi con la velocità del lampo annunziarono che anche Anapa fu sgombrata dalle milizie moscovite ed occupata dai circassi.
1. Un corrispondente parigino del Corriere italiano ingenuamente confessa che «negli avvenimenti politici si pecca sempre di esagerazione» massime quando si parla degli affari del contrario partito. Or che dice il corrispondente francese intorno alle cose della Russia? Ecco le sue parole: «Ë ormai certo che il ferro, il fuoco, il colera, gli strapazzi dell’inverno e mille altre desolazioni prodotte dal flagello della guerra fecero perdere ai russi dal principio della campagna sino ad oggi più di 500 mila uomini! Oltre a ciò, le casse del tesoro sono affatto vuole e in conseguenza di tanta penuria i pubblici impiegati sono lo vittime principali, giacché parecchi di essi sono creditori dello Stato, che si trova nella impossibilità di pagare i loro emolumenti. Se a tutto questo si aggiunge il disgusto delle famiglie aristocratiche stanche di vedere sparso senza frutto e senza gloria il prezioso sangue dei loro antenati (prezioso veramente il sangue degli antenati!) è quello dei villici che si credono condannati alla miseria è alla morte marciando contro le armate dell'Occidente, si avrà pure una manchevole idea del malcontento che si mostra da ogni parte in Russia contro la politica dello czar defunto e del suo successore, Indi è che informazioni non sospette di malivolenza assicurano che sono a temersi sollevazioni parziali, e già in diversi distretti si durò fatica a soffocare la esplosione del malcontento.»
2. Lasciamo al criterio di chi legge il giudicare se siavi o no csagerazione in questo racconto di un corrispondente, il quale, per volere dir troppo, forse non dice nulla, appunto come colui che nihil probat perchè nimis probat. La intenebrata romantica fantasia portollo anco a tornare in vita gli antenati delle aristocratiche russe famiglie per farli morire di nuovo nelle battaglie del Danubio e della Crimea! Nel Parlamento inglese si asseverò che le perdite moscovite nella presente guerra finora sono calcolato a 250 mila uomini; ma non si tenne conto di quegli altri 250 mila combattenti usciti dal sepolcro, i quali uniti ai primi formano il mezzo milione dei morti veduti e numerati dal corrispondente del Corriere.
3. Aspettasi con impazienza (scrive la Gazzetta di Milano) un nuovo documento, col quale il gabinetto di Vienna si pronuncierà in modo chiaro ed aperto intorno quanto esigono gl'interessi dell'Europa e della Germania. E questa espettazione (soggiunge il Journal des Débats), non è disgiunta da una certa inquietudine, temendosi un nuovo allontanamento fra l'Austria e la Prussia; chè moltiplici sono i motivi di ruggine che ora esistono fra quelle due Potenze. E' si disperderanno forse, come tanti altri, ma non lasciano di turbare intanto la sicurezza degli Stati germanici e non mancheranno di agitare le deliberazioni della Dieta. 3. Secondo il Times, la riduzione dell'esercito austriaco, che vuolsi scemare di 140 mila uomini, e non solamente vantaggiosa all'Erario cesareo, che potrebbe alla fine trovarsi imbarazzato nel mantenimento di tante truppe, ma è utile eziandio alla Russia, che per tal modo può ritirare le sue milizie dalla frontiera austriaca e inviarle in altri punti dell'Impero.
4. La Gazzetta di Breslavia pretende che l'Austria abbia fatto i suoi militari apparecchi soltanto pro forma. E il Journal de Francfort risponde che questo si chiama un iperboleggiar la calunnia. Se quegli armamenti non si fossero fatti che per la forma, ne verrebbe di conseguenza che tutto sarebbesi composto segretamente con la Russia, anzi che questa avrebbe soltanto per la forma mosso guerra alla Turchia. Le quali supposizioni non sono che i chimere, imperocchè se la comunanza dell'azione militare dell'Austria con le Potenze occidentali non è ancora sopravvenuta, ciò deriva unicamente dal non essersi ancora potuto le tre alleate accordare sui mezzi acconci a mettere in alto il secondo principio del terzo punto delle garanzie. Respinte per tal modo le supposizioni della Gazzetta di Breslavia, non rimane che a combinarsi l'accordo menzionato dal Journal de Francfort, e siccome questo accordo dovrà essere il soggetto di ponderate discussioni piuttosto lunghe, cosi l'Austria nel frattempo delle trattative sminuire di 140,000 uomini il suo esercito, i quali però saranno richiamati tostoché l'accordo siasi conchiuso.
5. l'Armonia die' contezza di avere ricevuta una Notificazione dell'arcivescovo di Torino relativa alla nuova legge piemontese di soppressione dei conventi e dichiarò di non volerla pubblicare per non andare incontro alle ire ministeriali. Il Piemonte ne fe' richiesta all'Armonia, che gliene mandò copia e il Piemonte, avendo messo a stampa la notificazione in proposito, fu sequestrato. E sequestrato fu ancora il Campanone che pubblicolla. Indi l’Armonia contentasi di farci conoscere il solo brano della Notificazione non colpito dal sequestro. Ed eccolo per intero: «NOTIFICAZIONE. Poiché in punizione dei nostri peccati il Signore ha permesso che negli Stati Sardi, e perciò eziandio nella nostra amatissima Diocesi, siasi testé promulgata.
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(Siegue in bianco una colonna e mezza del giornale)
Lione 6 giugno 1855. Luigi Arcivescovo di Torino. A questa pubblicazione l’Armonia la seguire le seguenti riflessioni: «Dunque il governo, è almeno il ministero non è cosi liberale come il Piemonte credeva. Con questo sequestro i ministri confessano quanto sia venerata ed ascoltata la voce dell’Arcivescovo di Torino.»
6. Il progetto di legge sul matrimonio civile nel Cantone del Ticino ha sollevato una generale indignazione nel popolo. Ecco in quali termini ne parla la Gazzetta Ticinese: «In presenza di tanto grave pericolo tolga Iddio che i supremi Consigli persistano nella via intrapresa colla legge civile ecclesiastica. Non disperasi ancora della salute della patria: ma badino bene gli uomini di Stato nelle cui mani è riposta: la storia registra i loro alti Padri di famiglia di uno Stato cattolico potranno essi dimenticare che il matrimonio è un Sagramento grande, e che introducendo la rea distinzione del matrimonio civile dal Sacramenta, si validerà direttamente il concubinato? I mali che il paese han già sofferto in addietro, deh! li rendano cauti almeno per l’avvenire, e li preservino dalla più tremenda risponsabilità, come é certamente quella di scalzare nella sua base uno dei più saldi fonda menti dello Stato, la Religione e le sue autorità.»
(Disp. tel.) La sera del 14 l’imperatore esaminò le fortificazioni di Cracovia. Alle ore 9 fuvvi ritirata militare, e il Municipio fece all’imperatore una serenata con fiaccole.
Si accelera la costruzione della strada che dee menare da Pest nell’alta Ungheria in modo che possa in tutti i punti praticarsi all’entrare dell’inverno. Sperasi che i lavori saranno terminati anche prima dell'autunno.
È voce accreditata à Parigi che l’imperatrice trovisi in istato interessante.
li re di Portogallo conferi al principe Napoleone il gran cordone dell’Ordine della Torre e della Spada.
Per ordine dell’ammiragliato inglese fu arrestato! il giorno 6 ad Ipsrvich il grosso bastimento Nina, il quale fino al settembre 1853 viaggiò con bandiera russa, e da tara in poi assunse la bandiera austriaca.
Il generale Hovos è nominato capitano generale di Madrid in luogo di Zabala divenuto ministro della guerra. I carlisti si dirigono verso l’Alta Aragona, dove il partito loro è sempre in aumento.
Da qualche tempo si fanno grandi sforzi in Danimarca e in Isvezia onde ricostituirvi l’antico partito scandinavo, una volta si potente nei paesi settentrionali dell’Europa. Questo partito, che si è creato varii organi devoti nella stampa, ha scelto per sedi principali della sua propagazione Copenaghen in Danimarca e Gothenburg in Isvezia. Si stanno presentemente riunendo gli elementi per costituire nei duo regni Comitati direttori che stabiliranno affiliazioni nei luoghi principali dei due paesi. La costituzione, che dal 1848 regge la monarchia danese, non proibisce punto le riunioni di società anche politiche. Ma gli uomini assennati temono che la propaganda scandinava non frapponga gravi ostacoli ai governi di Copenaghen e di Stocolma.
Nella Testa anniversaria dello Statuto fondamentale il 5 giugno si fecero a Copenaga varie manifestazioni ostili alla Russia. Indi si sparse la voce, cui si procurò dar credito, che il governo fra quattro settimane avrebbe messo in campo 21,340 uomini che uniti a 60 mila svedesi e normanni avrebbero marciato in guerra contro la Russia.
Nella Svezia gli armamenti si fanno in un ordina estesissimo. Ma con quale indirizzo e per quale scopo? Niuno è che lo sappia. Il re concentra nelle sue mani la somma delle cose pubbliche, e serba tale un segreto che se ne ha conoscenza solo all'istante che comincia l'esecuzione.
Il ministro della guerra ha ordinato che, senza frapporre indugio, sia terminata la fortezza di Bogen presso la città di Loetzen sulla frontiera prussiana della Russia.
Fu pubblicata a Pietroburgo un Manifesta imperiale relativo alla successione al trono nel caso della morte dello czar Alessandro. Il granduca Costantino è instituto reggente, qualora il successore si trovasse in età minorile.
È compiuto il telegrafo fra Pietroburgo e Odessa, ed è aperto anche al servizio dei privati. Fra non molto il telegrafo, traversando Nikolajeff, congiungerà Odessa con Sebastopoli.
Nuovi tumulti a Damasco. Fra i cristiani sudditi della Turchia si sviluppa una grande agitazione per la coscrizione militare, cui ora vanno soggetti in virtù dell’essere stati assimilati ai turchi nei diritti civili.
Kronstadt fu munita di nuove opere fortificatorie, compile in brevissimo spazio di tempo e lo czar portossi in persona ad esaminarle. La squadra russa che trovasi raccolta in quel porto si compone di 6 vascelli di linea in attività, di 6 quasi del tutto in disarmo, di 13 altri vascelli che vennero convertiti in batterie natanti, di 8 grandi piroscafi e di un gran numero di scialuppe cannoniere. La flotta anglo-francese ancorata a poca distanza dalle opere fortificatorie novera 10 grosse navi ad elica, una fregata, 3 piroscafi e 7 scialuppe cannoniere. In una delle ultime ricognizioni di recente intraprese dai comandanti alleati, poco mancò che questi non cadessero nelle mani dei russi. Il fatto sarebbe accaduto, a quanto si racconta, in tal modo: Pochi giorni sono i contrammiragli Dundas e Seymour con varii uffiziali approdarono ad un isola posta innanzi a Sweaborg, probabilmente Fyrholme, allo scopo d'imprendere una ricognizione. I russi che dalla fortezza osservarono lo sbarco, vi spedirono un piroscafo avente a rimorchio una scialappa cantoniera per tagliar loro la ritirata e se i Russi si fossero affrettati un poco di più, essi avrebbero, a della degli stessi inglesi, condotto il loro piano a felice compimento.
(Disp. tel.) Due bastimenti inglesi che ai 9 si spinsero in esplorazione sotto Cronstadt, riportarono guasti nella loro fasciatura di rame in seguito alla esplosione di macchine infernali.
(Disp. tel.) Ai 13 il contrammiraglio Hayne gittò l'ancora presso Kundsbored. Ai 16 la sua squadra entrava a Kiel avviandosi pel Baltico.
(Disp. tel.) Un ukase imperiale ordina un sollecito reclutamento, che colpisce anche i figli unici, abolendo l'attuale loro esenzione.
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L’ospodaro Ghika protesta contro lo stato d’assedio proclamato dal generale austriaco Coronini anche nella Moldavia.
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Si ha da Odessa che due vapori alleati non molto lungi dal porto catturarono varii navigli russi carichi di pesce.
Gli alleati apparecchiano una grande spedizione contro Odessa. Luders trovasi a Tiraspol per dirigere le operazioni di resistenza.
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Su i primi di questo mese la cavalleria inglese inseguiva i cosacchi verso la Cernaia, mentre i bersaglieri sardi avanzandosi da Kamara prendevano posizione in un sito che domina gli approcci dalla valle del fiume. Gli usseri e lancieri inglesi, dopo avere tenuto dietro al nimico fino a un certo punto se ne tornavano stanchi, e furono segnalati in distanza dai sardi, che, ignari allora delle divise delle diverse nazioni unità in quei campi, li presero per moscoviti e si prepararono a riceverli. Il colonnello Cadogan addetto al loro contingente maravigliandosi di quell'attitudine fece delle rimostranze, e, dacché i sardi mostravansi tuttavia diffidenti, si offerse di andare egli stesso a riconoscere la inoltrantesi cavalleria. Detto, fatto: e, trovando di non essersi ingannato, indicò ai suoi connazionali la esatta posizione, nella quale stavano i loro alleati, e fece loro prendere un’altra direzione, onde non avessero a frapporsi alle operazioni dei sardi. Ciò fatto, si affrettò di ritornare presso i medesimi, ma con suo grande stupore trovò che i bersaglieri sardi erano scomparsi. Soffermatosi alquanto stava pensando su qual via egli avrebbe potuto raggiungere i fuggitivi, ma indi a poco senti da presso un leggiero muover di piedi, volge lo sguardo e trovasi a faccia a faccia col comandante dei bersaglieri. Il colonnello Cadogan informò subitamente l’officiale sardo che la cavalleria era inglese. Tanto meglio, rispose seriamente il sardo, quando sia cosi possiamo accomodarci senza cerimonie. Detto ciò, posesi alla bocca un fischietto e ne trasse un sibilo acutissimo, terribile. Il colonnello inglese attonito appuntò fisso lo sguardo sul suo compagno d’arme, ma rimase più che mai preso da stupore quando in un baleno vide uscire bersaglieri in tutte le direzioni, da ogni buco, da ogni fossa, da ogni cespuglio che sarebbe avvenuto se una cavalleria russa si fosse avanzata?
(Disp. tel.) Lamarmora avvisa che il colera dal 2 al 10 intieri. indi cominciò progressivamente a scemar d'intensità.
Si spediscono altri 2500 uomini dal Piemonte in Crimea.
Il generale Morris fece con la sua cavalleria una ricognizione del gran campo trincierato de' russi al di là della Cernaia, e calcolò da 80 a 100 mila uomini l’armata nimica. Canrobert gittò de ponti sul fiume e vi stabili parecchie batterie per guarentirne il passaggio. I piemontesi fortificarono il capo del ponte preso ai russi sulla riva destra della Cernaia, e non guari lungo dalla riva sinistra Pelissier collocò magazzini di abbondanti vittuaglie.
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(Disp. tel. Varsavia 12) Gortschakoff annunzia in data dell’8: Dopo un violento bombardamento, che durò due giorni, tre divisioni francesi il 7 giugno attaccarono e presero i ridotti Kamschatsky, Selcngninsky, Wolhynsky e la batteria situata fra 'l bastione e il ridotto Selengniosky. Il ridotto Kamschatsky ripreso dai russi fu occupato di nuovo dalle riserve francesi. Alla Due del sanguinosissimo combattimento la sola batteria restà in potere de russi, ch'ebbero 2500 fra morti e feriti. Maggiore fu però la perdita del nimico, cui si tolsero 2 cannoni da montagna e si fecero 275 prigionieri, fra i quali 7 uffiziali. I francesi soffersero i loro più gravi danni in avanzandosi fin sopra il ponte di Kelenbalka e fino alla fossa del bastione Korniloff.
(Disp. tel. 9 giugno) Il 7 tre divisioni francesi, appoggiate da forte riserva, eseguirono un attacco contro le opere russe del sinistro contrapproccio. Ne segui sanguinoso combattimento. I francesi, dopo aver presi questi ridotti, giunsero fino al piede del bastione di Malakoff; ma furono respinti fino ai ridotti di contrapproccio che ben due volte caddero dall'una all'altra mano. xi motivo della enorme preponderanza dei francesi i ridotti rimasero in loro potere.
(Disp. tel. Varsavia 13) Gortschakoff in data del 9 annunzia che il bombardamento continuava con violenza, specialmente contro i bastioni Korniloff e numero 3. Il nimico domandò un armistizio per seppellire i suoi morti. Si rilevò che ai 7 giugno e’ soffri perdite enormi calcolate a più di 4000 uomini.
(I tre precedenti dispacci sono comunicati dall'ambasciata russa in Vienna, come avverte il Corriere Italiano) Gli ufficiali del genio degli alleati fin dal 10 si occupavano nell’aprire la quinta paratella, nell’erigere batterie per fare la breccia e nell'apparecchiare l’assalto contro il sobborgo dei naviganti.
(Disp. tel.) Gli alleati deviarono l’acqua potabile che metteva nella fortezza di Sebastopoli.
(Disp. tel. Vienna 15) Un dispaccio russo dice che il fuoco degli alleati era debole l'11 e il 12 e che le perdite russe sotto Sebastopoli erano moderate.
(Disp. tel.) I navigli della flotta russa abbandonarono il porto di guerra di Sebastopoli, non essendovi più sicuri dalle palle delle batterie francesi del Mamelon.
(Disp. tel.) I russi diedero all'11 da Inkermann l’attacco contro le posizioni conquistate ultimamente dagl’inglesi sulla Cava delle pietre. Il combattimento durò 5 ore; i francesi erano comandati da Pelissier; i russi si ritirarono dietro le loro primiere posizioni dopo avere sofferto grandi perdite.
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(Disp. tel.) Dal quartiere generale russo sulle alture d'Inkermann 9 giugno: Nulla di nuovo nel Ma e di Azoff e sulla squadra di sbarco. Una parte delle truppe della medesima trovavasi a Kertsch e Jenikalè.
(Disp. tel. Parigi 17) Nessuna notizia della Crimea.
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Ai 3 di giugno l'ammiraglio russe Serchiakoff parti da Anapa con buona mano di truppe alla volta di Jekaterinodar onde ristabilire le comunicazioni fra quei due luoghi e opporre resistenza all'ulteriore avanzamento dei circassi, che inanimiti dalle recenti vittorie degli alleati a Kertsch e nel prossimo Mare di Azoff scendevano armati dalle montagne. Ma la spedizione di Serchiakoff non ebbe i risultati che si speravano, imperocché ornai non si revoca più in dubbio la occupazione di Anapa per parte dei circassi avvenuta il di 5. Si attendono le particolarità di questo fatto importantissimo.
(Disp. tel.) Il generale Murawieff capo dell’esercito russo nell’Asia ricevette da Pietroburgo l'ordine di prendere immediatamente l'offensiva.
(*) Le ultime notizie di Costantinopoli recano che colà ritenevasi come cosa positiva che Sciamil, avendo ceduto alle premure delle Potenze occidentali, erasi determinato a cooperare attivamente contro i russi.
Recentissime notizie della Cina recano che la causa dei ribelli puote ormai ritenersi come perduta. Le loro forme adunate nelle provincie settentrionali e centrali furono disfatte in ogni scontro dalle truppe imperiali. Nella provincia di Nankin i rivoluzionarii si mantenevano tuttavia in qualche apparente potere; ma era comune opinione che avrebbero sgombrato dal paese appena si fossero di più avvicinate le milizie del governo.
Ncl Pcru si vanno prendendo tutte le disposizioni per una guerra civile; le prossime elezioni saranno il pretesto della lotta; i generali Castilla ed Elias, che contribuirono a rovesciare il governo di Echinique, essendo candidati alla presidenza della repubblica sono alla testa dei due principali partiti che si avversano. Nella Nuova Granata si fanno preparativi per muover guerra alla repubblica di Venezuela. Nella Bolivia, dove per mezzo di truppe e di danaro si può giungere alla dittatura, è stato rieletto presidente il generale Belzu.
Si la sapere da Washington che l’ex-presidente Taylor verrà fra poco in Europa onde raggiungervi gli ex-presidenti Van Buren e Millard Fillmore che già sono arrivati a Londra; e cosi formare un triumvirato diplomatico incaricato di offerire alle europee Potenze belligeranti la mediazione degli Stati Uniti. E ciò consuonerebbe con quanto fu proposto nella scorsa sessione del Congresso americano. Ancora però non si sa dove i triumviri antipodi abbiano intenzione di aprire le nuove conferenze per trattare la conciliazione.
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La soscrizione pubblica per l'imprestito di 60 milioni della città di Parigi fu aperta il 14, e la sera del 15 l’imprestito era più che coperto.
Scrivosi dall’Havana che sempre più favorevoli sono. i risultati del metodo d’innestamento contro la febbre gialla, la iniziativa del quale è dovuta al dottore Humbold. Una Commissione di medici francesi andati alla Havana dalla Martinica per istudiare questa innovazione importantissima ha dato al metodo dello innestamento la sua piena approvazione.
Sta per pubblicarsi a Londra un giornale in lingua russa intitolato: La Stella polare, sotto la direzione del celebre proscritto russo Alessandro Herzen.
È annunciata la prossima pubblicazione di una novella grande Revue per far concorrenza alla Revue des deux Mondes.
Vedrà fra non molto la luce in Ungheria un nuovo giornale conservatore col titolo: Magyar sajtò Politika, nemzetguzdaszatirodatom ès miiveszet Kozlonya. Questo periodico ha la missione di ricondurre le idee ai principii dell'ordine, in opposizione al famoso Kossuthiano giornale Pesti hirlap, che avea la missione di propagare la rivolta.
Per conoscere ciò che veramente si nasconde «sotto il velame degli eventi strani» la pubblica impazienza aspettava che l'Austria, deponendo la neutralizzantesi altitudine delle fabiane indecisioni, avesse finalmente imbrandita la spada mettendosi accanto all’una è all’altra delle parti belligeranti. Ma la condotta cesarea non subi sostanziale mutamento che ad occhio nudo apparisca; sebbene, a la voler guardare un po’ troppo pe’l sottile, v’ha chi vi scorge (o almanco pretende scorgervi) propensioni anzi per la Russia che per le Potenze occidentale Imperocché, laddove pur dianzi dicevasi che l’Austria co’ suoi aumentati eserciti minacciava la Russia, ora è d’uopo dire, per la inversa ragione, che, ordinandosi lo scemamento degli eserciti austriaci, questa minaccia, sa totalmente non iscomparisce, assume un certo aspetto di pacatezza e di moderazione. Quanto poi alle relazioni diplomatiche, quelle che direttamente erano tra l’Austria e la Russia si conservano tuttavia senza alterazione; e quelle che indirettamente vi possono essere per la influenza prussiana, che suole rappresentare in atto le inspirazioni pietroburghesi, prendono una piega un cotal po' differente da quella che per lo addietro aveano, mercecché vuolsi ravviata a un medesimo scopo la politica dei gabinetto di Vienna e di quello di Berlino.
Come poi stieno i rapporti dell'Austria con le Potenze occidentali, rivelano i fatti, che noi senza comenti riepilogheremo, lasciando in si delicato argomento che ciascuno vi aggiunga quella interpretazione che al proprio criterio paia più conforme allo stato delle cose. L’alleanza del 2 dicembre 1854 prometteva che, ove la pace non si fosse conchiusa innanzi al cominciamento dei fatale 1855, l’Austria sarebbesi unita alla Francia e all'Inghilterra per domandare con la ragione delle armi alla Russia il definitivo aggiustamento della orientale vertenza. Ma iF termine statuito a dar principio all’azione austriaca passò; passarono altri sei mesi; ed oggi qual è la posizione dell’Austria? Il gabinetto di Vienna m una sua Nota comunicala di recente alle Corti germaniche dichiara che «nelle negoziazioni l'Austria non oppose gli speciali interessi tedeschi come estranei è contrarii ai generali di Europa, e che perciò respinse n decisamente ogni sceveramento degli interessi austriaci dagli alemanno-europei. Perché poi l’Austria non concordava con le Potenze occidentali nelle conseguenze della loro maniera di giudicar le cose, non potè considerare questa maniera di giudicare sicco me emanante dal punto di vista comune europeo; quindi si riservò la indipendenza d'azione senza ritirarsi dall'alleanza conchiusa con le Potenze occidentali (1)a.»
Mentre però l’Austria tiensi ferma ad una alleanza che non vincola la sua indipendenza d’azione, le Potenze con esso lei alleate che agiscono e che hanno bisogno di attiva concorrenza, declinarono alquanto dagl'impegni assunti dai loro rappresentanti alle conferenze di Vienna verso il gabinetto cesareo. Drouyn de Lhuys e Russel si congedarono da Buol promettendogli che si sarebbero adoperati a insinuare presso i loro governi meno esigenti pretensioni per agevolare secondo le vedute austriache l’appianamento della inestricabile quistione. E qui manifestossi più chiara la divergenza dei pareri delle tre alleate Potenze. A Parigi allora Drouyn de Lhuys lasciava il portafoglio degli affari esteri, e con questo ripiego di galateo diplomatico si esonerava dalle promesse fatte a Vienna. Russell a Londra, per salvarsi dal naufragio nelle burrasche parlamentarie, si fe’ il campione della guerra e dimenticò che a Vienna die' parola di essere il paraninfo della pace.
Rimanevano intanto a Vienna i plenipotenziarii militari delle Potenze occidentali per accompagnare il barone Hess traente all'armata austriaca, che guarda la frontiera verso la Russia. Ma il barone Hess ai 9 parti ad ispezionare l’esercito, ai 12 partiva anche l’imperatore per lo stesso scopo; e i plenipotenziarii militari di Francia e d’Inghilterra non mossero di Vienna, il che la supporre terminata la loro primitiva missione.
Per le narrate cose v’ha chi congettura essere sopravvenuta qualche diffidenza; osservasi però che fra Vienna e Parigi non isminnisce lo scambio delle gentilezze, che, a quanto pare, più riservate divennero fra Vienna e Londra.
La Prussia prosegue di cheto i suoi armamenti. Il re volea recarsi a visitare le provincie della parte renana e il suo. viaggio avrebbe forse fatto parlare un po’ troppo la garrulità giornalistica. Il viaggio Tu sospeso per sopraggiunta malattia di re Federico Guglielmo.
Le notizie della Svezia e della Danimarca sempre sono che quando l'una dicesi proclive ad aderire alle Potenze occidentali, l'altra affermasi è inchinevole a pro’ della Russia o risoluta ad una strettissima neutralità. Pochi giorni sono era la Svezia che doveva dichiararsi allenta dell'Occidente, e la Danimarca rimanersi neutrale; oggi battagliera ê la Danimarca, e neutrale la Svezia. Chiaro argomento è questo che nessuna delle due vorrebbe impegnarsi nella lotta; ma il fremito scandinavo è quasi tutto avverso alla Russia; e il partito democratico, specialmente in Danimarca, dal turbine britannico è sospinta a gridar guerra per abbattere la preponderanza del colosso del settentrione.
La Russia intanto preparasi a sostenere qualunque più gagliarda oppugnazione. Chiama sotto le armi quanti sieno stimati acconci al servigio militare. A voler giudicare dai preparativi che si fanno, sembra che la Russia pongasi in grado di affrontare anche una generale europea coalizione.
Nel Baltico g!i ammiragli occidentali in una ricognizione presso Sweaborg corsero pericolo di rimanere prigionieri. Due bastimenti inglesi avvicinatisi a Cronstadt soffersero gravi danni dalla improvvisa esplosione di macchine infernali. Ben da ciò si arguisce che i russi sanno adoperare mezzi d’ogni maniera e tali da non temere né anche la destrezza dell'ardimento britannico.
Nella Crimea succedette una pausa alle operazioni che con tanta rapidità l’una all'altra conseguitarono. Gli alleati conservano i tre ridotti presso Malakoff occupati nelle notti del 22 e 23 di maggio e vi si fortificano. Si agglomerano sulla Cernaia e si avvicinano sempre più agli appostamenti nimici. Ricominciò il bombardamento di Sebastopoli ai 6 e tacque ai 12; forse lo scopo di esso la di tener colà rivolta l'attenzione dei russi, mentre gli alleati avean bisogno di stabilirsi poderosamente e senza incomode molestie si nelle posizioni di recente conquistate come in altri punti di strategica importanza. E ben si pare che il tanto preconizzato assalto di Sebastopoli non sia nei piani di Pélissier ora che la Crimea ê bloccata per mare da tutto le parti. É meglio probabile un colpo di mano su Perekop, che, cadendo in potere degli alleati, chiuderebbe ai russi l'unica via di comunicazione che oggi loro rimane e li costringerebbe a necessaria dedizione per lo totale paralizzamento delle provvigioni.
Si fanno correr voci di mala intelligenza fra Pélissier a Raglan, e aggiugnesi ancora che Raglan siasi richiamato al suo governo pere è interpongasi appo il governo napoleonico onde sia nominato un altro generale di men precipitoso carattere. Ma non sono che voci; nulla di positivo; forse le supposto gelosie è ripugnanza del generale inglese non sono che invenzioni dei novellatori per solleticare l’altrui curiosità la mancanza d’interessanti notizie.
Sulla caduta di Anapa non elevasi più alcun dubbio. Le aggressive operazioni di Murawieff non avranno altro intervallo ad incominciare tranne quello necessario a riunire le sparse milizie russe dell’Asia. Va cosi ad aprirsi nell’anatolico paese un gran teatro di guerra, che sarà però di corta durata, perché ivi tutto lo scioglimento della catastrofe riducesi a poche battaglie, forse ad una soltanto (2)a.
I sudditi cristiani della Turchia assimilati ai turchi nei diritti civili non sono guari contenuti della leva militare, cui non erano avvezzi. Indi ritrosie che imbrattansi anche di sangue, specialmente nelle provincie asiatiche. Il governo intanto è travagliato dalle mutazioni ministeriali; l’uomo ammalato, di cui favellava. con tanto acume di antiveggenza lo czar Niccolò, sente aver bisogno di eroiche medicine che lo rinvigoriscano, ma queste nei moltiplici rimpasti del ministero finora Don produssero alcun miglioramento; anzi nel Parlamento inglese ultimamente si fe' cenno dell’aggravata indisposizione e menossi querela che Bisanzio sarà re, laggio della Francia, senza che l’Inghilterra possa entrarvi a parte.
La Spagna si agita seriamente secondo le corrispondenze dei giornali; e tutto vi è in perfettissima quiete secondo gli annunzii ministeriali. Ma le truppe del governo accorrono qua e cola, i quali movimenti non paiono consuonare con la normalità delle cose che pretendesi reintegrata. Il partito democratico subisce a malincuore la dittatura che sospende le guarentie costituzionali, ma d'altronde il governo non seppe trovare altri mezzi per combattere contro il partito carliste. La efficacia di questi mezzi risulterà dal fatti. Nella continuazione della dittatura vedesi la continuazione dei pericoli, che persuasero ad invocarla, a concederla, ad assumerla.
Nel Cantone del Ticino, con le persecuzioni alla Chiesa, si va novellamente preparando il fomite ad altre elvetiche turbolenze, e per conseguenza il motivo a qualche altra intervenzione austriaca ai confini.
In Piemonte questi ultimi giorni menossi gran rumore per una Notificazione dell’Arcivescovo di Torino che, suggerendo alcune norme ai suoi diocesani sul modo di regolarsi nell'attuazione della legge di soppressione dei conventi, chiama furto sacrilego l’incameramento dei beni delle corporazioni religiose, e dichiara che in sostanza il piano della setta è di tutto divorare quanto la Chiesa possiede.
Nella notte del 26 e 27 maggio (cosi raccontano i giornali di Pietroburgo) i posti avanzati russi sotto Eupatoria attaccarono un distaccamento turco stabilito presso il villaggio di Sak. Impegnatosi appena il combattimento, uscirono da Eupatoria 4 battaglioni, 12 squadroni con 10 cannoni ed una massa di bashi-buzuk. Dopo un’ora circa di scarica i turchi si ritirarono in Eupatoria lasciando 6 morti sul terreno 3 prigionieri in mano dei russi, i quali ebbero soltanto 4 morti. Non sappiamo intendere perché i russi che, a quanto pare, rimasero vincitori, indi permettessero ai turchi la ritirata senza inseguirli.
Il Times ha da Vienna: «Un dispaccio da Varna in data del 13 porta che le truppe francesi furono richiamate da Kertsch? probabilmente per prender parte a qualche gran colpo contro Sebastopoli.» Ma se dovevano essere richiamate, perché tre è quattro giorni prima furono loro mandate altre truppe di rinforzo?
«Per ciò che riguarda Anapa, cosi la Gazzetta di Milano, l’Occidente di Europa avrebbe echeggiato di immense giubilo, se la conquista di quella piazza fosse costata un diecimila uomini. Le vittorie incruente neppur ai menzionano!.... I russi 'son forti nella loro attitudine a sostenere molte sconfitte: gli anglo-francesi in questo son deboli di non poterne soffrire una sola!»
La SANTITÀ di N. S. annoverò fra i suoi Camerieri di onore in abito paonazzo i seguenti sigg. Canonici della Chiesa Metropolitana di Dublino: D. Guglielmo Yore, D. Guglielmo Meagher, D. Bartolomeo Woodlock, e fra suoi Camerieri d’onore extra urbem il sig. D. Andrea Bruno arciprete di Gioia, Arcivescovato di Bari nel Regno delle due Sicilie.
La sera del 21 partirono da Roma per Civitavecchia il sig. Com. Giuseppe Bernardo de Figueiredo incaricato d’affari del Brasile ed il sig. Com. Giorgio Augusto Husson da Camara Consigliere di Legazione ed incaricato d’affari del Portogallo, per complimentare S. M. Fedelissima D. Pedro I. al primo suo arrivo in quella città.
«Fra pochi giorni (Arm.) una nuova compagnia di zappatori piemontesi del genio dee muovere alla volta dell'Oriente. Il ministero col pretesto di far guerra ai frati e alle monache nell’interno del paese vuole rinforzare l’esercito, ma la vera ragione è per avere in pronto soldati da mandare in Crimea.»
La mattina del 16 fu eseguita la sentenza di morte contro Giambattista e Vincenzo fratelli Amisano, non che Bartolomeo De Giorgis condannati per grassazioni fatte in comune. Il supplizio si fè ad Alessandria.
La mattina del 17 a Torino un borsaiuolo tolse di tasca l'orologio a un suo vicino nella chiesa di S. Giovanni e precisamente nella cappella della SS. Sindone. Il derubato se ne accorse e gridando al ladro! al ladro! tenne dietro al malfattore che usci di chiesa. Una guardia nazionale gli mosse incontro e appuntandogli la baionetta al petto sbarravagli il passo, quando il malandrino che di mano alla baionetta e la tolse dal fucile. A quella vista il soldato di linea in fazione corse egli pure, e siccome il ladro tentava di fare resistenza anche a lui, cosi l'infilzò con la baionetta. Quello sciagurato cadde a terra semivivo; fu portato all’ospedale e a capo. a un’ora mori.
L’imperatore si occupa, a quanto dicesi, di stabilire un campo di esercizi presso Guiches nelle vicinanze di Parigi.
I movimenti delle truppe verso il campo del nord continuano con grande attività. La strada ferrata trasporta sempre forti distaccamenti. Passano per Lilla treni speciali ciascuno con circa 700 soldati. In parecchi dipartimenti i prefetti fanno leggere in pubblico i dispacci di Pelissier sulle operazioni guerresche della Crimea, i quali sono letti con avidità e le grida di gioia delle popolazioni attestano l’interesse che prendono ai vantaggi riportati dalle armi francesi.
Secondo i giornali di Madrid, il piano dei carlisti sarebbe che il generale Elio debba agire nella Navarra Cabrera con Don Giovanni nella Catalogna. Ai 10 giugno a Madrid curreva voce di una ben grave rivoluzione carlista nella Navarra.
Ai 7 giugno si temevano turbolenze nelle vie di Madrid, ma si presero disposizioni tali che la quieta pubblica non fu turbata.
Il 13 a Parigi circolavano voci le più sinistre sulla, Spagna. Parlavasi della fuga della regina e del generale Espartero, non che dello scioglimento delle Cortes (lnd. belg.). E i giornali francesi parlavano di rumori gravissimi intorno agli affari di Spagna; dicevano che nelle provincie settentrionali scoppiarono rivoluzioni. Ma un corrispondente parigino (Gazz. di Mil.) afferma che le funeste notizie relative alla Spagna non si verificarono. Ammette però che la situazione del paese è critica estremamente.
Dodge nuovo ministro degli Stati Uniti a Madrid il 15 presente le sue credenziali alla regina.
Scrivesi da Lisbona che le Cortès saranno prorogate nuovamente.
Lettere giunte da Lisbona annunziano la scoperta di una congiura, il cui scopo era di cambiare l'attuale politica del governo e di proclamare maggiorenne innanzi tempo il re Don Pedro.
A Copenaga l’ardore guerresco ostile alla Russia' divampa ogni giorno più. Già si dice che la Danimarca debba cooperare insieme alle Potenze occidentali. ma con forze che manifestino la importanza della nazione. Il perché si vuole che il contingente di 21340 uomini sia raddoppiato chiamando sotto le armi le riserve e i soldati in congedo.
Tutti i deputati uscenti della seconda Camera danese e appartenenti al partito democratico furono rieletti a Copenaga a grande maggioranza di voli.
Parlasi a Pietroburgo del prossimo. ritiro di Nesselrode dagli affari. Il suo successore sarebbe Leon Gregoriewiteh Seniawin consigliere privato di Stato e sottosegretario al ministero degli affari esteri.
É atteso a Varsavia l’arrivo del gran principe Niccolò comandante del genio nell'armata occidentale.
Si pensa di spedire forti guernigioni ed anche la milizia comandata dal generale Vivian a Rustsciuk, Viddino, Belgrado e Novibazar. Dicesi che non si ha fiducia nella tranquillità del paese, essendo ornai certo che la propaganda russa ha fatto molti proseliti nella Bulgaria e nella Servia.
Lo stato di assedio nei Principali danubiani che luogo a un vivo scambio di note diplomatiche. Ma l’Austria si è giustificata producendo le prove di una vasta cospirazione per farà insorgere i Principali medesimi.
Fra le frappe russe di Tiraspol comandate da Luders imperversa una febbre perniciosa che miete moltissime vittime.
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Parlasi pur sempre di una spedizione degli alleati contro Perekop, la quale non sarà forse che una semplice ricognizione, perché tutto dipenderà dalla resistenza che faranno i russi. I quali continuano a fortificare quell'istmo, la cui cittadella è armata nel modo il più formidabile. Vi è ancora un campo trincierato capace a contenere 100 mila uomini, guernito di fortini e circondato di torri dette massimiliane, simili a quelle che sono costruite intorno ad Ulma. Ultimamente buona parte delle truppe ch’erano nella Volinia é sulle frontiere della Galizia fu incaminata verso Perekop.
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(Disp. tel.) Ai 14 i russi diedero un attacco alla posizione turca di Eupatoria, è dopo un lungo combattimento furono respinti. Nulla si sa delle perdite si dell’una come dell’altra parte.
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(Disp. tel. Varsavia 15) Gortschakoff in data dell’annunzia: L’11 il 12 il fuoco degli alleati contro Sebastopoli fu debole e a mano a mano diminuì, fino a che cessò del tutto. Anche il bombardamento notturno fu assai leggiero. Le perdite russe son tenui. I francesi non lavoravano ai (conquistali) ridotti Selenginski e Volhynsky ma ricostruivano la lunetta Kamschatsky. (Il presente dispaccio è comunicato dall'ambasciata russa in Vienna)
Aspettavasi una grande battaglia fra il 12 e il 15, che forse sarebbe stata decisiva. Ma pare che non abbia avuto luogo. Ciò non ostante giunsero a Torino dispacci, che fino ai 19 non furono pubblicati. Il Movimento dice che si tratterebbe di notizie assai gravi causale dal colera. Intanto i fondi ribassavano più che sensibilmente.
(Disp. tel.) Ai 13 un 6000 inglesi raggiunsero Canrobert sulla Cernaia.
(Disp. tel.) Londra 18) Nulla di nuovo dalla Crimea.
Il teatro francese imperiale d’Inkermann continua le sue rappresentazioni. Il generale Bosquet vi andò parecchie volte. I generali Morris e Mayran non vi mancano mai. Il secondo reggimento degli zuavi sull’introito di cinque rappresentazioni mandò 1000 franchi ai prigionieri francesi che sono a Sebastopoli.
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(Disp. tel. Varsavia 15) Gortschakoff la sapere in data del 12 che la squadra inglese avente a bordo una parte delle truppe che occuparono Kertsch e Jenikalé, gittò l'ancora presso la lanterna di Takilski, probabilmente con intenzione di rivolgersi sopra di Anapa. (Dispaccio comunicato dall'ambasciata russa a Vienna).
Lettere di Costantinopoli del 7 ne fanno sapere che’. 8000 uomini di truppe alleate s’imbarcarono a Kertsch per la spedizione contro Anapa, e che 12 mila turchi dell'armata anatolica marciavano contemporaneamente verso lo stesso punto. Questo movimento dalla_parle di terra fu gagliardo stimolo a che i circassi si determinassero nuovamente a prender l’offensiva contro i russi. Que’ montanari scendono a numerose torme alla pianura e sono tutti guerniti di armi di fabbriche inglesi.
Dalla squadra approdata presso Anapa partirono varii ufficiali francesi e inglesi con lettere degli ammiragli e dei supremi comandanti degli eserciti alleati dirette a Sciamil per invitarlo a prendere l’offensiva contro la Russia in unione all’armata anatolica anglottomana.
Il colonnello Rustem bey è partito da Costantinopoli per Van Musch, Kars, Erzerum, Bittis ed altri luoghi onde reclutarvi fra le popolazioni armene 6000 uomini in rinforzo all'esercito turco dell'Anatolia.
(Disp. tel. Costantinopoli 11) Furono domandati 10 mila turchi dell’esercito del Danubio per incorporarli alla legione inglese chiamata ad operare nell’Asia.
(Disp. tel.) L’esercito anglo-turco lasciò Buiukdarà per recarsi in Asia.
Chiuse appena le Conferenze di Vienna, gli amici dello czar in Prussia subilo affermarono; Rotta ogni relazione di amicizia fra Vienna, Parigi e Londra, i generali Letang e Crawford richiamati dai loro governi; disarmo quasi generale dell'Austria, che cosi offre mezzo alla Russia d’inviare al teatro delle ostilità le sue truppe appostate sul confine della Galizia. Ma contro questi parlari sorge la Gazzetta di Milano, la quale assicura che «l’Austria fedele al trattato dei 2 dicembre guarentisce la propria cooperazione alla causa della civiltà... e sebbene s'attenga per ora ad una politica di aspettazione, pure col suo contegno avverso alla Russia, ha già recato grandi vantaggi ai suoi alleati di Occidente.»
E a sempre più provare che l’Austria sia nimica della Russia invoca l’autorità della Patrie e dei Journal de Francfort, i quali «ai protervi, che ancora persistono nel fare oltraggio coi loro dubbi alla sincerità dell’Austria, non hanno ché una cosa a dire, cioè: Scorrete i fogli russi, tutti i fogli russi, guardate se mai vi è dato di trovarvi una frase, una linea, una parola, in cui ardisca il gabinetto di Pietroburgo, con la più lontana allusione, attribuirsi l’amicizia od anche la sola condiscendenza dell’Austria.»
Dunque l'Austria non è arnica della Russia, perché i fogli russi non fecero mai alcun cenno di questa amicizia. Ma noi non siamo tanto smemorati quanto sono è fingono di essere la Patrie e il Journal de Francfort. Noi ricordiamo che quando gli austriaci entrarono nei Principati danubiani, i giornali russi tutti unanimi, compresi anche gli officiali, menarono con lunghi articoli il più esaltato scalpore di gioia perché l'Austria non solo arnica ma eziandio alleata della Russia occupava i Principati d'intelligenza con lo czar Niccolò, onde questi avesse potuto disporre delle sue truppe in altre parti. Se i giornali allora dicessero il vero è il falso, noi non istaremo a discutere; soltanto ci basta di aver trovato nei giornali russi non una frase, non una linea, non una parola, ma prolisse e calde polemiche dimostrative dell'attiva alleanza dell'Austria con la Russia. Che rispondono a ciò il Journal de Francfort e la Patrie? Argomentarono sur una ipotesi per dedurne che l’Austria è nimica della Russia; ma la loro ipotesi è smentita; se ne potrà dunque dedurre una contraria conseguenza? Secondo il nostro modo di ragionare, noi crediamo che no; perché le gratuite asserzioni dei giornali non costituiscono per noi alcuna, benché minima prova si nell’uno come nell'altro senso. Noi stiamo a' fatti e i fatti dicono che l'ambasciatore austriaco Estherazy è a Pietroburgo e che l'ambasciatore russo Gortschakoff è a Vienna; dicono che l’imperatore Francesco Giuseppe è ito a Cracovia per ispezionare le truppe, le quali già da molti mesi doveano marciare contro la Russia, e che lo czar Alessandro ha mandate il suo aiutante generale Grunwaldt a Cracovia per salutare in suo nome l’arrivatovi imperatore Francesco Giuseppe. Ora tuonino pure i giornali austriaci contro la Russia, mentre i giornali russi si astengono dal dir nulla contro l’Austria. Quinci una intronante loquacità, quindi un eroico silenzio! ’Quale interpretazione vorrà darsi alla loquacità corrisposta col silenzio? Noi, per ora, non sapremmo darne alcuna; e non accettiamo quella che altri ci suggerisce, la qual spiegherebbe tutte con un accordo per somministrar argomenti alle dicerie dei circoli politici, che han bisogno di essere intertenuti nelle innocue discussioni della guerra e delle alleanze.
Il Morning Post dopo avere indovinato, com’ei pretende, la segreta politica e gl’intimi pensamenti della Austria, che, a quanto ei dice, diventa ogni giorno più tedesca seguendo la Germania che diventa ogni giorno più russa, si consola sperando che la Svezia e la Danimarca divengano ogni giorno più occidentali. «Le razze Scandinave (ei va seriamente considerando) riusciranno in breve ad emanciparsi dalla preponderanza moscovite, la quale sempre si adoperò con efficace solerzia, mentre la diplomazia inglese dormiva. La Svezia è forse il terreno più fecondo di buone speranze verso il quale ci è dato rivolgere l'attenzione. Ora, stante la posizione geografica della Svezia rimpetto alla Russia, non è intenzione al certo dell'Inghilterra d'impegnare Svezia, Norvegia e Danimarca; hannovi però tutte le probabilità che queste formino una alleanza difensiva, mediante la quale gli Stati scandinavi saranno garantiti contro i raggiri russi e costituiranno una solida e valida barriera in quella parte del mondo contro l’aggressione russa.»
Fazy diede la sua dimissione da membre del Gran Consiglio.
l'ambasciatore inglese Westmoreland presso la Corte di Vienna domandò m permesso di varie estimane per tornare a Londra. Intanto la sua consorte è andata a soggiornare ad Ishl.
Il feldmaresciallo Wratislaw accompagnata da varii aiutanti ai 18 parti di Vienna alla volta di Praga.
Ai 17 provenienti da Bukarest arrivarono a Vienna i principi valacchi Costantino, Giovanni e Adolfo Kan-tacuzeno.
L’imperatore d’Austria assegnò 200 zecchini del suo particolare pecunio pel ristauro della chiesa cattolica di Craiova.
L’imperatrice a mezzogiorno del 18 da Lazénburg recossi a Schonbrunn, d’onde parti per Ischl e Salisburgo alla volta di Possenbofen.
Alla voce della riduzione dell’armata austriaca aggiungesi anche l’altra d’una riduzione delle truppe della Confederazione germanica.
Scrivono da Parigi all’Alas di Londra che il generale Castellane subi la disgrazia di non essere più ammesso all'imperiale presente.
L’imperatore sopraffatto dalle cure di Stato e da un eccessivo lavoro, ai 16 si senti talmente indisposto che fu costretto a passare gran parte della giornata a letto, tormentalo da dolori Colici (Gazz. di Milano). Notizie posteriori recano che l’imperatore è in perfettissima salute. L’imperatrice è andata alle Eaux-Bonnes negli alti Pirenei, avendole cosi consigliato i medici per meglio accertarsi sul suo stato interessante. L’imperatore farà prima una visita al campo di Boulogne, indi recherassi, verso la fine di luglio, a riprendere l’imperatrice Eugenia, per fare il ricevimento della regina Villoria che arriverà il 13 agosto a Parigi.
(Disp. tel.) Le Camere francesi sono per decreto imperiale convocate pel 2 luglio.
A Digne si doveva giustiziare Un Telme condannato a morte. Costui riusci a rompere le sue cateno sul patibolo stesso, e, mandando spaventose grida, impegnò una lotta contro il carnefice e i gendarme. Vinta la sua resistenza, fu cacciato sotto la mannaia tutto intriso di sangue. A questo spettacolo, due soldati della scorta svennero, e. una vecchia donna cadde morta improvvisamente.
Affermasi che l’imperatore Napoleone abbia fatto sapere alla regina Isabella ch'ella può contare sull'appoggio della Francia, la quale non vuole in Ispagna né una rivoluzione rossa, né una rivoluzione bianca.
La regina Isabella ai 18 torno da Aranjuez a Madrid.
La rivoluzione carlista si allarga nelle provincie (settentrionali. La valigia postale di Madrid, che dovea arrivare la notte del 14 a Baiona, fu assaltata fra Briviesea e Burgos. Furono bruciati i dispacci, i giornali e la carrozza del corriere.
Una Casa bancaria di Londra offre al governo di Madrid un miliardo di reali in imprestito con la. garanzia sui boni nazionali di Spagna a Cuba.
Alla Borsa di Londra fu annunziato il fallimento della Casa Strabone compagni con una passività di 350 mila lire sterline. Questo fallimento fece si che gli agenti marittimi Halfore e compagni sospendessero anch'essa i loro pagamenti.
Ai 16 il re di Danimarca approvò il progetto della sostituzione complessiva dello Stato; convocò il Consiglio del regno pel 29 giugno e nominò il conte Rewentlow Fabre a membro del Consiglio del regno per i l'Holstein. Ai 18 il medesimo re cadde da cavallo, portandosi da Skodsborg a Copenaga, ma fortunatamente senza gravi conseguenze. Ritornò in carrozza a Skodsbvig.
Il magnifico palazzo di Ahmed Fetbi pascià situalo ad Arnaul Keuy in Costantinopoli fu totalmente distrutto da un incendio la mattina del 9 giugno.
Dopo la nomina del colonnello Caragià a capo della gendarmeria, non che della instituzione dei demotofilachi, cioè delle guardie municipali, il brigantaggio, che spaventava la Grecia, è assai diminuito.
La crisi ministeriale ellenica è cessata. Maurocordato conserva il portafoglio degli affari esterni e la presidenza del Consiglio dei ministri; Argiropulo ha il portafoglio degli affari interni e Kalergi quello della marina vuolsi che in questa combinazione abbia avuto non poca parte la influenza francese.
Le notizie del Baltico cominciano a recare Alcun che di sfavorevole alla flotta inglese. Oltre la disgrazia, che ai 9 colpiva il Merlin e il Firejlg, i quali in una ricognizione intrapresa avanti Cronstadt urlando in tre macchino infernali sottomarine rimasero non poco danneggiati, si sa che la Magicienne l'8 corrente per una mezz’ora mantenne un vivo fuoco con l'artiglieria russa leggiera postala sull’isola di Revensari, indi malconcia si allontanò; e due giorni prima da Hangoe i russi fecero fuoco sue un navilio inglese, che voleva sbarcare cola sette finlandesi, catturarono il navilio ed uccisero tanto i finlandesi, quanto l'equipaggio britannico.
Una lettera di Pietroburgo dice essere probabilissima una battaglia navale nel Baltico e che l’ammiraglio russo ebbe facoltà dallo czar Alessandro di sperimentare la sorte di un combattimento piuttosto che correre pericolo che siagli arso il navilio nel porto. A Pietroburgo però la popolazione non è punto inquieta per la presenza della flotta inglese a Cronstadt, essendo convinta che la medesima non riuscirà né a prendere né a distruggere quella fortezza.
Per ordine del ministero della guerra le truppa collocate fra l’esercito del mezzodì e quello del Baltico assumono il nome di esercito del centro sotte il comando del generale Paniutine.
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(Disp. tel.) Omer pascià (dicesi per motivi di salute) ultimamente disponevasi a tornare dalla Crimea a Varna. (*) Questa notizia convalida forse la voce, la quale pretende che un 100 mila russi si preparavano a passare il Danubio dalla parte della Dobrudsca e a marciare sopra Adrianopoli.
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Il calore nella Crimea è insopportabile; la esalazione di tanti cadaveri mal sepolti comincia a sviluppare perniciose influenze. Negli ospedali degli alleati domina il colera; in quelli dei russi infierisce la cancrena.
Il luogotenente generale Trotti, che comandava la divisione di Alessandria, parte per la Crimea per assumere le veci del morto generale Alessandro Lamarmora.
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(Disp. tel.) A Tangarog e Mariopoli le navi alleate fecero grandi devastazioni. I sudditi austriaci Tripcocieh in Tangarog e Mimbelli in Mariopoli perdettero ogni loro avere.
Le notizie ulteriori, che si banno dalla Crimea, recano dettagli interessanti sullo sgombro di Anapa. Il comandante di quella furbizia avea ricevuto l’ordine, in caso la costa fosse minacciata, di evacuare non solo le fortezze costruite lungh’essa, ma anche i piccoli forti che circondano tutt'all’intorno, a modo di stella, Anapa.
Appena il comandante ebbe ricevuta la notizia che una divisione della squadra alleata aveva lasciato il Mare di Azoff, veleggiando verso la costa circassa e venne a rilevare che gli abitanti di quelle alpestri regioni andavano prendendo una posizione sempre più minacciosa, ordinò di sgombrare i forti senza però prendere la misura indispensabile, di farli saltare in aria affine di non farsi inchiudere in mezzo, offrendo anche agli assedianti dei punti favorevoli molto per appoggiare le loro operazioni contro la fortezza. Non tardò guari ad accorgersi del grave sbaglio da esso commesso, ma a riparare non v’era più tempo. I circassi in considerevole numero aveano abbandonato le loro montagne ed erano scesi al piano occupando trionfalmente le posizioni abbandonate dai russi. Altro e più serio pericolo minacciava allora i russi che in numero di circa quindici mila uomini trovavansi rinchiusi nella fortezza. Coll’avanzarsi dei circassi, incoraggiti della niuna resistenza incontrata al primo loro presentarsi, veniva ai russi chiusa ogni via ad una ritirata. In caso quindi di un attacco delle flotte alleate il comandante russo si sarebbe trovato nella dura necessità di rendersi con tutta la guernigione. Onde sfuggire a tanto pericolo non vi era altra via che ritirarsi in tutta fretta nel paese abitato dai cosacchi del Mar Nero.. Infatti la guernigione russa, senza attendere l’attacco, sgombrò in tutto silenzio la piazza e passato il Kuban, occupò le principali posizioni della sponda destra per impedire ai circassi il passaggio di quel fiume. Ora i russi nella Transcaucasia non hanno nemmeno un sul palmo di terreno.
A di 8 una divisione di francesi sbarcò ad Anapa ed occupò la fortezza insieme ai circassi.
Da Trebisonda in data del 6 si scrive che l’esercito russo comandato da Murawieff cominciò a marciare verso Kars. Il serraschiere Vassif pascià e il colonnello Williams si recarono sollecitamente a Kars, perché sembrava imminente una gran battaglia. I russi avendo spinto una loro ricognizione fino a Redut-Kalé dimostravano avere intenzione di dare un attacco generale. Le truppe turche intanto sgombrarono da Batum e Ciuruk-Su, che perciò si occuparono dai russi.
Gli alleati facevano apparecchi di assalto contro Malakoff ed apparecchi di spedizione nella valle della Cernaia. Non si erano però preveduti gli ostacoli che s’incontrano da questa parte. russi hanno un considerevole campo trincierato composto di ben 70. mila uomini. Né questo è tutto, né ciò che da maggiore inquietudine; pare che, oltre la guernigione di Sebastopoli e il corpo di Liprandi, siavi un esercito di 50 mila uomini che cambia continuamente di posizione, la qual cosa era motivo di apprensione a Pelissier e faceva si ch’ei procedesse con grande cautela.
Notizie della Crimea fino al 15 portavano che i lavori d’assedio degli alleati si limitavano a fortificare le trincee che furono ultimamente erette nella paratella dinanzi al bastione Korniloff numero 3.
Parlavasi nel campo degli alleati che Pelissier era intenzionato d'intraprendere pel 14 un grande attacco contro la posizione di Gortschakoff.
La sera del 16 alla Borsa di Parigi corsero voci sfavorevoli alle operazioni degli alleati in Crimea. Ma il Moniteur del 17 non recò alcuna notizia in proposito, laonde le voci sparse il giorno precedente si ritennero come smentite.
(Disp. tel.. Parigi 20) Pelissier promise fin dal 16 di riprendere immediatamente il bombardamento.
(Disp. tel. ricevuto dall'ambasciata russa a Vienna il 20 giugno) Varsavia 19 giugno. Il principe Gortschakoff annunzia da Sebastopoli in data 16 giugno che dal 12 corrente fino al 16 il fuoco degli alleati contro Sebastopoli fu debole; moderate le perdite russe. Ai 12 la squadra nimica salpò da Kertsch, lasciando colà due mila uomini, i più di truppa turca. Questa squadra giunse il 15 innanzi a Sebastopoli. Negli altri punti della penisola taurica non avvenne altra cosa di qualche interesse.
Una corrispondenza parigina in data del 17 (giorno in cui si lento l’assalto del Redan e di Malakoff) avverte la Independance Belge che t la Borsa era in ribasso… Alcuni dicevano in conseguenza di non liete novelle giunte dalla Crimea è specialmente dell’assalto della torre di Malakoff che non era riuscito. (Notiamo che le parole della corrispondenza combinano, nell'annunziare un fatto che non era per anco accaduto, è almeno non poteva essere conosciuto, colle parole del successivo dispaccio ché parla del fatto medesimo).
Il corrispondente parigino della Gazzetta di Milano in data del 18 scrive: Poche e non consolanti sono le notizie che corrono per la città... Ai 17 l’imperatore stava meglio e per tranquillizzare il pubblico si recò al teatro delle Variétés. La piccola Borsa del 17 fece un enorme ribasso, al quale contribui un misterioso dispaccio dalla Crimea, del quale non fu possibile conoscere il contenuto. Ma credesi sapere ciò ché di più importante racchiudevasi in esso, cioè che le perdite de' francesi nel combattimento del 7, giorno della presa del Poggio Verde, ascendevano a 9000 uomini messi fuori di combattimento. E la voce pubblica, che tutto aggrava ed a tutto la la frangia, aggiunse che Pòlissier stesso il giorno 7 era perito in uno scoppio di mina… Nessun dispaccio relativo alla Crimea giunse il 18 alle agenzie telegrafiche di Parigi fino alle ore 5 pomeridiane....
(Disp. tel. Parigi 22) Dispacci del general Pelissier del 17 e del 18 si ricevettero il 21 soltanto, essendo stata interrotta la linea telegrafica. I dispacci pertanto recano che l’attacco degli alleati contro il gran Redan, Malakoff e le batterie russe di difesa non è riuscito, quantunque le truppe avessero già in parte posto piede in Malakoff. La ritirata ordinata nella paratella si operò senza che le truppe ritraentisi ricevessero molestie dai russi. Fino alla data dei dispacci era impossibile di precisare le perdite.
Dispaccio originale. Paris 22 juin 1855. Dépêches Pélissier 1718 reçus hier seulement, interruption ligne, attaque grand redan Malakoff, batteries dépende les pas réussies bien que troupes aient pris pied en partie dans Malakoff. Retraite ordonnée dans parallèle operée sans s’être inquiété. Aujourd’hui impossible préciser pertes.
(*) Ci si porge notizia che il giorno 17 gli alleati innanzi a Sebastopoli ebbero la peggio, e che si perle mine scoppiate, si pel fuoco dei russi dovettero ritirarsi e perdere le posizioni recentemente conquistate. Più che alla partenza del dispaccio di Pelissier (che fino al mezzodì del 22 non erasi pubblicato a Parigi) le truppe ritraentisi non si erano per anco riordinate.
(*) Dicesi che nell’assalto del 17 siano rimasti fuori di combattimento un 15 mila alleati.
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Quando i dispacci delle sconfitte moscovite somministravano argomenti di festive polemiche a parecchi appassionati giornalisti, noi dicevamo che bisognava temperar tanta gioia perché variabili sono le vicende della guerra e perché né le infauste imprese di Califat e di Silistria, né le perdute battaglie di Oltenizza, di Alma e d’Inkermann scemavano punto la terribile potenza del gran colosso del settentrione. Le quali avvertenze is credettero titoli sufficienti a che altri ci cacciasse nella schiera dei russofili, quando che noi parlavamo soltanto con ispirito di moderazione e di verità, lontani sempre dai farci paladini dell'una è dell'altra parte. Ed oggi con quel medesimo spirito di verità e di moderazione vogliamo che certuni sieno avvisati a non lasciarsi soverchiamente trasportar dal giubilo per la vittoria dei russi del 17 giugno; perché un assalto degli alleati non riuscito ed anche la perdita di qualche loro posizione son fatti che dimostrano unicamente che i russi sanno combattere e stare a confronto con le migliori milizie di Europa, ma non isminuiscono il valore, che rimane sempre integro, delle alleate armi occidentali, fino a che non le abbandoni la possibilità di gloriosa rivincita. E a coloro, che si paiono tanto entusiasmati della bravura dei russi coronata da prospero successo, facciamo riflettere che dovrebbero imitare la sublime riservatezza del generale Gortschakoff, il quale, sebbene avesse potuto darci contezza della sua vittoria anche prima del 20 col mezzo del telegrafo da Sebastopoli a Varsavia, da Varsavia a Vienna, da Vienna a Livorno, da Livorno a Bologna, da Bologna a Roma, pure ei volte aspettare che ci venisse dalla parte di Parigi ritardata di parecchi giorni e ritardata di più per la rottura delle telegrafiche linee sottomarine. E qui vuolsi notare l’eroismo non meno di Gortschakoff che di Pelissier! di Gortschakoff che tace una sua vittoria, e di Pelissier che annunzia una sua sconfitta! Tace chi aveva interesse di parlare, parla chi aveva interesse di tacere! Gortschakoff con la notizia della recente vittoria avrebbe fatto dimenticare le perdite passate; Pelissier con la notizia della infelice impresa del 17 non curò che s’impallidisse alquanto la gloria dei precedenti vantaggi! E poi, quando ci è recata la novella da parte di Pelissier? Quando altri vaghi dispacci favellavano che il corpo di Liprandi fu circondato dai francesi, e che il generale Morris avea fatto 2500 prigionieri russi sulla Cernaia, e che una spedizione alleata minacciava Perekop! Pelissier adunque distrusse di un colpo tante vulgari e, per l’onor militare del suo esercito, lusinghiere vociferazioni. Ma il coraggio, che non terne di manifestare l’esito infausto di una impresa, è persuaso esser capace di tentarne altre con auspicii migliori. La storia nelle guerre attende il fine. Chi soffermasi agli episodii, che le accompagnano, sovente alla dimane muta in tristezza la gioia del giorno antecedente.
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(*) (Disp. tel.) Nel giorno successivo a quello dell'infruttuoso allacco di Malakoff, gli alleati, riprendendo le loro operazioni aggressive, conquistarono parecchie posizioni nimiche.
(*) Lettere della Cina parlano dell'ingresso di nientemeno che 40 mila russi di cavalleria nelle Indie inglesi. (Riportiamo questa notizia sotto le più ampie riserve, imperocché non sappiamo persuaderci come tanta cavalleria abbia cosi di cheto traversali gl'interposti deserti che non se ne dovesse aver contezza se non dopo il suo arrivo in quelle lontanissime regioni.)
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V’ha chi pretende che l'imperatore Francesco Giuseppe continuando la inspezione delle truppe andrà pure nei Principati danubiani. E lettere di Pietroburgo avvisano che lo czar Alessandro, il quale farà un viaggio nel mezzogiorno della Russia, giungerà probabilmente fino in Crimea. Se lo czar transitasse al di là del Pruth quando Cesare si trovasse al di qua del famoso fiume, potrebbe darsi il caso di un qualche loro abboccamento ai confini.
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Il celebre maestro Verdi è nominato uffiziale della Legion d’onore.
Alessandro Manzoni di presente si applica a dar l’ultima mano ad una sua Storia della lingua italiana.
Alessandro Manzoni andò a Stresa per visitare un seconda volta l'illustre suo amico Antonio Rosmini, il quale, benché ridotto agli estremi di sua vita, riconobbe l’insigne visitatore e die’ segni di averne provato piacere. Rosmini era in pieni sentimenti e soffriva il suo pericoloso male con eroica cristiana rassegnazione.
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Il tribunale d’onore della stampa periodica di Madrid ha decretato ad unanimità che «il periodico Fray Tinieblas avendo stampalo una poesia intitolala Solicitud, con 3821 metaforas, dove si lasciò andare a certa frasi e reticenze evidentemente lubriche, si rese indegno di appartenere alla comunione della stampa periodica di Madrid, nel cui seno non può essere ammesso senza disonore delle instituzioni e senza aggravio degli individui che appartengono alfa medesima. Il tribunale poi ordina a se stesso che questa dichiarazione venga pubblicata quanto più presto sia possibile in tutti i periodici di Madrid, in riparazione dell’onore della stampa in generale e in difesa della pubblica morale oltraggiate.»
Nuova imitazione del vino.
Un chimico viennese ha fatto una scoperta, mercé della quale si può estrarre dalle barbabietole una specie di vino, che rassomiglia al sidro di pomi e di pere, ma che ha miglior sapore ed è molto inebbriante.
Le LL. AA. RR. il duca e la duchessa di Brabante provenienti da Napoli la sera del 25 alle ore 9 mezzo arrivarono a Roma. La mattina del 26 si recarono al palazzo apostolico del Vaticano, onde porgere omaggio alla SANTITÀ di NOSTRO SIGNORE, che a lungo s’intertenne con loro in particolare colloquio.
S. M. il re di Portogallo e il suo fratello duca di Porto alle ore 9 pomeridiane del 26 giungevano felicemente in Roma, prendendo alloggio all'Hotel d'Angleterre. A mezzogiorno del 27 si recarono al palazzo
apostolico del Vaticano per ossequiare la SANTITÀ di NOSTRO SIGNORE. Ricevuti a pie’ delle scale da monsignor Medici dei Principi d'Ottaiano, Maggiordomo e da diverse persone della nobile Anticamera pontificia, venivano introdotti presso il SANTO PADRE, che mosse ad incontrarli sulla soglia del suo gabinetto, e si trattenne con loro a particolare colloquio, esprimendo l'alta sua compiacenza nel, vederli. Poscia gli augusti viaggiatori visitarono i musei del Vaticano.
Sono nominati cancelliere del supremo tribunale della S. Consolta il dottor Giovanni Pilolli, Assessore legale di Frosinone Domenico Angeletti, e Procuratore fiscale presso il tribunale di Frosinone il dottor Cherubino Bartoli.
La Gazzetta ufficiale di Milano osserva che alcuni fogli viennesi, sulla fede di un carteggio dalla Sicilia del Corrispondente d'Amburgo, ricevono ben volentieri k una voce, che corre a Palermo, intorno ad una Lega italiana, che, sul modello della Confederazione germanica, si dovrebbe stringere fra le Due Sicilie, Modena, Toscana, Parma e l’Austria per quanto risguarda il Lombardo-Veneto. La presidenza si alternerebbe fra Napoli e l’Austria, ed ogni Stato della Lega darebbe un determinato contingente militare assoggettandosi irrevocabilmente alle decisioni di una Dieta con la sua sede alternativa a Milano e a Napoli. Mirerebbe essa Lega a tutelare l’ordine e la tranquillità nell'interno del paese e difenderne la indipendenza al di fuori. Ed avrebbe a durare per lo meno sino alla fine della guerra Orientale. Noi non c’interterremo a discorrere se questa Lega sarà recata in alto, ma ci limitiamo ad osservare che il pensiero costitutivo del progetto lascia intravedere due cose di grande importanza; la prima, che la guerra d'Oriente possa avere una durata più lunga di quella che le assegnano coloro i quali son persuasi che le negoziazioni diplomatiche, da riprendersi fra non molto, la condurranno ad un sollecito fine, mediante un aggiustamento onorevole per fuite le parti belligeranti la seconda, che le occupazioni della guerra medesima possano veramente dar luogo a guerre cosi detta di nazionalità, che nel Parlamento inglese si affermarono non solo opportune ma eziandio necessarie. E’ però non son fatti; finora sono ipotesi di probabili pericoli, che già cominciarono a intenebrare le idee dei pacifici conservatori. Coloro d’altronde che paventano dell’attuazione di un possibile male, oggi hanno argomenti novelli per confidare che all’uopo non mancheranno preventivi rimedii, che lo distolgano.
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L’Herald ci vuol dare ad intendere che la politica inglese siasi sostanzialmente mutata, imperocché ci dice essere inevitabile la prossima caduta di Palmerston, il quale persiste a speculare sulle nazionalità della Polonia e dell’Ungheria; ed in pari tempo essere probabilissima la elevazione di John Russell al grado di primo ministro, appunto perché si è solennemente dichiarato contro la ripetizione degli esperimenti del 1830 e del 1848. Ove ciò fosse, sarebbe dimostrato che la influenza napoleonica ha molto progredito ad avviare la politica del gabinetto di Londra sur una linea di condotta diversa assai da quella che tennesi per lo addietro. Ci giova sperare che sia veramente cosi; attenderemo però che i fatti confermino non esser vane le nostre speranze.
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Nella ipotesi che la Russia perda Sebastopoli, sarà egli vero che Io czar mostrerassi inchinevole a ricevere dai vincitori le condizioni della pace? Ecco la risposta del Times: «Una grande Potenza può perdere una fortezza e sopravvivere ad una disfatta; ma le cause reali che la determineranno a dimandare la pace sono gli aggravii e le difficoltà che la guerra apporta in tutta le relazioni sociali, qualora queste difficoltà si rendano assolutamente insostenibili dalla guerra. Ciò premesso, il Times esamina la grande differenza fra la situazione della Russia e quella dell'Inghilterra, perché altri si persuada che l’Inghilterra può continuare a mietere allori sul campo delle battaglie senza molto incomodo, e la Russia dee chieder mercé se non vuole interamente perire. Riportiamo le sue parole: «Per ora la guerra non impone alla Gran Bretagna che tenui sagrifizii tanto in danaro quanto in soldati. Il commercio non ne risente alcuna scossa; il danaro è si abbondante che la Banca d’Inghilterra ha ridotto la tassa dei suoi sconti a quella in cui era nel settembre del 1853. Ora confrontisi questo stato di cose con la situazione della Russia. Il suo commercio è annientato; i suoi magazzini del Mare di Azoff sono distrutti; la sua marina mercantile è scomparsa; la Russia finalmente non può più aumentare effettivamente le sue imposte, ed è tanto in discredito che non può contrarre un imprestito si nell'interno come all'estero.»
Dopo cosi bel discorso, non rimarrebbe dunque alla Russia altro scampo che d'implorare la pace; e, se son giuste le riflessioni del Times non tarderà molto l’arrivo del dispaccio che annunzierà essersi spedito da Pietroburgo a Londra un plenipotenziario russo per sottoscrivere gli articoli dell’'accomodamento, secondo che piacerà formularli al giudizioso articolista del Tamigi.
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Mentre il Times ha già irrevocabilmente deciso che la Russia debba chiedere la pace, l’Economist si è incaricato di stabilire le condizioni, senza le quali questa pace non potrà essere accordata. E le condizioni sono: «la totale abolizione del protettorato della Russia sulla Moldavia, sulla Valacchia e sulla Servia; il ripristinamento degli antichi rapporti feudali di queste tre provincie verso la Porta; la rinunzia della Russa ad Ismail, Kilia, Reni e al Delta del Danubio, ovvero l'apertura di un canale navigabile da Rassova a Kustendsche; finalmente la cessione delle isole di Alaud e della Crimea. A chi però questa cessione? L’Economist ebbe la prudenza di non lo dire, perché, se avesse dichiarata la cessione a vantaggio dell’Inghilterra, avrebbe forse dato luogo a qualche rimostranza francese. Ma di ciò e d’altro si terrà parola a suo tempo. Ora quel che interessa è che la Russia spedisca un suo plenipotenziario a Londra per sottoscrivere gli articoli proposti dall'Economist. E chi sarà questo plenipotenziario? Si va congetturando che sarà proprio il principe Menzikoff, che, come già con le sue proposizioni fatte a Costantinopoli fu il messaggiero della guerra, cosi oggi con la sua firma a pie’ degli articoli dell’Economist sarà l’apportatore della pace. Il che per avventura farà rassomigliare Menzikoff all’asta di Achille che feriva e aveva la virtù di sanare le ferite fatte da essa.
«Vulnus achilleo quae quondam fecerat hosti,
«Vulneris auxilium Pelias hasta tulit.
Si è proposta una ben curiosa questione: «Se, mercé l’odierna e locale condotta della guerra, cade Sebastopoli, se Odessa viene eguagliata al suolo, se le più importanti piazze marittime russe sono distrutte, se la marina guerresca e mercantile della Russia nel Mar Nero e nel Baltico è annientata, potrà credersi. almeno allora che la Russia sarà cosi umiliata da dover subire le condizioni della pace che le si vorranno imporre?»
Il Donau riflette che prima di rispondere all’arduo quesito bisogna considerare «che un milione di combattenti non è che la settantesima parte della popolazione della Russia! E che, oltre a ciò, la ricchezza della sua agricoltura, il suo sistema fluviale e di canalizzazione comparativamente sviluppato, la facilità di approvvigionare gli eserciti nel proprio paese, la sobrietà dei suoi abitanti, l’unità del volere che li regge, son tutte circostanze che debbonsi seriamente ponderare per non avventurar giudizii sulla base di iperboliche illusioni!»
Il Journal de Saint Petersbourg pubblicò un articolo responsivo alla famosa Nota di Watewski ministro degli esteri in Francia. Nei Circoli politici di Parigi si considera quell'articolo, dettato in senso pacifico, non già come pegno di sincero amore per la pace, ma piuttosto del desiderio della Russia di guadagnarsi la Francia e d’influire cosi al rallentamento dell’alleanza dell Potenze occidentali.
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A noi recò meraviglia la notizia che 40 mila uomini di cavalleria russi (forse questa cifra è conseguenza di qualche equivoco aritmetico) abbiano penetrato, senza che nulla se ne sia prima saputo, nei possedimenti inglesi delle Indie (Ved. Num. prec.), ma il Donau di Vienna sembra alludere veramente o a questa o ad altra simile cosa, imperocché in esso leggiamo che «un tratto di paese nell'Asia, che il colosso del settentrione sta incorporando al suo Impero, «nz» fame rumore, supera in estensione tutta quanta la Turchia europea, compresi i Principali danubiani. Probabilmente per questo latissimo tratto di paese voglionsi intendere alcune provincie cinesi, che la Russia va pacificamente occupando. Ma sia pur cosi. Le Indie britanniche vedrebbero sempre più avvicinarsi a loro le tradizionali aspirazioni di Pietroburgo; mentre l'Inghilterra è impegnata a mantenere nel Baltico e nell’Eussino poderose flotte non potrebbe fare vigorosa resistenza alla Russia in quelle lontanissime parti. In tal caso il danno, che in Asia farebbe la Russia all’Inghilterra, sarebbe maggiore di quello che in Europa procura di fare l’Inghilterra alla Russia.
Ai 21 l’Imperadore giunse a Leopoli.
Il tenente maresciallo Coronini, che comanda le truppe austriache di occupazione dei Principati danubiani, ai 23 parti da Jassy alla volta di Czernowitz per presentare i suoi omaggi all’imperatore che continua il suo viaggio d’inspezione.
Westmoreland ai 22 parti di Vienna per Londra, dove tratterrassi almeno 8 settimane.
Ai 18 provenienti da Pietroburgo giunsero a Berlino il conte Ogareff aiutante generale dell’imperatore delle Russie e il principe russo Pietro Wiasemski.
La sera del 18 parlavasi a Parigi in un circolo diplomatico (che il corrispondente non distingue in altra guisa) delle relazioni molto intime, in cui si crede che Austria e Prussia sieno per entrare, mediante una Lega militare germanica. La decisione di questo progetto dovrebbe aver luogo, secondo ciò che in quello innominato circolo andavasi riferendo, in un prossimo incontro fra l’imperatore d’Austria e il re di Prussia ad Erdmansdorff.
Le Potenze tedesche (Gazz. di Mil.) tengonsi in grande riservatezza verso la Francia. Il re di Wurtemberg, il quale aveva espresso forte desiderio di visitare la Esposizione, ha fatto ora sapere alle Tuillerie ch'esso non trovasi in caso di accettate l'invito reiterato. Bensì, alla sua volta, egli invitò il principe Napoleone a volerlo visitare a Stuccarda.
Il principe Girolamo Napoleone donò una chiesa degl'Invalidi a Parigi un magnifico ciborio d’oro arricchito di pietre preziose, non che otto lumiere montate in oro e ornate di cristalli.
Il generale Arroyo, i colonnelli Respaldiza, Iparraguerrv, Cortesero, Lopez e Tamariz (il quale da ultimo nominato fu segretario di Don Carlo) emigrati spagnuoli carlisti, che soggiornavano a Parigi, furono incarcerati, indi mandati alcuni nel Belgio, alcuni in Inghilterra.
Il governo francese ha fatto avvicinare qualche battaglione alla frontiera spagnuola per impedire assembramenti carlisti.
Un dispaccio del governatore di Navarra avverti che una banda carlista comandata da un maggiore comparve nelle vicinanze del villaggio di Juba. Altri carlisti spiegarono la bandiera a Sarguesa e a Solana.
A Oviedo e Malaga, nella provincia di Alicante e nella provincia di Santander ultimamente scoppiarono movimenti carlisti. Dovunque sviluppavasi una insolita agitazione. Il governo ha molto a fare per mandar truppe su tutti i punti minacciati.
Lo czar Alessandro ha nominato definitamente suoi ambasciatori Gortschakoff a Vienna, Titoff a Stoccarda, Foaton ad Hannover.
Leone Gregoriowiteh Seniawin consigliere di Stato privalo e sottosegretario di Stato al ministero degli affari esteri in tanta stima presso lo czar Alessandro, che con lui s’intertiene assiduamente ai lavori diplomatici nel gabinetto imperiale.
La Turchia conchiuse un nuovo imprestito di 100 milioni di franchi con la garanzia delle Potenze occidentali.
Il gran boiardo Costantino Balsch, genero dell'ospodaro Stirbey, è morto ai 13 in duello col conte Helburg maggiore degli ulani austriaci.
(Disp. tel.) I legni spediti in ricognizione dall’ammiraglio inglese su diversi punti della costa del Baltici furono costretti a indietreggiare più per le improvvise esplosioni sottomarine di macchine infernali che pel fuoco dei cannoni delle fortezze.
(Disp. tel) Nessun bastimento da guerra russo nei porti di Riga e Revel. Tutti sono in salvo parte a Seaborg, parte a Cronstadt e parte ad Helsingfors.
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Il granduca Michele parti da Mosca per far un viaggio d’inspezione a Babrisk, Kiew e Brzcsc-Litewski.
Si avvisa da Willkomir in Polonia che il battaglione dei cacciatori finlandesi ivi trovantesi era travaglialo fieramente dal tifo. In un sol giorno morirono colpiti da questa malattia un 250 uomini di questo battaglione.
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(Disp. tel.) In Adrianopoli si fanno solleciti preparativi per un gran campo, in cui saranno concentrati 45 mila uomini, parte turchi, parte francesi.
Gli ammiragli Bruat e Lyons si preparano per una nuova spedizione marittima. Si suppone che vogliano forzare lo stretto di Kinburn-Olschakoff per entrare nella baia, in cui metton foce il Bug e il Dnieper; mentre un’altra divisione della loro flotta entrerebbe nella baia di Kernikinil per fare una ricognizione presso Perekop.
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Sul fatto d’arme ai Mamelon veri ulteriori notizie dicono che 27 battaglioni russi e le vicine batterie lo difendevano. La lotta durò più ore con sorte diversa.
I cannoni del Redan lanciavano un fuoco terribile sulle truppe francesi. Due loro battaglioni di riserva superarono gli appostamenti russi. Gl’inglesi riuscirono a penetrare nel gran Redan e v’inchiodarono parecchi cannoni nimici, indi retrocessero. I francesi e i turchi rimasero in possesso del Mamelon e fecero fuoco con 15 cannoni ivi conquistati contro i russi che si ritiravano. Tra morti e feriti i francesi e i turchi ebbero complessivamente un 2000 uomini, gl’inglesi un 450, i russi un 5500. Il generale Pelissier domandò delle navi pel trasporto dei feriti.
(Disp. tel.) Dice Pelissier: «che debbonsi compiangere valorosi soldati, che perirono nel combattimento del 7; ma le perdite, sebbene sensibili, sono al presente di poca considerazione, avuto riguardo al numero delle truppe impegnate al combattimento e alla durata del medesimo, non che alla importanza delle conquistate posizioni.
Scrivesi da Parigi che Pelissier avea data la sua dimissione, il cui ritiro però fu conseguenza di un ordine spedito telegraficamente dall’imperatore Napoleone a Pelissier di operare secondo il modo suo di vedere e senza sottoporre preventivamente le progettale sue mosse ad alcuno.
Il generale Gortschakoff fece costruire con la massima celerità una seconda strada da Sebastopoli a Simferopoli, onde non trovarsi imbarazzato nel caso di una ritirata. Il generale Osten-Sacken intanto aveva trasferito il suo quartier generale nel forte Caterina ed incaricò della difesa delle opere fortificate i generali Panfiloff, Chruleff e Stepanovich. La divisione di Belegard mosse verso la linea del corpo di Liprandi, che insieme al corpo di Sameneff teneva fronte contro la Cernaia. Il grosso dell’esercito russo conservava le sue posizioni sull’altipiano del Belbeg.
(Disp. tel. del M. di Pelissier) Le combinazioni concertate fra gli alleati seguivano il loro corso. I turchi e la brigata dei cacciatori ai 17 fecero una ricognizione verso Ai-Todor. Il generale Bosquet occupava la Cernaia. Pelissier di concerto con gl'inglesi aveva deciso di attaccare all’alba del 18 il gran Redan, Malakoff e le batterie dipendenti.
(Disp. tel.) Pelissier fin dal 18 spedi ordini premurosi a Varna per l’immediato imbarco alla volta della Crimea di tutte le riserve trovantisi in quella città
(Disp. tel. del 18 di Pelissier) l'attacco del 18 non riusci, benché le truppe, che mostrarono un gran fervore, avessero messo piede, in parte, dentro Malakoff. Perciò Pelissier dovette ordinare che le truppe rientrassero nella paratella, il che fu eseguito con ordine e senza alcuna molestia da parte dei russi (3)a.
(Disp. tel.) Pelissier in data del 19 riferisce che «non ostante il non riuscito attacco del 18, gli assediati furono presi da tal paura che nella successiva notte per lungo tempo fecero fuoco all’aria con tutti i loro cannoni. La mattina del 19 armistizio per seppellire i morti.
(Disp. tel.) In data del 20 Pelissier scrive che gli alleati aveano stretto i russi da vicino dalla parte centrale, e che fu incendiato il piccolo sobborgo in fondo al porto del mezzogiorno. Più, che gli alleati costruivano batterie sulle posizioni conquistale il 7, le quali minacciano direttamente il gran porto (4)a.
(Disp. tel.) La sera del 22 il governo di Torino ricevette dalla Crimea un dispaccio che annunzia la decrescenza del colera, e non reca alcuna indicazione di morte o malattia dei varii generali è ufficiali superiori. Aggiunge infine che le truppe piemontesi non aveano preso alcuna parte fino a quel giorno a verun combattimento.
(Disp. tel.) A Tangarog le truppe sbarcate incendiarono sei magazzini. L’ammiraglio Lyons compi la distruzione di Mariopoli.
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Giacché la Gazzetta di Milano ha ricevuto per la via di Bukarest notizie telegrafiche, le quali recano come un fatto positivo (quantunque noi non pretendiamo che vi si aggiusti credenza) una spedizione degli alleati per impossessarsi di Perekop e cosi chiudere da ogni lato i russi della Crimea, giudichiamo opportuno di dare ai nostri lettori una descrizione di quell’istmo e delle sue fortificazioni perché conoscano se sia è non sia facile la impresa che vuol tentarsi.
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l'istmo di Perekop (detto dai tartari Or è d’Orkapu, cioè Porta d’oro) giace fra il Mar Nero e il Mar Putrido; è dieci verste lungo e sei largo. A ponente si stende il golfo di Perekop chiuso verso la parte del Continente del Capo Srilgach e verso la Crimea da un promontorio che ha il nome stesso dell’istmo. Perekop è la città capitale del Circolo di questo nome, che tocca i Circoli d’Alchki, di Simferopoli, di Eupatoria e di Teodosia. A levante il paese è intersecato da moltissime baie: vi sono steppe ed alcuni rialti di terra; varii piccoli fiumi, tra' quali il Salghir, lo bagnano; vi si vedono parecchi laghi, e fra questi Kerleat e Krabnoje. Il clima è generalmente insalubre. La città e la fortezza di Perekop si trovano nell’istmo fra il golfo di Siwasch nel Mare di Azoff, non lungi dalla porta di pietra che da sul fossato e sui bastioni che si protendono da levante a ponente. Il fossato munito d’un ponte levatoio è tutto di pietra viva e profondo otto metri. La città protetta da una cittadella e da un piccolo castello è mal situata; meschino il suo aspetto: non vi sono che case coperte di stoppia, botteghe di legno, strade sudicie; gli abitanti in numero di 3300 si compongono di russi, tartari, armeni ed ebrei. In passato la' fortezza ebbe una certa importanza, che poscia perdette; le mura cadevano in rovina, ma ultimamente vi si fecero lavori piuttosto grandi di fortificazione. A tre verste da Perekop notasi il sobborgo di Armonsko abitato da ebrei, greci ed armeni, dati al traffico del bestiame, specialmente degli agnelli. Nel 1736 i russi comparvero la prima volta in Crimea guidati dal generale Munnich, il quale comandava un esercito di 100 mila uomini. Trovarono l'istmo sbarrato da un fossato largo 21 metri, profondo 14 e coperto da un muro alto 23 metri. Tutte coteste opere sono fiancheggiate da torne protette dal forte d'Orkapu. I trincieramenti furono espugnati, due giorni dopo la fortezza si rese. Ma la vittoria di Munnich non apri già le porte della Crimea; è d’uopo accagionarne il tradimento dei tartari e l'incuria di coloro che erano destinati a riparare le opere di difesa. Munnich potè allora desolare a suo talento la penisola. L’anno successivo altra invasione dei russi; ma questa volta le mura erano state di nuovo erette e lo stesso Kan della Crimea comandava le truppe. Nel 1751 quel coraggioso guerriero ebbe dal sultano, in premio del valore ch’ei spiegò nella difesa di Perekop, una spada di. 1090 zecchini ed una veste d’onore. Nel 1770 i russi inutilmente assalirono la fortezza, ma l’anno appresso 99 mila uomini invasero nuovamente l'istmo di Perekop e se ne impossessarono. Per le occorrenze poi della presente guerra lo czar Niccolò fece costruire nell’istmo un campo trincierato capace a contenere 100 mila uomini guernito di fortini e circondato di torri che si chiamano massimiliane ad imitazione di quello che sono intorno ad Ulma.
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Si racconta del generale Pelissier ch’egli in Africa diede un colpo di scudiscio sul viso ad uno spahi, che gli aveva fatto una temeraria risposta. Lo spahi sdegnato trasse fuori una pistola e la scattò contro il generale. Tre giorni d'arresto, disse Pelissier, per non aver tenuto le armi in buon ordine. Dopo di che non parlossi più di tal fatto.
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Schaecherger direttore dell'Uffizio telegrafico in Zara ha trovato un apparecchio ch’ei denomina indicatore dei venti. Con questo apparecchio si può precisare esattamente in ogni tempo la direzione e la forza dei venti. L’inventore inviollo all’imperiale Instituto meteorologico centrale di Vienna, dove sarà quanto prima messo in attività.
Ieri alle ore 9 pomeridiane fu incendiata sui vertici dei Monte Pincio una magnifica girandola, la qua' le rappresentò il celebre tempietto, architettura dei Bramante, trovantesi entro il Convento de' Francescani sul Gianicolo ed appellato di S. Pietro in Montorio. Quel tempietto edificato sul luogo, in che il Principe degli Apostoli soffri la crocifissione, nel 1849 rimase interamente incolume dalle bombe e dalle palle che gravemente danneggiarono tutte le mura che alla distanza di po; chi passi lo circondano. Lo spettacolo pirotecnico d’ier sera fu giudicato bellissimo dalla immensa moltitudine che accorse ad ammirarlo.
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Nel Baltico la flotta inglese è inoperosa, e sembra che il vaticinio di Napier debba verificarsi; l'ammiraglio dei 1854 è persuaso che nel 1855 si farà meno di quello che si fece da lui. Le ricognizioni alle coste sono sempre infelici; improvvise esplosioni di guerresche macchine sottomarine non lasciano avvicinar i bastimenti che si spediscono ad ispezione. Un. naviglio inglese approssimavasi ad Hangoc, i russi la catturarono e misero a morte quanti v’erano dentro. Palmerston ha impegnato il governo di Copenaga a richiamarsi presso il: governo di Pietroburgo perché sieno castigati quegli au daci russi. che perpetrarono il miserando eccidio! Sapremo in seguitola risposta dello czare al messaggio danese.
Annunziammo che i russi si preparavano a ripassare il Danubio e a marciare direttamente sopra Adrianopoli. Questa nostra particolare notizia non vediamo confermata in altri giornali ma sembra che sia positiva, mercecché Silistria si guernisee novellamente di copiose truppe è ad Adrianopoli ai forma un campo in cui si raccoglieranno un 50 mite uomini parte turchi parte francesi. Se non vi. fosse qualche imminente pericolo di aggressione moscovite, Adrianopoli. e Silistria non si metterebbero in acconcio di difesa.
Pervenuti finalmente ancor tanto desiderati dispacci russi sul combattimento dei 18 giugno siamo in grado di poterne fare un breve racconto onde in alcuna guisa satisfare la impaziente curiosità dei nostri lettori benevoli sur un. fatto, che menò si grande ruinerà in Europa tutta. Dice Gortschakoff che l’assedio dato dagli alleati all’alba dei 18 cominciò. dopo 24 ere di un cannoneggiamento il più micidiali e di un bombardamento inaudito. Dunque gli alleati all'alba. dei 17 cominciarono a cannoneggiare e bombardare le posizioni che si doveano assalire all’alba: dei 18. Il fuoco degli alleati fu inaudito, fu il più micidiale che immaginar si possa. Ma Gortschakoff, che questo confessa, preferisce d’indicare la quantità delle perdite sofferte; delle quali però darà contezza nelle successive relazioni.
Ma se il 17 fu infausto pei russi, il 18 non la fortunato per gli occidentali. All’alba di questo giorno essi diedero l’attacco ai bastioni Numeri 1, 2 e 3 e al bastione Korniloff. L’impeto francese si spinse fin. dentro la torre di Malakoff, ma, quando parea che la «vittoria arridesse agli alleati, Pelissier conobbe che il cannoneggiamento dei precedente giorno sebbene inaudito e micidialissimo, non aver prostrato il coraggio dei russi in modo che questi (probabilmente anche per sopravvenuti rinforzi) non fossero al caso di fare una energica ed efficace resistenza. Laonde Pelissier poco dopo il mezzogiorno dovette ordinare la ritirata delle sue stanche milizie nelle paratelle, e i russi la credettero anzi una operazione strategica che una conseguenza di non riuscita impresa, imperocché non si attentarono d’inseguire i ritraentisi. Nell'infruttuoso tentativo gli alleati ebbero 1840 feriti e 1593 fra morti, scomparsi e prigionieri i quali da ultimo nominati furono 600.
I russi, fermi sempre nelle loro formidabili posizioni, attendevano una replica dell’attacco nella notte; il perché, a tener lontano il nimico che avesse voluto avvicinarsi di nuovo col favor delle tenebre, continuarono a colpire le ombre notturne col fuoco di tutti il loro cannoni.
La mattina del 19 si conchiuse armistizio per seppellire i morti; e il dispaccio di Gortschakoff non dice se l’armistizio fu a richiesta degli alleati.
Fino alle ore 6 pomeridiane dei 19 nulla d’importante. Indi g|i alleati uscirono novellamente dalle paratelle stringendo i russi; dalla parte centrale, incendiando il piccolo sobborgo nimico in fondo al porto meridionale e ripigliando con attivi& i. lavori di approcci contro Malakoff; le quali operazioni progredivano fino. Al 22 senza essere impedite dai russi che invece attendavano a riparare i danni sofferti net bombardamento dei 17 e nell’assalto dei 18, onde trovarsi preparati a respingere l’attacco che si volesse ripetere..
Nell’Asia i russi già occuparono parecchie posizioni de' turchi; ma finora non si ha notizia di alcuna battaglia. Certo è che Murawieff si avanza con fiducia di riportare segnalata vittoria.
Degli affari politici molto sarebbe a direse s’includesse una verità nella notizia delle due leghe militari germanica ed italiana, delle quali si va da qualche giorno parlando; ma finora quanto si discorre su tal proposito non è che voce, forse l’eco di qualche arcana sublime inspirazione, che vuole si sappia ciò che potrebbe intervenire qualora un disastro occidentale in Crimea promuovesse la rivincita in un disastro generale dell’Europa, come già si fece intendere nel Parlamento di Londra dove di tanto in tanto involontariamente si rivelano pensieri, che possono altrui servire, di norma por le future probabili evenienze.
Il re di Prussia guarda tuttavia il letto per una leggera malattia; il re di Danimarca guarda parimenti il letto per una leggiera caduta da cavallo.
L’imperatore Francesco Giuseppe intanto va ispezionando le sue truppe e ne ordina lo scemamento. Il suo viaggio è una vera corsa trionfale; tanto è l’entusiasmo delle popolazioni che con ineffabili dimostrazioni di gioia salutano ed onorano il cavalleresco loro sovrano!
La Spagna versa tuttavia nelle medesime tristi condizioni finanziarie e politiche. L’Erario è vuoto; molti i progetti onde riempirlo; il ministero esercita il conferitogli potere dittatoriale; le provincie però agitate sempre; i montemolinisti erompono qua e cola; sieno pur piccole le bande, bastano a dar grandi imbarazzi al governo.
In Russia, secondo nostre private notizie, vi è straordinaria abbondanza di viveri; tutto a modicissimi prezzi; le popolazioni poco è nulla sanno della guerra; la Polonia rigurgita di soldatesche; viaggiatori venuti di là ci riferiscono aver veduto per un tratto di ben venticinque miglia ingombre le strade di cavalleria, né già di diverse specie, ma tutta di una medesima divisa militare.
Ai 24 arrivarono a Genova nel più stretto incognito il duca e la duchessa di Montpensier.
A Cracovia s’intertennero ultimamente ad amichevoli colloquii con iscambio di gentilezze i generali austriaci del seguito dell’imperatore, il generale russo Grunwaldt e il generale prussiano Lindbeim.
Per ordine supremo spedito il 16 giugno al comando della IV armata austriaca nella Galizia fu sospeso immediatamente l’ulteriore acquisto dei cavalli per l'artiglieria e pel treno.
Lo stato sanitario delle truppe austriache ne’ Principati danubiani è soddisfacente. allo scopo di conservarlo il meglio che si possa ne’ mesi della state si fecero ambulanze lunghesso i fiumi. Ospedali galleggianti da Galacz fino ad Orsova danno ricetto ai febbricitanti e li trasportano alle più alte regioni della Ungheria, ove i malati, in seguito al cambiamento di aria, ricuperano più agevolmente la salute.
L’imperatore diede sul proprio particolare peculio 24 mila fiorini per l'abbellimento della cattedrale di Francoforte.
Parecchi giornali alemanni afferma no che in occasione della presenza del conte di Chambord a Tepliz, vi si recheranno varii orleanisti, fra' quali Odillon Barrot per assistere al trattato della fusione.
È morta a Parigi la contessa Lavalette, nata Beauharnais, nipote della imperatrice Giuseppina. Le sue personali eminenti qualità e l’eroismo ond'ella seppe salvare il consorte dall’estremo supplizio la rendevano notissima alla società parigina.
Alla Borsa di Londra si fecero scommesse che Sebastopoli cadrà in potere degli alleati innanzi al prossimo mese di settembre.
Il general Cabrera che da varii anni soggiorna in Inghilterra, ebbe una severa ammonizione dal governo di Londra, essendo certo che Cabrera è compromesso nei movimenti carlisti, che si sviluppano nelle parti settentrionali della Spagna.
Ë antica usanza in Russia che ogni nuovo czar, dopo la sua elevazione al trono, recasi a visitare gli archivii dell’Impero per disaminare gli ukasi dei suoi predecessori e quindi è ratificarli, o modificarli, o abrogarli. L’attuale imperatore Alessandro compié, non ha guari, questa cerimonia, e in veggendo un ukase di suo padre del 1811, in cui è decretato che i polacchi, pe' loro buoni sentimenti verso il trono della Russia, abbiano a godere in avvenire diritti eguali a quelli delle altre nazioni dell’Impero, tranne però gli ebrei, corrugò la fronte a questa eccezione Un simile stato eccezionale, disse, non dee sussistere in Russia più a lungo; in voglio che ciascuno nel grande Impero di Russia abbia uguali diritti e doveri.
Il granduca Michele è giunto da Mosca a Varsavia.
(Disp. tel.) La Francia insiste appo il Divano pel taglio dell'istmo di Suez; l'Inghilterra promuove opposizioni.
(Disp. tel. Atene 22) L’ arciduca austriaco Ferdinando Massimiliano ai 15 giunse al Pireo colla sua flotta; ai 21 recossi a Candia, donde probabilmente farà vela alla volta di Alessandria.
(Disp. tel. Copenaga 25) Quattro vascelli alleati sono entrali nel Mar Bianco avviandosi verso Arcangelo.
Il blocco continuato delle coste russe (scrive il Times) comunque accresca il prezzo dei prodotti coloniali, non reca alcun danno alla produzione ed alla industria manufatturiera della Russia; anzi il blocco è di gran vantaggio al sistema proibitivo russo, e le squadre alleate sopravegghiando le coste finlandiche fanno si che la Russia possa arruolare nei suoi eserciti un corpo numeroso di bravi soldati, che sinora furono impiegati come guardacoste nel Baltico e nel Mar Nero. Indi si sa che anche gli uffiziali della dogana e i guardacoste di Odessa e di altri luoghi furono incorporati è nella riserva è nella milizia attiva.
(Disp. tel.) La flotta combinata del Baltico lasciò nuovamente le acque di Cronstadt. A bordo di essa predominano gravi malattie; scorbuto e dissenteria; vi ebbero pure casi di colera.
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(Disp. tel.) Ai 16 una spedizione parti da Kamiesch; il cui scopo non conoscevasi. Si supponeva che andasse è al golfo di Perekop, è verso Odessa ed Ackermann.
Gortschakoff concentrò tutte le riserve a Nikolajeff sotto il comando del generale Utschakoff per paralizzare una qualche operazione nimica contro Perekop.
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Il generale Chomutuff entrò in Crimea dall'istmo di Perekop con 22 mila cosacchi a cavallo, 7 mila fanti e 40 cannoni; si congiunse col corpo di Wrangel presso
Abei-Bey. Osten-Sacken lasciò Simferopoli e si recò al campo fra il Belbek e la Cernaia, la cui riva destra era ed è occupata dalle truppe di Liprandi.
(Disp. tel.) Gortschakoff in data del 17 scrive: Gli alleati ricominciarono il fuoco alle ore 8 della mattina del 17 contro il fianco sinistro dei russi; poi nel pomeriggio contro il destro. Nello stesso giorno una parte del corpo di operazione degli alleati passò la Cernaia e si stabili fra i villaggi di Kutehana e Schula.
(Disp. tel. ricevuto e comunicato dall’ambasciata russa a Vienna) Il principe Gortschakoff in data del 18 ore 2 pomeridiane annunzia che «dopo un cannoneggiamento il più micidiale che durò 24 ore ed un bombardamento inaudito, gli alleati al sorgere del giorno 18 diedero l’assalto ai bastioni Numeri 1, 2 e 3 ed al bastione Korniloff. Dovunque respinti con enormi perdite, i francesi batterono la ritirata, lasciando 600 prigionieri in potere dei russi.
(Disp. tel. di Pelissier) Le perdite degli alleati nel fatto d'arme del 18 sono: Uffiziali morti 37, prigionieri 17, ambulanza 96. Sottufficiali e soldati uccisi è scomparsi 1544, ambulanza 1744.
(Disp. originale) Pertes 18: officiers tués 37, prisonniers 17, ambulance 96: sous-officiers, soldats tués disparus 1544, ambulance 1744.
(Disp. tel. Londra 22) Lord Baglan annunzia che le perdite degli alleati il giorno 18 non sono considerevoli.
(Disp. tel. comunicato dall'ambasciata russa in Vienna) Gortschakoff in data del 21 annunzia che dopo l'assalto dato dagli alleati il giorno 18 e gloriosamente respinto dai russi, gli alleati medesimi sospesero quasi del tutto il loro fuoco; e fino alle ore 6 pomeridiane del 19 non era successo innanzi a Sebastopoli alcun avvenimento importante.
(Disp. tel. Parigi 26) Pelissier in data del 22 annunzia che gli alleati eseguivano attivamente i lavori di approccio contro Malakoff; lo stato sanitario della armata generalmente buono; i russi occupati a riparare i danni sofferti.
(Disp. originale) Pelissier 22. Nous exécutons activement cheminement contre Malakoff. Ennemi occupé se réparer, état sanitaire généralement bon.
(Cheminement, invece di essere interpretato lavori d'approccio, forse significa marcia).
(Disp. tel. Vienna 21 sera) Notizie di Costantinopoli recano che alla urgente domanda di Pelissier le truppe di riserva stanziate a Varna furono imbarcate immediata mente per la Crimea.
(Disp. tel.) Ai 19 gran movimento nel campo dei russi dietro Inkermann. Si credeva essere sopraggiunti nuovi rinforzi russi.
(Disp. tel.) L’attacco a Malakoff doveva essere rinnuovato il giorno 25.
Scrivesi da Parigi che prima della fine del mese, che finisce oggi, il generale Bosquet avrebbe data una gran battaglia al generale Liprandi.
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(Disp. tel.) Mariopoli interamente incendiata; una parte di Tangarog rimase preda delle fiamme; Jenikalè è fortificata dagli alleati.
Nelle recenti distruzioni avvenute nel Mare di Azoff il commercio di Marsiglia perdette il valore di 6 milioni di franchi!
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(Disp. tel. Damasco 7) Continua la organizzazione della legione inglese.
(Disp. tel. Costantinopoli 18) Sono terminate le principal fortificazioni dei turchi ad Erzerum. Un 2000 uomini di Williams furono spediti verso Batum (che fu già sgombrato dai turchi ed occupato dai russi.
(Disp. tel.) Notizie di Costantinopoli dei 13 recano che lo stato delle cose in Asia era sempre critico pei turchi. A Kars consideravasi l’entrata dei russi in quella città siccome inevitabile, perocché non vi erano più mezzi di resistenza. Corpi di truppe russe starano a Redut-Kalè.
La Gazzetta di Milano ei die’ parecchie volte le più solenni guarentie che d’uno in altro giorno sarebbe giunto il dispaccio annunziante la presa di Sebastopoli e la cacciata dei russi dalla Crimea. E pure oggi viene a dirci che «ora è più che mai manifesto come il sistema delle operazioni seguito dagli anglo-francesi in Crimea non riuscirà a decisivi risultati. L’assedio di Sebastopoli rassomiglia finora alla posizione di due campi trincierati che hanno libere le comunicazioni colla loro base di operazioni. Le opere principati che difendono Sebastopoli sono di terra, e quantunque un ragguardevole ufficiale del genio inglese abbia scritto che quella fortezza consisteva nel più vasto sistema finora conosciuto di fortificazioni di campagna, egli è certo che non avrebbero potuto sostenersi contro il fulminare delle grosse artiglierie, se i russi non avessero avuto i mezzi di porre immediato riparo ai danni ed alle perdite cagionate dal nimico. La difesa di Sebastopoli è diretta dal più stimato officiale moscovita del genio militare Tottleben, che dal grado di semplice luogotenente venne innalzalo, in poco d'ora, a quello di generale; e per sentenza degli intelligenti sarà inespugnabile, finché investita da ogni parte avrà perduta ogni possibilità di rifornire i magazzini di provvigioni, l’esercito di soldati, d’innalzare nuove fortificazioni per mancanza di operai, è di restaurare quelle che vengono danneggiate dal fuoco nimico è dalle vicissitudini dell'atmosfera. Or come questa improvvisa mutazione di linguaggio della Gazzetta, senza aver premessa almeno una dichiarazioncella che sapientis est mutare consilium, e che, portate più esatte considerazioni sullo stato delle cose, queste non sono quali per lo passato asseverantemente le disse, ma quali oggi con tanto sciupio di strategica dottrina le manifesta? E, per soprappiù, la Gazzetta cade in qualche altra incoerenza. Non ha guari ella con ironia piuttosto insultante (e noi riportammo le sue parole (Ved. Num. 78) per meglio ricordare che all’occorrenza) sentenziava che «i russi son forti nella loro attitudine a sostenere molte sconfitte, mentre gli anglo-francesi in questo son deboli di non poterne soffrire una sola!»
Oggi poi se n'esce con una geremiade iperbolica forse assai più dei lieti cantici che avvezzossi ad intuonare. Ascoltiamo anche questa.
«Dopo il micidiale tentativo del giorno 18, poco é a sperarsi da qualche ardito stratagemma, od assalto improvviso. Le operazioni di assedio si ripiglieranno più lente e più difficili di prima. E sperda il cielo ogni funesto presagio! ma la condizione degli occidentali gittati sovra spiaggia inospitale, circondali d’ogni intorno dalle ossa biancheggianti dei loro compagni, molestati dai perniciosi miasmi, cui svolgeranno le caldure del sollione, perseguitati dai fantasmi del contagio, e dalle paure di un verno lungo e precoce, desta, e non a torto, lo più vive inquietudini.»
Ma è egli possibile che la enfatica Gazzetta pria del fatale 18 giugno nulla avesse saputo di quelle caldure paure, di quelli miasmi e fantasmi, che ora cosi all’improvviso le sconvolgono la atterrita fantasia? Noi anzi che supporre in essa una manchevole intelligenza, vogliamo ad altre cagioni riferire il suo presente linguaggio. Finché si disse che l’Austria era sulle mosse a romper guerra alla Russia unendosi attivamente alla Francia e all'Inghilterra, la Gazzetta parve (o era) interessata a sempre cantare la insuperabile forza delle Potenze occidentali; oggi che l’Austria vuole rimanersi amica della Russia invece di combatterla (C. It.); oggi che parlasi di una prossima lega militare germanica e non sappiamo a quale scopo, sebbene v’ha chi pensi che si farà di concerto con la Russia; oggi che si va buccinando anche una lega italiana per tutta la durata della cosi detta guerra orientale, e allo scopo evidente d’intercidere gli effetti delle minacciate sovversive inspirazioni britanniche; oggi si coglie avidamente la occasione di un non riuscito tentativo delle armi alleate in Crimea per cominciare a dire che «gli occidentali son forti a sostener le sconfitte, e che i russi in questo son deboli a non poterne soffrire alcuna!»
Le pur dianzi memorate circostanze c’inducono a supporre che la Gazzetta ora creda suo dovere di sminuire nella pubblica opinione la potenza della Francia e dell’Inghilterra, come per lungo tempo ingegnossi a scemar quella della Russia. I consecutivi articoli della Gazzetta ci faranno intendere se i nostri sospetti abbiano o no’ un ragionevole fondamento. In qualunque caso però certe avversioni giornalistiche come non nocquero mai alle armi rosse, cosi non avranno mai la virtù di nuocere alle armi occidentali.
Avevamo già scritto in precedente articolo allorché ci giunse il Corriere italiano del 23, il quale, appunto come noi notammo le inconseguenze della Gazzetta di Milano «nota varie inconseguenze in alcuni dei pubblici organi alemanni; e fra questi si limita a citare la Militarische Zeitung, che nei decorsi giorni a poco a poco andò dimostrando non solo non essere imponibile la caduta della penisola la taurica, ma esservi anzi probabilità che la campagna finisca a totale vantaggio degli alleati. Appena poi giunge la notizia d’un successo moscovite, ed eccola con ampollose frasi descrivere il valore e la intrepidezza dei russi e l’arditezza incomprensibile degli alleati. Chi legge l’articolo scritto in proposito dalla Militarische Zeitung non potrà fare a meno di scorgere a colpo d’occhio la gioia che traspira da ogni sua parola per tale successo riportato dalle truppe dello czar. Attendiamo di vedere questo giornale colla sua solita conseguenza proclamare tra breve che gli alleati, battuti dalle truppe valorose di Russia, decimate dalla fame e dalle malattie, scoraggiati dalle continue lor perdite, non avran di meglio che battere la ritirata, lasciando in mano all'inimico tutto it loro materiale da guerra e buon numero di prigionieri. E a far mutare si prestamente d'opinione sarà sufficiente un solo attacco mal riuscito?»
La Presse sul proposito del combattimento del 18 dice «esser d'uopo che la pubblica opinione non esageri il grado di questo non riuscito tentativo. La situazione rimase la stessa; i russi non riguadagnarono un palmo di terreno; le posizioni, che non si poterono. conquistare questa volta, saranno attaccate nuovamente e conquistato. Gli alleati non si ritireranno pria che i loro vessilli non isventolino su tutti i forti di Sebastopoli.»
La Kolnische Zeitung accusa di mancanza di coraggio la politica austriaca e le applica le note parole: Tutius est igitur fietis contendere verbis quam pugnare manu. L’accusa poi di doppiezza e basa il suo rimprovero sul fatto che l’Austria, malgrado il quinto articolo del trattato del 2 dicembre, non cominciò la guerra contro la Russia non solo al termine del 1854, ma né anche dopo che le conferenze viennesi furono chiuse a si riconobbe non potersi ottenere la pace in via diplomatica. Il Journal de Francfort però con un ben lungo articolo dimostra che del valore austriaco contro forze anche più grandi rendono testimonianza le istorie dei secoli passati è le guerre dei secolo presente. Quanto poi alla incriminazione di doppiezza. Il Journal de Francfort, considerando che l’articolo quinto dell’alleanza prescrive semplicemente che se il ripristino della pace generale sulla base dei quattro punti non fosse assicuralo al termine del 1854, le tre Potenze avrebbero deliberato sui mezzi atti a conseguire lo scopo della loro alleanza, conchiude che da questa convenzione non emana la Conseguenza che l’Austria avrebbe dovuto impugnar subito le armi contro la Russia. Indi, secondo il Journal de Francfort, le tre Potenze raggiungono lo scopo dalla loro alleanza, l’Austria dichiarandosi neutrale, e la Francia e l'Inghilterra continuando a sperimentare la sorte delle armi. La Kolnische Zeitung si troverà seriamente imbarazzata se vorrà rispondere agli argomenti e alle riflessioni del Journal de Francfort.
Ci la sapere il Corriere italiano «essere impossibile illudersi che tranquillizzata la Russia riguardo alle intenzioni dell’Austria e dell’Europa centrale, ella non disporrà di una parte delle sue truppe della Polonia a rafforzare le sue armate della Crimea, anzi se vuolsi credere ad una notizia della famosa Gazzetta Crociata, una parte del corpo de' granatieri stanzialo in Polonia, cioè 8 reggimenti della forza di 24 mila uomini hanno a quest'ora già passato Perekop in marcia verso la Cernaia.»
A noi on reca meraviglia il fatto dei rinforzi russi che di continuo vanno nella Tauride, perocché più vol le ne favellammo come di cosa che non ammette dubbio; ma quel che ci la meraviglia si è la rivelazione favoritaci in modo positivo dal Corriere sulle assicurazioni che la la Russia intorno alle intenzioni dell’Austria e dell'Europa centrale. Imperocché queste assicurazioni furono certamente precedute da qualche congresso diplomatico, del quale non seppesi mai nulla. O forse si diedero in quelle particolari. e lunghe conferenze, di cui fece di tanto in tanto menzione il Corriere, fra Buol e Gortschakoff, durante le trattative per la pace? Ma quelle particolari lunghe conferenze non ebbero altro. scopo, a quanto ai disse, che di assicurare la Russia non poter l’Austria declinare dello esigere il pieno adempimento dei quattro punti delle garanzie. Senza però cercare il come il quando, il fatto è certo; che, se tale non fosse, il Corriere, che sempre affermò la inevitabile guerra dell’Austria contro la Russia, non avrebbe oggi comunicato esistere amichevoli assicurazioni date alla Russia dall'Austria.
La Gazzetta di Colonia assicura che le Potenze occidentali hanno dichiarato per mezzo dei loro ambasciatori alle Corti di Berlino e di Vienna, che in avvenire non verranno più ripigliate le pratiche di un accomodamento con la Russia sulla base dei primitivi quattro punti delle garanzie, ma che le ulteriori condizioni della pace dipenderanno unicamente dall'esito della guerra. E la Gazzetta di Milano vedendo che, non ostante l'essersi da lei dimostrata la impossibilità della presa di Sebastopoli, e non ostante le paure di un verno precoce e le caldure del sollione e i fantasmi del contagio e i miasmi di una regione cadaverica, cose tutte che da essa Gazzetta si passarono in rivista perchè indi distruggessero gli eserciti occidentali gittati sur una spiaggia inospitale e circondati dalle ossa biancheggianti dei loro compagni, vedendo, ripetiamo, che, non ostantesi terribili traversie, Francia e Inghilterra, invece discendere a più miti sentimenti, si alzano a maggiori pretensioni, simula dimenticare quel che disse ieri, ed oggi rimprovera ad altri ciò che dovrebbe rimproverare a se stessa. Ecco il suo novello linguaggio:
«Chi volesse spaziare pei campi della fantasia (cioè fra le paure e le caldure, i miasmi, i fantasmi) facile gli si sarebbe di tessere qualche omerica descrizione di una lotta così cruenta, e contar le migliaia dei morti con uno spavento da impietosire il lettore: ma con la fantasia non s'invade il dominio della storia, e debbonsi lasciare queste innocenti gherminelle a qualche Girardin cui possa piacere di fingere più minuti particolari da notizie private.»
Dunque la Gazzetta rinunzia di spaziare nei campi della fantasia, e prevedendo che Francia e Inghilterra pur possano fare qualche cosa, va pensando come si diporteranno nel caso ch'esse riescano vittoriose, ed invoca l'autorità del Journal de Francfort per farci sapere che «anche in tal caso le Potenze occidentali rimangono vincolate col trattato del 2 dicembre ai quatto punti.»
Sapevasi che il Journal de Francfort si mostrò sollecito sempre a tutelare gl'interessi della Russia; ed è manifesto che da qualche tempo in qua si fe' strenuo propugnatore degl'interessi dell'Austria. Quale il motivo di ciò, per noi non è ben chiaro; ma certo è che il voler vincolate le Potenze occidentali al trattato dell'alleanza del 2 dicembre qualora uscissero vincitrici dalla lotta indipendentemente dagli aiuti che s'includevano in quel trattato di alleanza, sarebbe nell'intendimento del Journal de Francfort un vantaggio per la Russia; e questo vantaggio procurato alla Russia dall'Austria, che stipulò il trattato del 2 dicembre, dopo il quale le Potenze occidentali si trovarono, mercé della successive inattività dell’Austria, nel medesimo stato in cui si trovavano innanzi alla stipulazione di quel trattato. Sembra però, a quanto afferma la Gazzetta di Colonia, che Francia e Inghilterra la pensino diversamente, imperocché vogliono far dipendere il futuro aggiustamento dall’esito della guerra e non da un trattato che, secondo il Morning Herald, divenne una carta di niun significato. E cosi essendo, come può credere la Gazzetta di Milano, facendo eco al Journal de Francfort, che chi non istette nella guerra dalla parte delle Potenze occidentali, avrà diritto, terminata che sia la guerra, di mettersi dalla parte loro per obbligarle a non declinare da condizioni' di pace che non sieno di nocumento alla parte contraria?
Parecchi giornali recano, ciascuno a suo modo, la descrizione del fatto d’arme del 18 giugno a Malakoff. Non ci è stato possibile raccogliere, in tante avariai narrazioni, gli elementi necessarii per intessere un istorico racconto. Laonde, a far questa, aspetteremo i rapporti uffiziali di Pelissier 'e di Gortschakoff.
Il Journal de Saint-Petersbourg rispondendo alla nota Circolare di Walewski ministro degli affari esteri di Francia riversava sulla Francia e l’Inghilterra la colpa della rottura delle negoziazioni per la pace. Ma una nuova Circolare di Nesselrode, modificando alquanto ciò che rasi affermato nell’articolo del Journal de Saint-Petersbourg, dice che questa colpa è unicamente dell’Inghilterra. Ora il Moniteur, replicando a tali asserzioni, vuol dimostrare che la colpa non è né della Francia e dell’Inghilterra unità insieme, né dell'Inghilterra sola, ma totalmente della Russia.
Scrivesi da Berlino al Journal des Débats che Austria e Prussia si sono definitivamente accordate sulla linea di condotta politica che la Germania terrà nelle sue relazioni con l'estera e per conseguenza nella quistione orientale. Non dicesi però in che consista que, sta linea; e ciò sarebbe necessario a sapersi più che qualunque altra cosa. lo qualsivoglia modo avremmo da rallegrarci per la unione d’Austria e Prussia, perche la politica austriaca, che non deviò mai dai suoi tradizionali principii conservativi, associandosi alla prussiana ci sarebbe garanzia di aver guadagnalo a sé nuova forza per la tutela dell’ordine.
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Si diedero preventive notizie che col primo giorno di questo mese avrebbe cominciato la concentrazione delle truppe austriache d'Italia. A tale effetto erano incamminate verso Somma le divisioni del principe Jabiunovski e del feidzeugmeister Melzar; a Somma poi avranno luogo gli esercizii militari sotto gli ordini dei feldmaresciallo Radetzky che vi si recherà da Monza.
(Disp. tel.) Sono licenziate le riserve del terzo e del quarto corpo dell’armata austriaca e si accoglierà con piacere dall’imperatore ogni congiuntura che rende possibile una ulteriore diminuzione dell’esercito.
A mezzogiorno del 26 giugno l’imperatore giunse a Tarnopoli. La popolazione lo accolse con grandi dimostrazioni di giubilo.
É giunto a Vienna il principe Alessandro Ghika figlio dell’ospodaro Moldavo.
Dicesi a Vienna che lor Westmoreland tornato a Londra sarà nel posto di ambasciatore presso la corte cesarea sostituito da lord Elliot stretto parente di lord John Russell.
Il governo prussiano nella previsione delle ostilità che stanno per incominciare nel Baltico avvisò i commercianti suoi sudditi ad essere più circospetti nelle loro relazioni con la Russia, onde non porgere occasione alle Potenze occidentali di molestare i porti prussiani.
La rappresentanza municipale di Parigi ha determinato qual uso debba farsi del terreno di 11865 metri proveniente dalla demolizione delle case del Temple. Sarà esso trasformato in un pubblico giardino, nel cui mezzo si collocherà un monumento in onore di Luigi XVI e di Maria Antonietta.
Circola in Inghilterra per le mani quasi di tutti un foglio volante, in cui si legge; «Perché continuar la guerra? Concittadini! Voi vi siete impegnati in una guerra contro la Russia per due ragioni; la prima, per costringere l’armata russa ad abbandonare la Turchia; e questo è fatto; la seconda per mantenere la indipendenza dell’Impero ottomano, e questo scopo è raggiunto egualmente, per quanto, almeno, può farsi indipendente uno Stato radicalmente corrotto. Perché dunque avrassi a continuar la guerra? Ecco quali sono le concessioni della Russia. La Russia rinunzia al protettorato dei Principati danubiani ed acconsente a che un protettorato collettivo delle grandi Potenze sia sostituito al suo protettorato esclusivo, La Russia aderisce alla libera navigazione del Danubio pei bastimenti mercantili di tutte le nazioni, che non avranno da lei alcun impedimento, Che potete voi pretendere di più pel commercio di questo fiume? La Russia ammette un protettorato comune dei cristiani sudditi della Turchia, e ritira la sua primitiva domanda di esercitare essa sola questo protettorato. Chi vorrà negare che i cristiani in Turchia abbiano bisogno di esser protetti? E qual miglior protezione per loro che quella che ad essi è guarentita da' tutto il Cristianesimo? La Russia conviene che la Turchia entri nella grande confederazione europea, e s’impegna a rispettare la sua integrità e la sua indipendenza. Può egli desiderarsi è attender davvantaggio? Perché dunque continuar la guerra? Tutto quel che voi avete voluto ottener con la guerra si è ottenuto ed anche di più. Ora volete voi combattere per qualche altra cosa, è soltanto pel piacere di combattere? Volete diventare assalitori? Perché fare altrui ciò che non vorreste che altri facesse a voi? Inglesi! risparmiate il sangue della umanità! Non aumentate le vostre enormi imposte che già si elevano a meglio che due milioni e mezzo di lire sterline per ogni settimana. Non provocate sopra di voi la collera di Colui che è padre della umanità ma col mezzo di riunioni, petizioni e rimostranze decidete che questa dispendiosa e barbara guerra sia immediatamente terminata!
Il re di Danimarca ai 20 giugno sciolse la Dieta e vietò gli arruolamenti per la legione straniera. Ai contravventori è comminata la pena di otto anni di carcere e di lavori forzati.
Sono riuniti nel campo di Stocolma 12 mila nomini di fanteria e tre reggimenti di cavalleria sotto il comando supremo del principe reale.
La imperatrice madre ha stabilità la sua residenza a Peterboff, dove si recarono pure gli altri membri della famiglia imperiale. Andravvi anche lo czar, imperocché Pelerboff ha il vantaggio di essere alla distanza di mezza lega da Cronstadt, che d’uno in altro giorno pu divenire il teatro di grandi avvenimenti.
Il principe russo Alessandro Mestcherky ha dato alla stampa parecchie sue poesie liriche sulla questione d’Oriente. Questa raccolta di poesie vendesi a Pietroburgo da Dufour libraio della Corte a profitto degl’incendiati di Brahestadt e di Uleaborg.
Una fregata inglese essendosi presentata davanti Helsinfors, dove lanciò alcune palle infuocale, quegli abitanti furono presi da tale spavento che, malgrado ogni sforzo delle autorità per trattenerli, si diedero alla fuga, abbandonando ogni cosa. Credesi che il grosso della flotta occidentale non tarderà molto ad aprire un terribile bombardamento contro Helsinfors.
Una quarta divisione di bastimenti da guerra inglesi sta per giungere nel Baltico. Essa è composta di. scialuppe cannoniere e di legni poco pescanti, atti ad avvicinarsi molto alle fortificazioni del nimico.
Souvroroff governatore generale delle provincie del Baltico ha fatto una leva di 933 uomini sulle coste marittime per le scialuppe cannoniere di Riga.
(Disp. tel.) Ai 21 giugno il granduca Niccolò passò in rivista le truppe ad Helsiugfors ed Abo, e visitò il porto di Sweaborg. La flotta inglese era dispersa lungo la costa della Finlandia.
Grande è l'agitazione che domina in Odessa, dove si terne una spedizione a guisa di quella fatta nel Mare di Azoff. A Galatz ed Ibraila i mercanti caricano in gran fretta le loro navi, sicché que’ porti fra pochi giorni rimarranno affatto deserti. Sapevasi a Bukarest che gli alleati si preparavano a muovere dalla Dobrudsca e ad assalire Ismail,
Le truppe russe in Crimea sono assai molestate dal caldo, che diviene per esse insopportabile.
Tutto il personale sanitario del corpo della spedizione piemontese fu ripartito fra i due ospedali di Balaklava e di Kamara. Al difetto d’infermieri si suppli chiamando cg il settimana e per turno un battaglione che attende a servizii occorrenti sotto la direzione dei proprii uffici.
Il governo di Torino ordinò d’impegnare il maggior numero possibile d’infermieri da mandarsi in Crimea. Ai 14 giugno partirono da Genova per la Crimea 15 suore della Carità e due preti della Missione, Ai 25 s’imbarcò un distaccamento d’infermieri militari per l’Oriente.
(Disp. tel.) Lamarmora annunzia che il colera è quasi dei tutto scomparso fra le truppe piemontesi che sono in Crimea.
Gli uffiziali piemontesi in Crimea sono messi alla razione del semplice soldato.
Appena il governo inglese ricevette la notizia della fallita impresa dei 18 giugno, trasmise l’ordine ai reggimenti d’Inghilterra e d’Irlanda di preparai! all’imbarco per andare in Crimea. Anche i governi di Malta e di Gibilterra, non che il lord primo commissario delle Isole Ionie ricevettero l’ordine di spedire immediatamente in Crimea tutti gli uomini non solo dei reggimenti di guarnigione delle fortezze, ma eziandio dei battaglioni di riserva e della guardia. I quali rinforzi aumentano di 13 mila uomini l’esercito inglese della Crimea. Inoltre quattro batterie di campagna e un distaccamento di artiglieria a cavallo partirono pure d’Inghilterra per l’Oriente.
Ai 19 giugno in un Consiglio di guerra tenuto dai generali alleati, Pelissier propose un nuovo tentativo contro la torre di Malakoff dalla parte sinistra. Credesi che Raglan acconsentisse a questo divisamento.
Alla Borsa di Parigi asseveravasi che il 20 giugno i russi aveano fatta una sortita assai vigorosa contro la quarta paratella degli alleati e che ne furono respinti con perdite molto sensibili. Giunsero pure altre notizie, le quali assicuravano che il 21 i francesi rioccuparono una parte del terreno, d’onde sgombrarono il 18.
(Disp. tel. Da Bukarest) Notizie della Crimea recano che i francesi ai 21 giugno si erano impossessati del borro (luogo scosceso) vicino alla torre di Malakoff.
(Disp. tel.) I cannoni delle batterie francesi ai 21 giugno mandarono a picco due vascelli russi ancorati nel gran porto di Sebastopoli.
(Disp. tel.) Ai 21 giugno il generale Bosquet spinse più innanzi le sue truppe sulla sponda destra della Cernaia. I russi non fecero resistenza tale da impedirne l'avanzamento.
Ai 23 giugno anche alla Borsa di Vienna parlavasi di nuovi vantaggi riportati il 21 dalle arme alleate dinanzi Sebastopoli.
(Disp. tel. di Pelissier) Gli alleati ai 24 giugno spingevano innanzi le strade di approccio contro la torre di Malakoff. Stavasi facendo una batteria avanzata per completare l’investimento del porto.
(Disp. tel.) Ai 25 e 26 giugno nessuna notizia.
(Disp. tel.) I russi rioccuparono Anapa. (Non è detto né come né quando, aspetteremo la conferma)
Williams ha spedito Longworth nella Circassia per compiere una importante missione. Credesi che si voglia organizzare un’armata di circassi per agire contro i russi nell'Asia.
(Disp. tel.) A Vienna giunse la notizia che i russi, prendendo in Asia l’offensiva, si avvicinarono a Kars e ivi soffersero una sconfitta che li costrinse alla ritirata. (Ci permettiamo ad esigerne la conferma)
Il generale Pelletier francese di nascita e già ministro della repubblica domingana, e i generali Aybar e Ruitz incriminati di congiura contro il governo di San tanna furono condannati alla fucilazione. l'ammiraglio francese Hernoux, il commodoro inglese Hendersen e tutti i consoli delle nazioni straniere s’impegnarono ad ottenere almeno una commutazione di pena, ma indarno. Si recarono tutti insieme presso Santanna, ma questi non li volle ricevere. Alle ore 3 pomeridiane del 2 maggio tre mila soldati si adunavano nel luogo ordinario delle esecuzioni capitali, che si fanno a San Domingo; e una grossa squadra di gendarmeria conduceva Ruitz, Aybar e Pelletier all’estremo supplizio. Il generale Santanna comparve ordine di far mettere in ginocchio i condannati e di leggere loro la sentenza. Il drappello di servizio caricò e apparecchio le sue armi. Il comandante ordinava già di appuntar i facili, quando Santanna gridò: Alto! e il suo aiutante di campo fesse un foglio; e la l’annunzio della grazia. Plausi della circostante popolazione da ogni parte. Ma Ruitz avea già sofferta tale commozione nervosa che restà quasi privo di sensi. Aybar e Pelletier diedero prove di eroico coraggio. I tre graziati indi ebbero il passaporto per abbandonare il paese.
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Sulla futura strada ferrata da Milano a Pavia e sino alla frontiera sarda per congiungersi a quella di Genova, si afferma che tale unione avverrà mediante un tronco di strada ferrata da Sartirana al confine del Gravellone.
Il Consiglio provinciale di Voghera stanziò due milioni di lire per la strada ferrata tra Novi e Piacenza; e 300 mila lira furono stanziate dal Consiglio comunale di Voghera. Anche i Consigli provinciali di Novi e Tortona assegnarono ciascuno lire 500 mila per lo stesso effetto.
METEORE
La penultima settimana di giugno comparvero sull'orizzonte piemontese alcune insolite meteore. Fra queste è da noverarsi una tromba terrestre che i torinesi il giorno 20 osservarono nella direzione di sud est della capitale. La terribile meteora vestiva la forma consueta di un cono rovesciato, ed ingrossava rapidamente lanciando sprazzi luminosi dalla parte inferiore assottigliala; parea camminasse velocemente verso il Po. Altra meteora si fu il bel miraggio che ai riguardanti presente il tempio di Soperga mirabilmente disegnato nel cielo e a breve distanza dalla stessa basilica.
Il Pays notifica con tutta la serietà ai presenti e ai futuri che una bambina di nome Giulia S... colpi la dal fulmine cambiò subitamente di sesso per l'influsso del fluido elettrico. Oh vedete che razza di scherzi si fan commettere a questo povero fluido!
Da parecchi mesi a questa parte si é parlato e si è fatto parlare di un giornale che la Russia volea fondare fuori della Russia per la difesa dei suoi diritti ed interessi appo la pubblica opinione di Europa. E per dare un maggior credito alla terribile importanza di questo giornale si disse che la pubblicazione ne fu vietata perfino in Prussia, sebbene tutti sappiano che il gabinetto di Berlino vada di pienissimo accordo con quello di Pietroburgo. Una tal proibizione (forse pretesa) solleticava intanto sempre più la curiosità dei politici plateali; e la smania di vedere il temuto giornale (col tanto favellarsene) elevavasi anco a rimproverare di tirannide il libero governo che lo proscriveva. Ma finalmente trovossi il benevolo paese, che accoglieva i raminghi compilatori del fatale periodico. Il celebre Cretineau Joly principale articolista del medesimo traeva nel Belgio; a Brusselles fu agevole invenire un editore che per tre anni s’impegnasse alla pubblicazione del giornale con un annuo stipendio di 25 mila franchi; non si durò fatica a trovare chi ne assumesse la direzione con un annuo stipendio assai considerevole, e con più 200 mila franchi a titolo di spese di fondazione. Pagata inoltre la stampa dal governo russo, la fila del giornale era perpetuamente assicurata. L’incasso degli abbonamenti destinato al salario dei corrispondenti e degl'impiegati inferiori (Gazz. di Milano). Stabilite per tal modo le cose relative alla parte economica e amministrativa, ai 20 di giugno mettevasi alla luce il numero Specimen del giornale LE NORD. Leggiamo in esso un ben lungo programma, del quale recheremo i passi più importanti, permettendoci alcune brevi osservazioni ai medesimi.
Comincia il programma: «La Russia non è stata mai giudicata bene dall’Occidente dell Europa; e soprattutto, dappoiché la stampa discute avanti al tribunale della pubblica opinione gli avvenimenti in seguito dei quali scoppiò la guerra, e quelli che indi sopravvennero, gli atti di accusa contro quel grande Impero si avvicendarono, e molte sentenze formularonsi per condannarlo. Finora, in questo gran processo politico, la difesa non fu fatta che da alcuni giornali americani e tedeschi; ed essa né anche fu ascoltata dai si numerosi leggitori che non conoscono che i giornali francesi; noi adunque ci presentiamo innanzi a loro a perorare in favore di una causa sin qui mal esposta, mal conosciuta e mal apprezzata.»
Perdoneremo volentieri a Cretineau Joly la pretensione ch’egli ha d’illuminare la ignoranza dell'Europa occidentale sulle cose della Russia; ma non sappiamo se i precedenti avvocati della causa russa in America e in Alemagna gli sapran buon grado ch’egli applichi loro la contumelia di averla mal esposta! Certo, s’eglino non potevano esser commendali di avere la grande abilità oratoria dello stipendiato Cretineau Joly, dovevano almeno esser laudali e ringraziati della loro buona intenzione di avere, gratuitamente, propugnato una causa, che non poterono meglio difendere perché prima della comparsa di Cretineau la Russia non era ben conosciuta dal resto di Europa.
Seguono a dire gli egregii compilatori: «Onde prevenire delle interpellazioni, noi confessiamo che nomi russi son quelli che maggiormente figurano nel catalogo degli azionisti fondatori del giornale.... Noi siamo una voce del Nord, una voce franca e sincera, interprete d’una leale coscienza.... La Russia non si conosce in Europa.... Noi faremo conoscere la Russia all’Occidente.... Noi vogliamo essere l’anello di unione fra l’Occidente dell’Europa e la Russia E si dirà che noi siamo un organo del governo russo? Anzi come ciò si è potuto già dire? Questo non è vero!»
Quai genere di patrocinio sia cotesto noi non intendiamo. l'avvocato che assume la difesa di una causa, nega di essere l’organo del suo cliente appo il tribunale che dee giudicar la quistione!
I redattori del programma poi si querelano che «alle appreziazioni inesatte della Russia si aggiunsero le malivolenze e le menzogne, le quali fecero credere che prima di Pietro il Grande la Russia era un paese barbaro....»
Anche questo non è vero; sebbene Voltaire, il grande encomiatone di Pietro I scriveva in senso alquanto diverso. Sotto lo czar Pietro «les moscovites connurent par degrés ce que c’est la société... Il poliçait ses peuples, il était sauvage. Il a dit à un magistrat d’Amsterdam: le réforme mon pays, je ne peux me réformer moi-même. Il a, de ses propres mains, été l’exécuteur de ses sentences sur des criminels, et dans une débauche de table il a fait voir son adresse à couper des têtes. (Hist. de Charl. XII. Liv. I.). Ma Cretineau
vuole togliere anche a Pietro I, la gloria di essere stato il civilizzatore dei suoi popoli, come si è finora creduto erroneamente perché «i viaggiatori, che visitarono la Russia, ne parlarono senza averla veduta; gli scrittori, che ne fecero le istorie, ne ragionarono senza conoscere il linguaggio del paese.... indi ebbero il torto di riguardarla sotto un punto di vista troppo occidentale.»
E ciò che significherebbe? Forse che i viaggiatori e gli scrittori applicarono la barbarie dell’Occidente alla civiltà della Russia? La frase di ritener barbara la Russia perché riguardata sotte un punto di vista troppo occidentale, a parer nostro, non può avere una diversa interpretazione.
Leggiamo inoltre nel programma: «La Russia ha una storia, una religione, una nazionalità distinte da quelle del resto dell’Europa; la Russia dunque dee avere elementi costitutivi del suo ordine sociale differenti e sviluppantisi secondo la loro propria natura. Ciò premesso, è egli vero che lo sviluppo naturale e progressive degli elementi dell'ordine sociale nella Russia racchiuda un pericolo per l’Europa? E egli vero che questi elementi sieno in opposizione diretta con lo stato sociale e la civilizzazione del resto dell’Europa? Mai né; e noi ci studieremo a provare la negativa.... Noi procureremo d’iniziare l’Occidente alle cose della Russia, alla sua organizzazione sociale, politica, amministrativa, alle tendenze veraci e alla vita interiore di un Impero che occupa la metà della superficie dell’Europa... Finalmente per riassumere in una parola tutto il nostro pensiero, noi vogliamo essere l’anello d'unione fra l’Occidente dell’Europa è la Russia.»
La logica di Cretineau è veramente di un genere nuovo. Promette la differenza sostanziale degli elementi costitutivi della società russa e della occidentale; e la conseguenza poi è la fusione da farsi di questi oppugnantisi elementi!
Tali sono in succinto le promesse del paradossale programma! Grandi cose adunque avremmo dovuto attendere dalla giornalistica intrapresa di Cretineau, il quale «nella sua opera di verità e di giustizia si sarebbe fatto stimare da' suoi medesimi avversari.»
Ma quantunque egli dichiari nel suo programma «di professare un rispetto inalterabile per tutti i governi legalmente stabiliti, sia che essi abbiano un sovrano per diritto legittimo di eredità, sia che lo abbiano per elezione del popolo, sia che vi si trovi un primo magistrato installato in virtù delle leggi,» pure il governo di Brusselles, a quanto assicura l'Osservatore Triestino, già espulse dal Belgio «tutti i collaboratori del giornale del Nord, che non sono sudditi belgi, cominciando da Cretineau Joly.»
Forse questa notizia non è vera; ma se lo fosse, si avrà da credere che il giornale sia morto innanzi di nascere? Doveva venire alla luce col primo di luglio; fra pochi giorni adunque sapremo se la sua preziosa esistenza ci sarà scuola per conoscere ed apprezzare la Russia dalle rivelazioni che promette fare «una opinione coscienziosa espressa con convenienza e in lingua francese, perché la lingua francese è simpatica agl’interessi russi.»
Verso un'ora pomeridiana dei 3 il re di Portogallo e il suo fratello duca di Porto partirono da Roma alla volta di Civitavecchia, onde recarsi per la Via di mare a Napoli.
Continuandosi gli scavi di Ostia si è trovato un mosaico lungo palmi 22 sull’altezza di 10 nel luogo denominato Monticello. Vi è rappresentato Nettuno tratto sulle onde del mare da quattro ippocampi. Magnifico il disegno, perfetta la conservazione dei lavoro.
I. La Opinione scrive che «I russofili sono in maggioranza a Roma e li distingue in diverse categorie: russofili assoluti, illimitati, russofili fino a un certo segno e dentro a certi confini; russofili speranti che, mercé loro, Francia e Inghilterra debbano avere le ali ben tarpate; russofili aspiranti al rassodamento delle vecchie idee terribilmente minacciate; russofili finalmente sollecitati a tener ritti i loro interessi che senza un gagliardo dispotismo non possono durare.»
Fra tante russofilie, della cui esistenza noi nulla sappiamo, ci piace di notare, più che le altre, l'ultime, perché in essa troviamo la indiretta confessione che in Roma non vi è quel gagliardo dispotismo, dei quale l'Opinione è stata sempre solita a favellare con soperchio apparato di frasi ampollose. Se questo gagliardo dispotismo vi fosse, non vi sarebbe chi ne desiderasse la venuta dalle parti dell’ultimo settentrione.
II. È una disgrazia che il Nord nella sua prima comparsa abbia sofferto per la espulsione dei suoi principali compilatori non belgi da Brusselles tale una scossa, che, se non gl’impedirà di esistere, lo lascerà forse in una squallida, sparuta e tisica esistenza. Ma in qualunque modo, se la pubblicazione di quel giornale continuerà, la sua gran perdita consisterà nel ritardo delle polemiche di Cretineau Joly, che dovrà inviarle a Brusselles dal paese dei suo nuovo rifugio; ed in tal caso chi vorrà leggere «ses répliques tardives à des articles oubliés», e agli argomenti ch’ei si proponeva di confutare, e ai fatti svisati, i quali egli assicurò di rettificare senza frapporre indugio? Rimarrà pertanto al giornale il tesoro delle corrispondenze, di cui ci die’ un saggio nel numero Specimen dei 20 giugno, dove troviamo corrispondenze da Vienna, da Parigi, da Londra, da Berlino, da Pietroburgo, da Amburgo, da Francoforte, da Atene, da Genova, da Stocolma, da Costantinopoli e da parecchi altri luoghi. E queste prime corrispondenze furono pubblicate perché ciascuno si fosse persuaso della esattezza delle notizie recate da un giornale, che prometteva di essere «une voix franche et sincere, interprete d’une conscience loyale». E diffatti chi non vede la franchezza dei corrispondente di Genova il quale afferma che «le choléra fait malheureusement des progrès a Milan», sebbene la Gazzetta di Milano gli dia su ciò la più solenne smentita? e che «il parait certain que le roi de Naples établira un corps de troupes sur la frontiere romaine», probabilmente per farle marciare contro i russofili, de' quali l’Opinione inondò la pacifica città dei sette colli? Franchezza vi è; che vi manca? Soltanto la sincerità, ch'è la prerogativa d’une conscience loyale. E degli altri corrispondenti che diremo? Molto sarebbe a dire; ma non abbiamo intenzione di annoiare altrui. Ce ne sbrigheremo con quattro brevi parole: Ab uno disce omnes.
III. Dopo la notizia data dal Journal des Débats della unione dell’Austria e della Prussia per far procedere la Germania sur una medesima linea di condotta politica nelle relazioni esterne, la Indépendance belge ce ne favorisce un'altra, secondo la quale il gabinetto di Berlino fece a quelli di Parigi e di Londra alcune recentissime comunicazioni, che ri vela no il desiderio di metter fine all’isolamento, in cui si trovò la Prussia, dacché non istette più a parte delle conferenze di Vienna.. Ma questo isolamento non sarebbevi più, mediante la unione austro-prussiana, di cui tenne proposito il Journal des Débats, e perciò il desiderio dei governo della Sprea sarebbe adempiuto, e le comunicazioni fatte Parigi e a Londra non avrebbero servito ad altro che a fare intendere che la Prussia non trovasi più isolata.
IV. Lo Zeit di Berlino chiede che l’Austria, pria di essere sicura dell’unione della Prussia, debba rinunziare al trattato dei 2 dicembre ed uniformare interamente la sua alla politica prussiana. E pone il dilemma:
«O l’Austria riconosce che. il suo interesse esige che ella si unisca senza riserva all’Alemagna e non agisca che di conserva con questa; ed in tal caso che cosa ha da farsi del trattato dei 2 dicembre? O l'Austria segue altri interessi che non sono compatibili con quelli della Germania; ed in tal caso ella non ha verun diritto all’attaccamento prussiano ed alla confidenza alemanna.»
E il Journal de Francfort risponde che l'officiale non officioso Zeit smenticossi che non si può disdire arbitrariamente un trattato senza l’acconsentimento delle altre parti contraenti; e che oltre a ciò, non fu raggiunto ancora lo scopo dei trattato dei 2 dicembre, cioè il ristabilimento della pace; indi l’unione dell'Austria con la Prussia non isconviene perché anch’essa é un mezza a ridonare la pace all'Europa.
In qualsivoglia modo poi, perché lo Zeit non abbia a muover più cosiffatte quistioni, il giornalismo britannico lo assicura che il trattato del 2 dicembre non esiste più che sulla carta, in cui fu scritto. Lo Zeit adunque reclamerebbe soltanto l'atto cerimoniale della rinunzia; e per una forse né anche necessaria formalità vorrebbe opporsi ad una unione tanto utile agl’interessi alemanni?
V. In un articolo della Gazzetta di Milano si enunciano vagamente parecchie cose, della cui connessione porterà giudizio il criterio dei nostri lettori. In esso articolo si dice: «l'Austria non terne, perché disarma, la guerra; e non dispera, perché la promuove, la pace.... L’intima unione dell'Austria colle grandi Potenze dell’Occidente e l'attitudine sua minacciosa alla Vistola conferirono il benefizio di essere intanto ristrette le calamità della guerra alla Tauride, al Baltico, all'Asia e all'Asia Minore… L’Austria non è e non sarà passivamente neutrale. Consapevole a sé degli obblighi assunti col 2 dicembre, nella pienezza della sua forza e della sua indipendenza d’azione, ha due strade da battere per osservarli: la guerra o la pace.. Ed è forse meno lontano di quel che si crede il momento, in cui l’Austria concilii e ridoni agli Stati d’Europa il supremo dei beni, la pace.»
Da questo dislegato discorso noi rileviamo che l’Austria adempie gli obblighi assunti col trattato del 2 dicembre e se rompe la guerra, o se procura la pace. Ma la guerra non la fa, e sembra che per ora non intenda farla, perché anzi sminuisce gli eserciti, senza pregiudizio di adottare ulteriori diminuzioni. Le pratiche poi per conseguire la pace cessarono, rimanendo soltanto la probabilità di ripigliarle ad un tempo indeterminato. Dunque attualmente l’Austria non balte alcuna delle due strade contemplale dalla Gazzetta per la osservanza degli obblighi emananti dal trattato del 2 dicembre. Dunque l'alleanza, anche secondo la interpretazione della Gazzetta, sarebbe sciolta di fatto. E sciolta la giudicò il giornalismo inglese, che non sa persuadersi come possa sussistere un’alleanza conchiusa por ottener la pace con la guerra, qualora non si fosse pria del 1855 ottenuta con le pratiche amichevoli, mentre, questa per tal modo non ottenutasi, l’una delle due parti contraenti combatte energicamente e l’altra rimansi inoperosa spettatrice. Ma pur vogliamo consolarci che la inattività dell’Austria saprà, come ne la guarentia la fatidica Gazzetta, sollecitamente ridonare la pace all’Europa. E cosi sia.
VI. La Gazzetta di Vienna e dei sobborghi del 26 giugno ricorda ai suoi lettori che quello è il giorno anniversario «in che lo csar Niccolò nel 1853 emanava il fatale Manifesto per dichiarare di avere reputato necessario ed indispensabile d’inviare le sue truppe nei Principati danubiani onde far conoscere alla Porta fin dove la conduceva la sua pertinacia; e di occupare i Principati medesimi per assicurarsi un pegno, che gli avesse garantito il ristabilimento dei suoi diritti.» Indi la Gazzetta la il seguente comento: «Oggigiorno il pegno è passato in altre mani; e ancora non venne meno la caparbietà della Turchia, ed ancora attendiamo dall'avvenire il ristabilimento dei pretesi diritti. Il motto «l'uomo propone, Dio dispone» si è pienamente verificato. Dopo due anni di spargimento di sangue e dopo che la guerra ha già ingoiato un paio di miliardi e che la Turchia si trova esausta di forze, affievolita la Russia, più ricche di debiti la Francia, l'Inghilterra e l’Austria, dopo tuttocio l’odierna situazione, pur troppo, non lascia ancora intravedere un prossimo termine a tante sciagure. Queste ultime settimane costarono la vita a migliaja di uomini. Credesi veramente che tutte queste masse di vittime sieno sacrificale soltanto per le rupi di Sebastopoli? E per che dunque? La Gazzetta, che accenna a qualche altro scopo, ond'è che non lo ci dice? Non istà bene solleticare l’altrui curiosità per indi crudelmente abbandonarla nelle incertezze.
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(Disp. tel. Danzica 29 giugno) La flotta degli alleati il 25 giugno era presso Cronstadt, e pescovvi 47 macchine infernali. Un bombardamento incendiò parecchi magazzini a Sweaborg, e furono smontati alcuni cannoni a Narva.
Un successivo dispaccio dice che nel bombardamento di Sweaborg i russi smontarono alcuni cannoni del Narra navilio inglese.
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I giornali finalmente, con un dispaccio telegrafico, ci avvisano che le operazioni guerresche nel Baltico incominciarono; ma incominciarono pure le giornalistiche incoerenze relative alle cose di quel riaperto teatro di guerra. Imperocché la notizia che la flotta occidentale abbia pescato 47 macchine infernali presso Cronstadt non ci pare molto verosimile. Certamente alla custodia di ciascuna di quelle russe macchine sottomarine sarà stato affidato un qualche o baschiro o cosacco e calmucco con incarico di dar fuoco alla miccia per fare esplode re la consegnatagli macchina infernale appena si fosse avvicinato alcun bastimente nimico. Or per ammettere che gli alleati abbiano potato a lor bell’agio pescare 47 di queste terribili macchine insidiose, bisognerebbe premettere che nessuno vi fosse stato di guardia è che nessuno si fosse accorto della britannica pescagione. E questo può egli supporsi colà dove si di giorno come di notte tante migliaia di russi drappelli passeggiano su tutti i punti delle coste finlandiche?
VIII. Il Morning Herald dice che l’Arrogant, bastimento inglese, cioè l’equipaggio di quel bastimento distrusse una batteria di 50 cannoni abbandonata dai russi in una delle isole vicine a Wiborg. Ma, se quei cannoni erano servibili, perché non portarli via? E, se inservibili, perché sprecare il tempo a distruggerli?
IX. I g:ornali di Vienna parlano di un assetto progettalo dal comandante supremo dell'esercito turco del Danubio contro le fortezze russe sulla sinistra sponda del fiume. E dicono che, a dar principio a tali operazioni, non aspettasi che l’arrivo di una divisione francese. Ma probabilmente questa divisione dovrà sollecitarsi ad arrivare meno per porgere aiuto ai turchi onde assalire i russi che per opporsi ad un attacco dei russi contro i turchi, secondo che affermano altre non sospette notizie.
X. Finalmente la Gazzetta di Milano dichiara che «sa nei di passati il suo debito di storica imparziale la trasse a dipingere con tetri colori la condizione degli alleati in Crimea, dopo la giornata fatale del 18 giugno, si augura va però che le sue conghietture riuscissero esagerate; conscia che un subito annunzio d’una sconfitta suole per l’ordinario destare apprensioni smodate e permettere alla fantasia di spaziare per l’infinito campo delle probabilità.» Ma può egli dirsi storico imparziale colui che reca quali cose positive le probabilità e le sue congetture, come fece appunto la Gazzetta? Confessa per altro di essersi lasciata in balia della immaginazione, che portolla a vagare fra le caldure e le paure, i miasmi e i fantasmi; ed oggi, rimasse in equilibrio le idee, ci la modestamente sapere «che gli alleati ora procedono contro il baluardo di Sebastopoli con tutti gli accorgimenti della scienza militare, e v’ha luogo a sperare che sarà espugnato dalla potenza di un regolare attacco; più, che questo timore sembra invadere le fila dei moscoviti, siccome le sue rendono testimonianza ragguagli di fonte russa. Il perché Osten-Sacken, scorgendo che la difesa della parte meridionale della fortezza non può essere a lungo protratta, si travaglia a concentrarla verso la parte settentrionale.»
Cosi dicendo oggi una cosa diversa del tutto da quella che si disse ieri, un giornalista sempre più aumenta la riputazione di essere uno storico imparziale!
XI. Si è parlato e parlasi tuttavia di un sanguinoso combattimento sulla Cernaia fra le truppe di Liprandi e quelle di Bosquet con la peggio di queste ultime. Ma da qual parte e come si è avuta questa notizia? Forse dalla parte di Russia col telegrafo che da Varsavia mette capo a Vienna? Dove sono i dispacci? Chi gli ha ricevuti? Voci dunque senza alcun fondamento.
XII. Secondo un carteggio di Costantinopoli la data del 18 giugno le notizie dell'esercito ottomano dell’Asia non erano molto buone. Imperocché dicevasi che le truppe mancavano di tutto ed erano percosse da grandi epidemie; ed oltre a ciò, i rapporti del quartier generale dipingevano a tetri colori la situazione di quell’esercito e lasciavano intravedere il timore di non essere in grado di opporsi ai sera attacchi del nimico (Gazz. di Mil.). Secondo poi un dispaccio telegrafico venuto da Costantinopoli la data parimenti del 18 giugno «i russi impresero da Usurgeti un attacco sul campo turco di Schefkitif e credevasi che i tunisini gli avessero battuti e respinti.» E ben cosi dovrebbe essere stato, s’egli è vero quel che annunzia il medesimo dispaccio, cioè che «il quartier generale turco da Batum e Tschurksu. (che stanno a molte miglia al di qua di Usurgeti) fu trasferito a Seukum-Kalé (che rimane assai al di là di Usurgeti sulla Costa asiatica dell’Eussino). Con tutti questi avanzamenti però Williams non moveasi da Kars e si prendevano sollecite disposizioni per la creazione di un ospedale inglese a Trebisonda.
XIII. Il Sun è di parere che la Polonia ha diritto più della Turchia all'assistenza delle Potenze occidentali; ed aggiunge che la ricostituzione del regno di Polonia è necessaria all’Europa. Ancora non si conosce come e quando finirà l’impresa della Tauride; e già si fanno progetti di più difficile esecuzione!
Il Piemonte ci porge la dolorosa notizia che il gran filosofo cattolico Antonio Rosmini mori a Stresa la notte dell’ultimo di giugno.
Affermasi che pel 10 luglio il governo piemontese chiamerà sotto le armi la intera classe del 1829.
Il gran boiardo Costantino Negri, ch’era ito a Vienna per assistere alle trattative sulla sistemazione dei Principati danubiani, avendo veduto che queste trattative non cominciavano mai, se ne tornò da Vienna a Jassy. Sembra che la sistemazione dei Principati sia stata rimessa al prudente arbitrio del generale austriaco Coronini.
Si fanno ascendere a 140 mila i militi congedati dall’Austria. Tuttavolta le forze austriache sono ancora preponderanti, e quella misura, più che altro economica, non altera punto l’indirizzo politico del gabinetto di Vienna.
Parecchi giornali tedeschi elevano a 200 mila il numero dei congedati soldati austriaci.
In Francia già sono in corso le nuove monete di oro del valore di 50 franchi.
Dundonald ha trovato un rivale. Anche il colonnello Bethnn ha inventato un apparecchio per distruggere tutte le fortezze russe del Baltico; ma nella discussione parlamentare del 22 giugno questo apparecchio fu dichiarato (in seguito di sentenza di un Comitato scientifico) non solo inadoperabile ma eziandio pericoloso a trattarsi.
Col fallimento della casa Staham l'ammiraglio Napier ha perduto la maggior parte delle sue sostanze.
I briganti sono ricomparsi nelle vicinanze di Smirne e commettono molti alti che minacciano la sicurezza degli abitanti. Il volere la strage a Salonichio.
Il naviglio inglese Sey carico di biscotto nell’uscire dai porto di Smirne andò a picco.
Ai 17 giugno l’ospodaro Giorgio Stirbey da Bukarest recossi a Butschuk per complimentare. il gran; visire A’Ali pascià che passò il basso Danubio toreando da Vienna a Costantinopoli.
Il giorno 9 giugno verso il mezzodì furono in vista fuori di Pillisund una fregata, una corvetta ed una scialuppa cannoniera degli alleati; ma dopo avere inutilmente tentato di dar via gli oggetti sommersi che impediscono l’accesso a quel porto, si recarono all'altra imboccatura di Trangrund. La fregata mise in mare tre battelli, ciascuno con un cannone e numeroso equipaggio che sbarcò sull'isola Uransaari, dov’è il più grande dei porti del Sund. L’isola era totalmente abbandonata dagli abitanti, e l’equipaggio a capo a un’ora tornossene ai battelli che si spinsero in alto mare.
Le fortificazioni di Cronstadt (Times) furono au. mentale con lavori di terra. I forti hanno 604 cannoni. Fra le scialuppe cannoniere ve ne ha 17 che sono mosse dai vapore ed hanno una forza maggiore di quelle degli alleati. All’ingresso del porto furono sommersi varii vascelli di linea.
Si annunzia che gl’inglesi bombardando Hango vi distrussero l’ufficio del telegrafo.
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Il dipartimento dell'artiglieria ha pubblicato l’avviso di una nuova fornitura di mezzo milione di fucili da farsi dagli arsenali di Pietroburgo, di Kiew e di Brianck.
Il generale Aureggio che dirige il genio nel regno di Polonia si è recato da Varsavia alla fortezza di Crzesc-Litewski per metterla in acconcio della più gagliarda difesa.
S’incominciò l’invio delle truppe al campo di Kila sul Bosforo, all’entrata del Mar Nero. Esse appartengono al contingente turco, che trovasi al soldo dell'Inghilterra.
Alle oro 8 del 17 giugno un marinalo del Coligny piroscafo francese fu assassinato nel villaggio di Terapia sul Bosforo. Ciò diede luogo a numerosi arresti.
Ê partito d’Inghilterra per Costantinopoli un distaccamento di polacchi, che saranno incorporali alla legione dei cosacchi turchi.
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Il generale Strogonoff passò in rivista 30 mila uomini riuniti a Nicolajeff; i quali formano un campo di riserva destinato a portar soccorso, all’occorrenza, all’esercito russo della Crimea.
Un 40 mila russi della guardia imperiale abbandonarono le rive della Vistola avviandosi a marcie forzate verso la Crimea.
Nella conquista del Poggio Verde fatta il 7 giugno gl’inglesi ebbero 143 morti, 544 feriti e 15 soldati scomparsi. Morirono i maggiori Bayley e Dickson; i capitani Coreett, Foster, Muller e Wray; i tenenti Lawrance, Lowry, Marshall, Stone e Webb. Furono feriti gravemente il colonnello Shearmann, che indi è morto; i maggiori Armstrong e Wi|iers; i capitani Ambrose, Leolarchant, Loandas Mackasy, Maenard, Peel, Pennefather e Westbead; i tenenti Bellew, Dickson, Eustace, Evans, Irby, Kenny, Pand-Geld, Saunders e Voung. Feriti leggiermente il tenente colonnello Campbell; il maggiore Mill; i capitani Dixon, Gilby, Hunter e Turner; i tenenti Anderson, Grier, I. F. Iones, lones, Keane, Scott e Waller.
(Disp. tel. del 28 di Pelissier) La sera del 28 morì Raglan capo dell’armata inglese in Crimea.
Notizie particolari recano che Raglan mori per un attacco di apoplessia.
Il brigadiere generale Esteourt aiutante generale delle forze inglesi in Crimea mori di colera ai 23 di giugno.
É morto il capitano inglese Lyons che comandava la Miranda nel Mare di Azoff. Dicesi colpilo da una palla cosacca, mentre sedeva sur uno dei tamburri del suo naviglio.
Nell’assalto del 18 giugno a Malakoff mori ancora il general francese Brunet che alla testa della sua divisione comandava le colonne d’assalto.
Giungono di continuo feriti dalla Crimea in Costantinopoli, d’onde poi sono trasportati in altri luoghi specialmente a Smirne. Dei feriti nelle ultime battaglie se ne trovano un 500 negli ospedali di Costantinopoli.
Il generale Pawloff verso il 20 di giugno stringeva sempre più Eupatoria e minacciavala di assalto.
Osten-Sacken ha il suo quartier generale nel forte San Niccolò.
(Disp. tel.) I francesi e gl’inglesi costruiscono approcci contro le opere del nimico; si preparavano ad armare di cannoni di grosso calibro le nuove loro batterie; i russi riparavano i danni sofferti; il loro fuoco era debole contro gli alleati, i quali sono padroni del Forte del Cimitero conquistato il 18 giugno, e del poggio situato alla gola della vallata che separa l’attacco sinistro degli inglesi dalla diritta del porto del mezzogiorno.
Ulteriori notizie confermano che ai 21 giugno i francesi s’impadronirono del dirupo nella gola del fianco di Malakoff.
Il corpo del generale Liprandi, non essendo sufficiente per occupare in vista del nimico le alture situate sulla riva destra della Cernaia, fu rafforzato dal corpo del generale Bichnowski. Il corpo del generale Popoff accampava presso Inkermann.
(Disp. tel. di Gortschakoff del 24 giugno) Gli alleati ricominciavano di quando in quando il loro fuoco senza però rinnovare il bombardamento. Il corpo degli alleati forte di 15 mila uomini che ai 18 occupo la destra sponda della Cernaia, nella notte del 22 al 23 ripassò alla sponda sinistra del fiume.
(Disp. russo) Dal 19 al 27 giugno non avvenne alcun che d’importante innanzi a Sebastopoli. I russi preparavansi a vigorosa difesa.
Partono d’Inghilterra molti volontarii per la Crimea.
I soldati inglesi in Crimea riceveranno d’ora in poi doppia paga, durante la guerra.
Corrispondenze parigine descrivono immensi apparecchi di guerra in Francia e fanno credere che fra pochi giorni saranno mandati in Oriente altri 50 mila uomini. Già un formidabile materiale guerresco fu imbarcato a Tolone e a Marsiglia e va buccinandosi di nuovo la partenza anche del maresciallo Vaillant.
BORSA DI PARIGI
Quantunque siasi detto che Dundas avrebbe fatto nel Baltico assai meno di quel che fece Napier, pure sembra che voglia smentirsi la trista previsione. Egli è ben vero che la Russia aumentò i mezzi di offesa e di difesa in quelle acque e in quelle marittime coste settentrionali; aumentarono però anche i mezzi di distruzione che l’Inghilterra spediva colà fin da che cominciò lo scioglimento dei ghiacci ed altri ve ne spedisce tuttora. I ricevuti dispacci parlano soltanto dei primordiali tentativi. I russi menano vanto della improvvisa esplosione di macchine sottomarine che gravemente danneggiarono due bastimenti inglesi nelle vicinanze di Cronstadt. Ma non per questo il coraggio di Dundas si è spaventato. Sweaborg già fu colpita dai cannoni dell'Occidente; parecchi magazzini vi rimasero preda delle fiamme. La flotta approssimossi nuovamente a Cronstadt, e nuovamente le russe macchine sottomarine furono messe in esercizio, come bassi ad interpretare il fatto delle ferite riportate anche dall'ammiraglio Seymour. Gl'inglesi bombardarono Hango e vendicarono per tal modo l'eccidio che i russi operarono sopra alcuni marinai di un navilio che ad Hango avvicinossi. Finora cose di poca importanza si per l’una come per l’altra parte, ma dimostrative dell'intendimento di procedere a cose maggiori. Con qual esito queste si svolgeranno, nessuno può indovinare. Gli apparecchi della Russia sono formidabili; l’impegno britannico a vincerti è spinto con straordinaria violenza dall’orgoglio nazionale. Indi i futuri avvenimenti del Baltico già si appresentano alla immaginazione «di poema degnissimi e d'istoria».
Sul Danubio è imminente qualche serio fatto d’arme. I russi minacciarono di ripassare nella Dobrudsca, probabilmente per chiamare a una diversione in Bulgaria buona copia di forze nimiche, che, senza l’enunciato pericolo, avrebbero potuto operare in Crimea è ad Eupatoria a innanzi a Sebastopoli. E a Silistria e ad Adrianopoli accorsero novellamente poderose truppe ottomane, che aspettano rinforzi francesi per passare al di là del Hume della divisione e tentare in Bessarabria qualche avanzamento, mercecché la inazione per esse nelle attuali circostanze non può giudicarsi vantaggiosa sotto qualunque rapporto,
Della progettata rinnovazione del bombardamento di Odessa ancora un si fe’ nulla; similmente della spedizione sia contro Perekop sia per riconoscerne il golfo non si è più favellato,
In Crimea forse a quest’ora avvenne qualche novello e vigoroso tentativo, per parte dei russi contro Eupatoria e per parte degli alleati contro Malakoff.
Sembra poi che Bosquet abbia smesso il pensiero di prendere l’offensiva sulla Cernaia. Gli alleati praticarono ricognizioni, che li persuasero starsi i russi di Liprandi in posizioni quasi inespugnabili fra la imboccatura della Cernaia e il Belbeck. Laonde i francesi limitar orto a due divisioni il loro contingente al corpo alleato, che difende la linea di quel fiume.
Recò una notizia che lord Raglan, prevedendo è il prossimo suo fine è sentendosi insufficiente a sostenere le ulteriori fatiche della guerra, avea rimesso a Londra la sua dimissione dall’incarico di supremo comandante dell’esercito inglese in Crimea, suggerendo al suo Governo che sarebbe stata molto opportuno la nomina del generale Simpson al posto ch'egli era decise di lasciare. Intanto la sera del 28 giugno Raglan morivasi per un colpo apopletico. E nella seduta del 29 alla Camera dei Comuni a Londra Palmerston annunziava che Raglan infermò, ma che speravasi di rivederlo presto riassumere le sue funzioni. Ad una interpellanza poi fatta intorno alla voce corsa della dimissione, questa negossi dal ministro della guerra, il qual però ammise che, se fosse stato necessario di elegger interinamente uno che avesse fatte le veci di Raglan, la scelta di Simpson sarebbe stata in grado al Governo. Indi, morto essendo Raglan, pare certo che Simpson sarà il suo successore.
Le milizie alleate furono pur dianzi afflitte orrendamente dal colera, dalla oftalmia e dal tifo. Ora, secondo gli ultimi dispacci, quei malori presso che del tutto da esse scomparvero. Non così pesò delle truppe russe, il cui stato sanitario è descritto con più tetri colori.
Le notizie della guerra anatolica sono incerte. Voglionsi respinti i russi in un attacca da essi date a Schefkitif; altre relazioni poi dicono che Williams accorse e radunò ingenti milizie a Kars minacciata d’aggressione da Murawieff.
V’ha chi afferma che gli alleati' bombardarono Anapa per distruggerla; ma se questa è in poter loro. che insieme ai circassi la occuparono, non sappiamo intendere come possa aver luogo il bombardamento, questo si spiegherebbe soltanto ammettendo che Anapa siasi riconquistata dai russi,
Scrivesi da Costantinopoli che, ad onta delle renuenze dello sciach di Persia, un 40 mila soldati delle Indie inglesi traverseranno il territorio persiano per invadere le rive dell’Arasso e la Georgia.
Quantunque gli arsenali della Russia per cura dello czar Niccolò furon pieni d’armi guerresche d’ogni maniera e in guisa che i giornali dissero che più se n’estraggono e più ve ne sono, sufficienti alle bisogne di parecchi milioni di soldati; pure di recente si è ordinata a Pietroburgo la immediata fabbricazione di un altro mezzo milione di fucili. Questo aumento d’armi in Russia forma un ben curioso contrapposto con lo scemamento di 200 mila uomini degli eserciti austriaci. Da ciò rilevasi sempre più che la Russia preparasi a una grande e lunga guerra; or come s’interpreta che l’Austria, innanzi alle spaventose mosse dell'estremo settentrione, mettasi quasi sul piede di pace?
l'imperatore Napoleone ai 2 di luglio fece personalmente l'apertura della sessione straordinaria dal Corpo legislative, e pronunciò un discorso per dire alla assemblea che le conferenze di Vienna furono impotenti a ricondurre la pace; laonde esso invoca il patriottismo della Francia per la continuazione dalla guerra nella quale il coraggio e la devozione dell’armata e della flotta conseguiranno i più felici risultati. Domandò la somministrazione dei mezzi per ispingere con energia la guerra e sostenere l’onor militare e i diritti della gran nazione. Annunziò la proposta non di una leva straordinaria, ma di una leva anticipata di un anno.
Intanto Marsiglia giunsero da Parigi gli ordini per lo sollecito imbarco di altri 40 mila uomini che in breve si uniranno ai loro compagni d’arme che combattono in Oriente.
Delle pratiche per l’alleanza danese con le Potenze occidentali in questa settimana i giornali non fecero molto. E tacquero pure della Svezia relativamente al medesimo proposito. Forse si saran dati pace che si a Stocolma come a Copenaga non vuolsi uscire dalla neutralità.
Sebbene siasi asseverato che la Dieta di Francoforte non si occuperà di tener proposito della quistione orientale, pure più esatte relazioni ci fanno sapere che qualcosa su questo interessantissimo argomento vi sarà pertrattata e decisa. La mozione si farà dall'Austria; è tuttavia incerto se in unione della Prussia.
Recentissime notizie annunziano che il re di Prussia si è riavuto dalla leggiera indisposizione, che gli mpedi di fare un viaggio par le provincie renane. (5)a
L’Inghilterra si agita per la riforma della intorno amministrazione; piange pe’ non lieti successi della guerra; pur tuttavia dalla necessita è spinta ad approvare ciò che a grado non le sarebbe.
La Turchia sempre più soccombe sotto il peso dei debiti. Il ministero ottomano è in un continuo stato di oscillazione. I bizantini, a dir vero, non guardano di troppo buon occhio gli ospiti loro protettori. Indi di tanto in tanto proditorie offese ai vestili di divise occidentali.
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Il governo di Atene si è rappattumato con quello di Costantinopoli. Qualche provincia ellenica è infestata nuovamente da bande che si chiamano di masnadieri è che in sostanza sono di uomini risoluti a mantener viva l’agitazione, onde, all’occorrenza, più agevolmente erompano le allargantisi macchinazioni eteristiche.
Il ministro della giustizia nel Belgio, a quanto assicurasi, ha stabilito la massima che nessuno straniero può con la stampa belgica offendere i governi amici. Il perché furono espulsi dal Belgio non solo il francese Cretineau Joly, ma eziandio un russo e uri prussiano, che trassero a Brusselles per fondarvi un giornale, il cui scopo era la difesa della Russia contro gli attacchi del giornalismo europeo; e di quest’opera periodica diedero un saggio col numero pubblicato il 20 giugno, la circolazione del quale fu proibita in Francia. Vuolsi però che il giornale sostenuto dalla pecunia russa sarà continuato da sudditi belgi, e che i cacciati compilatori concorreranno alla redazione con articoli inviati per mezzo di corrispondenza.
Si annunzia che in breve il re del Belgio andrà in Inghilterra. Sul suo future viaggio ai fanno congetture di alta politica importanza.
La Spagna è inquietata qua e la da compagnie carliste, sebbene i costoro tentativi ora si paiano volgere a non prospero fine. Le relazioni del governo di Madrid con quelle dell’Unione americana assumono un aspetto di amichevole componimento.
Le truppe imperiali della Cina hanno quasi dappertutto ristabilito l’ordine. I ribelli, scemati assai di numero, soltanto in qualche provincia esercitano le consuete loro violenze, che li rendono più che mai odiosi alle irritate popolazioni.
Nel Parlamento e nel giornalismo inglese si menò alto rumore contro la barbarie cosacca, che avendo veduto presso Hango un navicello britannico e lo avendo creduto uno di quelli che, secondo il solito, vanno esplorando le coste finlandiche con lo scopo di assumerne cognizioni utili a far la guerra alla Russia, riusci alla cosacca barbarie ad impadronirsene e, nella resistenza: che naturalmente le fu fatta, mise a morte tre o quattro marinai dei trovantisi sul nimico bastimento. Noi non istaremo a giudicare le operazioni di quei cosacchi, che a Londra si dicono perpetrate contro il diritta delle genti, e a Pietroburgo si propugnano siccome consentanee ai doveri del soldato che con le armi difende la causa dello Stato, cui appartiene. Ma checché sia del fatto di Hango, il Times ci chiama ad osservare i fatti di Kertsch dove il saccheggio operato dagli occidentali divenne generale, trascorrendosi ad orrori incredibili; gli assassinii e i delitti più osceni si aggiunsero alle devastazioni.... fu manomesso il museo di Kertsch, in che il governo russo raccolse tutte le numerose e importanti antichità della Tauride da Toante e Ifigenia fino a Mitridate ultimo dei suoi re; cominciando dal portico, non vi si trovano più che tavolette in frantumi adorne di caratteri greci, piedistalli rovesciati… Un russo sdegnato di tali profanazioni ha scritto queste parole al sommo della porta del già distrutto museo:
«Entrando in questo tempio, in cui riposavano le me mode dei secoli passati, ho riconosciuto le traccie t di una invasione di vandali. Ahimè! Soldati dell’Occidente, fate pur la guerra alla posterità, ma non la fate alla storia. Se pretendete esser figli di civili nazioni, deh! non fate la guerra dei barbari!»
Tutto vi è stato atterrato; un cumulo di ossa e ceneri umane, di statue mutilate e di busti spezzati ora copre il pavimento! Ciò, che non si potè distruggere dal ferro, fu divorato dal fuoco!.... A Jenikalè si. commisero disordini non mena depurabili. Tale si è il racconto che ne la il Times!. quasi in rispesta alle declamazioni dei giornalisti di Londra contro la barbarie moscovita!
Un dispaccio venuto da Danzica in data 29 giugno fu da noi pubblicato nel precedente numero. Ora sopraggiungono altre due versioni del medesimo dispaccio. La prima dice che «la flotta alleata era innanzi a Cronstadt; 46 macchine infernali (non più 47) furono scoperte e distrutte; ma una di esse scoppiò sotto la poppa dell’Exmouth; e' l'ammiraglio Seymour e il capitano Louis, che la esaminavano, rimasero gravemente feriti; leggiera fu la ferita riportata in quell’improvviso scoppio dal luogotenente Pierce.» La seconda versione reca che «ai 25 giugno la maggior parte della flotta trovavasi presso Cronstadt, e che in quelle acque fu ritrovata una macchina infernale.»
Non più dunque 47, né 46. Ê nota la favola dei cento lupi, che alla fine non erano che un ceppo di albero spezzato dall'impeto del vento. Ma, oltre a questo, le confessate ferite di Seymour, di Lonis e di Pierre, dicono per avventura più di quello che non verrebbe dire il dispaccio, le cui complicazioni filologiche, danno luogo a molti sospetti.
Il famoso dispaccio dei 29 giugno da Danzica parlava pure che nel bombardamento di Sweaborg fatto dalle flotte alleate furono smontali alcuni cannoni a Narra. Sembrò che questi fossero cannoni russi smontati dalle palle dei cannoni occidentali. Ma sopraggiunse una spiegazione, la quale diceva che i cannoni russi smontarono alcuni cannoni dei Narva bastimento inglese. La Patrie però dichiara che ciò non può essere, perché nella squadra dei Baltico non trovasi alcun bastimento per nome Narva. Sarà pur vero quel che la Patrie asserisce, ma è vero ancora che bombardandosi Sweaborg, che sta sulla costa finlandica, non si possono smontare i cannoni a Narva, che sta sulla costa estonica. Sarebbe lo stesso che un bombardamento contro Sebastopoli smontasse i cannoni di Odessa. O forse. vogliam credere che contemporaneamente si bombardarono Narva e Sweaborg? Ma questo non dicesi nel dispaccio; indi né anche noi dobbiamo dirlo. Probabilmente saravvi chi supporrà due simultanei bombardamento; cotal supposizione però avrebbe il privilegio di essere più felice di tante altre che poi si trovarono in perfetta contraddizione coi fatti?
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La Civiltà Cattolica di quest’oggi annunzia possedere moltissimi scritti inediti di Silvio Pellico, de' quali da partitamente contezza. Promette poi che nei successivi quaderni, appresso alla Rivista della Stampa italiana, pubblicherà a mano a mano i più interessanti scritti dell'illustre autore. Una tal cosa riuscirà certamente gratissima a quanti sono cultori è amatori della patria letteratura.
L’imperatore. ai 27 giugno alle ore 4 e mezzo pomeridiane arrivava da Tarnopoli a Czòrlkow, d’onde partirà la mattina dei 28, e alle ore 2 e mezzo della sera fu magnificamente ricevuto in Zalesgezyk. Ivi assistette al. solenne uffizio divino, esaminò poi le opere fortificatorie che vi sono, e un’ora innanzi al tramonto dei sole continuò il viaggio alla volta di Czernowitz.
l'apertura delle conferenze della lega postale austro-alemanna avrà luogo il di primo di agosto.
L’inviato austriaco presidente Prokesch-Osten la sera del 28 giugno parti da Vienna per Francoforte.
Ai 27 giugno il conte Esterhazy ministro provvisorio austriaco ebbe una lunga conferenza con Manteuffel presidente dei Consiglio dei Ministri prussiani. Si afferma che vi si trattassero le proposte che l’Austria intende fare alla Dieta federale di Francoforte sui quattro punti delle garanzie richieste dalle Potenze occidentali.
Si assicura che la leva anticipata del 1856 da farsj quest'anno annunziata nel discorso imperiale dei 2 sarà di 140 mila uomini.
Un nuovo distaccamento di 50 prigionieri russi dall'isola di Aix recherassi a Beaumont nella Dordogna, dove sarà messo a disposizione di Sol imprenditore Ji lavori pubblici.
L’imperatore assegnò sul suo privato peculio la somma di 6939 franchi al prefetto dei Bassi Pirenei per soccorrere a coloro che soffersero danni dalle recenti inondazioni.
È difficile formarsi una idea dell'attività de! porto di Marsiglia e delle fonderie dei mezzogiorno; si la perfino venire dei materiale dalle città settentrionali della Francia! Strasburgo ha formate un equipaggio d’assedio; Lilla ha dato 50 mila chilogrammi di polvere.
Ceballos penultimo presidente dei Messico è giunto a Parigi.
Ai 29 giugno Sacy fu ricevuto nell’Accademia francese. Salvandy rispose al discorso dei novello accademico.
É stata pubblicata a Parigi la corrispondenza dei maresciallo Saint-Arnaud con la sua famiglia.
Circola a Brusselles una gran quantità di biglietti falsi della Banca di Francia tanto bene imitati che la à cosa pressoché impossibile, anche dopo un esame mette attento, a distinguerli dai legittimi. Tutto il mondo è un paese!
(Disp. tel.) Ai 3 furono aggiornate le Camera di Londra. Il governo inglese accordò 1000 lire; sterline di pensione alla vedova di Raglan e 2000 al figlio e ai nipoti.
Palmerston annunzia che il governo austriaco informò il governo inglese di aver congedato le riserve per motivi di salute. Esse però possono in 15 giorni essere richiamate sotto le armi.
Quasi tutte le rendite delle instituzioni di beneficenza in Russia ora sono erogate a sostenere le spese della guerra.
(Disp. tel.) Il colera è a Bujukderè.
La Porta ha conchiuso un piccolo imprestito di 370 mila franchi garantito sulle rendite della città di Smirne.
Ai 24 giugno il nuovo granvisire arrivò a Costantinopoli, visitò il sultano e fu subitamente installato. Si assicura che l'attuale ministero non voglia stare all’obbligo assunto dal ministero precedente di cedere al soldo dell'Inghilterra 25 mila turchi.
(Disp. tel.) Gli assassini dei marinai del bastimento francese Coligny a Terapia sono stati scoperti e fra poco saranno giustiziati. (Un antecedente dispaccio diceva assassinato un solo marinaio).
Da Narva in data del 28 giugno si ha la notizia che i generali Brown, Pennefather e Codrington erano malati.
(Disp. tel.) Un dispaccio di Pelissier del 2 annunzia che il generale Brunet non è stato ferito, e che molti altri uffiziali sono meno gravemente feriti di quel che credevasi.
Ai 21 di giugno correva voce a Costantinopoli che il generale Pawloff aveva operato un nuovo attacco contro Eupatoria. Non si conoscevano altre notizie su tal fatto.
(Disp. tel.) In data del 25 da Costantinopoli si annunzia che aspettavasi d’uno in altro giorno la notizia dell’attacco di Eupatoria, imperocché i russi che l’assediavano, avevano ricevuto un rinforzo di 30 mila uomini di fanteria.
Le forze russe in Asia ascendono a 130 mila uomini, non compresa la riserva comandata dal luogotenente generale Wazuchowski.
Il chiarissimo cavalier Andrea Maffei è intertenuto a Riva da malattia lunga ed ostinata.
RIMEDIO CINESE DEL COLERA
Un missionario cattolico nella Cina descrive alla Civiltà Cattolica il metodo onde i medici di colà curano gli attaccati dal colera. Una mattina il missionario, celebrata la santa Messa, si senti colpito da sintomi del morbo. Gli si la difficilissimo il respiro, quasi a segno di rimanerne soffocato: un freddo glaciale gl’invade le braccia e le gambe cosi crudamente che applicatovi uno scaldatoio infuocalo non ne provava senso veruno di calore. Per buona ventura capità in quei momenti a far. gli visita un cristiano cinese, il quale, trovatolo in quello stato: Padre, gli disse, voi avete il colera. Quindi, per meglio accertarsene gli osservò il di sotto della lingua e, vista la special nerezza delle vene, ripeté che colui era senza alcun fatto colpito dal colera e gli soggiunse che se non si affrettava a farsi curare e sarebbe morto. in quella stessa giornata. E il missionario si rimise a lui, che, tratta fuori una spilla ordinaria, cominciò col punzecchiargli alquanto sotto la lingua, sicché ne uscirono da dieci a venti goccie di nerissimo sangue; poi fattogli per le braccia un leggiero strofinamento e legategli bene strette con un filo le singole dita delle mani, gliele punse parimenti colla spilla nella parte esteriore vicino alla radice delle unghie, traendo cosi da ciascuna ferita alcune gocce di sangue anch'esso nerissimo. Quindi per saggiare se l’operazione fosse ben riuscita esegui (sempre con la medesima spilla) un leggero foro nella curvatura del braccio vicino alle vene che si sogliono salassare e, veduto che non ne usciva langue, disse che ogni casa procederà per lo meglio.
Restava nondimeno al preso dal colora l'oppressione di cuore, la quale gli rendeva assai penoso il respiro Allora il cinese gli introdusse obliquamente per due terzi della sua lunghezza la spilla vicino alla bocca dello stomaco, operando per tal modo l'apertura della bocca del cuore, siccome l’appellano colà con frase del paese. Non ne usci goccia di sangue, ma repentinamente quasi che da quella apertura svaporasse un’aria premuta che lo soffocava, cessò l’oppressione, riprese a circolare il sangue, torné il calore, in una parola fu guarito. Solo gli rimase per qualche ora un po’ di agitazione febbrile, la quale però era cosi leggiera che non lo distolse dall’attendere in quella stessa giornata ai suoi soliti ministeri. Tale è il rimedio generalmente applicato nella Cina contro il colera. La Civiltà Cattolica parlando di cosi stravagante medicamento soggiunge:
«Chi sà che studiandovi attorno non si riesca a ben comprendere in che consista la maniera curativa dei cinesi è almeno a fare un passo più avanti nella indagini di un morbo tanto misterioso!»
Molti Comuni delle provincie d’Ivrea e Vercelli sono in anime di concorrere alla costruzione di un tronco di strada ferrata che da Ivrea metterebbe capo a Livorno e raggiungerebbe quella da Torino a Novara.
BORSA DI PARIGI
Abbiamo una nuova, ma un cotal po’ enigmatica declamazione della Gazzetta di Milano. «Arde, ella dice, arde feroce e ostinata guerra al Settentrione e all’Oriente d’Europa; si distende nell’Asia; il Baltico, il Ponto ed il Caspio, il Mare d’Azoff ed il Bianco fremono d’armi e d’armati; la causa dell’ordine, la santità dei trattati combattono in nome della civiltà un’autocrazia prepotente. La politica di Pietroburgo, avida di salire alla sovranità universale, è imputabile di non aver considerato che simili sforzi, sotto il prestigio di personalità e circostanze assai più luminose, fallirono.»
Noi, avvezzi a sporre le nostro idee senza ambagi, non sappiamo intendere quali sieno i mezzi che fallirono, sotto il prestigio dl personalità e circostanze assai più luminose. Dal contesta del discorso parrebbe sieno i mezzi adoperati da coloro che, fattisi propugnatori della causa dell’ordine e della santità dei trattati, combattono in nome della civiltà un’autocrazia prepotente. E questi mezzi già fallirono? Or come ciò esser puole se la guerra arde tuttavia feroce e ostinata? E posta ancora che avessero già fallita, come e perché sarebbe condannabile la politica di Pietroburgo di non averne considerato il fallimento? Anzi a noi sembra che la politica di Pietroburgo non abbia mai receduto dalle sue pretensioni appunto pel motivo che fin dal principio della fatale quistione ella considera e si persuase che i mezzi dei suoi avversarii avrebbero fallita. So la Gazzetta non sa è non vuole meglio spiegarsi, a noi non riesce trovare altro bandolo per isvolgere questo suo sibillino discorso. Ma no; ella si spiega con. un altro articolo contemporaneo su i mezzi falliti.
Sentiamo anche questo: «Il sacrifizio non è ancora consumato; nuove e generose vittime miete la guerra in Crimea. Il colera riapparve tra le file degl’inglesi, e fin da! 27 giugno annunciarono i giornali di Londra la morte improvvisa del generale Esteourt, capo dello stato maggiore di lord Raglan. Oggi è lo stesso Raglan che soccombe al fiero contagio; e il modesto tumulo, che accolse le ceneri di Alfonso (dovea scrivere Alessandro) Lamarmora, si schiuderà per l’intrepido condottiero delle truppe britanniche. Quante sventure nel volgere di nove mesi! Che avvenne di quella ardimentosa spedizione che, verso la metà dello scorso settembre, avviavasi, piena di speranze, alla volta della Crimea, e da duecento ottanta navi gittava sulle sponde del Belbek sessantamila uomini e centotrenta cannoni? I due capi di quell’esercito già sono discesi nella tomba; molti generali e i due principi, che vi avevano comando, rimpatriarono, e dei gregarii, decimati dal ferro e dalle pestilenze, restano a malappena quattro o cinque uomini per ciascuna compagnia per trasmettere ai loro compagni il tristo retaggio di si difficile impresa.»
Ma giacché le cose sono ridotte a questi termini; giacché la causa dell’ordine, la santità dei trattati, la forza della civiltà dovettero soccombere pugnando contro la autocrazia prepotente, contro un prestigio di personalità e di circostanze assai più luminose, finalmente contro una politica aspirante alla sovranità universale, ond’è che i trecentomila russi che sono in Crimea non iscacciano ancora di la quel drappello dei pochi avanzi del grande esercito occidentale, e la Russia non assume quel tanto da lei vagheggiato (come dice la Gazzetta) universale dominio? L’articolista ad ogni disgrazia che avviene noi campo degli alleati si abbandona subitamente ad una tetra melanconia. Non riusci l’attacco del 18 giugno contro Malakoff, e intuonò la geremiade che, noi già riportammo; muore Raglan, ed ecco una più funerea lamentazione. Quanto alla prima, ai penti di averla fatta; staremo a vedere se si pentirà d’aver fatta la seconda.
La Gazzetta di Vienna e dei sobborghi piange anch'essa amaramente sulla condizione degli alleati nella taurica penisola. Ella scrive:
«Essendo morto Raglan, non v'ha più alcuno dei più distinti generali inglesi, tranne Brown, che nel Settembre dello scorso anno posero piede in Crimea. Alcuni perirono sul campo di battaglia; altri divennero inabili al servizio militare per le malattie e per le ferite; altri finalmente, affievoliti di animo e di corpo per le tante sciagure che non si poterono evitare, presero commiato. Al presente il generale Pelissier non sarà più inceppato pelle due risoluzioni. Il nuovo comandante supremo delle truppe britanniche nella Tauride ricevere, come già dicesi. Instruzioni diverse da quelle date al veterano Raglan Francia e Inghilterra fanno sforzi straordinarii, è solamente si aspetta il momento opportuno ad un colpo decisivo. Avremo però allora la pace? Non siamo liberi dalle nostre dubbiezze! La Crimea è una contro la cui manca l'uscita; e le Potenze occidentali vi si cacciarono dentro; sapranno abbattere le case che si oppongono al |oro passaggio; sapranno aprirsi un cammino fra le macerie; ma per trovarsi alla fine dinanzi ad un caos che forse né la Francia, né l’Inghilterra varranno ad affrontare; vale a dire, dinanzi alla miseria e alla indignazione nazionale per tante vittime ingloriosamente sagrificate e per tanto danaro inutilmente sciupato.»
E pure ci vuole una bella pretensione per non censurare gl’intendimenti di due dei più oculati gabinetti di Europa. Se Francia e Inghilterra sapranno aprirsi il passaggio fra le macerie della Crimea, sapranno pure aprirselo (e la Gazzetta non ne dubiti) anche in mezzo a quel caos vaticinato, che forse non è tanto spaventoso quanto lo immagina la profetessa delle sciagure occidentali.
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La Brestauer Zeitung riceve due contemporanee. corrispondenze sur un medesimo proposito; l'una da Berlino, l’altra da Vienna. La berlinese assicura esistere una grande differenza fra le vedute dell’Austria e della Prussia; la viennese afferma che ogni differenza fra la Prussia e l’Austria è rimossa. E la Brestauer Zeitung dichiara di ritenere più esatta la comunicazione venutagli dal corrispondente di Berlino, che ammette le differenze. E forse a queste si riferiscono i molti dispacci che (a quanto dice la Gazzetta di Vienna e dei sobborghi) in questi ultimi giorni si scambiarono fra i gabinetti austriaco e prussiano. E che l'accordo finora non siasi fatto risulta pure dalla notizia che l’Austria proporrà alla Dieta di Francoforte che si determini la posizione della Germania nelle attuali vertenze della Europa, ed in tal circostanza si determinerà pure la posizione delle due principali Potenze alemanne. Oltre a ciò, si sa che la Prussia non accettò mai nella loro interezza i quattro punti delle garanzia, e l’Austria oggi riconosce nella Francia e nell'Inghilterra il diritto di oltrepassare anche i noli quattro punti, secondo che consiglieranno i successi della Crimea. Da tutto questo emerge che sarebbonvi tuttavia molte cose sulle quali l’Austria e la Prussia non vanno d’accordo.
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l'Assemblée Nationale è di parere che il rinvio delle riserve dell’esercito austriaco alle lor case non costituisce una diminuzione delle. forze militari di quell'Impero, potendo le dette riserve essere ad ogni istante richiamate sotto le insegne. E di questo parere è anche Palmerston, e lo stesso gabinetto austriaco che su tal proposito diede a Palmerston le più consolanti spiegazioni.
l'Ost Deutsche Post crede che la riduzione dell’esercito è per l’Austria soltanto una pausa, non un cangiamento. E certo in una politica di aspettazione, quale si è quella che oggi si attribuisce all'Austria, una qualche pausa di tanto in tanto è conforme al carattere di essa politica.
Il Corriere italiano osserva che «la novità della odierna situazione ha maggiore importanza per la revente attitudine presa dall'Austria con la parziale riduzione dei suo esercito e con la risoluzione chiaramente espressa di rimanersi aliena, per ora, ad ogni attira partecipazione alla guerra. Il Corriere dichiara esser di quelli che opinano che chi vuole lo scopo dee volere anche i mezzi, ond’è ch'egli spingeva sempre alla guerra ripromettendosi più da essa che dalla inazione una pace più sollecita, ma sebbene oggi mantengasi fermo nella stessa opinione (a differenza di tanti altri giornalisti) pur non saprebbe biasimare la riduzione dell’esercito austriaco, non iscorgendo in essa un cambiamento di politica nei gabinetto di Vienna. Imperocché ognuno può di leggieri convincersi che l’eroico assedio di Sebastopoli da parte degli alleati e l’ostinata difesa da parte dei moscoviti, concentrano per lungo tempo tutta la guerra in Crimea; e se gli uomini di Stato austriaci avessero potuto persuaderai che Sebastopoli cadrà questo anno, esso Corriere è certo che la riduzione dello esercito non sarebbesi fatta; ma predominando probabilmente l’opinione che appena il 1856 vedrà la caduta del baluardo russo, si credette bene di alleggerire le spese col rinvio delle riserve alle loro case. In conseguenza esso è saldo più che mai nella persuasione che l’Austria non indietreggerà da nessun mezzo e nemmeno dalla guerra contro la Russia, ove questa guerra sia necessaria per ottenere il trionfo di quei principii, la cui giustizia fu da lei dal bel principio riconosciuta e de' quali il trattato del 2 dicembre fu l’espressione. Dunque relativamente a Sebastopoli per quest'anno i inutile a pensarci più forse per l’anno futuro potrà dirsene qualche cosa. Cosi assicura il Corriere che fino a ieri aspettò d’una in altr’ora l’annunzio della caduta del gran baluardo russo nel Mar Nero. Su questo punto i suoi calcoli fallirono, ed egli lo confessa ingenuamente. Appresso vedremo se almeno ha colto nel segno sostenendo che l’Austria, ove occorra, farà guerra alla Russia. Ma una tal guerra dovrebbe aver luogo dopo la caduta di Sebastopoli che si è aggiornata al 1856, senza pregiudizio di prerogarla all’anno susseguente. Perciò il Corriere si prende a suo totale vantaggio un ben largo tempo per seguitare a favorirci le sue polemiche della guerra dell’Austria con la Russia senza che alcuno, per ora, possa dirgli: «Avete sbagliato!»
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Mentre la Brestauer Zeitung è avvisata da Parigi essere avvenuto un certo rilassamento nelle relazioni fra l’Austria e l’Inghilterra, il Wanderer ritiene per cosa positiva e esistere fra, i gabinetti di Vienna e di Parigi u a unione strettissima e segreta.... ed essere sempre evidente che alla fine si tratterà della quistione puramente europea, nella quale la Russia, l’Austria e la Francia banne il maggiore interesse. Indi già si cominciano a prevedere nuove complicazioni, nuove metamorfosi, nuove alleanze. Dunque
«Multa renascentur que iam cecidere, cadentque
«Quae nunc sunt in honore.
DISPACCI TELEGRAFICI
Ci la sapere un dispaccio telegrafico che «un vapore inglese reca in Inghilterra 44 macchine infernali tolte innanzi Cronstadt.» Il fatto dunque sarebbe totalmente diverso da quello che si narrò a principio. Imperocché le macchine non si sarebbero pescate, ma tolte; nel primo caso includesi un’azione non oppugnata, nel secondo un’azione violenta contro una qualche resistenza. Indi bisogna supporre che la flotta inglese abbia combattuto presso Cronstadt e con vantaggio. Ma perché non dirlo? Perché invece recar la novella del bombardamento e della distruzione di Nystadt?
(Disp. tel.) «Da Barcellona in data del 2 si annunzia che quarantamila operai si resero padroni della città.» Questo fatto cosi laconicamente telegrafato la supporre che le truppe del governo non abbiano potuto resistere allo irrompimento dei tumultuanti operai. Si fosse però almen detto in qual senso siasi operalo quel terribile colpo! Due sono i partiti che in Ispagna aspirano al potere, il democratico e il carlista. I giornali avvisarono che il partito carlista calcolava molto sugli operai; ma non perciò hassi a dedurre che il movimento barcellonese sia stato perpetrato dai carlisti, sebbene le congetture sieno più per la causa del conte di Montemolino che per la causa democratica. Attenderemo dunque gli ulteriori schiarimenti perché in cosa si grave non è lecito avventurare alcuna asserzione in vantaggio sia dell'una, sia dell’altra parte.
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La Porta spedisce Mohemmed bey come suo ambasciatore straordinario a Torino. Mussurus, fratello dell'ambasciatore turco a Londra, rimarrà a Torino quale incaricato d’affari.
Compiuta la riduzione dell’armata e ritornato in Galizia il comandante della terza quarta armata barone Hess, verrà sciolto il comando di esse due armate che fu organizzalo nel giugno del 1854.
Thouvenel. nuovo ambasciatore francese presso la Porta ottomana fece la via di Vienna per andare a Costantinopoli. Ai 30 giugno ebbe un colloquio con Buol ministro austriaco degli affari esteri. Ai 3 luglio parti di Vienna per la sua destinazione. Si assicura che per motivi speciali pria di recarsi a Costantinopoli siasi trattenuto alcuni giorni a Vienna.
Per incarico del governo di Vienna si recheranno a Parigi alcuni statistici dell’Austria onde far parte del congresso statistico che terrassi a Parigi nel futuro mese di agosto.
La sera del 2 il principe Demidoff diede in Vienna una splendida festa, alla quale intervenne tutta la diplomazia russa.
Ai 4 parti di Vienna Titoff per andare a coprire il posto di ambasciatore russo a Stoccarda.
Attendeasi a Vienna pei giorno 8 il ritorno dell’imperatore dal viaggio d'inspezione nella Galizia.
Ai 28 giugno ebbe luogo all’Instituto il ricevimento del novello accademico Sacy principale redattore del Journal des Débats. Si aspettava ch'ei pronunciasse un discorso di opposizione; perciò gran folla di ascoltatori accalcavasi nella sala di ricevimento. Sacy cominciò il suo ben lungo discorso ringraziando l’Accademia di avere scelto in lui un rappresentante della stampa conciliatrice dell’ordine e della libertà. Indi tracciò la storia politica della ristorazione borbonica e dei 18 anni di Luigi Filippo con un artificio meraviglioso di reticenze, di piccole perfidie, di lontane ma visibili allusioni, si finse commosso a segno da spremer lagrime da' suoi occhi quando con voce tremula toccò le spente libertà politiche e civili dei 1789. Salvando rispose col suo noto stile a rabeschi; ma commise l’errore di segnalare con più vivi tratti certe cose che Sacy avea maestrevolmente o celate o lasciate intravedere alla sfuggita. Si fe' panegirista della fusione, ch’ei chiamò transazione; e l’uditorio rimase sgomentato per tanto ardire! In seguito di ciò, si preconizza qualche seria imperiale ammonizione, e forse alcun decisivo provvedimento che in futuro regoli con maggior precisione le attribuzioni e i doveri dell'Accademia.
Annesso al palazzo della Esposizione é quello denominato del Panorama, la cui apertura si fece l’ultima domenica di giugno. I visitatori che vi accorsero furono 100, 474. Per farsi una idea di questa nuova solennità bisognava essersi trovati in mezzo a quella moltitudine di popolo lietissimo, che, durante tutta la giornata, ondeggiò nell’immenso palazzo. La cupula elegante dell'antico Panorama fu adottata con isquisito accorgimento alla sua novella destinazione. Nel centro elevasi un delizioso chiosco cinese, ricettacolo dei diamanti della Corona: sui gradini inferiori le impareggiabili porcellane di Sevrés, non che l’ammirabile vasellame d'argento (uscito per lo più dalle celebri officine di Anistoffe), destinati a far parte dell’argenteria imperiale. Finalmente attorno al magico ricinto le più stupende tappezzerie delle fabbriche di Beauvais e dei Gobelins. Tanti tesori non si videro mai riuniti in un luogo solo!
Per ordine del giuri che ha incominciato a funzionare, fin dai di 1 di luglio fu aperto al Palazzo della Esposizione il concorso dei pianoforti; ma siccome non si può constatare la eccellenza di uno strumento senza provarlo, figuratevi l’armonia spaventosa, fulminante, apopletica che deggiono produrre le varie centinaia di questi strumenti collocati in tutti i punti della immense sala sia ch’essi suonino l’uno dopo l’altra, sia che (horribile dictu!) suonino tutti insieme.
I proprietari de locali prossimi al palazzo della Esposizione si vanno concretando per dare quanto prima un magnifico banchetto a tutti i giornalisti di Parigi.
l'imperatrice gode perfetta salute a Pau; essa si diverte in lunghissime passeggiate, dalle quali si riposa scrivendo essa medesima una grande quantità giornaliera di dispacci telegrafici all'augusto suo sposo, cui soltanto é dato conoscerne il tenore.
Ai 27 giugno l’imperatore passò in rivista sulla piazza del Carrosello alcuni reggimenti di fanteria, che indi partirono da Parigi alla volta della Crimea,
Trovansi a Calais varii ufficiali stranieri per assistere agli esperimenti di lanciare palle coniche dai cannoni fusi secondo il sistema di Miniè. I fatti esperimenti provano che la palla lanciata raggiunge la distanza di una lega.
Ai 3 il Corpo legislativo si adunò nei suoi uffizi per esaminare i nuovi progetti di legge presentatigli dopo la seduta solenne del 2. Il progetto di autorizzare il governo a contrarre un imprestito di 750 milioni di franchi fu, secondo un dispaccio telegrafico del 6, votato alla unanimità da 242 deputati.
(Disp. tel.) Ad Albamvira della Torre, nella provincia di Malaga, la popolazione divisa in duo partiti si è battuta per un giorno intero. Il sindaco fu morto.
Leggesi nella Gazzetta di Madrid una dichiarazione che conferma le pratiche di nuovi tentativi carlisti nella Catalogna. Temevasi qualche seria turbolenza a Barcellona, una delle più interessanti città di quella provincia.
(Disp. tel.) Espartero diede la sua dimissione, ch non fu accettala dalla regina.
(Disp. tel.) Gli assassini dei marinai della nave francese Coligny furono giustiziati.
Il governo ottomano mandò la sua banda militare ai francesi accampati a Maslak, onde ae ne fossero serviti per accrescere la pompa della processione del Corpus Domini fatta nel villaggio di Belbek.
Grandi agitazioni in tutta la regione del Libano. Le popolazioni di colà vi si trovano in istato di pena anarchia.
(Disp. Tel.) Scoppiò un nuovo incendio a Costantinopoli. Quasi 3000 sono le case divorate dal fuoco.
Il duca di Serra Capriola, vicepresidente del reale Consiglio di Stato napolitano, trattenutosi alcun tempo presso la Corte di Pietroburgo, fu insignito dall'imperatore, in segno della sua speciale benevolenza, dell’ordine di Alessandro Newski.
Continua l’invio di rinforzi russi alle coste di Finlandia. Cronstadt i ora messa in pieno stato dalla più formidabile difesa; si raddoppiarono le batterie; si munì la parte settentrionale dell’isola con grandi opere di terra; si distrussero i fari; si tolsero i segnali de' bassi fondi e delle secche; insomma si fece quanto fu possibile per difficultare una impresa che gli alleati po tessero tentare contro quel baluardo di Pietroburgo.
Il Volga, navilio russo da guerra e da trasporto, avendo arenato in un banco di sabbia, tra le isole di Kuorsalo e Stamo presso Sweaborg, alcune scialuppe cannoniere inglesi si accelerarono verso di esso per catturarlo. E il capitano russo, avvedendosi del pericolo di esser fatto prigioniero, ordinò si gittassero in mare i cannoni, indi fe saltare la nave in aria con ispaventevole fracasso. Ma prima di' ciò tanto esso capitano, quanto l’equipaggio vennero accolli da un piroscafo russo che li condusse tutti sani e salvi nel porto di Sweaborg
(Disp. tel.) Una squadra inglese di 7 piroscafi passò per Botaldeyack, portando con sé 6 prede di guerra.
(Disp. tel. Amburgo 4) La squadra inglese bombardò e distrusse la città di Nystad nella Finlandia. (Nystadt, celebre per la pace del 1721, ha un piccolo porto di commercio).
(Disp. tel.) Le truppe turche si concentrano nella Valacchia per motivi igienici!
(Disp. tel.) L’ammiraglio Bruat propone il porto di Balcik a deposito generale delle spedizioni invece di Varna.
Ben 30 mila russi, che venivano da Perekop, si unirono dinanzi ad Eupatoria a 15 reggimenti di cavalleria.
(Disp. tel. comunicato dall'ambasciata russa a Vienna). Si ha da Varsavia in data del 2 luglio avere Gortschakoff annunziato che fino al 29 giugno non era avvenuto nulla di nuovo innanzi a Sebastopoli, e il fuoco degli alleati essersi rallentato.
(Disp. tel.) Scrive Pelissier in data del 4 che nulla di nuovo era avvenuto peranco nella situazione delle parti belligeranti, e che Io stato sanitario degli alleati continuava a migliorare.
(Disp. tel. di Pelissier) Il generale Beuret né anche fu ferito. (Anteriori interpretazioni del dispaccio lo scambiarono col morto Brunet).
Simpson succeduto interinamente a Raglan è un vecchio velerano che fu compagno di Wellington in Ispagna. Egli è nella età di 65 anni. Entrò nell’armata l’anno 1811 e nel 1813 ebbe il grado di capitano; il che costituisce 44 anni di servigio.
(Disp. tel.) Il generale Simpson è nominato comandante supremo della Crimea.
Il colera esercita i suoi sterminii dentro Sebastopoli (Morning Chron.). Dopo la presa del Poggio Verde da parte dei francesi, furono sgombrati tutti gli ospedali della città e gli ammalati (i soli feriti sono più di 15 mila) vennero trasferiti al settentrione di Sebastopoli, dove lunghe serie di tende in aperta campagne si trovano organizzate a foggia di ospedali (Gaz. di Vien. e dei sobb.). Si conferma la notizia che la guernigione di Sebastopoli cominci a soffrire la fame, a motivo della spedizione anglo-gallica nel Mare di Azoff e della distruzione degli approvvigionamenti ch’erano accumulati lungo il littoriale.
I francesi, secondo ulteriori notizie, non presero alcuna parte al saccheggio e agli altri disordini commessi a Kertsch.
(Disp. tel.) La città di Kertsch fu distrutta dal fuoco!
(Disp. tel.) L’armata turca dell’Anatolia si ritira da Kars ad Erzerum. Murawieff sempre più avvicinavasi a Kars.
Notizie di Hong-Kong del 10 maggio recano l’annunzio della morte dell’imperatore cinese Kien-Fong. Parecchi giornali ne ricevettero l’annunzio anche qualche anno addietro. Ciò sia detto fra parentesi, onde si stimi essere prudenza aspettarne la conferma. Le stesse notizie parlano pure che i ribelli, pur dianzi dispersi, si erano impadroniti di Nankirg.
Si afferma che anche Stulouque, cioè Faustino l’imperatore di Haiti, era, non ha guari, gravemente malato e con quasi nessuna speranza di guarigione.
Diminuiscono i casi di colera in Ferrara.
Il colera è cessato a Vienna: continua a Venezia, a Padova e a Verona.
Il direttore in capo della Polizia in Varsavia, dove cominciò ad infierire il colera, ha pubblicato una notificazione, la quale, a motivo della ricomparsa del morbo suddetto e pel principio onde molti giudicano essere il fuma dello zigaro un mezzo di preservazione contro questa malattia, concedé il fumare per le strade. Del resto, il colera dopo questa notificazione non la che deboli progressi, e, quando l’infermo sia prontamente soccorso dal medico, il colera non é pericoloso.
(Disp. tel.) Si è propagalo il colera a Danzica.
Il colera infierisce. nel Cairo. Per oltre una settimana vi furono da 30 a 40 casi fulminanti di questo contagio recatovi dalla Mecca.
Per ora è fissata a due anni la convenzione per la comunicazione telegrafica fra la Prussia, la Francia e il Belgio.
Le Camere portoghesi approvarono la costruzione della strada ferrata da Lisbona a Cintra.
Luglio |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
4 |
60. 30 66. 35 |
92. 83. 92. 80 |
5 |
66. 80. 66. 50 |
93. 00. 93. 00 |
Si ha voce da parecchi gentili associati ed amici, come per lettere anonime giunteci per la posta, siamo avvertiti che altri la le maraviglie che da noi siasi lasciata senza replica la riposta fattaci con una corrispondenza inserita nel Num. 143 del Corriere italiano. Diciamo lor dunque che la replica uscirà in un prossimo numero, non avendo potuto pubblicarla finora per non sostituire un articolo di nostro personale interesse alle cosi dette attualità della giornata.
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Que' signori associati, che ancora non hanno spedita la consueta anticipata corrisposta, son pregati a non indugiarne ulteriormente l’invio.
Ben lo ci aspettavamo che la milanese Gazzetta sarebbesi pentila della seconda sua lamentazione sulle occidentali sciagure nella Crimea. Ora eccola di nuovo a bene sperare a pro delle armi alleate. «Gli annuncii (e|la dice) che ad intervalli ne reco il telegrafo dalla Crimea, dimostrano evidentemente che la mala riuscita del 18 giugno non ha in verun modo alterato il vigore onde viene condotto l'assedio; e la distruzione operata dai russi medesimi del piccolo sobborgo in fondo alla baia di mezzodì, compreso nelle loro linee, è prova manifesta che la difesa riesce ognor più scabrosa! I russi adunque vennero stretti si presso nella fortezza che le precipue loro opere esterne sono ora divenute i posti avanzati delle linee assedianti. Del resto Gorciakoff si prepara ad una vigorosa resistenza... mentre gli alleati spingono i lavori d'assedio contro la Karabelnaia, ove questa volta procedono giusta la disciplina dell’arte; ed armano con cannoni di lunga gittata i due conquistati ridotti della baia del Carenaggio e si fortificano nelle trincee con opere di terra che possono servire di base alle loro operazioni con. tre il forte di settentrione. Ecco adunque oggi mutata improvvisamente ogni cosa! Ieri la causa dell'ordine, la santità dei trattati, la forza della civiltà riportarono solenne sconfitta dall’autocrazia prepotente, dal prestigio di personalità e di circostanze assai più luminose, dalla politica aspirante alla sovranità universale; oggi insorgono a vita novella, oggi tutti i pericoli sono dalla parte moscovita. Ieri gli alleati erano in condizioni da dovere assolutamente sperare salvezza in un precipitoso rimbarco de pochi avanzi de' loro eserciti, oggi stan li li per entrare a Sebastopoli e cacciarne i russi, che ormai non possono far più che assai scabrosa difesa. Certo o esagerossi ieri o si esagera oggi; forse oggi e ieri. Ma, in qualunque modo, il piagnisteo della Gazzetta sarà veramente finito? Vedremo domani. Intanto che dirà il Corriere italiano, che ritenne probabile appena pel 1856 la presa di Sebastopoli, ora che la Gazzetta gliela rappresenta siccome vicinissima? Sarebbe pur curioso che l'ordine di richiamar le riserve austriache sotto le armi si spiccasse pria che fossero tutte ritornate alle case loro. Il; Corriere assicurò che il richiamo si farà tostoché Sebastopoli sia caduta in potere degli alleati. E la Gazzetta oggi dice che l’avvenimento. è prossimo a verificarsi.
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Il Nord proscritto dalla Francia sembra volere con un’affettata moderazione implorare la grazia imperiale che cannelli il decretato ostracizzino. Con una corrispondenza parigina inserita nel suo primo numero dichiara che «Parigi, la quale un giorno era la città delle follie, ora è la città bene ordinata, la città che si mise sulla via positiva con tutto l’entusiasmo del rinsavimento.... l'imperatore Luigi Napoleone ebbe il merito di attuare energicamente i progetti rinvenuti fra gli scartafacci dell’assemblea legislativa, progetti che s’immaginarono dagli studii comandati dalla sollecitudine dei re antichi.»
E in un articolo, ch'è una protesta contro la espulsione dei suoi stranieri compilatori dal Belgio, dice che «il Nord fu sinistramente giudicato innanzi la sua comparsa Pur tutta via sarà sua premura che gli autori della espulsione abbiano a pentirsi di aver fatto mille....»
E finisce dichiarando bastargli di provare che «la preponderanza della Russia è decisivamente una gran parola!»
É informato il Nord che il generale Letang, la cui missione a Vienna è terminata, è aspettato fra pochi giorni di ritorno a Parigi, dove l’ambasciatore austriaco è ora escluso dalle cortesie della Corte. Quanto a Letang, il Corriere italiano afferma che rimarrà per lungo tempo ancora in Vienna; e quanto all’ambasciatore austriaco, le notizie concordano nel dire ch’egli è sempre l'oggetto di speciali attenzioni da parte dell’imperatore Napoleone e di tutta la sua Carte. Nel programma del Nord è promesso la rettificazione de' fatti svisati. Sembra però ch’egli intenda svisarli, lasciando altrui l’incarico della rettificazione. Ma vediamo se il programma è mantenuto nei fatti che tornano in svantaggio della Russia. Cita il Daily News per farci sapere che la flotta inglese presse Cronstadt scopri e distrusse 46 macchine infernali; né vi aggiunge alcuno comento. Ora è egli vero che quelle macchine furono distrutte? No; se fossero state distrutte, come, almeno 44 di esse, si potevano portare in Inghilterra? Cita il Times per dirci che l’imperatore Alessandro è ammalato. E questa malattia sussiste ella veramente? Le notizie, che si hanno, affermano che no’; e il Nord quasi vi appone il nero suggello considerando che il Times è quel medesimo giornale che cantò vittoria. annunciando la morte dell’imperatore Niccolò. E il Nord ebbe dalla Russia 200 mila franchi a titolo di spese di fondazione!
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Lo Standard riferisce che la lotta inglese quando fu alle viste di Cronstadt si divise in due parti; comandata la prima dal contrammiraglio Dundas, e dal contrammiraglio Penaud la seconda. Aspettava intanto nuovi rinforzi specialmente di scialuppe cannoniere destinate ad operare ne bassi fondi. Tutto dunque era disposto per una grande guerresca azione; della quale però lo Standard non ci dice nulla. Sappiamo d'altronde che, dopo essersi tolte alcune russe mar. chine sottomarine, le due divisioni della flotta si riunirono e retrocedettero per andare a bombardare e ridurre in Cenere Nystad, probabilmente perché la notizia di questo fatto avesse preceduto l'altra, che verrà ne’ giornali russi, intorno alle cose accadute innanzi Cronstadt e agli episodi che accompagnarono la conquista delle già scaricate macchine infernali.
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Racconta il Daily News che, durante l’assalto dei 7 giugno al Poggio verde, una signora inglese moglie di un uffiziale assisteva con imperterrito coraggio al sanguinoso combattimento. Il generale Pennefather, meraviglialo di tanta feminile intrepidezza, distaccò una medaglia dall'uniforme di un russo uffiziale ucciso, e la pose, come cavalleresca decorazione, allo sciallo della fortunata signora. E poi dicasi che la guerra della Crimea non sarà degnissima d’epico poema! Vi sono ancora le Clorinde dei Tasso, le Bradamanti e le Fiordiligi dell’Ariosto! Ma perché si cela il nome della britannica eroina? Perché non si memora il modo, ond’ella prese parte al glorioso avvenimento? Senza queste spiegazioni si potrebbe forse supporre che il racconto del Daily News altro non sia che una vaga favoletta di poetica immaginazione.
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L’Armonia qualifica inutile impresa degli alleati la distruzione di Nystadt, perché, a suo parere da essa non hanno alcun vantaggio che loro agevoli l'ulteriore procedimento delle operazioni guerresche. Ma la Gazzetta di Milano sembra che la pensi alquanto diversamente. Le sue parole son queste: Nystadt, che le flotte alleate dei Baltico bombardarono e ridussero in cenere, siede, dal 1617 epoca della sua fondazione, sul, golfo di Bomia. Memorabile storicamente, perché cento e quattro anno dappoi vi si conchiuse la pace della guerra settentrionale, in cui la grandezza svedese passò alla Russia. Nystadt ricorda per eccellenza la caducità degli Stati guerrieri. Alla distanza di circa un secolo da Gustavo Adolfo, Carlo XII nel golfo Finnico, a Narva, con soli ottomila svedesi ruppe e disperse un esercito di 8!) mila moscoviti. Vinto nov'anni appresso a Pultawa da Pietro il Grande, dopo una eroica riscossa, gloriosamente ed a tempo incontrava nel 1718 la morte all'assedio di Friodrichshall, per non vedersi tre anni più lardi smembrato il reame delle più ricche provincie, la Livonia, l'Estonia, l’Ingria, una parte della Carelia e della Finlandia aggregate, con la pace di Nystadt, alla corona dei Romanoff. II Senato, il Sinodo e il popolo russo proclamarono allora lo czar imperatore di tutte le Russie. La pace di Nystadt, riconosciuta dall'Europa ufficiale, umiliando a secondaria Potenza la Svezia, 'esse il primate dei settentrione alla Russia. Le flotte dell'Occidente convertirono la fatale città in un cumulo di rovine.
La distruzione di Nystadt comparisce dinanzi alla sto ria quale espiazione, differita si a lungo, ma alfin consumata dalla Nemesi arcana de' popoli.
Il Morning Post smentisce in modo positivo In voci che corrono di gelosia e di differenza di pareri fra il generale francese Pelissier e il generale inglese Raglan. E noi crediamo che il Morning Post questa volta appongasi al vero. Chi sostenesse il contrario cadrebbe nell'assurdità che passano sussistere rancori e diversità di opinioni fra un morto ch'è Raglan, e un vivo ch'è Pelissier.
Si attende a Vienna l’arrivo del barone Mivendorff che già fu ambasciatore russo appo la corte austriaca.
Nei circoli diplomatici di Parigi parlasi molto della visita fatta dal conte Molé al conte di Chambord alle acque di Tòplilz e credesi pur sempre che si deverrà quant prima all’accordo definitive della fusione.
Un rescritto dell’imperatore d’Austria datalo da Lemberg permette a molti emigrati poutiei, specialmente italiani, di rientrare liberamente in patria.
Su i primi di giugno la Prussia aveva ordinato ai battaglioni della landwehr di fare i loro esercizi ordinati. Furono licenziati pria che si fossero interamente riuniti per gli esercizi medesimi. Questo licenziamento è una riduzione dell’armata prussiana.
(Disp. tel.) L’imperatore Napoleone al Corpo legislative, che gli presento approvati a progetti di legge sul nuovo imprestito e sulla leva anticipata, rispose: Ho fiducia che con lo slancio patriottico del paese supereremo le difficoltà e conseguiremo una pace onorevole.
I processi per combriccole di operai si moltiplicano. In parecchie località si mandò rinforzo di notizie, perche avvengonvi spessi tumulti e si scoprono più spesse conventicole segrete.
Gli ospedali militari di Marsiglia e di Tolone, in seguito ai molti malati giunti dell’Oriente, sono si pieni che si dovette ordinare il trasporto d’una parte dei inalati medesimi nell'interno dei paese.
Si afferma che il campo di Saint-Omer riceverà un aumento di seimila uomini.
Ê arrivato a Londra dall'Annover Riccardo Fitzroy Somerset, figlio dei defunto comandante sapremo inglese in Crimea. Ereditando la qualifica del padre, ora egli chiamasi lord Raglan.
(Disp. tel.) I lavoranti di Barcellona si ammutinarono; morti due fabbricanti, uno de' quali la de patate al Parlamento; i capitani della guardia nazionale non erano sicuri di reprimere la rivolta; il generale Zapatero riuniva le sue milizie; da Madrid si spedirono rinforzi nella Catalogna.
l'ex-deputato rimasto ucciso nel movimento di Barcellona è Sol y Padriz.
II. capitano generale Zapatero si è rinchiuso nel forte Atazacanas con le truppe rimaste fedeli.
(Disp. tel.) Si annunzia l’arrivo di Espartero a Barcellona e la soppressione del tumulto, i! cui pretesto fu la quistione dei salario de' lavoranti.
(Disp. tel.) La regina dovea parere il 7 per l’Escuriale.
Novelle bande di carlisti ricomparvero verso Pamplona e Burgos, più numerose delle precedenti.
(Disp. tel. da Madrid 5) Il partito carliste di Maladaperds è stato disperso, ed il suo capo arrestato.
(Disp.. tel. del 5 da Madrid) Il Congresso spagnuolo ha preso in considerazione la proposta relative a un imprestito volontario di 230 milioni di reali.
Il re di Svezia visita assai spesso il campo degli esercizi militari a Landgardsgardet, dove si trovano 15 mila uomini comandati dal principe reale. Terminati che saranno gli esercizi, il principe reale passerà in Norvegia per assumervi il comando del contingente norvegio, ch'è di 8 mila uomini, e che si riunirà presso Cristiania; gli esercizi di questo contingente dureranno sino alla me la del future settembre.
Sul terribile incendio scoppiato ultimamente a Costantinopoli ulteriori notizie portano che non ostante i p u energici e solleciti soccorsi per ispegnere il fuoco, questo si dilato rapidissimamente, e distrusse quasi del tutto il quartiere da Jenikalè a Kumkaqo, Ak-Seraj, il quartiere di Loleli e i finitimi giardini. Un ben 1500 case, 6 moschee e vari superbi konak sono un cumulo di fumanti ruine. Altri edilizi furono gravemente danneggiati.
Sembra che il nuovo granvisire A’Ali pascià abbia smesso I idea di negare la somministrazione di 25 mila turchi al soldo dell'Inghilterra; imperocché questo contingente ottomano non solo continua a raccogliersi al campo di Kila sul Bosforo, ma la Porta eziandio vi mando due batterie complete.
Le notizie del Baltico contengono relazioni assai particolareggiale sugli sbarchi operati di continuo dagl’inglesi e dai francesi su vari punti della costa. Il 6 giugno una fregata ad elice fece scandagli lungo la costa da Urpala a Sakasjarvi e Wilajok, dove mandò a picco due navigli carichi di pietre. Il 10 gli alleati approdarono presso Trangsund e costrinsero alla ritirata i bersaglieri russi collocati alla costa, e, dopo fatte le necessarie ricognizioni, si misero in alto mare; il 14 incendiarono il forte di Slava. Il 15 una scialuppa cannoniera si avvicino a mezza versta da Friedrichsham, e dopo avere assunte le informazioni sul numero delle truppe e delle provvigioni russe che stavano colà si riunì al resto della squadra a Svensksund.
I lavori de' forti presso Riga, Dunamunde e alle coste sono compitili. I soldati, 45 mila de' quali stanno accampati intorno a Riga e 8000 dentro la città Blessa, vengono ammaestrati negli esercizi militari. Ma un numero non insignificante di queste truppe è colpito da malattie e per lo più da oftalmia contagiosa, malori prodotti dalle lunghissime marcie fatte dall'interno della Russia fino alle coste finlandiche.
L’Assaz vapore francese arrivò a Wazliolm; gli uffiziali del bordo recaronsi a Stocolma, dove furono ricevuti con ogni maniera di benevole attenzioni.
(Disp. tel. Varna 5) La maggior parte dalla flotta alleata disponevasi a presentarsi innanzi Odessa per bombardarla.
L’ammiraglio Bruat ha fatto sperimentare l’antracite scoperta a Kertsch è a Jenikalé, e si è giudicata ottima al servigio de' piroscafi.
L’ammiraglio Novossilsky, che tanto si distinse nella difesa di Sebastopoli, trovasi pericolosamente infermo a Odessa.
Il duca di Newcastle, che fu. ministro della guerra a Londra, parti di Vienna. per Costantinopoli, d’onde recherassi in Crimea.
Il generale Gortschakoff nel giorno 19 giugno successivo a quello, del male riuscito altaico degli alleati contro Malakoff pubblicava il seguente Ordine del giorno.
«Commilitoni! Il sanguinoso combattimento d’ieri e la sconfitta di un disperato nimico circondarono nuovamente le nostre armi d'allori immortali. La Russie vi è debitrice de' suoi ringraziamenti, ed essa non mancherà certamente a questo suo dovere. Parecchie migliaia de' nostri compagni ieri sciolsero il loro giuramento con la morte, e cosi mantennero la parola da me data all’imperatore, nostro padre comune. Ve un rendo grazie, è miei commilitoni! Nuovi e grandi rinforzi sono intanto in marcia da tutte le parti della Russia; fra pochi giorni arriveranno qui; spingete dunque, come sinora faceste, gl'intrepidi vostri petti contro i mortali proiettili del nostro empio nimico, e preferite morire, come altre migliaia de' vostri commilitoni, con le armi in pugno, in onorevole lotta, combattendo corpo a corpo, petto a petto, decisi di adempiere il vostro giuramento di conservare all'imperatore ed alla patria la nostra Sebastopoli. Soldati! L’inimico è battuto, respinto con perdite immense. Permettete al vostro condottiero di replicarvi le sue più vive azioni di grazie in nome dell’imperatore nostro amato monarca, in nome della patria, della nostra magnanima Russia. É. presso il tempo, in che, fiaccato l’orgoglio dell'inimico, le sue armate spariranno da questo suolo siccome polvere dispersa dal vento!»
La strada che da Perekop conduce nell'interno della Crimea è tutta coperta di fanteria, cavalleria e artiglieria e da interminabili file di carri da viveri, bagagli e munizioni. Tutti questi rinforzi muovono verso la parte meridionale e i russi a Sebastopoli erano pieni di giubilo per l’imminente arrivo di tante fresche milizie.
(Sono giunte le relazioni officiali dell'assalto del 18 giugno. Essendo troppo lunghe, ne daremo un sunto storico nel numero successivo).
Mentre la sera del 28 giugno i generali alleati tenevano un gran consiglio di guerra, questo fu interrotto per una improvvisa sortita de' russi dalla parte del Redan. Le truppe alleate opposero validissima resistenza e i russi in men di due ore compiutamente respinti si ritirarono nelle loro posizioni.
Il general Eyre si è ristabilito in salute.
Si vuole (Times) sieno stati spediti da Parigi a Pelissier gli ordini più precisi perché il più presto che sia possibile e ad ogni costo si affretti a prendere la rivincita del non riuscito assalto del 18 giugno contro la torre di Malakoff.
(Disp. tel.) Simpson scrive in data del 4 a sera non essere avvenuto alcun fatto di rilievo. Le opera dei francesi, a destra dell’attacco, progredivano in modo soddisfacente.
Dispacci russi del 5 dicono sembrare che gli alleati si preparassero ad un nuovo bombardamento a ad un assalto.
(Disp. tel.) A mezzanotte del 5 Pelissier che contezza che tutto era bene avviato nella situazione dell’esercito.
(Disp. tel. Parigi 9) Notizie della Crimea della sera del 7 non recano alcun fatto importante.
(Disp. tel. Vienna 9) Notizie di Bukarest recano che nel campo degli alleati tutto era disposto per dare un assalto generale a Sebastopoli, l'attacco sarebbesi cominciato contro il bastione. de! entro e 4 forti del sud e dell’ovest.
(Disp. tel.) Bosquet si avanza con le sue truppe dalla alle d'Inkerman nelle, trincee dinanzi ai furti del mezzodì e dell'oceidente. Credevasi imminente un nuovo assalto.
Scrivesi da Parigi esser certo on imminente nuovo assalto alla torre di Malakoff e ad alcune altre parti delle fortificazioni di Sebastopoli. S afferma che il governo francese aspetta di giorno in giorno notizie importanti. Se questo tentativo non riesce, è opinione che l'assedio sarà sospeso e si tenterà una guerra di campagna; imperocché gli é impossibile accampare più oltre sotto Sebastopoli, dove tutte le più perniciose e mefitiche influenze minacciano un terribile sviluppo. Ê ben vero che una pioggia di 36 ore rinfrescò molto l'atmosfera, ma questo beneficio fu di corta durata; i calori della Tauride indi aumentarono maggiormente. Se però le molestie della stagione son gravi agli alleati, che pur sono in un clima simile ai più belli della Francia, e dell'Italia, riescono insopportabili ai‘ russi trasportati dai loro gelidi paesi Sotto un cielo infuocato cui non sono avvezzi. Indi fra essi una eccessiva spossatezza, ed epidemiche malattie, che mietono ogni settimana migliaia di vittime. Perciò i grandi rinforzi che di continuo arrivano dalla Russia nella Crimea.
I piemontesi, accampati sulla sinistra della Cernaia, non si sono ancor cimentati col fuoco del mimico, tranne in qualche avvisaglia d'antiguardo. Bensì dovettero pagare un largo tributo di vittime al migliore alleato dei russi, il colera: i calcoli più moderati fanno ascendere i morti ad un nono di tutto l’esercito di spedizione (Gazz. di Mil.). Ma il colera quasi del tutto cessò nel campo piemontese e ricomparve fra. gl'inglesi.
Una lettera giunta dalla Crimea il 4 a Torino annunzia che le truppe piemontesi mancavano di tutta, e che da circa un mese si alimentavano de' viveri degl'inglesi e dei francesi. Aggiunge che «la colpa non è dell'Intendenza dell'armata, bensì del Ministero, cui può dirsi che attaccò i buoi dietro il carro (Movim.). Questa lettera però fu scritta pria del 25 giugno, imperocché con dispaccio di quel giorno I Intendente generale d'armata presso il corpo della spedizione piemontese la sapere da Costantinopoli ch'eran cessali i venti di tramontana, che da lungo tempo trattenevano i trasporti de' viveri, cosicché oltre a 24 navi cariche di provvigioni erano arriva le nel Bosforo, ed alcune già facevano vela alla volta della Crimea. Con questi sussidi e con l’arrivo de' vapori o comperato o in via di provvedersi dal governo di Torino, si ha fiducia che non abbiano a rinnuovarsi le difficoltà, i cui versa talvolta il corpo di spedizione rispetto ai viveri per difetto specialmente di sufficienti trasporti.
Si è spedito a Bombay l'ordine d'imbarcare il 14 reggimento de' dragoni delle Indie inglesi, il quale da Suez si recherà per terra ad Alessandria, d'onde farà passaggio in Crimea.
(Disp. tel.) Una parte della cavalleria irregolare delle Indie inglesi ha chiesto di servire in Crimea.
Lettere di Pietroburgo del 23 giugno recano che la marcia di Murawieff da Tiflis ad Alessandropoli è stata una vera ovazione. Tutte le popolazioni accolsero quel generale e le sue truppe col più vivo entusiasmo. Prima ch’ei partisse di Tiflis, vi si organizzò una milizia volontaria di 4000 uomini e il generale passò in rivista quella guardia improvvisata. Murawieff in un Ordine del giorno annunziò prossimi importanti avvenimenti. Mentre le soldatesche guriane e l’armata d’Akhalziskh erano messe a difendere le coste della Guria contro uno sbarco delle flotte alleate, Murawieff disponevasi ad un attacco contro Kars, onde avanzarsi poi per Hassankaleli sopra Erzerum.
Secondo le più recenti notizie, i russi con una rapide mossa occuparono le due vie, che da Achaltzik e dall’Ararat menano verso Erzerum. Con questa diversione inaspettata i turchi furono minacciati a fianco e alle spalle, indi sgombrarono Kars per proteggere Erzerum. Williams rifiutò venire a conflitto co’ russi, perché nessuna probabilità di vittoria dalla sua parte. Radunava portante le sue truppe e i ricevuti rinforzi ad Erzerum; fortificava imponenti posizioni e manteneva le comunicazioni con Trebisonda e Sinòpe.
I pellegrini della carovana franco-belga emisero fin dal 12 aprile un i protesta, ora pubblicata n qualche giornale francese, contro le invasioni fatte dai greci scismatici ne’ santuari della Palestina.
La strada ferrata di congiunzione da Oderberg ad Oswiecitn è prossima al sue compimento e l’altra fra Oswiecim e Trzchinin, incominciata dall’amministrazione dello stato, potrà essere in breve aperta al pubblico servizio.
Luglio |
3 per 103 aperto, chiuso |
4 per 103 aperto, chiuso |
0 |
66. 0560. 30. |
93. 90. 93. 60 |
I |
66. 25. 66. 15. |
92. 75. 92. 75 |
Un anonimo corrispondente del Corriere Italiano denunziò che la Censura, mentre vieta in Roma la circolazione di qualche stampa periodica, smette ogni scrupolo allorché trattasi di vendite al pubblico incanto di libri anco dall'Indice proscritti perché immorali o contrari al domina cattolico. E noi conoscendo, forse più che altri, la prudenza e la saviezza di coloro, che a queste cose presiedono, ci tenemmo in debito di produrre un articolo apologetico, col quale impugnammo, in sostanza, che i nostri revisori possano legittimamente esser colpiti di cosiffatta incriminazione. Il corrispondente non ebbe a grado la nostra generica negativa risposta, che d’altronde non poteva né doveva in altra guisa farsi ad una generica accusa;, indi, venute in. cruccio che non avessimo aggiustato cieca e servile credenza alla sua parola, replicava che «ci volte un bel coraggio a dargli delle mentite e ad invitarlo a indicare i libri, di cui la Censura con poca prudenza autorizzò la vendita, come s'egli avesse parlato a caso!»
Le quali cose stan bene soltanto a redarguir que’ pusilli che fecero professione di giurare in verbo magistri, non già noi seguaci della massima, che insegna doversi assolutamente ripudiare qualunque incolpazione che no si chiaramente provata..
L’anonimo portante (adattandosi un fratto ai nostri principi) ci la sapere che «non corsero ancora due mesi dacché la Polizia fece ritirare da una vendita fatta dal libraio Archini tutta la collezione dei giornali, che comparvero in Roma, durante la rivoluzione; e sa il mondo in qual fango cadde la stampa romana in quell’epoca! per cui non si deve sapere buon grado alla Censura, che ne aveva autorizzata la vendita»
Da ciò e’ si parrebbe che nel catalogo approvato dai revisori fosse stato dadovvero il titolo di Collezione dei giornali stampati in Roma, durante la rivoluzione, ma no’, questo titolo è di esclusiva invenzione del corrispondente, che in tal modo, non sappiamo per qual recondita sua ragione, volte nascondere le specifiche denominazioni de' giornali ammessi nel catalogo; e questi, se ben ci ricorda, non eran che cinque o sei, né alcun d’essi degl’imbrattati nel fango, in cui caddero il Don Pirlone a Roma e l’Arlecchino a Napoli;. né tutti comparvero durante la rivoluzione, mercecché vi eran pure il Vero Amico del Popolo e l’Osservatore romano, che si pubblicarono dopo la ristorazione del pontificio Governo. In quella collezione però di giornali, guari tutti incompleti, comprendevasi anche una miscellanea di fogli e di foglietti non distinti co’ loro titoli, laonde la Polizia richiamolli a sé, menovvi sopra opportune disamine; indi restituì la collezione al proprietario; senza averne tolto alcun che; mar nell’intervallo delle praticate indagini fai vendita de' libri era già stata fatta.
E fin qui non, è che un nonnulla in comparazione del turbinoso rovinio ch’indi ci vien sopra. Ecco i successivi sbuffi aquilonari che ci percuotono: «Ignora il Vero Amico del Popolo che nella occasione in cui fu venduta (nel 1853) la biblioteca dell'abate Hamilton inglese, si videro figurare nel catalogo stampato ed approvato dai censori le opere di BROWNE Religio Medici; di SANDERO De visibili Monarchia Ecclesiae, non che De Origine et Progressa schismatis anglicane, di ROUSSEAU JEAN JAQUES Opere complete, di MONTAIGNE Essais, di LEIBNITZIO Opusculum theologidimr, di BUCHANANO Poemata, di SALVADOR Histoire de la domination romaine en Judée; finalmente il BOCCACCIO! E tutte queste opere condannate dall'Indice furono vendute sotto mille occhi e senza riserva. Riassuma inoltre il Vero Amico quel catalogo e troverà che fu venduta pure l’opera les liaisons dangereuses edizione figurata. Non può all’Amico del Popolo essere ignota la immoralità di questo libre, che attacco la morale, offende l'onestà pubblica ed ha recati immensi danno. Sono decorsi pochi giorni dacché nella pubblica auzione fatta presso l’Archini apparve nel catalogo del la libreria dell'avvocato Lattanzi l’Histoire de la prostitution dans la ville de Paris, opera, che, quantunque non iscritta all’indice, tuttavia da non vendersi pubblicamente in Roma ove giustamente si osservano le più minute cautele per la morale pubblica.» E dopo di averci ad uno as uno enumerati i libri nocivi alla pubblica morale e venduti pubblicamente presso l’Archini alla pubblica auzione, il coscienzioso corrispondente profferisce la definitiva sentenza che «il Vero Amico del Popolo o trascura gl’interessi del popolo non assistendo mai alle pubbliche vendite, o trovasi in una beata ignoranza.» E con ciò che ha inteso dire? Forse che per non essere ignorante conviene assister alle pubbliche vendite dei libri? O che per garantire gl’interessi del popolo noi dovressimo sopravvegghiare a queste vendite?' Nel primo caso, non lasciamo che tutta la sapienza si accumuli nel corrispondente,; né pretendiamo che rimangane almeno un briciolino per noi; nel secondo; gl’interessi del popolo si tutelano dai competenti magistrati; mentre noi ci limitiamo a sostenere, per quanto è dato all’umile nostra parola, il rispetto e l’onore dovuto ad essi contro le ingiurie che loro si fanno per iscreditarli nella opinione del popolo, che si colpisce nel suo più vitale interesse quando altri procura d’insinuargli a disistimare i magistrati medesimi.
Ma messe da banda questo accessorio gentilezze favoriteci dall'anonimo che dichiara «esser sempre i suoi principii la verità e la decenza del suo paese» possiamo ad esaminare partitamente i libri condannati dall’Indice e fatti esporre alla pubblica vendita con poca prudenza dei revisori.
Anzi tutto però è da sapersi che ogni giorno revisori sono assediati dalla importunità di coloro, che smanano di rendere le ereditate librerie d'illustri letterati e d'illustri scienziati defunti, non che dalla impazienza degli editori che di continuo sono applicati alla stampa de cataloghi di libri destinati per lo più ad arricchire le biblioteche di altri, che saranno egualmente illustri allorché andranno quo plures abierunt. E di ciò fan fede anche i molti Manifesti, che cotidianamento si affiggono alla pubblica vista per tutti i cauli della città. Indi è che non dovrebbe far meraviglia, se, fra tante e tante migliaia di opere antiche e moderne è dimenticate da tutti è da pochi superficialmente conosciute, ai revisori tal volta ne sfuggisse alcuna che fosse delle nominatamente condannate dall’Indice è delle comprese nella generica proibizione; imperocché bisognerà pur ammettere che i revisori non hanno il privilegio della onniscienza, né possono conoscere tutte le cose pertrattate ne’ miliardi di libri e di opuscoli che d'ordinario servono a raccogliere in è la polvere delle biblioteche. Fra i quali è certamente Browne, il cui nome non trovasi nell’Indice, che senza dubbio, i revisori consultarono, e, non lo vi avendo invenuto, lo lasciarono nel catalogo.
Dopo ciò, è mestieri aver presente la massima introdotta dalla consuetudine di permettere alcune opere che quantunque scritte nell’Indice, hanno il pregio di una rara edizione, tanto più che siffatte opere sogliono p. issare nelle mani d’mtendenti ricoglitori muniti sempre delle debita licenze. Ed anche sotto questo rapporto il nome di Browne potea comparire nel catalogo, mercecché vi leggiamo l'annotazione della rarità della stampa.
Più agevolmente poi la indulgenza dei revisori è per quelle opere che, oltre il merito di rara edizione, sono d’insigni autori. Cosi nel catalogo era Le Decameron del Boccaccio tradotto in francese e stampato a Londra con molte finissime incisioni di ralenti bulini, e nessuna di queste, come siamo assicurati, ritraeva immagini di turpitudine; inoltre la edizione aveva il pregio singolare di esser fatta in caria di Olanda. Nulla «io di manco vi si appose l'avvertimento: Si ammette per il pregio dell'edizione e da rilasciarsi ai muniti di licenza. Lo stesso dee dirsi di Buchanano, autore illustre fra gl’inglesi, e di esso non già si ammisero Opera omnia, ma soltanto Poemata; e si sa che le opere più inique di Buchanano sono quelle scritte in prosa, mentre parecchie di quelle, che sono scritte in verso ed hanno il pregio di più forbita eleganza, non sono di scapito alla buona morale. La edizione poi di questi poemi era la rarissima fatta in Amsterdam il 1587. Similmente l'Essais di Montaigne, scrittore francese di celebrità universale, era la bella edizione di Didot del 1836, compatta a due colonne col ritratto dell'autore; ed oltre a ciò, avec notes et commentaires. Montaigne è una miniera di erudizione, non iscevera di mondiglie; ma le note e i comenti diedero argomento, per avventura, ai revisori onde più facilmente ne acconsentissero la vendita. Alla fin fine, Non ego paucis offendar maculis, diceva il Venosino; e, se lo schifiltoso corrispondente del Corriere avesse letto Montaigne, avrebbevi imparato al capitolo de la modération qualcosa che gli bisognava. Montaigne ivi dilucida la massima oraziana che
«Insani sapiens nomen ferat, aequus iniqui.
«Ultra quam salis est virtutem si ferat ipsam.
Ha egli capito? Anche il sapiente arrischia di esser qualificalo stolto ed anche il giusto si acquista il nome d'iniquo, quando pretendono che la virtù dei revisori sia portata a tal austerità da proscrivere anche la luce del sole, perché il sole ha qualche macchia; è a tal perfezione che ictu oculi valga a discernere le mende pur dove queste a occhio nudo e per consenso degli altri uomini non si trovano, come appresso ragioneremo. Ma se cosi adoperassero, allora non marcherebbe chi gli accusasse e di soverchia durezza, e di avversione alle scienze o di antipatia per le belle lettere.
Ma, come a principio ponemmo, i revisori sono soggetti a qualche involontaria inavvertenza. E involontaria veracemente fu la permissione delle Liaisons dangereuses (che noi non conosciamo) imperocché non furono vendute sotto mille occhi e senza riserva, ma invece, pria che la vendita alla pubblica auzione si effettuasse, vennero prestamente ritirate. tutta la colpa adunque consisterebbe nel non essersi badato a sopprimere quel titolo nel catalogo. E questa è colpa? Il fatto successivo evidentemente dimostra che non fuvvi alcun preventivo malizioso intendimento, senza il quale è inutile andare in cerca della colpa.
Quanto all’Histoire de la prostitution dans la ville de Paris, il corrispondente soppresse anche il reste del titolo, onde altri avessela reputata una istoria di laidezze e di sibaritici sudiciumi per vie maggiormente illaqueare nel vizio una effrenata adolescenza, che incautamente ruit per vetitum nefas. Ma essa dolta istoria (in due grossi volumi, in ottavo, da noi consultato) è considérée sous les rapports de l’hvgièn publique, de la morale et de l'administration par Parent Duchâtelet, e merita, a giudizio degl'intelligenti e de' costumati, di esser tutta e ben considerata da ogni medico e da ogni magistrato per applicare saggi provvedimenti contro gli abusi, che offendono la pubblica igiene e la morale.
Dell’ateo ebreo SALVADOR sono, finora, proibite le sue opere, nelle quali apertamente propugna l’orribile sua incredulità; ma la Histoire de la domination romaine en Judée (opera generalmente sconosciuta) manca tuttavia nell’Indice, che noi al biamo; quindi non sappiamo intendere come l'anonimo ve l’abbia rinvenuta.
ROUSSEAU! Oh qual nome mai si è permesso in un catalogo stampato in Roma per iscandalizzare il corrispondente del Corriere! stampato in Roma, dove la ecclesiastica Censura in materia di religione e di morale eminentemente s’innalza e si distingue sopra ogni altra di qualunque paese veramente civilizzato! Ma il cotante ombroso corrispondente smetta il suo spavento! Egli scambiò Jean Baptiste Rousseau con l’antisociale scrittore del Contralto sociale Jean Jaques Rousseau. Il nome dell'autore fu indicato per le iniziali J. B. e il corrispondente, supponendovi un errore tipografico, lesse J. J. e interpretò Jean Jaques. Le sue traveggole però non finiscono qui. Egli pronunciò in ital aao il titolo opera in francese. In italiano ei disse Opere complete, mentre il catalogo reca in francese Ouvres diverses, Odes et autres poésies, che sono quelle appunto raccolte per uso de' collegii, e di altre scuole in Francia.
Eccoci a LEIBNIZIO! E doveva egli permettersi l'0pusculum theologicum di un protestante? Chi soffermasi al nome degli autori risponde che nò; chi conosce ciò che nelle opere si contiene risponde che si. L’Opusculum theologicum di Leibnizio non venne alla luce che in questi ultimi tempi. Ne racconteremo brevemente la storia. Sotto il regno di Girolamo Bonaparte si rinvenne in Annover il manoscritto dell’Opusculum theologicum di Leibnizio. Re Girolamo presentollo al cardinal Fesch che giudicò essere in quello sviluppata la verità di quasi tutti i dommi cattolici, e perciò ne credette proficua la pubblicazione per confondere i protestanti con un’opera di un da loro stimatissimo filosofo e forse il più intelligente che sia sorte tra essi. Il manoscritto indi passò in mano dell'abbate La Croix, tuttora vivente, che lo sottomise con varie note critiche e commentazioni alla revisione della Censure ecclesiastica di Roma, la quale per procedere con la più matura prudenza deputò a faine accurata disamina il dottissimo padre Perrone, non ultimo ornamento della Compagnie di Gesù. il Perrone convenne per la opportunità della stampa, ed il reverendissimo padre Maestro del Sagro Palazzo Apostolico vi appose l'imprimatur, come vedesi nel volume messo a luce dal La Croix a Parigi, dove, per dare pubblicità più solenne alla comparsa di quel postumo leibniziano lavoro, ne fece una magnifica edizione. Se il corrispondente del Corriere ha modo di far leggere quest'opera di Leibnizio a qualche ostinato protestante, gli ne sapran buon grado tutti coloro che zelano l’onor di Dio e la verità della religione cattolica.
Rimane a dirsi qualcosa di SANDERO. Il corrispondente non vuole che vendasi l’opera De origine et progressa schismatis anglicani, quando che i buoni cattolici ne dovrebbero procurare una generale diffusione; imperocché essa è, come anche il Feller nel suo Diclionaire historique afferma, triste et trop vrai tableau les horreurs de ce schisme sanglant. Si farebbe ottima cosa a ristamparla insieme alla istoria del Davanzati su lo Scisma d’Inghilterra. Il corrispondente poi non può assolutamente sopportare che si permetta l’altra opera di Sandero De visibili monarchia Ecclesiae, nella quale (citiamo novellamente il Feller) il ne fait que démentrer l'autorité, la visibilità et l’infallibilità de l'eglise contro gli errori di Lutero, di Arrigo VIII e di Elisabetta, fondatori dell’arbitraria chiesa anglicana.
Abbiamo fiducia che dopo queste spiegazioni date al corrispondente del Corriere da noi, elle, a differenza di lui, ci troviamo in una beala ignoranza, e non istimerà opportuno di più provocare le nostra ilotaggine, perche, in qualunque caso, il sapiente non la suo pro’ a quistionare con l’ignorante, che parla più di quel che meno intende, secondo la proverbiale ariostesca sentenza.
Speriamo che l'anonimo interessandosi di cose più conformi alla giornalistica missione del Corriere, vorrà d'ora in poi lasciare certi vituperevoli pettegolezzi; e se amerà contendere, ci chiami alla più onorevole palestra delle politiche disquisizioni, che oggi sono tanto ricercate dalla impaziente curiosità non meno dei nostri lettori che di quelli del Corriere. Tornando esso sul medesimo argomento, non si adonterà se gli risponderemo col silenzio, mercecché non vogliamo notare altrui, né perdere il tempo in polemiche, che potrebbero esser considerale dal pubblico come che al di sopra della nostra competenza.
Fin qui abbiam difeso una causa di cui uno spirito di verità e di giustizia ci spinse ad essere spontanei propugnatori. Ora è Cicero che brevemente vuol dire qualche parola pro domo sua.
l'anonimo assicura che «l’Amico del Popolo in uno dei passati Numeri, assumendo un tuono beffar do, scrisse che l’armata piemontese non ha segnalato il suo arriva in Crimea con nessun memorabile fatto.» Indi ci esorta «ad attendere e vedere come sul campo dell’onore gl’italiani non mancarono mai a loro i stessi. E poi ci dice che se amiamo il nostro paese, anzi che abbandonarci ai sarcasmi che ci degradano, dobbiamo consultare la storia e ricordarci quello che un male inteso spirito di partito ci ha fatto dimenticare.»
Questi rimproveri sono meramente gratuiti. Noi nella nostra rivista del mese di maggio dicemmo soltanto: «Delle truppe piemontesi finora nessuna memoranda gesta, ma il giornalismo subalpino ne impromette ch'esse in quelle lontane regioni proveranno
«Che l’antico valore
«Negl’italici cuor non è ancor morto.»
E questo è sarcasmo? questo é assumer tuono beffardo? questo è parlare per un male inteso spirito di partito? Anche gli odierni giornali recano che le truppe i piemontesi non fecero nulla in Crimea; e noi fin dall'ultimo di maggio le prenunziavamo capaci di operare geste memorande. Noi se avessimo lor voluto recare oltraggio, avremmo potuto invocare qualche giornale è di Torino è di Genova che ne la vol la in senso veramente ironico; ma perché amiamo il nostro paese citammo genericamente quel giornalismo subalpino che ragiona della spedizione piemontese con tutti i riguardi dovuti all’onor nazionale.
Fra le tanto svariate narrazioni che corsero della battaglia del 18 giugno presso Malakoff, noi, per favellarne positivamente, stimammo opportuno di attendere le relazioni officiali di Pelissier e di Gortschakoff. Pervenute queste, diamo di quel fatto l’istorico racconto.
All’alba del 17 giugno gli alleati aprirono un fuoco vivissimo contro i forti della Karabelnaia, che rispondevano non meno energicamente. Alle ore 2 pomeridiane gli occidentali cannoneggiarono anche l’ala destra del nimico, perciò tutta la linea delle opere russe di difesa, fino a sera avanzata. Durante la notte, razzi e bombe caddero dentro Sebastopoli, nella rada e nella parte settentrionale. I russi reintegrarono assai bene i danni delle fortificazioni e sostituirono nuovi cannoni ai molti che furono smontali. Pelissier decise che alle ore 3 del mattino sarebbesi dato l’attacco. Doveano agire di concerto la divisione di Mayran alla ala destra, la divisione di Brunet a destra di Malakoff e quella di Autemarre alla sinistra. La divisione della guardia imperiale formava la riserva. L’azione doveva incominciare a un segnale di Pelissier dalle batterie Lancastre. Mayran che principio all’attacco, avendo creduto, per errore, di aver visto il segnale statuito. I russi opposero un terribile fuoco di artiglieria e di moschetteria alla marcia dei francesi di Mayran; quando Pelissier dava il segnale dalle batterie. Laurcastre, Mayran era già messo fuori di combattimento, la costui divisione si rannodò sotto il comando del generale Failly, alla cui destra sopravvennero in soccorso le truppe del generale Meiunet, che occuparono il fondo del burrone.
Al segnale di Pelissier, il generale Brunet destinato all’attacco del centro non si era posto per anco in perfetto ordine di battaglia. Pur mosse vigorosamente; una palla le ferì mortalmente; la sua divisione passò al generale Lafont, le cui truppe furono affidate al colonnello Lorencez.
Autemarre non poté attaccare prima di Brunet, Ma i suoi valorosi soldati si spinsero con tale slancio che giunsero al trinceramento presso la torre di Malakoff, varcarono il parapetto, entrarono nella cinta, pugnarono alla baionetta, respinti nel fossato si gettarono contro la batteria Gervais, vi penetrarono dentro, discacciarono il battaglione di fanteria che vi era, lo inseguirono nella ritirata, occuparono gli edifizi prossimi alla Karabelnaia, da Malakoff fino alla baia della darsena. Il generale russo Chruleff con una compagnie forte di Scoski, cinque compagnie dei reggimento di Iakertsch e un battaglione del reggimento di Ielets, fece impeto contro i francesi, espulseli dalla batteria Gervais, e gl'insegui fino alle trincee d'assedio, nelle quali i francesi rientrarono. E la pugna cessava.
I francesi ebbero morti 37 ufficiali e 1544 fra sottufficiali e soldati, alcuni de' quali scomparsi; feriti 96 ufficiali e 1644 soldati; prigionieri 17 ufficiali.
De' russi morirono nelle giornate del 17 e del 18 un officiale superiore, 4 ufficiali subalterni e 530 soldati (6)a; restarono feriti 6 ufficiali superiori, 42 subalterni e circa 3378 soldati.
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L’austriaco tenente maresciallo governatore civile e militare in Bologna conte Degenfeld-Schonburg comandante l’ottavo corpo dell’armata imperiale con notificazione dei 7 luglio ha ordinato che sieno immediatamente arrestati e fucilati senza avere riguardo ad alcuna circostanza attenuante od escusante coloro che varranno colti nell'atto stesso di una aggressione, invasione è rapina; è che col proprio fatto sia coll’offrire asilo ai malviventi, sia coll’avvertirli del vicino pericolo, è porgendo in qualunque altra maniera spontaneo aiuto ed appoggio ai malandrini si rendessero complici dei loro delitti, od in qualunque altro modo sieno concorsi a renderne sicuro e pieno il successo è che sospetti per la loro triste condotta venissero sorpresi in flagrante delazione di arma da fuoco è da taglio.
Il supremo comando dell’armata austriaca ordinò la costruzione di due opere fortificatorie sul cosi detto Tbierberg presso Kufstein.
Per ordine imperiale gli attuali consiglieri aulici del comando supremo dell'armata si chiameranno commissari i generali di guerra, e i segretarii aulici avranno il titolo di commissarii superiori di guerra.
(Disp. tel.) A Berlino si prepara un trattato con l’Austria. Vi aderirà tutta la Germania.
L’Austria la nella Turingia considerevoli acquisti di cavalli, specialmente di quelli che servono per la cavalleria leggiera.
La Sassonia acquista molti cavalli; dal ducato di Gotha soltanto furono già trasportati in Sassonia 400 cavalli.
Si fanno nuove e grosse compre di cavalli in Germania per conto della Francia; i cavalli comperali si spediscono subito sulle strade ferrate alla loro destinazione.
(Disp. tel.) Anche il Senato dichiarà a voti unanimi che non si oppone all’imprestito di 750 milioni di franchi, né alla leva anticipata di 140 mila uomini.
(Disp. tel. Madrid 6) sette battaglioni di fanteria e sei squadroni di cavalleria con due batterie furono spediti in Catalogna.
Per ordine dell’ammiragliato inglese furono armate di mortai parecchie antiche fregate.
Si assicura che Westmoreland tornato da Vienna a Londra abbia dato la sua dimissione dal posto di ambasciatore inglese presso la Corte austriaca. La voce pubblica già indica come di lui successore lord Elliot, che fu segretario di legazione all’Aja sotto lord Abercf Rombv; anzi v’ha chi afferma che Elliot abbia effettivamente ricevuto la nomina di ambasciatore inglese a Vienna.
Vuolsi che il re del Belgio giunto a Londra il 3 di luglio abbia da compiere una missione pacificatrice.
(Disp. tel. Berlino 7) II principe di Prussia recasi a Pietroburgo per affari di famiglia. Questo viaggio non ha verun significato politico. (Cosi assicura il dispaccio);
Sembra che l’imperatore Alessandro sia inclinato à riaprire, almeno per le facoltà più necessarie, la Università di Varsavia, che fu soppressa nel 1831.
Il granduca M chele ha promesso a Varsavia che lo czar andrà in breve a visitare quella città. Si parla di alcune disposizioni date da quel principe per simile contingenza. E si aggiunge aver detto ai presidenti delle maestranze: «L’imperatore verrà in questo medesimo paese a trovare i polacchi, ed assicurando loro una patria, la dividerà con essi.»
L’Inghilterra aumentò la crociera nel golfo di Bomia, perché malgrado il blocco, la navigazione in quelle acque é ancora molto attira.
É voce a Stocolma che gl’inglesi vogliono occupare l’isola di Gottanplow.
Parecchi uffiziali francesi si recarono da Ismail pascià a Silistria.
Si trasportarono a Woolwich molte armi per la legione polacca. Esse saranno mandate a Costantinopoli; l'indirizzo delle casse dice: «Al generale conte Zamovski, legione polacca, Costantinopoli.»
(Disp. tel.) Nuovi rinforzi furono spediti all’esercito turco di Eupatoria.
(Disp. tel. Parigi 10) Scrive Pelissier la sera dell'8; Nulla di nuovo; i lavori del Carenaggio progrediscono, malgrado il fuoco vivissimo del nimico.
Notizie private giunte a Vienna dalla Crimea recano che ogni giorno si trasportano feriti n gli ospedali di Kamiesch e di Balaclava in conseguenza delle continue scaramuccie fra i posti avanzati.
Documenti ministeriali provano che i militari della spedizione francese in Oriente morti nei tredici decorsi mesi sia su i campi di battaglia, sia nelle ambulanze, sia negli ospedali, è per ferite è per colera è per altre malattie danno il complessivo numero di 14205.
Corse voce a Varna che i russi sulla sinistra della Cernaia si fossero avviati nuovamente alquanto più a mezzodì.
Ai 5 giugno Murawiaff varcò la frontiera avviandosi sopra Zaim, villaggio poco distante da Kars. Ci delle sue colonne s'impadronì di Ardagan, che le truppe turche comandate da Aslan pascià sgombrarono allo avvicinarsi del nimico. Sopra un altro punto più vicino al Mar Nero un nerbo di truppe regolari e di milizie della Mingrelia condotte dal principe Bagralion forza i turchi ad abbandonare un lor campo è trincierato presso Legra e Oiehkomour e a ritirarsi sotto la protezione della fortezza di Tsikhedziez.
(Disp. tel.) Kars fu occupata dai russi.
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La Bilancia riprende le sue pubblicazioni che furono sospese da circa sei mesi in quà.
Mentre nell’attuale stagione v’ha taluni che pensasse a ritirarsi in luoghi di aria salubre; ci piace suggerire che Oriolo distante da Roma trenta miglia è forse uno de' migliori paesi che all’uopo possano essere ricercati. Vi sono bellissime passeggiate di ben lunghe e larghe strade adombrate anco sul meriggio da fitti alberi lateralmente disposti. È incantevole quella che da Oriolo al prossimo Monte Virginio si distende in linea retta. Il clima è de' più eccellenti. Vi si veggono le più romantiche prospettive. Vi si trovano abitazioni di 3, 4, 6 e più camere. Chi avesse vaghezza di profittarne potrà ricreare in quest’Uffizio le opportune indicazioni.
SUPPLEMENTO AL NUM. 82 |
IL VERO AMICO DEL POPOLO |
Gli affari della guerra ne! Baltico sono di qualche danno ai russi, di poco è niun vantaggio agli alleati. Ed infatti qual vantaggio può loro derivare dall’incendio di qualche magazzino di Sweaborg e dalla distruzione di Nystadt? Tutto il resto si limita a ricognizioni delle coste e a crociere nel golfo di Botnia.
Sembra che i russi dopo che, minacciando di entrare in Bulgaria, richiamarono imponenti forze nimiche nelle vicinanze dobruscane, non facciano più le viste di operare quella irruzione, il perché vuolsi che uno scopo strategico s'includesse nei loro movimenti verso i I basso Danubio. Intanto la improvvisa peritanza moscovita, a quanto dicesi, va persuadendo i turchi a tentare una campagna in Bessarabia. Certo una vittoria ottomana in quelle parti potrebbe mutare aspetto alla guerra, imperocché avanzandosi le truppe del padisciah al di là del Niester non sarebbe improbabile di chiudere i russi della taurica penisola, intercidendo loro le comunicazioni anche dalla parte di Perekop. Ma le falangi dello czar che sono agglomerate al di qua dell’istmo di Perekop, e a Nicolajeff e in altri punti dell’ipotetico passaggio dei turchi rendono assai problematica una costoro buona riuscita. Ed ove fallisse la impresa dei turchi in Bessarabia, i russi allora veramente potrebbero, volendo, valicare i Balcani e presentarsi a tamburo battente sotto le mura di Costantinopoli. Chi loro si opporrebbe? Forse i turchi dopo che fossero rimasti sconfitti? Forse gl’inglesi e i francesi che sono impegnati nelle guerre della Crimea? Forse gli austriaci che si limitano a guardare i Principati danubiani, e che, mediante la recente diminuzione del loro esercito, non si troverebbero in grado di fare una efficace resistenza ad un subitaneo colpo di mano del moscovite? Le son tutte cose e circostanze che deggiono bene considerarsi pria di avventurar giudizii promittenti un prospero successo alla entrata dei turchi in Bessarabia.
In Crimea non si è rinnovellato alcun fatto importante innanzi a Sebastopoli, né sulla Cernaia; mentre però queste cose scriviamo, forse il telegrafo è in movimento per annunziarci alcun replicato vigoroso attacco degli alleati contro le posizioni dei russi. Lo stesso relativamente ad Eupatoria, ma qui sono i russi che si mettevano in acconcio di durò un assalto alle posizioni di Omer pascià.
Nell Asia i moscoviti fanno progressi che non si possono dissimulare. Kars è sgombrata dai turchi che si ritirarono ad Erzerum. Murawieff si avanza; e Williams si limita ad un altitudine meramente difensiva. Ciò dimostra ad evidenza che l’armata ottomana della Anatolia versa in gravissimi pericoli.
Gli accordi della linea politica da seguirsi in comune dall’Austria e dalla Prussia nelle differenze esterne non si paiono combinati. Le relazioni austro-prussiane son sempre nello stato di due mesi fa. Cosi quanto alla apparenza; come in sostanza poi si stien le cose, né a noi né ad altri di nostra schiera è dato conoscere.
A Pietroburgo invalse la opinione che l’Austria, in qualunque caso, non impugnerà mai le armi contro la Russia. Il malcontento de' contadini della Ukrania di tanto in tanto qua e la si riproduce. Vogliono abolita la schiavitù. La Polonia rigurgita di soldatesche d’ogni generazione; la nazione amerebbe ricostituito un regno polacco e le sue simpatie sono pel gran duca Niccolò. Il nuovo czar pensa seriamente a questo è forse in breve si pubblicheranno i lavori fatti da Nesselrode e Pasckiewiteh su tal proposito.
Riguardo alla Svezia e alla Danimarca, le notizie che pervengono da quelle parti cominciano a far vacillare la fede nella conservazione della neutralità. Si esaminano ne circoli di Copenaga e di Stocolma le probabilità favorevoli e contrarie alla guerra, si discute la scopo di questa, e si mette studio ad attutare gli spiriti di colore che temono si prenda parte contro la Russia. A Copenaga son due partiti, che attribuiscono le sciagure patite in questo secolo dalla Danimarca l’uno alla Russia, l'altro alla Inghilterra; pur ambidue s’incontrano poi laddove anzi che le cose passate stimasi opportuno di calcolare gl’interessi presenti. E su tal punto si a Stocolma come a Copenaga si va d’accordo di non ingerirsi nella guerra finché rimangasi circoscritta nei limiti di quistione orientale.
Il re di Danimarca giurò di osservare la nuova costituzione del reame. I ministri, seconda questa, sono responsabili; il presidente del Consiglio è nominato dal re; non ispetta ai Consiglio de' Ministri d'iniziare provvedimenti; le diete particolari del regno e dei ducati si adunano ogni due anni; in tal periodo non potranno essere sciolte la terra volta; il re compone le discrepanze fra le Diete e il Consiglio; ai Consiglio della monarchia si aggiungono altri 30 membri, cioè 17 dalla Danimarca, 8 dalle Schleswig, 5 dall’Holstein; ogni urgente quistione relativa all'Holstein dee sempre regolarsi separatamente.
Il re e il principe reale di Svezia si applicano di continuo a sopravvegghiare gli esercizi delle truppe messe sul piede di guerra per tenerle pronte ad ogni i occorrenza.
In Francia il Corpo legislativo accordò voti unanimi l’imprestito di 750 milioni: di franchi, e la leva del future anno da farsi in questo, la quale darà per lo meno un 140 mila uomini. Cosi la guerra sarà energicamente continuata. Riportiamo il discorso preannunciato dell’imperatore Napoleone nell’apertura della parlamentaria sessione il 2 di luglio.
«Signori Senatori, Signori Deputati! La negoziazioni diplomatiche intavolate durante la vostra ultima scissone vi avevano fatto presentire che in sarei obbligato a richiamarvi quando esse fossero arrivate al loro termine. Disgraziatamente le conferenze di Vienna furono impotenti per produrre la pace. Io vengo dunque a fare cm nuovo appello al patriotismo dei paese ed al vostro. Abbiamo noi forse mancato di moderazione nel dettare le condizioni? Io non temo l’esame davanti a voi di tal questione. Era circa un anno dacché si faceva la guerra, e già la Francia e l’Inghilterra avevano salvata la Turchia, guadagnate due battaglie, forza(a la Russia a sgombrare i Principati ed esaurire le sue forze per difendere la Crimea. Finalmente avevamo in favor nostro l’adesione dell’Austria e l’approvazione morale dei resto d’Europa. In questa situazione il gabinetto di Vienna ci domandò se consentiremmo a trattare sopra frasi che già erano state vagamente formulate prima dei nostri successi. Pareva naturale, dalla parte nostra, un rifiuto. Non dovevasi egli, in fatti, credere che le esigenze della Francia e dell'Inghilterra si sarebbero au monta le in proporzione della grandezza della lotta e dei sacrifizii già fatti? Ebbene! La Francia e l’Inghilterra non si sono prevalse dei loro vantaggi, né dei diritti che offrivano loro i trattati vigenti; tanto avevano esse a cuore di render più facile la pace, e di dare una prova irrevocabile della loro moderazione! Noi ci siam limitati a richiedere, per l'interesse dell’Alemagna la libera navigazione dei Danubio e una diga contro la piena che viene incessantemente dalla parte della Russia ad ostruire l’imboccatura di quel gran fiume; e per l’interesse della Turchia e dell’Austria una miglior costituzione dei Principati, affinché servano di bastione contro le sempre rinascenti invasioni dei nord. Per l'interesse poi dell'umanità e della giustizia chiedemmo le stesse garanzie pei cristiani di tutte le comunioni, sotto la esclusiva proiezione dei Sultano; nell’interesse finalmente della Porta, come dell’intera Europa abbiam chiesto che la Russia limitasse a un ragionevole numero i vascelli ch’essa tiene, al sicuro da ogni attacco, nel mar Nero, ed ai quali non può attribuirsi che uno scopo di aggressione. Ebbene! tutte queste proposizioni che in chiamerò magnanime atteso il loro disinteresse, e che erano state in massima approvate dall’Austria, dalla Prussia e dalla Russia medesima, svanirono nelle conferenze. La Russia che aveva acconsentito teoricamente a porre un termine alla sua preponderanza nel Mar Nero, ha ricusato di accedere ad ogni limitazione delle sue forze navali, e noi stiamo sempre aspettando che l’Austria eseguisca i suoi impegni, consistenti a dare al nostro trattato il carattere d’alleanza offensiva e difensiva se le negoziazioni non avessero avuto un buon esito. L’Austria ci ha proposto, è vero, di garantire insieme con essa, mediante un trattato, l’indipendenza della Turchia, e di considerare in seguito come casus belli il caso in che il numero dei vascelli della Russia fosse maggiore di quello che esisteva prima della guerra. l'accettare una simile proposizione era impossibile; imperocché essa non obbligava a nulla la Russia, e noi al contrario sanzionavamo apparentemente con una convenzione la sua preponderanza nel mar Nero. La guerra dunque dovette proseguire il suo corso. L’ammirabile zelo dell’armata e della flotta produrrà ben presto, lo spero, un felice risultato; a voi stà il darmi i mezzi per continuare la lotta. Il paese ha già mostrato quali fossero le sue risorse e la sua fiducia in me. Esso aveva offerto, mesi sono, 1700 milioni più di quello che in gli domandava; una parte di questi basterà per sostenere il suo onor militare e i suoi diritti come grande nazione. Io aveva risoluto di andare a pormi in mezzo a quella valente armata, ove la presenza dei sovrano non sarebbe riuscita senza una felice influenza; e testimone degli eroici sforzi dei nostri soldati, sarei stato altero di poterli guidare ma le gravi questioni agita le all’estero sono rimaste sempre sospese, e la natura delle circostanze ha richiesto nell’interno nuove importanti misure. Fu percioché con dolore in abbandonai il mio progetto. Il mio governo vi proporrà di totare l'annua(; )legge di reclutamento. Non vi sarà leva straordinaria, e si riformerà nelle vie consuete, che necessitano, per la regolarità dell’amministrazione, il voto della leva un anno innanzi. Terminando, è signori paghiamo solennemente un giusto tributo di elogio a quelli che combattono per la patria; associamoci al suo rammarico per quelli di cui deplora la perdita. L’esempio di tanta abnegazione e di tanta costanza non sarà stato dato invano al mondo. I sacrifizii necessarii non ci scoraggiscano, perché, come sapete, una nazione deve è abdicare ogni parte politica, è se essa ha l’istinto e la volontà di agire conformemente alla sua generosa natura, alle sue istoriche tradizioni, alla sua missione provvidenziale, deve anche di quando in quando sopportare le prove che sole possono ritemprarla e portarla al grado che le è dovuto. Fiducia in Dio, perseveranza nei nostri sforzi, e arriveremo a una pace degna dell’alleanza di due grandi popoli.»
Quanto alla Spagna, è già un anno dacché quella penisola ribellatasi al ministero di San Luis arde in continua lotta di fazioni. I democratici avversano ogni principio di monarchia; i carlisti, specialmente nelle provincie meridionali, vogliono proclamare re di Spagna il conte di Montemolino. Tranne poche eccezioni, l’esercito rimase fedele alla causa de Ha regina. Il formidabile aspetto di 40000 operai che s’impadronirono di Barcellona basta a fornire la misura delle forze del partito democratico, che minaccia di precipitare il paese nelle più tremende catastrofi. Oltre a questo, gl'intricati viluppi finanziari crescono gl’imbarazzi dei ministero, che mal può sopperire alle spese e provvedere ai pubblici bisogni.
Gravi turbamenti minacciano la interna quiete dell'Inghilterra. La riforma amministrativa dei paese è pur sempre l’argomento di numerosissime riunioni di popolo e di concioni piuttosto violente. In alcuna di tali adunanze l’ardore della quistione degenera anche in tumulte, sebbene di non gravi conseguenze.
In Piemonte ancora principia ad introdursi l’uso dei meetings inglesi (Movim.). A Genova già operossi qualche popolare riunione per chiedere alla parlamentaria sapienza provvedimenti che diminuiscano la gravezza delle pubbliche imposte. Per ora, nulla intervenne che abbia turbato la cittadina quiete; ma chi è sicuro che queste improvvisate assemblee cosi procederanno in avvenire? e chi é sicuro che dalle cose finanziarie non passeranno a cose di maggiore importanza?
Corse come positiva la morte dell'imperatore cinese, la quale nelle circostanze presenti potrebbe avere conseguenze importantissime anche per la quistione che si discute in Europa. I ribelli della Cina forse riprenderebbero allora lena più vigorosa; lo czar forse allora spingerebbe innanzi entro quell’Impero le sue truppe; e queste, combattendo i rivoluzionarii di là, forse si aprirebbero un passaggio che facesse capo propriamente alle Indie inglesi. Ma, secondo le ultime notizie, la morte dei fratello del sole non è che una voce.
Mentre tutti gli occhi sono rivolti alle rupi di Malakoff ed alle turrite finora inespugnate mura di Sebastopoli, sembra che i russi abbiano immaginalo di presentare alla attonita Europa lo spettatolo di una sostanziale diversione portando sur un altro punto i! vero teatro della guerra. Noi la ragioniamo cosi. Gli alleati chiedevano rinforzi per le loro operazioni nella Crimea, e quasi tutti questi rinforzi oggi, anzi che chiamarsi a Balaclava è ad Eupatoria, si lasciano andare a Varna, si spingono a Silistria, si collocano nelle più interessanti posizioni della Dobrudsca lungo la sponda del Danubio. E perché ciò? Forse per tentare una campagna in Bessarabia? Crederemo che si quando per siffatta impresa si possa disporre di un valoroso esercito attivo di 120 mila uomini almeno. Il quale al presente non ci ha, tranne il caso che le truppe austriache di Coronini volessero aiutare il gran movimento, il che non pare. Dunque egli è mestieri conchiudere ché gli alleati persuasi che i russi intendano a passare il Danubio, a valicare i Balcani e a marciare sopra Costantinopoli, si dispongano a respingere questa ipotetica irruzione moscovita che sarebbe fatalissima per le sue conseguenze. Questi i novelli pericoli dalla parte dell'Europa. Ora osserviamo come si stien le cose dalla parte dell'Asia. Murawieff s'impadronii di Kars, e già forse i suoi cannoni rimbombano presso Erzerum. Si spera che i turchi di Williams possano opporre valida resistenza ma fra i casi della guerra si annovera pur quella che i russi possano superar. gli ostacoli nimici. Ed in tal caso chi vieterebbe a Murawieff di avanzarsi fino a Scutari e di piantare le sue batterie sur Bosforo incontro a Costantinopoli? Ma il supposto inoltramento dei russi nella Anatolia dovrebbe sempre essere in relazione al supposto inoltramento dei russi al di qua del Danubio. Il criterio strategico non può scinderez la simultaneità di queste messe, le quali tenderebbero nientemeno che a chiudere il regresso dai Mar Nero a colora che vi si trovan dentro. Come si svolgeranno le idee dei russi in Bulgaria, ancora non può dirsi, né congetturarsi, mercecché ancora niun tentativo per tradurle in atto. In Asia però esse idee si vanno svolgendo con assai prospera fortuna. Murawieff prende i suoi posti avanzati in attendendo che i suoi compagni di Europa gli dieno avviso a procèdere più oltre. Se questo avviso potrà esser dato, la guerra della Tauride forse assumerà immediatamente l'aspetto di guerra europea.
Lo Czar afferma essersi conchiusa tra la Francia e l’Austria una convenzione militare, nella quale sono' preveduti tutti i casi possibili intorno allo sviluppo della guerra, e stabiliti i mezzi che, secondo le occorrenze, si dovranno adoperare. Aggiugne inoltre che a questa convenzione ne conseguitò un’altra segreta fra quelle due Potenze. Dice poi quel giornale: «La presa di Sebastopoli sarebbe un fatto importantissimo: esso darebbe alla flotta occidentale la dominazione del Caucaso, del Danubio e della Russia meridionale. Egli è dunque cosa del tutto naturale che l’Austria abbia voluto, anticipatamente, mettersi di accordo con la Francia sulle conseguenze dei successi della guerra più è meno proficui.» Questa chiosa esplicativa dimostra che lo Czar non si appoggiò che sopra conghietture, e da esse con una transizione più che pindarica, fece emergere il fatto positivo delle segrete convenzioni. Ma non è solo lo Czar a tener simile credenza; anche la Gazzetta di Woss sembra disposta ad abbracciare le medesime idee; imperocché alle supposte segrete convenzioni ella riferisce il passaggio a Vienna. di Thouvenel nuovo ambasciatore francese a Costantinopoli Thouvenel, cosi raccontasi, ebbe la missione di passare per Vienna onde comunicare interamente al gabinetto austriaco le intenzioni della Francia sul futuro stato delle cose, e prevenire in tal modo le discrepanze che in seguito potessero sorgere ove l’attitudine dell’Austria fosse diversa da quella della Francia, diverse cioè da quella che si è segretamente combinata. Quando i giornalisti non hanno altro a dire, uccellano a mosche, inania captant, e si fanno interpreti dei proprii sogni.
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Un carteggio da Pietroburgo alla Gazzetta di Milano parla di numerosi arresti operati in quella città capitale dell’Impero russo, a Mosca ed in altri luoghi. Sa attribuiscono alla scoperta di una vasta: cospirazione simile a quella, del 1825! E alla Presse scrivono pure di la in questi termini:
«Da parecchi giorni parlasi degli arresti fatti a Pietroburgo, a Mosca ed in altre provincie della grande e della piccola Russia.. Queste misure di rigore si riferiscono al la scoperta di. una congiura. del partito slavo, e, secondo altri, nello scopo dell’agitazione promossa nel 1825. Intanto è cosa positiva che furono incarcerati quattro generali in servizi è attivo, due professori della Università di Kiew, nonché un principe figlio di un antico ministro, assai conosciuto per le sue opinioni e tendenze liberali. Si è anche diffuso il grido che il vecchio generale Yeruntoff è guardato a vista.»
Noi non vogliamo impugnare il fatto perché possibile ma può essere ancora che certe corrispondenze si faccian venire da Pietroburgo per darci ad intendere che la Russia versa in gravi imbarazzi in terni e che perciò non è in grado di disporre di tutte le sue forze contro l’Occidente, dovendo lasciar buona parte di esse ora per tenere a freno i riottosi contadini dell’Ukrania, ora per comprimere ogni tentativo rivoluzionario in Polonia, finalmente per tutelare la persona dell’imperatore contro un colpo di mano di una estesissima congiura! Il fatto innegabile però è che con tante inquietudini e paure interne, sempre vengono verso il mezzogiorno dell'impero eserciti imponentissimi, che certamente soprabbondano per le bisogne della Crimea.
Il governo di Napoli (cosi la Gazz. di Vienna e dei sobb.) aumentò il dazio d’uscita del fieno; e proibì la esportazione di canapé e di viveri per la Crimea. Questa risoluzione die’ luogo a vive rimostranze da parte dei rappresentanti di Francia e d’Inghilterra.
Due dispacci marsigliesi (riferiti dalla Patrie) annunziano numerosi arresti politici a Napoli. Le relazioni degli abitanti del Rogne delle Due Sicilie col Piemonte formano l'oggetto di una severa vigilanza. A Messina, per paura del colora, quasi tutti gli abitanti presero a pigione case è capanne nelle adiacenti campagne. Queste cose, benché ripetute dalla Gazzetta ufficiale di Milano, forse non mancano di esagerazione.
La Verità di Nizza del 10 scrive che il corriere di Torino fu fermato dai ladri sul colle di Tenda. Involarono il pacco delle lettere e i danari de' viaggiatori. La casa Laugier a Torino fu svaligiata dai ladri; le cose derubate ascendono. a 200 mila lire.
Il governo austriaco (secondo alcuni) in seguito alla recente legge piemontese di soppressione di parecchie comuni la religiose, ha ordinate che sia sospeso il pagamento dei frutti spellanti a qualunque fondazione religiosa nello Stato Sardo pei beni posseduti nell'Impero d’Austria.
Questa misura potrebbe seriamente intralciare i calcoli fatti preventivamente sulle rendite delle corporazioni soppresse.
Il congedo delle riserve austriache continua rapidamente. Le stazioni delle strade ferrate del settentrione e dei mezzogiorno paiono piazze d'armi. Tanti sono i militi che tornano alle lor case!
Ai 10 giunse da Varsavia a Vienna il corriere Jautukoff con dispacci per l’ambasciata russa.
Il governo austriaco (cosi assicurasi) si dispone a rafforzare le guernigioni delle sue provincie italiano è della Dalmazia.
Si ritiene per fermo che l'austriaco barone Prokesch sia incaricalo di fare alla Dieta germanica la proposta di mantenere sul piede di guerra i contingenti federali. Nella Commissione militare della Dieta di Francoforte si è ultimamente agitata la quistione di fortificare le coste alemanne. del Baltico. E la Prussia a questo riguardo non intralasciò cosa alcuna; imperocché mise tutti i suoi porti del Baltico in buono stato di difesa. Si eressero a Pillau, a Cotberg, a Swinemunda e nel porto esteriore di Stettino opere che forse non basterebbero a impedire uno sbarco di truppe. Il resto poi della costa del Baltico, sopratutto i porti meclemburghesi di Warnemunda, di Wismar e di Travemunda, non che i porti esteriori di Lubecca e quelli dello Schleswig-Holstein sono sforniti affatto di difesa. Potrebbe quindi facilmente succedere che una dozzina di vapori da guerra s’impadronissero di quella città, e mettessero a terra buon nerbo di truppe.
Il governo inglese ebbe la prova che alcuni emigrati politici diedero opera a promuovere i tumulti di recente avvenuti a Londra sotto il pretesto di riunioni per chiedere la riforma amministrativa. Si assicura che il Governo prenderà energici provvedimenti per tutelare la vita e i beni dei sudditi britannici contro le inspirazioni e le pratiche degli emigrati.
Una banda carlista di oltre 200 uomini entrò in Catalogna.
La maggioranza dei consiglieri municipali di Barcellona ai 4 diede la sua dimissione che non fu accettata dal capitano generale. Nuove truppe intanto arrivavano da Girona e da parecchi altri punti; si accasermavano nei forti.
(Dup. tel. Perpignan 12) Il ristabilimento dell’ordine a Barcellona ai 12 fu assicurato. Parecchi fabbricanti riaprirono le loro officine. I colpevoli sono arrestati e verranno puniti. La missione dell'aiutante di campo di Espartero riusci compiutamente.
Nella notte del 22 giugno il reggimento Num. 4 si ammutinò ad Elyas città portoghese presso la frontiera spagnuola. Il colonnello Lacerda seppe fare in modo di arrestare in tempo quella dimostrazione, cui si presta una causa politica.
La situazione della Grecia è sempre a un di presso la medesima. Quando cessano i ladronecci e le devastazioni in una provincia, ne desolano un altra. Ora la disgrazia toccò all’Eubea, la quale è infestata da molte bande di masnadieri, che si dicono guidati da una forza occulta. Nel Senato di Atene si fece in proposito una interpellanza Manrocordato, il quale non seppe negare la verità di questi disastri.
Si annunzia che il principe Danilo si terra neutrale nella guerra presente, qualora gli si accordino la immediata consegna delle isole del lago di Scutari, Broujina e Lessandra; la promessa di una ampliazione territoriale del Montenegro al termine della guerra; il riconoscimento della indipendenza politica e territoriale del Montenegro; la libertà illimitata del commercio e della navigazione; la scambievole consegna dei delinquenti si politici come di altro genere.
(Disp. tel.) I turchi, onde evitare spargimento di sangue, si ritirarono dalle posizioni presso Niksich e lasciarono ai montenegrini i campi controversi!
(Disp. tel.) Il sultano ricevette un imprestito di 18 milioni di franchi.
Fra le congetture, che si fanno sul viaggio del principe di Prussia a Pietroburgo, si ha pur quella che riannette una qualche relazione con l'intendimento dell’imperatore Alessandro II sulla ricostituzione della Polonia in reame.
l'ingegnere francese Lalande prende le opportune disposizioni per la effettuazione di una strada da Galatz a Jassy lungo il Sereth. Molti ufficiali francesi incaricati delle sussistenze militari si trovano a Rustscink e Silistria. Partirono da Silistria per Malein e Tulteia 13 mila turchi.
Pelissier domandò non solo altri 25 mila uomini per l’esercito francese della Crimea, ma ben anche 40 mila per Varna, Una tal collocazione di truppe in punti cosi lontani la congetturare che Pelissier vada meditando un gran colpo.
Lettere di Galatz dicono che in Bessarabia si raccolgono 200 mila russi, per valicare il Danubio.
Si effettua con grande entusiasmo un arruolamento volontario di cosacchi, che rafforzeranno le armate della Bessarabia e della Nuova Russia.
Per formarsi una idea dell’attività del movimento che v’è tra la Russia e la Crimea, basti sapere che il servizio dei trasporti fra le due armate si la con 40 mila carriaggi.
Il generale Chraleff comanda le truppe dentro Sebastopoli, il generale Nachimoff quelle dei forti settentrionali, e Gortschakoff insieme ai generali Osten-Sacken e Chomuloff dirige le operazioni dell’esercito in campagna.
I corpi di Canrobert e di Lamarmora nel primo decendio di questo mese si limitavano a conservare una testa di ponte sulla Cernaia, senza tentare operazioni di campagna, mancando a ciò di forze sufficienti.
(Disp. tel.) Il principe Gortschakoff propose ai 9 uno scambio di prigionieri.
(Disp. tel.) Simpson comandante delle truppe inglesi in Crimea con dispaccio del 9 avverte il suo Governo ch’egli era determinato ad aprire un fuoco ben nudrito contro il Gran Redam
(Disp. tel.) In data del 10 a sera Pelissier avvisa il Governo che si apri un fuoco vivissimo tra gl’inglcsi e il Gran Redan, e che alla sera del 10 i forti russi tacevano, laonde gl'inglesi avrebbero potuto spingere innanzi i loro lavori.
(Disp. tel.) Il generale inglese Simpson scrive la sera dell’11 che il fuoco aperto contro il Redan avea prodotto un buon effetto.
Arrivarono ultimamente a Costantinopoli 14 vapori coo feriti dalla Crimea.
(Disp. tel.) I morti dell’armata francese, o per ferite o per malattie, dal giorno del primo sbarco nella Crimea fino al 10 luglio sono 16,305.
Tutti i dispacci provenienti dalla Crimea recano che il colera sempre più diminuiva fra le truppe alleate. Anche lo stato sanitario della flotta era soddisfacente.
(Disp. tel.) Pelissier la distribuire ogni giorno ai soldati razioni di vino e di acquavite.
Ai 4 luglio arrivò proveniente da Bombay a Balaclava il reggimento 97 degli archibugieri delle Indie inglesi. Altre truppe erano in via; parecchie di esse già erano giunte a Suez.
Un ricco ungherese emigrato a Londra entrò come semplice soldato nella legione inglese straniera.
A Liegi si fabbricano 40 mila carabine per conto dell'Inghilterra.
La Porta non ha potuto inviare nuove truppe ad Erzerum, dove Williams raccolse tutte le sue milizie, che ascendono appena a 25 mila uomini. Intanto il generale russo Murawieff aveva ricevuto poderosi rinforzi anche di cavalleria, e preparavasi a marciare da Kars sopra Erzerum. Sembra che i russi vogliano fare un movimento generale in quella parte, imperocché il comandante della truppe presso Ciuruk-Su operò una gran marcia di ricognizione ed una eguale marcia fu pure intrapresa nelle vicinanze di Redut-Ralé.
A Costantinopoli pervenne la notizia che il generale russo Klunkeff alla testa di 20 mila uomini marciava per attaccare Jenikalè.
I russi fin dal 19 giugno investirono Kars con cavalleria e tagliarono le comunicazioni con Erzerum, d’onda gli europei si allontanavano.
Una flottiglia anglo-gallica fu spedita a Trebisonda Sinope; le truppe però di esplorazione si ritirarono da Tschefketil.
Nella notte del 7 al l'8 i russi eseguirono una forte sortita contro i lavori e le posizioni innanzi al Colle Verde e furono respinti con gran perdita. Cosi la Patrie. Avvertiamo però che, se il fatto fosse vero, lo avrebbero annunziato i dispacci di Pelissier.
Un generale di brigata scrive dalla Cernaia il 27 giugno: «Leggiamo con gran meraviglia. ne giornali una serie di avvenimenti e d’incidenti che non ebbero mai luogo. Il romanzo della Crimea sfigura la istoria della nostra campagna; un giorno altri rimarrà stupito in riconoscere che nove decimi di quanto si scrisse sulla spedizione in Oriente furono sogni di fantasie riscaldate!»
Un corrispondente della Brestauet Zeitung parla di una grande dimostrazione che preparasi nella Europa Centrale e che desterà ben alto e lungo romore si a Londra come a Parigi.
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La Direzione d'artiglieria a Londra esamina attualmente una invenzione, la quale porrebbe gli uomini del genio, che stanno in servizio nelle trincee, in grado di vedere l’interno dei lavori del nimico senza essere esposti alle palle.
Rapporti più circostanziati giunti all’ammiragliato inglese dal comando in capo della flotta del Baltico contengono dettagli sulle macchine infernali affondate in si grande quantità dai russi lungo tutta la costa. Crediamo non del tutto privo d'interesse darne una breve descrizione. Son recipienti di piastra di ferro galvanizzata, alti un piede e mezzo e larghi un piede e un quarto alla base, che, come un pane di zucchero capovolto, galleggiano sotto il livello dell’acqua, fermati ad una corda. Nella estremità inferiore contengono una quantità di polvere, nella superiore un apparato incendiario che prende fuoco al più piccolo urto dato ad una stanga traversale attaccata alla parte esteriore del recipiente. Questa stanga traversale tenuta a breve distanza, per mezzo d’una molta elastica, da un'altra stanga che passa attraverso l'asse del recipiente e termina in un vaso di vetro, al menomo urto preme la molta la quale imprimendo un movimento alla seconda stanga produce la rottura del piccolo vase di vetro. In esso contiene una quantità d’acido solforico il quale uscendo dal vase si sparge sur una quantità di cotone misto a materie combustibili; questo si accende subito e facendo esplodere una piccola quantità di polvere apre il fondo della parte superiore che la divide dall’inferiore, ove stà raccolta la polvere che prendendo fuoco produce una esplosione pericolosissima. Interessante si è pure il modo con cui agli alleati riesci di estrarle dall’acqua. La caccia cominciò il giorno 21 giugno da numerosi palischermi e pria che il soie fosse andato al tramonto, se ne erano rinvenute parecchie dozzine. Due palischermi procedevano uniti fra loro da una lunga corda, tenuta da pesi dieci in dodici piedi sotto il livello del mare, mentre boni vuote, fermate alla corda alla distanza di 150 a 180 piedi, non permettevano a questa di colare più a fondo. Tosto che la corda veniva trattenuta da una macchina infernale, l’equipaggio dei palischermi prestava attenzione alle botti natanti delle quali, come è naturale, quella più vicina alla macchina infernale restava indietro. I palischermi andavano quindi avvicinandosi a poco a poco finché giunti presso alla macchina infernale l'estraevan con tutti i riguardi. Di queste tante ne furono affondate che spesso successe la combinazione di urtare in due in una volta. Da principio si calcolavano tali macchine quali fole e non ai voleva credere ai danni che sarebbero in istato d'arrecate; però questa credenza mancò poco non costasse molto mira all'ammaglio Seymour ed numerose persone dei sua seguito che, come però vollero provare se i fatti corrispondevano alle relazioni che reputavano esagerate. Le ultime notizie del Baltico ne dicono che la salute dell'ammiraglio francese va ora migliorando e che le ferite riporta le dagli altri in quella occasione non sono pericolose.
Si fanno nuove esperienze in Francia sull’acqua detta di Puteaux, la quale anzi che estinguersi nella arqua ordinaria ne mette in combustione le parti infiammabili. Quest’acque contenute nelle bombe può fare orrenda strage dei battaglioni contro cui sono lanciate. A principio rinunziossi a mettere in opera questa scoperta, ma oggi la esistenza delle russe macchine infernali nel Baltico ha posto, a quanto dicesi, quest’altra terribile invenzione nei diritti della guerra.
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Ai 28 giugno la baronessa di Parella, giovane dama di 28 anni, mentre andava col suo marito al teatro, fu aggredita ed uccisa dal colonnello Durana con undici colpi di pugnale. Il consiglio di guerra di Barcellona condannò l’assassino alla pena della garrotta. La madre del colonnello andò a Madrid e gittossi ai piedi della regina chiedendole grazia pel figlio. La regina consultò in proposito i suoi ministri, i quali dichiararono che la grazia non doveva farsi.
Mentre nell'attuale stagione v’ha taluni ché pensano a ritirarsi in luoghi di aria salubre; ci piace suggerire che Oriolo, distante da Roma trenta miglia, è forse uno de' migliori paesi che all’uopo possano essere ricercati. Vi sono bellissime passeggiate di ben lunghe e larghe strade adombrate anco sul meriggio da fitti alberi lateralmente disposti. È incantevole quella che da Oriolo al prossimo Monte Virginio si distende in linea retta. Il clima è de' più eccellenti. Vi si veggono le più romantiche prospettive. Vi si trovano abitazioni di 3, 4, 6 e più camere. Chi avesse vaghezza di profittarne potrà ricevere in quest’Uffizio Inopportune indicazioni.
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La quistione d’Oriente innanzi l’Europa, preceduta dalla Quistione originaria de' Luoghi Santi e corredata dei documenti e della corrispondenza testuale diplomatica fra i governi interessati fino alle conferenze di Vienna, per Abdolinimo Ubicini ed E. Girardin. Vendesi a Milano presso l’Uffizio del Cosmorama Pittorico. Ê una raccolta di quanto pubblicarono i giornali, senza ciò che tuttavia rimante a pubblicarsi.
(Gazz. uff di Mil.) I più instrutti corrispondenti assicurano che il principe di Prussia reca allo czar un nuovo progetto di mediazione articolato dalla Prussia anche il consenso dell'Austria.
(Disp. tel. da Vienna) Nuove negoziazioni di pace sono a quanto si dice, imminenti a Brusselle!
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l'egregio Alessandro Mauroner redattore in capo e responsabile del Corriere Italiano «dichiara che le sue corrispondenze pubblicale nel suo periodico formano un terreno totalmente neutrale, ed ammettono discussioni d'opinioni le più divergenti. La redazione non assume quindi per esse veruna responsabilità morale, tranne quella che le è imposta dalle vigenti leggi. E però si crede necessitato a ripetere una tale dichiarazione, vista la circostanza che alcuni in Italia mossero a fargli delle osservazioni su alcune delle medesime, trovandovi delle contraddizioni, che, stante il sistema adottato, non potevano cadere sott'occhio.»
Ora dunque abbiamo saputo che la parte del Corriere destinata alle corrispondenze forma un terreno ospitale una specie dell'isola di Jersey, per qualunque opinione; ma non sappiamo quanto ciò sia da commendarsi imperocchè si tiene aperta un'arena alle discussioni, cioè al conflitto delle opinioni le più divergenti; e cosi anziché mettere studio ad una conciliazione delle opinioni medesime si procura che si accalorino, s'inaspriscano e più pericolose divengano. Ma lasciate da banda queste considerazioni, dobbiamo osservare che le corrispondenze del Corriere assai sovente parlano di fatti o calunniosi, o esagerati; o male esposti, che ledono la convenienza e l'onore ora del tale, ora del tal altro Governo della penisola italiana. Il terreno pertanto, in cui si raccolgono esse corrispondenze, non è più neutrale. E il Corriere che ha l'utile e diretto dominio di questo terreno come può egli dirci di non assumere veruna responsabilità morale per le cose che con la sua permissione vi si pertrattano? Noi conosciamo qualche giornalista, che appunto per conservare alle corrispondente un terreno neutrale, è solito a recedere dalle medesime non solo i racconti ma eziandio le frasi che possono urtare la suscettibilità e il decoro de Governi. Quando il Corriere adotterà lo stesso metodo, ch'è quello della prudenza e della giustizia, non potrà più querelarsi che alcuni in Italia gli facciano delle osservazioni sulle contraddittorie corrispondenze che gli pervengono.
O sia col pretesto di volere una riforma amministrativa, sia con quello di volere la soppressione del bill che vieta, durante gli uffici domenicali, di vendere birra o liquori, anche a Londra si fanno clamorose e numerose dimostrazioni, che in altri paesi si chiamerebbero rivoluzioni, o almeno sediziosi assembramenti popolari. Parecchi guasti già si operarono nelle case d'insigni aristocratici, quali, a mo' d'esempio, sarebbero il conte di Kielmansegge ministro di Annover, sir James Graham ministro della marina inglese, il duca di Malborough, l'arcivescovo anglicano di York, lord Carlo Wellesley e diversi altri. l'ammiraglio Seymour che coraggiosamente usci dal suo palazzo a rappresentare la parte dell'antico Menenio pacificatore fu ricevuto a sassate e dovette sollecitamente ritirarsi col viso grondante di sangue. Ora un dispaccio annunzia che il Governo adottò energici provvedimenti perchè non abbiano più a rinnuovarsi scandali simili. Non dicesi pero di qual natura sieno i provvedimenti adottati. Noi li crediamo palliativi; saranno radicali soltanto quando il Governo sarà riuscito ad impedire che altri o clam o palam soffi nel fuoco. Altrimenti, questo oggi si estingue, domani si raccende.
Il comando superiore della Guardia nazionale di Torino con ordine del giorno del 13 invitò le quattro legioni di essa Guardia a trovarsi sotto le armi ed in tenuta di solenne parata per onorare l'arrivo del re di Portogallo, che giunse a Genova la mattina del 14 e due ore prima del mezzogiorno parti alla volta di Torino. Il colonnello Petiti capo di Stato maggiore dell'esercito piemontese in Crimea sta per giungere a Torino incaricato di speciale missione dal generale Lamarmora per sollecitare dal governo sabaudo molte di quelle cose, delle quali patisce penuria la spedizione subalpina.
Radetzky ha domandalo a Vienna rinforzi per le guarnigioni di Milano, Verona, Venezia e di altre città italiane dell'Impero austriaco (Patrie): E si aggiunge che 40 mila uomini vanno a mettersi in marcia verso l'Italia.
Il Corpo legislativo nella seduta dell'11 adottò a voti unanimi il progetto di legge relativo alla garanzia della Francia per un imprestito di 125 milioni di franchi a favore della Turchia.
Da varii giorni parlasi a Parigi di un gran campo militare che porrassi al Reno. Intanto forti divisioni di cavalleria si aduneranno a Strasburgo e nelle vicinanze. Lettere parigine annunziano che l'imperatore nel prossimo autunno visiterà i dipartimenti orientali della Fruscia.
(Disp. tel.) La soscrizione al nuovo prestito francese è aperta da ieri a tutt'oggi. Il minimum è fissato a 10 franchi di rendita. Le cartelle di 50 franchi di rendita non subiranno riduzione. Un decimo sarà versato nell'atto della soscrizione; il resto in 18 versamenti eguali.
Il maresciallo Espartero e il generale O'Donnell secondo le ultime notizie, si preparavano a partir da Madrid. per la Catalogna.
(Disp. tel.) A causa del deficit cagionato dalle spese della guerra, si presenterà quanto prima al Parlamento un bilancio straordinario. Lord John Russell ai 13 diede la sua dimissione perché anche i partigiani del governo sono contro di lui. Questa dimissione ritiensi motivata dal volo di sfiducia proposto da Bulwer alla Camera dei Comuni. Si crede che la crisi ministeriale finirà col ritiro di Russell.
(Disp. tel.) La regina Villoria partirà per Parigi ai 17 agosto, dopo avere prorogato il Parlamento.
Il re di Svezia il 4 luglio fece a Stocolma la con. segna delle nuove bandiere ai reggimenti di Upland e di Helsing. Consegnando la bandiera al reggimento di Upland il re disse:
«Qual è il significato della bandiera per uno esercito animato da vero spirito guerresco? E dessa forse semplicemente una delizia degli occhi spiegala al vento? No! La bandiera forma un centro di riunione per la società patria, che chiamasi reggimento; è un simulacro dell'onor suo; è un legame fra lo gesta eroiche del passato e le speranze dell'avvenire. Non ismenticate giammai le grandi rimembranze che richiama questo vessillo, e possa il vostro valore, quando la patria avrà bisogno del vostro aiuto, ornare questa bandiera di novelli allori,.e. di altri nomi gloriosi. Ora domando a voi, ufficiali, sottufficiali e soldati del reggimento di Upland: Fate voi giuramento di difendere col vostro sangue questa bandiera?»
Un'entusiastica acclamazione conseguito alle parole del re, il quale al reggimento di Helsing tenne indi la seguente allocuzione:
«Sotto il glorioso e breve regno di Carlo XII il reggimento di Helsing si distinse per lo suo virile coraggio; le bandiere ne fanno indelebile testimonianza. Ma a quanto maggiore è il vostro retaggio, tanto più ampli sono i doveri che vi appartengono. Voi ne conoscete la inviolabilità, voi ne siete persuasi. Sagrificherete la vita, se ve ne sia bisogno, per adempiere questo debito d'onore e per mostrarvi non degeneri figli dei vostri bravi predecessori. Possa questa bandiera, con l'assistenza di Dio, condurvi sempre alla vittoria!» Replicate grida di gioia tennero dietro al regale discorso. La consegna delle bandiere fu veramente una magnifica festa nazionale.
l'ammiraglio Odest-Pellion recasi di Francia al Pireo per assumervi il comando della sottodivisione navale francese dell'Oriente.
Il reclutamento dei cristiani sudditi della Turchia, pel servizio militare, ha incontrato dappertutto una opposizione morale, che la temere gravi ostacoli, qualora si volesse dadovvero mettere in pratica l'ordinanza del sultano. Si afferma anzi che già siasi rinunzialo alla esecuzione della ordinanza medesima per non suscitare turbolenze e discordie tali che metterebbero a rischio la sicurezza dell'Impero. Ai 5 giunse a Costantinopoli la salma mortale di Raglan. A tutte le bandiere dei bastimenti del Bosforo si mise il tutto.
Corre voce a Pietroburgo che il principe Gortschakoff sarà richiamato dalla Crimea o nominalo ministro della guerra. Notizie di Pietroburgo ci fanno sapere che l'imperatore Alessandro mena una vita attivissima; di giorno ei sopravvede le fortificazioni e le truppe; di notte ei lavora nel suo gabinetto. Egli è in perfetto accordo col suo fratello granduca Costantino. E di carattere dolce ed affabile, ma tenacissimo per qualunque presa risoluzione. Ad una deputazione di commercianti, non ha guari, rispose:
«Ov'io mai fossi debole, implorerò da Dio la forza per non esserlo.»
Indi ripeté le parole dette il primo giorno al Corpo diplomatico intorno alla politica seguita dal suo padre, dalla quale ei non si allontanerà giammai a qualunque costo.
A Ipswich fu sequestralo un gran bastimento russo che avea la bandiera danese. Ai 17 di giugno gli alleati nel Baltico sbarcarono truppe a Lyperlo. Ai 18 un vapore e due cannoniere diressero il loro corso verso Jarso e bombardarono Porkkaland. Ai 20 alcuni bastimenti alleati gittarono l'ancora presso Fort Slaya; altri bastimenti incendiarono la parte posteriore del Quai; una cannoniera di strusse a Kolka con razzi incendiarii gli edifizi della Corona; tutti gli abitanti fuggirono. Ai 3 di luglio alcune cannoniere occidentali mandarono a picco gran numero di barche finlandesi; bombardarono per cinque ore Krasnajagorda e ridusserci in cenere la caserma del telegrafo.
I giornali finlandesi parlano di una quantità di approdi britannici. Ai 18 giugno comparvero alla imboccatura della Marowa di faccia a Gungersburg due vascelli ed alcune cannoniere inglesi con circa 180 cannoni. Ai 19 diressero il fuoco contro le batterie della spiaggia di Nawa e Gungersburg; i russi risposero gagliardamente. Dopo un fuoco di più che otto ore, gli inglesi si ritirarono a Sackas. Ai 21 parecchie cannoniere nimiche si presentarono al porto di Revalm?,non avendo potuto arrecarvi alcun danno, ritornarono a Nargen. Ai 22, alle ore tre pomeridiane, una cannoniera ricomparve innanzi a Reval, ma, dopo avere scambiati pochi colpi con la fortezza si ritirò.
(Disp. tel.) Lovisa (piccola città del littorale finlandico alla distanza di circa 60 miglia da Sweaborg nella direzione, di Cronstadt) incendiata dagli inglesi,fu totalmente distrutta.
(Disp: tel. Parigi 16) Fu notificato il blocco dei porti russi nel Mar Bianco. La squadra alleata del Mar Bianco ricevette nuovi rinforzi; ella potrà in breve avvicinarsi tanto ad Arcangelo da distruggere col cannone le fortificazioni che guardano l'ingresso del porto. I posti avanzati dei russi fin dal principio di questo mese lunghesso il basso Danubio già si vedevano rimpetto a Tullscia. Laonde le mosse dei turchi nella Dobradscha assumevano l'aspetto di un gran concentramento. A Matscbiu, ad Isatscha e a Babadag si mandavano continui rinforzi ottomani. Le truppe austriache sgombrarono da Galaiz; forse per non trovarsi in mezzo ai russi e ai turchi che quinci e quindi minacciano di fare qualche irruzione. Il colera è scoppiato epidemicamente anche nello interno della penisola taurica. I feriti russi, che prima erano ricoverati nei villaggi, vengono ora trasportati a Tiraspol presso Odessa, dove già se ne trovano più di 14 mila; la maggior parle rimase inabile al mestiero delle armi. Ai 28 giugno i russi inalberarono sulla torre di Korniloff un gran vessillo nero per indicare ch'essi erano determinati a seppellirsi sotto le rovine delle opere da loro difese anzi che cederle al nimico assalitore.
(Disp. tel.) Scrive Pelissier in data del 12 che la costruzione delle batterie del Carenaggio proseguiva strenuamente, e che gli alleati si consolidavano nei nuovi cammini di approccio.
(Disp. tel.) Dispacci della Crimea del 14 a sera annunziano nulla esservi di nuovo nella situazione degli eserciti belligeranti Il luogotenente colonnello di stato maggiore francese Osmoni, che si è molto distinto ad Eupatoria, nominato governatore di Jenikalė. Princeteau colonnello d'artiglieria è nominato direttore dell'arsenale francese che si sta formando a Costantinopoli. Con grande attività sono continuate a Tolone le riparazioni dei bastimenti destinati al trasporto de' rinforzi che andranno in Crimea. A di 11 cominciò ad imbarcarsi a Marsiglia la brigata del generale Sol, la quale la parte dei rinforzi che si spediscono a Balaclava. Si fabbricano attualmente a Kowmoos nella contea di Bradford bombe di un metro di circonferenza d'un peso maggiore di quello d'una tonnellata.
Un dispaccio del 2 da Costantinopoli porta che i russi, dopo aver fatto inutili tentativi per attaccare Kars, si ritirarono occupando le posizioni che tenevano anteriormente presso Atschekalè. E qualche benevola corrispondenza aggiunge che i turchi inanimiti per tanta vittoria si diedero a inseguire i russi fuggitivi. Ma è da osservarsi che tutti questi pretesi avvenimenti avrebbero preceduto di molti giorni gli altri di cui si ebbero officiali notizie, cioè lo sgombro dei turchi da Kars e la costoro ritirata ad Erzerum, la occupazione di Kars da parte dei russi e lo intercidimento delle comunicazioni fra Erzerum e Kars operato dai medesimi. Forse è vero che i russi al primo assalto di Kars non riuscirono; ma egli è certo che Kars oggi è in loro potere; probabilmente se ne impadronirono in un secondo attacco. Perchè dunque imbarazzar le idee confalli, che in qualunque caso sarebbero di data anteriore? Se si vuole che i russi sieno stati respinti ' da Kars bisognerebbe darci contezza del come i turchi da Erzerum, dove si ritirarono, mossero novellamente a quella volta. Questo non si dice perchè non può dirsi; dunque tutto il resto non è che un rigiro di mal combinata alterazione cronologica.
Si racconta che Raglan dopo il non riuscito assalto del 18 giugno contro la torre di Malakoff pronunziò queste parole: C'est reculer pour mieux sauter. (Questo è un indietreggiare per indi meglio spingersi più innanzi). E la Independance belge scrive che «l'infelice generale pur troppo indietreggiò egli stesso fino alla tomba, ma lasciò in retaggio alle truppe le sue idee e le sue speranze.» Simpson di lui successore è incaricato a compiere il fausto vaticinio. Già ne fece una prima prova aprendo un terribile fuoco contro il gran Redan, dell'esito però di questo novello tentativo i dispacci si limitarono a dire che il fuoco produsse un buon effetto. Nelle quali parole l’Armonia trovò un senso troppo elastico. Noi d'altronde portiam parere che un reale vantaggio abbia conseguitato per le truppe a di Simpson; mercecché, mediante il bombardamento del Redan, gl'inglesi hanno potuto avvicinarsi di più e prendere migliori posizioni che loro erano necessarie per indi a suo tempo dare il decisivo attacco a quel baluardo nimico.
Il Donau di Vienna ci avvertisce che fino al cadere di luglio non debbasi attendere un nuovo e decisivo assalto contro Sebastopoli. E noi ci contenteremo ad aspettare che passino questi altri pochi giorni. Sa premo poi che dire ad esso Donau, se indi, pentitosi del termine assegnato, pretendesse portarci fino al cadere di agosto!
Secondo alcuni giornali tedeschi non sarebbe punto vero ciò che affermò la Gazzetta di Woss sul passaggio per Vienna di Thouvenel novo ambasciatore francese a Costantinopoli, vale a dire che Thouvenel passo di là per comunicare al gabinetto austriaco le definitive intenzioni della Francia nella quistione orientale. Ora, secondo questi altri giornali, Thouvenel invece andò a Vienna per avere la comunicazione delle definitive intenzioni dell'Austria sullo stesso proposito. Ed assicurasi che l'Austria alle fatte interpellanze abbia risposto ch'essa per ora non intende assumere impegni al di là dei noti quattro punti delle famose garanzie,|dai quali pure, al dire del giornalismo inglese, si disimpegno dichiarando di essere vincolata alla osservanza dei medesimi e in pari tempo di rimanere nella sua piena libertà di azione.
Scrivesi da Vienna alla Independance belge che il generale francese Letang e il generale inglese Grawafurd, trovantisi a Vienna per la nota e omai terminata missione di accompagnare il barone Hess al quartier generale dell'esercito accampato alla frontiera austrorussa aspettavano il ritorno dell'imperatore dal costui viaggio d'inspezione per accomiatarsi e che poi si sarebbero restituiti il primo a Parigi, il secondo a Londra. Assicuraşi inoltre che i generali Crenneville e Degenfeld delegati austriaci militari, questo a Londra quello a Parigi, lasceranno contemporaneamente, Crenneville le sponde della Senna, Degenfeld le sponde del Tamigi; e così tanto dall'una, quanto dall'altra parte finirà pure quest'accessoria comparsa, con la quale il giornalismo cementò e corroborò l'alleanza del 2 dicembre.
La Oesterreichische Zeitung è informata che Francia e Inghilterra ora vogliono qualcosa di più de' non quattro punti delle garanzie; e adombrasi un cotal po' delle addizionali pretensioni. Pur nulladimeno augura vittoria agli occidentali e conchiude che «verrà tempo, in cui la Francia e l'Inghilterra saranno grate alla politica dell'Austria appunto perchè non si lasciò spingere fuori dalla sua via dalla politica dell'Occidente.»
La Gazzetta d'Augusta si dilunga in particolari sulle enormczze commesse a Kerci e a Tangarog riversandone tutta la colpa sopra gl'inglesi e i turchi; ed af ferma che onorevole si fu il contegno dei francesi. E la Gazzetta di Milano dice che tali immanità formano il più strano riscontro alle parole più volte protſerite nella Camera di Londra: «La guerra contro la Russia è la guerra della civiltà contro la barbarie!»
Il Morning Post e il Wanderer sono informati che sia per conchiudersi un trattato di alleanza offensiva e difensiva fra la Prussia e la Russia. Che serotine informazioni! V'ha perfino chi crede che il principe di' Prussia siasi recato' a Pietroburgo con la plenipotenza di sottoscrivere il trattato.
FATTI DIVERSI
Se merita fede un carteggio piemontese dalla Crimea (cosi la Gaz. di Mil.) la diserzione è ivi continua e ragguardevole nelle file degli alleati, ma soprattutto nella legione straniera. Il Governo russo non costringe i disertori a rivolgere le armi contro la loro bandiera, ma li spedisce dell'interno delle provincie, assegnando terreni a quanti desiderano prendervi stanza ed esercitare l'agricoltura.
Scrivesi da Londra che quella tal signora, che assistette all'assalto del Poggio Verde, è la moglie di lord Giorgio Paget che comanda il quarto reggimento dei dragoni inglesi.
Poco dopo il meriggio del 9 un terribile uragano devastò le terre di Gerenzago, Limbiate, Sesto, Monza e Rivolta. La grandine rovinò i ricolti, il turbine divelse le tegole dei coperti, atterrò camini, schiantò alberi. All'uragano conseguitò foltissima nebbia che impediva di scernere gli oggetti alla distanza anche di pochi passi. Un celebre giocoliere chinese Tib -kwei-il trovandosi da ultimo a Londra con tutta la sua famiglia, fu di nottetempo assalito da alcuni suoi compatrioti che volevano avere da lui danaro a prestanza: dietro il suo rifiuto, gli vibrarono tanti colpi di coltello che omai disperasi dei suoi giorni; probabilmente, mentre noi scriviamo, è morto. Ei disponevasi a tornare in patria col frutto delle sue economie. Tre colpevoli già furono arrestati; i processi si compilano col mezzo di un interprete, che a stento si giunse a trovare.
In Roma sarebbesi trovato immediatamente.
Luglio |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
13 |
66. 75 66. 25 |
92. 75. 92. 75 |
14 |
66.00 66.00 |
92. 75. 92. 75 |
Mentre nell'attuale stagione ha taluni che pensano a ritirarsi in luoghi di aria salubre; ci piace suggerire che Oriolo, distante da Roma trenta miglia, forse uno de' migliori paesi che all'uopo possano essere ricercati. Vi sono bellissime passeggiate di ben lunghe e larghe strade adombrate anco sul meriggio da fil li alberi lateralmente disposti. È incantevole quella che da. Oriolo al prossimo Monte Virginio si distende in linea retta. Il clima è de' più eccellenti. Vi si veggono le più romantiche prospettive. Vi si trovano abitazioni di 3, 4, 6 e più camere. Chi avesse vaghezza di profittarne porrà ricevere in quest'Uffizio le opportune indicazioni.
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Pelissier in data del 12 scrive che, secondo la relazione d'un disertore russo, l'ammiraglio Nachimoff è rimasto ucciso da una palla che lo colpi nella fronte, mentre stava facendo alcune osservazioni al bastione centrale. Probabilmente il disertore moscovita conoscere il modo onde mori Carlo XII di Svezia, e ne fece l'applicazione a Nachimoff. Anche i disertori russi son qualche volta spiritosi!
Alcune corrispondenze bizantine parlano nuovamente della morte di Sciamil. E lo stesso Moniteur ha una lettera da Trebisonda che gli dice sembrare confermarsi la trista notizia. Dunque il terribile circasso è morto! Pur nulladimeno speriamo di farlo risorgere anche questa volta:E quando ciò potrà essere? Quando ei, smettendo la ostinata e omai più che semestrale sua inazione, vorrà decidersi a combattere di nuovo contro i russi. Parecchi giornali di Piemonte fra' quali la Patria, dicono che cotidianamente si fanno gravi querimonie dai congiunti e dagli amici dei soldati subalpini che andarono in Crimea, perchè alle molte lettere che furono mandate non ricevono alcuna risposta. Sembra che nella Tauride o non trovisi carta, o chi vi giunge perda l'abilità di scrivere. In quest'ultimo caso, avrebbesi un altro fenomeno curioso non manco di quello, che a non pochi soldati piemontesi toglie la virtù visiva nelle ore notturne, rendendo loro,
«Quando il. seguente giorno aperte sono
«Del lucido Oriente al Sol, le porte.
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Il chiarissimo: Resio professore di Fisica meccanica a Nizza ha inventato un sistema di locomotiva ad aria compressa il quale differisce sostanzialmente dal sistema idropneumatico di Grandis e di Sommeilleir.
Il metodo proposto dal Resio pare sia destinato ad ottener un gran successo a motivo precipuamente della molta economia pelle spese di trazione.
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Nella prima settimana di luglio fu sperimentata presso Novara una macchina per mietere il grano mossa da due cavalli. L’esito fu soddisfacentissimo e sperasi che una tal macchina possa vantaggiosamente introdursi nell’agricoltura.
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Un Petit di Lyon ha trovato di recente, per mezzo di una operazione chimica, la maniera d’impregnare d’oro, d’argento, è di rame la seta in guisa che la si può tessere con la massima flessibilità e cosi formate stoffe di questi metalli. La importante scoperta verrà mandata ad effetto da una società di capitalisti. Una pressoché simile scoperta un anno la si fece da' un Thierry Mieg di Mulhouse.
In alcune fabbriche oltremarine ed oltremontane, a quanto assicurasi, per aumentare il peso della seta,.. questa s’immerge in una soluzione d'acetato di piombo e cosi acquista, perlomeno, un quinto di più di peso, senza che a riguardarla si paia alterata. Questa frode non solo nuoce al commercio, ma eziandio alla salute delle operaie che lavorano la seta in tal modo viziate imperocché sogliono patire di coliche pericolose accompagnate da sintomi di un reale avvelenamento. Ora non è cosa difficile il riconoscere la seta ch’ebbe la fatale immersione. Si portano alcuni fili di seta sulla lingua, e qualora, in assaggiandoli, rendessero sapore di zucchero, potrà sospettarsi dell’alterazione; ad averne poi la certezza s'intingano in una leggiera soluzione di sullodato d’ammoniaca, e i fili frodolenti si tingeranno d’un bruno scuro, il quale tanto più sarà intenso quanto più in essi abbonda il sale di piombo, onde furono inzuppati.
Ê attivata la comunicazione telegrafica tra la Russia e la Svizzera. Il primo dispaccio mandate da Berna a Pietroburgo dice: «La Svizzera è strettamente neutrale.»
Dalle notizie che si ricevono dal Giornale di Roma, risulta che il raccolto del grano in quest’anno è sufficientemente abbordante non solo nell'Agro romano, ma ben anche nelle Provincie dello Stato. Ubertoso poi si presente il raccolto del formentone e dei legumi. Intanto assicurasi essere insussistenti le voci sulle esportazioni di grano oltre quella già concessa in centomila rubbia ed annunziata nel suddetto Giornale del 14 aprile.
Le guerresche operazioni degli alleati nei Baltico sembra non abbiano altro scopo che quello di distruggere quanto trovasi lunghesso il littorale finlandico ed estonico. Gli occidentali bombardarono Porkjland, Fort Slava, Kotka, Krasnajorda, Nawa, Guogersburg, Reyal, arrecandovi danni dove più, dove meno rilevanti; ridussero in cenere Lovisa, città del ducato di Finlandia, fabbricata nel 1745 sotto il nome di Degesby, che in quelle di Lovisa mutavasi nel 1752. Si presentarono di nuovo anche a Cronstadt; on vascello di 100 cannoni avvicinossi alla grande rada, incendiando fabbriche che servivano di stazione a distaccamenti russi; contemporaneamente due scialuppe cannoniere appiccarono il fuoco ai nimici cannotti disposti in lunga fine a dalla costa fino k al forte Risbank. Simili dispetti e ruine già si minacciano pure ad Arcangelo e ad altri punti della costa del Mar Bianco.
In Crimea nulla d’importante. Alla notizia che i russi stringevano Eupatoria, se ne fece suvvedere un’altra che Omer pascià uscito da Eupatoria volea tentare un attacco in aperta campagna contro i russi. Ma la seconda non è punto con fermata, perché non può confermarsi; e la prima rimane nel medesimo stato, in cui la lasciammo nella precedente rivista. Sulla Cernaia i russi si avanzarono indi retrocessero, quasi provocando gli alleati ad inseguirli, ma questi non si mossero perché ancora non ricevettero gli aspettali rinforzi che li porranno in grado di dare odi accettare una battaglia. Pelissier continuai lavori di approccio per la espugnazione ‘di Malakoff; il nuovo generale inglese Simpson apri nu gagliardo fuoco contro il gran Redan;i russi gagliardamente risposero; poche le perdite si dall’una come dall’altra parte; le scaramuccie che con varia fortuna avvengono pressoché ogni giorno non meritano la pena che altri soffermisi a farne i soliti fastidiosi racconti che sempre finiscono con la ritirata degli assalitori. Ma un combattimento di qualche entità deve aver avuto luogo fra il 7 e l'8, mercecché un dispaccio del 9 recava essersi chiesto dai russi un armistizio per seppellire i morti.
In Asia Murawieff riporta solenni vantaggi. Sebbene pietose corrispondenza vogliano far credere che le popolazioni caucasiane abbiano determinato di accomunare la causa loro a quella dei turchi, fatto è che questi si ritirarono ad Erzerum, d’onde tutti gli stranieri commercianti si allontanarono per non trovarsi esposti alle conseguenze di una moscovite invasione. L’inoltramento di Murawieff in qua nell’anatolico paese non può avere altro fine che una mossa combinata con operazioni dei russi in Bessarabia.
É già da qualche mese che i russi ingrossando nel basso Danubio Ecean lo viste di ripassare nella Dobrudsca. I turchi e i loro alleati rivolsero allora l'attenzione a quella parte. Molte truppe ottomane corsero subitamente nella Dobrudsca per arginare un irrompimento nimico; altre di loro si agglomerarono nella inferiore Valacchia. Colà si avviano pure soldatesche occidentali. Ritenutasi ineseguibile, nelle attuali condizioni dell'esercito alleato, un’aggressione turco-anglo-gallica in Bessarabia, egli è d’uopo ammettere che paventasi un avanzamento moscovita. E nuove truppe da varie parti dell'Impero degli czari marciano verso Odessa. Or supposto che i russi riescano nell'evidente loto progetto di riversarsi con imponenti masse in Bulgaria, una volt che si aprissero il passo fra le truppe torche, inglesi e francesi che sono verso il Danubio, chi potrebbe più impedire ad essi di avvicinarsi a Costantinopoli? Murawieff intanto di venuto padrone di Erzerum si presenterebbe appo Scutari, mentre Entiers accamperebbe nelle pianure bizantine. L’interposto mare, per la sua ristrettezza, non potrebbe considerarsi siccome sufficiente a non permettere la congiunzione o un vigoroso aiuto dell’esercito di Murawieff a quello di Lnders. Il colpo sarebbe fatale. A distornarlo non vedrebbesi altro mezzo che di chiamare al Bosforo le truppe alleati della Crimea e le flotte del Mar Nero. Ed in questo caso, che includerebbe l'abbandono dell'assedio di Sebastopoli, la guerra muterebbe totalmente aspetto.
Innanzi a tali apparecchi, le truppe austriache si ritirano anche da Galata; presso cui dovrebbe sentirsi il primo colpo del cannone che annunzierebbe l’apertura delle ostilità sul Danubio. Ed oltre a ciò, già si va sussurrando che le truppe cesaree non hanno più alcun interesse a stare nei Principati, avendo rinunziato lo czar al protettorato sui medesimi. Si svilupperebbero complicazioni, che a nessuno è dato di prevedere (7)a (8)b.
La penuria delle notizie relative alle operazioni della diplomazia dee attribuirsi non alla cessazione di queste, ma bensì alla riservatezza dei Governi germanici, che, dal punto. che le Potenze occidentali si distolsero dal partecipare alle negoziazioni della pace, ne assunsero interamente in incarico senza lasciar troppo penetrare le loro pratiche agli occhi indiscreti del giornalismo. Indi è che soltanto in via semiufficiale sappiamo ché, chiuso il congresso di Vienna, l’Austria ne comunicò i protocolli a tutte le Corti di Germania, ponendo in luce il contegno ch’essa aveva fino allora; serbato. Ed esse Corti, rendendo grazie al gabinetto cesareo dei suoi sforzi a pro’ della pace, gli ne dichiararono ufficialmente la loro soddisfazione. Ora l’Austria, non declinando mai dalla sua tradizionale lealtà, spone alla Dieta di Francoforte quanto fece dal di che le Conferenze furono disciolte, onde raggiungere uno scopo ch’è di si grande interesse per gli Stati alemanni. A questo fine Prokesch tornava a Francoforte, dov’egli presentando all’Assemblea federale le dichiarazioni su accennate, metterà in evidenza come l’Austria non solo sia sempre rimasta fedele alle condizioni del trattato del 2 dicembre, al memorandum del 28 dello stesso mese ed ai medesimi protocolli delle Conferenze, ma eziandio come il suo contegno si uniformò agl’intendimenti della Dieta stessa manifestai nelle sedute del 24 ' giugno e del 9 dicembre dello scorso anno (9)c. Fin qui, per quanto ha relazione al passato. Oggi poi, l’Austria non chiede che la Confederazione prenda nuovi impegni, ma nell’interesse della pace e secondo i patti anteriori persiste a domandare che la Germania mantenga per ora le sue truppe in assetto di guerra, perocché non v’ha ragione da creder cessata la crisi che minaccia la universa Europa (10)d. Quartultima proposizione per avventura darà, più che altre, argomento alle opposizioni di parecchi confederali, che nelle odierne contingenze politiche non sanno vedere alcun che di torbido che li persuada a tenere l’esercito in dispendiose condizioni d’armamento. Ma di mezzo a questi nuovi probabili inciampi pur sorge una speranza di componimento, la quale si appoggia sulla missione, che vuolsi. data al principe di Prussia, di presentare allo czar Alessandro un progetto di mediazione formulato da Manteuffel presidente del Consiglio dei ministri di re Federico Guglielmo ed approvato da Buol ministro degli affari esteri dell’imperatore Francesco Giuseppe.
Accanto però a questa languida probabilità mettesi l’alleanza offensiva e difensiva tra la Prussia e la Russia, non che un prossimo. Concentramento di numerose truppe francesi sul Regno.
Il Portogallo sembra veramente deciso ad intervenire attivamente nella guerra. Darebbe ottomila uomini all’alleanza occidentale!
Dai discorsi fatti da re. Oscar ai due reggimenti di Upland e di Helsing parrebbe veramente che la Svezia dispongasi anch’essa ad agire contro la Russia.
Credesi coperto il nuovo imprestito francese. Di ciò avrebbesi chiaro argomento che la nazione ha ferma fiducia nel buon esito della presente lotta.
Gli assembramenti inglesi per |a riforma amministrativa forse non si ripeteranno per ora con la imponenza dei passati giorni; ma egli è certo che l'elemento democratico svolgesi, principalmente a Londra, con molto vigore. Ê da notarsi un recentissimo meetings tenutosi alla taverna dei Franchi Muratori; in esso gli oratori deposero ogni maschera; Fuller dichiarò di nous avere alcuna confidenza nelle classi governative; Wall domandò la soppressione di qualunque aristocrazia, tranne quella della intelligenza.
La Spagna è sempre nel più deplorabile stato di civili agitazioni. Il movimento barcellonese dicesi terminato; ma non pochi operai, che tumultuarono, si unirono agli abitanti delle campagne. I carlisti irrompono, qua e cola per la Catalogna; parecchi loro partigiani furono incarcerati a Madrid. La presenza di Espartero. a Barcellona è il più manifesta indizio dei pericoli che possono conseguitare non meno dagli sforzi montemolinisti che dalle democratiche cospirazioni.
In Piemonte continua lo spoglio dei conventi; non, però diminuiscono le imposte. Già si tenne a Genova una seconda riunione per domandare al Parlamento che lo pubbliche gravezze sieno scemate. V’intervenne anche Brofferio! Da ciò puossi arguire quale andamento assumeranno in seguito queste riunioni che si praticano pure in altro città, come si fece a Nizza.
La mattina del 16 a Torino si fece in Piazza di armi una rassegna militare in onore del re di Portogallo. Gran folla di spettatori accorse la magnifica marziale cerimonia.
Negli alti circoli politici di Parigi si hanno assai favorevoli informazioni della conferenza, che Thouvenel nuovo ambasciatore francese a Costantinopoli tenne a Vienna con Buol ministro austriaco degli affari esteri.
I piccoli Governi tedeschi si sono richiamati alla Dieta di Francoforte contro la proibizione della carta monetata per parte della Prussia, la quale però è risoluta a non recedere dalle prese determinazioni.
Ai 13 furono aggiornate le Camere annoveresi. Il ministro Ellisen chiuse la sessione facendo riserva dei diritti giurali. L’assemblea degli Stati si separò gridando: «Viva la Costituzione!» Cosi un dispaccio telegrafico. Dal complesso della notizia parrebbe che il potere esecutivo sia venuto in dissapori col potere legislative, il quale, secondo il solito, sarebbe stato licenziato, rispondendo con gli ordinarii schiamazzi di volere inviolato il patto statutario.
Ai 13 fu chiusa la sessione straordinaria del Corpo legislativo, che a voti unanimi approvò i progetti di legge presentati dal Governo sulla leva e sull'imprestito.
Ë voce a Parigi che anche il re di Danimarca ha espresse con un autografo all’imperatore dei francesi il desiderio di andare a visitare la Esposizione universale.
Ultimamente alcuni banchieri e primarii capitalisti francesi ed inglesi tennero a Parigi una conferenza per esaminare il vero stato delle forze finanziarie dell’Europa. In considerazione dei terzo imprestito effettuato dal governo francese da che cominciò la guerra d'Oriente, non che dei bisogni che la lotta attuale crea per le parti belligeranti a Pietroburgo, a Parigi, a Londra, a Torino, a Costantinopoli ed anche a Vienna, si esaminarono. i mezzi e i vantaggi sui quali possono far calcolo il eredità e il mercato dell'Occidente. Da questo esame fatto con la massima ponderazione risultò il convincimento che la. Francia e l'Inghilterra, per lo prodigioso sviluppo delle loro ricchezze industriali e sociali, sono in grado di corrispondere a tutte le esigenze di una situazione marziale, quando anche quella dovesse di molto essere prolungata dalla Russia. La Francia e l’Inghilterra hanno inoltre tale abbondanza di capitali che possono esse anticipare somme anche considerevoli ai loro alleati senza punto compromettere la propria sicurezza personale.
Un naviglio russo della marina mercantile carico di' grano fu catturato nel Mare di Azoff e condotto al porto di Tolone.
Nella prigione militare di Tolosa si trovano tre russi fatti prigionieri a Bomarsund, un ufficiale, un sergente ed un tamburrino. Il Consiglio di guerra della Rochelle li condanno per delitto di furto.
È stato incarcerato a Londra un James Abraham ebreo polacco colpevole di pratiche per sollecitare alla diserzione i soldati della legione straniera in servizio dell'Inghilterra.
(Disp. tel.) Russell ai 16 diede spiegazioni intorno alla sua condotta. Indi Bulwer ritirò la sua mozione di censura contro il governo.
Emilia Catbeari figlia del general inglese ucciso in Crimea è nominata damigella di onore della regina.
Il principe di Prussia arrivò il 12 a Pietroburgo. Fu subito onorato di una visita dell’imperatore Alessandro,
Il colera prosegue a imperversare a Pietroburgo; indi la città conserva un aspetto di cupa tristezza; i teatri son chiusi; la nobiltà è quasi tutta in campagna; per le strade non si veggono che numerose divise militari sono i giovani uffiziali che usciti dalle iscuole non vogliono tardare a raggiungere i corpi, ai quali son destinati (Presse). A Pietroburgo credevasi che le macchine sottomarine e infernali del Baltico, come le dicono, sarebbero state un potente e infallibile mezzo di distruzione; ma la loro scoperta disingannò molti di quelli che ponevano in esse tanta fiducia; cominciasi a mettere meno in ridicolo la eccessiva prudenza delle flotte alleate. A rialzare lo spirito pubblico si ebbe cura di spargere la notizia della invenzione di un battello sottomarino, cioè di una specie di scatola ermeticamente chiusa, la quale approssimandosi sotto acqua ad un bastimento nemico, col mezzo di un semplice fuoco d'artifizio potrà mandarlo immediatamente in fiamme (Const.). Si erede poi generalmente a Pietroburgo che gli alleati non riusciranno mai a prendere alcuna delle molte posizioni di Cronstadt.
Dolgòruki ministro russo della guerra notificò che le navi parlamentarie non verranno per l'avvenire ricevute ché a Cronstadt, Sweaborg e Revel.
Ê aspettato a Costantinopoli il generale Baraguay d’Hilliersy che dicesi proposto al comando di 30 mila francesi destinati a rafforzare l’esercito della Crimea.
Il colonnello Bontemps ha nuovamente rifiutato il grado di comandante della legione svizzera dell'Inghilterra; malgrado le magnifiche offerte fattegli da questa Potenza. Si afferma che il suo rifiuto è conseguenza del non essersi voluto dare dalla legazione inglese a ciascuna recluta la promessa somma di 150 franchi.
Gli inglesi lavorano incessantemente negli approcci dinanzi al Redan; i francesi armarono i ridotti della baia del Carenaggio con 48 cannoni di grosso calibro spediti di Francia. Anche dinanzi al bastione centrale furono nuovamente ripresi i lavori di assedio.
(Disp. tel.) quattro battaglioni russi il 15 tentarono inutilmente d’impossessarsi di una rimboscata innanzi agli spalti di Malakoff. I russi respinti da una viva fucilata e dal fuoco delle batterie degli alleati si ritirarono portando seco assai morti e feriti. Le perdite degli alleati furono di 20 uomini tra morti e feriti. Valet capitano degli zuavi è nel novero di questi ultimi.
(Disp. tel.) Un 50 mila russi verso Inkermann minacciavano gli assedianti della torre di Malakoff.
Un dispaccio russo conferma la notizia del secondo bombardamento di Genitschi, che difende lo Stretto, onde il Mar Putrido si congiunge col Mare di Azoff. Di la gli alleati vogliono spingere alcune scialuppe cannoniere fino all'istmo di Perekop per togliere ai russi ogni comunicazione fra le due sponde del mare. L’impresa non è difficile; l’esito importante.
Allorché il generale russo Muravieff pervenne ad Alessandropoli un pope armeno gli fece questa concione: «Eccellenza! Dalla memoria nostra non si cancelleranno mai quei fortunati giorni, in che, or ha ventisette anni, voi alla testa di valorose milizie russe soggiogaste le città di Kars e di Erzeram. Le armi moscovite allora ci tolsero al dispotismo e ci posero sotto la tutela di un governo che ci rese felici. Il vostro imperatore indi restituiva le città di Kars e di Erzerum; noi però non tornammo sotto il giogo dei miscredenti; ma compiangiamo i nostri correligionarii che gemono fra le catene dell’islamismo. Gli sforzi fatti dall’imperator Niccolò per liberarli riuscirono infruttuosi, laonde bisognò intraprendere questa lotta nella quale senza dubbio vinceranno i campioni della nostra fede. Andate dunque alla conquista! Kârs ed Erzerum cadranno innanzi al grande esercito che voi comandate; vi sosterranno le nostre preghiere!»
(Disp. tel. da Kars senza data) I russi erano accampati a un’ora di distanza da Kars xxxxxxx i cannoni d’assedio. Intanto distrussero i villaggi vicini e impedivano lo comunicazioni. Un fierissimo attacco era inevitabile. I turchi erano risoluti ad opporre la più valida resistenza. Le truppe musulmane di Trebisonda furono chiamate in aiuto di Kars.
La ritirata de' turchi da Kars ad Erzerum fece una trista impressione a Costantinopoli (Fremdenbl). Laonde (Disp. tel.) il gran Consiglio di Turchia sta esaminando lo stato dell’Anatolia.
Si da per certa la riunione delle stazioni alleate dell’Oceania, della Cina e dei Mare dei Sud per agire di concerto contro l’America russa.
Notizie dei Messico dei 19 giugno confermano le disfatte patite dal general Santanna presidente della repubblica e il progresso dei partito rivoluzionario capitanalo dai generali Alvarez e Camonfort, i quali si erano impadroniti di Sonora e avevano investilo Morelia. Molte città si erano dichiarate in favore dei ribelli. Santanna fu respinto nella città capitale dello Stato.
Da Nuova York in data dei 27 giugno si scrive che grave assai è la situazione politica dei Messico. La città di Monterey fu presa dai ribelli comandati dal generale Pidaurri. Il governatore e quasi tutti gli uffiziali civili e militari vennero fatti prigionieri. venti cannoni e gran quantità di munizioni guerresche caddero in potere dei rivoluzionarii vittoriosi.
Trieste ha da sostenere una dura lotta di concorrenza commerciale con Amburgo, la quale manda le sue merci fino a Lubiana; e questa lotta avrà fine soltanto colla strada ferrata. Venezia diventa il porto naturale di un regno bello e grande, di sette magnifiche città, le quali sono situate quasi sulla medesima linea parallela, e migliora ogni giorno il suo porto colle dighe. Trieste ha senza dubbio un felice avvenire, quando uni la alla capitale e alla rete delle vie fer rate germaniche, vedrà ridotto a compimento il canale dell’istmo è almeno la strada ferrata di Suez-Alessandria la sua valuta migliorata e consolidata sopra basi sicure. Ma anche a Venezia sovrastano sorti non meno felici. Tosto che sia compita la via ferrata la Verona a Bolzano e Kufstein, Venezia diventerà il porto della Baviera e della Germania occidentale. Dopo il compimento della strada da Mantova a Bologna e Pistoia essa diviene un anello che congiunge due. mari. Il canale è la via ferrata dell'Egitto gioveranno ad essa se non più, almeno nella stessa misura che a Trieste, ritenuto per vero che la linea da Bombay ad Alessandria e Londra; come ci mostra la carta, sia più breve passando per Venezia, e che il commercio nelle sue corse scelga a preferenza la linea retta, è altrimenti più corta.
Il Diritto pubblica un epigramma in prosa chiamandolo brano di una lettera dei generale Canrobert. Ecco le parole che gli si attribuiscono:
«Io provai a pigliare il toro pel fianco non mi venne fatto; Pelissier vuol prenderlo per le corna, ma credo che la diversità dei mezzo non gli darà un successo migliore.»
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Si è parlato della mal ferma salute dell’imperatore Napoleone, che nostre particolari notizie avvisano essere in perfettissima salute. Or come si che corso alla sciagurata storiella? Dicesi che fu trovata alla Borsa di Parigi una carta di visita caduta da tasca ignota con su vari le seguenti parole scritte a lapis: «Lo svenimento dell'imperatore fu momentaneo; non avrà conseguenze ulteriori.» E raccontasi che la carta portata il nome d’un ciambellano, che prudentemente non si nomina. Da queste e altre simili puerili invenzioni indi si fanno sorgere i nubitosi immensi Adamastori delle popolari dicerie.
Francesco Piron, uffiziale belga dei gènio, ha inventato, con l’assistenza dei suo padre Enrico e del meccanico Brasse, un freno per fermare immediatamente i convogli sulle strade ferrate.
Non lungi dal Brasile vivesi un uomo che ne la ricordare i tempi degli antichi patriarchi. Egli ha 109 anni, essendo nato nel 1747 a Mina Geraes, ed è ceppo di quattro generazioni, che costituiscono una piccola tribù di 249 persone. Chiamasi Francesco Tommaso Da Silva; ebbe 14 figli ammogliati, che gli diedero 160 nipoti, dai quali gli vennero 70 pronipoti, che hanno già 5 bambini; in tutto 249 persone, senza contarvi esso Francesco Tommaso, né la sua moglie, né le mogli de' suoi discendenti. Ei fu premiato dall’imperatore ed è tuttavia robusto per modo che ogni giorno si diverte a fare un passeggio di circa 30 miglia inglesi.
Un corrispondente di Galatz al Corriere Italiano dice candidamente essere una stranezza la opinione di certuni, secondo la quale un’armata di francesi, inglesi e turchi dovrebbe d’una in altr’ora irrompere in Bessarabia e quivi affrontare gli eserciti che dalla Russia vi furono concentrali. Imperocché una campagna degli alleati in quella parte equivarrebbe ad attaccar la Russia nel suo punto più forte; sapendosi che a Kischeneff, a Bender, a Dubassoru, a Tiraspoli, a Odessa ella stabili poderosi campi trincierati, dove si raccolsero e tuttavia si raccolgono truppe, il cui numero è portato ad una cifra quasi favolosa. Ove pertanto la Russia fosse aggredita in quella provincia, l’assalitore darebbe di cozzo in cinque armate nimiche, che sono in istato di piombare da cinque parti diverse e circuirlo in modo da non lasciargli una via non solo di avanzamento ma né anche di regresso. Indi è confermai il nostro parere che quei 25 mila turchi, i quali pur dianzi sparpagliati nella Bulgaria ora si dispongono e si fortificano nella Dobrudscha lunghesso il Danubio, e che le truppe occidentali che sono incamminale parimenti a quelle volta, non abbiano altra missione, né altro scopo che di opporsi ad un tentativo dei russi di ripassare quel fiume. Il qual fatto, ove si verificasse, oggi non si limiterebbe ad un accampamento presso Silistria è nel Vallo di Traiano ma sarebbe conseguitato da una marcia di ben 200 mila uomini fino a Costantinopoli. Di presente adunque i pericoli che si addensano verso il basso Danubio sono di tanto interesse che gli affari della Crimea, messi a comparazione con quelli, s’impiccioliscono in guisa che divien pressoché microscopica la loro importanza. Indi è che noi torniamo a favellarne, onde meglio facciasi riflessione alla paurosa estensione delle probabili contingente.
Ma, come a principio noi accennammo, il ritorno dei russi al di qua del Danubio sembrasse combinato con le mosse di Murawieff al di qua di Erzerum, per quindi trovarsi i due russi eserciti europeo ed asiatico in posizione da prestarsi sollecito e vicendevole aiuto per lutte le successive occorrenze della guerra. E questo progetto di spaventose proporzioni potrebbe soltanto infrangersi e svanire urtando in vigorosa forza oppugnatrice posta a riparo in Europa e in Asia. Di quanta efficacia esser potrà la resistenza dalla parte dell’Europa, diranno i fatti, ma egli è certo che dalla parte dell'Asia la situazione è a totale vantaggio dei russi. Né questo noi affermiamo, ma bensì una non sospetta corrispondenza da Costantinopoli al Sémaphore di Marsiglia.
«Ê assai deplorabile, essa dice, Io stato in cui si trovano i diversi corpi ottomani dell'armata anatolica. Ed ora è da considerarsi un fatto importantissimo, quale si è quello che da due anni i russi ebbero tempo di concentrare in Asia forze numerose, fortificarsi in molti punti interessanti, e farsi copiosi partigiani fra le popolazioni anche musulmane delle frontiere. Quanto ai turchi, grazie alla inerzia e talvolta allo spirito di concussione dei generali, formata è in uno stato non meno lagrimevole che decimato dalle malattie e sprovveduto del necessario; essa inoltre è tanto odiata dalle popolazioni inasprite dalle vessazioni dei pascià che hassi la certezza che non sia più in grado di resistere all’inimico. É perciò mestieri di richiamare l'attenzione degli alleati su tale stato di cose, al quale bisogna prontamente porre riparo, altrimenti fra poche settimane a Kars, ad Erzerum, a Bajazid, a Tschorruk. Su i russi avranno la rivincita delle disfatte patte nella Crimea. Insomma i russi, che altre volte tennero a stento in Asia la difensiva, oggi vi prendono arditamente l’offensiva. In passato erano a far ore dei turchi le diversioni dei circassi e le difficoltà dei russi nell’avere rinforzi dal Mar Caspio: oggi essi dispongono di numerose truppe ch’ebbero tempo bastante a farsi tranquillamente venire; e i circassi malcontenti non vogliono a nessun patto fer la guerra per la Turchia. Gli ottomani vinceranno in Europa, ma tutto pur troppo annunzia che in Asia saranno meno fortunati.»
Queste le prospettive della nuova guerra che sul punto d’incominciare. Noi non facciamo i profeti, perché un subitaneo rovescio di cose può intervenire anche la dove una forza colossale sembra avere in pugno la vittoria. Ma che sarebbe se Lutiers da Pera potesse inviare a Scutari i suoi saluti a Murawieff? Il colosso del settentrione pianterebbe l’un pie’ dell’Europa, l’altro nell’Asia. Chi più allora contro di lui? Ora fra i progetti bizantini è pur quello di congiungere Fera a Scutari con un ponte sospeso! E i russi sorrisero all’annunzio di tanto progetto. Forse essi lanciaronsi colla immaginazione fra le vane speranze e il van desio, ma i pericoli son sempre grandi per chi deve combattere contro una grande forza, che ben sa dove fondare i sue grandi minaccie.
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Anche noi parlammo di una pioggia che par 36 ore si riversò sulla Crimea. Il Times però toglie a presto da Virgilio, da Omero e da altri poeti quanto gli occorre a farne una prosaica descrizione. Secondo esso, ai 24 giugno un orribile temporale rovescio tutto l’accampamento degli alleati nei contorni di Balaclava e nella valle della Cernaia. Per due ore il cielo pareva un fuoco continuo; tanti erano i lampi che l'accendevano! E la pioggia cadeva a torrenti; le tende atterrate; un intero quartiere dei fabbricati dell'ospedale schiantato e fatto a pezzi; i magazzini delle provvigioni sarde portate via dalle acque; venti soldati, molti muli, parecchi cavalli rimasero annegati; i quali, cessata la pioggia, ai ritrovavano ammonticchiati nelle fosse, dove non cadde nemmanco una goccia di acqua, dice il Times! L’impeto della tempesta fu poi cosi fiero che gl’inglesi dovetter perfino abbandonare le posizioni da essi recentemente conquistate presso il Cimitero. Ma quel finimondo, a quanto pare, spaventò anche i russi per modo che questi non profittarono di tanto rovinio per piombare sul devastato campo degli alleati e fame l’ultima totale dispersione! Solamente i francesi restarono impassibili in mezzo a quel terribilio; imperocché un dispaccio di Pelissier annunziò che «ai 24 giugno (giorno della micidiale procella) i francesi spingevano innanzi le strade di approccio contro la torre di Malakoff, e stavano facendo una batteria avanzata per completare l’investimento del porto.»
In data del 3 luglio dalla Crimea scrivono all’Espero che gl’inglesi fecero regalo all'ospedale piemontese di Kamara di parecchie magnifiche tende cosi dette alla marquise, che contengono 25 malati ciascuna e difendono bene dalla pioggia e dall’eccessivo calore. Da ciò si vede che gl’inglesi non ostante le tende perdute u; nella infernale bu fera del 24 giugno ne hanno ancora tale abbondanza da farne dono pure ad altri.
La Militarische Zeitung dice che nei circoli militari è domina l’idea che per la fine di agosto le cose dinanzi a Sebastopoli debbano sciogliersi in modo decisivo; è vincono gli. alleati con la presa del Redan e di Malakoff e potranno tenere pie’ fermo per tutto l'inverno; non vi riescono, e saranno obbligati a seguire un altro piano d'operazione.
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Perché alle Conferenze di Vienna non si poté conchiudere la pace, Drouyn de Lhuys non meno che Russe! furono e sono incolpali della mala riuscita delle diplomatiche negoziazioni. Il primo liberossi da ogni ulteriore imbarazzo ritirandosi da qualunque officiale ingerenza in aspettando che passi la tempesta delle giornalistiche censure. Ma non cosi adoperò il seconde il quale sedendo in uno scranno ministeriale si fece segnò a violentissimi attacchi parlamentari, fra i quali menò immenso romore quello promosso da Bulwer Litton ch’era, la questi termini concepito: «La condotta del nostro ministro Russell nelle negoziazioni, che testé si condussero in Vienna; altro non fece, secondo il giudizio della Camera dei Comuni, che menomare la confidenza che il paese riponeva negli uomini, cui venne affidata la somma delle cose. Ed anche il Pays dichiara «dover confessare che Russell alle Conferenze di Vienna non mantenne quanto aspettavasi dalla sua capacità e dalla' Sua esperienza: al pari di Drouyn de Lhuys, si lasciò guidare fuori della cerchia precisa delle sue instruzioni; ed oggi è dubbio ancora se la dignità del ministro possa scusare il fatto dell'ambasciatore. Ê però egli vero che la colpa sia di Russell se non si venne alla conclusione della pace, mentre egli per giungervi usci dalla cerchia delle ricevute instruzioni? Il fatto oggi dimostra che la Russia profittò delle Conferenze soltanto per neutralizzare la Germania.
Il Siècle vagheggia, siccome mezzi a far decidere l’Austria ad impugnar le armi contro la Russia, le agitazioni delle nazionalità e per conseguenza la rinnovazione dei movimenti lombardo e polacco. Ma il Journal de Francfort prova con una viennese corrispondenza che l’Austria in Lombardia e la Russia in Polonia non banno più nulla a temere da sovversive macchinazioni.
Una corrispondenza ligure la sapere all’Armonia che recentemente Mazzini scrisse ad uno de' suoi un biglietto del seguente tenore: «Per carità, non vi allontanate molto da Genova, giacché presto avrà bisogno di voi.»
Un dispaccio viennese avvertisce la Patrie parlarsi di nuove divergenze d’opinione fra l’imperatore Alessandro e il granduca Costantino di lui fratello. E per dare un miglior colorito a questa notizia aggiugnesi che il principe di Prussia siasi recato a Pietroburgo non per altro motivo che per rimettere in accordo i due fratelli. Ma nostre particolari informazioni, che possiamo ritener positive, dicono che se il principe di Prussia dovea portarsi a Pietroburgo per questo scopo, egli non sarebbesi mosso da Berlino, perché non vi è bisogno di ripristinare la buona intelligenza tra i due fratelli, che non cessarono mai di essere in perfettissimo accordo.
L’Austria dichiarò alla Dieta di Francoforte che la Confederazione germanica mantenga l'attitudine che prese in seguito alle risoluzioni della Dieta) dei 9 dicembre e 8 febbraio. Molte corrispondenze affermano che gli Stati alemanni aderiscono alla domanda dell’Austria.
Il Comitato costituzionale instituito dalle Camere annoverasi, riversando ogni colpa sul Ministero, aveva articolato un indirizzo al re per pregarlo a volere adottare procedimenti atti a porre in salvo la sovranità della Corona e la Costituzione; aveva inoltre pubblicato una lunga lettera al Governo per dichiarare che la Camera non avrebbe proceduto all'esame della proposta di riforma se pria non le fossero comunicati tutti i documenti richiesti, e non si fosse formalmente riconosciuta la competenza della rappresentanza nazionale, rimanendo cosi sottratto quest’affare alla partecipazione della dieta. Le quali proposizioni furono messe all'ordine del giorno per la seduta del 12. Ma un decreto reale del 13 prorogò la Dieta. Il presidente dalla seconda Camera Elhsen chiuse le sessioni con un discorso nel quale protestà contro qualsiasi attentato ai diritti costituzionali solennemente giurati. E i deputati, prevedendo un qualche possibile colpo di Stato si separarono gridando: Viva la Costituzione!
Per decreto imperiale le somme che doveano impiegarsi a solennizzare la festa nazionale del 15 agosto saranno erogate a soccorrere le famiglie dei militari che perirono in Oriente. Sarà indi presentato un progetto di legga per aumentare la pensione accordata alle vedove degli uffiziali e soldati che muoiono in battaglia.
Nei circoli politici di Parigi parlasi molto della scoperta di una congiura legittimista a Bordeaux.
Il general Prim fu chiamato per telegrafo a Madrid; vuolsi che avrà la missione di andare a pacificare definitivamente le turbolenze catalane (Patrie). Ai 12 la regina usci solennemente da Madrid (Corr. Hav.) tornando ad Aranjuez. La infanta donna Giuseppa di Borbone e la sua famiglia giunsero da Madrid a Baiona. A Parigi pervenne la notizia che il governo spagnuolo aveva l'intenzione di fare un colpo di Stato contro le Cortès. Appena l’imperatore Napoleone potè aver sentore di tal progetto spedi subito un dispaccio elettrico per dichiarare ch’ei non solo non vi avrebbe prestato il suo appoggia, ma che anzi il Governo spagnuolo in caso della realizzazione dell’accennata misura non dovesse più contare sull’amicizia, né sulle simpatie della Francia.
Ad onta delle precauzioni prese dal governo, ai 15 si rinnuovarono a Londra i consueti disordini in Belgraye Square e Hyde Parle, ma con carattere meno serio di quello delle precedenti riunioni; la folla tumultuarle obbedi alla voce degli agenti della Polizia.
Lettere da Varsavia assicurano che il principe Paskievitsch giace gravemente ammalato. Provenendo questa sua malattia da vecchiaia, i medici disperano che ai possa recuperare la salute.
Lavorasi pur sempre intorno alle fortificazioni di Cronstadt. Le rive del Baltico sono occupate da nume; rose forze militari. Presso Pietroburgo è formato un ' Campo di 50 mila uomini.
Si ripete che gli alleati abbiano definitivamente risoluto di assalire Odessa; ma l'attacco non avrà per conseguenza che un energico bombardamento, giacché la presa di Odessa, dopo le fortificazioni fattevi di recente, è divenuta pressocché impossibile. Le ultime notizie riferiscono che, da Langeroa all'occidente lungo il porto fino alla montagna di Twewalhowa all’oriente, la città è difesa da 14 batterie, ciascuna di 12 cannoni.
Anche la navigazione alla foce della Sulina è ora estremamente difficile a motivo chele acque vi banno soltanto otto piedi veneziani di profondità.
Il colera imperversa fra i russi di Perekop e di Nikolajeff. Si pensa di scogliere l’accampamento di riserva formato in vicinanza di quest’ultima città, distribuendo le truppe nei vicini distretti.
Una divisione russa, staccatasi dal corpo principale, s’avviò a Sak presso Eupatoria, contro cui sembra ora imminente l’attacco preconizzalo da tanto tempo. Omer pascià ricevette mandatagli dal sultano per mezzo di Ethem pascià una sciabola sommamente preziosa; egli ha detto ad Ethem di esser sicuro di respingere qualunque aggressione che si tentasse dai russi contro le posizioni da lui occupate.
Simferopoli ribocca talmente di abitanti, venuti in parte da altri luoghi, e soprattutto di malati e di feriti che l’atmosfera della città è pregna di esalazioni miasmatiche e nauseanti. Il generale Wraugel, che fu governatore di Kerci, trovasi a Simferopoli gravemente infermo.
Siamo assicurati che il governo russo, onde prevenire gl’incommodi della penuria di acqua in Crimea, fece spurgare i pozzi che si trovavano nel paese e scavarne moltissimi nuovi. Il Salgir, ch'è il più considerevole fiume della Tauride, è già per gli eccessivi calori divenuto un piccolo riscelto.
A un'ora circa del mattino del 5 una sortita russa di tre o quattro battaglioni si sforzò per occupare un’imboscata, che hanno gli alleati sullo spalto della torr di Malakoff. Ricevuti i russi da vicino con una forte scarica di moschetteria e col fuoco delle batterie 15 e 16 si ritirarono portando con esso loro assai morti e feriti. Il combattimento fu vivissimo e la grande onore al generale Ulrich che comandava la trinciera al luogotenente colonnello dell’80mo reggimento. La perdita degli alleati consiste in 9 morti e 11 feriti, fra i quali è Catel capitano degli zuavi della guardia.
(Disp. tel.) In data del 16 a sera scrive Pelissier che i russi indarno procurarono per parecchi giorni di fermare i lavori d’approccio degli alleati alla torre di Malakoff. Nella notte poi del 15 al 16 i russi fecero tentativi per fare indietreggiare gli alleati, ma furono respinti dalla prima divisione. Tre volte i russi si lanciarono prorompendo nelle loro grida abituali, e tre volte dovettero retrocedere innanzi al fuoco degli alleati, lasciando assai morti sul terreno.
Gli ufficiali russi caduti. prigionieri dei francesi furono invitati a pranzo da Pelissier, che propose loro un brindisi alla salute dei bravi d'ogni arma e d'ogni paese. I russi non restarono indietro nel riscambiare questi atti di cortesia.
Notizie della Crimea recano che il pane ora distribuito ai soldati piemontesi è molto migliore di quello che davasi loro da principio ed era decisamente malsano. I soldati però si lagnano assai del vino che al primo assaggio sentesi essere artefatto; sebbene a Costantinopoli trovisi vino buono e a prezzi discreti. Se ne incolpa il provveditore Decevero, che per ispirito di eccessiva economia sembra non guari curarsi delle querimonie delle milizie sa tal proposito.
«A proposito del dispaccio, il quale annunziò che 50 mila russi spuntarono ad Inkermann minacciando gli assediatori della torre di Malakoff, la Gazzetta del popolo osserva che la notizia appare probabilissima, anzi vera, secondo tutti i ragionamenti, ed aggiunge che l’affare può farsi serio, essendoché i piemontesi per la posizione che occupano, formano la testa della colonna degli alleati contro la colonna del corpo russo.»
«Notizie provenienti da buona fonte (all’Armonia) danno la trista notizia che l'esercito piemontese in Crimea subi una dolorosa sconfitta. L’imperatore di Russia ordinò ai suoi generali di spiare l’occasione per assalire in modo particolare il corpo piemontese e così punire l’ingratitudine del Piemonte verso la Russia. Imperocché si sa che il Piemonte è debitore all’imperatore Alessandro I, se nel congresso di Vienna del 1815 fu tanto favorito, e specialmente se ricevette il Genovesato. Dicesi pertanto che i piemontesi abbiano avute la peggio in uno scontro coi russi.»
La morte del piemontese generale Ansaldi si attribuisce ad una maligna malattia, e ad una cancrena in una coscia.
Il generale Alfonso Lamarmora ebbe un leggiero attacco di colera. Sino al 29 giugno i piemontesi morti di colera in Crimea sommavano a più di 2200.
Una corrispondenza della Crimea reca che gli alleati stanno riorganizzando l’esercito. Il corpo di riserva riceve 5 divisioni che parteciperanno ad una prossima spedizione (Const.), della quale é tuttavia segreto lo scopo.
Il duca di Cambridge tornerà in Crimea per comandarvi la legione straniera al soldo dell'Inghilterra. Si crede che anche lord Mchille, che comanda alcuna truppe in Iscozia, andrà in Crimea per eapitauarvi non divisione. Ragguardevoli rinforzi dai porti d'Irlanda vanno a Balaclava,
Lettere da Orano annunziano che alcune fregate inglesi imbarcarono tre squadroni de' cacciatori d’Affrica per trasportarli in Crimea. A Marsiglia si sollecitano le riparazioni di parecchie grandi fregate a vapore che sono in rada nel porto; serviranno a condurre rinforzi a Balaclava. Ê imminente a Tolone l’imbarco ili altri 16 mila uomini. Il generale francese Letang è richiamato da Vienna a Parigi; è voce che gli sarà dato un comando nell’esercito che assedia Sebastopoli.
Al prossimo assalto, cui si darà una estensione straordinaria, parteciperà pure la flotta, e perciò il navilio a vapore che trovavasi nel Mare di Azoff fu richiamato dinanzi a Sebastopoli, lasciandone quanto é necessario a difendere Jenikalé e ad impedire che nuovi soccorsi di uomini e viveri pervengano all'esercito russo dalla parte di Genitschi.
Anche noi siamo pregati a dire qualcosa intorno all’Australia. Comincieremo pertanto a favellarne riportando, siccome proemio di successivi articoli, una lettera venuta propriamente da quelle parti alla Democrazia di Bellinzona. La lettera è concepita in questi precisi termini: «.... Dopo di essere stati barbaramente trattati lungo il tragitto, fummo contro ogni intelligenza e senza alcun riguardo sbarcati sopra un lido deserto, e cola abbandonati alla Provvidenza. Altro scampo non ci rimase che di recarci alle miniere, dove giunti a stento potemmo dopo alcuni giorni a rizzare poche tende, che ei servono di cucina, di stanza e di ospedale. Un penoso ed indefesso lavoro basta appena a procacciarci un miserabile vitto, ed il solo nostro conforto è la debole speranza di potere un giorno rivedere la nostra patria diletta. Egli è vero che ad alcuni sorride di quando in quando la sorte, ma ciò avviene ad un numero tanto piccolo e cosi per caso fortuito che sarebbe follia il voler trarne una speranza alquanto generale.…» Indi quell'elvetico giornale si congratula colle supreme autorità dei paese, le quali presero e van prendendo savie misure, onde gli svizzeri non sieno più oltre vittima delle bugiarde sollecitazioni e lusinghe, che si leggono in vari Manifesti inseriti nei giornali è a fila si alle colonne ad ai muri alla pubblica vista. Nel medesimo senso della Democrazia parlò ancora più volte la Gazzetta uffiziale di Milano.
BORSA DI PARIGI
Sentiamo a dire da una parte che «la Circolare di Buol del 28 giugno agli austriaci agenti. diplomatici presso i governi tedeschi e le comunicazioni fatte dall’Austria alla Dieta germanica dimostrano che il gabinetto cesareo rimane fedele all’alleanza del 2 dicembre, ed accetta gli obblighi che impone quel trattato;, perciò continua ad occupare i Principati del Danubio, e difendere, all’uopo, il territorio ottomano da qualunque assalto della Russia (Gazz. di Mil.).» Sentiamo a dire dall'altra parte che «la Russia, maneggiandosi con la più destra astuzia diplomatica, seppe. uscire con vantaggio da tutte le trattative sulla quistione d’Oriente, imperocché, usufruttando tutti gli errori e tutte le passioni cosi dei suoi avversarii, come dei suoi amici e dei neutrali, essa, dopo aver seminato la discordia tra le Potenze alemanne, e quindi impedito che la Confederazione partecipasse alla guerra, ora dalle Conferenze di Vienna usci con la non lieve vittoria di aver deciso l’Austria a non parteggiare per gli occidentali. (Arm.).»
Cosi parlasi dell’attitudine dell’Austria. V’ha chi dice ch’ella tiensi ferma all'alleanza con la Francia e l’Inghilterra; v’ha chi assicura ch’ella siasi messa dal lato della Russia. A quale di queste due diametralmente contrarie proposizioni avrassi ad aggiustar credenza? Il fatto è di supremo interesse perché altri si formi un criterio, se non totalmente, almeno un cotal po’ logico sul future svolgimento delle cose non meno continentali che isolane. Laonde noi, studiosi ricercatori della verità istorica che ripudia qualsiasi passion di partito, a discoprire alcun che di positivo nell’arduo proposito, formuliamo una domanda, in cui tutta la quistione si riassume: «Qual è lo scopo del trattato del 2 dicembre?». E tutti a questa interpellanza rispondono essere l’impegno dell’Austria di difendere il territorio ottomano. in Europa da qualunque assalto della Russia. Ora è egli vero che l’Austria mantengasi in questo impegno? Se può stabilirsi che si è dimostro che l’Austria sta con la Francia e l’Inghilterra; se invece si stabilisce che nò, è forza conchiudere che l’Austria stia con la Russia.
Noi siamo seguaci della massima che la diplomazia conosca assai meglio del giornalismo Io stato degli affari, e appoggiandoci su questa massima diciamo che fino a tanto che i gabinetti di Costantinopoli, di Parigi e di Londra eran persuasi dell’impegno dell’Austria di. difendere da qualunque assalto della Russia il territorio ottomano in Europa, le forze turche ed occidentali si riversavano in Crimea perché alla custodia del Danubio erano più che sufficienti le forze austriache. Ma oggi onde che, mentre i turchi e gli occidentali han tanto bisogno di rinforzi per la campagna della Tauride, il Divano di Costantinopoli spedisce a grandi giornate le sue truppe nella Dobrudsca, e Pelissier scrive che si mandino almeno 40 mila francesi a Varna? E perché riunire tante milizie in Bulgaria, se le armi austriache difenderanno da qualunque assalto della Russia il territorio ottomano? Vorrà forse credersi che i turchi e gli occidentali si dispongano ad entrare in Bessarabia? Si è già provato, sempre in via di deduzione, che una guerra degli alleati in Bessarabia nello stato attuale degli eserciti belligeranti non può essere che una poetica immaginazione. La conseguenza pertanto che emana dal fatto che gli alleati ora ingrossano a riparo sul Danubio e presso i Balkani, è che i gabinetti di Costantinopoli; di Parigi, e di Londra non hanno più la sicurezza che l’Austria opporrassi ad un avanzamento dei russi nel paese bulgarico; indi, secondo tutte le apparenze, é vero che «la Russia dalle Conferenze di Vienna usci con la non. lieve vittoria di aver deciso l’Austria a non parteggiare per gli occidentali.».
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«La disciplina, il coraggio e il valore degli occidentali (cosi la Gazzetta di Milano), persuadono coronato dalla vittoria il cimento. Ma non é punto a dissimularsi la gravita del pericolo e a qual prezzo di sangue sia esso espugnabile. Uno sguardo alla pianta di Sebastopoli, ed ai posti che tengono gli alleati di front al nimico in presidio e al nimico schierato all’aperto, rammenta il periculosae plenum oput aleae d’Orazio. A terribile ampiezza si estende l’esercito russo ne! campo. Da settentrione a mattina e da levante «scirocco egli domina per tre buoni quinti Io spazio che avvolge dalla parte di terra il baluardo assediato. I piemontesi ed i turchi osteggiano a mezzodì; i francesi di qua si allargano fino a ponente. Le squadre inglesi tramezzano gli avversarii muniti e gli esterni per guisa che banno esse apparenza di assediate più presto che di assedianti. La distribuzione degli alloggiamenti, veduta cosi a colpo d’occhio, arguisce pertanto a qual rischio sarebbero esposti principalmente gl’inglesi nei caso, che Dio voglia disperdere, d’un nuovo assalto fallito. Queste non sono che congetture appoggiate alla carta. Da un giorno all’altro il telegrafo mostrerà quanto ci dilungassimo dalle induzioni probabili di un avvenire, il quale potrebbe a quest’ora esser anche presente.»
Cosi ha deciso la Gazzetta con uno sguardo alla pianta di Sebastopoli, con un colpo d'occhio, e in virtù di congetture appoggiate alla carta! Infingendo pietose tenerezze per gli occidentali, astutam rapido servat sub pectore vulpem, secondo la frase di Persio, perché altri indi non abbiala in sospetto allorché voglia magnificare le prodezze moscovite. Ed eccola subitamente, con un successivo articolo «a continuare la dolente cronaca delle armi alleate in Crimea. Gli ultimi dispacci pubblicati in Francia (son parole della compassionevole Gazzetta) narrano due assalti tentati dai russi contro le opere dei francesi. Quantunque ambe le volte respinti, pure il fatto è grave per sé e fecondo di conghietture. Dopo lu battaglia del 18 giugno, aveva il generale Gorciakoff annunciato alle sue schiere prossimo il di che il quadruplice esercito sarebbe discaccialo dal suolo taurico. Forse oggidì si credono i russi forti abbastanza da prender l'offensiva? Del resto le fazioni del 14 e del 16 luglio, a quel che accennano i dispacci stessi di Pelissier, non possono considerarsi che semplici avvisaglie; pel poco numero di battaglioni avversarii che vi parteciparono. A due fini mirano i russi; stornare i francesi dai lavori d’approccio contro le posizioni di Malakoff; e, più probabilmente, distrarre la loro attenzione mentre concentrasi in campo aperto un esercito formidabile, destinato a sorprenderli fra due fuochi, e tentare, con qualche speranza di successo, il compimento delle promesse di Gorciakoff. Gli stessi giornali di Francia segnano l’addensarsi del nembo in Crimea. La Gazzetta d'Augusta poi, e, con più circostanze, la Gazzetta nazionale di Berlino, parlano dell’invio di truppe che la la Russia in Crimea, in proporzioni che non mai per lo addietro. Ora è fuor di dubbio che non possano le mura di Sebastopoli, per quanto amplissime, accogliere tanta milizia; e le forze degli assediati, aumentate cosi, gfindurraiiDO ad abbandonare i consigli di prudenza, che finora dominarono esclusivi le loro operazioni, e quanto più tarde e misurate, altrettanto gagliarde potrebbero essere le loro offensive.»
Per tal modo la Gazzetta di Milano non solo preconizza le imminenti vittorie dei russi, ma eziandio vuole che tornino a lande loro pur le sconfitte patite sull’Alma e ad Likermann, perché occasionale dai consigli della prudenza! Consigli che dora in poi si abbandoneranno per discacciare gli alleati dalla Crimea a guisa di polvere sperduta dal vento, secondo le promesse di Gorciakoff. Forse non mancherà chi giudichi esser questo un ragionare a sghimbescio, imperocché saepe acri potior prudentia dextra. Intanto la Gazzetta di Venezia osserva che «in una guerra offensiva la Russia non si dimostrerebbe cosi terribile, come quasi generalmente credevasi alcuni anni la (e come oggi crede la Gazzetta di Milano). Gli sforzi infruttuosi di essa contro Calafat, Ottenizza, Silistria e all’Alma e presso Inkermann, fecero di bel nuovo sparire la fede che aveasi nella superiorità delle armi russe.»
La Gazzetta di Milano adunque spera molto nelle gagliarde offensive dei russi; la Gazzetta di Venezia non ha in esse alcuna fiducia. Or come queste avversantisi deduzioni? La Gazzetta di Milano la i sillogismi del colpo d’occhio e delle congetture appoggiate alla carta; la Gazzetta di Venezia tiensi stretta alla logica dei fatti. Noi calcheremo la via di mezzo. A parer nostro, esagerò la prima coi tremendi pericoli che agglomerò sul capo degli alleati; esagerò la seconda mettendo per principio la perpetua impotenza dei russi nelle azioni offensive,
Pendet adhuc belli fortuna, diuque
Inter utrumque volat dubiis Victoria pennis.
E in tale stato di cose; non sarebbe egli stolta arroganza pronunziare un riciso giudizio in favore sia' dell’una sia dell’altra parte?
Il Corriere Italiano è d’avviso che «i progressi di Murawieff nell’Asia minore sono di grave pregiuditio alla guerra della Crimea, giacché costringerebbero gli alleati a sospendere l’invio di rinforzi in quest’ultimo punto per mandarli verso Erzerum allo scopo di arrestare la marcia vittoriosa dei moscoviti.» Manco male che anche il Corriere comincia ad accorgersi dei pericoli, che noi da qualche tempo andiamo accennando. Si vuol dunque che si spediscano rinforzi a Williams; ma che sieno sufficienti ad arrestare la marcia di Murawieff, che, ove ne abbia bisogno, può in pochi giorni mettersi alla testa di 150 mila uomini almeno, riunendo l’esercito dell’Asia e quello del Caucaso. Né basta che sieno sufficienti; egli è d’uopo che arrivino a tempo, vale a dire, pria che Murawieff prende le posizioni che gli occorrono.
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Un dispaccio elettrico del 17 (al Corr. Merc.) annunzia che il Governo napolitano permette la estrazione delle paste e del biscotto.
PARMA
l'esantema, da cui è affetto Roberto I duca di Parma, ai 19 toccava il massimo suo grado; la mattina del 29 cominciò a decrescere unitamente alla febbre ed ai sintomi concomitanti. Ai 21 il miglioramento aumentava.
TOSCANA
Sono aperte anche per la corrispondenza dei privati le linee. telegrafiche fra la Russia e la Toscana.
Un regio decreto del 18 accorda la naturalizzazione sarda a Terenzio Mamiani.
Nel regno Lombardo-veneto sono riconvocate le Congregazioni neutrali.
Nuovi arresti per cause politiche a Nantes e a Bordeaux. Parecchi degli incarcerati furono rimessi a libertà.
Le notizie del raccolto del grano in Frauda sono generalmente buone. Anche l'aspetto delle vigne la presagir bene.
Nel penultimo assembramento popolare in Hyde Park furono fracassate 749 finestre. Gli agenti di polizia si credono incapaci di reprimere in avvenire simili moti, che vanno tuttodì discjplinandosi ed estendendosi per tutta Londra. Molte brigate di policemen han già rifiutato di marciare contro il popolo. Quindi il governo è nel più scrio imbarazzo (Gazz. di Mil). Le notizie d’Inghilterra divengono ogni di più gravi. Le disposizioni della nazione sono inquietanti assai e l’agitazione gittò profonde radici nelle masse. L’Inghilterra sta forse alla vigilia d’una crisi sociale. Il ministero ha perduto ogni considerazione; esso non vive più, ma vegeta (Gazz. d'Aug.). Si conferma che la regina partirà per Parigi ai 17 agosto, e con esso lei andranno il marito, i figli e un seguito di sole quattro persone.
Tre figli della regina Vittoria hanno la scarlattina, ma il loro stato non da luogo ad alcun timore.
Ê seriamente malata la vedova di lord Raglan, verso la quale proseguono le dimostrazioni di affettuosa deferenza cosi da. parte della Corte, come da parte dell’aristocrazia e del popolo inglese.
Ê morto in Inghilterra nella età di 84 anni il dottor Arcibaldo Arnold, che curò l'imperatore Napoleone I negli ultimi momenti della costui vita all’isola di Sant’Elena.
La garanzia inglese per l'imprestito turco fu vivamente combattuta dalla opposizione. L’imprestito venne considerato come un sussidio che non sarà mai rimborsato e che alla fine potrebbe dar luogo a dissapori tra la Francia e l’Inghilterra. Palmerston parte a favore dell’imprestito. La garanzia fu indi adottata il 21 con tre voci soltanto di maggioranza ministeriale sopra 267 votanti.
(Disp. tel.) Messa il 20 a voti la famosa mozione di Roebuk, ebbe 182 voti favorevoli e 289 contrarii.
Il generale O’Donnell accettà il grado di comandante del terzo battaglione della guardia nazionale di Madrid.
Fra gli arresti operati a Madrid citasi quello di pu agente carliste giuntovi con diplomi per diverse persone, che furono incarcerate (Const.). La legge sul prestito, forzato dovea pubblicarsi il 18. Il general Prim arrivò a Madrid. Ancora non cessa la voce che O’Donnell pensi a impadronirsi della dittatura. Per le precauzioni prese da O’Donnell fu impedito un movimento degli operai di Madrid, alcuni dei quali vennero arrestati. Sono calcolati a 12 mila coloro che emigrarono da Barcellona per le ultime avvenutevi turbolenze.
Nell’Aragona fermenta il desiderio di formare di quella provincia un regno separato da Madrid e dal resto della Spagna. Corse voce che voleva offerirsi ad Espartero la corona aragonese.
Sono imminenti in Polonia grandi riforme. La Commissione inquisitoriale di Varsavia pei delitti politici è disciolta; le sue attribuzioni passano ai tribunali ordinarii; la lingua polacca torna a prender posto nella amministrazione.
Durante la fiera di Novogoròd accadde quivi un vasto incendio. Il valore delle merci consumate dal fuoco si calcola a 3 milioni di rubli. Il ristagno commerciale in Russia. produsse lo scioglimento. di.. molte società di commercio a Pietroburgo. e a Mosca.
Dicesi a Costantinopoli che Benedetti agente di Francia in quel paese farà un viaggio in Crimea.
Vennero tracciali i confini del terreno stabilito pel nuovo cimitero dei cattolici in Costantinopoli.
Si ha da Beirut che i. coscritti continuano a provocare disordini. In Aleppo grandi timori. Il governa tore di Gerusalemme con circa 4000 uomini di truppe regolari e 200 baschi-bozuk e 4 cannoni si mise in marcia per Mettusa minacciata dai Beduini.
Il ministro francese della guerra spedi a Pietroburgo 50 mila franchi per supplire ai bisogni dei prigionieri francesi che sono in Russia. La detta somma fu inviata all’ambasciatore di Baviera presso la Corte di Pietroburgo, il quale è il rappresentante officioso degli interessi francesi.
Relazioni pervenute al governo inglese annunziano che a Nystadt furono distrutte 89 navi russe e 20 mila tonnellate. Il bombardamento di Nystadt fu soltanto contro i forti e i magazzini del governo; la città fu rispettata, ma una parte di essa accidentalmente andò in fiamme durante la notte..
Non si é per anco ricevuta la conferma che le squadre alleate abbiano attaccato e incendiato il forte di Gustavfern nel Baltico; si ha però quasi positiva notizia che le squadre medesime si disponevano a bombardare le città di Carleb e di Ulyeaborg sulla spiaggia finlandica.
Dal nuovo ordine di battaglia delle truppe russe risulta che delle divisioni di fanteria la I trovasi in Polonia, la II in Curlandia, la III in Polonia, la IV e la V in marcia verso la Crimea, la VI nella Crimea, la VII pure in. marcia per questa provincia, l’VIII, la IX, la X, la XI e la XII pure nella Crimea, la XIII nell’Asia, la XIV anche nella Crimea, la XV in Bessarabia, la XVI e la XVII nella Crimea, la XVIII nell’Asia; le divisioni XIX, XX e XXI che non appartengono più all’armata attiva stanno pure in Asia e formano il corpo speciale del Caucaso. A queste divisioni di fanteria è addetta la necessaria artiglieria e cavalleria. Fra il teatro della guerra del Nord e del Sud è collocalo il corpo della guardia il quale occupa uno spazio estesissimo e mantiene una posizione quasi del tutto passiva. Del corpo dei granatieri la I divisione stà in Finlandia, la II e la III sono in marcia per la Crimea. Le riserve del corpo dei granatieri e del corpo della guardia, non che le riserve dell’armata attiva e le milizie stanno presso Pietroburgo e nelle provincie del Baltico ed è positivo che nella Finlandia v’hanno 50 mila uomini, presso Pietroburgo 50 mila e nelle provincie del Baltico 80 mila uomini di truppa regolare.
Tutti i carteggi della Polonia e di Pietroburgo parlano sempre di nuovi rinforzi che marciano verso la Crimea. Una di queste corrispondenze assicura che un corpo di altri 70 mila combattenti parti dalle provincie polacche onde partecipare alla guerra d’Oriente!
Si concentrarono nelle vicinanze di Odessa anche le truppe comandate dal generale Bagoyut.
Le truppe ottomane nella Bulgaria sono rafforzate dalle truppe francesi che il giorno 11 s’imbarcarono a Marsiglia ed ebbero ordine di prender terra. a Varna. Ismail pascià ha il suo quartier generale presso Silistria. Kel-Hassan pascià mosse verso Matschin, Hassan pascià verso Hirsova. Tutto induce a credere che le sponde del Danubio saranno di nuovo il teatro di grandi avvenimenti di guerra.
Trattasi di formare a Scutari una numerosa riserva di cavalleria degli alleati, onde aver pronta una forza imponente di quell’arma nella probabile campagna sul Danubio. Allo stesso scopo sarà stabilito a Varna un corpo d’artiglieria.
La squadra francese del Mar Nero si compone di 64 bastimenti da guerra, 51 de' quali a vapore.
I russi adottarono un modo molto ingegnoso onde porre al sicuro le loro navi nel porto di Sebastopoli dal fuoco delle artiglierie nimiche. Essi ne tolsero gli alberi; le unirono a due a due, e le coprirono di tegole, spargendovi sopra alcuni piedi di terra compressa.
Ai 7 luglio moriva il colonnello francese Malher che fu ferito nell’assalto di Malakoff del 18 giugno.
È confermata la morte dell’ammiraglio Nachimoff. Si afferma por che la ferita riportata dal general Totleben ai 18 giugno ê assai pericolosa; sono noti i costui meriti per la difesa di Sebastopoli.
Gl’inglesi radunano molte vettovaglie a Sinope, dov’erano pure 5000 cavalli destinati per la Crimea.
(Disp. tel.) Sbarcarono a Balaclava i due reggimenti di cacciatori d’Affrica che vi si aspettavan dalla Algeria.
Si assicura che, in seguito ad una lettera scritta dal generale Alfonso Lamarmora al suo Governo, ora.
In Piemonte si lavora attivamente onde preparare i vestiti d’inverno per le truppe della spedizione in Crimea.
Le condizioni alimentarie dell'esercito piemontese migliorano immensamente. Scrivesi dalla Crimea che ora si distribuisce ai militi un pane di cosi bella qualità e cosi ben cotto ch'è migliore di quelle che suol darsi alle guernigioni del Piemonte; assai spesso han no una razione di 25 centilitri di un vino che starebbe bene suite migliori tavole di Torino e K Genova; banno came fresca ogni giorno; la mattina una buona tazza di caffè; ma generalmente non vi è troppo appetito e si digerisce stento; si dorme poco, e i sonni son sempre agitati.
Canrobert fece il progetto di marciare con una parte dell’esercito contro lo posizioni rosse al Belbeck. In questo caso due divisioni francesi si dovrebbero inviare ad Eupatoria per aprire di la le operazioni con temporaneamente a quelle sulla Cernaia.
Si vanno ultimando assai bene i lavori di fortificazione a Kamiesch.
Gli alleati stabilirono innanzi alla torre di Malakoff una vasta piazza d’armi capace di contenere 4000 uomini.
(Disp. tel. di Pelissier) Nella notte del 17 al 18 i russi fecero una piccola sortita contro le opere d’attacco d’Inkermann e furono respinti.
(Disp. tel. di Simpson del 18) I russi fecero una sortita contro le batterie inglesi della sinistra; e furono vigorosamente respinti; gl'inglesi non ebbero che tre morti.
(Disp. tel. di Pelissier) Ai 19 niun fatto particolare; il colera diminuiva.
(Disp. tel.) Verso le ore 10 pomeridiane del 19 i russi tentarono una nuova sortita contro le batterie del Carenaggio, ma furono vigorosamente respinti.
(Disp. tel.) Lamarmora in data del 19 avvisa che lo stato sanitario dell’armata piemontese andava sempre migliorando. Al colera, quasi scomparso, subentrarono le febbri ma con poche morti. Nessuna notizia di operazioni militari. Anche in un dispaccio del 20 non si parla di cose guerresche,
La cavalleria degli alleati abbandonò i bei prati che sono alla destra sponda della Cernaia, perché veniva troppo molestata dai bersaglieri russi.
Notizie officiali fino al 17 giugno recano che il generale Kowalewsky, che comanda l’avanguardia dell'esercito russo dell'Asia, trovavasi in marcia contro Erzerum. Bebutoff, che doveva proteggere alle spalle le truppe di Murawieff, era giunto al quartier generale di Etschmiaosin ad occidente di Erivan. Murawieff, in tutti i luoghi da lui occupati, riceveva il giuramento di sommissione delle popolazioni cristiane.
(Disp. tel. Costantinopoli 9) Kars é chiusa da 30,000 russi comandati da Murawieff; corpi di scorreria mandati da lui si avanzarono fino alla distanza di 20 ore da Erzerum e si avviavano alla volta di Hassankalè. La guernigione di Erzerum era di 2000 uomini soltanto. Il pascià di Trebisonda mise in lebertà quasi tutti i delinquenti per incorporarli all’armata ottomana. Partirono da Costantinopoli mille uomini di rinforzi. Williams scrisse sperare di opporre una lunga e valida resistenza.
Mustafà pascià si apparecchiava nell'Asia minore a marciare con 15 mila uomini verso l’alta Armenia per promuovere una diversione a favore di Kas che era assediata dai russi.
A Costantinopoli il serraschierato ordinò una nuova leva di milizia nazionale destinata a rafforzare l’esercito dell’Asia. vuolsi che queste truppe daranno il complessivo numero. di 100 mila uomini!
(Disp. tel.) Una gran parte della Reggenza di Tunisi si è ribellata. Un bastimento francese giunto a Malta il 18 domanda soccorso di truppe pel bey.
La città di Rayon Sara nella Luigiana fu quasi interamente distrutta dal fuoco.
Luglio |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
20 |
66. 95 66. 70 |
92. 50. 92 75 |
21 |
66. 80 66. 85 |
92. 50. 92. 75 |
Si è finalmente scoperto che la massima parte degli oggetti di spedizione per le truppe piemontesi andate in Crimea era rimasta per dimenticanza in Genova. Cosi la Voce del Progresso commerciale. Indi oggi si sa il motivo della calamitosa penuria patita nella Tauride dall’esercito subalpino.
Exposé historique de sa séparation et de sa réunion avec celle de Rome. Accord perpétuel de ces deux Églises dans les dogmes de la Foi. La continuation de leur union. L’apostasie du Clergé de Constantinople de l'Église de Rome, sa violation des institutions de l’Église Orientale, et ses vexations contre les chrétiens de ce rite. Seuls moyens praticables pour rétablir l'ordre dans l'Église Orientale, et arriver par la à l’union générale et à la restauration sociale des tous les chrétiens.
Par
Jaques
g. pitzipios
Fondateur
de la Société
Chrétienne
Orientale.
Rome, Imprimere de la Propagande, 1855.
L’Opera dell'illustre Pitzipios sulla Chiesa Orientale è di grandissimo interesse, specialmente nelle attuali differenze dell’Europa, nelle quali per avventura s’includono gli elementi destinati, nel progressive loro sviluppo, a riunire la Chiesa Orientale alla Occidentale.
Noi, riserbandoci a tenerne proposito in alcuni successivi articoli che ne dimostreranno la vitale importanza; per ora ci limitiamo ad annunziarne la pubblicazione fatta co' tipi di Propagande Fide in tre volumi. L’utile che ritraesi dalla vendita di questa Opera insigne per tanti rapporti, è devoluto a sussidiare la grande impresa della Società Cristiana Orientale, di cui esso Pitzipios è il benemerito fondatore.
Vendesi l'Opera nella Libreria poliglotta di Propaganda.
Cassel è stato pubblicato di recente un opuscolo intitolato la Cecità sanabile, secondo il manuscritto d’un cieco che recuperò la vista, mediante il geranio Storchschnabel di Barth (geranium robertianum). Il rimedio è semplicissimo e consiste, a detta dell’autore, nel fare do mazzetti di quest'erba e lasciarla applicata alla collottola, finché sia disseccata e sostituirne poi subito di fresca. Un semplicista delle montagne del Rodano l’avea consigliata al cieco, assicurandolo che già molti in quelle montagne aveano per tal mezzo riacquistata la vista. Il cieco, dietro il quale si erano inutilmente occupati due celebri oculisti, guari ed offre alla osservazione e all’uso questo rimedio, che vuolsi proficuo ai trovantisi nella tristissima condizione di aver perduto la facoltà visiva.
D.
VENTURINI Direttore
La Direzione e la Tipografia in Via dei Barbieri Num. 21 primo piano. |
Le notizie dei Baltico si limitano par sempre a ricognizioni fatte dai navigli alleati qua e colà, e a bombardamenti ora di uno ora di altro punto della Costa finlandica, allo scopo soltanto di danneggiarvi gli stabilimenti che vi edificarono gli czari per lo benessere commerciale del paese. Bel resto, i luoghi di guerresche fortificazioni ancora si rimangono incolumi. Recentissimi dispacci recano che la Botta occidentale era tornata innanzi a Cronstadt.
Dalla Crimea egualmente nulla di grave importanza, tranne le pressoché quotidiane sortite dei russi, le quali vogliosi interpretare siccome molestie coordinate a paralizzare le opere degli alleati, che si occupano di continuo ai lavori di approccio dalla parte della Karabeloaia particolarmente di faccia alla torre di Malakoff, al grande Rodan e alla riva destra del Carenaggio. I russi sogliono far impeto improvviso, per lo più di notte, su quei differenti lavori, indi si ritirano nei loro trincieramenti; questo retrocedere è significato dalla perpetua frase dei dispacci telegrafici, la quale reca che il ogni sortita i russi sono vigorosamente respinti. Da questi fatti poi risulta che le truppe di Gortschakoff si vanno preparando ad una grande operazione offensiva. Come questa sarà per riuscire, non vogliono conghietturare; ma le antecedenti fazioni nu persuadono a credere che la posizione degli alleati è inespugnabile benché aggredita da un numero di truppe due volte più grande di quello delle milizie che vi sono a difesa. E che ciò sia vero, emerge anco dall'assiduo invio dei rinforzi mandati a Gortciakoff, che coi suoi 300 mila uomini non si tien sicuro a prendere una generale offensiva contro gli alleati, che appena sono complessivamente 150 mila.
La guerra dell'Asia è un rovinio per le truppe ottomane. Si disse che queste da Kars ritirarono ad Erzerum; indi altre notizie, non le volendo partite di Kars, annonziaronle chiuse dall’esercito di Murawieff; il che poggio sarebbe; mercecché la chiusura potrebbe avere più probabilmente per conseguenza una resa, mentre la ritirata potrebbe, con sopravvegnenti rinforzi, dar luogo più probabilmente a gloriosa rivincita. Kars adunque è o presa o chiusa dai russi, i quali si affacciarono fin presso Erzerum a dimostrazione. che vogliono progredire senza lasciare intendere a qual punto gran sosta. Per questo avanzarsi dei russi, grandi paure nel Divano di Costantinopoli, che spedisce rinforzi a Williams e ordina una leva novella per arrestar la marcia vittoriosa dei moscoviti (11)a.
Ma la ulteriore marcia dei russi nell'Anatolia, secondo tutte le apparenze, può paralizzarsi soltanto dai fatto che i russi della Bessarabia sieno impediti a passare il Danubio. Imperocché le mosse dalla parte dell’Asia paiono concertato con le mosse dalla parte della Europa, per impossessarsi simultaneamente del Bosforo dall’uno e dall’altro lato. Se pertanto le mosse moscovite falliscono di quà, non rivedrebbe alcun motivo che persuadesse Murawieff a procedere più innanzi. Ê perciò che una vigorosa e felice resistenza degli alleati sul Danubio terrà, per conseguenza, a bada anche le truppe russe dell’Asia.
La Confederazione germanica conserva per ora il suo esercito sul piede di guerra, onde trovarsi parata a qualunque occorrenza secondo lo sviluppo degli avvenimenti. Così vuolsi adempiuto l’intendimento dell’austriaca politica di espettazione.
Il nuovo imprestito francese per sopperire ai bisogni della guerra fu corrisposto dal nazionale entusiasmo. Il quale vedesi ancora nelle spontanee sottoscrizioni a pro’ dei valorosi che combattono in Oriente, le quali già presentano una somma di due milioni 300 mila franchi.
l'Inghilterra, travagliata da perpetue crisi ministeriali, scossa dalle popolari agitazioni, perseguitala dalle cruciale dei riformatori, da segni di evidente debolezza, si lascia trarre a rimorchio dalla Francia, e la Ma voce divenne poco autorevole nei consigli della diplomazia. La condizione di questo paese può essere subbietto di serie riflessioni allo storico: dalla sua condotta in casa e in campo appare manifesto che il vecchio sistema politico (creato in parte con l’indirizzo inglese, secondo il concetto fondamentale di Pitt) ormai squassato, minaccia di sciogliersi. l'argomento è grave, ed avremo presto occasione di trattarlo con maggiore proposito.
Gli affari della Spagna divengono sempre più difficili. Forse una potente dittatura sarebbe in grado di reprimere per alcun tempo quinci le eruzioni del carlismo, quindi le aspirazioni della democrazia. Ma una forza dittatoriale senza il presidio della forza pecuniaria è una chimera, un disegno inattuabile. E l’erario spagnuolo è in tristissime condizioni, che miglioreranno soltanto dopo luoghi anni di quiete. A Barcellona è sedata, cosi narrasi, la sedizione degli operai; ma la calma del paese, se pur le si può dare questo nome, è un'apparenza. Il certo si è che l'autorità della regina vi è messa in non cale, ed Espartero vi trovano qualche resto di soggezione in quanto ch'egli è creduto simbolo del progresso democratico, che già entrò nei viluppi del socialismo. La regina tornossene ad Aranjuez ma pensa dipartirsi anche di là, perché il colera imperversa in quelle vicinanze.
Si parlò di qualche sintomo di scontentezza in Portogallo; mi o fu vaga voce, o, se pur fuvvi alcuna manifestazione di partito, le cose tornarono subitamente alla loro normalità. I miguelisti lusitani aspettano che prenda maggior coesistenza il movimento dei carlisti spagnuoli; tanto più che il pretendente al trono di Lisbona scrisse loro (cosi siamo informati) che si mantengano tranquilli ma fedeli al principio di lor fede politica, imperocché non è lontano il giorno che i loro voti saranno adempiuti in una riordinazione europea, la quale d’altronde si profetizza senza determinarne le condizioni.
In mezzo alle commozioni politiche si riproduce anche la quistione religiosa, in Ispagna specialmente, in Isvizzera, in Piemonte, non ad altro scopo che spogliare la Chiesa dei beni destinati alla manutenzione del culto divino, a quali conseguenze poi non dpcapp siffatti intendimenti, non è mestieri ripetere.
Intanto recano i giornali elvetici che il ministro austriaco residente a Berna comunicò al Consiglio federale una nota verbale relativa alla legge ticinese appellantesi politico-ecclesiastica. Il governo cesareo richiamasi per la lesione portata alle prerogative dello episcopato e per ora si limita ad inculcare che la Svizzera promuova un concordato col potere competente onde toglier di mezzo ogni collisione.
Il Piemonte adombrasi dello straordinario ingrossar delle truppe austriache in Lombardia e tenta scrutarne la occulta destinazione.
Pare che anche l’Affrica voglia farci parlare di rivolture. Cominciarono gravi turbolenze nella reggenza di Tripoli; erano da prevedersi, e noi, non ha guari, ne accennammo la probabile eruzione. Ma come la sogliono terminare è noto per le istorie. Un cambiamento nella persona del bey è il farmaco tradizionale per guarire le politiche agitazioni.
Su parecchi punti dell’America è un disordinato movimento e più nel Messico, dove il presidente Santanna sembra correre estremi pericoli. Anche la un nuovo presidente può per qualche mese acchetare le nazionali tempeste.
Leggiamo sull’Armonia un articolo e quasi dubitiamo di lo vi aver Jetto. Tanto esso ci pare in dissonanza con la opinione vulgatasi intorno a quel giornale, che finora tennesi propugnatore della causa moscovita!
Oggi e’ se n’esce a dire che «cattolici non possono parteggiare per la Russia. Considerando la quistione dal lato politico, l'Armonia concede che sono scusabili coloro che pendono dalla Russia. Aggiunge però che non si può senza calunnia attribuire ai cattolici simpatia per la Russia è un desiderio qualunque che il russo trionfi; eccettocché taluni dei cattolici, lasciandosi adescare dalle forme diplomatiche dell'astuzia russa, non veggano o dimentichino quale è il vero scopo del russo nella pre sente guerra.» Indi invocando l'autorità del conte Avogadro della Motta nel Saggio intorno al Socialismo, e la testimonianza del famoso pubblicista e diplomatico Giuseppe, de Maistre, conchiude che la Russia batte la grande via della distruzione del cattolicismo! Accumula inoltre esempli antichi e recenti per dimostrare che questo è lo scopo della Russia nello straordinario movimento guerresco che oggi si sviluppa in spaventose proporzioni. Noi temendo errare non ripudiamo, e temendo calunniare non accettiamo i pareri dell'Armonia. Con la consueta nostra Neutralità riportammo in succinto un’idea giornalistica.
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Un corrispondente alemanno scrive da Francoforte al Journal des Débats non esser punto vera la notizia dell’accordo fra la Prussia e l’Austria sulla gran quistione che di presente agita l'Europa o almeno si agita in Europa. Noi nulla diremo contro questa rivelazione. Ma, sussistendo l’alleanza fra la Russia e la Prussia, o sussistendo che la Russie sia riuscita a far decidere l'Austria a non parteggiare per gli occidentali, a che si risolverebbero le dispute se sussista o no l’accordo austro-prussiano?
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Il Novellista d'Amburgo si la scrivere dalle sponde della Neva che il numero dei malati feriti russi in Crimea è straordinario per modo che a Simferopoli, a Sebastopoli, e a Nikolajeff mancano perfino i locali onde riceverli ed oltre a ciò non vi sono med(i)ci che li curino. Quando si contano simili fiabe, che farebbero supporre deficienza di mezzi e di provvedimenti di una grande Potenza quale si è la Russie, bisogna dire è che il Novellista calcoli un po troppo sulla credulità dei suoi lettori, o ch’egli manchi delle più elementari cognizioni sull'andamento dei Governi.
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Alcune corrispondenze giornalistiche ora cominciano di proposito a parlare a sproposito di un territoriale rimpasto europeo. Secondo una di esse l'Austria cederebbe al Piemonte alcuni dei suoi possedimenti al settentrione d'Italia; le Potenze occidentali lascerebbero all'Austria i Principati danubiani e renderebbero alla Turchia la Crimea a titolo di compenso. E un’altra più esplicitamente ci la sapere che l’Austria avrà le provincie danubiane, il Piemonte i ducati di Parma, di Piacenza e di Modena, e i principi di questi ducati avranno compensi in Lombardia; quanto alla Turchia, le sarà data sempre la Crimea appena ne verranno discacciati i russi. Il bello poi si è che la Francia e l’Inghilterra, che farebbero queste ripartizioni, non prenderebbero nulla per sé, o almeno non dicesi quel che dovrebbero prendere. Sono pertanto cosi strane queste idee che anche il Corriere Italiano dichiara di ritenerle siccome utopie di visionarii.
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Per ordine di Elena sindaco della città di Genova si è cominciato a dar l’assalto ai monasteri. Alla chiesa del monastero di Sant’Ignazio si teneva la esposizione del SS. SAGRAMENTO per le 10 ore, quando s’intese il rimbombo dei martelli che atterravano le porte del monastero medesimo; fu un pianto, un urlo generale dei fedeli che stavano ad adorare il VENERABILE; molti fuggirono spaventati più ancora che non si fuggirebbe dagli assassini (Cattol.). Dicesi (Movim.) che i consiglieri municipali si sieno rifiutati di esser presenti, come vorrebbe la legge, alle visite dei monasteri e che il sindaco faccia per tutti.
Si assicura che la rappresentanza municipale di Torino ha chiesto al ministro di grazia e giustizia che al più presto possibile le sieno restituiti il consente della Rocca con le sacre suppellettili della chiesa conventuale, non che quello della Madonna di Campagne e l'Ospizio dei Cappuccini situato nella via del Gallo.
A Nizza il 22 luglio leggevasi sulla porta di un magazzino nella contrada Paradiso il seguente cartello: «Mobili da vendere per pagare le imposte.»
Gli alunni dei due principali convitti del Piemonte, quello cioè di Torino e quello di Genova, si dispongono a fare una peregrinazione nella Svizzera. Il drappello del primo prenderà la strada del Sempione onde tornare per la Savoia; quello del secondo terrà la via della Savoia e farà ritorno per la vallata d’Aosta.
Il ministro di guerra del re di Olanda parti alla volta della Germania.
Il governo prussiano preparasi ad erigere nell’arsenale del castello di Brealavia grandi officine per cambiare le armi del corpo di fanteria della Slesia in quelle fatte secondo il sistema miniè. Grzybovrski inspettore delle armi sopravvegghierà la condotta dello intero stabilimento ed ogni mese consegnerà 1200 fucili cambiati.
La seconda Camera di Dresda nella sua seduta del 9 accordò al ministero della guerra un credito di 400 mila talleri par la competa di cereali ad uso dell’armata.
A Dresda si tennero parecchie conferenze di superiori impiegati di Polizia. V’intervennero i deputati dell’Austria, della Prussia, dell’Annover e della Sassonia. Le loro discussioni versarono sulla uniformità da darsi alle misure della Polizia nella Confederazione alemanna.
Il 13 luglio, immediatamente dopo la chiusura della sessione degli Stati dell’Annover, si adunarono all’Odeon circa 70 deputati del partito di Stuve e della sinistra per discutere intorno ad un indirizzo da presentarsi al re. Stuve, eletto presidente per acclamazione, propose che «ogni deputato avesse agitate il suo circolo in modo da destare il paese; e allora giungerebbe per essi deputati il tempo di operare. La sinistra respinse cosi(Talia proposizione; e, fattosi a sera un altro congresso, vi fu deciso: Ogni deputato si obbliga di convocare i suoi elettori, d’informarli dell'andamento degli affari dopo la riunione degli Stati e di dar loro degli esemplari della proposta preliminare del comitato costituente degli Stati medesimi; i deputati debbono adoperarsi onde sieno presentali al re indirizzi per la dimissione dei ministri; i deputati della sinistra si aduneranno ad Osnabruk in occasione de|la apertura della strada ferrata.». Non si sa quali provvedimenti sarà per adottare il governo allo scopo di allontanare turbolenze dal paese; ma negli alti circoli si ritien per fermo che a porre un fine all’incerto stato delle cose non siavi pel Governo altro mezzo che quello di agire indipendentemente, cioè di liberarsi dalle pastoie costituzionali.
Due nuovi campi si stanno formando, uno nel dipartimento dello Cher, l'altro presso Marsiglia. Inoltre concentrasi su Strasburgo l’esercito della parte orientale.
Il generale austriaco Crenneville, pria di lasciar Parigi, fu nominato grande ufficiale della legione di onore.
Il magistrato di Douvres fece arrestare un agente russo accusato di pratiche onde persuadere alla diserzione gli svizzeri della legione straniera in servizio dell’Inghilterra.
Sono articolati 44 capi di accusa contro il conte di San Luis la cui presidenza del Consiglio dei Ministri cessò mediante la rivoluzione dell’anno scorso. Tutti i forestieri sospetti furono espulsi da Barcellona. La sera del 19 Gonzalez nuovo ministro di Spagna a Londra parti per l’Inghilterra.
(Disp. tel. da Vienna) Notizie di Varsavia presentano imminenti parecchie riforme amministrative favorevoli alla Polonia.
(Disp. tel. da Varsavia 22) Il principe Pasckievriteh desidera il suo ritiro, durante lo stato di assedio (Un precedente dispaccio recava che Pasckiewiteh era gravemente infermo). In Polonia i detenuti politici sono giudicati da giurisdizioni militari (Un altro dispaccio disse che le Commissione militari erano disciolte. Quando sarà dato avere una notizia esatta).
(Disp. tel.) La vertenza per l’istmo di Suez fu terminata in favore della Francia.
Verso la metà di questo mese la flotta alleata disponendosi ad allontanarsi da Cronstadt preparavasi ad una grande spedizione contro Revel.
(Disp. tel.) Ai 23 due navigli inglesi erano tuttavia in ricognizione nello vicinanze di Abo.
Nel cuor dell'Impero russo si organizza un grande esercito centrale, con le riserve, coi battaglioni di riscossa e con parte della milizia imperiale chiamata sotto le insegne. Il generale Czeodajew è l’organizzatore supremo. Questa armata centrale costituirà una grande riserva di tutti gli eserciti attivi.
Il musciro Ismael pubblicò l'11 luglio un ordine del giorno all’armate turca del Danubio per annunziarle essere vicino il giorno di cominciare una campagne in Bessarabia.
(Disp. tel.) Omer pascià il 18 giunse a Costantinopoli. Era voce che voleva dimettere il comando dell’esercito turco in Crimea!
Si assicura che gli alleati abbiano chiesto al Divano di occupare con truppe miste gli stretti dei Dardanelli e del Bosforo,
Le relazioni russe ammettono che la perdite complessiva delle truppe moscovite in Crimea dal 17 al 18 giugno importò 5775 uomini!
(Disp. tel.) I russi portarono e compimento nuove opere fortificatorie a Sebastopoli U contrammiraglio Pansiloff è nominato capo della marina di guernigione.
(Disp. tel.) Gortschakoff annunzia che il 14 e il 15 i Russi fecero due piccole sortite molto felici dinanzi al bastione Korniloff.
(Disp. tel. di Gortschakoff) Le sortite dei russi dal bastione Num. 2 di. Malakoff. operate il 14, 15 e 16 furono intraprese con felice successo, essendo stato distrutte le nimiche trincee avanzate.
Ai 17 i piemontesi fecero presso la Cernaia una ricognizione offensiva (Voc. del Progr.). Dell’esito della medesima non si ha per anco veruna positiva notizia.
(Disp. tel. di Gortschakoff) Ai 21 il bombardamento e il cannoneggiamento degli alleati contro le fortificazioni dei russi continuavano ad intervalli. Le batterie russe rispondevano con successo. Del resto nulle di nuovo.
(Disp. tel. di Pelissier) Nella notte del 22 al 23 i russi fecero un fuoco vivissimo contro gli attacchi degli alleati di destra e di sinistra. Le batterie degli alleati risposero con energia e con successo.
(Disp. tel.) Tutto procedé bene a Jenikalè. (Si sa che un corpo di 20 mila russi masse per investire quella posizione).
(Disp. tel.) Una corvette francese naufragò ad Anapa.
(Disp. tel.) I russi dispersero 600 turchi presso Bayazid e fecero 100 prigionieri.
Nella fabbrica inglese di Losh, Wilson e Bell già vennero fuse 35 mila bombe per conte del Governo turco.
Partirono da Londra per la Crimea 880 volontari dei granatieri della guardia reale
(Disp. tel.) Sotto il comando del general Niel par tiranno quanto prima 6000 uomini dalla Francia per la Crimea.
(Disp. tel.). Partirono da Marsiglia per la Crimea 1700 tonnellate di proiettili.
Le relazioni diplomatiche fra la Corte di Pietroburgo e quella dello Sciah di Persia sono interamente cessate. La Russia richiamò anche il suo semplice agente politico che manteneva a Teheran dal di che ne era partito l'ambasciatore.
Un corpo di truppe turche mandate contro i ribelli del pascialicato di Tripoli è stato respinto In città con la perdita di circa 2000 uomini.
(Disp. tel.) I maori sono stati battuti dalle truppe spagnuole presso Melilla.
Un drappello di truppe inglesi ebbe mala ventura suite coste affricane. Il vapore Teazar recossi a Malagheak per chiedere soddisfazione di un oltraggio fatto ad alcuni sudditi della Gran Brettagna dal re di quel paese. Ove la soddisfazione non si fosse accordata, 150 uomini a bordo di quel vapore doveano bombardare la città di Malagheak. Il re stette saldo a nulla concedere, e il bombardamento fu subito aperto. A capo a un’ora di terribile cannoneggiamento, il capo della tribù spiegò la bandiera parlamentare e le truppe inglesi scesero a terra. Si assegna al re il termine di un’ora per arrendersi. Passata inutilmente quest’ora, le truppe appiccarono il fuoco alla città, indi tornarono al naviglio. Ma non essendo interamente consumata la città dalle fiamme, le truppe sbarcarono novellamente per compiere l'opera della distruzione. Furono allora allacciate da un’armata superiore in numero, la quale menò cosi orrendo eccidio degl’inglesi che appena 66 di loro assai malconci poterono liberarsi con precipitosa fuga. Fra i periti nel combattimento sono anche giudiziali.
Il governatore di Cuba e quello di Puerto Rico scrivono al governo di Madrid che la tranquillità in quei paesi era perfetta e che non aveasi più alcun sospetto di spedizioni aggressive da patte degli Stati Uniti.
Un bell’ingegno del duodecimo reggimento della spedizione sarda in Crimea la uscire tutte le settimane un foglietto in forma di giornale intitolato il Piffero piemontese. É un miscuglio di notizie e di poesie; tutte vi è pertrattato in istile bernesco.
Luglio |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 103 aperto, chiuso |
24 |
66. 30. 66. 25 |
92. 75. 92. 75 |
Vedemmo già come la Gazzetta di Milano, avendo dato uno sguardo alla pianta di Sebastopoli, avendo calcolato ogni cosa con un colpo d"occhio, e finalmente avendo tutto considerato sopra non sappiam quali sue congetture appoggiate alla caria, sentenzio definitivamente che agli alleati occidentali non rimaneva più alcuna speranza di buon successo nella loro campagna della Crimea. Il perché con piagnevole eloquenza descriveaci ora la miseranda istoria della loro infelice intrapresa, ora la dolente cronaca dei loro disastri. Ma, secondo il solito, le sue ipocondriche fantasticaggini non doveano essere di lunga durala. Ed eccola subitamente ripudiare è smenticare i suoi recenti giudizii per intuonare un inno d’incoraggiamento, anzi di vittoria, alle armi alleate. Oggi la Gazzetta è persuasa che «l’onor militare delle quattro nazioni (Francia, Inghilterra, Piemonte e Turchia) che si son poste al. duro cimento, entra mallevadore che, per quanti sagrificii richieggansi, non può fallire agli alleati il conquisto di Sebastopoli e. di tutta la taurica penisola.» Indi sarà bene di sospendere il rimbarco che ieri consigliavasi in vis la della inespugnabilità pur anco della incantata torre di Malakoff, mercecché oggi si da positiva assicurazione che agli alleati non può fallire il conquisto di Sebastopoli e per soprappiù quello di tutta la Crimea.
«Si aggiungerà cosi (è la Gazzetta che parla) una pagina luttuosa alla storia singolare della Tauride, che da Erodoto in poi, fu già invasa e disertata da settanta diversi popoli.» I russi adunque o presto o tardi debbono ritirarsi dalla Tauride per cedere il luogo ad altri che debbono invaderla e disertarla, essendo questo il destino irrevocabile che accompagnolla in tutti i tempi, siccome ne rende testimonianza la sua storia singolare, che nella nuova pagina luttuosa scriverà che quattro popoli insieme la invasero e disertarono, a differenza delle altre volte che fu invasa e disertata quando da uno, quando da un altro popolo, non mai da più popoli come ora dovrebbe intervenire. Forse a qualche schifiltoso leggitore di giornali parranno un cotal po’ strani questi pensamenti della Gazzetta, la quale per non imitare il citarista oraziano, chorda qui semper oberrat eadem, tocca alternativamente due diverse corde di suoni affatto differenti, uno dei quali gradevole alle orecchie moscovite soltanto, gradevole l’altro soltanto alle orecchie occidentali. Ma il peggio si è che essa pure sembra siasi infastidita delle suo musicali dissonanze. Imperocché, smettendo l’usato vezzo, vienci repentinamente a dare avviso che «finché nuove e importanti fazioni non si combattano a Sebastopoli, ne fu tanto detto e ridetto che il parlarne d’avanzo è un provocar la pazienza del pubblico, e alla superfluità delle cose imprimere quasi un carattere di mascherata ironia.»
Oh veramente bella questa improvvisa e inaspettata confessione! Parlò dunque ironicamente quando magnificava le imminenti ruine e quando esaltava i si curi vantaggi si dell’una come dell’altra parte!? Abbracciò pertanto la nostra massima che nel conflitto di due grandi forze, presidiate da tanti mezzi di offesa e di difesa, non bisogna avventurar giudizii sull’esito della lotta, ma limitarsi ad essere tranquilli spettatori degli avvenimenti e coscienziosi narratori dei medesimi.
«Tutto quanto ne vien riferito da Sebastopoli, scrive il Morning Post, conferma l’opinione ornai generale in Inghilterra che la distruzione di quel terribile baluardo russo può calcolarsi con un certo grado di cortezza, ma che lunga deve essere la condotta dell’assedio. La guernigione russa, possedendo ingenti mezzi di difesa, ripara bensì d’una in altr'ora i guasti fatti dagli assedianti, ma, per quanto si adoperi, non puote rimettere ogni cosa allo stato di prima. Gli alleati progrediscono lentamente, ma per gradi certi ed assai percettibili, verso la meta dei loro sforzi, assicurando, a mano a mano che si avanzano, i loro posti. Ê quindi assai probabile che l’assedio si prolunghi oltre questo anno. Se gli alleati aprissero una breccia, è se una porta della città cadesse in loro mano, Io scioglimento sarebbe senza dubbio più vicino; ma, se ciò non accade, e’ sarà d’uopo rimettersene all'opera del tempo ed aspettare.»
Il Constitutionnel riflette che «i pericoli dell’assalto sono maggiori a Sebastopoli che altrove. Siccome le molte fortezze, a cui si da il nome di questa città, non si poterono investire, cosi le truppe che le difendono sono continuamente rinnuovate, e perciò sfuggono allo scoramento ed alla stanchezza che proverebbe una guernigione durante un lungo assedio.»
Scrive il Daily News che «i russi ricevono grandi rinforzi e considerevoli provvigioni a Sebastopoli, sicché, quand'anche gli assedianti riuscissero ad investire pienamente la città, questa é preparata a sostenere un blocco di dieci è dodici mesi, e gli alleati potranno aspettarsi, dopo un nuovo inverno, una campagna contro truppe nimiche tre volte superiori di numero a quelle che ora sono in Crimea.»
Il Morning Post organo di Palmerston, dice: «La esperienza di un assalto fu fatta dagli alleati, e la natura delle opere russe fu messa alla prova; la confusione nell'animo dei generali alleati fu che si debba seguire un sistema meno splendido, ma meno esposto alla resistenza; indi l’assedio di Sebastopoli si prolungherà probabilmente fino all’anno. venturo.»
Ma presa che sia Sebastopoli, quali vantaggi posi sono derivare alla causa della pace? La Gazzetta di Carlsruhe risponde che questa presa «indurrà la Russia a condizioni che, meglio delle proposte austriache, contribuiscono all'intento degli alleati.» Se però l’intento degli alleati è di menomare la preponderanza russa: nell’Eussino, il Journal de. Francfort afferma (e. noi con esso) che la Russia non acconsentirà mai a simili condizione. Esige la futura grandezza dell’Impero degli czari che si serbino padroni del Mar Nero. Or come Pietroburgo può rinunziare a questo avvenire? Grandi, irreparabili esser dovrebbero i disastri della guerra per costringere la Russia, al grande, irreparabile sacrificio!
Anche Saint-Mare Girardin in un suo piuttosto prolisso articolo che leggiamo nel Journal des Débats, sembra cominciare a persuadersi che i russi vogliano fare. una sfuggita verso Costantinopoli. Laonde egli esamina per quali vie potrebbero passare e non sa vederne che tre; i principati danubiani, il Mar. Nero e l’Asia minore. Or come chiuder loro queste tre Vie? La via dei Principati danubiani è chiusa dall'Austria la via dei Mar. Nero è chiusa dalle flotte alleate; la via dell'Asia minore è chiusa non si sa da chi, ma è chiusa questa pure. Dunque i russi. non andranno più a Costantinopoli perché le tre vie girardiniane per andarvi son chiuse. Ci sarebbe però un'altra via che Girardin non ha veduto; quella cioè che dalla Bessarabia porta nella Dobrudscha, e che sarebbe una scorciatoia, a comparazione della interdetta via dei Principati danubiani. E se Girardin non chiude anche questa, noi non sappiamo come possa dirsi che la probabile marcia dei russi alla volta del Bosforo sia paralizzata da tutte parti.
Anche la Gazzetta di Milano crede che «le truppe d’Ismail pascià si concentrano parte innanzi a Silistria, spingendosi fin sull'altra riva a Kala rase, parte muovono verso Mateau, Isakcia e Tulcia per opporsi ad un possibile passaggio dei russi al basso Danubio.» Sarebbe questa la via non veduta da Saint-Mare Gerardin.
La Triester Zeitung, per ismentire la notizia della:( )rottura delle relazioni diplomatiche fra la Russia e la Persia, dice che a Teheran la influenza russa è preponderante, ma che nondimeno lo sciah si conserva strettamente neutrale.
Il Movimento osserva che «grandissima sarebbe la importanza della dimissione di Omer pascià ove dipendesse da una disapprovazione dei modo con cui vien condotta la guerra, disapprovazione che partendo da un generale cosi sperimentalo e che ebbe a dirigere vittoriosamente una campagna contro gli stessi generali russi, che ora rendono tanto aspra e difficile l’impresa di Sebastopoli, avrebbe un valore inestimabile. Questa dimissione poi oltre all’essere della massima importanza. per lo stato generale delle cose in Oriente, può avere una( )certa gravita pel Piemonte, perché le truppe di Omer pascià accampate sulla. linea della Cernaja aveano a un dipresso la stessa importanza militare delle truppe comandate da Lamarmora. La perdita di tal valente generale sarebbe certo un gravissimo danno per le armate degli alleati, e il giudizio che con la sua dimissione pronuncierebbe sulle cose d’Oriente, sarebbe forse inappellabile.» Ma queste riflessioni poggiano sulla ipotesi che Omer pascià siasi veramente dimesso. La notizia però è tuttavia incerta; e non mancano buone congetture per ritenerla priva di fondamento.
Nel Diritto pure troviamo una opinione simile a quella recata dal Movimento sulla ipotetica dimissione di Omer pascià.
Laing propose alla Camera dei Comuni di Londra che dovesse farsi una nuova discussione relativa alle Conferenze di Vienna. Palmerston vi si oppose formalmente. Indi non se ne parlerà più. (Cosi non si scopriranno altre piaghe; quelle che già si scoprirono sono sufficienti a tenere avvertila la Russia sulle debolezze della sua isolana rivale.
Nei paesi della riviera di Genova, dove gli agenti demaniali procedettero agli atti esecutivi contro i beni di Chiesa, si stento a trovare i testimonii necessarii a tali atti Corr. Merc.) e ciò per non incorrere nella scomunica (It. e Pop.).
Ai 25 Rattazzi ministro degli affari interni dalla Certosa di Pesto ove trovavasi per la cura idropatica portossi a Pollengo per conferire col re che ivi trasse a villeggiare. La mattina dei 26. il re presiedette il Consiglio dei ministri a Racconigi.
Si replicano scosse di tremuoto in parecchi punti dei Piemonte.
Alle ore. 9 dei mattino dei 22 l’imperatore e la Imperatrice, non che gli arciduchi Francesco Carlo, Lodo. vico Vittore, Guglielmo, Carlo Ferdinando, Leopoldo, Ranieri, Enrico, Massimiliano d’Este e Lodovico Giuseppe, cosi pure tutto lo Stato di Code e le guardie dei C irpo assistettero all’uffizio divino celebrato nella Chiesa metropolitana di Santo Stefano per festeggiare la definizione dommatica della Immacolata Concezione. Alle ore 1 pomeridiane intervennero pure ai solenni vesperi nella Chiesa medesima, indi alla processione. Alla Hof, ove era eretto un magnifico altare sotto la colonna di Maria pomposamente decorata, vennero cantate le litanie; l’arcivescovo indi impartiva la pontificale benedizione. Sulla piazza dell’Hohen Mark fu innalzato un seconde altare, ma una fitta pioggia sopravvenuta costrinse. la processione ad accelerare il ritorno alla Chiesa di. Santo Stefano. Su tutte le piazze e contrade percorse dalla processione faceano spalliera le imperiali milizie. Alla intuonazione dell’Inno Ambrogiano un battaglione sull’Hohen Mark fece una triplice salva di moschetteria. Alle ore 6 e un quarto, finita la memoranda religiosa funzione, le loro Maestà e tutti gli altri membri della Casa imperiale, montarono negli equipaggi di gala, e si restituirono al palazzo di Code. 'Verso sera, cessata dei tutto la pioggia, la piazza Hof risplendeva per elegantissime e copiosissime luminarie; un’accalcantesi e lieta moltitudine di popolo fino a tarda notte accorse in essa piazza e nelle vicine contrade ad ammirare quello straordinario spettacolo di luce che mutava le tenebre in uno splendidissimo giorno.
Parlavasi ultimamente alla Borsa di Parigi che la Francia richiamerà il suo ambasciatore da Vienna, e l’Austria i suoi ambasciatori da Parigi e era Londra. Tutti i fogli viennesi smentiscono formalmente questa notizia.
Il nuovo ministro delle finanze d'Austria barone di Brock ha provocato la formazione d’una società, la quale mirando a evitare il passaggio della imboccatura del Danubio, chiamata la Sulina, si propone di aprire un canale fra Czernawoda e la Dobrudsca, approfittando dei laghi vicini fino al porto di Kustendscia. La società già sottoscrisse per la somma di 10 milioni di fiorini e chiese a Costantinopoli la concessione a fino di cominciare i lavori nei corso di quest'anno. Il barone di Koller ministro d'Austria a Costantinopoli ebbe ordine di adoperarsi alla buona riuscita di questo progetto.
Col principio di agosto saranno soppressi nella Galizia gli ospedali militari da campo.
Le proposte che l’Austria doveva fare alla Dieta germanica furono effettivamente presentate nella seduta del 19. La Commissione incaricata degli affari d’Oriente formulò quindi una risoluzione che, sopra invito dell’Inviato prussiano, fu immediatamente discussa e votata. Consiste essa nel render grazie all’Austria degli sforzi da lei fatti a forma della pace; nel mostrarsi d'accordo col parere dell’Austria che, riguardo alle precedenti risoluzioni federali, non occorre di assumere nuovi obblighi; finalmente nel pronunciarsi per la continuazione del piede di guerra dei contingenti.
Il conte Molè tornò da Toplitz a Parigi. Egli fu a visitare il conte di Chambord, ed afferma che i generali Lamoriciére, Bedeau e Changarnier espressero la formate loro adesione ad Enrico V.
William Molesworth successore di Russell nel ministero delle Colonie non è nuovo nelle cose delle medesime. E suo merito la proclamazione del principio si a lungo riguardato come un paradosso, di lasciare alle Colonie l’amministrazione dei loro proprii affari.
Il colera infierisce in diverse parti della Spagna, anche nelle adiacenze dell’Escurial, laonde sempre più si accredita la voce che la regina pensi a mutare quella sua estiva residenza.
Le Cortès spagnuole aggiornarono le loro sedute fino al primo del venturo ottobre.
Segasti governatore di Madrid pubblicò un proclama per esortare i cittadini ad aver fiducia nel governo presieduto da Espartero e a mantenersi tranquilli.
La banda carlista dei fratelli Hierros che fu battuta e compiutamente dispersa, secondo parecchie corrispondenze venute da Madrid, tien sempre la campagna nella vecchia Castiglia e riesce assai molesta alle truppe del governo in quei paesi. Il capitan generale della provincia di Burgos comminò pene severe a coloro che danno asilo ai militi di quella banda.
In Catalogna si terne un nuovo movimento carlista comandato dallo stesso Cabrera.
Lettere di Barcellona del 19 portano che numerosi arresti continuano a farsi fra gli operai. Molti di essi già furono imbarcati alla volta di Avana.
Oltre che Pietroburgo è messa in istato d’assedio, vi si esercita un raddoppiamento di vigilanza e di rigore contro gli stranieri in generale, compresi anche i tedeschi; quelli che nelle loro officine hanno operai forestieri ricevettero ordine di portare ogni settimana alla Polizia un rapporto sul contegno, i costumi, le opinioni e i discorsi dei medesimi (Gazz. ujf. di Vien,). Il colera è sempre in aumento a Pietroburgo; parecchie famiglie aristocratiche trasformarono i loro palazzi in ospedali e presero l’impegno di accogliervi e farvi curare un certo numero di malati.
Un ukase imperiale vieta agli ebrei di acquistare beni stabili nei governi di Tchernigow e di Pultawa.
Si attende a Varsavia l’ukase imperiale che nominerà il granduca Niccolò a viceré di Polonia.
Il sultano fece costruire un bagno galleggiante per le milizie alleate che stanno a Costantinopoli.
Continuano a Marsiglia grandi preparativi per una nuova spedizione navale, cui debbono prender parte truppe da sbarco. Lo scopo di questa spedizione è tuttavia segreto. Si parla che sia per agire contro Odessa ma non è che una supposizione.
La Galatea fregata francese carica di enorme quantità di proiettili da guerra pel Baltico ai 22 entrava nel porto di Kiel.
Il quartier generale dei russi della Bessarabia è trasferito da Kischeneff a Odessa. La flottiglia russa del Danubio è ad Ismail. Le fortezze danubiane sono messe in istato di guerra. Nuovi e grandi rinforzi di truppe giungono continuamente dall’interno della Russia in Bessarabia.
Per due mesi Odessa sarà occupata dalle truppe di transito, alle quali le case private e i grandi pubblici edifizi non basteranno a dare ricetto. Le autorità lavorano giorno e notte per allestire gli alloggi necessarii a si straordinaria numero di truppe. La maggior parte delle milizie alloggiate a Lulzh, Krzeminietz, Proskurow, Nowogorod, Litomvrsz e altre piazze della Volinia sono già in marcia alla volta di Odessa. Ê fuori d’ogni dubbio che prima del 15 agosto la massima parte dei mezzi d’azione della Russia si troverà concentrata nelle regioni meridionali dell’Impero.
L’ammiraglio Nachimoff morì a Sebastopoli il 12 luglio.
Durante la grave malattia del generale Totleben, la organicazione e la condotta della difesa interiore di Sebastopoli furono affidate al suo aiutante Melnikoff.
Fra i molti rinforzi che di continuo arrivano a Gortschakoff è notabile quello di un corpo di 25 mila granatieri, truppa che si distingue dalle altre per forte e bella persona,
Riproducesi nel campo dogli alleati la voce che i russi si preparino a faro una formidabile sortita con 50 mila uomini.
I grandi lavori d’approccio alla torre di Malakoff avanzano lentamente ma in modo irresistibile, Ogni cannone delle batterio di breccia già fu approvvigionato per 500 colpi.
Giunsero ultimamente a Marsiglia circa 50 militi amputati reduci dalla Crimea. Un zuavo, ch'è fra essi, racconta che i due battaglioni del suo reggimento quando da Orano passarono in Turchia annoveravano 1800 uomini, de' quali oggi rimangono appena 250. De’ 12 capitani, 11 morirono, 1 è prigioniero,
(Disp. tel. di Pelissier) Dopo tre ore di vivo fuoco, i russi a mezzanotte fra il 24 e il 25 fecero una sortita sulla sinistra del piccolo Redan; essendo vicinissimi, bastò un solo momento perché arrivassero ai gabbioni degli alleati. I russi furono vigorosamente respinti e rientrarono in fretta nelle loro posizioni abbandonando alcuni feriti ed otto morti. Le tenebre permisero loro di portar via il resto.
Si crede a Torino che per la metà del prossimo agosto si spediranno a Balaclava altri tremila piemontesi.
I lavori che si fanno a Kamiesch procedono in cosi ampie proporzioni che sembra gli alleati vogliano renderla una seconda Sebastopoli.
Nuove scialuppe cannoniere degli alleati sono in; viate verso il Mare di Azoff e il Mar Morto per esplorarne tutti i seni.
Al presente le grandi fabbriche di Manchester lavorano alla fusione di nuovi pezzi d’artiglieria, il cui effetto sarà fulminante.
Un ordine del giorno del generale Murawieff del 4 luglio annunzia che la sua missione è per ora d’impadronirsi di Kars, Hussan-Kale ed Erzerum.
In conseguenza di ulteriori inquietanti notizie pervenute dall'Asia, il Divano di Costantinopoli ai 15 luglio spedi a Trebisonda nuovi rinforzi con 2 batterie da campo e 2 batterie da fortezza.
Un Gbuma, fin da parecchi anni a questa parte promuovendo l’idea della nazionalità delle arabe tribù, die’ gravi molestie al bey di Tripoli, che riusci finalmente averlo in suo potere e mandollo in esilio a Trebisonda. Evase Ghuma dal luogo della sua relegazione e tornossene furtivamente a continuare la sua propaganda fra i suoi connazionali più lontani dalle coste affricane; i quali accolsero con piacere il progetto della loro indipendenza. Le consuete vessazioni del bey davano incremento alla sovversiva missione di Ghuma, che tanto crebbe in istima che non poche migliaia d'arabi, determinati a combattere e a morire con le armi alla mano, lo elessero loro condottiere. Indi le ragunaticcie milizie si avviarono verso Tripoli e dovunque passavano dichiaravano emancipato il paese dalla soggezione al bey tripolino. Il quale per arrestare la loro marcia e disperderli spedi contro ad essi buon numero di truppe regolari. E nelle vicinanze di Tripoli si venne a sanguinoso conflitto; la sorte arrise a Ghuma, le cui schiere misero in fuga quelle del governo che abbandonarono il campo lasciando al nimico le loro artiglierie non meno che le loro vettovaglie. I rivoluzionarii in seguito s’impadronirono anche di una fortezza d’onde minacciano Tripoli. In cosiffatto stato di cose Hermann console generale britannico in quella affricana Reggenza recavasi a Malta per sollecitare che le truppe inglesi vadano colà onde proteggervi gl’interessi de' sudditi della regina Vittoria contro i danni che potessero derivare dalla allargantesi rivoluzione. Anche la Francia vi manda soldatesche per assicurare la vita e le proprietà degli europei. Questi i motivi della straniera intervenzione; il bey spera molto in essa; ma particolari informazioni ne fanno sapere che Ghuma non sarebbesi mosso alla audace intrapresa senza l’assicurazione di potente appoggio. Il paese si svolge per una radicale trasformazione.
Bcmbah-Mimab-Lahi re di Mallagheah ha stretto alleanza offensiva e difensiva col re Stepeh Dessombras per opporre efficace resistenza agl’inglesi, qualora questi tornassero a infestare quelle contrade. In tal caso Forey-Fatama-Fauer fratello del re di Mallagheah comanderà le truppe alleate.
In data di Avana lettere del 27 giugno recano essere scoppiata una rivoluzione a Porto Ricco. Il governatore di la scrisse a Madrid che vi era la massima quiete. Forse la lettera del governatore è di data anteriore a quelle del 27 giugno.
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Vi sono alcune azioni generose che compiute con quella modestia e Suel mistero che le rende ancora più elle sfuggono quasi sempre al pubblico encomio che l'autore di esse si meritò. É obbligo quindi del coscienzioso giornalista di farle palesi allorché giunga per qualche circostanza a scoprirle.
Sante Dall’Omo, giovane inserviente del Caffè Nuovo, essendo caduto infermo, imbevuto di quel funesto pregiudizio che allontana in certi casi le classi povere dal ricorrere al benefico ricovero di un Ospedale, gemeva in un misero letto senza mezzi di poter curare la gravissima malattia per la quale era ogni giorno indispensabile la mano chirurgica. La piaga risultata da un tumore grossissimo all’omero sinistre era già entrata in quel periodo cancrenoso che poneva in grave dubbio la guarigione, quando il professore di chirurgia Angelo Furtuna animato da verace spirite di carità ne intraprese la lunga e rischiosa cura, interessandosi ancora presso la Società di beneficenza di S. Vincenzo de' Paoli perché l’infermo fosse provvisto del necessario. Niun frutto ricercò l’esimio professore dalla vittoria che Carte sua riportò sul male, tranne la compiacenza di aver adempiuta un’azione caritatevole. Ma chi lo potrà involare d’ora innanzi alla gratitudine del guarito Dall’Omo ed all’ammirazione dei suoi concittadini?
A. P.
Le foglie del grano turco, finora adoperate per foraggio degli animali, si possono impiegare ad estrarne acquavite. Presentemente se ne fanno gli esperimenti con buon successo in una fabbrica di acquavite a Vienna.
Menaggio in Lombardia marito e moglie recaronsi alla segatura del frumento portando con essi un bambino da latte, che deposero all’ombra sull'erbe. Dopo pochi momenti il bambino cominciò a mandar gemili; il padre disse alla moglie che ita fosse ad osservare il figliuolo, ma essa intenta a ricogliere la spiga indugiò ad eseguire l’ordine del marito. Nuovi soffocali gemiti la fecero finalmente accorrere, dalla bocca del figlio già spento usciva una piccola parte della coda di una vipera! Il padre furibondo per tanto infortunio vibrò un colpo di falce al collo della moglie e la uccise!
La sera del 18 la marchesa Binnaccini tornava dal passeggio in cocchio verso Firenze. I cavalli ombrarono e si diedero a precipitosa fuga. La marchesa spaventata lanciossi in terra caduta mori! Il cadavere non presente alcuna lesione.
Ai 22 nel Campo di Marte a Parigi si fecero gli esperimenti di un sistema, secondo il quale premendosi un bottone i cavalli adombrati si distaccano subito dalla carrozza con le loro bardature, e premendosi un altro bottone si fermano immediatamente le ruote Gli esperimenti riuscirono a meraviglia.
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BORSA DI PARIGI
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
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25 |
66. 10. 66. 10 |
93. 00. 93. 23 |
28 |
66. 20 66. 20 |
93. 00. 93 00 |
Nelle ore pomeridiane di domani sarà riaperto al pubblico culto il tempio di S. Maria sopra Minerva, i cui magnifici ristauri sono ultimati con ingente dispendio dei RR. PP. Predicatori. La santità di nostro signori si è compiaciuta che le venerande Rdiquie del Corpo di S. Catarina da Siena, dalla Cappella di giuspatronato della nobile famiglia Capranica, che assai di buon grado vi acconsentiva, sieno trasportate ed entro ricca uni a col locale sotto Tara massima del tempio medesimo. Il Senato e il Consiglio municipale altamente penetrati dalla più viva gratitudine verso la eroina cristiana, che con lo indurre il pontefice Gregorio XI a lasciare Avignone, un immenso beneficio recava al popolo romano, ha saviamente deliberato di portarsi in grande formalità al tempio di S. Maria sopra Minerva nella prossima domenica e depositare sull’altare di S. Caterina un calice di prezioso metallo come pegno di devozione non meno verso la santa vergine di Siena che verso il sommo pontefice. Intanto si fanno sontuosi apparecchi per solennizzare la riapertura del tempio e insieme la ricorrenza della festa del gran Guzmano fonda tore dell'insigne Ordine dei Predicatori.
Una ventosa intronante loquacità giornalistica diessi a magnificare la guerriera fortuna di poche migliaia di circassi, che scesi a tonne disordinate dalle loro montagne si avvicinarono alle asiatiche russe fortezze del Mar Nero e spaventarono le poderose imperiali guarnigioni per modo che queste, anco senza trar colpo di moschetto, ritraevansi a fuga precipitosa lasciando al nimico posizioni di grande strategia importanza. Fra, le quali memoravasi Anapa, contro cui più volte e sempre indarno le alleate flotte occidentali tentarono il bombardamento; e la meraviglia destata dal circasso valore a mille doppi augumentava in pensandosi che Anapa era provveduta di vettovaglie, di guerresche munizioni e di forze militari sufficienti a sostenere un regolare assedio per molti mesi, forse per un anno. Indi vittorie riportate cosi a buon prezzo ci faceano sospettare che i russi avessero intendimento di procedere ad una vigorosa diversione nell'Anatolia, né dissimulammo i pericoli che minacciavano le truppe ottomane di Williams inferiori di numero a quelle dell'ardito Murawieff. Nè guari andò che ci persuademmo esser divisamento del moscovita di avanzarsi a prender posto innanzi a Costantinopoli. dalla parte dell’Asia. La quale idea, che a taluni parte superfetazione di poetica fantasia, e che noi pur nulladimeno in parecchi articoli replicammo e ampiamente svolgemmo, ora comincia ad allargarsi nella provincia del giornalismo, e tali assunse proporzioni che ornai v’ha chi crede che i russi dell’Asia vogliano daddovvero irsene diritto a Scutari e a Costantinopoli (12)a. Ma l’inoltramento di Murawieff a noi sembra tuttora concertalo con l’inoltramento di Luders al di qua del Danubio; e laddove Luders non riesca a valicare i Balcani e superare gli ostacoli che s’incontrano per giungere fine sotto le mura di Bisanzio, noi siamo di fermo parere che Murawieff limiterà le sue operazioni nel paese che oggi va occupando senza venire più innanzi. Imperocché la progettata chiusura del Bosforo non potrebbe verificarsi se non che mediante la simultanea comparsa di Murawieff dall'uno e di Luders dall’altro lato dello Stretto. Perciò ripetiamo che se i russi saranno respinti o sul Danubio o ai Balcani è in altro punto della regione bulgarica per forma che non arrivino a salutare le cupole di Santa Sofia, poco è nulla vi è a temere dei progressi di Murawieff. Farà questi agevole conquista di città sguernita di truppe, si terrà lunghesso il littorale, si contenterà di entrare a Sinope e Trebisonda, ma cosiffatti vantaggi non potranno mai essere permanenti se pria Costantinopoli non cade innanzi alle vittoriose falangi di Luders. Per conseguenza. i pericoli dalla parte dell'Asia prendono la loro minore o maggiore importanza dai successi dei moscoviti in Europa. La nuova guerra adunque, che si prepara, è tutta sul Danubio e al di qua del Danubio. Per ora ci soffermiamo a questa generica conghiettura; in altri articoli avvilupperemo distesamente quali relazioni essa abbiano potrà, secondo le più probabili evenienze, avere con la campagna della Crimea.
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Fra le novità diplomatiche, che fecero maggior colpo alla Gazzetta di Milano, importantissima è una Circolare del Governo prussiano in risposta alle comunicazioni fatte dall’Austria alla Dieta di Francoforte. Da questa Circolare di Manteuffel traspirano sensi di benevolenza verso il gabinetto di Vienna. Però la quistione d’Oriente, o, per meglio dire, la politica dei quattro punti, evvi considerala dalla sola prospettiva degli interessi tedeschi. Il Governo di re Federico Guglielmo non modifica le sue opinioni, e non promette né guarentisce. la cooperazione attiva nelle presenti contingenze, se non nel caso che la Germania fosse minacciata dalla Russia, caso che Manteuffel riconosce assai difficile ed improbabile. E qui sta, a parere della Gazzetta, la differenza fra la politica della Prussia e quella dell’Austria; il gabinetto di Berlino non volgerà le sue armi contro lo czar se non per difendere gl’interessi germanici; l’Austria all’incontro vuote, dice la Gazzetta, che la Russia si obblighi in modo formate ed irrevocabile a mantenere le proposte (sempre dalla Russia respinte) delle guarentigie di pace. Finché la Russia non avrà soddisfatte queste domande dell’Austria, l’esercito austriaco (la maggior parte del quelle fu già congedata) sarà pronto (è sempre la Gazzetta che ciò dice) a prestare aiuto alle Potenze occidentali, quand'elleno stanche di correre a proprio rischio e pericolo gli eventi di una guerra e di una nuova politica ritorneranno la quistione alle pristine forme ed acconsentiranno le interpretazioni delle quattro malleverie fatte dal Governo di Vienna. L’esercito austriaco adunque è pronto a entrare in campagna nel caso pur dianzi accennato, e, perché nulla gli manchi all’occorrenza, si sopprimono anche gli ospedali militari che con tanto dispendio e con tanto guerresco apparato furono organizzati dal Governo cesareo nella Galizia!
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Secondo il Constitutionnel lo scopo della presente guerra non è già la conservazione dell’equilibrio europeo, come certun van blaterando; ma esso è la reintegrazione del rotto equilibrio delle forze europee. E la Russia fu che lo ruppe, imperocché «da sessanta anni in qua si allargò in proporzioni gigantesche senza che altri le movesse impedimenti; oggi dunque è d’uopo distruggere in parte quest'opera del tempo» onde l’equilibrio delle forze sia ristabilito.
Il Nord organo brussellese del governo russo ci la sapere che in Crimea si trovano presentemente 80 mila Francesi, 20 mila inglesi e 10 mila sardi, e che i turchi sono anche meno di questi ultimi. Ove sia esatta cotale statistica, essa sarebbe la più chiara dimostrazione della superiorità militare degli occidentali a comparazione dei russi. Ché se i russi sono almeno 300 mila, senza contare i rinforzi che ricevono di continuo, quale si è mai la loro. bravura non potendo respingere un nimico tanto inferiore di numero?
Il Donau di Vienna, ritenendo che gli alleati, in vista della pretesa inutilità dei loro sforzi per impadronirsi di Sebastopoli, debbano ritirarsi, li consiglia a stabilirsi a Kamiesch e a Balaclava, dalle quali posizioni minaccierebbere continuamente russi e li costringerebbero a sagrificare alla inoperosità in Crimea imponenti milizie per custodire la loro inespugnata fortezza. A Balaclava poi sarebbe più opportuno (dice il Donau) l’accampamento delle terrestri truppe occidentali perché avrebbero l’alto vantaggio che «dal porto di Balaclava, migliore di quello di Sebastopoli, le flotte alleate potrebbero dominare, malgrado gli eserciti nimici, tutte le coste meridionali della Russia e le foci dei principali suoi fiumi.» La conclusione però sarebbe che dovrebbesi smettere il pensiero di continuare l’assedio. Sarà pur bello e buono il suggerimento, ma sembra che gli occidentali non sien guari disposti ad abbracciarlo; mercecché, invece di allontanarsi, sempre più si avvicinano a Sebastopoli, di maniera che, proseguendo, cosi, finiranno col trovarvisi dentro.
La Militarische Zeitung opina esser probabile che per la campagna del 1856 si concentreranno nuovi eserciti alleati a Varna, a Rurgas è al Bosforo, i quali saranno più forti di quello della Crimea. E il Fremdenblatl aggiunge che nel 1856 a Varna si adunerà un esercito di 180 mila alleati destinati a marciare sopra un terreno che non si determina. Ma le notizie che vengono dal basso Danubio ne fauno sapere potersi dare il caso che questi concentramenti militari per Fanno futuro forse saranno un cotal po’ serotini, imperocché i russi si apparecchiano ad occupare nel 1855 i posti che gli alleati avrebbero da occupare. nel 1856.
È informata la Patrie che le armate inglese e sarda della Crimea già ricevettero l’avvisò officiale di dover passare il prossimo inverno sotto le mura ili Sebastopoli.
Il Fremdenblatl riceve da Varna la notizia che la voce della morte di Sciamil non si confermai Noi non vi aggiustammo alcuna credenza.
Il Novellista d'Amburgo dice essere una vera utopia il cambiamento, di cui tanto si parla, nell'amministrazione del regno di Polonia. Ricorda che simili voci si riprodussero più volte senza che mai alcuna è in tutto è in parte si verificasse.
Parecchi giornali di Madrid, e fra essi la medesima Gazzetta officiale, dicono che la Spagna ha bisogno di una dittatura. Ma non si dice chi vorrebbesi dittatore. Sarà forse il daca della Vittoria? o il generale O’Donnell? o tutti e due questi eroi della rivoluzione di luglio?
... stimulos dédit aemula virtus;
Nee quemquam jam ferre potest Caesarve priorem,
Pompeiusve parem (13)a.
(Lucan.)
Ma conciliandosi pure questa inconciliabile posizione, quale sarebbe lo scopo della dittatura? Di toglier di mezzo il trono d’Isabella II è di custodirlo e raffermarlo? A noi parrebbe incoerenza che un potere supremo, illimitato, arbitrario, com’è appunto il dittatoriale, si occupasse alla difesa di un potere spodestato è almanco vincolato da quelle politiche strettezze che si chiamano prerogative costituzionali. Che dunque ne verrebbe? Saremmo troppo audaci e imprudenti a voler dare una risposta a siffatta domanda. Laonde ci contenteremo a dire quel che tutti dicono, cioè che gli imbarazzi spagnuoli hanno tali complicazioni che per ora nascondono a qualunque più acuto sguardo il capo della insanguinala matassa. Intanto il Governo, scrive le Corrispondenza generale, ha ordinato che si facciano pubbliche preghiere per invocare la clemenza di Dio nelle tribolazioni che affliggono il paese.
Hyril e Schrotter direttori della società dei naturalisti ebbero l’onore di essere ricevuti in particolare udienza dall’imperatore. Ai 20 luglio il Comitato tenue la sua prima riunione. Una somma di 20 mila fiorini fu stabilila per le spese inerenti al soggiorno di questi scienziati in Vienna. Il municipio viennese la coniare una medaglia in memoria della loro adunanza e la farà distribuire ai membri della società medesima.
Alla Camera virtemberghese è venuto in monte di pensare alla unione germanica. In una delle ultime sue sedute fu proposto dovere il Governo far valere il bisogno sempre più stringente circa l’organizzazione della Confederazione nel senso di una stretta unione e attiva partecipazione del popolo germanico a dirigere gli affari di comune interesse, ricordando che i tedeschi hanno almeno il diritto di aspettarsi che venga sciolta la data parola.
(Disp. tel.) Si annunzia da Berlino che nella seduta del 26 la Dieta di Francoforte esaurì la proposta dell’Austria con l'accettazione dei tre punti progettali dalla Prussia.
I carteggi da Berlino danno poco lieti ragguagli della salute del re affranta da continue febbri.
Scrivono da Copenaga che il Consiglio del regno votò ad unanimità, nella seconda lettura, il progetto di costituzione. La Dieta sarà convocata dal 10 al 15 agosto.
Lettere da Varsavia recano che le forze del principe Paskiewitsch vanno sensibilmente scemando a segno tale che si terne prossima la sua morte.
Un carteggio da Varsavia annunzia che lo czar concedé al principe Pasckcwilsch il domandato riposo.
Ci si annunzia che molti emigrati furono espulsi dalla Francia e che tutti gli altri emigrati che ancora vi sono, ebbero avviso dalla Polizia che il soggiorno loro in Francia è unicamente provvisorio.
Si accredita sempre più la voce che si formerà un campo di osservazione a Strasburgo sotto il comando superiore del generale Grouchy. Si annunzia poi come cosa certa la formazione di un campo nella pianura di Grosses vicina a Burges, imperocché già furono prese tutte le occorrenti disposizioni.
Oltre la regina d'Inghilterra aspettansi in Francia per la metà di questo mese il re di Piemonte a cui si allestisce il palazzo dell'Eliseo, e il re di Danimarca con la contessa di Danner sua moglie morganatica. La politica non è forse estranea al viaggio di questo principe. La quistione del passaggio del Sund, gravissima per le finanze della Danimarca, rende necessarie alcune pratiche d’accordo con la Francia.
Parlasi di un progetto discusso in seno dei gabinetti di Londra e Parigi pel cambio di alcuni possedimenti coloniali. La Francia cederebbe Chanderganor nelle Indie Orientali, ricevendone in quella vece le isole di Dominica e Santa Lucia.
Il cadavere di lord Raglan ai 24 luglio era pervenuto a Bristol. Ai 25 gli furono resi i solenni funebri onori.
Credesi a Londra essere inevitabile un prossimo scioglimento delle Camere; ché solamente una elezione generale può ristabilire l'equilibrio nella Costituzione ornai neutralizzata dallo spirito di partito.
Le ultime relazioni di Barcellona inducono a credere che i carlisti tenteranno uno sforzo supremo in Catalogna, ove già trovansi Tristany e Borges. Pretendesi (non sappiamo. con quanta ragione) che Cabrera, l'infante don Sebastiano od altri capi sieno comparsi in quelle provincie.
Trovansi a Madrid alcuni agenti stranieri che si studiano a suscitarvi tumulti in senso repubblicano.
Gli ammiragli Dundas e Seymour inglesi e Penaud francese, avendo lasciato l’ancoraggio in vista di Cronstadt, si recarono verso la metà di luglio innanzi a Nargen. La loro visita a Nargen sembrava indigio di qualche funesto avvenimento. Tutte le cannoniere e le lombarde delle squadre si trovavano riunite in quelle acque, e con gli altri legai formavano una flotta di circa 50 bastimenti.
Corrispondenze del Baltico dicono (al Salut Public) che forti tempeste imperversarono in quel mare, le quali arrecarono non lievi dauni alla flotta inglese e soprattutto alle scialuppe a vapore; ché otto di esse rimasero inservibili e due colpile dal fulmine saltarono in aria; ciò non ostante gli equipaggi si salvarono tutti!
Nei porti del Bosforo, e della Bulgaria hanno luogo grandi concentramenti di truppe, di cui s’ignora la destinazione.
Le truppe turche agglomeratesi nella Dobrudscha si fanno ascendere a circa 45 (m|)la uomini.
Corrispondenze di Costantinopoli confermano che le truppe irregolari, delle quali gli uffiziali inglesi formarono un reggimento accampato. ai Dardanelli, si ribellarono commettendo gravi ecc. essi. ed insultando ancora la bandiera britannica! Una parte di esse truppe fu castigata, una parte si disperse per la campagna.
L’ammiraglio Lyons distrusse il ponte di Genitehi nel Mare di Azoff.
(Disp. tel.) Ai 27 luglio furono scambiati i prigionieri francesi e russi. Gli ufficiali francesi parlano assai bene del trattamento ricevuto nella loro prigionia.
Si parla d’un nuovo piano di operazione combinate dai comandanti in capo degli eserciti alleati. Questo consisterebbe nell'attacco dei corpo russo di Simferopoli.
Le ambulanze degli alleati in Crimea furono sgombrate, tutti i feriti e i malati vennero trasportati in Costantinopoli. Da ciò vuolsi arguire che Pelissier vada preparando qualche strepitoso avvenimento, di cui verso il 13 è il 14 di questo mese arrivi la notizia telegrafica a Parigi.
Nel campo alleato continuasi sempre a parlare d’una nuova spedizione, il cui scopo non é conosciuto. É un fatto positivo che il grosso della flotta alleata ricevette l’ordine di tenersi pronta a salpare. Si fanno anche preparativi per l’imbarco della divisione turca che si trova all’assedio di Sebastopoli.
I consigli di guerra, che pel passato si tennero sempre appo Raglan, ora hanno luogo nel quartier generale francese.
I generali Simpson, Lamarmora ed Omer pascià chiesero dai respettivi governi l'instruzione di considerare come loro generalissimo il supremo comandante francese Pelissier. Lamarmora e Simpson approvarono tali disposizioni; Omer pascià non vi aderì. Indi trasse a Costantinopoli per dichiarare al Sultano che nella qualità di comandante in capo della principale Potenza belligerante non può essere assoggettato a verun altro generale,
É voce assai fondata che il sultano incarichi Omer pascià ad assumere il comando di tutte le forze ottomane nell’Asia minore.
In data dei 16 luglio scriveasi da Costantinopoli che si supponeva che Murawieff avesse voluto sorprendere Erzerum presidiata da poche forze turche e indi attaccare il nimico in campagna aperta.
(Disp. tel. Costantinopoli 24 luglio) Il pascià di Trebisonda parti alla testa di 10 mila turchi irregolari per soccorrere Erzerum: ma l’artiglieria dei pascià non poteva trasferirsi per mancanza di cavalli. Correva voce che i russi erano distanti da Erzerum tre tappe, e la divisione russa che usci da Anapa marciava a grandi giornale per raggiungerli.
(Disp. tel.) Ê interrotta ogni comunicazione con Trebisonda ed Erzerum.
(Questa interruzione potrebbe avere sconcertata la marcia delle truppe dei pascià di Trebisonda)
(Disp. tel.) Si ha da Badgad che gli arabi sommersero nell’acqua le antichità assire scoperte nella piazza di Tresnel, tranne due marmi.
EGITTO
(Disp. tel.) Il vicerè di Egitto alla testa di 12 mila uomini mosse contro i ribelli.
Gli Stati Uniti celebrarono con pompa solenne e con allegrezza popolari il settantesimonono anniversario della loro indipendenza.
Le notizie del Messico portano che la rivoluzione progrediva. Dicesi che anche Tampico si sollevò contro Santanna, la cui prossima caduta parea certa.
Di scorso dei professore D. Giustino Simonetti recitato all’Accademia di Religione Cattolica il 12 luglio 1855. Roma, Tipografia di Filippo Cairo.
La insigne nomina Accademia di Religione Cattolica propose allo egregio professore D. Giustino Simonetti a svolgere l’argomento che la sola Chiesa Cattolica è la vera tutrice della pace e la più ferma base degli Stati. E il chiarissimo accademico, premettendo che la pace in genere è un bene, non per sé stessa precisamente ma in quanto suppone il bene e ne è la stabile permanenza; o, come chiamolla sant'Agostino, è la tranguillità dell'ordine, perché l'ordine non è altro che il bene posto fermamente a suo luogo; definisce la pace stabilila del bene. A conseguire pertanto siffatta stabilità del bene in tante diversità di popoli e di costumi, egli è necessario primieramente un centre di universale unità, in cui tutti i popoli e tutti i costumi si accordino senza urtarsi. E questa unità s’inviene soltanto nella Chiesa di GESÙ CRISTO, sublime e stupendo edificio, nel quale una infinita moltiplicità si coordina a maraviglia e si rannoda strettissimamente in una somma unità di pensiero, di affetto e di azione, il perché questa Chiesa può anzi dee nel suo seno chiudere tutte le genti ed improntarle della sua unità e della sua forma di autorevole reggimento. Se poi riguardisi lo scopo di essa Chiesa che è di avversare il male, promuovere il bene e respingere la guerra dalla società umana, mercecché il suo dogma divino è la diga che si frappone tra la scienza e l'errore; e la scienza fissata sul vero ed aiutata dal dogma è il criterio della morale, è d’uopo ammettere che dalla Chiesa passò l'ordine alla scienza e dalla scienza alla operazione, cioè la pace dal mondo religioso passo al mondo morale e dal morale al politico e alla vita sociale. Indi conchiudesi che la sola Chiesa Cattolica è la vera tutrice della pace e la più ferma base degli Stati. Il discorso dei Simonetti non solo raggirasi sugli argomenti che accennammo, ma sovr'altri ancora per modo che l'assunto è sviluppato con ogni più evidente dimostrazione. Se in qualunque altro tempo fu e sarà proficuo lo inculcare la verità della proposizione, di cui favelliamo, nelle attuali condizioni della societā se di vitale interesse. Forse non ebbesi mai un secolo che più si agitasse aspirando al bene; e forse niun secolo s’illuse di più, abbracciando il male che sotto le false sembianze del bene appresentasi. E perciò che ogni onesta persona è in debito di predicare oggi più che mai, che la stabilità dei bene trovisi unicamente ed essenzialmente nella costituzione e nel dogma della chiosa Cattolica.
Vendesi nella Tipografia Cairo in Via della Vite num. 105, nella libreria Marini in Piazza dei Collegio Romano, e nella libreria Simeoni in Piazza di S. Ignazio num. 153, al prezzo di baiocchi dieci.
DEL TEMPIO
DI S. MARIA SOPRA MINERVA
restaurato e abbellito
Descrizione Storico Artistica
Questa Chiesa, restituita al culto divino, è interessante non meno per le grandi memorie che si conservano in essa, che pei restauri moderni ivi eseguiti. Annunciamo che dalla Tipografia Chiassi posta sulla piazza di Monte Citorio N. 119 si è pubblicato un cenno storico artistico che descrive le recenti e le antiche opere dei tempio medesimo.
Si vende nella della Tipografia e presso il libraio Cruciani, piazza di S. Ignazio N. 123.
BORSA DI PARIGI
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto chiuso |
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27 |
06. 15. 66. 00 |
93. 00. 92. 75 |
28 |
05. 95. 66. 20 |
93. 00. 93. 00 |
La SANTITÀ di nostro signore nel Concistoro segreto del 26 luglio ultimo pronunciava due allocuzioni, la prima delle quali risguardante le ingiurie perpetrale a danno della cattolica Religione in Piemonte è cosi concepita:
Venerabiles Fratres,
«Cum saepe in hoc vestro consessu, veluti optime nostis, Venerabiles Fratres, non sine maximo animi Nostri dolore afflictas in Subalpino Regno sanctissimae religionis res lamentati simus, tum praesertim in Allocutione die vigesimo secundo Ianuarii huius anni ad Vos habita, tvpisque édita, denuo conquesti sumus acerbissima sane vulnera, quae plures ab bine annos Subalpinum Gubernium catholicae Ecclesiae, eiusque potestati, iuribus, sacrisque Ministris, Episcopis, ae supremae Nostrae et huius Sanctae Sedis potestati et dignitati in dies imponere non desinit. Qua quidem Allocutione Apostolicam Nostram iterum ex-tollentes vocem reprobavimus, damnavimus, et irrita prorsus ae nulla declaravimus tum omnia et singula décréta ab eodem Gubernio in religionis, Ecclesiae, et huius Sanctae Sedis aerium detrimentum édita, tum iniustissimam, funestissimamque legem tune in medio positam, qua inter alla proponebatur, omnes fere Monasticas et Religiosas utriusque sexus Familias, et Collegiales Ecclesias, ae simplicia Bénéficia iuris quoque patronatus penitus esse ex-tinguenda, illorumque redditus et bona civilis potestatis administrationi et arbitrio subiacienda. Neque omisimus tautorum malorum auctores, fautoresque eadem Allocutione monere, ut etiam atque etiam anime reputarent censuras, poenasque spirituales, quas Apostolicae Constitutiones, et Oecumenicorum Conciliorum décréta contra iurium, bonorumque Ecclesiae invasores facto ipso incurrendas infligunt. Ea porro spe sustentabamur fore, ut ipsi, qui catholico nomine gloriantur, et in eo morantur regno, in quo vel ipsum Statutum decernit, catholicam religionem esse debere solam ipsius Regni religionem, ac simul praescribit, omnes. proprietates sine ulla ex-ceptione inviolabiles esse tuendas, tandem aliquando iustissimis Venerabilium Fratrum ipsius Regni praestantium Antistitum ex-postulationibus, ac Nostris iteratis reclamationibus, querelis, paternisque monitis commoti suas mentes, voluntatesque ad saniora consilia revocarent; atque a divexanda Ecclesia désistèrent, et gravissima damna eidem allata reparare properarent. Quam spem ostendebant nonnulla potissimum promissa iisdem Episcopis facta, quibus fidem haberi posse arbitrabamur.
«At dolentes dicimus, non solum Subalpinum Gubernium nee suorum Episcoporum postulationibus, nec Nostris vocibus auditam praebuit, verum etiam graviores semper Ecclesiae, ac Nostrae et bubus Apostolicae Sedis auctoritati inferens iniurias, ae plures Nostras protestationes et paterna etiam monita plane contemnens baul reformidavit commemoratam quoque legent, verbis licet et specie quadam immutatam, sed re tamen, fine ae spiritu prorsus eamdem approbare, sancire, et promulgare. Equidem gravissimum, molestissimumque Nobis est, Venerabiles Fratres, debere ab ea mansuetudine ae lenitate, quam a natura ipsa hausimus, ex-pressimus, alque ab aeterno Pastorum Principe didicimus, et quam idcirco constanti voluntate semper libentissime ex-ercuimus, deflectere, ae severitàtis partes, a quibus paternus Noster animas vel maxime abhorret, suscipere. Attamen cum videamus, omnem curam, sollicitudinem, longanimitatem et patientiam pro reparandis illic Ecclesiae ruinis a Nobis sex et amplius ab hine annos adhibitam nihil valuisse, nullamque affulgere spem fore, ni tantorum ausuum auctores velint hortationibus dociles praebere aures, quandoquidem ipsi Nostris monitis omnino despectis non cessant iniurias iniuriis cumulare, et omnia conari, ut in Subalpino Regno Ecclesiam eiusque potestatem, iura, libertatem opprimant, ae funditus evertant, cogimur. in jllos ecclesiastica severitàte uti, ne officio Nostro deesse, et Ecclesiae causam deserere videamur. Atque hac agenda ratione, veluti probe scitis, illustribus inhaeremus ex-emplis tot Romanorum Pontificum Decessorum Nostrorum, qui sanctitate ae doctrina insignes non dubitarunt degeneres, contumacesque Ecclesiae filios, eiusque iurium pertinaces violatores et usurpatores iis poenis plectere, quae a Sacris Canonibus contra eiusmodi criminum reos sunt constitutae.
«Quamobrem in hoc amplissimo vestro conventu Apostolicam nostram iterum efferimus vocem, ae tam enunciatam legem, quam alla omnia et singula facta et décréta a Subalpino Gubernio in religionis, Ecclesiae, ae Nostrae et huius Sanctae Sedis auctoritatis et, iurium detrimentum édita, de quibus tum in Nostra Allocutiòne die vigesimo secundo Ianuarii vertentis dum habita, tum in hae praesenti dolonter loquuti. samnis, denuo reprobamus, condemnamus, ae nulla prorsus et irrita decernimus. Praeterea cum incredibili animi Nostri maerore cogimur declarare, eos omnes, qui in Subalpino Regno praedicta décréta et legem contra Ecclesiae et huius Sanctae Sedis iura proponere, probare, sancire non ex-timuerunt, nec non illorum mandantes, fautores, consultores, adhaerentes, ex-ecutores maiorem ex-communicationem, aliasque censuras et poenas ecclesiasticas a Sacris Canonibus, Apostolicis Constitutionibus, et generalium Conciliorum, Tridentini praesertim (sess. 22 cap. 11) decretis inflictas incurrisse. Ëtsi vero inevitabili muneris Nostri implendi necessitate compulsi Apostolicam adhibeamus severitatem, tamen probo noscimus, alque meminimus, Illius vicariam hic in terris Nos licet immeritos gerere operam, qui cum iratus fuerit misericordiae recordatur. Quocirca levantes oculos Nostros ad Dominum Deum nostrum, ab ipso humiliter enixeque ex-poscere non desistimus, ut degeneres Ecclesiae suae sanctae filios cuiusque ordinis, gradus et conditionis tom laicos, tum Clericos sacro etiam charactere insignitos, quorum errata nunquam salis lugeri possunt, coelestis suae gratiae lumine illustrare, illosque ad saniorem mentem reducere velit, cum nihil cordi Nostro gratius, nihil optabilius, nihil iucundius esse possit, quant ut errantes resipiscant, ae redeant ad cor. Neque omittimus in omni oratione et obsecratione cum gratiarum actione ipsum divitem in misericordia Deum ex-orare, ut uberrimis quibusque divinae suae gratiae donis omnes Venerabiles Fratres Subalpini Regni Archiepiscopos et Episcopos in tòt angustiis ae tribulationibus constituas adiuvare, et consolari nunquam desinat, quo ipsi, veluti adhuc tanta cum sui nominis laude egerunt, pergant egregia sua episcopali virtute, constantia et prudentia religionis et Ecclesiae causant strenue defendere, ae proprii gregis saluti et incolumitati studiosissime advigilare. Atque humillimas quoque, fervidasque clementissimo miserationum Domino sine intermissione offerimus preces, ut coelesti sua ope confortare dignetur non modo fidelem illius Regni Clerum, qui maxima exparte suorum Antistitum ex-empla sequens proprio munere praeclare fungitur, verum etiam tot spectatissimos ipsius Regni laicos viros, qui catholicis sensibus egregie animati ae Nobis et huic Pétri Cathedrae exanimo addicti eorum operam in Ecclesiae iuribus tuendis impendere vehementer gloriantur.»
VERSIONE
Venerabili Fratelli
Come sovente in questo vostro consesso, o Venerabili Fratelli, non senza grandissimo dolore dell’animo Nostro lamentammo, come ben sapete, le afflizioni della santissima religione nel regno Sabaudo, cosi in modo speciale nell'Allocuzione a Voi fatti il giorno 22 gennaio dell’anno presente e divulgala colle stampe, abbiamo di nuovo deplorate le ferite per vero acerbissime, che da alcuni anni il governo Sabaudo non cessa di fare ogni giorno più alla Chiesa Cattolica, all’autorità ed ai diritti di essa, non che ai sacri ministri, ai vescovi, ed alla suprema potestà ed autorità Nostra e di questa Santa Sede. Nella qua(e Allocuzione Noi già alzando novellamente l’apostolica Nostra voce abbiamo riprovati, condannati e diefriarati affatto irriti e nulli tanto tutti ed i singoli decreti dal medesimo governo emanati a detrimento della religione, della Chiesa e dei diritti di questa Santa Sede, quanto la ingiustissima e funestissima legge allora presentata, colla quale fra le altre cose proponevasi di sopprimere quasi tutte le comunità monastiche e religiose dell’uno e dell’altro sesso, le chiese collegiale, non che i benefici semplici, compresi anche quelli di giuspatronato, e le rendite ed i beni di essi sottoporre all’amministrazione ed all’arbitrio della potestà civile. Né tralasciammo nella medesima Allocuzione di ammonire gli autori e fautori di tanti mali, onde assai bene considerassero le censure e le pene spirituali, cui le Costituzioni Apostoliche ed i decreti dei Concili Ecumenici stabiliscono, da incorrersi subitamente, contro gl'invasori dei diritti e dei beni della Chiesa. Ci conforta va la speranza che i medesimi, i quali si gloriano del nomé cattolico, e abitano quel Regno, in cui anche lo statuto stabilisce la sola cattolica religione essere la religione dello Stato, e prescrive inoltre doversi rispettare tutte le proprietà, senza eccezione alcuna, come inviolabili, una volta finalmente mossi dalle giustissime querele dei Venerabili Nostri Fratelli, gl’illustri vescovi dello stesso regno, non che dagl’iterati Nostri richiami, lagni e paterni ammonimenti, volgessero la mente e l’animo a più saggi consigli, e cessassero dal molestare la Chiesa, e sollecitassero il riparo dei danni gravissimi, che le hanno recati. Nella quale speranza ci confortavano sovratutto talune promesse fatte ai medesimi vescovi, promesse, cui credevamo doversi prestar fede.
Ma il governo Sabaudo, lo diciamo con dolore, non solo non porse orecchio alle querele dei suoi Pastori, non che alla Nostra voce, ma ingiurie sempre più gravi facendo alla Chiesa e alla autorità Nostra e di questa Sede apostolica, come ancora disprezzando affatto le molte Nostre proteste ed anco i nostri paterni ammonimenti, non paventò di interamente approvare, sancire e promulgare la ricordata legge, mutata in parole ed in certa apparenza, ma nella sostanza, nel fine, e nello spirito affatto la stessa. Certamente è per Noi cosa gravissima e molestissima, è Venerabili Fratelli, quella di dovere declinare da quella mansuetudine e mitezza, che abbiamo, dalla stessa natura attinta e ritratta e imparata dall'eterno Principe dei Pastori, e che perciò abbiamo con costante volontà assai di buon grado sempre esercitata; e di assumere la parte della severità, da cui il paterno Nostro animo é sommamente alieno. Però in vedendo che a nulla giovò ogni cura, sollecitudine, longanimità e pazienza da noi praticata per più di sei anni per riparare colà le rovine della Chiesa, e che nessuna speranza presentisi, gli autori di tanti attentali vogliano porgere docile orecchio alle esortazioni, conciossiaché disprezzati intieramente i Nostri ammonimenti non lasciano di aggiungere ingiurie ad ingiurie, e far di tutto per opprimere e distruggere affatto nel regno Sabaudo la Chiesa e la sua autorità e libertà, non che i suoi diritti, ci ê forza usare contro di essi della ecclesiastica severità, per non mancare al nostro dovere e disertare la causa della Chiesa. E, come ben sapete, Noi con questo modo di agire seguiamo gl’illustri esempi di tanti romani Pontefici Nostri predecessori, che insigni per santità e dottrina non dubitarono di punire i figli della Chiesa degeneri e contumaci, e gli ostinali violatori ed usurpatori dei suoi diritti, con quelle pene, che sono stabilità dai sacri Canoni contro i colpevoli di simili reati.
Ond’è che in questo vostro amplissimo consesso nuovamente alziamo la Apostolica Nostra voce, e ancora riproviamo, condanniamo e dichiariamo affatto nulla ed irrita tanto la enunciata legge quanto tutti i singoli fatti e decreti dal governo Sabaudo emanati a danno della religione, della Chiesa, dell’autorità e dei diritti Nostri e di questa Santa Sede; e dei quali vi abbiamo dolenti parlato e nella Nostra Allocuzione del 22 gennaio di questo anno e nella presente. Oltre a ciò con incredibile tristezza dell’anima Nostra siamo costretti a dichiarare, che tutti quei, che nel regno Sabaudo non temettero di proporre, approvare e sancire i ricordati decreti e la legge contro i diritti della Chiesa e di questa Santa Sede: come ancora. dei medesimi i committenti, i fautori, i consultori, gli aderenti ed esecutori, hanno incorsa la scomunica maggiore, e le altre censure e pene ecclesiastiche stabilità dai Sacri Canoni, dalle Apostoliche Costituzioni e dai decreti dei Concili generali, in modo speciale del Tridentino (sess. 22 cap. 11). Tuttavia, sebbene spinti dalla inevitabile necessità di compiere il Nostro ministero, usiamo severità, ben sappiamo e rammentiamo, che Noi quantunque immeritevoli teniamo quaggiù le veci di Colui che nella sua collera ricorda la misericordia. II perché sollevando lo sguardo al Signore Iddio Nostro non tralasciamo di umilmente e ardentemente chiedere, perché si degni colla celeste sua grazia illuminare e trarre a più saggio pensamento i figliuoli degeneri di sua santa Chiesa, di qualunque ordine, grado e condizione, si laici che chierici anche insigniti del sacro carattere, dei quali non si possono deplorare abbastanza i traviamenti: perché non vi ha cosa tanto grata al nostro cuore, tanto desiderata e gioconda quanto la resipiscenza ed il pentimento dei traviati. Né tralasciamo in ogni preghiera e supplica con rendimento di grazie di pregare colui, che é ricco in misericordia, che non cessi con tutti i copiosi doni di sua grazia divina di aiutare consolare tutti i venerabili Nostri Fratelli, gli arcivescovi ed i vescovi del regno Sabaudo, posti in tante angustie e tribolazioni, perchè essi, che tanto hanno fatto a lode del suo nome, continuino colla egregia loro episcopale virtù, costanza e prudenza a valorosamente propugnare la causa della religione e della Chiesa, e con ogni cura vegliare alla salvezza ed incolumità del proprio gregge. Ed inoltre umili e fervide preci continuamente facciamo al clementissimo Iddio delle misericordie, perchè col celeste suo aiuto si degni confortare non solo il fedele Clero di quel Regno, che per la massima parte seguendo gli esempi dei suoi Pastori egregiamente compie il suo dovere: ma anche tanti rispettabili laici dello stesso Regno, che assai bene animati da sentimenti cattolici, e affezionati di cuore a Noi e a questa Cattedra di Pietro, si gloriano assai di consacrare l'opera loro alla difesa dei diritti della Chiesa.
Nella seconda allocuzione il sommo Pontefice deplora le persecuzioni mosse in Ispagna alla Chiesa, e la violazione colà operata de' concordati preesistenti fra la Santa Sede e quel reame. Querelasi inoltre dello stato luttuosissimo, cui vuolsi umiliare la Chiesa in Isvizzera, specialmente in alcuni Cantoni cattolici.
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Essendosi recato l'imperator Napoleone a Biarritz,dove trovavasi ai bagni l'augusta sua consorte imperatrice Eugenia, il ministro degli affari esteri della regina Isabella II parti a quella volta per ossequiar personalmente l'imperator dei francesi. I giornali però attribuiscono al viaggio del ministro spagnuolo un carattere di alta, ma segreta, politica importanza.
(Disp. tel.) Circa 310 mila richiedenti sottoscrissero per 3 miliardi e 600 milioni di franchi. Le sottoscrizioni estere oltrepassano 600 milioni. l'imperatore tornò a Parigi. Ai 28 luglio morì a Parigi Salomon Rotschild di 82 anni.
(Disp. tel. ) Il governo inglese ha deciso di fare una legione straniera anche in Italia. A Swansea dalla parte più accessibile della costa il governo inglese collocò una forte batteria di cannoni da 32 e da 68.
(Disp. tel. ) Richiamato Redcliffe da Costantinopoli a Londra.
(Disp. tel. ) La Russia revocò il divieto di esportazione in Austria delle granaglie e dei legumi.
Medici e chirurghi di diversi Stati tedeschi in gran numero entrarono in questi ultimi giorni al servizio della Russia. I russi approfondiscono le fosse, piantano nuove batterie, ed innalzano altri terrapieni davanti la torre di Malakoff, non che a difesa della batteria del Redane di tutto quel tratto di terreno che s'interpone fra l'una e l'altra di queste due fortificazioni.
(Disp. tel.) Notizie da Sebastopoli recano esser morto Totleben: gli succede Melnikoff. Osten-Sacken domandò il congedo: la sua malattia peggiorò gravemente.
(Disp. tel.) Gli alleati aprirono il 28 luglio un forte cannoneggiamento, che durò 10 ore e mezzo, contro il bastione num. 14.
(Disp. tel.) I russi domandarono un armistizio, o almeno una sospensione di armi. Pelissier non aderì. Nella baia di Kamiesch regna insolito fervore, si armano le cannoniere ed i legni sparvierati, i vapori e le navi da trasporto vanno a caricar truppe nel Mediterraneo. Si fanno formidabili apparecchi per una spedizione, il cui scopo è ancora un mistero.
Gurma capo degli arabi ribelli messosi alla testa di 15 mila uomini ha 40 cannoni tolti alle truppe turche nella battaglia che già riportammo. Verso la metà di luglio Garma proponevasi ad assediar Tripoli. Il bey aveva scarsissimi mezzi di difesa.
La Bolivia e il Perù sembrano andare incontro a nuove agitazioni. Nella Nuova Granata il Congresso ha destituito il presidente generale Obando e nominò vicepresidente il generale Mallarino.
BORSA DI PARIGI
BORSA DI ROMA DEL 3 AGOSTO
Napoli 87 20 |
Genova 18 68 |
Vienna 39 20 |
Livorno 15 87 |
Parigi 18 70 |
Trieste 39 20 |
Firenze 15 83 |
Marsiglia 18 68 |
Londra 466 50 |
Venezia metal 15 87 |
Lione 18 68 |
Ancona 99 30 |
Milano metal 15 90 |
Augusta 47 80 |
Bologna 99 10 |
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Scrive l’Armonia che «le piaghe di Genova sono tre: le scalate che si danno ai conventi; i sequestri e le condanne a pregiudizio di coloro che non possono pagare le imposte; e finalmente il colera!»
l'Italia e Popolo osserva che nella seconda vendita degli oggetti di un Acerbis, che non avea pagatole imposte del primo semestre di questo anno, gli agenti fiscali commisero nientemeno che sette illegalità.
Il Tempo, periodico di Casale tutto devoto al ministero, ci la sapere che «l'incarico di far l'inventario pei conventi a Casale fu rifiutato dall'insinuatore, dall'emolumentatore e dal conservatore delle ipoteche. l'avvocato fiscale e il sindaco non si trovarono, il perchè non si sa se questi avrebbero accettalo la commissione; che perciò venne affidata al verificatore delle imposte!»
Il maresciallo O'Donnell assumendo il comando del settimo battaglione della guardia nazionale di Madrid pronunciò un applaudito discorso per isviluppare queste due idee: libertà e trono d'Isabella II. Ma se, come dicono alcuni giornali madrilesi, in mezzo a queste due idee sorgesse una dittatura, che sarebbe mai di loro? La dittatura, in tal caso,
«Calcherà l'una e l'altro, e farà d'ambo
«Sgabello ai piedi per salir sublime.
La storia è antica, e la sua riproduzione non ha varialo mai di carattere, né di conseguenze. La Port Zeitung è informata che la partenza del francese Letang da Vienna e dell'austriaco Crenneville da Parigi la supporre ad alcuni, che han la veduta più corta d'una spanna, essersi rotta la convenzione militare conchiusa fra l'Austria e la Francia. Questa supposizione però, dice quel giornale, è inesatta, mercecché la convenzione non fu mai ratificata né dalla Francia né dall'Austria; ma l'una e l'altra si accordarono soltanto a tenere in riserbo alcune disposizioni della convenzione medesima, le quali all'occorrenza potranno esser subito ratificale. Cosi la rottura non ci è, perchè la convenzione non fu mai conchiusa. La convenzione adunque, di cui si parlò dal giornalismo in modo tanto positivo, sarebbe oggi passata pel povero di quegl'infiniti enti-non-enti che dal principio della quistione orientale esercitarono di continuo le elastiche intelligenze degli articolisti.
Il Times ha un articolo dimostrativo che la presente guerra è più dannosa alla Russia che alle Potenze occidentali, perché il commercio di esportazione della Russia è pressoché interamente distrutto e le forze produttive della sua industria diminuiscono sempre più di giorno in giorno; mentre il commercio di esportazione e le forze industriali dell'Occidente si conserva-no in tutta la loro vigoria. Ma, non ha guari, recammo il parere di un altro giornale che sostiene essere per la Russia anzi un vantaggio che un detrimento se il suo commercio di esportazione ê paralizzato dalla presenza delle flotte alleate nel Baltico e nel Mar Nero. Quale di queste due opinioni sarà da preferirsi? quale la più conforme alla verità? Certo è che la popolazione russa trovasi assai contenta, come dicono non sospette relazioni venute da quelle parti, ad onta dei grande rovinio che leggiamo nel Times.
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Mentre havvi un ben copioso partito il quale ritiene come punto essenziale di sua fede politica che la presente guerra altro in sostanza non sia che la lotta dell’autorità, della legittimità e dell’ordine, idee rappresentate dalla Russia, contro la rivoluzione, la teoria dei fatti compiuti e l’anarchia, idee che si dicono i rappresentate (nel che noi non conveniamo) dalle Potenze occidentali, egli è un enigma inesplicabile (fino a un certo punto) che il giornalismo della estrema democrazia, ch'è quanto dire della totale sovversione degli attuali sistemi governativi di qualunque colore essi sieno, propugni per ogni guisa la causa del moscovita. e gongoli di gioia ove possa narrare o presagire alcun sinistro evento delle armi alleate.
L’Italia e Popolo, anzi tutti, viensene ricisamente a sentenziare che «l’impresa degli occidentali in Crimea è una impresa disperata; ai governi di Francia e d’Inghilterra altro non resta che rimbarcare gli eserciti ed implorare la pace sotto il patronato dell’Austria. La Maga, in vista dei preparativi che si fanno per la campagna d’inverno nelle Tauride, domanda se sia possibile una cecità ed una forsennatezza maggiore; enumera le funeste conseguenze di tale campagna e afferma che Francia e Inghilterra avrebbero fatto meglio a cedere e non continuare per più a noi una guerra insensata, la cui prospettiva è soltanto uno inutile scempio di vite umane, un massacro continuo, organizzato, privo pur anco dello sterile compenso della gloria. Ma se la posizione degli alleati fosse veramente quale ce la dipingono l'Italia e Popolo e la Maga, perché la Russia ordina levo novelle, spinge sempre poderosi eserciti verso Perekop e spiega tanti apparecchi di forze militari per discacciare dalla Crimea quei rimasugli di truppe turcanglogallosabaude, che sebbene percosse dall’inesorabile flagello dei colera e affrante delle fatiche e dagl’insopportabili estivi calori (come dicono i russomani articolisti), non poterono ancora essere impedite a continuare i lavori d’approccio a Sebastopoli, lavori che oggimai pervennero fin presso alle mura di quel formidabile russo baluardo? Questi, a parer nostro, son fatti che escludono quella disperata condizione degli alleati che altri va con mimallonea eloquenza magnificando. Finché vogliasi dire che l'esito della lotta è dubbio si per l’una come per l'altra. parte, noi nulla replicheremo; ma quando si viene a declamare che Francia e Inghilterra non hanno altro scampo che di rimbarcare i loro eserciti ed implorare la pace sotto il patronato dell’Austria, si può ben rispondere che se le forze francesi e inglesi scarse di numero, di mezzi guerreschi ed anche di vettovaglie si mantennero in Crimea per un intero inverno, oggi che augumentarono per grandi ricevuti rinforzi, oggi che non mancano più di mezzi guerreschi, oggi che ingenti provvigioni di vettovaglie empiono i loro magazzini, oggi finalmente che conquistarono e fortificarono posizioni che nell’inverno non aveano, staranno in Crimea finché vogliano starci e un loro rimbarco non sarà mai coattivo, ma consigliato unicamente da vedute strategiche.
Sterilissima di fatti di guerra questa settimana. Nel Baltico cessarono perfino i bombardamenti de' pacifici villaggi delle coste finlandiche! La flotta occidentale allontanatasi da Cronstadt si schierò innanzi a Nargen in attitudine minacciosa, ma i dispacci venuti da Danzica in data dei 27 luglio non annunziano alcun tentativo di espugnazione è almanco di distruzione. Sol tanto l’infuriar degli elementi turbò la inesplicabile inazione; i fulmini e le tempeste fecero mal governo della flotta britannica; due bastimenti perirono; parecchi altri rimasero inservibili.
Dalla Crimea non si hanno che notizie di continuati lavori d’approccio da parte degli alleati, e di qualche sortita, sempre però vigorosamente respinta, dai russi. Ma vuolsi che prima dei 15 agosto il telegrafo recherà novelle gloriose per le armi francesi.
Sul Danubio, da un lato ingrossano i russi, dall’altro si acconciano alla difesa i turchi, i quali aspettano forti aiuti di truppe alleate.
Le cose dell'Asia suonano sempre sinistre agli ottomani. Quantunque i dispacci, che vengono da Costantinopoli, procurino lenire un cotal po l’asprezza degli avvenimenti, pure ci dicono che Murawieff giunse perfino a rompere le comunicazioni fra Erzerum e Trebisonda! Credesi che Omer pascià, desiderose di aziono indipendente per avere intera la gloria delle sue gesta passerà in Asia a risarcire i danni che non pochi già vi patirono le milizie comandate dall'inglese Williams.
Le fluttuazioni della Dieta germanica terminarono, a quanto dicesi, con aderire alle ostinate idee della Prussia. Altra potente ragione per l’Austria di rimanersi neutrale è di agire secondo la direzione che assumerà il preponderante esercito federale.
Le nostre previsioni riguardo al nuovo imprestito francese non fallirono. La nazione sottoscrisse per più di tre miliardi! Le sottoscrizioni venute dall’estero presentano più di 600 milioni. Tanta è la fiducia che si ha nel governo imperiale! Ma parlasi di qualche trama ordita ora in uno ora in altro punto della Francia; il governo è in sugli avvisi e provvede; gli emigrati altri ebbero la espulsione, altri lo internamento, altri la dichiarazione che la loro dimora in Francia è provvisoria.
La rivoluzione dei pascialicato di Tripoli divenne assai seria. Se il bey non ha un pronto, sincero e potente soccorso da Francia e Inghilterra, un fatto compiuto deporrallo di seggio, e quell’affricana provincia troverà qualche europeo padrone, che forse da qualche tempo la vagheggia per amore dello incivilimento.
Tutto il resto rimansi nel medesimo stato che sponemmo nelle passate riviste.
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Nette ore pomeridiane di ieri, come preventivamente annunziammo, riaprivasi al pubblico culto divino il magnifico tempio di S. Maria sopra Minerva, al cui restauro gareggiamo tutte le arti belle. Immensa moltitudine di popolo accorse ad ammirarlo e ad assistervi al solenne Vespro messo in musica dal maestro Giacomo Fontemaggi, dei quali son pure le musiche della Messa e del vespero di questo giorno sacro alle glorie del gran Fondatore dell’ordine de Predicatori. Stamane circa le ore 8 la Santità di Nostro Signore si è recata alla suddetta chiesa per consacrarvi il novello altare maggiore, che lascia indeciso se in esso prevalga è la ricchezza della materia è la eleganza dei lavoro. Dopo la consecrazione dell'altare, il Santo Padre vi ha celebrato l’incruento sagrificio. Domani sarà collocato sotto l’altare massimo il corpo di S. Caterina da Siena portatovi processionalmente; e la Romana Municipale Rappresentanza vi farà l’offerta di un calice prezioso. Nei giorni 6, 7 e 8 solenne triduo in onore della santa Vergine di Siena, con messe e vespri posti in musica quelli dei primo giorno dal maestro Cesare de Santis, del secondo dal maestro Giacomo Fontemaggi e del terzo dal maestro Gaetano Capocci.
EDITTO
GIACOMO
della S. R. C. Card. ANTONELLI
Diacono
di S. Agata alla Suburra
della
Santità di N. S. PIO
PAPA IX
Segretario
di Stato ecc.
A porre un maggior freno al delitto di forte, la Santità di Nostro Signore, inteso il Consiglio dei Ministri, ci ha ordinato di pubblicare, siccome noi nel sovrano Suo nome pubblichiamo le seguenti straordinarie disposizioni.
Art. 1. il borseggio, ossia il forte occultamento commesso sulla persona, è punito col massimo grado della respettiva pena indicato nell’art. 336 del regolamento penale.
Nel borseggio le immediate acclamazioni, e la incolpazione diretta del derubato fornito di buone qualità possono fare prova contro l’imputato, ancorché non si rinvenga al medesimo la cosa involata, purché costi di sua vita oziosa, o sia pregiudicato anche in via di Polizia per sospetta condotta la linea di furti.
Art. 2. Il reo di borseggio commesso in Chiesa è in luogo e tempo di pubblici spettacoli è di qualunque pubblica riunione, soggiace alla pena corrispondente del furto qualificato, non che alle battiture da quindici a trenta da darsi nel luogo da destinarsi nella sentenza.
Art. 3. Il forte campestre di frutti pendenti, di piante, alberi, rami ed altri frutti del suolo, di legna un ardere, o di legname da lavoro esistente ne’ boschi, è ne' campi, è punito colla pena del forte semplice ne' respettivi gradi.
Se pero il furto campestre è di somma inferiore a sc. 5 se conosciuto e giudicato dal magistrato di polizia, ed è punito col carcere da quindici giorni a tre mesi, qual pena in caso di ricidiva è aggravata col trattamento del pane ed acqua per due giorni di ciascuna settimana.
Art. 4. La delazione di una è più chiavi false, di chiavi intonacate di cera od altro per imitare le vero, di grimaldelli, e di altri istromenti sospetti, come mezzi atti ad eseguire forti, è punita colla detenzione da sei mesi ad un anno.
Art. 5. Il reo di delazione come sopra, che ha subito una condanna per forte, è vincolato da precetto di Polizia per sospetta condotta in linea di furto, è punito coll'opera pubblica da un anno a due anni.
Art. 6. La semplice ritenzione di chiavi false e di chiavi intonacate di cera, di grimaldelli od altri istromenti, in persone sospette in linea di forti, è rimessa alla cognizione del Magistrato di Polizia, il quale punirà il ritentore con la detenzione da sei mesi ad un anno.
Art. 7. Chiunque avrà dolosamente contraffatto o alterato chiavi, o formato altro istromento atto a commettere un forte, sarà punito coll'opera pubblica da uno a due anni.
Se il colpevole sarà fabbroferraio di professione sarà punito coll’opcra pubblica da due anni a tre.
Art. 8. Il ladro che in alto di commettere il furto, sia questo semplice è qualificato, è trovato possessore di un'arma proibita dalla legge anche alla sola delazione è punito con la galera per dieci anni oltre la pena del forte. Nel caso che faccia uso della detta arma è condannato con le pene prescritte negli art. 346, 347 e 348 dell’anzidetto regolamento penale.
Art. 9. La reiterazione nel furto assoggetta il colpevole al massimo del grado della respettiva pena per ogni furto commesso.
Ove però il complessivo valore dei furti superi gli sc. 300, se trattisi di furti semplici, il reo è punito con venti anni di galera; se poi uno o più de' furti sono qualificati, è punito colla galera perpetua.
Art, 10. Colui che ha subito una condanna per qualunque furto, anche anteriormente al presente Editto, commettendone uno nuovo, è dichiarato recidivo.
Se pertanto il nuovo furto è semplice, purché non sia campestre inferiore a sc. 5. è punito per qualunque somma fino agli sc. 200, con dieci anni di galera, sopra questa somma con la galera per venti anni. Se poi il nuovo forte è qualificato, il reo è punito per qualunque somma fino agli sc. 200; con venti anni di galera; sopra questa somma con la galera perpetua.
Art. 11. Il reo di furto, che ha compito gli anni 18 di età,non gode di alcuna minorazione di pena.
Art. 12. l'arresto del ladro anche senza mandato di giudice, e fu ori dei casi di flagrante o quasi flagrante delitto, è sempre validamente eseguito.
Art. 13. La disposizione della sentenza per furto portante condanna all'opera pubblica, od alla galera, appena sarà in istato eseguibile, verrà pubblicata colla stampa, e sarà affissa nel luogo del commesso delitto, ed in quello di origine e domicilio del condannato.
Art. 14. I condannati per titolo di furto espieranno la pena nei luoghi separati sotto speciale sorveglianza, eseguendo i lavo secondo li respettiva condanna a totale beneficio dello stato. Il loro trattamento, i mezzi di sicurezza e di custodia, saranno i più rigorosi, e verranno determinati da apposito regolamento.
Art. 15. Lo statista che avrà commesso il furto fuori della sua patria di origine, dopo espiata la pena, non potrà più fare ritorno nel luogo del commesso delitto, altrimenti incorrerà nella pena da uno a due anni di opera pubblica.
Art. 16. Questo Editto avrà forza di legge dal giorno della sua pubblicazione.
Dato dalla Segreteria di Stato li 30 luglio 1855.
G. CARD, ANTONELLI
Verso le ore 5 pomeridiano della passata domenica usciva dalla chiesa di S. Maria sopra Minerva la solenne processione che nel precedente Numero annunziammo. Tre sceltissime bande filarmoniche accompagnavano con ben eseguiti suoni la devotissima pompa,e l'una era si lontana dall'altra che le contemporanee armonie da quella a questa non s'intendeano. Si lunghi erano gl'interposti drappelli laici e del clero monastico e regolare! V’intervennero tutti i parrochi di Roma, la Rappresentanza Municipale procedeva innanzi alla bellissima una che racchiudeva le venerande reliquie di Santa Catarina da Siena, sostenuta da quattro religiosi domenicani presso, ciascun dei quali era un vescovo che in abiti pontificali ne sorreggeva il rispettivo lembo della preziosissima urna. Da ambo i lati sventolavano le bandiere dei quattordici Rioni della città eterna. Dietro l'urna movea l’Eminentissimo cardinal Della Genga; indi una compagnia di terziarie in abito nero, ed una schiera di uomini; quelle e questi seguivano recitando devote supplicazioni. Una foltissima moltitudine di popolo faceva ala su tutto il passaggio della processione, che traversando la piazza del Gesù, di Venezia, il Corso fino a piazza Colonna, ripiego verso la piazza di S. Maria in Aquiro, restituivasi con ordine perfettissimo al gran tempio di S. Maria sopra Minerva. Ieri pronunciò in onore della santa Vergine senese una orazione panegirica il reverendo padre Mariano Minini della Compagnia di Gesù, stamane un'altra il reverendo padre Bernardino da Ferentino dei Minori Osservanti, e do mani sarà recitata la terza dal reverendissimo padre Francesco Gaude procuratore generale dell'Ordino Domenicano e rettore del seminario Pio. Cosi la eloquenza ancora di questi tre insigni oratori del nostro se, colo concorre a rendere più soleone if triduo che si celebra a gloria della cristiana eroina, cui Roma è debitrice di averle ridonato la pontificia residenza che la trasportata in Avignone.
Scrivesi da Milano in data del 28 luglio che da qualche giorno rifiutavasi colà un gran numero di passaporti per la Francia!
l'arciduca Carlo Luigi è nominato luogotenente nel Tirolo; il conte Bissinger è nominato luogotenente in Venezia.
Momentaneamente è ristabilito (Gaz. di Vien. e dei sobb.) il buon accordo fra l’Austria, la Prussia e gli altri Stati della Confederazione; nulladimeno la Baviera di proprio arbitrio, tentò di farsi mediatrice di pace a Pietroburgo, ma Nesselrode la ringraziò gentilmente dell'offerta!
Gli ufficiali prussiani che presero servizio nell’esercito ottomano in qualità d’istruttori, tornarono a Berlino; dovettero definitivamente rinunziare agl'impieghi che occupavano in Turchia.
Riguardo ai polacchi, ch’emigrarono in Prussia, fu emanata una ordinanza del presidente della provincia di Posen, secondo la quale tutti quelli che non furono consegnati con le norme della convenzione e che perciò debbono essere espulsi dal territorio prussiano, saranno inviati alla direzione di polizia di Posen, che manderalli oltre il confine con ammonizione di non più ritornare in Prussia sotto pena di venir subito arrestati e consegnati al procuratore di Stato.
Il governo danese la demolire gli ultimi avanzi delle fortificazioni di Rendsbourg, di modo che fra poco tempo questa città, che formava l’estremo baluardo settentrionale dell'Alemagna, cesserà di essere una piazza forte. Quando ferveva la guerra schlsswig-holsteinese trattavasi di ridurre questa piazza una fortezza federale.
Il conflitto fra gli Stati Unili e la Danimarca, relativamente al pagamento dei diritti del Sund, minaccia di mutarsi in aperta ostilità. Fin dal 12 aprile scorso: gli Stati Uniti notificarono al Governo danese la risoluzione di non pagare più quei diritti di rompere il trattato del 1826. Secondo una stipulazione di esso trattato, le parti contraenti non possono sciogliersi dalle loro obbligazioni che dopo un anno dalla denuncia. Nella ventura primavera dunque la forza dovrebbe deciderà fra le esigenze danesi e il rifiuto americano. É del resto una quistione che riguarda tutte le Potenze marittime; da un lato la Prussia ch'è la più aggravata, dall'altro l'Inghilterra e la Russia che hanno interesse a sostenere le pretensioni della Danimarca. Già nel 1844, bastimenti mercantili americani, scortati da navi da guerra, doveano sforzare il passo del Sund. I negoziati che seguirono non lasciano grande speranza di una conclusione pacifica. Al dire degli Stati Uniti, la navigazione essendo libera nei due mari, dee esser libera anche nello Stretto; la Danimarca non padroneggia entrambe le rive del Sund; l'origine della esigenza del Governo danese risale ad epoca remota, anteriore alla scoperta dell'Ameriea e non v’ha per ciò ragione di applicarla agli Stati Uniti, i cui vascelli debbono pagare ogni anno mezzo milione di franchi. Il presidente Pierce, per sottrarre il paese a questa gravezza, chiese al Congresso la facoltà di rompere il trattato del 1826 l’ha il Congresso accordata. Ê quindi più che probabile che si ricorra fra poco alla ragion delle armi; e la quistione dei Sund, in tal caso, potrebbe avere una importanza non minore di quella che si attribuisce alla quistione orientale.
Il governo francese la costruire a Versailles grandi caserme che potranno contenere 23 mila uomini di cavaIleria.
Il principe Napoleone intervenuto al banchetto offertogli dai membri del giuri internazionale della grande Esposizione pronunciò un discorso che fu più volte interrotto dagli applausi dell'adunanza e che dal giornalismo è giudicato siccome un proclama all’Europa (Corr. It.). Esso è riportato dal Moniteur. Il principe, fra le altre cose, disse: «lo vi propongo, o signori, questo brindisi: Alla prosperità dei popoli civilizzati, rappresentati dai membri del giuri internazionale e dai commissarii dei governi esteri..... Il nostro governo diede una prova di fiducia nella sua forza mostrando la Francia in mezzo alle gravi circostanze, in cui si trova la Europa; ciò significa ch'essa crede utile per tutti il visitare la Francia! II nostro paese combatte all’estero per la giustizia e per la civilizzazione; esso sostiene una guerra, grande per la possanza del nimico, malagevole soprattutto per la sua lontananza e per le difficoltà di raggiungerlo. Ma senza atterrirsi per questa grave responsabilità, il governo dell’imperatore osò intraprendere una Esposizione universale. Il successo ottenuto dimostra la forza di una democrazia organizzata. E noi veramente siamo una nazione di democrazia e di uguaglianza, pei nostri costumi, per le nostre instituzioni e più per lo scopo cui tendiamo. Appo noi l'impiegato diviene ministro, industriale l'operaio, possidente il contadino, generale il soldato, il popolo intero più cinge della corona facendo satire al trono una dinastia di sua elezione. Il sovrano comprende il genio della sua nazione, e in forza di questa unione di sentimenti e d’idee fra il popolo e il suo capo; malgrado gli ostacoli, le calunnie e gli odi individuali di personalità che soffrirono dal movimento risurrezionale del nostro paese, la Francia vede scorrere con dolore, ma senza debolezza, il sangue dei suoi generosi figli… Coloro, che osservarono la Francia con imparzialità, riflettano e decidano! Se non m’inganno sulle conseguenze di questa unione internazionale, si sarà raggiunto un grande scopo morale, forse superiore al materiale risultato. L’idea della confederazione dei paesi civilizzati avrà fatto un gran passo innanzi; e la Francia avrà l’insigne onore d’avervi contribuito senza egoismo, senza idee di dominio, ma unicamente pel bene generale, il che corrisponde agl'istinti suoi e alla sua missione d’iniziativa. La confederazione europea potrà appoggiarsi sulla gloria dei campi di battaglia, sul commercio sviluppato e facilitato, sull’applicazione delle moderne scoperte. Il mondo civilizzalo, qui rappresentato, non dee formare nell’avvenire che una grande famiglia.»
Parlasi di un duello avvenuto nel Belgio fra il generale Changarnier e il conte di Morny, che dicesi rimasto ferito.
A Barcellona si parla di una vasta ed imponente associazione segreta che avrebbe a sua disposizione parecchie migliaia di braccia e considerevoli somme di danaro. Le notizie della Catalogna lasciano intravedere il prossimo scoppio di nuove turbolenze.
A Madrid si crede che la Biscaglia dispongasi a resistere alla legge sullo incameramento dei beni ecclesiastici. Nella provincia di Girona penetrò una compagnie di carlisti (v’ha chi la riduce a 20 uomini!) sotto gli ordini di Borges e Tristany, alcuni aggiungono anche Tubany. Il corriere ordinario della Catalogna annunziò che una piccola banda carlista (forse di altri 20 uomini si mostrò nella direzione di Vich. A Barcellona continuano gli arresti che sono numerosi e di molta importanza; il governo vi riunisce forze considerevoli volendo prevenire il caso di una nuova rivoluzione.
(Disp. tel.) Prende consistenza la voce che Cabrera sia entrato veramente in Ispagna.
Le ultime notizie di Madrid recano imminente un colpo di Stato che produrrà la dittatura.
Lo czar ha dato incarico al celebre compositore Alessio Livoff di organizzare a Pietroburgo un conservatorio di musica. I professori già sono nominati, e le lezioni comincieranno col. prossimo gennaio.
Dicesi stabilito il prossimo matrimonio del granduca russo Niccolò con la principessa di Oldemburgo figlia del principe Pietro.
Annunzia un dispaccio che il principe Schachovskov si è dimesso dal comando dei militi di Pietroburgo; e che gli succede il generale Rudiger.
(*) Fra qualche giorno partiranno da Ramsgate pel Baltico parecchie batterie galleggianti ad elice, alcune delle quali appartengono all’Inghilterra ed alcune alla Francia.
(*) Si assicura che la venuta di Omer pascià a Costantinopoli sia stata ordinata dal sultano medesimo, il quale, dopo un consiglio di ministri da lui presieduto, richiamò dalla Crimea Omer pascià per interpellarlo sul suo parere intorno. alle disposizioni militari per la difesa dell’Anatolia contro le aggressioni di Murawieff.
(Disp. tel.) Omer pascià parti da Costantinopoli altri dicono per tornare in Crimea, dopo avere ottenuto miglioramenti per le truppe; altri affermano per andare ad assumere il comando dell’armata del Danubio.
(Disp. tel.) Omer pascià riassume il supremo comando dell’esercito del Danubio. Sembra volerai circondare di uno stato maggiore di emigrati, fra i quali è il principe Sturdza.
(*) Informazioni, che possiamo credere esatte, ci danno contezza aver gli alleati stabilito di formare grandi accampamenti presso Costantinopoli e sul Danubio per tutta la durata della guerra.
(Disp. tel.) Il generale inglese Bentson venne ucciso nei Dardanelli da parecchi de' baschibozuk che stanno sotto il suo comando.
Il generale Pelissier mandò a Kamiese i corrispondenti dei giornali, dove li fece imbarcare a bordo di una nave da guerra e condurre a Costantinopoli; vietò inoltre agli ufficiali di scrivere nelle loro lettere se non cose che si riferiscono a fatti compiuti. Indi anche i giornalisti di Costantinopoli ricevettero l’ordine di astenersi da qualunque pubblicazione relativa alle future operazioni degli alleati, sotto pena della immediata sospensione.
In Crimea gli alleati fanno grandi apparecchi per disporre le stanze d’inverno. Le piazze marittime di Kamiesc, Balaclava, Eupatoria e Jenikalè già divennero stazioni militari di grande importanza. I lavori che segnatamente si fanno a Kamiesc e Balaclava sono tali da non perdere del loro valore, quand’anche si dovesse levare l’assedio da Sebastopoli, poiché costringerebbero i russi a tenere grandi forze nella Tauride.
A Kamiesch si aprono strade, si edificano case, si costruiscono spedali, si fabbricano magazzini, insomma vi si prendono tali provvedimenti che fanno presumere che Pelissier abbia intenzione di fondarvi una città francese.
I giornali inglesi annunziano che fu deciso di attaccar Sebastopoli dalla parte di mare. Una flotta di 100 navigli ton a bordo 40 mila uomini procurerebbe di forzare l’ingresso del porto (e qui è la difficoltà) per introdursi nella baia, mentre da un’altra parte (che non si accenna qual sia) le truppe darebbero l’assalto.
Fra le molte vociferazioni vi ha pur quella che il generale Bosquet debba imbarcarsi con 50 mila uomini per Eupatoria a fine di prendere l’offensiva congiuntamente a Menikli pascià contro Sinferopoli, ove sono concentrati 100 mila russi, la più parte di milizie irregolari. Dicesi esser questo un progetto di Pelissier approvato anche dai generali Simpson e Lamarmora.
Gli sforzi dei francesi tendono attualmente a rizzare una batteria che signoreggi tutta la baia di Sebastopoli. I russi d’altronde concentrano un formidabile fuoco sul punto, in cui vorrebbesi accomodare questa batteria, il cui scopo sarebbe di far tacere i piroscafi russi che dal Carenagg è potrebbero fulminare gli assalitori nel di dell’attacco.
(Disp. tel.) Nella notte del 3 al 4 i russi fecero una sortita sulla strada Woronzoff alla estrema ala destra degli alleati, che non soffersero alcuna perdita respingendo il nimico.
(Disp. tel.) Un ordine del giorno del generale Gortschakoff ringrazia gli abitanti della Nuova Russia e della Bessarabia pel patriottismo da essi addimostrato nelle attuali contingenze dell’Impero.
(Disp. tel.) Arrivarono in Crimea la settima e decimaquinta divisione di fanteria di riserva russa pro venienti da Bender e da Odessa.
Si afferma che il quartier generale della legione italiana in servizio dell’Inghilterra sarà stabilito a Novara. Il comando della legione è dato a Manners Perty colonnello dei granatieri della guardia della regina Vittoria.
Gl’imbarchi di truppe per l’Oriente continuano si a Tolone come a Marsiglia.
Murawieff uomini governatori russi in tutti i villaggi occupati dalle sue truppe nelle provincie turche dell’Asia.
(*) Fin dal 24 luglio credevasi a Londra che malagevole impresa era quella del pascià di Trebisonda di giungere a tempo con le sue truppe ad Erzerum; e le meglio informate corrispondenze provenienti da Costantinopoli già consideravano siccome perdute le piazze turche dell’Asia strette dall’esercito russo di Murawieff.
EGITTO
La rivoluzione dell’Alto Egitto è sedata. I ribelli all’apparir delle truppe di Said pascià deposero le armi e si sottomisero senza veruna condizione.
Il partito di Gurma è sempre in aumento per l’adesione delle tribù circostanti. Il suo prestigio cresce per la recente riportata vittoria, e la umanità che Gurma addimostrò verso i feriti e i fuggitivi delle sconfitte truppe del bey tripolino, gli conciliò le più singolari simpatie. Il castello di Gebel con la sua guernigione si arrese il giorno successivo a quello dell’accennata vittoriosa fazione; il suo comandante Gasan pascià fu fatto prigioniero.
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Aspettasi fra pochi giorni l’annunzio di qualche glorioso fatto d’armi operato innanzi a Sebastopoli specialmente dai francesi, onde con esso render più liete e la festa nazionale del 15 agosto a Parigi e la venuta della regina Vittoria alla imperial corte napoleonica. Parlasi intanto di una grande spedizione della flotta alleata del Mar Nero, senza che finora sappiasi su qual punto debba scaricarsi la minacciata procella. Ma per quel che riguarda l’armata terrestre, e’ si pare apparecchialo un terribile assalto alla famosa torre di Malakoff. E quel tanto magnificarsi anche nei giornali francesi la inespugnabilità e la importanza di essa torre, è per noi argomento che vuolsi cosi preparare la pubblica opinione a ricevere con sensi di meraviglia la notizia della presa di quella formidabile posizione. Forse noi c’inganniamo con queste vaghe congetture, ma egli è certo che gli apprestamenti per espugnare la torre di Malakoff son tali che la vittoria può ritenersi come sicura. E sembra che di ciò sieno persuasi i russi ancora, i quali già condussero a compimento le opere per combattere gli alleati allorché questi si saranno di Malakoff impossessati. Prima Tottleben e poi Melnikoff fecero elevare non solo una seconda linea per la difesa della torre, ma eziandio dietro della medesima, per le ulteriori oppugnazioni, innalzarono un ridotto che chiamano Forte Stellato,»u nito di poderosa artiglieria, e più in là una terza linea, nella quale si concentrarono i più efficaci mezzi di estrema difesa, ed ebbesi cura che questa terza linea protegga coi suoi cannoni anche il sobborgo di Karabelnaia. Indi la quistione, che immediatamente succederebbe alla occupazione di Malakoff, sarebbe se gli alleati vi si potranno a lungo mantenere, rimanendo loro a superare il Forte Stellato e la terza linea, senza di che la conquista di Sebastopoli sarà sempre problematica, anzi impossibile. Il nostro parere, che poggia sulla esperienza dei passai! avvenimenti, si è che, ove gli alleati pongano piede in Malakoff, sapranno stabilirvisi in modo da continuare i successivi lavori di approccio per vincere il nuovo Forte Stellato e la ulteriore terza linea eretta dai russi. Esclusa per massima dai risultati di un regolare assedio fatto secondo la attuali norme militari la imprendibilità di qualunque posizione, tutte le difficoltà, che s’incontrano e che sopravvengono, si risolvono in quistioni di tempo. Per evitare le matematiche conseguenze dell’assedio, agli assediati non resterebbe altra via che quella di costringere con un piano di gagliarde diversioni il nimico a levarlo. E che questo piano non possa effettuarsi contro gli alleati padroni del finitimo mare e di alpestri posizioni, è dimostrato dai replicati sforzi che finora inutilmente si praticarono.
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Il Nord riceve da Sebastopoli una corrispondenza che assicuralo che «i marinai russi, i quali servono le batterie, fanno mostra di un valore e di una intrepidezza veramente ammirabili; il loro numero però diminuisce di giorno in giorno. Essi si considerano come sacrati alla morte; con tuttocciò adempiono al loro servigio fra lieti canti e suoni. Di trentasei ufficiali di marina che furono impiegati presso le batterie fin dai primordii dell’assedio non ne rimane che un solo; gli altri sono è morti è feriti!» Quanto poi agli effetti del bombardamento degli alleati, la corrispondenza dice che ove si calcoli la ingente massa dei proiettili lanciati sopra Sebastopoli, è impossibile non far le meraviglie che Sebastopoli esista tuttora. Le parti superiori però, come la Karabelnaia, in fatto non esistono più!» Ecco dunque che gli alleati pur sanno operare qualcosa! e è confessa un giornale stipendiato propugnatore della Russia! Hoe dictum est illis, che vedono inevitabile il rimbarco degli occidentali.
La Gazzetta della città e dei sobborghi di Vienna trova cosi varie e contraddicentisi fra loro le notizie che le pervengono dalla Crimea che non sa più intendere se assediati sieno i russi è gli alleati. Dichiara per tal modo di non conoscer né anche le posizioni degli eserciti belligeranti.
La Press parla di un trattato offensivo e difensivo proposto dall'Austria alle Potenze occidentali, che non han voluto accettarlo a motivo di alcune condizioni, le quali però non sono significate in ispecie. Sussistendo genericamente la veracità della notizia, forse si potrebbe congetturare che le condizioni proposte dall’Austria esigevano uno scemamento delle forze militari di Francia e d'Inghilterra, onde anche queste, per la esecuzione del trattato offensivo e difensivo, si fossero poste nella condizione, in cui si è posta l’Austria, ch«licenziò, come è noto, ben 200 mila uomini dell'esercito che fu mandato alle frontiere per minacciare la Russia.
Ben Io dicevamo che Sciamil sarebbe risuscitato qualora avesse acconsentito ad impugnar di nuovo le armi contro i russi. Sciamil dunque non è più morte, e un dispaccio telegrafico venuto da Costantinopoli in data del 23 luglio ci avvisa che il terribile circasso si i sottomesso alle condizioni ché noi prenunziammo. Il d'spaccio dice che «avendo Sciamil operata una di versione nella Georgia, ed essendosi avvicinato a Tiflis, la maggior parte dei russi col generale Murawieff è subite partita a quella volta, rinunciando all’attacco di Kars.» Ma la Indépendance Belge ha da Costantinopoli in data del medesimo giorno «non confermarsi che Sciamil sia disceso dalle montagne ed abbia marciato sopra Tiflis.» In qualunque caso però, cioè è che Sciamil sia rimasto sulle montagne, è che siane disceso, si viene a dire ch’egli non è più morto, il che soltanto c’interessava di sapere.
Corre voce nei circoli di Londra che fra l’Austria e la Turchia siasi conchiuso un trattato segreto relativo alla occupazione dei Principati danubiani. Ma se il trattato è segreto, come ne ebbero notizia i circoli di Londra?
La Stampa critica la resistenza al pagamento delle imposte consigliata da' qualche giornale, e conchiude che non è ultima prova di vero patriottismo il sottostare ai pubblici pesi. E il Movimento chiosa:
«La Stampa dirà forse benissimo, ma intanto vorrebbesi che altri non fosse costretto a darla questa prova di patriottismo e si amerebbe che libertà e patriotismo in Piemonte non si pagassero a cosi caro prezzo, e che del decantate costituzionalismo non si dovessero sentir sempre i pesi soltanto e i benefici non mai!»
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Il professore Giusto Lichig chimico a Monaco di Baviera è stato eletto ed effettivamente aggregato in surrogazione del morto celebre geometra ed astronomo Gauss fra i dodici membri stranieri della Società Italiana delle Scienze.
La classe delle scienze fisiche e matematiche dell’istituto di Francia ha scelto sir John Hercell a successore del celebre geometra Gauss nella dignità di uno dei suoi otto soci stranieri.
L’Invalido russo muove la quistione se Sebastopoli possa è non possa esser presa, e conchiude che poteva prendersi nei primi giorni della comparsa degli alleati in Crimea, quando cioè un semplice muro di cinta, i cui angoli sporgenti non erano protetti che da bastioni di un debole profilo, formava l’unica sua difesa; e in questa cinta concentravasi una guernigione poco numerosa, composta per lo più di marinai che affondarono i bastimenti alla entrala del porto onde intercettarne il passo e trovavansi coi loro cannoni trasportati su i ripari delle fortificazioni in una sfera di operazioni onninamente nuova per essi; ma oggi che vi furono costrutte immense opere di difesa che ne trasformarono la primitiva condizione, oggi che vi si agglomerarono innumerevoli soldatesche cui altre sopraggiungono ad ogni occorrenza, oggi la presa di Sebastopoli è un fatto impossibile. Quindi anche il Times comincia a dimesticarsi col pensiero di togliere l’inutile assedio di Sebastopoli, consolandosi però che gli alleati rimanendo padroni del Mar Nero e del Baltico con una guerra di blocco renderanno finalmente la Russia più inchinevole a sentimenti di pace. Ma, in qualunque caso, prima che debba intervenire la levata dell’assedio, Pelissier preparasi ad operare qualcosa che faccia un cotal pe’ modificare le austere decisioni del Times e dell’Invalido.
Nella ipotesi pertanto che gli alleati si ritirino dall’assedio, il che d'altronde non significherebbe mai che debbano abbandonar la Crimea, perocché sempre avrebbero stabilimenti quasi inespugnabili a Balaclava, a Kamiesch, ad Eupatoria e in altri interessantissimi punti della Tauride; sarebbe egli giusta la censura ch’essi si sieno accinti ad una impresa, della quale non calcolarono le difficoltà insuperabili e i pericoli che l’accompagnavano? Questa accusa ha in suo favore le sole apparente; ma, ove si voglia giudicare la sostanza e lo scopo principale della spedizione in Crimea, si converrà che gli alleati fecero più di quello che lor bisognava.
Essi potevano impadronirsi di Sebastopoli, anzi di tutta la Crimea, senza portare l'assedio in quel meridionale angolo della penisola. Allorché sconfissero l’armata di Menzikoff sull’Alma, chi avrebbe loro impedito di riversarsi su Perekop, e, ivi occupando le pressochè sguernite posizioni dell’istmo, elevarvi fortificazioni novelle per intercidere il passaggio alle truppe russe che sarebbero venute in aiuto di Menzikoff? Nulla di più agevole per gli alleati che aveano respinto fin dentro a Sebastopoli l’esercito nimico, il quale, scarso anche di numero, non sarebbesi attentato a marciare di nuovo contro i suoi vincitori. Nulla di più agevole per essi, che colle loro flotte poteano dominar l’Eussino e il Mare di Azoff. E se le occidentali forze terrestri solamente poterono far tanto innanzi a Sebastopoli, che cosa non avrebbero mai esse fatto a Perekop presidiate dal concorso delle forze marittime? Segregato allora l’esercito di Menzikoff da tutto il resto dell’Impero, chiusegli le vie d'ogni soccorso e d’ogni comunicazione, non sarebbegli rimasto altro scampo che la resa, e la Crimea diventava conquista degli alleati.
Questi però lasciarono aperto l’istmo di Perekop e si concentrarono a stringer d’assedio Sebastopoli, anzi né anche si curarono di tentarne l’assalto, quando, a parer dell’Invalido russo, sarebbe riuscito felicemente. Il fatto adunque dimostra due cose essenzialissime nell’attuale quistione. Il non aver chiuso il passo di Perekop, mentre potevano chiuderlo, è prova che intendimento degli alleati era di provocare la venuta in Crimea di nuove truppe russe; e il non avere aggredito Sebastopoli, mentre potevano vantaggiosamente attaccarla a fronte di un esercito scoraggialo e debole, è prova che quella conquista non era veracemente nel piano della guerra.
Or quale fu dunque la sostanza e lo scopo principale della spedizione?
Bisogna rammentarsi esservi stato un tempo, in cui l’Austria sembrava disposta a entrare in campagna contro la Russia. Era necessario pertanto di scemare le forze russe, contro le quali le austriache avrebbero dovuto combattere. Ed ecco che la spedizione degli alleati in Crimea e le loro minaccie di voler distruggere Sebastopoli chiamarono subitamente nella Tauride copiosissime falangi moscovite, che a mano a mano aumentarono fino a 300 mila soldati.. Diminuite per tal guisa le milizie cosacche sul Pruth, perché gran parte di esse dovette accorrere a Sebastopoli, sicurissima sarebbe stata la vittoria dell’Austria, se avesse voluto impugnar le armi e cosi ratificare l’alleanza con le Potenze occidentali. Ma l’Austria stette indecisa; e, dopo il termine prefisso nel trattato del dicembre, voile, pria di venire a vie. di fatto, attendere il termine delle Conferenze di Vienna sperando in esse la conclusione della pace, Si chiusero le Conferenze e la pace non si ebbe; allora l’imperatore Napoleone nel discorso di apertura delle Camere dichiarò senza ambagi che esso aspettava tuttavia che l’Austria avesse adempiuto gli impegni da lei assunti e consulenti nel rendere offensivo s difensivo il trattato di alleanza del 2 dicembre, se le negoziazioni non fossero riuscite a buon fine. Or come fu reso da parte dell'Austria offensivo e difensivo quel trattato? L’Austria congedò ben 200 mila uomini dell’esercito inviato alla frontiera, e rimase, come al presente rimane, in istato di neutralità.
Ritiratasi l’Austria dal fare offensivo e difensivo il trattato di alleanza con la Francia e l’Inghilterra, la spedizione in Crimea mutò immediatamente il suo essenziale carattere. Si effettuò per agevolare la vittoria delle armi austriache, nella cui cooperazione offensiva e difensiva tenevasi ferma fiducia; e fini col trovarsi isolata a fronte di 300 mila russi distaccati dal Pruth, perché non avessero avuto a combattere contro l'Austria. Ma il primitivo scopo della spedizione occidentale fu pienamente raggiunto; mancò soltanto che l’Austria abbia voluto profittarne. Come in seguito si svolgeranno le conseguenze della inattesa posizione in cui oggi sono gli alleati, noi non pretendiamo sapere, né vogliamo investigare.
Trasformatasi per tal modo la sostanza delle cose, ora non resta che a salvarne l’apparenza. E questa è che gli alleati si trovino impegnati a prender Sebastopoli con un difficilissimo assedio, quando che senz’assedio, ma con la chiusura dell’istmo di Perekop e con un blocco dalla parto del mare avrebbero potuto fin dal principio della campagna impossessarsi anche di tutta la Crimea, come non dubita affermare lo stesso Invalido russo. Ma, nelle attuali congiunture, forse alle Potenze occidentali basterà qualche nuovo fatto che giustifichi la loro superiorità militare innanzi alla pubblica opinione; forse la occupazione di Malakoff sarà sufficiente a questo. E poi la guerra verrà probabilmente recata su diverso terreno e operata con progetti diversi. Indi la storia dirà il resto, e metterà in più chiara luce l’indole, che noi soltanto accennammo, della strategica missione degli alleati in Crimea.
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Corrucciasi l’Armonia che mentre con tanta ansietà si aspettano i dispacci elettrici apportatori delle guerresche notizie della Crimea, essi conticuere omnes, si ammutolirono tutti! Ma questo silenzio, che già le pare un po’ troppo lungo e fastidioso, non sarà perpetuo. L’Armonia però con acre malizia prevede che quando si dovranno annunziare i fatti che si attendono dalla pubblica impazienza, allora invece si annunzierà che la linea telegrafica è interrotta come avvenne in occasione dell’attacco del 18 giugno contro Malakoff. Noi ben comprendiamo a che vuolsi alludere con la vaticinata interruzione della linea telegrafica; e l’Armonia comprenderebbe a che vogliamo alluder noi assicurandola che questa interruzione non avrà luogo?
Il Corriere Italiano non è persuaso che «Murawieff creda poter minacciare Costantinopoli e nutrire la speranza di avvicinarsi al Bosforo, giacché il concentramento delle riserve francesi presso Maslak e il campo trincierato di Daud pascià e le opere fortificatorie che muniscono Bisanzio si dal lato di terra come da quello di mare, renderebbero inutile, anzi pericolosa pei russi, una qualsiasi impresa contro Costantinopoli. Ma noi abbiam fatto dipendere l’inoltramento dei russi dalla parte dell’Asia, dall’inoltramento dei russi dalla parte dell’Europa. Se i russi riescono a passare i Balcani a ad accamparsi sotto Costantinopoli, allora si vedrà se sia inutile, anzi pericolosa la contemporanea comparse di Murawieff a Scutari.
L’intendente generale ha pubblicato a Genova un Manifesto, che ordina la leva del 1855.
Ecco in quali termini è concepita la donazione fatta al monastero di Allacomba da Amedeo III conte di Savoia nel 1125:
«In nome di Dio, in Amedeo conte di Savoia, col consenso di mia moglie, do a Dio, alla Beata Vergine Maria e ad Amedeo abate di Allacomba ed ai suoi frate. lli dello stesso luogo, si presenti come futuri, questa terra del mio feudo allodiale sulla riva del lago di Chatillon. Se, per impossibile, qualcheduno dei nostri successori, od ogni ultra persona, contrastasse questa donazione, è in qualsiasi altro modo tentasse di violarla, ch'ei sia maledetto, e che, ad imitazione di Adamo, il quale fu espulso dal paradiso per avere operato contro la volontà di Dio, sia escluso da ogni commercio coi fedeli, sia per lui chiusa in eterno l'entrata al celeste regno, e siengli aperte le porte dell’inferno, dove venga per sempre tormentato insieme col demonio, e che la presente donazione resti invece incommutabile sino alla fine dei secoli. E per 730 anni la donazione di Amedeo III fu religiosamente rispettata. Indi fu colpita dalla legge d’incameramento. Noi però non ripeteremo, avvegnaché giuste, le terribili predizioni del pio donatore, ma invece associandoci al pensiero dell’augusto Pontefice PIO IX e non tralasciamo di umilmente e ardentemente chiedere al Signore Iddio nostro che si degni con la celeste sua grazia illuminare e trarre a più saggio pensamento i figliuoli degeneri di sua santa Chiesa.»
Una corrispondenza di Nizza marittima riferisce che in quella città gl'incameratori, dando l’assalto alla Casa delle Carmelitane di S. Teresa, atterrarono nientemeno che cinque porte; e pure le suore ch’eranvi dentro non davan segni di vita. Finalmente la trovarono assistite dal console e viceconsole di Francia! Si crede generalmente a Nizza che questo assalto provocherà qualche rimostranza da parte del Governo francese. Intanto è da sapersi che la proprietà del monastero non era più collettiva, ma individuale della superiora che ne pagava le contribuzioni (14)a.
Ê stato condannato in Francia a due mesi di carcere e a 2000 franchi di multa il pastore protestante Chollin per aver pubblicato il Manuel pour les aspirants à la réforme. Per questa opera è qualificato reo d'offesa al Governo francese e di eccitamento all’odio contro il clero cattolico. Alcune corrispondenze parigine assicurano che Chollin ha determinato di abbandonare la Francia, dopo che avrà espiata la pena di due mesi di carcere e pagata la multa di 2000 franchi, e di recarsi in Piemonte, dove, a quanto dicesi, i Barbelli, o i Valdesi che sieno, già gli preparano un magnifico ricevimento.
Alessandro Dumas e Saint-Maur furono condannati ciascuno a cento franchi; Dumas per avere scritto è Saint-Maur per avere inserito nel Mousquetaire una poesia, in cui trovasi una strofa sufficientemente oscena.
Tutti i battaglioni della guardia nazionale ebbero l’ordine a tenersi pronti a far ala il giorno dell’arrivo della regina d’Inghilterra a Parigi, prigionieri russi internati ad Evreux, fra i quali è il generale Bodisco, sono dichiarati liberi. Gli uffiziali vanno a Parigi, d’onde saranno avviati in Russia.
La casa Rothschild, il giorno stesso della morte del suo più vecchio membro, sottoscrisse essa sola per 750 milioni, vale a dire per tutta la cifra dell’imprestito domandato dal Governo francese,
A Vienna fu coniala una medaglia d’argento a perpetua memoria della dommatica decisione sullo immacolato concepimento della Vergine Madre di Dio. Da una parte è la Vergine che posa un piede sulla mezza luna, schiaccia con l’altro la testa del tartareo serpente e nella destra tiene un giglio. Sul rovescio, l’effigie del sommo Pontefice Pio IX con la iscrizione: «l'immacolata concezione della Vergine Madre di Dio Maria è dichiarata articolo di fede dall'unanime decisione dei Padri della Chiesa, 8 dicembre 1854.»
Si afferma che ultimamente il gabinetto di Vienna abbia comunicato a quelli di Francia, Inghilterra e Russia i dispacci che si riferiscono alla situazione dell'Austria relativamente alla Germania.
La città di Dobschau in Ungheria fu devastata da un terribile incendio.
Il conte di Chambord ai 2 agosto giunse a Vienna, d'onde parti alla volta di Frohsdorf, dove già trovavasi la duchessa di Berry.
Domani (10) il re e la regina di Prussia da Erdmannsdorf ritorneranno a Sanssouci.
La Confederazione germanica conta oggi un Governo di meno. La signoria di Knipbausen della contea di Bentinck venne incorporata al ducato di Oldemburgo e cessa di avere una bandiera propria. Era la signoria di Knipausen il più piccolo Stato della Confederazione. La sua popolazione di 3500 abitanti è divisa in tre parrocchie. Era già stata unita fin dal 1813 al ducato di Oldemburgo; ma non avendo il Congresso di Vienna validata quella incorporazione, la famiglia dei Bentinck fece l'8 giugno 1826 riconoscere dalla Prussia quel diritti, ai quali oggi rinuncia.
Nel matrimonio del granduca Niccolò, fratello dell’imperatore di Russia, con la figlia del principe Pietro di Oldemburgo vedesi una continuazione della politica russa e specialmente del defunto imperatore, di ricercar mai sempre alleanze di famiglie negli Stati tedeschi.
Il sultano ha donato ad Omer pascià alcuni ubertosissimi campi sulla sponda asiatica del Bosforo, Sono giudicati del valore di 600 mila franchi.
Si assicura che la costituzione preparata dal granvisire Ali pascià in favor dei cristiani sudditi della Turchia, e che in breve sarà pubblicata, corrisponderà pienamente ai voti delle Potenze europee. In essa costituzione si garantisce ai cristiani il diritto di possedere beni stabili con tutte le inerenti conseguenze, quello di esser giudicati da magistrati della medesima loro schiatta e religione, la esazione delle imposte fatta dalle autorità comunali, finalmente l’esercizio libero della loro religione ed una efficace protezione contro ogni specie di arbitraria persecuzione,
Per ordine dell'ammiragliato inglese si costruiscono con la massima sollecitudine altre 50 scialuppe cannoniere che raggiungeranno la flotta del Baltico, ma probabilmente per la ventura primavera, quando cioè potrà credersi imminente l’arrivo di una flotta americana alle acque del Sund.
Il calore estivo in Crimea produce un malessere quasi generale fra i russi, I loro malati si fanno ascendere a 42 mila!
Il numero dei feriti russi da ché incominciò l’assedio di Sebastopoli fino alla metà del passato luglio si calcula, secondo le informazioni ricevute dal Moniteur a 70 mila! Le ferite, in generale, furono e sono gravi e difficili a guarirsi a motivo del loro carattere scorbutico attribuito alle fatiche e al malsano nutrimento dei soldati. I feriti di Sebastopoli furono trasportati nelle città e nei villaggi delle provincie meridionali della Russia, e ciò per suggerimento di Piragof, celebre chirurgo di Pietroburgo, mandato dal suo governo in Crimea,
(*) I lavori degli alleati innanzi a Sebastopoli sono condotti con una tal maestria che nulla lascia a desiderare. I ridotti sulla nuova linea d'attacco rimpetto al sobborgo dei Barcaiuoli, non che gli approcci aumentati d’altezza di fronte ai bastoni russi numero 4 e 5 sono di una mirabile perfezione,
Sull’altipiano innanzi a Sebastopoli, in una circonferenza di 10 ore, domina la massima attività. Grandi masse di uomini e di materiali guerreschi vi arrivano ogni giorno dall’Occidente; gli accampamenti riboccano di cavalli, di artiglieria e di carriaggi. Di la si stanno armando con cannoni del più grosso calibro le nuove batterie di fronte ai bastioni del Centro, dell’Albero e di Korniloff. Tutta l’attenzione degli alleati è nuovamente rivolta alle opere di Malakoff. Anche in vicinanza della baia. del Carenaggio vengono disposti cannoni di recente fusione e di un calibro enorme per fulminare le navi russe, Fra i medesimi si trovano mortai, per la cui carica si richiedono da 25 a 30 libbre di polvere. Il prossimo attaccò condurrà ad uno scontro spaventevole; 10 mila russi lavorano giorno e notta alla costruzione di contrapprocci; Gortschakoff è prepara to a qualsiasi evento.
(*) Mentre gli alleati sollecitavano i lavori d’approccio per dare l’assalto alla torre di Malakoff, i russi distrussero il sobborgo di Karabelnaia e vi stabilirono batterie a triplice piano nello intendimento di potere per lungo tempo difendere le opere che garantiscono quella torre. Indi è che, ove gli alleati dieno l’attacco a Malakoff, i preparativi fatti si dall’una come dall’altra parte, chiaramente dimostrano che avrà luogo, una delle più non meno sanguinose che importanti battaglia che finora segnalarono la guerra orientale.
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Recenti notizie della Crimea recano che i turchi dopo avere abbandonate le loro posizioni alla estremità della valle di Baidar, ed essersi ritirati nelle primitive di Balaclava, lasciarono anche queste dopo una dimora di due giorni, e al presente si trovano accampati sulle alture di Kamara. La fanteria e la cavalleria dei francesi si stanziarono nelle posizioni di Baidar costituendo gli attuali posti avanzati; dietro ai francesi si disposero i turchi e questi si distendono fino all’accampamento sardo. Mentre succedevano simili avvenimenti, i russi distrussero il ponte costruito dai turchi sulla Cernaia e di nuovo spinsero innanzi le loro vedette sino alle alture che sovrastano a Giorgun.
Il 18 luglio arrivarono sul Belbek altri 24 mila russi di rinforzo.
Quattro sono finora le legioni straniere in servigio dell'Inghilterra; la legione tedesca, il cui deposito è a Heligoland; la legione angloamericana, il cui deposito è nei possedimenti britannici dell’America settentrionale; la legione italiana, il cui deposito sarà stabilito a Novara; e queste tre legioni in via di reclutamento; la quarta è la legione turca, il cui deposito è ai Dardanelli; il suo nucleo erano i baschiboauk che si ribellarono e si disciolsero. Ora se ne propone una quinta che sarebbe una legione polacca, e dicesi che senza questa le cose della guerra non andranno mai come dovrebbero andare.
Dal principio della guerra fino a tutto lo scorso luglio i bastimenti inglesi trasportarono in Oriente 246 mila uomini e 32 mila cavalli.
Il governo francese noleggiò 97 vapori di commercio, ciascuno dei quali può trasportare 500 uomini e una batteria.
Si crede che anche prima della metà di questo mese saranno sbarcati a Balaclava tutti i 50 mila uomini di rinforzo spediti dalla Francia in Crimea.
Tornasi a parlare che nella presente guerra gli alleati si dispongono a mettere in opera grandi palloni aerostatici carichi di bombe, le quali, allo sfasciarsi dei pallone, cadono e cadendo scoppiano. Questi palloni-bombe faranno, a quanto si dice, orribili stragi fra le armate russe. Di tali macchine distruggitrici si daranno in breve gli esperimenti a Vincennes.
Si è fatto a Scutari l'esperimento di on liquido infiammabile inventato dal capitano Disney e adoperabile con buon successo nella guerra per mezzo di una bomba da 8 pollici preparata in un modo particolare. Disney afferma che il suo ritrovato può rendersi anco più terribile mediante un’altra materia che produce, almeno temporaneamente, la cec. la di colora, contro i quali è fatta la esplosione.
Anche Napier ê di parere che il famoso progetto di Dumlonald avrebbe giovato assai nella guerre dei Baltico, se il Governo inglese avesse acconsentito ad attuarlo. Ma lo rifiutò; ed oggi, stante l’inoltramento della stagione, non potrebbe più praticarsi; il perché, nel caso che il Governo si persuadesse ad adottarlo, bisognerebhe rimetterne le prove alla futura primavera.
Nel villaggio di Helligenstadt appo Vienna avvenne un caso di malattia di una singolare stranezza. Una donna, durante la notte, era tormentala da sete ardentissima, il perché recossi a bere alla fontana trovantesi nel cortile dell'abitazione. Dopo avere bevuto a sufficienza, le parve di avere insieme con l’acqua inghiottito piccioli corpi solidi come d'animaletti. Indi in lei un malessere generale, che degenerò in eccitamenti al vomito. Parecchie persone assistevano l'inferma, la quale da ivi a non molto affaticandosi a recere die’ fuori dalla bocca uno scarafaggio. Continuando ella a sforzarsi ne dio fuori un secondo, un terzo, un quarto; fin verso il mezzogiorno dei 30 luglio avea' ne vomitali 43!
BORSA DI PARIGI
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
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3 |
67. 25. 66. 85 |
93. 00. 95. 00 |
4 |
67. 20. 67. 25 |
95. 00. 95. 75 |
Dal Baltico nulla di qualche importanza. Soltanto gli inglesi penetrarono fino alla città di Christina, dove erano di guernigione quattro cosacchi! La batteria di Christina fu mandata in aria dal cannone nimico. A Wasa guardata da dugento uomini attendevasi d’uno in altro giorno un bombardamento.
Mentre scriviamo, tutte le più probabili conghietture sono che in Crimea siasi cominciata qualche grande operazione, che darà materia ai giornalisti di poterne favellare almeno per due mesi, anzi v’ha chi dice che il governo francese abbia già ricevuto lieti dispacci, che si pubblicheranno soltanto alla vigilia della festa nazionale del 15 agosto. Egli è certo che aspettasi a Parigi la notizia della espugnazione di Malakoff; forse questa volta Pelissier annunzierà di avere occupata quella formidabile posizione; ma i russi elevarono incontro a Malakoff un altro forte, che chiamano stellato, indi un’altra linea che raccoglie ogni mezzo della più disperata difesa. É però parere di molti che dopo la presa di Malakoff gli alleati non procederanno più oltre; conserveranno le posizioni conquistate, e porteranno la guerra in altre parti. Dove? É tuttavia ignoto. Sir Guglielmo Molesworlh ha detto ai suoi elettori di Soulhwark che il governo inglese si propone di portare un gran colpo al corpo del colosso. russo; ma il corpo di questo colosso è tanto sterminato che non è agevole indovinare il punto, in cui si vuol colpire.
Le truppe di Murawieff nell’Asia passeggiarono da Kars ad Erzerum, da Erzerum a Trebisonda; ma nessuna battaglia; forse il generale russo si tiene in una posizione di aspettativa in attendendo le operazioni di Luders sul Danubio pria di risolversi ad avvicinarsi al Bosforo. Si fece correr la voce dell’ostile ricomparsa di Sciamil verso Tiflis; non si è però, almeno fino ad oggi, confermata. Senza dubbio, le ricominciate ostilità del circasso sarebbero una diversione poco gradevole a Murawieff.
Re Oscar trasse in Norvegia a sopravegghiare gli esercizi delle truppe di quella parte del reame. Preparasi alle eventualità della guerra, ma sembra che la Svezia, se verrà in iscena, compariravvi per l’anno futuro, quando specialmente l'Unione Americana muoverà piato alla Danimarca perla libertà del passaggio del Sund.
La Spagna versa sempre nelle medesime tristi condizioni; sempre sull’orlo dell’abisso rivoluzionario. Si continua a parlare della dittatura; a persuadere il popolo a riceverla; peritanza in chi dovrebbe è penserebbe assumerla. I carlisti si riproducono a piccoli drappelli, mantengono l’agitazione, danno a conoscere che sopravvenendo qualche più serio inviluppo di cose sapranno approfittare delle circostanze.
In Francia la pubblica fiducia verso il Governo aumenta. Checché dicasi in contrario da taluni profeti di sciagure, la nazione vuol che la guerra, in cui trovasi impegnata, sia energicamente condotta. I soldati non mancano, i danari soprabbondano. Avendo permesso il Governo che dieci volontari in ciascuna compagnia dell’esercito possano recarsi a combattere in Crimea, gli offertisj spontaneamente furono trenta, quaranta ed anche più, laonde si dovette ricorrere ad estrarre a sorte quelli che fra i volontari andranno in Oriente. Quanto ai mezzi pecuniari, le soscrizioni al recente imprestito sono la più evidente dimostrazione che havvene dovizia inesausta. Pur tuttavia in mezzo a questo guerriero entusiasmo il popolo si abbandona ad ogni maniera di esultanza; il carattere francese non si smentisce mai. È aspettata a Parigi la regina d’Inghilterra; le feste preparate per tale occasione eccederanno in guisa che ben si parrà che la Francia sia in istato di prosperissima pace, mentre spinge i suoi battaglioni a tremendo conflitto con la più grande Potenza dell’universo.
John Russell, che a malincuore deponeva il portafoglio delle Colonie, cedette alla tentazione di farsi organo parlamentare della democrazia richiamandosi della occupazione straniera in Italia. Le Camere inglesi inorridirono all'audace proposta, e la condannarono al silenzio; perché potrebbe portare raffreddamento nelle relazioni fra l’Austria e le Potenze occidentali, o, a dir meglio, sollecitare una rottura fra l’Inghilterra e la Francia.
La Germania è neutrale; ma che la spada alemanna resti sempre nel fodero, sarà molto difficile. Intanto è di non lieve imbarazzo nelle attuali congiunture la riprodottatisi idea della unione germanica, che prima era soltanto nelle aspirazioni vulgari, ed oggi comincia a far capolino anche in qualche Parlamento della Confederazione.
Lo Zeit di Berlino sul proposito del progetto, che si attribuisce alle Potenze occidentali, di rinunziare alla guerra terrestre contro la Russia e di continuarla soltanto bloccando i porti russi fino a che abbiavi un accordo sulle basi della pace, osserva che i nuovi del cangiamento del programma della guerra si hanno da cercare nell’esito infruttuoso delle Conferenze di Vienna, dalle quali risulta. che i due grandi Stati germanici si decidessero a rimanere in una posizione di aspettativa, preservando in lai modo tutta l’Alemagna dai pericolo di essere trascinata nel vortice della rovinosa guerra orientale. E il Times corrucciato di non vedere la Germania prender parte attiva nella guerra dice che «conservare la neutralità in mezzo ad una lotta, quale si è quella che ora divide i principali Stati di Europa, è al di sopra dell’abilità di ogni diplomatico». Il che significherebbe in altri termini che l’abilità diplomatica della Germania in questi ultimi tempi ha superato la abilità diplomatica dell’Inghilterra. E come ciò è avvocato? «Si hanno (segue a dire il Times) prove soprabbodanti che le cortj germaniche sono ingombre di agenti russi, che mettono in opera ogni espediente per cambiare la direzione della opinione pubblica e rendere la politica alemanna ostile all'Occidente d’Europa.» Dunque è l’abilità diplomatica russa che superò l'abilità diplomatica inglese, perché la Germania preferì divenire un istrumento fra le mani della Russia e cosi rifiutò di dare alle Potenze occidentali un appoggio ch«loro avrebbe permesso di por fine alla guerra.... laonde i diplomatici che si studiarono di consolidare l’alleanza furono sagrificati, e le promesse con le quali si assumeva l’impegno di avvicinare le instituzioni alemanne alle inglesi furono violate.... ma la perdita della fiducia e del rispetto, cui già si sono esposti i governi alemanni verso l’Inghilterra, è una diminuzione palpabile della loro sicurezza. Quest’ultima frase del Times è un enigma che noi non vogliamo spiegare, lasciandone la interpretazione allo sviluppo degli avvenimenti.. Infrattanto il Corriere Italiano nega che l’Austria siasi ritirata d’un passo dall’accordo con la Francia e l’Inghilterra; ed afferma, che «ad onta delle studiate ed apparenti contentezze dei russofili, l’Austria trovasi cola dove trovavasi alla segnatura del trattato del 2 dicembre. Ma ond’è che questo trattato non si è reso offensivo e difensivo, né dopo il mese di dicembre, né dopo la chiusura delle Conferenze di Vienna? A tale interpellanza risponde il Journal de Francfort. Il trattato non poteva rendersi offensivo e difensivo perché, «le truppe austriache non avrebbero potuto cominciare le ostilità prima del mese di luglio, non essendosi ancora esaurite tutte le forme solite fra le nazioni incivilite. Perché non cominciarono dopo? che continua a dire il Journal de Francfort, era egli prudenza che l’Austria avesse principiala la guerra in una epoca si avanzata dell'anno? Conseguentemente, prima non conveniva, dopo non era più in tempo; e l’Austria, rimandando a casa gran parte delle sue truppe, restà in una neutralità rigorosa e permanente, come scrive il Times, cioè si trovò colà dove trovavasi alla segnatura del trattato del 2 dicembre, come spiega il Corriere Italiano, il quale assicura che per tal modo «è dimostrata abbastanza la incontrastabile lealtà della politica austriaca.»
Sul proposito della Legione italiana in servigio dell'Inghilterra la Gazzetta uffiziale di Milano reca le seguenti considerazioni: «Una Potenza che, non ha guari, vantava la supremazia nel mondo politico, e padroneggiando l’Oceano, non conosceva altra emula che la Russia, scesa in campo a dar prova di sé, ha nel volgere di pochi mesi perduto gran parte del suo prestigio. L’Inghilterra non è Potenza militare, e non seppe ai di nostri mostrarsi guerrieri che in tempo di pace! I suoi figli ricusano di servire alle bandiere, che sventolano lungi dalla patria, e fra 28 milioni d’inglesi si raccolse un esercito il quinto appena di quello che, in parità d'condizioni, pone in armi la Francia. A questo difetto sopperendo col danaro, che ancora le ribocca dai suoi mille traffichi, va reclutando legioni straniere e fra queste qua legione italiana, che la la massa a Novara, e incontrerà ostacoli gravi non nei magistrati piemontesi, ma negl'individui che rifuggono dai combattere per interessi stranieri, e che a ragione non ambiscono di consociarsi ai devastatori di Tangarog e di Kerci, pe’ quali non valse né la pietà dovuta ai vinti, né la carità verso i deboli, né il rispetto alle arti, né la venerazione delle antiche memorie di un popolo. L’italiano fu educato a ben altra scuola; ed anche in secoli meno civili del nostro die’ saggio quanto in lui possa il sentimento del grande e del bello. A Londra però credesi assai diversamente e vi si ha la ferma fiducia che se oggi tornassero al mondo gli spartani del tempo di Licurgo con tutta la loro avversione al danaro, pur ve ne avrebbero tanti da formarne una ben copiosa legione, perocché in ogni luogo si trovarono sempre ceux qui vendent leur sang d'qui veut le payer.
Scrive l’Italia e Popolo che «per quanto possa essere bisogno di uomini, che hanno gli alleati in una impresa quasi impossibile come quella di Sebastopoli; e per quanto sieno riusciti senza frutto i tentativi onde attirare nell'alleanza occidentale le Potenze minori, credesi tuttavia il progetto della legione italiana, che vuol formarsi a Novara, non dissomigliante da tutti gli altri che furono ostentati posti innanzi per incutere timore all’Austria a fronte del vasto agglomeramento di truppe imperiali che si minaccia lungo la frontiera del Ticino. Ma l’Austria che non ebbe paura 41 poderosi e regolari eserciti, che, inoltratisi a darle scossa e riscossa, furono da lei scossi e riscossi, sarà egli ora vero che si spaventi d’una legione di scarse e ragunaticcie milizie? Che ciò si creda dall'Italia e Popolo, sta bene; ma che si creda da Palmerston, non può essere; che noi no’l facciamo di si meschina intelligenza quale per avventura lo giudica l’Italia e Popolo. Il Movimento d'altronde opina che «questa legione sia un insidioso laccio teso a bello studio per accalappiare alcuni pochi malcauti di sfaccendati italiani (in Italia i malcauti e gli sfaccendati son pochi) e mandarli come vittime al macello nella Crimea; sebbene già troppo grande e grave abbastanza è il tributo di sangue e di patimenti che il Piemonte si obbligò pagare alle potenze occidentali con la malaugurata sua lega.»
La mattina del 4 (It. e pop.) vennero eseguiti in Genova nuovi arresti di emigrati politici.
Sull’assalto data alla Cass delle Carmelitane di S. Teresa a Nizza si hanno le seguenti ulteriori notizie. Ai 30 luglio si che lo scalo alle mura di cinta, e mediante la rottura di cinque porte nell'interno, si penetrò nella sala, ove trovavansi le religiose e con esse il console e viceconsole di Francia, Sorpresi gli aggressori da questa presenza inaspettata non sapeano che farsi, quando il capo loro inoltra per prima domanda; Avez-vous de l'argent? Scambiate in seguito poche parole, si diedero a perlustrar la casa, seguiti passo passo dai predetti console e viceconsole, i quali, giunti in chiesa occuparono lateralmente l’altare maggiore, intimando: gli on respecte le tabernacle. Consegnossi analoga protesta agli agenti del demanio, e poi, accomiatandoli sull’uscio, il console disse loro: Messieurs, avezvous gagné beaucoup? Vous avez gagné l'excommunication.
Le cavallette a diluvio si sono disperse in Torralba, comune di Sardegna, sui campi, nell’abitato e annegandosi a miliardi nelle fonti hanno reso l’acqua insalubre e venefica. Molte furono le vittime dell’acqua avvelenata, le quali tormentate da colica fortissima in poche ore enfiavano e morivano. A Sassari è scoppiato il colera con molta intensità.
Prokcsch-Osten presidente della Dieta germanica fu richiamato a Vienna per via telegrafica,
Una ordinanza reale del 31 luglio ordina lo scioglimento della seconda Camera annoverese che fu convocata il 15 giugno!
Un fatto degno d'attenzione è in Germania il. lavoro assiduo dei piccoli governi a togliere di mezzo ogni traccia delle passate concessioni. Quasi tutti gli ordinamenti costituzionali furono sottoposti ad esame; molti soppressi; altri modificati.
La Prussia, che aveva dal principato di Oldemburgo ottenuto un accesso al mare del Nord, conchiuso ora col regno di Annover un trattato che le assicura una pronta comunicazione al porto ivi fondato. E ciò si collega naturalmente ad un’altra quistione politica ed economica, in cui. è in modo supremo interessata la Danimarca. Cominciasi ad agitar seriamente, in Europa e in America, il diritto della Danimarca d'imporre una tassa alle navi mercantili che passa il Sund, e si riconosce. e che questo diritto emerge unicamente da una consuetudine: quindi si chiede se una tale consuetudine, cosi onerosa al commercio europeo meriti di essere più oltre rispettata, Gli Stati Uniti d'America, alla testa di tutti, dicono ricisamente di no, e pare che si apprestino a forzare quel passaggio con navi di commercio scortate da navi da guerra. Che farà la Danimarca.? La tassa sul passaggio del Sund ascende a circa nove milioni di franchi e non può il Governo danese rinunciarvi senza dare un tracollo al suo sistema economico. Sperasi che ogni differenza si comporrà non un temperamento, al quale hanno tutti manifesto interesse.
Il plenipotenziario militare francese generale Letang, che da Vienna tornò a Parigi, ora da Parigi è spedito nuovamente a Vienna, e vuolsi apportatore di una risposta è proposta del Governo francese per una entente cordiale con l’Austria relativamente ad una operazione strategica da farsi sul Danubio.
Ai 9 agosto fu collocato nel Museo Napoleone il busto del maresciallo Saint-Arnaud.
Parlasi della prossima formazione di un campo tra Maubeuge e Valenciennes con le truppe delle divisioni del generale Grant.
Un magnifico banchetto fu dato ultimamente alla taverna di Londra in onore del visconte Canning, il quale sta per parti re d’Inghilterra come governatore generale delle Indie orientali. In quella circostanza lord Palmerston con un suo forbito discorso fece notare la strana particolarità dall’essere gl’inglesi destinati a riportare la civilizzazione e i lumi delle scienze nelle Indie, d'onde primamente vennero per l'Egitto in Europa, quando l’Inghilterra era tuttavia un paese di barbarie. Poco lunge dalla taverna, in cui pronunciavasi il discorso palmerstoniano, un democratico dei subbugli del progresso d’Hyde Park legge va a parecchi e plaudenti ascoltatori londinesi l’articolo del Times che riporta le stragi e gl’incendi di Jenikalé e di Kerci e specialmente la distruzione del preziosissimo museo ch’era in quest'ultima città, nel quale gl'imperatori di Russia raccolsero le memorie istoriche della Tauride cominciando dai tempi mitologici di Ifigenia e di Toante.
Si è formata in Inghilterra un corpo di tremila lavoratori, che si sono obbligati ad eseguire per tre anni tutti i lavori che saranno loro comandati dal Governo anche sotto il fuoco del nimico. La loro paga è. di 50 franchi per settimana,
Dicesi imminente a Madrid un colpo di Stato. Le conseguenze sarebbero il discioglimento delle Cortès, una nuova costituzione sottoposta alla sanzione del popolo e la proclamazione di una specie di dittatura,
Il celebre captante Ronconi ha fondato a proporre spese in Granata un ospizio particolare, dove la curare i colerosi di quel paese.
L’ambasciatore austriaco Esterhazy lascia per qualche tempo la corte di Pietroburgo. Ai 25 luglio ebbe udienza di congedo presso l’imperatore Alessandro.
Alle ore 6 pomeridiane del 24 luglio un incendio a Pietroburgo distrusse 23 case.
A Varna i magazzini si riempiono di provvigioni. In Adrianopoli è attesa la cavalleria francese, e a Maslak è aspettato un corpo di fanteria francese e inglese di 16 mila uomini.
Lord Panmure ha fatto sapere alla Camera dei Comuni non esser punto vera la notizia che il generale Rentson sia stato ucciso dai baschibozuk accampati ai Dardanelli; ed aggiunse che la legione turca al soldo dell’Inghilterra attualmente componesi di 10 mila fanti e duemila cavalli.
È smentita formalmente la notizia tanto ripetuta dai giornali (e da poi non riportata mai) che Simpson abbia dato la dimissione dal. comando dell’esercito inglese in Crimea,
La sera del 19 luglio dal campo degli alleati vedeasi che Sebastopoli era rischiarala da grande e generale illuminazione, e si sentivano concerti di bande militari. Non si conosceva il motivo di questa novità di allegrezza, Alcuni congetturarono che fosse giunto a Sebastopoli l’imperatore Alessandro, alcuni che fossevi arrivato qualche granduca.
Dagli arsenali del settentrione della Francia partirono verso i porti del mezzogiorno altre 20 mila bombe destinate per la guerra dell’Oriente.
Il nuovo attacco contro Malakoff dicesi concertato a questo modo: A Simpson il comando della colonna sinistra dell’esercito, a Bosquet quello della destra, a Pelissier il comando di un corpo staccato per sostenere l’assalto. Secondo le notizie preventivamente ricevute, le operazioni doveano cominciare verso il 10.
Alcune lettere della Crimea parlano di un nuovo piano di guerra, secondo il quale i francesi resterebbero alla continuazione dell’assedio, gl’inglesi, i turchi e i sardi si avanzerebbero a combattere contro i russi in campagna aperta. Noi non crediamo a questo progetto, perché potrebbe avere per conseguenza che i francesi rimanessero soli a sostenere le ulteriori operazioni della guerra.
I PALLONI DI DUNDONALD
Si è scoperto (cosi almeno pretendesi) il segreto di Dundonald per la distruzione di Cronstadt e di qualunque altra fortezza russa. Esso consiste in un grosso pallone capace d’innalzare il peso di una tonnellata; elevasi per mezzo di una corda a filo conduttore; la macchina aerea ondeggia per alcuni minuti senza che il nimico se ne accorga (e questo è il più mirabile effetto della invenzione), indi vassene in linea retta sopra le fortificazioni che voglionsi distruggere; e mediante il filo conduttore che la capo ad un vascello, può lanciarsi immediatamente dalla navicella del globo una tonnellata di una preparazione chimica alla ad uccidere, senza riparo, tutti i soldati della sottoposta fortezza. Ciò fatto, può tentarsi l'assalto della fortezza medesima senza pericolo che alcuno degli aggressori abbiavi a perire. Sentiamo in pari tempo a dire che anche Jacobi inventare delle famose macchine infernali del Baltico ora si applichi alla costruzione di altri globi aereostatici da contrapporsi a quelli di diverse maniere che voglionsi spedire dall’Occidente. Sarebbe pur curioso che la guerra d’Oriente dovesse finire con un conflitto sulle nuvole!
GLI IPPOGRIFI
On serait ridicule, et je ne pourrai rire? Boileau.
Un naturalista inglese, essendosi persuaso che i grifi esistano veramente e avendo letto nell’Ariosto
«Che ne’ monti Rifei vengon, ma rari,
«Molto di là dagli agghiacciali mari,
è attualmente in esplorazione su per le montagne di Stolpe e d’Oly in Tartaria, sperando trovarvene e prenderne un qualcheduno. Ove ciò vengagli fatto, e si propone d’introdurre la razza degl’ippogrifi, mediante l’accoppiamento del grifo con qualche cavalla, imperocché a questo modo venne alla luce l’ippogrifo del paladino Astolfo.
«Non finto era il destrier, ma naturale,
«Che una giumenta generò d’un grifo;
«Simili al padre avea la piuma e l’ale,
«I piedi anteriori, il capo e il grifo;
«In tutte le altre membra parea quale
«Era la madre, e si chiamò ippogrifo.
Indi questa novella cavallina combinazione potrà servira anche ad usi militari. Se con l’ippogrifo potè Astolfo andare fin su nel mondo della luna, non sarà egli più agevole che una compagnia di cavalieri montati sugl’ippogrifi faccia i suoi guerreschi esercizi in aria e sia di grande aiuto specialmente alla direzione di palloni di Dundonald e di quegli altri che si sperimenteranno a Vincennes, onde le conseguenze delle loro operazioni sieno e meglio eseguite e più certe e più efficaci? Coelum ipsum petimus stultitia, sentenziava il Venosino; al nostro secolo era riserbato di smentire la proverbiale sentenza di Orazio.
I TREMUOTI DEL 1855
Ma benché il fiera ardor sotterra appreso
Di Natura opra sia, pur lo r in forza
Lo sdegnato voler del Nume offeso.
VARANO Visione VII
Il Pays ha un lungo articolo sui tremuoti che da qualche mese si fanno sentire ora in una ora in altra parte dell’Europa e dell’Asia; ed afferma che negli annali delle disgrazie telluriche, per trovare un anno più funesto del corrente, è mestieri risalire ad un secolo fa, cioè al 1755 di paurosa memoria, quando il tremuoto nella sola città di Lisbona die’ morte a 21 mila abitanti, rovesciò 17 mila case, con un danno di duo miliardi e trecento milioni di franchi; quando la spaventevole scossa fece per poco sparire le acque del Tago, sconvolse il suolo in molte parti d’Europa, turbò il corso dei fiumi, fe’ ribollire i laghi fino In fondo alla Norvegia; distrusse la città di Kachan in Persia, e seppellì più di 600 mila uomini nel suolo affricano. I disastri di Brussa, nella Turchia asiatica, avvenuti quest’anno, sono un terribile riscontro al tremuoto di Lisbona. Nella notte del 10 all’11 aprile 150 successivi sussulti atterraronvi tutte le case e i templi costrutti in pietra; rovesciarono dalla montagna, che sta sopraccapo alla città, massi enormi. Le scosse del 26 luglio e le posteriori furono sentile da quasi tutta la parte centrale ed occidentale d’Europa, e gravi danni cagionarono in Savoia, in Isvizzera e in qualche lato della Francia. Tanto in questo quanto nell’anno 1755 le ondulazioni furono precedute da una eruzione del Vesuvio. Il Pays conchiude che queste convulsioni della natura paiono andar soggette a una certa legge di periodicità e che le più gagliarde accaddero ordinariamente verso la metà di ogni secolo. Non è forse colma abbastanza la misura dei mali che porta il 1855? Questo epifonema è della Gazzetta di Milano.
BORSA DI PARIGI
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
6 |
67. 25. 67. 50 |
94. 73. 94. 75 |
7 |
67. 65. 67. 40 |
94. 75. 94. 75 |
BORSA DI ROMA DEL 10 AGOSTO
Napoli |
87 60 |
Genova |
18 72 |
Vienna |
39 50 |
Livorno |
15 90 |
Parigi |
18 70 |
Trieste |
39 50 |
Firenze |
15 90 |
Marsiglia |
18 65 |
Londra |
467 00 |
Venezia metal |
15 92 |
Lione |
18 65 |
Ancona |
99 30 |
Milano metal |
15 95 |
Augusta |
47 80 |
Bologna |
99 30 |
RISTRETTO della vita della serafica vergine s. Catarina d. Siena dato in luce da un Religioso dell'Ordine de' Predicatori. Roma, tipografia Cesaretti, 1855, edizione corredata di elegante ritratto della Santa. Si vende nella libreria Cruciani, in piazza di s. Ignazio num. 123. Prezzo baiocchi 71.
Essendosi dal Governo francese permesso che 10 volontari di ciascuna compagnia dell’esercito possano recarsi alla guerra d’Oriente, i volontari della divisione stanziala in Roma furono ieri verso le ore 6 del mattino passati in rivista dal generale di brigata barone Fririon comandante della Piazza.
Nel magnifico Casino degli uffiziali francesi a Piazza Colonna si fanno sontuosi preparai! vi per celebrare domani la Testa nazionale della Francia.
Ieri (13 agosto): si adunarono le Sezioni Storico-Archeologica e Letteraria dell’Accademia dei Quiriti. Il Prof. Filippo Mercuri della prima lesse una dotta prosa interpretando un brano di Scribonio Largo medico sopra certe antiche Terme d'acque minerali di cui questi la menzione ponendone la distanza a 50 miglia da Roma. Seguirono molti ed eleganti componimenti poetici.
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Sovente accennammo la gravita delle attuali cose di Spagna non solo per le interne luttuose conseguenze che pendono sul capo di quella nobilissima nazione, ma eziandio per le relazioni che potrebbero avere in al curia territoriale vicinanza, e nello svolgimento dei generali affari dell’Europa. E di presente la situazione politica del paese si è avviluppata per modo che non può essere di lunga dura la lo stato di sua imbarazzante violenza. Aspettasi una luce che le strazianti tenebre rischiari. Ma sarà essa la luce del fulmine che vi compia la distruzione del sociale edifizio, è quella di un Sole benefico che reintegri la vacillante vitalità d’un popolo da diuturne e fierissime discordie dilacerato? Al tempo l’ardua risposta? Infrattanto a non tacere affatto in argumenta di cosi grande importanza e a rimuover da noi qualunque accusa di traveggente prevenzione, rechiamo ciò che sul proposito leggesi ne’ più recenti madrilesi giornali, i cui differenti colori giustificano che noi non siamo da studio di parzialità preoccupati.
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Las Corter continuano a studiare le più intronanti frasi i più ampollosi concetti per intessere panegiriche orazioni al ministero esparteriano, di cui a loro giudizio, non potrebbe invenirsi altro migliore, V’ha chi pretende (i maligni si trovan dappertutto) che quel benevolo giornale non debba dirsi vergin di servo encanto. In altri termini, credesi stipendiato. E pure anche questa è una fortuna! grazia che a pochi il ciel largo concede.
Volendo sapere el Leon espagnol quando i montemolinisti u ravvederanno, la Esperanza vorrebbe invece sapere quando si ravvederanno e si pentiranno i progressiste
Las Novidades accusano il Governo d'indolenza e di assoluta mancanza d'iniziativa per intercidere il progresso della opposizione.
La Epoca incolpa d'inettitudine il Governo perché non sa prendere alcun efficace provvedimento per punire i perturbatori dell’ordine e per soffocare le manifestazioni socialistiche, che cominciarono ad inquietare la Spagna.
Duolsi el Leon espagnol che i progressiste dominatori del suo paese, mentre si dan vanto di essere propugnatori della eguaglianza, non adoperino una stessa misura con tutti quelli che sconvolgono l’ordine pubblico Intanto vaticina che l’attual ministero presieduto da Espartero è prossimo a morire. Nulla ciò di manco dichiara immutabili le sue lionine tenerezze per le instituzioni rappresentative. Or quando ebbesi mai altra più sincera ipocrisia?
La Nation rimprovera certi giornali che parteggiano quale per O’ Donnell, quale per Espartero; e termina la sua concione a questo modo. «Ambidue sanno che la loro rivalità non ebbe mai una solida base, anzi neppure il più leggiero pretesto di esistenza; perché né il generale O’ Donnell può ecclissare la riputazione ne il prestigio del duca della Vittoria, né al generale Espartero è agevole di annullare l’alta significanza del conte di Lucena». In altro articolo poi dice che la rivoluzione di luglio spiegò la bandiera della moralità. Questa ironia ne’ tempi attuali forse non è fuor di proposito.
Ammette el Correouniversal siccome un fatto la unione di Espartero e di O’Donnell, crede però che non andrà guari che questa unione sarà disciolta
Et Occidente domanda: «Che la il Governo? La amministrazione é disorganizzata; l’erario è in istato di disperazione; l’ordine non é sufficientemente ristabilito, come si vede in Barcellona, in Igualada, in Badaioz e in altre parti; la libertà «offre terribili attacchi, del che rendono testimonianza Lorca ed altre popolazioni; il ristagno e lo spavento degl’interessi commerciali e industriali non cessa; la tranquillità faggi dagli animi; il Governo ha nelle sue mani il groppo di tutte le difficoltà ed invece di sciorlo con la sua energia e con la sua prudenza, sempre più Io stringe e lo inviluppa con la sua imperizia e con la sua debolezza.»
La Soberania National vede che la Spagna è già pervenuta in uno di quei periodi che sono tanto a grado; ai despoti, in un periodo cioè di calma, di abbattimento, di prostrazione. Tutto giace nel profondo silenzio! In silenzio il popolo divora le sue amarezze; in silenzio la industria, il commercio, il lavoro offrono le loro vittime alla crisi che scalza i fondamenti della loro esistenza; in silenzio l’oppresso sottopone il collo al giogo dell'oppressore; in silenzio finalmente il popolo (piange sulla sua tremenda sciagura, e dappertutto nei campi, nei villaggi, nelle città impasta con le lagrime il pane del suo sostentamento. Infrattanto i demagoghi godono tranquilli le delizie della vittoria, imbriacati col vino delle orgie, profondendo net vizio i tesori frutto delle assidue fatiche e del sudore del popolo. Dicono cotesti: Regna l’ordine il più mirabile; il torrente popolare che straripò è rientrato nel suo letto; ornai non v’ha più pericolo ch’esso si travolga nel suo impeto vorticoso; possiam dunque fruire in calma: i favori della fortuna. E in coro trionfale celebrano i loro baccanali, tracannano cotal bicchieri, nuotano per entro le voluttà dei festini, ed infine, sopraffatti i lor sentimenti dai lubrici vapori del vino e dai profanai della risplendente atmosfera che respirano, vanno a sdraiarsi sopra soffici letti di piume, tal volta in braccio...Cosi, cosi va bene! E come nò? Forse non son queste le naturali conseguenze della Soberania national? Dunque perché menarne lamento?
El Journal de Madrid chiama a concilio tutti i giornali del paese per giustificare innanzi a loro i suoi articoli sul bisogno di una dittatura.
El Faro national erompe in flebili geremiadi contemplando le tristi e luttuose condizioni della patria. «Prova evidentissima, ei dice, del malessere sociale e della miseranda situazione del popolo sono le producentisi idee della dittatura, la quale, come può essere un mezzo di salute e di speranza, cosi può essere ancora un elemento di arbìtri e di tirannia. Lo invocar la dittatura è l'ultimo sforzo del moribondo paese nel suo letto d’agonia per salvare. almeno la propria esistenza, che va rapidamente spegnendosi! in una paroIa, la dittatura è il rimedio eroico nelle grandi calamità che colpiscono i popoli in pena della corruzione de' loro costumi, non che del disprezzo ch’essi fecero della giustizia, della morale e delle leggi.» Osserva poi che il colera, questo flagello desolatore che di presente imperversa in Ispagna, va sempre unito con la sfrenatezza delle passioni politiche e di altre insocievoli improntitudini. «Se per gli indifferentisti è frivoli, e’ prosegue a dire, questi fenomeni possono passare come casuali, se possono passare inapprezzate ai loro sguardi queste fatali coincidenze; gli spiriti riflessivi, gli animi, ne quali non è per anco spenta la Gamma della fede, considerano che la spada della giustizia di Dio percuote il popolo traviato in espiazione de' suoi errori, in tremendo castigo de' suoi deliramenti!»
Considera la Estrella che il divisamento di uniformare ad un tratto e in un giorno tutte le legislazioni della Spagna dee riguardarsi come una calamità la più funesta, e come un semenzaio di querele, di scontentezze e di turbamenti, il perché hassi da ritenere come un progetto aereo, che sarà il meglio abbandonare per non più oltre provocar la pazienza della nazione con teorie che s’intitolano filosofiche e che di legge non hanno che il nome iniquamente usurpato. E va seriamente riflettendo: «Può egli vivere un paese, come la Spagna, sconquassalo nella sua unità religiosa? vilipeso al di fuori? minacciato nella sua indipendenza? governato da un partito di pochi e intransigente? sconvolto da demagogiche dimostrazioni? senza erario? senza credito? senza alcun vincolo sociale? Non può! e la situazione è umanamente irrimediabile: indi è che ad ogni persona diretto intendimento, di sano giudizio e amante della patria non rimane che il consiglio di serbarsi in una solitaria altitudine, e di abbandonarsi interamente nelle mani di Dio supplicandolo a non permettere la totale ruina della nazione.»
Le Revue des deux mondes narrando che di recente il principe Gortschakoff ambasciatore russo a Vienna fece un viaggio in Germania, dice che questo principe assicurò a diversi diplomatici alemanni che l’Austria si manterrà neutrale finché potrà, e poi mettere a disposizione della Russia 500 mila baionette. La Revue però aggiunge «sembrarle che Gortschakoff sia stato esposto in una certa occasione ad alcune piccole rettifiche riguardo ad una delle sue proposizioni. A chi crederemo? All’asseverare di Gortschakoff è all’opinare della Revue?
Il Pays viene a consolarci con la notizia che la quistione d’Oriente si rimettere quanto prima sul tavolo delle negoziazioni diplomatiche. Ne seguirebbe però la pace? Una corrispondenza parigina del Corriere Italiano afferma che no; imperocché «la occupazione della Crimea dovrà continuare almeno per altri due anni!»
L’Assemblée Nationale si ostina ad asseverare trattarsi della levata dell’assedio di Sebastopoli per impiegare l’armata in altre operazioni militari forse la una campagna della Bessarabia.
Il Journal de Francfort é persuaso che «la guerra debba durare ancora lungo tempo, giacché concerne i più grandi interessi che l’Occidente abbia in Oriente, interessi opposti direttamente a quelli della Russia. E questa probabile durata della guerra avrà senza dubbio per sua conseguenza che la Prussia e gli altri Stati alemanni saranno finalmente trascinati nella lotta.
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È fama che Pelissier, interrogato da Simpson, perché, senza riserva, abbia sfrattato dalla Tauride i corrispondenti dei fogli occidentali, rispose: «A redimere da questa genia di parabolani l'onore delle nostre armi. Mercanti di frasi profferite a sproposito, i corrispondenti ne fanno un traffico fomentatore di scandali. Il disordine ammazza se stesso, l’ordine ammazza gli altri. Per farla finita con Sebastopoli, dovevamo prima finirla con questa Babele incarnata di ciarlieri. Queste discorso esprime veramente, se non altro, il pensiero e lo scopo di Pelissier, ma esso debbe essersi fatto prima della espulsione, non dopo, imperocché si ha da ritenere che Pelissier abbia adottalo questo provvedimento d’accordo con Simpson e con gli altri generali delle truppe alleate.
Non ostante lo sfratto di tutti i corrispondenti dei giornali dalla Crimea, la Gazzetta d'Augusta dichiara essere in condizione da non soffrire alcuna interruzione ne’ suoi carteggi. L’incaricalo delle corrispondenze nel suo uffizio giornalistico avrà dunque a metter molto a tortura il cervello per contarci fatti che a nessuno è dato sapere.
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Le successive notizie sulle sottoscrizioni al nuovo imprestito francese recano che ai tre miliardi e 600 milioni annunziali dal Moniteur debbonsi aggiungere altri 800 milioni, che appartengono ai più lontani dipartimenti. E questi senza calcolare le sottoscrizioni fornite e raccolte dai Rotschild e dalla Società del credito mobiliare, le quali ascendono a un miliardo e 600 milioni! Il Times pertanto facendo le più alte meraviglie per si grandi risultanze è costretto a dichiarare «doversi convenire che il credito del Governo francese cosi nell’interno come all’estero sali ad un grado senza esempio nella storia moderna.»
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La sera dell’8 dopo lunga e penosa malattia morivasi a Moncalieri il generale Guglielmo Pepe.
Ai 4 agosto verso le ore 4 pomeridiane grandi nuvole nere ammonticchiate nell’orizzonte correvano rapidamente verso la città di Ciamberi apportatrici di paventoso uragano, che scoppiò pochi momenti dopo; devastati ne rimasero molti Comuni, fra i quali Sonnaz, Triviers, Bourget, Motte, Pugny-Chatenod e Drumettaz-Clarafond. Più di due terzi della imminente raccolta andarono perduti; grossi alberi abbattuti; parecchie case scoperchiate; un padre di famiglia ucciso dal fulmine; molte famiglie senza tetto e senza pane.
Il tremuoto continua a scuotere terribilmente il Vallese. Il villaggio di Brigue cadeva in ruine; da enormi fenditure del suolo esce acqua bollente. La strada da Brigue a Sion è coperta d'abitanti che cercano un rifugio nel Basso Vallese.
Ê tolto il sequestro ai beni di altri 31 esuli politici del regno lombardo-veneto.
Ai 5 Esterhazy ambasciatore austriaco a Pietroburgo era tornato a Vienna.
Il conte di Chambord attende a Frohsdorf la visita di vari distinti legittimisti. Fra gli altri si nominano il generale Lello e Legrennée.
Ê comparso, dopo lo scioglimento delle Camere, un proclama reale concernente le modificazioni della legge di Costituzione del settembre 1848 nell'Annover. Il re e la regina ai 2 andarono ai bagni di Noderney.
Scrivesi da Parigi esser sospeso il ritorno del generale francese Letang a Vienna.
La mattina del 5 giunse a Parigi il nuovo ambasciatore ottomano.
Olozaga inviato straordinario e ministro plenipotenziario di Spagna è giunto a Parigi. Fu ricevuto in udienza particolare dall’imperatore.
A Londra non passa giorno che non venga annunziata, approvata è derisa qualche nuova invenzione guerresca. Un segretario di lord Panmure è occupato da mane a sera a ricevere i molti geni inventivi, che coi loro trovati aspettano nell’anticamera del ministro della guerra.
Le Caries hanno le ferie e i ministri si occupino ben poco della cosa pubblica. Espartero la ogni sera la sua passeggiata al Prado; ma ogni sera si possono vedere in lui le traccie di una seria malattia, il suo abbattimento cresce di giorno in giorno. Il solo ministro che opera ê O’Donnel, egli è il solo che si occupa veramente ed attivamente degl’interessi dei suo paese; senza di lui, già il settentrione della Spagna sarebbe stato messo a ferro e a fuoco. Ei fe molto per la dispersione delle bande carliste, e gli rimane a far molto, perocché i carlisti, ad onta delle persecuzioni che soffrono da parte delle truppe del Governo, non perdono coraggio. Recenti dispacci venuti da Genna, da Vich e da diversi altri punti della Catalogna annunziano l’ingresso di molte fazioni montemoliniste in Ispagna. Marsal, che si disse ucciso, ricomparve nelle vicinanze di Olot; i fratelli Hierros, che si dissero sconfitti, son sempre alla testa di numerose compagnie aggirantisi qua e là. Una notificazione del governatore militare di Girona la intendere che alcuni carlisti ora nascosti nei monti della frontiere «i preparavano a rientrare nel Lampourdan. A Barcellona gli arresti moltiplicano. Varie migliaia di persone sospette già furono trasportate nei dominii di oltremare.
IMFER O RUSSO
Il colera continua a Pietroburgo e a Varsavia. Scoppiò a Mosca, a Riga e a Reyal.
Arrivarono d’Inghilterra a Costantinopoli i celebri Lyons e Aikin, i quali all’ospedale inglese di Scutari si occuperanno unicamente di anatomia per conoscere le cause delle morti e studiare la malattie del paese.
Principati danubiani
Ê proposta la instituzione della gendarmeria nei Principati danubiani sul modello della gendarmeria austriaca,
Ai 3 il console prussiano di Bukarest ha inalberato di nuovo la bandiera nazionale.
Un ukase imperiale ordina una nuova leva di soldati in Polonia.
Su i disordini commessi dai baschibozuks accampati ai Dardanelli giungono altre notizie che scemano di molto la gravita delle precedentemente ricevuto. Alcuni di questi baschibozuks albanesi dediti al furto, girando nei contorni della città penetrarono in un giardino, dove trovavansi molte signore coi loro mariti. Gli uomini furono spogliati di tutte le cose di pregio che aveano, similmente le donne, alle quali per soprappiù, si aggiunsero le più turpi violenze di brutale sfrenatezza. Indi gli albanesi tornavano ai propri quartieri. Il generale inglese, che comanda queste truppe malaugurate, venuto a conoscenza del fatto, ordinò l’arresto dei colpevoli, che furono legati nella casa stessa del generale. Propagatasi la novella della loro carcerazione fra i compagni d’arme e compatrioti, questi in gran numero si presentarono sotto l’abitazione del generale chiedendo la immediata liberazione degli arrestati, con minaccia, in caso di rifiuto, di atterrare le porte della prigione. Il generale aderì per evitare mali maggiori; il tumulto però aumentava; e il generale, temendo funeste conseguenze, use! per una porta della casa dalla parte del mare, ed imbarcossi con la sua famiglia sur un battello a vapore che a poca distanza trovavasi a sua disposizione.
Dopo la occupazione del Danubio inferiore fatta dai turchi sopravvennero nuovi ostacoli alla navigazione. I bastimenti che passano presso Tulcia sono sottoposti ad una inquisizione da parte del comandante turco. Le corse non possono aver luogo che di giorno. Le navi che arrivano di notte, debbono mettere a terra al di sotto di Tulcia.
Sono morti a Costantinopoli per le ferite riportate in Crimea due uffiziali francesi di nome istorico, Grammont e Chabannes. É morto in Crimea Eduardo Romieu luogotenente al primo reggimento degli zuavi.
Tutti gli ufficiali, che si trovavano in permesso a Costantinopoli, ebbero l’ordine d’imbarcarsi nel termine di 24 ore e restituirsi all’esercito,
Si diede ordine dal Governo francese di esser pronta la strada ferrata del Mediterraneo a trasportare 1500 uomini ogni giorno da Lione al Mediterraneo, non che 100 mila granate reali ed enormi quantità di polveri.
Il ministero sardo della guerra ordinò alla sesta compagnia del genio stanziata a Torino a tenersi pronta per partire alla volta della Crimea.
Omer pascià tornò in Crimea. Poco dopo il suo arrivo, assistette ad un consiglio di guerra.
Si afferma che la sola guernigione di Sebastopoli sia di 175 mila uomini!
Dalle opere anglo-francesi scorgevasi ultimamente rie! porto di Sebastopoli un gran numero di scialuppe, le quali erano in continuo movimento da settentrione a mezzodì della fortezza, dove trasportavano ingenti masse di materiale da costruzione.
Le difese dei sobborgo di Karabelnaia si moltiplicarono ed assunsero vastissime proporzioni. La esistenza di un ridotto stellato dietro Malakoff è confermata. Esso è posto dinanzi alla cerchia mu rata dei sobborgo e ne dista circa 300 metri. Avvenendo la caduta di Malakoff, gli alleati si troveranno al cospetto di nuovi ostacoli che formano tutto un sistema di difesa. Superati anche questi, e’ giungeranno sulla riva orientale dei porto militare dinanzi ad una linea di batterie, la cui destra (riguardo ai russi) s’appoggia al bastione dell’Albero, e la sinistra si collega alle opere aumentate dei forte S. Niccola, ch'è il principale punto interno. Ivi Osten-Sacken ha il suo quartier generale.
Particolari notizie recano che i francesi erano per terminare una nuova paratella che gira intorno il Poggio Verde, la quale prolungandosi a diritta avrebbe fatto fronte a Malakoff e al piccolo Redan. Dalla parte del Carenaggio stavasi pure costruendo un'altra batteria (sopra l’antica opera russa dei 2 maggio) per impedire ai piroscafi russi di andare a collocarsi rimpetto alla Baia, come fecero il 18 giugno con si grave danno degli assalitori. A sinistra i francesi erano lontani 40 metri dai bastioni dell’Albero, dei Centro e della Quarantena. Il muro che da principio era quasi la sola fortificazione russa esistente da quella parte, fu pressocché interamente demolito. Ma più all'indietro vi sono terreni ineguali, che furono convertiti dai russi in altrettante linee di difesa. Inoltre nelle barricate delle strade e nelle case ordinato in guisa da ricevere cannoni, si facevano apparecchi per una ripetizione, in proporzioni immensamente più grandi, di quel che avvenne nell'assedio di Saragozza. Per questo motivo a sinistra non facevasi che custodire le trincee, e tutti gli sforzi erano rivolti verso Malakoff e il piccolo Redan. Preso questo ultimo, gli assedianti sono padroni della batteria della della punta, che dee cedere di per s’, poiché con pochi lavori possono intercettarsi le comunicazioni con la città. Allora le artiglierie alleate saranno in grado di far fuoco su tutta la rada, e potranno cosi distruggere la flotta, oggetto principale cui mira Pelissier per togliere alla fortezza le sue comunicazioni con la riva settentrionale e quindi potere compiutamente investire la città.
I russi di 48 in 48 ore facevano le loro sortite affine di prender cognizione dei corso dei lavori d’assedio contro le opere di Malakoff.
Alcune corrispondenze russe dicono che Gortschakoff avea progettato di dare agli alleati una gran battaglia in rasa campagna dalla parte di Balaclava.
Si vuole assicurare che Pelissier abbia ricevuto l’ordine di procedere all’attacco fra il 12 e il 14. Dunque. è ieri od oggi. Aspetteremo l'annunzio dei telegrafo.
I russi concentrarono una considerevole quantità di truppe nella Crimea superiore, onde guarentire Genitschi da un colpo di mano. Fortificarono pure alcuni punti nel, Mare Morto e nel Mare Putrido fino all’istmo di Perekop.
Il principe Labanoff, che difendeva la costa presso Genitschi, riferì che, onde togliere al nimico la possibilità di sforzare il passo dei Mai Putrido, avea posto cinque scialuppe a custodirne l’ingresso. Da ciò risulta che una parte delle navi, che la Russia possedeva nel Mare di Azoff, ripararono nelle acque sconosciute, che si estendono dietro la punta di Arabat, e che quel mare interno, specie di stagno sa lato, non è inaccessibile a legni di poca immersione.
Ai 22 e 23 luglio gli alleati rinnuovarono il bombardamento contro Berdianska, distrussero la parte occidentale della città e parecchi magazzini di grano.
Si ha da Tangarog in data dei 25 luglio che una scialuppe inglese a vapore, dopo avere per alcuni giorni bombardato quella città, arenò sur un banco di sabbia, e i cosacchi la incendiarono. L’equipaggio si salvò su i palischermi.
Un dispaccio annunzia che gli alleati demotivano Anapa; al che si opponevano i circassi, i quali però dovettero cedere per la minacciosa presenza delle flotte alleate. Viwiam cerca nel Mar Nero un punto di sbarco favorevole presso Batum.
Si va confermando la notizia che Sciamil siasi presentato nella Georgia alla testa di tre corpi d’armata comandati da esso e da vari altri generali. Nel novero di questi trovasi Diem Alledin bey figlio di Sciamil, e Damiel-Sultan. Le tre divisioni circasse si aprirono il passaggio alle frontiere di Takasella. Indi vuolsi in modo positivo che i russi, ritirandosi da Kars, sieno tornati al di là dell’Aspacial per opporsi ai progressi delle milizie di Sciamil.
La rivoluzione capitanata da Gurma diveniva di giorno in giorno più formidabile. Il bey di Tripoli dichiarò ai consoli di non essere più in grado di difendere il paese. Ternevasi un saccheggio della città.
I ribelli dei Messico s'impadronirono di Camargo, indi recaronsi ad attaccare Matamora, dove il generale Wolt alzava fortificazioni per la difesa della città.
Si è sparsa a Parigi la notizia che un preteso fratello di Pianori, che allentò contro la vita dell’imperatore Napoleone, venuto d’America col progetto di vendicare la morte del fratello, sia stato arrestato per ordine dei Governo inglese nell’isola di Jersey.
Dicesi che il generale Canrobert fra pochi giorni sarà di ritorno in Francia, succedendogli nel comando della sua divisione il generale MacMahon, il quale d’altronde ancora dee partire per la Crimea.
John Greene figlio di un banchiere americano in una sua escursione scientifica in Egillo ha scoperto il celebre calendario egiziano citato da Champollion. Negli scavi fatti da Greene si rinvennero pure molte statue colossali, fra le quali è quella di re Ramsete III alla 19 metri. Tutti questi monumenti archeologici saranno deposti nel museo egiziano di Sydenham.
BORSA DI PARIGI
La sera del 14 e d’ieri tutta la città è stata vagamente illuminata in onore della Beatissima VERGINE Madre di DIO Assunta in cielo.
Iersera una elegantissima luminaria ammirossi al Casino degli uffiziali francesi in Piazza Colonna. Lo spettacolo riusci anco più gradito per isceltissime sinfonie di bande militari. Al sommo della facciata, sotto l’aquila imperiale, una bella combinazione di lumi rendea la epigrafe: AL’EMPEREUR NAPOLÉON III.
ANCONA
Ora che positive notizie recateci non meno dai giornali che dalle particolari corrispondenze ci rendon certi essere in Ancona scomparso del tutto il tremendo flagello del colera, nostro debito è di fare alcun cenno della sciagura che percosse, come tante altro, quella città nobilissima.
Fin dagli ultimi del maggio (15)a l’asiatico morbo ricompariva novellamente in Ancona; ma pochi qua e là i colpititi da esso; studio poi è a dissimulare la presenza dell’ospite micidiale è a dubitare dei suoi sintomi pur troppo indubitabili; le vittime intanto quasi di furto rapite dai pallialo è non creduto malore al sepolcro scendevano. Forse quella ostentata indifferenza era suggerila dai consiglio di rimuovere lo spavento, che suoi essere il più potente ausiliario del colera; ed essa era per avventura indizio dello spavento medesimo. Ma verso la metà del giugno davasi del morbo l'annunzio officiale; e dai 25 di quel mese all’8 di luglio notavasi che 508 furono i cittadini, che alla malefica influenza soccombettero. La mancanza di regolari bollettini si anteriori come posteriori lasciano incerto il numero dei morti; pur nulladimeno autentiche annotazioni ne assicurano che questi dai 9 al 30 luglio furon 238, che uniti ai primi danno la complessiva somma di 746, senza contarvi quelli che si ebbero pria del 25 giugno, né quelli che sollecitudine a nascondere la intensità della moria pietosamente intralasciava di memorare; più, senza contarvi quelli della Guernigione austriaca, dell’Ospidale e del Ghetto. Laonde se a 1300 si porta il numero delle vittime in questa ultima colerica invasione avrassi anzi mitezza che eccessività di calcolo. Cosi nel 1855 il colera in Ancona infierì più che nel 1836, in cui de' 1556 aggrediti dalla fatale infermità 716 perirono, guarirono 840. E dalla statistica dei rimasti orfani nella comunione cattolica ciò emerge anche più chiaramente; imperocché 107 sono gli orfani di padre e madre, 274 di padre, 169 di madre. Arroge poi che un gran numero di fanciulli non anco decenni soggiacque alla letale violenza del perlifero flagello. E pure un circa 10 mila persone trassero d’Ancona a luoghi non infetti! Indi meno anguste le case, meno incomoda la circolazione, l’aere più salubre perché più aperto, più libero, più respirabile!
Innanzi a tanto infuriare del morbo sterminatore non si perdette d’animo la Municipale Rappresentanza, che mise o[ era sollecita onde nulla mancasse ad aiuto e a cura dei colerosi d’ogni condizione. L’egregio Gonfaloniere conte Michele Fazioli dava opportune disposizioni, sopravvegghiava di persona a che le ordinate cose si adempiessero prontamente; nella sua giovanile energia resta indeciso se in lui prevalesse è il virile coraggio, è la senile prudenza; ché quello e questa concorsero a renderlo memorando esempio nell'onorato incarico che occupa con generale soddisfazione. E il Commissario straordinario Delegato Apostolico monsignor Camillo Amici, che alle Rappresentanze Municipali dirigeva instruzioni analoghe alle disgraziate contingenze dello sviluppo del colera, e vigilantissimo com'cgli è non intralasciava di raccomandare la pratica delle precauzioni tanto saviamente inculcate dai superiore Governo in guarentigia della pubblica incolumità, con editto del 23 luglio annunziava che generalmente si era corrisposto alle sue sollecitudini con essersi adottate le prescritte precauzioni entro i limiti di una ragionevole previdenza (16)b. Ad agevolar poi le difficili incumbenze dei comunali Magistrati accorreva, senza frapporre indugio, la munificenza dell'augusto Pontefice PIO IX, il quale venuto appena a cognizione dei bisogni insorti nelle città e nei comuni colpili dai colera fu sollecito di spedirvi del suo privato peculio generosi soccorsi; scudi 600 per la città e provincia di Pesaro, scudi 1500 per altri luoghi e specialmente per la provincia di Ancona e quella di Macerata (17)c. E l'esempio del benefico Sovrano trovava copiosi imitatori in Ancona, dove le offerte pecuniarie fatte dai cittadini al Municipio a pro’ degl’indigenti fino al 2 agosto presentano la somma di scudi 854 e bai. 52.
La carità del Sacerdozio poi rifulse di novelli splendori nella funesta congiuntura. Lo zelantissimo arcivescovo monsignor Antonio Benedetto Antonucci vescovo di Ancona, circondato e nelle opere di sublime abnegazione corrisposto da tutto il suo levitico stuolo, spandeva larghi favori agl'indigenti che languivano pei morbo e per la miseria, entrava negli abituri dei poveri per apprestare il Sagramento della Confermazione ai moribondi fanciulli, lasciava abbondanti sussidii alle meschine famiglie per curare il male, per prevenirlo e per aver mezzi di sussistenza. Non sarebbe facile di determinare quante sieno le migliaia di scudi che monsignore Antonucci elargì da che sviluppo il colera, le sue rendite furono sempre il patrimonio dei poveri (18)d. E cessato il morbo, le cure dell’insigne arcivescovo, apostolo di carità evangelica, si dedicarono tutte al bene degli afflitti superstiti. Egli assumeva l’obbligo di mantennero in Conservatorii di educazione cinquanta fanciulle rimaste orfane; ed instituiva una Commissione di prestantissimi cittadini, onde accumular mezzi da privale elargizioni per soccorrere ai bisogni di tutti gli altri che perdettero quale il padre, quale la madre, quale ambidue (19)e. Oltre a ciò, anche monsignor Delegato fece replicato pubblico invito ai poveri restati orfani pei colera, perché si presentassero a ricevere sussidii che lor si doveano distribuire.
Se pertanto dobbiamo compiangere la sventura di coloro che rimasero vittime del morbo micidiale in Ancona, lasciando nella desolazione tante famiglie, non possiamo non tributare encomi di lieta riconoscenza ai molti benefattori che sopravvissero, e specialmente al pietosissimo arcivescovo, che in tutti trasfonde le sue paterne inspirazioni, onde la indigenza non sia di stimolo alla colpa, e l'abbandono degli orfani non rechi detrimento alle virtù cristiane della novella generazione.
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ANTONIO BENEDETTO ARCIVESCOVO VESCOVO
C. Can. Gemini Cancelliere Vescovile.
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Depulati per la Parrocchia di S. Giovanni Battista signori D. Luigi canonico Marinelli, Erminio Cinti, Vincenzo Montevecchi; de' SS. Giacomo e Martino signori D. Carisio Fiorenzoli, Pietro Grassiai, Francesco Quintiliani; di S. Marco in S. Agoslino signori D. Cesare canonico Gariboldi, Giovanni Enrico avv. Sturani, Norbert Cherubini; di S. Egidio in S. Domenico signori D. Giuseppe Felici, Francesco Matteucci, Carlo Ricotti; di S. Pietro signori D. Marino Marinelli, Niccola Mengoni Marinelli, Luigi conte Giovannelli; di S. Maria in S. Rocco signori D. Luca canonico Zannini, Pietro conte Pichi, Domenico Perozzi; de' SS. Pellegrino e Filippo Heri signori D. Giuseppe Birarelli, Francesco conte Nappi, Augusto conte Falali; di S. Maria della Misericordia signori D. Giuseppe canonico Schelini, Savino De Smolian, Gregorio Barili; de' SS. Cosma e Damiano signori D. Enrico canonico Vannini, Giacinto Knappe, Vincenzo Morlacchi; del Borgo Pio signori D. Nazzareno Coltrinari, Giuseppe Ulisse, Giovanni Chiocconi.
La sera del 9 ebbe luogo a Genova la solenne apertura del nuovo teatro Andrea Doria; grande fu il numero degli accorsi, e il concerto vocale e strumentale diretto dal maestro Novella fu di generale soddisfazione.
Si contano parecchi fatti d'insubordinazioni militari in Sardegna. A Cagliari la mattina del 22 luglio le reclute rifiutarono la formola del giuramento. Lo stesso giorno a Stampace e sulla spianata d'Is Mirionis si vedevano assembramenti di artiglieri e soldati di fanteria. Alle ore 10 della sera un battaglione in caserma.... Si dice ché un borghese complice del progetto, notificò tutto alla Pulizia e al comando generale e a mezza notte erano già date le necessario disposizioni. Sei soldati furono tradotti in carcere, incatenati, in mezzo a picchetti di piemontesi e le cartuccie con palla furono tolte a tutti indistintamente. In città si operò pare qualche arresto e qualche perquisizione. Tre cannoni da campo furono posti dinanzi al quartiere. Le batterie del castello furono armate e i mortai collocati con la bocca all'insù e sul loro affusto; forse per incutere timore. Ai 28 fu chiesto un reggimento di rinforzo temendosi molto lo scoppio di seri disordini. Ai 29 le truppe furono consegnate tutta la giornata, rinforzate le guardie e caricali i cannoni. Alle ore 9 della sera tutto era silenzio nella città, che parea deserta; passeggiavano soltanto le pattuglie (It. e Pop.). Si pretende che questi malumori sieno originati da idee non guari favorevoli all'andamento del sistema costituzionale. «Ai 10 in Genova (Movim.) non si erano ricevute per via telegrafica positive notizie della Sardegna. Il Governo forse le aveva ricevute, ma certamente a nessun giornale vennero comunicate. La Gazzetta di Genova né anche diceva una parola sullo stato della pubblica salute in Sassari e nelle altre parti dell’isola, dov’era scoppiato il colera. Questo silenzio governativo porgeva motivo d’infondate asserzioni.»
In Savoia il popolo vede nei tremuoti e nelle grandini, che percossero quel paese, i terribili effetti dell’ira di Dio (Union) ad onta che qualche giornale torinese studiasi a persuaderlo che sono invece casuali contingenze.
Ai 10 proveniente dalla Crimea giungeva in Torino il generale inglese Percy incaricato dell’ordinamento della legione italiana in sevizio dell'Inghilterra.
La Francia e l’Inghilterra dichiararono all’Austria di non voler prevenire per ora la decisione della guerra con nuove pratiche di pace.
Sull’andata del generale francese Letang a Vienna vuolsi sapere che scopo della medesima non è già la presentazione di nuove proposte, ma bensì la inchiesta di una convenzione militare concernente il passaggio di truppe anglo-francesi nei Principati danubiani.
I lavori delle strade ferrate nella Galizia vengono proseguiti senza interruzione ad onta della riduzione fatta dell’esercito.
A mezzogiorno del 7 il re di Sassonia fece la solenne chiusura della ottava legislatura ordinaria.
La Dieta di Francoforte si è aggiornata fino alla metà del prossimo ottobre.
Il principe di Prussia reduce da Pietroburgo a di 8 era tornato a Berlino.
Un decreto imperiale assegnò all'armata 500 mila franchi per festeggiare il 15 agosto.
Vuolsi sapere che l’imperatore d’Austria abbia autorizzato il suo fratello arciduca Ferdinando Massimiliano a scegliere tra gli ufficiali della squadra austriaca di esercizio un certo numero che recherassi a Parigi allo scopo di visitare la Esposizione universale. La squadra austriaca era ultimamente aspettata al porto di Tolone.
Mehemmed Ejemil-Bey figlio di Reschid pascià nuovo ambasciatore turco a Parigi ai 7 ebbe; una lunga conferenza col ministro degli affari esteri.
É giunto a Parigi Said pascià capo di Stato maggiore del generalissimo Omer pascià.
Salomone Rotschild morto ultimamente ha lasciato una fortuna di 120 milioni da dividersi fra due eredi.
Scrivesi da Parigi che l’ambasciatore austriaco in Francia abbia preso a pigione per quattro mesi un casino di campagna nei contorni di Parigi.
Si assicura che Cabrera trovisi nella valle di Andorra. Le milizie del governo muoveano verso quella parte.
In Barcellona nuovi arresti di cospiratori socialisti. I sintomi di prossime turbolenze divengono sempre più gravi e manifesti.
Ai 28 luglio i carlisti fratelli Hierros entrarono a Matamorosa; presero la cassa del ricevitore del Portazgo, i cavalli di posta ed altro e poi ripartirono promettendo di presto ritornare.
Kupriali Mehemed pascià ex-granvisir fu nominato presidente dei Consiglio del Tansimat.
Si manifestano discrepanze di pareri tra lord Redcliffe e il nuovo ministro francese Thouvenel a Costantinopoli.
Si annunzia che la Porta abbia totalmente abbandonato il pensiero di fare arruolamenti fra i suoi sudditi non musulmani.
Uffiziali austriaci si occupano alla formazione di molti reggimenti di gendarmeria nei Principati danubiani.
Dopo il mezzogiorno del 20 luglio le scialuppe inglesi a mortai, ancorate avanti Nargen e Reyal, si esercitarono a far fuoco ed anche iR tale occasione ebbesi prova novella della efficacia e della opportunità delle medesime. La mattina del 22 dalle ore 3 alle 12 una fregata, un piroscafo ed una scialuppa cannoniera inglesi bombardarono Vyborg. I russi (secondo le relazioni pubblicate a Londra) risposero debolmente, ed uccisero agli inglesi due uomini, ne ferirono uno! Al contrario i russi soffersero una perdita di circa 800 uomini! I razzi lanciali dagl’inglesi cagionarono danni assai considerevoli. Ai 27 il bombardamento di Vyborg fu rinnuovato, e tanto la città, quanto le sue opere fortificatorie furono in gran parte ruinate.
Su i primi di agosto la squadra alleata partirà da Nargen e recavasi innanzi a Sweaborg con intenzione di aprirvi un terribile bombardamento. La squadra composevasi di 16 vascelli di linea, di 2 fregate a vapore, di 4 piccoli battelli a vapore, di 14 cannoniere e 4 bombardiere. A Sweaborg le opere fortificatorie trovansi eretle sopra gran numero d'isole, e non potendo perciò essere soccorse che assai difficilmente, è agevola demolirle l’una dopo l'altra.
Si da per notizia positiva che gli alleati occuperanno e ristabiliranno gli antichi castelli del Bosforo.
I Baschibozuk abbandoneranno in breve i Dardanelli, che, com'è noto, sono stati dal Divano concessi ai francesi. Per ordine dell’imperatore Napoleone vi si innalzeranno fortificazioni atte a coprire una ritirata ed impedire ai russi l’ingresso nel Mediterraneo.
Il generale Viviam, alla testa di un forte polso di ottomani da lui disciplinati, slava per tentare uno sbarco nelle vicinanze di Baltum.
Le notizie della Crimea poche e insignificanti da Parigi e da Londra; molte, ma non sicure, da Pietroburgo. Secondo queste ultime, i russi intendevano a costringere gli alleati ad una grande battaglia in campo aperto per dare un nuovo indirizzo alla guerra. A questo fine considerevoli masse di truppe accorrono dalla Podolia e da altre parti in Crimea. L’attacco dei moscoviti era progettato a farsi dalla parte di Balaclava, partendo dalla riva destra della Cernaia.
I lavori d'assedio erano spinti con precauzioni inaudite per consolidare le batterie di faccia alle fortificazioni nimiche, dal Redan fino alla punta del Carenaggio.
Ai 30 luglio i capi degli ospedali francesi a Costantinopoli ricevettero l’ordine di tenere pronti seimila letti.
Il governo inglese la grandi preparativi perché le sue truppe svernino in Crimea. Parte intanto d’Inghilterra il colonnello Shirley che comanderà la cavalleria del contingente turco e conduce seco parecchi uffiziali e sottouffiziali.
Le ultime notizie di Tripoli recano che agli arabi ribelli non rimaneva che a prendere la città capitale. Si erano già impadroniti di tutto il resto del paese.
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3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
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10 |
67. 45. 67. 35 |
94. 50. 94. 00 |
11 |
67. 40. 67. 40 |
94. 75. 94. 95 |
Lo czar ha inviato due preziosissimi anelli di diamante, uno per Helskiel collaboratore nella Nuova Gazzetta di Prussia ed uno per Lindenberg estensore della Gazzetta di Vestfalia. Ambidue li portano all'indice della mano destra, onde aver sempre sott'occhio il dono ricevuto quando scrivono gli articoli dei respettivi giornali.
Alessandro Dumas incontrò ultimamente un amico che, vedendogli in mano un giornale, domandogli: Comment va le siégé de Sébastopol? Al che Dumas rispose: Il va assez bien; il commence à se lever. Questo scherzo epigrammatico di equivoca significazione ha prodotto che Dumas non sia più ricevuto di buon grado in alcuni circoli ch’egli era solito frequentare.
Osserva il Movimento che il generalissimo ottomano è scomparso, è divenuto l’araba fenice; che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa. Un corrispondente ai 23 di luglio avealo visto a Kamiesch; un altro avealo introdotto perfino a un consiglio di guerra con gli altri generali alleati della Crimea; un altro lo mandò sul Danubio; un altro lo mandò in Asia; un altro finalmente dice che tutte queste apparizioni sono scherzevoli effetti fantasmagorici; ché ai 30 di luglio Omer pascià non si era mosso per anco di Costantinopoli! Or se tanta contraddizione e tanto mistero trovasi perfino nelle più semplici notizie, fra le quali hassi ad annoverare quella della presenza di un uomo anzi in questo che in quel luogo, di un uomo che pur si vede camminare e si sente a favellare; qual fede avremo ad aggiustare alle altre corrispondenze che parlano di cose, alle quali mettesi studio perché rimangan segretissime?
Mentre alcuni giornali affermano che Abdel-Kader tornato da Costantinopoli in Asia abbia gravemente infermato, la Indépendance Belge è avvisata che l’emiro si dispone, con le debite già ricevute licenze, a fare un viaggio di piacere in Francia, per vedere specialmente la grande Esposizione di Parigi.
La Gazzetta di Milano ci la sapere che «una luminosa prova dell'accordo fra l’Austria e le Potenze occidentali si scorge nella stampa francese che pienamente riconosce ed apprezza la condotta della politica austriaca. E tal prova, cui rispondono anche le manifestazioni della diplomazia, sbugiarda tutte le dicerie di raffreddamento e discordia fra gli alleati del 2 dicembre. La prova sarà pur luminosa, ma non abbaglia almeno certe vis le che pretendono avere aquilina acutezza, e queste vedono sempre che sulla luce della prova emanante dall’arrendevole frasario giornalistico si stende la nuvoletta dell’officiale discorso napoleonico, secondo il quale dovea rendersi e tuttavia non si é reso, offensivo e difensivo il trattato dell’alleanza.
Il Chronicle è intimamente persuaso che, malgrado tutti gli argomenti dell’Invalido russo e tutte le fortificazioni formidabili di Sebastopoli, la sorte della Crimea sia già irrevocabilmente decisa a favore delle Potenze occidentali.
Las Cortès propugnano l’invio d’un aiuto volontario di soldati in Crimea, e la Soberania nacional protesta contro la cooperazione si volontaria come coattiva della Spagna nella guerra della Tauride. La Epoca pure non amerebbe che la Spagna vi s’immischiasse, perocché dispera delle risultanze della lotta e considera che non ebbesi mai un inviluppo politico tanto pericoloso quanto la tremenda quistione orientale.
Opina l’Union che inutili torneranno i rigori del Governo francese verso gli emigrati della legittimità spagnuola. E perché debbono tornare inutili questi rigori? Il motivo è detto dal corrispondente parigino del Corriere Italiano. Quei poveri emigrati domandarono danaro al principe Gortschakoff (non si sa se quelle ch’è ambasciatore a Vienna, è quello ch’è supremo generale in Crimea) per assoldare una rivoluzione montemolinisla. Ma qualora il danaro bastasse a render frustranei i rigori di un Governo forte qual è la Francia, egli è certo che non sarebbe mai sufficiente la richiesta fatta dagli emigrati; vorrebbeci la effettiva somministrazione dell’imploralo pecuniario soccorso. E questo come può esser dato oggi che si è proibita la esportazione dei valori metallici fuori della Russia? Or sarà egli vero che qualunque e’ siasi dei principi Gortschakoff voglia con un proprio atto dare altrui l’esempio del contrabbando? Indi è che se gli emigrati spagnuoli sperano sulla venuta dell’oro dalla Russia, tutte le più probabili conghietture sono che fallitur augurio spes bona saepe suo!
Il Journal de Madrid invitato a spiegarsi più chiaramente sulle sue idee dittatoriali pubblicava questa dichiarazione: «Noi siamo e saremo sempre partigiani di ciò che noi chiamiamo dittatura, non avendo finora notato altra parola che meglio esprima il nostro pensiero. Noi siamo convinti che gravi avvenimenti stanno per succedere in Ispagna; ed abbiamo la quasi certezza che il generale O’Donnell è tal uomo da dominarli, almeno in parte. Siamo intimamente persuasi che il duca della Vittoria sarà messo alle strette è perché lo aiuti in questa via è gliela lasci percorrere solo. Per quanto un uomo sia virtuoso, ei non dee volere che un paese con lui stiasi in una eterna situazione provvisoria, capace di produrre la sociale ruina. Sembra dunque che fra non molto la sorte debba decidere fra O’Donnell ed Espartero. E pure si promulgano le più graziose novelle sulla intima unione di questi due potenti rivali!
Per alcun giorno si è tornato a favellare di nuove probabilità di pace. Si è detto perfino che la vedova imperatrice di Russia avea scritto una lettera all’imperatore d’Austria per interessarlo a farsi media tore di una onorevole composizione. Della qual cosa i giornali menarono immenso rumore. Quella lettera non fu che una spiritosa invenzione. tante polemiche adunque basale sur una la vola!
La flotta del Baltico lasciando le acque di Cronstadt andossene in quelle di Nargen, come avvertimmo; ora passò a quelle di Sweaborg. Un dispaccio dice che pel giorno 8 sarebbesi probabilmente comincialo il bombardamento; a questo dispaccio ne conseguitò un altro che vuolsi venuto da Pietroburgo, per annunziare che il bombardamento di Sweaborg incomincialo il 9 continuava vigorosamente. La provenienza ci la dubitare della esattezza del fatto narrato. Sembra non doversi credere che il governo russo, arbitre dei suoi telegrafi, faccia correr per l’Europa notizie vantaggiose agli alleati. Ma un terzo anonimo dispaccio, non si sa d’onde venuto, soltanto affisso alla Borsa di Torino il 14, reca che il bombardamento di Sweaborg fu coronato da pieno successo; l'incendio consumò interamente il magazzino dell’arsenale russo; immense le perdite moscovite, insignificanti quelle degli occidentali. Ameremmo però che una notizia di tanto rilievo venisse confermata officialmente dal Moniteur.
I minacciosi apparecchi dei russi per passare il Danubio entrarono in uno stato di quiescenza. Luders non si è mosso da Odessa, nelle cui vicinanze accampano però eserciti pronti a marciare ad ogni cenno. Gli alleati, che dove&no raggiungere t turchi a Silistria e nella Dobrudsca, ancora si aspettano. Invece buon nerbo di truppe francesi occuperà in breve le fortificazioni dei Dardanelli, onde, cosi dicesi, proteggere una ritirata degli alleati e impedire l’ingresso della flotta russa et Mediterraneo. Di qual flotta russa intendesi parlare? Forse di quella, che fu affondata alla imboccatura del porto di Sebastopoli? O di quell'altra che i russi disarmarono?
Dalla Crimea si attendevano Te notizie dell’assalto di Malakoff; si attendono tutta via. Non è annunziata alcuna rottura delle linee telegrafiche. Dalle precedenti cose, che si sapeano, pacea che i russi volessero intraprendere una grande operazione in campa aperto verso Balaclava. Ove questa si fosse tentata o si minacciasse effettuarla, forse sarebbe motivo a un ritardo dell’assalto, che gli alleati si proponevano a dare alla torre di Malakoff.
Nel Mare di Azoff, a Tangarog e a Genitschi toccarono altre sventure; i cannoni inglesi vi arrecarono danni novelli. Alcuni bastimenti russi ricomparvero sa quelle acque, sebbene fu asseverato che non ve ne aveva più alcuno, perché parte distrutti dal fuoco, parte catturati. Ora si sa che parecchi di essi si ritirarono nel Mar Putrido, dove, a quanto pare, stanno sicurissimi, anzi n’escono talvolta quasi a provocare il nimico ad inseguirli in punti, che potrebbero essergli fatali. Il littorale fino a Perekop si munisce di grandi opere fortificatorie e di truppe collocale la dove sarebbe agevole uno sbarco.
Diverse e contraddittorie lo notizie della guerra asiatica. Ora Murawieff si avanza fino ad Erzerum, ora si ritira anche da Kars; ora i turchi son pochi e indisciplinati, ora in tal numero e cosi bene istrutti che respingono e inseguono il nemico. Certo è però che l’esercito ottomano dell'Anatolia chiede soccorsi; si è pensato perfino di spedirvi Omer pascià, il che dimostra, a parer nostro, che le condizioni dell’armata di Williams non sono cosi vantaggiose come vuolsi dalle più recenti corrispondenze. E se a ciò si aggiunge che a confortare le inquietudini bizantine pei fraterni anatolici infortunii si die’ corso alla voce della guerriera ricomparsa di Sciamil alla testa di tre corpi d’armata presso Tiflis, si avrebbero a fare le più tristi conghietture sulla posizione di Kars ed. Erzerum.
Parlossi un tratto delle rotte diplomatiche relazioni tra la Persia e la Russia, ma questa novella sembra essere una invenzione dei giornali. britannici onde altri non creda l’altra positiva notizia che lo sciach di Persia, aderendo alle inchieste della czar di Russia, fe’ chiudere nel suo reame le scuole protestanti che tenutevi dall'Inghilterra
L’imperatore cinese, che ormai ha quasi vinta da ogni parte la tientese rivoluzione, cadette alla Russia importanti posizioni sul fiume Amur, dove i russi già edificano fortificazioni; del che la Gran Bretagna non è guari contenta
Nel Messico il presidente Santanna forse a quest’ora è levata di seggio. Più volte oi dovette esalare e sempre fu richiamato. Indi la probabilità che, dopa il passaggio dell'attuale proceda che lo colpisce, il voto della disingannata nazione invocherallp di nuovo a sanar le piaghe che si aprono e grondano sangue contadino in spem melioris aevi. Non è punto vero che l’Unione Americana abbia smesso il pensiero della conquista di Cuba; anzi lo coltiva e vi s’infervora.
Il bey di Tunisi dispera di potere resistere agli arabi ribelli, le cui minaccie gl’intronano le orecchie fin presso la sua residenza. Lo stato delle cose la prenunziare che il telegrafo fra pochi giorni recherà che ei fu preso o è fuggitivo. A chi la eredità del suo principato? Forse a Gurma che condusse gli arabi a impugnar la spada contro il sire tripolino? Non ne siam persuasi. Anche quell’affricano movimento é un mistero; forse un episodio della iliade orientale.
Ripassando in Europa, troviamo che la Germania si va spogliando a poco a poco delle forme costituzionali. Nel piccoli governi federali già si operarono su ciò grandi colpi di Stato. Ora cominciano quelli di second’ordine. Il re di Annovcr sciolse le Camere e dichiarò che «nel salire al trono, ei credeva sarebbegli riuscito di togliere dallo Statuto le disposizioni che stanno in contraddizione con le leggi fondamentali della Confederazione; ma questa speranza non si è avverata. Indi non rimanevagli che di modificare Io Statuto o basandosi sulla sua sovranità e suprema autorità, o provocando una decisione dell’assemblea federale alemanna. Fu preferita quest’ultima via. È perciò decretata la revisione dello Statuto.»
Oggi la regina d’Inghilterra, secondo i predisposti concerti, mette piede sul suolo francese. Forse anche l’ammiraglio arciduca austriaco andrà fra qualche giorno a Parigi. Grandi gli apparecchi per ricevere la regina Vittoria; sarà largamente prodigata ogni maniera di pubblica esultanza. La Francia è tutta in un voto, e questo è che la nazione debba a qualunque costo uscir gloriosa dalla formidabile lotta col colosso dei settentrione. Parlasi di nuovi marescialli; fra questi sono in predicazione Canrobert e Pelissier.
Le Camere inglesi ebbero le loro vacanze. In questi ultimi tempi vi fu parlato sovente a sproposito. Accuse contro i ministri; incolpazioni contro l’andamento della guerra; querimonie contro l’aristocrazia. Una russelliana mozione compieva il dramma parlamentare dando un attestato di simpatie alle idee liberali che vorrebbonsi solleticare al di qua dei monti. Forse la proposta fu combinata, onde Palmerston avesse avuto modo per rassicurare l’Austria, che non fu mai tanto sicura quanto è di presente, e per conchiudere «lui essere intimamente convinto che l’Austria sia che possa è non possa in avvenire trovare il suo interesse a combattere a fianco della Francia e dell’Inghilterra, non si vedrà mai con la Russia contro l’Inghilterra e la Francia.»
Le notizie della Spagna son sempre gravi. Il popolo, generalmente parlando, avversa i suggerimenti di emissarii socialisti, che percorrono le provincie. Le sommosse che si ripetono ora in una ora in altra parte sono, per lo più, manifestazioni di recalcitramento ad offese perpetrata contro l'ordine civile e il sentimento religioso. Spiace che la regina sia messa in disparte da ogni ingerenza. Indi chiedesi un governo forte. Altri lo vagheggia in una dittatura o’donnelliana; altri nella chiamata di Montemolino ai trono. vuolsi intanto confermata positivamente la entrata di Cabrera nella ville di Andorra; egli, a quanto narrasi, vi penetrò dalla parte di Ax, accompagnato soltanto da un segretario. Ma della sua venuta furono avvisati i Tristani e i Borges, altri capi di bande carliste, i quali subito trassero a mettersi sotto i suoi ordini. Ê perciò che il governo spedisce poderose truppe nella vallata andorrese. A questi imbarazzi per sopraccarico si aggiungono quelli dell’erario che sempre è vuoto. E pure con tanti incomodi il ministero ha deciso di mandare un contingente di milizie spagnuole nella Crimea!
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A Cagliari vivesi nella più schietta anarchia legale. La maggior parte dei padri della patria è contagionista. A Sassari infierisce il colera; il clero, tanto regolare quanto secolare, da in questa occasione esempi della più sublime abnegazione. Il vescovo Varisini va di casa in casa amministrando i conforti della religione ai morenti e soccorrendo le famiglie povere; preti e frati mostrano il coraggio che gl’impiegati, specialmente i medici, avrebbero dovuto dimostrare. Ê giustizia che si dia loro la lode che ad essi è dovuta. Cosi l'Espero, cui nulla aggiungiamo.
La mattina dell’11 il principe Girolamo Napoleone parti per l’Havrcs.
(Disp. tel.) Il generale Canrobert parti dalla Crimea onde tornare in Francia.
Dicesi che Canrobert avrà il supremo comando di un corpo di 100 mila uomini nei contorni di Strasburgo. Altri vogliono che avrà il comando dell'esercito di Parigi.
La Commissione municipale di Lione votò una somma di 10 mila franchi a profitto dei feriti di Crimea.
In occasione della festa dei 15, per decreto imperiale 577 detenuti militari furono graziati, 511 ebbero commutazione di pena. Furono distribuiti nella stessa occasione 300 mila franchi alle vedove e agli orfani dei soldati morti in Oriente.
Molte rappresentanze municipali della Catalogna furono disciolte perché imputate di favorire i carlisti. Un sindaco dei contorni di Girona fu anche imprigionalo per non aver fatto suonare a stormo le campane, nel passare d’una banda montemolinisla.
Parecchi emigrati italiani percorrono attualmente la provincia di Andalusia, e nei caffè e in altri luoghi pubblici cantano inni rivoluzionari, dicendosi propagandiste di Mazzini, di Espartero e della libertà (Esperanza). Il governo tace sulle loro escandescenze.
A Larissa e nei contorni di Salonicco quasi tutta la popolazione è fuggita a cagione dei colera, riparando sui monti Ossa ed Olimpo. Dei 25 mila abitanti di Larissa, in città non ne rimasero che 4 mila. I medici furono i primi ad allontanarsi dal paese.
Nuove offerte pecuniarie pervennero al governo russo per la continuazione della guerra; 61868 rubli di argento da Kalonga, 20339 da Jaroslaw, 20173 da Nischegorod, 50000 da Ovenbourg. Un contadino delle terre dei principe Wolhonski donò 5000 sanguisughe per gli ospedali militari di Helsingfors, Riga e Revel.
L’imperatore Alessandro ha nominato cavaliere dell’Ordine imperiale dell'Aquila bianca il comandante di Sweaborg per lo zelo e l’attivtà, ch’esso ha dimostro nella difesa della piazza da lui comandata.
Il generale Noedeustern, che organizzò i cacciatori volontarii della Finlandia, ebbe dallo czar la decorazione dell'Ordine di S. Wladimiro.
Tutta l'attività dei turchi sul Danubio si limita a fortificare i punti di strategica importanza. Ismail pascià trovasi a vicenda ora a Schiulma, ora a Silistria.
Monache e sacerdoti cattolici venuti dalla Polonia assistono i prigionieri francesi che sono a Sebastopoli. I feriti ricevono cosi tutti i sussidii spirituali della vera religione non meno che i materiali soccorsi.
Prevedendo il generale Osten-Sacken i pericoli che minacciano il sobborgo dei barcaiuoli e i fabbricati dell’ammiragliato, ordinò di sgombrarli. Chruleff, incaricato della difesa della Karabelnaia, fissò il suo quartiere generale nel forte Paolo.
(Disp. tel.) Probabilmente verso il 24 è 25 i generali alleati potranno determinare il momento dello assalto di Malakoff.
I seguenti imperiali uffizi consolari austriaci esistono presentemente nell'Impero ottomano: Nella Rumelia, consolati in Costantinopoli e Salonichi, viceconsolati ed agenzie in Adrianopoli, Dardanelli, Varna, Sofia, Burgos, Enos, Gallipoli, Ineboli, Rodosto, Tenedos, Brussa, Monastier, Saras, Voila Vollo. In Bulgaria, consolato in Rustschuk, vice-consolato a Viddino. In Moldavie, consolato generale a Jassy, consolato a Galacz, agenzie e viceconsolati a Bacon, Belad, Bottoschan, Fokschani, Follischeni, Mibalilena, Pialra, Waslui, laraila, Tultscha e Giurgewo. In Valacchia, consolato generale a Bukarest, agenzie in Fokschaui, Kimpolung, Krajova, Piteschti, Plojeschti, Rimnik, Tirgoschnul, Firgowest, Turnu-Severin. Nella Serbia, consolalo generale a Belgrado. Nella Bosnia, consolato generale a Serrajewo, agenzie in Banjaluka, Livno e Tusna. Nella Erzegovina, vice-consolato a Monstar. Nell’Albania, viceconsolati a Scutari, Durazzo, Janina, e agenzie in Prevesa ed Avlonq, Nell’Asia minore ed isole adiacenti, consolati generali in Trebisonda e Smirne, viceconsolati ed agenzie in Samsun, Batlum, Sinope, Erzerum, Tschesme, Lamacca, Rodi, Scalnouva, Aivali, Guselhusar, Metelino, Samo, Stanchio, Canea, Candia, Bellimo. Nella Siria e Palcstina, consolato generale in Beyruth, consolati ed agenzie in Gerusalemme, Aleppo, Damasco, Alesandretta, Jaffa, Saida, Sur Tripoli, Latakia, Mersina, Bagdad. In Egitto, consolato generale in Alessandria, agenzie a Cairo, Chartum, Damietta, Suez. In Tripoli, consolato a Tripoli, in Tunisi consoiato generale a Tunisi con le agenzie a Bisiéra, Goletti, Gerbi, Sfaxi e Susa.
EGITTO
(Disp. tel.) Molti beduini ribelli combattono vantaggiosamente contro gli egiziani. Il re di Abissinia mosse verso Ghellebat per sottrarla al dominio del viceré d'Egitto.
(Disp. tel.) Santanna promuove trattative di conciliazione coi rivoluzionarii; intanto la sua famiglia è partita dal Messico.
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto. chiuso |
13 |
67. 35. 67. 25 |
95. 00. 94. 75 |
Un articolista britannico, che modestamente s'intitola Titus Livius londonensis, pubblica di tanto in tanto nella Press alcune istoriche bizzarrie in idioma ch’ei pretende puro latino. Ultimamente parlava delle recenti diatribe parlamentarie. Noi riportiamo un brano del testo con la versione in lingua italiana per comodo di qualcuno che non fosse bene inizialo nel frasario della latinità londonese.
Era, a dir vero (il Parlamentò) non meno grande che pazza confusione. per guisa che gli stessi soffitti (delle Camere), avvegnaché dell’udito anzi ottusi che no, quasi storditi ne rimaneano. Imperocché (gli oratori parlamentarii) aveano statuito di combattere contro il gran Leone (a) settentrionale piuttosto con le ciancie e le facezie che con la spada. Ma esso Leone, sia col naviglio sospinto in alto mare, sia con ampie cittadelle d’ogni parte innalzate, sia finalmente con la malizia di un cotale scozzese dedicatosi più all'incremento de' suoi commerciali negozi che alla difesa della sua patria, seppe schermirsi cosi gagliardamente che un certo grosso castello, d’onde aprivasi un sentiero quasi diritto agli altri paesi del Leone, né anche potè essere espugnato. E già quel Littonio, illustre tanto per la eloquenza quanto per la erudizione e per lo studio della poesia, che fine ad un prolisso abbastanza ed acre discorso contra coloro che bernescarnente si chiamavan ministri. Questi poi, parati di continuo a sghignazzare in artigliando le cose patrie e le straniere, allora, come paperi, strepitarono sino a che il più borioso infra' ministri, avvezzo sempre a stridere e a cuccuveggiare, desideroso di mietere allori nella epigrammatica palestra delle baie, alzo la fronte e sovra i pie rizzosse! Or questo valent’uomo avea nome Pam. Se delle sue gesta in a favellare imprendessi, temerei sdrucciolar in troppo acerbo linguaggio. Egli era più acconcio a rappattumare le oppugnantisi stizze e a mescer vino ai riconciliati avversarii, che a fare di per sé alcuna orrevole cosa. Eragli poi cosi naturale il motteggio che, a mo’ di buffone, e’ solea menar vanto di sapere discutere di qualunque gagliofferia. Ed il suo scurrile ingegno di più abbarbagliante lustrore rifulse, allorché si fe’ disputa e della guerra male operata, e delle legioni è dalla fame è dal ferro distrutte, e de' giumenti che al trasporto delle soldatesche mancarono. Egli era Vecchio, ma sfornito affatto dei decoro della vecchiezza; ché mentre, ad imitazione di certo Momo decrepito, studiavasi riversare il dileggio su d’altri ed ogni cosa in ischerzo girare, e’ si espose alle beffi e alla compassione di tutti. (a) I nostri lettori comprenderanno agevolmente il motivo, che ci persuase a tradurre aper leone. La fedeltà della versione forse fo noi non avrebbe giustificata la impertinenza includentesi nella parola latina. |
Erat magna sane neque minus insana confusio, adeo ut laquearia ipsa, ad auditum parum apta, fere qualerentur. Nam cum Apro Magno Boreali verbis atque iocis magis quam ferro pugnare decreverant. Ipse vero Aper tam valide se se defenderat, vel navibus in allum demissis, vel vastis undique congestis molibus, vel denique Scoti cuiusdam (qui mercaturae suae magis quam ad patriae defensionem erat deditus) astutia, ut ingens quoddam castellum, quod erat quasi via recta ad cetera Apri oppida, vix ex-pugnari nosset. tamque Littonius ille, tam eloquentia quam eruditione atque musarum studio illustris, longae salis atque acri orationi in eos, qui sese ministros facete appellarant, finem dédit. Isti vero, ad sua vel aliéna tenenda semper prompti cachinnare, velut anseres obstrepére, donec ipse ministrorum gallus, clamori facetiisque semper deditus atque ioci tam facilis avidus, ex-surgit. Nomen vero huic viro egregio erat Pam. Quod ad res gestas attinet, vereor ne nimis acerbe dicere cogar. Ille enim ad bella componenda inter bellicosos, atque ad potum pugnantibus subministrandum magis erat aptus, quam ad rem gerendam. Inerat porro huic viro tanta iocandi facilitas, ut, velut scurra, de omni iocabili, se scire et loqui perpetuo profiteretur. Et haec iocandi vis salis splendide elucebat, cum de praelio male amisso, cum de legionibus vel fame vel ferro consumptis, cum de asinis, qui commentus suppetere debuissent, quaestio habita est. Senex erat, sed a senectutis dignitate longe remotus: nam, velut anilis quidam Momus, dum in alios risum excitare et omnia pro ludibrio habere conaretur, irridendum omnibus et miserandum se praebuit. |
Sulla intervenzione della Spagna in Crimea el Faro National scrive che «la semplice voce di questo progetto ha suscitato in pressocché tutti i giornali madrilesi un sentimento di ripugnanza e di malumore, e non v’è circolo, né partito politico che non combatta questa idea siccome sconvenevole e pericolosa. El Faro poi la considera siccome il più funesto degli errori, e come il più lagrimevole dei traviamenti ministeriali. In altro articolo el Faro domanda: «Dove si va?» E risponde a sé stesso: «Nella coscienza di tutti gli uomini imparziali e riflessivi è manifesto che la rivoluzione corre precipitosa e cieca, il perché ogni suo passo è un inciampo ed ogni inciampo conduce all’abisso! Finalmente augura la caduta del partito dominante pei suoi atti di ostilità contro il sacerdozio e lo massime cattoliche. Termina dicendo: «Se questo partito prosegue a batter la via, su cui si è incaminato, la sua sconfitta è sicura, non per la forza delle armi, né per l’appoggio delle rivoluzioni materiali, elementi che non militano sotto la bandiera cattolica, ma per l’influsso lento e incontrastabile, che sospinge la coscienza dei popoli contro le ingiustizie che li offendono nel loro più caro oggetto, nei loro sentimenti, nelle loro credenze, che sono la vita dello spirito e la delizia del cuore.»
La Iberia corrucciasi aspramente in considerando l'opposizione che la il cosi detto programma reazionario alle autorità progressiste. E non comprende come possa aversi un partito politico che acconsenta di unire con la forza delle armi la sorte della Spagna a quella della Francia e dell'Inghilterra.
La Epoca, in uno dei suoi lucidi intervalli, ha veduto che senza il principio di autorità non è possibile alcun governo. Indi esorta il ministero ad uscire dall’apatia, in cui si trova.
El Leon espanol vorrebbe un sincere e compatto amalgama dei moderati e degli assolutisti. Quantunque in antecedenza abbia propugnato le instruzioni rappresentative, oggi adopera siffatto linguaggio; perocché vede che «solamente la Provvidenza può liberare la società spagnuola dal caos, in cui da un anno in qua si agita convulsivamente!»
Parecchi giornali spagnuoli pubblicano la notizia (non ismentita dalla Gazzetta officiale) che il governatore civile di Tarragona abbia dato la dimissione dal suo incarico. La causa di questa dimissione è che lo essersi disapprovato dal governo una grave misura che quel funzionario aveva adottato contro il clero! E la Regeneration supponendo che il governo voglia metter mano ad un'opera di riparazione, e che a ciò si disponga destituendo gl’impiegati che perseguitando il clero offesero la pubblica opinione, gliene va indicando parecchi che si distinsero per le loro gesta volteriane.
Scrive el Catolico che «l'agitazione degli animi In Ispagna, il vuoto del tesoro, un malessere al cui rimedio non si pensa, la pugna fra i partiti, il conflitto fra le autorità, il socialismo qua e la erompente ora in una ora in altra forma, sono sciagure che ottenebrano d’amarezza gli spiriti anco i più indifferenti.»
Dichiara el Parlamento ch'esso prestò a O’Donnell, avversandolo, servigi più grandi di quelli venutigli dai suoi sistematici panegiristi. Vedendo il Parlamento una prossima mutazione nell'atmosfera politica, comincia anch’esso a mutar linguaggio. Intanto va dolcemente scusandosi delle passa le insolenze.
El Clamor publico dice che i giornali moderati mettono a cielo la capacità di O’Donnell per segregarlo da Espartero.
El Occidente rallegrasi di essersi proposto di osservare in avvenire una condotta imparziale nella sua vita giornalistica. Infrattanto domanda: «Che cosa il generale Espartero rappresenta nel governo? Quali sono le sue idee? quali le mire? Quali le tendenze della sua politica? Stiamo a vedere che la imparzialità lo conduce a parteggiare per O’Donnell.
El Correo universal non vuole la dittatura perché questa si oppone alle sue idee liberali!
La Regeneration riporta che a Madrid si va dicendo: «Che farà Espartero? Che farà O’Donnell? Quando si riuniranno le Cortès? Ed aggiunge che a queste interrogazioni la Soberania national risponde: «Espartero non farà nulla; O’Donnell travaglierà per Espartero; le Cortès si riuniranno… quando vorrà O’Donnell. Avvertiamo che la Soberania «crede che O. Donnell, imbrandendo la spada con una mano, sosterrà sempre con l'altra lo strascico di Espartero.»
Un carteggio da Costantinopoli, che vanta informazioni fidate (alla Gazzetta di Milano), parla nuovamente della tragica fine del generale Raglan, che, a senno del corrispondente, colle proprie mani si sarebbe tagliale le canne della gola. Regnava fra lui e Pélissier la maggior dissensione, da rendere impossibile la simultanea presenza in campo dei due generali. La sconfitta di Malakoff offerì colorito pretesto di chiamare il comandante inglese innanzi ad un consiglio di guerra, per avere in quella occasione trasgredito l’ordine di battaglia convenuto fra i generali. Sul suo capo facevasi ricadere allora la responsabilità di quella fatale giornata, che, secondo i calcoli autentici del citato corrispondente, costò la vita a 8000 francesi è 3000 inglesi, senza contare 2000 prigionieri dei primi e 600 dei secondi. Raglan sottrasse col suicidio il nome suo alla ignominia d’un processa. Il suo cadavere passò inonorato per le vie di Costantinopoli, forse perché i musulmani banno il suicidin, al par di noi, in conto di villa.»
Quando la imperatrice Catarina trasse a vedere la conquistata Crimea, Potemsckin, per nascondere agli occhi della czarina il deserto e la solitudine delle tauriche contrade fece innalzare tango il cammino, in cui doveva ella passare, città e villaggi dipinti in fantastiche forme. Quelle decorazioni si trasportavano. nella notte sul luogo dove alla dimane sarebbe passata Catarina. Ora il generale Gortschakoff volle trarre profitto dalla invenzione di Potemsckin. Per ridurre alla inazione e tenere divisi gli alleati fece collocare in faccia alle colline di Kimara sulle alture di Makensie un gran campo russo dipinto sulla tela in attitudine di calare ad ogni istante e piombare sul nemico. l'aggiunta di alcune sentinelle rese compiuta la illusione. Perciò piemontesi, inglesi e turchi in veggendo lo copiose truppe, che coronavano la vicina opposta montagna, stavan sempre in acconcio di respingere vigorosamente il sospettato assalto. Ma dopo due settimane di continua osservazione incominciò a far meraviglia tanta immobilità, d'altronde poco naturale, delle milizie moscovite. Perciò il generale Allonville parti con due reggimenti di cavalleria, e andò in ricognizione; tornossene indietro ridendo dello stratagemma, mediante il quale Gortschakoff avea tenuto in iscacco tre corpi d’armata con un esercito dipinto sulla tela. Se il fatto sia è non sia vero, noi nulla possiam dire; ma la Patrie ne guarentisce la esattezza.
(Disp. tel.) Ai 15 un corpo di 50 mila russi attacco la lince degli alleati sulla Cernaia. La irruzione moscovita fu principalmente contro il porto dl Traktyri. Quattro divisioni francesi con gran vigore fecero fronte agli assalitori: i sardi combatterono assai valorosamente all’ala destra. I russi pienamente respinti dovettero ritrarsi a Makensie, lasciando sul terreno numerosi morti è feriti. I piemontesi ebbero un 200 tra feriti e morti: Montevecchio, uno de' loro generali, era moribondo.
(Disp. tel.) Simpson annunzia aver egli e Pelissier deciso che all'alba del 19 sarebbesi aperto il fuoco delle batterie anglo-francesi contro Malakoff (20)a.
Un gran colpo tentarono i russi per attuare il progetto di Gortschakoff, ch’era di far divergere lo forze occidentali dalla parte di Balaclava, onde cosi più agevolmente resistere alle operazioni che progredivano per la conquisa della torre di Malakoff. E siccome supponevasi che l’attacco di questa torre fatale sarebbesi dato il 15, in quel medesimo giorno il generale Liprandi facea discendere dalle alture di Makensie 50 mila russi spingendoli fin presso le colline di Kamara e verso il porto di Traktyri. Ove Liprandi fosse riuscita ad impossessarsi delle posizioni, contra le quali rivolse torrenti di milizie fanatizzate, certamente le condizioni del teatro della guerra nella Tauride avrebbero subitamente mutato aspet'o, né può sapersi quel che avvenuto sarebbe degli occidentali con Liprandi a fianco e alle spalle e con Gortschakoff e con Osten-Sacken che probabilmente sarebbero usciti loro di fronte. Ma quattro divisioni francesi e il corpo piemontese fecero prodigi di valore; il solo fatto di avere obbligato 50 mila russi a ritirarsi su Makensie costituisce una segnalata vittoria. Con questo però non vogliam dire essere rimosso il caso che Liprandi possa sperimentare una rivincita, ma soltanto che gli abbisogneranno parecchi giorni a riorganizzarsi e a concertare mosse più efficaci. E prima che queste si rinnovino, gli alleati metteranno a profitto l’intervallo di tempo per potere più vantaggiosamente dirigere i loro sforzi contro Malakoff, il cui bombardamento diffatti ci viene assicuralo che avrebbe avuto principio all’alba del 19.
Parecchi giornali si ostinano ad asseverare che la Russia sia veramente disposta ad accettare le quattro guarentigie; con le interpretazioni e le clausole che le Potenze Occidentali vi apposero. E la Oesterretehische Zeitung spinge tant’oltre la positività di questa notizia che giunse perfino a dire di avere ricevuto informazioni, secondo il solito, sicurissime che Pelissier ebbe ordine da Parigi di sospendere l’attacco di Malakoff fino al termine delle nuove trattative di pace! Ma d’altro lato il corrispondente viennese della Indépendance belge afferma che tutte queste vociferazioni non sono che sogni di giornalisti; e cosi crediamo anche noi.
La Gazzetta di Milano inclina a credere «ad una vigorosa diversione degli alleati contro la Russia, senza che alcuno conoscane il punto minacciato. Ma si sa per positive che un gran campa è adunato a Maslak e che grandi apprestamenti militari si compiono a Varna. Indi il nuovo teatro della Serra non potrebbe essere che il basso Danubio.»
L’Oesterreichische Zeitung scrive che «fra il rimbombo dei cannoni dinanzi a Sebastopoli ed il sofisticar sulle parole nel campo diplomatico, fu perduta affatto di vista la quistione orientale! Già significherebbe che qualche altra quistione sia già venuta fuori; imperocché senza una qualunque quistione pendente 0 visibile noi non sapremmo avere una idea della continuazione della guerra. Or qual è quell’altra quistione? Non si dice! E noi portiam parere che ancora non è mature il tempo, che forse dovrà darla alla luce.
Secondo il Morning Post l’andata della regina Vittoria a Parigi è la più convincente risposta a tutte le macchinazioni messe in opera dalla Russia per frangere l’alleanza tra l'Inghilterra e la Francia.
Sul proposito della spedizione spagnuola in Oriente, la Nation innanzi a tutti, protesta solennemente di negare le sue simpatie alla intervenzione in Sebastopoli. La Epoca sostiene la convenienza della Spagna di assidersi al banchetto delle grandi nazioni stringendo alleanza con le Potenze occidentali, e mette a tortura il suo ingegno per addurre parecchie ragioni a pro’ della intervenzione in Crimea. La Esperanza pubblica un suo primo articolo per ispezzare anch’essa una lancia contro il progetto, da lei chiamato assurdo, della intervenzione medesima. El Faro national con un secondo articolo sviluppa tutti i motivi, che, a parer suo, debbono dissuadere gli spagnuoli dall’andare a sagrificarsi nel suolo della Tauride. El Occidente, in una polemica intitolata «la intervencion de Espana en Oriente» dopo aver passato a rassegna ad uno ad uno tutti gli inutili tentativi di reclutamento all’estero praticati dalla Francia e dall’Inghilterra, dice che, mentre tante nazioni pie cote e grandi hanno risposto non voglio in Ispagna escono in iscena alcuni personaggi che senza esitazioni rispondono noi vogliamo. Il Parlamento opina che «la Spagna dee conservarsi gelosamente dentro i suoi limiti, e non avventurare fuori di questi le sue armi, i suoi soldati, i suoi danari, il suo avvenire.» Il Divario espanol nega al Ministero perfino il diritto di occuparsi delle quistioni esterne; ed ecco i motivi che adduce: «Mentre il Governo non governa; mentre non sa regolare la pubblica amministrazione ch’esso contribuì a disorganizzare con la sua notoria incapacità e con la sua deplorabile debolezza; mentre non ha forza a farsi rispettare in alcuna parte della monarchia; mentre l’impero della legge è inefficace a solfatare l'anarchia; mentre si sta tuttavia elaborando l'opera della Costituzione del paese; mentre, infine, non è per anco risoluta la complicatissima interna quistione, egli è lecito e naturale che dinegato gli sia il diritto di per trattare le quistioni esterne, molto più che queste sono gravi in se stesse è di assai problematica convenienza.»
Las Novedades aflermano che «la Spagna trovasi molto male». El Journal de Madrid segue a pubblicare una serie di articoli che intitola: MAL CRONICO! La Estrella enumerando i disastri nazionali conchiude esser prossimo il principio della fine! La Sobernaia national va riflettendo: «Che fu della rivoluzione? Domandatelo al paese. La rivoluzione fu la speranza di un giorno! Oggi è un orribile disinganno I Che cosa è mai la sovranità nazionale? Un principio metafisico scritto sur una carta che si chiama Costituzione.» Indi riproduce un articolo, un po’ vecchio, per declamare: «Egli non è, o cittadini, che noi dobbiamo fondare in un uomo le nostre speranze. Il popolo ha bisogno di altre guarentie più solide, meno precarie; la sua libertà richiede pegni migliori. E quali? Il fucile, il fucile, o cittadini! Esso è l’ancora di nostra salvezza' Fino a che avremo un fucile, nulla importa che il Governo tradisca il popolo, che i nostri nemici cospirino, che la diplomazia faccia traffico della nostra libertà, che gli uomini ci abbandonino, che i partiti ei vendano; nulla caler ci dee di tuttocciò, purché i battaglioni del popolo si veggano al di sopra di cosi grande sfacelo raggianti di maestà e di gloria. Su, dunque, o cittadini! Adoperate bene quel facile che con tanto orgoglio maneggiate nel bivacco e nei quartieri; invece di deporlo, fuoco contro il primo traditore che ve lo addimandasse. Viva il popolo armato! viva la democrazia!»
La Espana poi, quasi comentando questo ed altri simili faziosi articoli di un disperato eccitamento, dichiara «esser cosi fino alla evidenza manifesto che il partito progressista, aspirando alla popolarità, è il più impopolare partito della Spagna. Ma la Iberia alza la terribile sua voce a difesa del partito progressista, e avventa i più micidiali fulmini oratorii dei suo sdegno contro il partito de' moderati. E la Regeneration, alludendo alla rigenerazione sociale vagheggiata o predicata specialmente dalla Soberania national, la va preconizzando con ironiche illustrazioni. «Aspettasi, ella dice, l’ora solenne, in che il popolo riconquisterà i suoi perduti privilegii e si ricingerà dei lauri della sua gloria che rapiti gli furono dal genio della tirannia e della oppressione. Oh! quanto belle e incantevoli saranno le scene del sociale risorgimento! Sperate un altro po’ e vedrete l’uomo e le famiglie abbandonarsi allegramente a tutti i piaceri, fruire i boni di questa terra, che in un funesto giorno la mano della forza al popolo toglieva per darli a un gabelliere tiranno, che d'allora in poi ricambiò le fatiche e gli stenti del proletario con un nero pane, con un debite e meschinissimo alimento. Un secolo onninamente liberale sorgerà, come per incantesimo, su questo suolo coperto di ruine; verranno instituzioni nuove e umanitarie, opere sublimi dello spirito d’innovazione, ed interpreti fedeli della volontà popolare; alle pallide tradizioni che vanno rapidamente dileguandosi succederà uno spirito intraprendente, universale, che all’uomo insegnerà una religione e una politica, l’una e l’altra puramente umanitarie anch'esse; la società ringiovanita sarà perpetuamente beata con le speciose massime Sansimoniamente con le trascendentali conseguenze della Benthamitica scuola utilitaria. Tale si è la base della prossima rigenerazione, tali i pensamenti che costituiscono l’indole della rivoluzione moderna; l’uomo leverassi all’altezza corrispondente alla sua dignità, il socialismo più schietto passeggerà sul terreno delle teorie! Queste sono le speranze di una meschina frazione di filosofanti, che in veggendo le attuali commozioni della Spagna credono che a rigenerarla non abbiasi a fare altro che distrugger tutto l'antico per indi stabilir l’ordine su principii che sono sciaurate emanazioni della loro superbia.»
La Gazzetta Piemontese riceve un dispaccio che lo annunzia «non esser vero che Garibaldi e Mazzini abbiano chiesto l'autorizzazione di recarsi in Ispagna, tanto più che il Governo di Madrid rifiuterebbe di accordarla. A qual fine siffatta smentita? Forse per dirci che Garibaldi non partirà dal Piemonte? e che Mazzini potrà tornarvi a suo bell’agio? Ma se questi non si ricevono in Ispagna, certo è però che gli agenti di Mazzini percorrono liberamente la provincia di Andaluzia; e l’assioma legale è che qui per alium facit per seipsum facere videtur.
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La sera del 14 partirà da Genova per Sassari il vapore ad elice Salvatore comandato da Giuseppe Garibaldi, che prestò giuramento come capitano marittimo.
I giornali alemanni cominciano a parlare seriamente delle agitazioni che sempre più si manifestano in Germania per la formazione di un partito nazionale.
Vuolsi che la imperatrice Eugenia trovisi veramente in istato interessante. Dicesi che questo avvenimento in breve si annunzierà officialmente. Intanto il medico ostetrico della regina d'Inghilterra fu chiamato a Parigi!
(Disp. tel.) Nel discorso della chiusura dal Parlamento fatta il 15 la regina ha detto: «Gli sforzi praticali dal mio Governo insieme all’imperatore dei francesi nelle Conferenze di Vienna, onde s imponesse un termine alla guerra, non ebbero alcun risultamento; indi non rimane che continuare nella lotta vigorosamente.»
La regina Isabella mena una vita ritiratissima all’Escuriale; soltanto qualche rara volta vassene a passeggiare nel piccolo giardino del Monastero. Assai spesso la regina è oggetto di allusioni indecorose e di grossolane qualificazioni non solo nei crocchi privati, ma eziandio nei pubblici fogli, sebbene siedano ministri Espartero e O’Donnell; è parecchi di coloro che passano per autori di tali sconvenevolezzc, furono premiati dal governo medesimo con impieghi onorevoli e lucrativi.
Parlasi a Madrid che personaggi assai eminenti sono implicati in un formidabile piano controrivoluzionario. Credesi che per la fine di ottobre in Ispagna non rimarrà vestigio alcuno della situazione creata dalla rivoluzione di luglio.
Si annunzia l'arrivo di Narvaez alle acque de' Pirenei; la sua comparsa colà è motivo di molte dicerie, soprattutto per le sempre accrcscentisi voci di un colpo di Stato.
Nella città di Vergara, cosi assicurasi, si terranno in breve alcune conferenze, alle quali interverranno parecchi deputati e i sindaci delle provincie basche. S’ignora l'oggetto della riunione. La legge della vendita dei beni appartenenti ai corpi morali essendosi voluta applicare anche alle provincie basche, il governatore nominò la giunta incaricata di procèdere alla esecuzione, ma questa protestò di non volere rispondere di ciò che potrebbe accadere in quelle provincie conseguentemente alla esecuzione di una legge odiatissima dal popolo.
Il colera infierisce quasi in tutte le parti della Spagna. Il vescovo di Barcellona ch’è in esilio a Cartagena offerse al Governo il collegio vescovile per ospedale dei colerosi. Promise ancora di prendere sopra di sé lo spese di amministrazione e di assistenza dei malati, offerendo a questo fine tutti i suoi averi, e, se. questi non basteranno, promettendo il concorso del capitolo, dei cappellani e di tutte le persone pie (Civ. Cat.). Anche le spese di medici e di medicine saranno a carico del clero. Murgados segretario del Seminario vescovile uni un numero sufficiente di officiali per servire gli ammalati senza pagamento (Diar. di Barcell.). Cosi l’eroismo cattolico si vendica delle persecuzioni che gli si muovono contro!
Si da come notizia positiva che il principe ereditario alla fine di agosto sarà nominato viceré di Norvegia.
Ai 25 luglio tre grossi vascelli di linea comparvero innanzi al porto di Raumo, aprirono un vivo fuoco, distrussero i magazzini della costa e tutti i legni che si trovavano nel porto. Le merci raccolte nei magazzini incendiati si calcolano del valore di 50 mila rubli. In un anteriore tentativo contro Raumo molti inglesi caddero prigionieri dei russi postisi in agguato alla Costa, ed è per questo motivo che il bombardamento fu differito al 25 luglio.
(Disp. tel.) Ai 13 continuava il bombardamento contro Sweaborg. Le fortificazioni russe molto danneggiate; pure i cannoni della fortezza rispondevano con grande energia.
Alle foci del Dniester si fanno grandi lavori onde chiudere l’ingresso per Nicolajeff; vi è stato eretto pure un campo trincierato di riserva di 25 mila uomini.
Nel forte sebastopolitano del nord si trovavano sui primi di agosto circa 12 mila infermi, che per la gravezza delle ferite non potevano essere trasportati altrove.
Lo scorbuto si è manifestato nella guernigione turca di Eupatoria, specialmente fra le truppe egiziane.
Raccontasi che quando seppellivasi il cadavere dell’ammiraglio Nachimoff, il general Chruleff gridò ad alla voce: «Montagne di cadaveri nimici saranno il tuo monumento, bravo marinaro!»
Nel quartiere di Pelissier si costruisco un edifizio di pietra a due piani entro ad un giardino con terrazzi.
Secondo le informazioni giunte dal campo innanzi a Sebastopoli, verso la fine di luglio, le trincee avanzate dei francesi non distavano più di 100 passi dalla controscarpa di Malakoff, e i russi aspettavano un attacco da quella parte, indi costruivano un cavaliere dietro l'antico parapetto per prolungare in ogni modo la difesa della torre. I marinai, che poterono vedere le parti interne delle difese di Malakoff, dicono ch’esse ton fatte a foggia di cuore; le due parti semicircolari per far fronte agli assedianti, e i lati formati a denti di sega per assicurare un fuoco di fianco su tutta la linea. Due trincieramenti inoltre si rizzarono nell'intorno. La natura petrosa del terreno, che separa le Cave del Redan, non permetteva agl'inglesi di avanzare rapidamente; essi attuarono però molte nuove batterie pressoché tutto di mortai e i loro artiglieri lanciavano palle che colpivano anche il palazzo di Menzikoff a Sebastopoli. I francesi dirigevano un approccio separato contro il piccolo Rcdan alla destra di Malakoff, per piantarvi batterie contro la squadra russa, che fu la gran cagione di tutte le difficoltà incontrate dagli alleati dal principio dell’assedio,
Pel caso, che l’armata russa fosse obbligata di lasciaro la parte meridionale di Sebastopoli, fu costruito un ponte sulla baia, onde guarentire la ritirata delle truppe, e le comunicazioni fra il forte Niccolò ed il forte Catarina.
(Disp. tel.) Ai 9 Omer pascià parti per la Crimea. Dentro il mese di luglio gli alleati ricevettero un rinforzo di 35 mila uomini, 12 mila dei quali però trovano negli ospedali non potendo sopportare il clima della Crimea.
Ai 9 arrivò a Marsiglia il generale MacMahon che va in Crimea per assumere il comando della divisione, che stette sotto il comando di Canrobert.
A Marsiglia e a Tolone continuano gl’imbarchi di truppe per la Crimea.
(Disp. tel.) Nel prossimo inverno il campo di Maolak avrà 60 mila uomini almeno.
Il Governo inglese ha fatto e la grandi apparecchi di vestiti con pelli pei suoi soldati che sono in Crimea.
Si prepara una legione scandinava di 12 mila uomini. Il dottore svevo Munck di Rosencheld è partito alla volta di Londra per combinare sul proposito. Munie è il presidente di tutte le società operaie della Svezia ed ha una grande influenza; il perché potrà facilmente trovare fra i suoi connazionali 12 mila uomini in servigio dell’Inghilterra.
Relazioni autentiche (alla Presse di Vienna) dicono più che probabile la caduta di Kars anche prima della fine di agosto; ed allora tornerebbe oltremodo difficile impedire ai russi il possesso del territorio asiatico, di cui avrebbero in mano la chiave.
Da Varsavia si annunzia che Kars era circuita anche dalla parte di sudovest per opera della divisione di Biklanoff, la quale per lo addietro era un corpo volante.
(Disp. tel.) Tutte le disponibili truppe ottomane nell’Anatolia ebbero ordine di marciare sopra Erzerum.
(Disp. tel.) I turcomanni si diedero a devastar le coste del Mar Caspio e le rive del Volga. Parecchie navi russe furono da essi saccheggiate. (Sarà bene attendere la conferma officiale di questa notizia).
(Disp. tel.) Due reggimenti furono spediti da Costantinopoli a Tripoli contro i ribelli capitanati da Gurma. (Non si ha però la notizia se i reggimenti ausiliari sieno arrivati in tempo).
Ali pascià Cireas governatore generale del Sudan nelI’Affrica centrale domanda rinforzi, onde resistere alle truppe di Rass-Ali re dell’Abissinia, che mossero ad invadere il Gheltabat sul confine del dominio egiziano alle sponde del Nilo.
Si parla molto di una spedizione inglese, che nel prossimo inverno dovrebbe farsi nella Persia centrale,
(Disp. tel.) Santanna parti dal Mexico.
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
10 |
07. 50. 67. 55 |
90. 00. 25. 00 |
Scrivesi dalla Crimea in data dei 31 luglio che a Balaclava era sbarcato Sciamil principe dei Drusi e dei Circassi, proveniente dall’Asia, dove subi perdite rilevanti! Sarà egli vero che Sciamil abbia cercato un rifugio fra le truppe alleate della Tauride?
Giunse a Madrid una signora inglese accompagnata da un suo figlio. Essa dice esser moglie legittima dei deputato Gaminde, il quale trovasi a Madrid con una moglie, che prova d’avere impalmata a Londra, secondo il rito cattolico, il 19 aprile 1827. Il democratico deputato Gaminde è dunque incriminato di bigamia.
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Art. 1.
Un profondo ellenico pensatore dei nostri tempi, il quale aiutato dai lumi venutigli dalle sue scientifiche peregrinazioni in Oriente e dai vantaggi di lunga diplomatica carriera, non che dagli studi sulle cose passate, dalle osservazioni sulle cose presenti e dalle congetturali indagini sulle cose future contemplava le piaghe della sua nazione scrutandone la origine, disaminandone il progresso e cercandone il rimedio, vedeva primamente che «il greco popolo fu per siffatta guisa da indocili sentimenti religiosi trasportato ch'egli, quando era minacciato di sottomettere il collo al giogo musulmano, ostinatamente rifiutò di accettare il soccorso offertogli dai pontefici romani, per lo solo motivo che questi addimandavano la riunione della Chiesa orientale alla occidentale; ed esso popolo preferì di perdere la sua politica indipendenza e divenire anzi schiavo d'un barbaro despotismo che di pacificarsi con Roma. Ora in tutto ciò si manifestano le conseguenze di un amor proprio credentesi offeso, e. di un egoismo che non conosceva confini. Ma questo medesimo popolo in progresso di tempo corrucciavasi che il suo clero si allontanasse visibilmente dalle massime e dalle basi fondamentali della cristiana religione (21)a; e i figli di Lutero e di Calvino, mettendo a loro profitto queste novelle stizzose inclinazioni, tanto in Grecia quanto in Turchia cominciarono a seminare gli errori dei protestantismo; e già l’anarchia religiosa, che di questo è il carattere essenziale, allargavasi per modo che un Teofilo Cairy prete greco nativo di Andros si accinse perfino a introdurre una religione, che cairismo denominava e che altro non era che un deismo modificato da innovazioni mascherate di cristiane appariscenze. Queste cose spalancavano un abisso di arbitrarie idee, nel quale sprofondar si volea la Chiesa d’Oriente. Mentre però quell’afflitta cristianità stavasi ritrosa ad abbandonare le avite credenze, e pur nondimeno agitavasi ad un religioso miglioramento, l’uomo, di cui a principio parlammo, l'illustre Giacomo Pitzipios coraggiosamente col proprio esempio additava alla sua nazione il sentiero che polea di nuovo ricondurla non meno al conseguimento sicuro della eterna salute che alla riconquista della temporale grandezza. Ei pertanto ripudiava la separazione infaustamente creata dalla greca arroganza ed alla comunione cattolica rendevasi. Nè qui fe’ sosta; ip? costituivasi fondatore della Società Cristiana Orientale, onde toglier di mezzo in scisma generalo e successivamente nudrito da un orgoglio presuntuoso, da vili passioni e da individuali interessi (22)b. La magnifica intrapresa d'altronde avea bisogno ancora di una istorica e filosofica esposizione che illuminasse i giacenti nelle tenebre dell’errore e loro addimostrasse i mezzi di risorgere ai benefizi dell’unico vero. Indi una dottissima Opera, egli alle stampe metteva, nella quale pertratta della separazione della Chiesa orientale e della sua riunione con quella di Roma (23)c. l'Univers, favellando di quest’Opera e del suo autore, scriveva: «Pitzipios ha il grande e rarissimo merito di possedere perfettamente la materia che forma l’oggetto del suo libro. Figlio della Chiesa orientale, versatissimo nello studio della origine, della istoria e di tutto il passato della medesima, conosce similmente l'attual sua situazione. Cresciuto nel suo seno, nudrito dei suo latte, imbevuto fin dall’infanzia e delle sue dottrine e dei suoi pregiudizi ed anco dei suoi odi, in questi ultimi tempi, dopo averne compiutamente svolte ed esaminate le prevaricazioni, abiurò lo scisma per abbracciare la verità cattolica. La sua testimonianza non può adunque esser sospetta; essa è di tal natura da fare la più viva e la più salutare impressione sopra gli antichi correligionari di esso scrittore. Egli vide la sorgente delle disgrazie dei suo paese; la scopre ai suoi fratelli, e à questi si rivolge scongiurandoli a chiudere la scaturigine avvelenata. E' non potrebbe darsi circostanza più favorevole dei tempo presente per la disamina di tanta quistione. L’Oriente è sotto la influenza delle più gravi e delle più inattese complicazioni. Nella intima essenza dell’attual guerra, che commuove l'Universo, trovasi una quistione eminentemente religiosa, e, checché ne dicano i parlatori di politica, essa ê il cominciamento di una guerra di religione. La Russia ha almeno la buona fede di dirlo senza mistero; le Potenze occidentali arriveranno a persuadersene e a dichiararlo pubblicamente. É perciò ché l’opera di Pitzipios è di alto interesse. L’indebolimento dei maomettismo sarà necessariamente la conseguenza della terribile lotta, sia che la vittoria arrida agli avversarj, sia che rimanga ai difensori dell’Impero ottomano. Speriamo che lo scisma orientale scapiteravvi a suo pro’. Cosi l'insigne lavoro di Pitzipios viene in buon punto potendo esso servire allo sviluppo della verità cattolica e alla dilatazione dei regno di GESÙ CRISTO, il cui visibile rappresentante in terra è il Pontefice supremo della Chiesa romana (24)d. Premessi questi cenni, ciascun sarà convinto agevolmente della vitale importanza dell’Opera; e noi ne andremo tenendo a mano a mano proposito, nella fiducia pure che le relative analisi rifletteranno non poca luce per lo intendimento degli arcani viluppi della orientale quistione.
Lord John Russell chiamava ultimamente l’attenzione della Camera dei Comuni sulla quistione della guerra. E dopo aver dichiarato che ino ad oggi la situazione rimane sempre la stessa, raie a dire che la Turchia continua ad essere minacciata nelle sue frontiere asiatiche e in Crimea le truppe alleate sono in sul punto di essere aggredite da una forte armata russa accresciuta da tutte le milizie e nuove reclute che vengono e verranno dalla Polonia, rende omaggio allo zelo dimostrato dal re di Piemonte, per la causa europeo, inviando sul campo delle battaglie uno scelto numero di soldati (cioè buon numero di scelti soldati) i quali giustificheranno in Crimea la loro antica riputazione. E fin qui la parlamentaria concione progredì per la sua via naturale. Ma l’oratore appena gli usci dalle labbra il Piemonte e il valore dei suoi soldati, s’intese spinto a manifesta re che «se il re di Sardegna e il suo governo agirono in questo modo, esponendo il loro paese a immediato pericolo in favore dell'equilibrio europeo, essi hanno il diritto di ottenere l'appoggio morale dell’Inghilterra per lu causa del miglioramento del governo che regge il Piemonte e l'Italia. Indi con un voto pindarico Russell passeggia dalle cime dell’Alpi nevose alle cime dell’Etna fiammante e da quelle nubilose regioni altro non sente che
«Parole di dolore, accenti d’ira,
«Voci alte e Roche e suon di man con elle
dalle sottoposte lugubri contrade. A cosi miserando spettacolo l'aristocratico spirito russelliano sentesi commosso da insolite tenerezze; e si smarrisce in una espansione di ferventi desiderii che l’Italia abbia la medesima sorte della Spagna la quale oggi libera da ogni pressione straniera (sebbene abbia dovuto cedere alla pressione dell’Inghilterra, che domandolle un contingente da spedirsi in Crimea) cerca di migliorare il suo governo.
Il Times domanda: «Perché Russell pronunciò questo discorso? Per quale scopo di utilità pubblica è privata? E non sa trovare alcun plausibile motivo se non quello che Russell malcontento della sua posizione attuale ed escluso dal potere senza avere il diritto di entrare nell'opposizione (perché appartenente alla più ritrosa aristocrazia), volte sfogare la sua bile con meschine ciarle, con critiche senza fondamento, con un discorso inconsiderato, con declamazioni le più plateali, che nessuno oserebbe pronunciare se non che nella Camera dei Comuni a Londra, dove possono esser dette tutte le scipidezze, e dove tutte le balordaggini debbono esser tollerate, Russell si limita ad allusioni, indica difficoltà che non risolve, suggerisce spedienti che non ha il coraggio di difendere.
Ma checché ne pensi il Times e tutto il giornalismo alemanno e francese, anche Palmerston, che recitò la parte di oppositore a Russell, convenne poi che tutti gli sforzi dell'Inghilterra tenderanno a raggiungere lo scopo additato da Russell, il quale i persuaso che la voce dell'Inghilterra si la sentire pel miglioramento del bel paese, che Apennin parte e il mar circonda e l’Alpe. Dunque i destini della penisola italica saranno assimilati a quelli della penisola iberica! E quali saranno questi aurei destini che ci sono impromessi? Per farne le conghietture, e’ sarà mestieri conoscere le odierne condizioni della Spagna, sul cui modello Russell e Palmerston vogliono rialzare il genio, l'attività e la potenza intellettuale degl’Ilaliani.
Invocheremo pertanto l’autorità dei più recenti giornali di Madrid per sapere la sorte che ci aspetta. El Faro national ci dice che «in alcun altro paese non trovasi una situazione morale, politica ed economica che possa eguagliarsi alla deplorabile situazione della Spagna.» El Correo universal afferma che «la Spagna attraversa una crisi, che ha pochi esempi nelle storie delle nazioni» e ripete che «il Governo manca di ordine, di moralità e di patriotismo.» Las Novedades vedono che «il popolo spogliato dei suoi generosi sentimenti è reso vittima di politici speculatori.» Finalmente le democratica di puro sangue Soberania nacional confessa che «secondo i calcoli da lei fatti, il governo della rivoluzione di luglio ha già commesso cinquecentoquarantanove iniquità!» (25)a
Or questi adunque sarebbero i miglioramenti che la ipocrita commiserazione russelliana vuole introdurre in Italia, onde ricompensare l’alleanza del Piemonte, il quale (secondo che riflette la Gazzetta di Milano) i in procinto di essere l’emulo del Portogallo, una specie di provincia inglese? Cosi andrebbe veramente bene! una specie di provincia inglese anche tutta l’Italia! Ma dalle Alpi a Scilla non havvi più un solo, che sia disposto a ricevere siffatte straniere suggestioni; quelli ancora che in altri tempi adoravano gli oracoli del Tamigi, ora son persuasi che di lor sangue si volte sempre e si vuole far traffico a totale vantaggio della londinese mercatura diplomatica.
Quale poi l’odierno scopo di Russell e di Palmerston in riaccendere fra noi la fiaccola di politiche sovversive agitazioni? Essi parlarono senza mistero; amerebbero che il genio, l'attività e la potenza intellettuale degli italiani accorressero in Crimea, onde riempiere i larghi vuoti rimasti negl’inglesi battaglioni, che, come dice Titus Livius londonensis, furono vel ferro vel fame consumpti! Quindi la pretesa rigenerazione peninsulare consisterebbe in un tremendo sagrificio per arginare i pericoli che la preponderanza moscovita la prossimi vedere agl’interessi dell'Inghilterra.
Ma si dirà che questa volta dopo il sagrificio verrà sicuramente il premio; e questo sarà che l’Italia diverrà un’autonoma colonia della libera e felice Inghilterra! Questa volta adunque le promesse saranno adempiute; ed è perciò che dobbiamo in precedenza considerare le beatitudini che d’ogni lato affluiranno su questo paese, che Palmerston chiama tanto benedetto dalla natura!
E a ben conoscere la invidiabile sorte che ci attenderebbe a braccia aperte, egli è d’uopo vagheggiare un tratto la sorte della madre patria, di cui saremmo necessariamente una dipendenza, una emanazione! Lasciamo che il quadro siaci dipinlo dal classico pennello della democratica Soberania nacional, che già in Ispagna fruisce quei beni, ai quali anche noi dovremmo, quando che sia, partecipare. Eccovi il quadro che vi offre la Soberania: «E l’Inghilterra? Osservatela! Che vedete? Un volgo affamato, ignudo a pie’ d'una opulenta ed orgogliosa aristocrazia; una massa enorme di popolo senza diritti civili né politici; una mostruosa gerarchica organizzazione, e, per compimento, un governo da commedia, in cui la libertà è una illusione, siccome avviene ovunque le forme politiche non poggiano sur una buona organizzazione sociale. Or sarà egli vero che il popolo inglese s’interessi all’esito favorevole di una lotta, dalla quale non ha da sperare alcun vantaggio? Sarà egli vero che il popolo inglese voglia sagrificar la sua vita pelle battaglie, i suoi sudori in una guerra, che torna a vantaggio solamente dei suoi padroni? Nò. Il popolo britannico ha già conosciuto abbastanza in che consistono le instituzioni che gli si dipingevano come le migliorj. Inghilterra! Inghilterra! Paese delle orribili contraddizioni! I)a pu lato pu lord, che abbaglia il mondo con la sua magnificenza, dall'altro centomila cenciosi e scarsi indigenti! E vuolsi che questi centomila straziati indigenti, che non hanno pane, né deritto a chiederlo, che non sono proprietari, né possono essere eletti ned elettori, vadano o mandino i loro figli a morire inceneriti dalla mitraglia russa o esinaniti dalle privazioni in lontanissimo paese?......»
Che risponde Russell a questo? Perché invece di fare il medico in. casa altrui, non cura e non guarisce le piaghe che grondano sangue in casa propria? Le sue ingiuriose e gratuite declamazioni contro i Governi, che non anglicizzano, perdettero il prestigio di una volta! E questo è pure un gran bene dovuto alla esperienza e al disinganno.
I giornali viennesi assicurano che la formazione a Novara di una legione italiana in servizio dell’Inghilterra abbia dato argomento al gabinetto cesareo per una Nota, che già fu spedita a Londra, E la Gazzetta della città e dei sobborghi di Vienna annunzia che le relazioni fra il Governo austriaco e il Governo inglese, da qualche tempo, si sono di molto raffreddate, L’Armonia poi ci la sapere che «l’Austria, sulla quale tanto contavano i Potentati occidentali si adombra sempre più per ora stettesi paga ad esprimere officiosamente i suoi lagni e il suo rammarico per l’improvviso mutamento di politica; ma ’è certo che, sé le cose procedessero di questo piede, ella adoprerebbe la sua influenza in ben altra guisa. E un giornale di Vienna più esplicitamente ci la intendere «doversi convincere l’Inghilterra ch’ella va incontro alla più funesta delle crisi, e che in fin dei conti troverà non avere sul continente europeo un solo alleato disposto, per interessi specificamente inglesi, a sparare un fucile e spendere un centesimo!»
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La ministeriale saldbanica Revolucao de septembro profonde i più iperbolici encomii al Governo spagnuolo per avere stretto alleanza con le Potenze occidentali nella guerra contro la Russia. Al benevolo giornale lisbonino risponde il madrilese Clamor publico che «in grazia della intervenzione in Crimea, verrà un giorno che la Spagna non avrà forza né mezzi sufficienti a guarentire il proprio territorio, e il suo fato sarà ch’ella si rimanga schiava o di una o di altra Potenza»; il che significherebbe, secondo quel famoso verso del Filicaia, per servir sempre o vincitrice o vinta.
Mentre tanti articolisti si stemperano il cervello per antivedere quali saranno i destini del popolo spagnuolo, la Estrella se n’esce con una semplicissima e naturalissima similitudine, mediante la quale pretende dare a tutti una categoria spiegazione. «Il popolo, ella dice, 'è ordinariamente come una bestia apparecchiata a che altri la cavalchi, e montavi su è il più ardito è il più forte.» Ma, ove la storia dovesse veramente finire a questo modo, come rimarrebbonsi que tanti altri faccendieri che a manca e a diritta saltellano per assidersi sul vuoto dorso della gran bestia? Anche a questo con altra similitudine risponde la Estrella. «Ne drammi politici gli attori, che sono i più applauditi alle prime scene, possono esser sicuri che al termine del dramma saranno i più orribilmente fischiati.»
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(Disp. tel. Danzica 11) l'ammiraglio Penaud al ministro francese della marina scrive: Il bombardamento di Sweaborg ebbe un intero buon successo: uno sterminato incendio, che durò 45 ore, divorò quasi tutti i magazzini e le provvigioni dell'arsenale, che non offre più se non rovine: parecchi magazzini russi di proiettili e di polvere fecero esplosione; il nimico riceve un colpo terribile e prova perdite enormi, mentre quelle degli alleati sono insignificanti tanto nel personale, quanto nel materiale delle flotte, i cui equipaggi sono nel più grande entusiasmo. Un solo marinaio inglese rimase morto nel bombardamento di Sweaborg!
(Danzica 17) La città di Sweaborg è interamente distrutta, tranne le fortificazioni! Le flotte si allontanarono dalle acque di Sweaborg; e tornarono parte a Cronstadt, parte a Nargen.
Sweaborg, città di Finlandia situata nel golfo dello stesso nome, trovasi prossima ad Elsingfors, di cui era la altri tempi una specie di dipendenza e di baluardo; ed è lontana 412 verste da Pietroburgo. Le ragguardevoli opere onde la munirono gli svedesi, e quelle, che vi aggiunsero i russi, dopo che nel 1789 l’ebbero tolta ai primi, le danno una grandissima importanza. Il forte esteriore nominasi Gustavswoerd; quasi tutte le altre fortificazioni sono costruite nella roccia sopra sette isole, armate di batterie formidabili, ed unite l’una all'altra col mezzo di ponti di barche. Questa catena di opere fortificatorie è tirata tutta all'intorno delle principali cittadelle, che torreggiano sulle più ardue alture, e convergono molte loro batterie a dominare l'ingresso di Elsingfors, Ora «da tutte le notizie del Baltico risulta, come osserva il Corriere Italiano, che gli ammiragli delle flotte alleate ricevettero dai respettivi loro Governi l’ordine di tentare una qualche impresa, onde non lasciar trascorrere il tempo propizio alle operazioni senza aver fatto altro che distruggere è catturare piccoli navigli, e bombardare punti di poca è niuna importanza. Indi gli ammiragli si accinsero alla conquista di Sweaborg, che certamente avrebbe ecclissata la gloria di quella di Bomarfund. E se agli alleati fosse riuscito di far tacere le batterie di Sweaborg, essi avrebbero conseguito ancora l'incalcolabile vantaggio di aprirsi la via conducente ad Elsingfors, di cui si sarebbero agevolmente impossessati. Ma i più recenti dispacci recano che il bombardamento continualo per diversi giorni mandò in Gamma soltanto la città e l’arsenale, e che le fortificazioni russe, la cui distruzione soprattutto voleasi, restarono com'erano pria del bombardamento, sebbene dicasi compiuto con intero buon successo. E sembra che gli occidentali abbiano rimessa a tempo più opportuno la espugnazione di queste fortificazioni, che d'altronde i russi credono imprendibili. Forse aspettano truppe da sbarco, mercecché senza esse tornerebbe sempre inutile qualunque rinnuovato tentativo contro Sweaborg. Intanto, preparandosi ad efficaci e memorande intraprese, tornarono a praticare vantaggiose esplorazioni presso Nargen e presso Cronstadt.
Un dispaccio di Simpson avvertiva che all’alba del 19 sarebbesi aperto il fuoco delle batterie degli alleati contro Malakoff, come fu interpretato da noi, è contro Sebastopoli come interpretarono altri. Ma era ragionevole la nostra interpretazione, imperocché non potevamo supporre un bombardamento contro Sebastopoli senza la preventiva conquista della posizione di Malakoff, e di questo fatto che sarebbe stato della più alla importanza non ebbesi alcuna notizia, tranne quella di una corrispondenza della Gazzetta di Milano recante che verso il 10 la torre di Malakoff era saltata in aria con la perdita di 4 mila francesi morti nelle trincee. Indi poteva sussistere che ai 12 avesse cominciato il combattimento generale contro Sebastopoli. A questa notizia però si opponeva il dispaccio di Simpson, che all’alba del 19 rimetteva l’apertura del bombardamento. Né ciò ancora è tutto. Pare che veramente ai 12 principiasse il bombardamento, imperocché un viennese dispaccio afferma che «il bombardamento di Sebastopoli ricominciò il 17. E quale ne fu la conseguenza? Il dispaccio medesimo dice che «gli assediati risposero vigorosamente e fecero tacere le batterie degli alleati. Or come conciliare il dispaccio viennese con quello di Simpson? Il primo parla di fatti anteriori al 19, il secondo parla di ciò che sarebbesi operato all’alba del 19. Ammettendo pertanto la presa di Malakoff, perché senza essa non si può ammettere il bombardamento contro Sebastopoli, si spiega pure la irruzione delle truppe di Liprandi dalla parte della Cernaia non operata ad altro fine che a' prendere alle spalle l’esercito francese impossessatosi di Malakoff. E sembra che questa irruzione avesse molto progredito, imperocché non bastarono a reprimerla i corpi inglesi, piemontesi e turchi che stavano sulla Cernaia, ma dovettero accorrere quattro divisioni francesi, la cui sopravvenienza costrinse Liprandi a ritirarsi sulle alture di Makensie. Supponendo perciò che alla mattina del 16 queste quattro divisioni francesi si distaccassero dal corpo di operazione contro la parte di Sebastopoli, può essere che il bombardamento si sospendesse è si rallentasse in aspettando il ritorno delle quattro divisioni distaccate. Similmente le batterie che tacquero il 17 e che doveano ricominciare il fuoco all’alba dei 19, significano forse che Liprandi avesse ritentato un avanzamento delle sue truppe, il perché i francesi si trovarono nuovamente costretti a far fronte anche a queste. Dal complesso delle notizie emerge soltanto che grandi azioni guerresche s'impegnarono in Crimea. Il telegrafo annunzierà fra qualche giorno a chi sia rimasta la vittoria.
Ai 16 l’ambasciatore francese Bourqueney presente all’imperatore d'Austria uno scritto autografo del suo sovrano.
Il re e la regina di Prussia si preparano a intraprendere verso i primi di settembre un viaggio alla volta di Konigsberga.
I prigionieri russi, che tornano in patria, furono presentati all’imperatore Napoleone, che gli accolse con somma benevolenza.
Ai 14 si vociferava sommessamente nel gabinetto del ministero di Polizia in Parigi che due donne velate circondate dal più profondo mistero, domandarono con pressantissime instanze di parlare il giorno 13 all’imperatore, mentr’egli trovavasi alle Tuilleries; e che, dopo qualche difficoltà, elleno essendo state ammesse alla udienza imperiale rivelarono un ragguardevolissimo deposito di armi e di munizioni da guerra, il quale fu poi veramente trovato, secondo le date indicazioni.
Il ministro dell’interno ai 14 per ordine dell’imperatore gettava la prima pietra dell’Astio imperiale pei lavoranti convalescenti, che sarà edificato a Vincennes.
Abdel-Kader è nominato membro della Società Asiatica di Parigi.
A 15 il Ponte dell'Alma, che si costruisce sulla Senna a Parigi, la aperto alla circolazione dei pedoni, dei cavalli e delle piccole vetture in una provvisoria larghezza di 12 metri.
Ai 16 Canrobert giunse a Parigi con Comely suo aiutante di campo e con Molens suo uffiziale di ordinanza. Con decreto imperiale del 18 Canrobert é Domina to Senatore.
La regina Vittoria arrivò a Parigi il 18 alle ore 7 e venti minuti dopo il mezzogiorno. Traversò per una lunghezza di 14 chilometri una doppia fila di truppe e di guardia nazionale. La popolazione accorsa in gran folla era piena di entusiasmo.
Il servigio militare a Saint-Cloud, durante il soggiorno della regina d’Inghilterra, è fatto dagli zuavi della guardia imperiale. Domani grande rivista al Campo di Marte.
I guerriglieri Tristany, Borges, Suizana ed altri sparpagliano le loro forze in piccole schiere; e spiano l’occasione favorevole onde riunirsi a piombare improvvisamente su qualche piazza è colonna di truppe per procurarsi nuove armi e munizioni.
Il capitano generale di Barcellona pubblicò un nuovo bando, che minaccia terribili pene a chiunque prestasse soccorso ai carlisti. Una considerevole multa é imposta a qualunque Comune che non resistesse ad una guerriglia inferiore a 20 uomini.
In Grecia, la preponderanza degli agenti dello czar si allarga e si diffonde apertamente ogni di più. Ê imminente in questo significalo, un cambiamento anche nei Consigli reali.
La città di Vindeau fu bombardata da due piroscafi alleati. Solo un edifizio doganale andò in fiamme.
Il generale Gortschakoff spedi la duodecima e decimaquinta divisione di fanteria della Bessarabia verso Ismail.
I giornali di Vienna parlano di una dichiarazione dei gabinetti di Londra e di Parigi intorno alla probabilità di una guerra sul Danubio. Pare che nella futura primavera si pensi togliere alla guerra ogni restrizione locale.
Il generale Tottleben, che si è perfettamente ristabilito in salute dopo la malattia, che, secondo alcune corrispondenze giornalistiche, lo fece discendere al sepolcro, comanda una legione di ventimila operai pei lavori di fortificazione e dentro e fuori di Sebastopoli. A mostrar la energia di questi lavori basti dire che sui primi di aprile dai forte della Quarantena alla baia del Carenaggio i russi aveano soltanto 13 batterie, ed oggi ve ne hanno 53!
Notizie pietroburghesi assicurano che Sebastopoli è fornita di viveri per un anno sufficienti ad una guernigione di 100 mila combattenti.
Un dispaccio da Costantinopoli avvisa che gli alleati piantarono 56 batterie per fulminare la prima linea di difesa della Karabelnaia; proiettili e munizioni d’ogni maniera si accumularono nelle trincee pei dl del bombardamento.
Un dispaccio da Varna a lord Panmure in data del 17 annunzia che nell'attacco dato via Liprandi la mattina del 16 contro le linee degli alleati sulla Cernaia, i russi perdetteno un 5000 uomini, e un 400 di loro rimasero prigionieri. I russi furono respinti dalle divisioni di Herbillon, Camou, Faucheux, e Morris. I sardi sull’ala destra combatterono con istraordinario valore. Lo sforzo principale dei russi fu per impossessarsi del ponte di Tracktyre.
(Disp. tel.) Scrive Pelissier che nell’attacco del 16 i russi di Liprandi si presentarono con 5 divisioni, 6000 cavalli, 20 batterie e col fermo proposito di occupare il monte di Tediuchin. Dopo aver passato il fiume della Cernaia essi accumularono gli strumenti degli zappatori con fascine abbandonate nella fuga. Una batteria inglese era sopra il monticello; i piemontesi prestarono un potentissimo concorso. Lasciarono i russi sul terreno 2500 morti almeno con 38 ufficiali; nelle ambulanze francesi 1020 soldati; tre generali uccisi; 400 prigionieri. Le perdite degli alleati consistono in 181 morti e un 800 feriti.
Il generale Montevecchio, che fu pericolosamente ferito nella fazione del 16 è un valoroso uffiziale. Ê nativo di Fano, ma in fresca età trasse in Piemonte, e fece i suoi studi nell’accademia militare di Torino.
Alla vigilia della festa nazionale del 15 dicevasi a Parigi che Pelissier avea chiesto un rinforzo di altri 50 mila uomini e che il governo affrettavasi a farne la spedizione in cotanta furia che la strada ferrata di Lione venne ritenuta per tutte le notti a conto del governo medesimo dalla sera del 13 fino al 21 di questo mese pei trasporto degli uomini e delle munizioni.
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 ½ per 100 aperto, chiuse |
17 |
67. 50. 67. 45 |
00. 00. 00. 00 |
Parlasi ancora della chiusura del Parlamento britannico e degl’incidenti che accompagnarono il fine della tempestosa sessione. L’ultimo vale che si scambiarono il Ministero e i rappresentanti del paese non è di (al natura da farci concepire un’alta idea dell’armonia che esser dovrebbe fra i poteri dello Stato. In altri tempi le Camere erano di lame e di soccorso al Governo in tutte le sue bisogne; oggi credono che la loro missione abbia uno scopo onninamente diverso. La sessione, che si chiuse, non fu che una terribile lotta, nella quale il Parlamento studiossi per ogni guisa a sostituire la propria all’autorità del Ministero e della Corona. La Camera de' Comuni si richiamò lei sola avere il diritto li sopravvegghiare alle operazioni della guerra e di conchiudere, quando che sia, la pace. Palmerston protestò (ma con blande e sommesse parole, ed in atto quasi di chi chiede perdono) per salvare le costituzionali prerogative della Corona contro le incostituzionali pretensioni. Lo spirito dunque della Camera non è più solisticamente cavillatore ma palesemente rivoluzionario. Ë questa una pericolosa infermità del rappresentativo sistema, che un di chiamavasi la gloria del Tamigi. Forse l'odierna Europa è destinata ad essere spettatrice di ruinosi subbugli, che minacciano l’aurifera imperatrice de' mari, la quale pur dianzi, lontana e tranquilla istigatrice, contempiava i ruinosi subbugli dell'Europa.
A render poi più comico il termine del dramma parlamentario, l'aristocratico genio di lord John Russell mascherossi di democratiche sembianze ripetendo le omai viete elegie le quali un tempo si ritennero in luogo d’incantesimi efficaci a produrre la risurrezione di certe nazionalità, e promettendo a queste la voce e l'appoggio morale dell’Inghilterra in ricompensa futura del concorso attivo e dell’aiuto materiale delle medesime nella guerra contro la Russia. E Palmerston, che surse a fare impugnativa risposta, favellò in guisa che approvò anzi ampliò le poetiche vedute dell'audace proposta. Cosi una guerra incominciata per la conservazione dell’equilibrio europeo vorrebbesi trasformare in una guerra di rovesciamento dell’equilibrio medesimo. Indi sempre più chiaro apparisce che nello intendimento russelliano e palmerstoniano la conservazione di questo equilibrio riducesi alla conservazione degl'interessi britannici minacciati dalla Russia specialmente nei latissimi possedimenti delle Indie (26)a.
Ma tali utopie di europea sovversione messe in campo per assicurare la stabilità della inglese potenza, riportarono già la condanna della pubblica opinione; le idee di qualunque partito le ricevettero con assoluto disprezzo. La Francia stessa, benché alleata dell’Inghilterra, la Francia che sente di avere una propria forza, che in questo secolo ancora passeggiò dalle Alpi alle Piramidi, dal Mansanare al Reno, e, come irresistibile fulmine di Giove, scoppio da Scilla al Tanai, dall'uno all'altro mar; la Francia per mezzo di tutto il suo giornalismo ripudiò le russelliane tergiversazioni; ché non volte esser tenuta complice in una manifestazione non sai se più di spavento che di debolezza. E quanti pure in Inghilterra amano veramente l’onor nazionale altamente gridarono e contro Russell e contro Palmerston. L’Austria poi, prendendo sul serio le ardite concioni del Parlamento, ne fe’ subbietto di querimonie, le quali addimostrano che fra Vienna e Londra non esistono più le amichevoli relazioni del 2 dicembre.
La regina Vittoria intanto trasse in Francia; le accoglienze fattele dall’imperatore Napoleone, lo splendore delle feste che celebrarono il suo arrivo e allietano il suo soggiorno a Parigi, l’entusiasmo del popolo, la vivacità e la eleganza d’ogni ordine di cittadini, le rendono testimonianza che la fiducia dei francesi nella loro nazionale fortezza è un buon curioso contrapposto alle inquietudini e alle trepidezze britanniche. Fra tutte le parti belligeranti, la Francia sembra esser quella che meno si occupi della guerra; ed essa d'altronde è che con maggior vigoria resisté all’impeto del colosso settentrionale.
Nel Baltico gl’inglesi aprirono un tremendo bombardamento contro Sweaborg. Le conseguenze furono parecchi incendii nella piccola città; le fortificazioni e le batterie russe non ne risentirono gran danno. Alcuni bastimenti britannici ne rimasero qual più, qual meno malconci (27)b. Indi la flotta occidentale ritraevasi ad esplorare in altre parti. Napier tornossene in Inghilterra preceduto dall’annunzio della distruzione di Bomarsund. Da qual altro fatto, almeno di eguale importanza, sarà preceduto il ritorno del successore di Napier?
Le cose della Crimea, seconda i dispacci ricevuti, assunsero un ben grave carattere; ma varie le notizie telegrafiche, indi a libito le interpretazioni. Parea che gli alleati avessero occupata la posizione di Malakoff, d’onde poi cominciarono il bombardamento contro Sebastopoli, ma oggi si viene a dire che il fuoco de' cannoni continuava soltanto per proteggere i lavori di approccio a Malakoff. Quel che non si revoca in dubbio è l’aggressione falla dalle truppe di Liprandi alle linee degli alleati sulla Cernaia, dove stavano a difesa i turchi, gl’inglesi e i piemontesi. Che Liprandi la mattina del 16 penetrasse in queste linee sembra positive; che avvenisse degl’inglesi e dei turchi non è detto. Furon forse preventivamente chiamati ad operare altrove? Sarebbesi annunziato, mercecché i generali sono stati sempre solleciti a farci conoscere qualunque nuova destinazione dei rispettivi eserciti. Sarà pertanto vero che Liprandi irrompesse contro il piccolo corpo dei piemontesi soltanto? In tal caso il valore italiano avrebbe veramente dato prova di straordinario eroismo facondo fronte a un armata di 50 mita russi almeno, impedendole di avanzarsi e guadagnando il tempo occorrente a che sopraggiungessero quattro divisioni francesi che decisero la ritirata del nimico. (28)c
Dall’Asia nulla di nuovo. Murawieff è sempre fra Kars ed Erzerum. Se i turchi assediati non hanno un vigoroso soccorso, il paese anatolico non può sfuggire alla conquista del moscovita.
Quanto alle ricerche alleanze nella guerra, a favore della Russia si travedono le simpatie della Unione americana, che alla prossima primavera minaccia d’inviare una sua flotta al Sund col pretesto di piati con la Danimarca; le simpatie poi della Prussia sono in sul punto di mutarsi in aperta operosità; del che si avvede l'Inghilterra, la quale già prende posizioni marittime che possono adombrare la Germania. A favore delle Potenze occidentali accedé anche la Spagna; ma le sue soldatesche tuttavia debbono spedirsi, e forse la spedizione troverà molti ostacoli, che noi andammo accennando, nella pubblica opinione.
l'Union rimprovera Palmerston per le strane e assai gravi parole da lui pronunciate nella risposta al discorso di Russell. «Ê egli questo il modo, chiede la Union, con cui la indipendenza degli Stati, i diritti della sovranità, la libertà dei Governi, debbono considerarsi e rispettarsi dal Ministero di una nazione potente e formidabile?»
Oesterreichische Zeitung guarda con occhio d’ironica pietà «la gioia, non si sa bene se mascherata è sincera, manifestata dai giornali prussiani per lo supposto ritorno dell’Austria a quella politica di neutralità, che dovrebbe condurre ad una rottura con le Potenze occidentali e a prender parte a vantaggio della Russia.» Indi avverte essi giornali prussiani a volerai intimamente persuadere (cosa un po’ difficile!) che «l’Austria perdura sul terreno dell’alleanza del 2 dicembre e che in questo terreno si manterrà si per adempiere senza alcuna variazione le diplomatiche sue obbligazioni, si per guarentire il suo interesse; e che perciò la naturale posizione dell’Austria sarà sempre una posizione assolutamente ostile alla Russia.» Si ha officiale notizia che l’ambasciatore russo appo la Corte cesarea non abbia mosso alcun richiamo per lo esplicativo articolo dell’Oesterreichische Zeitung. Certe assicurazioni giornalistiche, che ordinariamente non assicurano nulla, sogliono passarsi senza crederle meritevoli di seria considerazione.
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Scrivesi da Parigi alla Indépendance belge che il Governo napolitano ordinò a tutti i suoi agenti di non rilasciare passaporti per l’estero a sudditi del regno delle Due Sicilie se preventivamente non si obbligano in iscritto di non arruolarsi in legioni straniere.
Ai 18 il duca di Grammont ministro di Francia in Torino, per ordine della sua Corte, si congratulò col Governo sabaudo per le prove di straordinario valore che il corpo sardo di spedizione in Oriente diede nella battaglia del 16 sulla Cernaia, come risulta da tutti i rapporti pervenuti all’imperatore dei francesi.
Il Comitato della Emigrazione italiana in Genova si la un dovere di annunziare i nomi dei generosi cittadini che hanno straordinariamente soccorso la Emigrazione in occasione della rinnuovatasi epidemia del colera. David Leoncini diede lire 30, il marchese Ata Ponzoni lire 100, un innominato lire 15.
Dei 22 mila abitanti di Sassari, non ve ne rimasero che circa 10 mila; gli altri per fuggire la influenza del colera, che domina in quella città, ripararono fra le montagne di Niedelu, di Oli, in Alghero, al Capo di Sopra, a Bonorva, a Guspini e pochissimi a Cagliari.
La Gazzetta popolare di Cagliari dice che il serio e sanguinario ammutinamento dei coscritti in quel paese, come lo qualificarono i giornali di Torino e di Genova, si riduce al progetto di una dimostrazione che volea farsi contro la leva e la guerra della Crimea.
RUSSIA
I negozianti prussiani che esportano piombo debbono affermare con giuramento che il piombo non è destinato ad alcuna delle parti belligeranti. I disertori polacchi, che rifuggono in Prussia, aumentarono sopra modo; il Governo di Berlino diede ordini rigorosi alle autorità della frontiera di arrestarli e consegnarli immediatamente alla Russia.
Il principe di Prussia tornato da Pietroburgo recò, a quanto dicesi, rivelazioni politiche della più grande importanza. Laonde portossi subito a informarne il re ad Erdmansdorff.
Scrivesi da Parigi che Canrobert assumere il commando di un gran campo francese ai confini!
La «migrazione polacca ha vivamente protestato contro il meeting presieduto da Hanington, dichiarando nimici della Polonia i promotori di quella riunione.
Il ministero, dopo avere esaminati gli avvenimenti di Badaioz, ha rimosso il governatore Curro, sostituendogli Montemayor ch'era governatore di Teruel.
A quest'ora lo spurgo della guardia nazionale di Barcellona dovrebb’essere terminato. Allorché cominciavasi la operazione depuratoria, il nuovo inspettore di quella città fece alle milizie una allocuzione sulla necessita della riforma delle medesime, e conchiudeva: «Ricordiamoci, militi nazionali, che la mala organizzazione di questa instituzione cagionò la perdita della libertà in tempi di trista memoria, ed è per lo stesso motivo che l'autorità veglia perché oggi non abbia il tracollo di altre volte. Unione e fiducia adunque nelle provvidenze adottate dall'autorità, concorso di tutti i buoni liberali per condurle a buon termine; e siate sicuri che la libertà sia per tal modo raffermata sopra inconcusse basi per sempre! Una specie di spavento notturno misa in agitazione i barcellonesi. Trattavasi di una congrega di congiurati che aveano statuito di impadronirsi di circa 2000 fucili tolti alle guardie nazionali, approfittando dei momento che queste armi dal palazzo municipale si trasportavano alla fortezza di Atarazonas. Avvertito della trama il capitano generale prese le opportune disposizioni perché la pubblica tranquillità non fosse nuovamente turbata; e i fucili furono senza alcun impedimento rinchiusi nella cittadella.
Si crede abbandonata la idea di operare a Madrid la riduzione della milizia nazionale, che vuolsi non meno pericolosa di quella di Barcellona.
A Madrid il 17 agosto si fece un tentativo di manifestazione sediziosa, ma il Governo adottò forti provvidenze e l'ordine pubblico non fu alteralo.
Una grande agitazione domina in Atene. Dal 10 in poi la città é continuamente percorsa da numerose pattuglie.
Re Ottone continua pur sempre a volere rimosso il generale Kalergis dal ministero della guerra, sostituendogli il generale Botzaris, il quale tornò da Pietroburgo dove trasse ad ossequiare il nuovo czar Alessandro. Le Potenze occidentali sostengono Kalergis, e, qualora avvenisse la sua remozione, tutti gli altri ministri sono disposti a dimettersi; ed in tal caso, oltre il mutamento di tutto il ministero, si temerebbero anche più gravi conseguenze.
Or ha due anni e mezzo, il Montenegro era minacciato da un esercito turco sotto gli ordini di Omer pascià, e questo paese, malgrado il valore dei suoi abitanti, avrebbe dovuto sicuramente soccombere. Se l'Austria non fosse andata in suo soccorso. Ora in ricompensa dei benefizii ricevuti i montenegrini invadono di tanto in tanto il territorio austriaco. Questa loro au' dacia si attribuisce al protettorato russo, che rende i montenegrini oltremodo insolenti.
Il figlio dell’ospodaro valacco recossi a Craiowa per assistere alla benedizione della bandiera di un nuovo reggimento austriaco, che avrà il nome della principessa Elisabetta Stirbey.
Pare che ('Inghilterra voglia in sul serio fare di Heligoland una gran fortezza contro la Germania. l'isola avrà una guernigione non minore di 5000 uomini. In Inghilterra parlano molto male della Prussia, alla quale è rimproveralo di provvedere alla Russia grandi quantità di salnitro e di piombo.
(Disp. tel. Danzica 16) Il buon successo dei bombardamento di Sweaborg é pienamente confermato. Nessun vascello soffri gravi danni. Le perdite inglesi sono 2 uffiziali e 30 marinai feriti; nessun morto; la perdita dei francesi è insignificante.
(Disp. tel. Pietroburgo 16) Il bombardamento di Sweaborg é cessato; non arrecò danni né alle batterie né alla fortificazioni; rimasero incendiate alcune case; una fregata inglese fu messa fuori di combattimento. Le flotte alleate tornarono ad ancorarsi presso Nargen.
La improvvisa esplosione di due corvette di polvere fece credere agli ammiragli occidentali che fossero scoppiate le polveriere della fortezza di Sweaborg, le quali sono coperte da casematte ermeticamente chiuse.
Dicesi che due vapori inglesi il 10 bombardarono per 5 ore le batterie della costa di Riga e che queste soffersero assai.
Un piroscafo inglese che dal Baltico era diretto per l’Inghilterra con ammalati e feriti della flotta britannica arenò a Goltland; vuolsi spezzato il bastimento, ma salve tutte le persone che vi si trovavano.
(Disp. tel.) Un ukase imperiale chiama in attività la milizia dell’Impero; la coscrizione comincierà col primo di ottobre e sarà di 23 uomini su mille anime. (Indi calcolata la coscrizione sopra 50 milioni soltanto, si avrebbe un nuovo contingente di un milione e cento cinquantamila soldati)!
Osten-Sacken succedé a Rudiger nel comando dei corpo delle guardie e dei granatieri; Luders succedé ad Osten-Sacken nel comando di Sebastopoli; Fiscbbech succedé provvisoriamente a Luders nel comando dei secondo corpo in Bessarabia.
Si fanno arruolamenti di operai stranieri pei lavori delle strade della Dobrudsca. Già ve ne sono circa 400, i quali portano la divisa francese ed banno il salario di 4, a 5 franchi al giorno.
Si assevera che gli alleati imprenderanno una campagna nello interno della Crimea partendo dalla Cernaia con diversioni da Eupatoria e da Jenikalé. Ma per ora sembra deciso che sverneranno nel suolo taurico, mantenendosi nelle piazze finora occupate e nel campo trincierato dinanzi a Sebastopoli. Le stazioni militari di Varna, Maslak e Sinope, non che i paraggi dei Bosforo hanno una grande importanza strategie. Pretendesi che gli alleati vogliano sforzare anche quest’anno il passaggio nella foce del Danubio per impossessarsi dei Delta di questo fiume sino alla foce dei Pruth.
Notizie, che diconsi esatte, recano che gli alleati si preparano veramente a bombardare anche Odessa.
Sembra che Totleben debba recarsi a dirigere le nuove fortificazioni di Odessa.
Ê partito da Tolone per l’Oriente il contrammiraglio Odet-Pellion, che nominato secondo comandante della squadra francese nel Mar Nero.
La flotta egiziana è tornata al Bosforo, onde risarcire i danni sofferti.
Si afferma che il duca di Newcastle trovantesi in Crimea abbia assunto l’incarico di mediatore per conciliare alcune differenze fra Pelissier e Omer pascià.
Anche le truppe francesi del campo di Maslak si imbarcarono per la Crimea.
(Disp. tel. di Gortschakoff) La mattina del 16 una parte delle truppe di Liprandi passò la Cernaia, ed assali sulle alture di Feducheno gli alleati che riunirono su que! punto forze considerevoli. Dopo un ostinato combattimento i russi dovettero ritirarsi sulla riva destra del fiume, dove aspettarono per quattr’ore il nimico. Vedendo ch’ei non s’inoltrava, tornarono alla prima loro posizione. Le perdite furono rilevanti dall’una e dall'altra parte.
(Disp. tel. Parigi 20) Pelissier in data del 18 alle ore 10 pomeridiane scrisse: «Il generale Gortschakoff domandò un armistizio per togliere i morti e i feriti rimasti sul campo di battaglia presso la Cernaia. l'armistizio fu accordato. Le perdite dei russi sono superiori a quanto credettesi da principio; fra gli uccisi è il generale Reab.
(Disp. tel. Parigi 20) Sotto la massima riserva si annunzia avere scritto il generale Gortschakoff ai 18 a ore 9 pomeridiane: «Gli alleati cominciarono il bombardamento all’alba del 17 (contro Malakoff); il bombardamento continuava, i russi rispondevano vigorosamente.»
(Disp. tel.) In data del 19 scrive Pelissier che l’armistizio continuava; e che furono sepolti 3329 russi.
Altra versione dice che dei morti russi 1129 furono tumulati dai francesi e 1200 dai russi medesimi.
(L’armistizio che continuava il 19 dee intendersi per le truppe russe e alleate sulla Cernaia, non per quelle che stavano dalla parte di Malakoff).
(Disp. tel. Parigi 20) Scrive Pelissier in data del 18 che i lavori del genio contro Malakoff protetti dal fuoco sostenuto dall'artiglieria non furono molestati dal fuoco della piazza nimica, indi progredirono molto.
(Disp. tel.) Avverte Pelissier in data del 19 che il fuoco dell’artiglieria (non il bombardamento) ricominciò contro Sebastopoli, e che il fuoco dei cannoni facilitava gli approcci a Malakoff.
Si vocifera che Murawieff sia destinato a succedere a Gorschakoff nel comando. supremo della Crimea. Gortschakoff passerebbe al ministero della guerra.
(Disp. tel. Trebisonda 6) Iusuloff alla testa di dodici mila russi ha battuto i turchi a Kmprikoi. I russi lontani tre ore da Erzerum minacciavano quella città sfornita di fortificazioni e munizioni da guerra. Tutti gli altri alti a portar le armi furono chiamati a resistere al passaggio de' russi.
Murawieff ai 12 trasportava il nerbo del corpo di operazione nel villaggio di Tikmè, sulla riva sinistra di Kars-Tcai, riunendolo alla colonna di Baklanoff.
Dicesi che Williams abbia fatto incarcerare il vescovo greco eterodosso di Kars incriminato di essere un agente della Russia.
Si pensa di organizzare sollecitamente un esercito alleato per l'Asia minore. Intanto nel primo decendio di questo mese numerosi rinforzi, specialmente di volontarii erano avviati da Costantinopoli verso Erzerum.
Si nota che gli Stati Unili di America non osservano le leggi della neutralità nella presente guerra nell’Oriente europeo; imperocché si vuole che siasi fatta la scoperta di armi provenienti dagli Stati Uniti nascoste in balle di cotone e dirette a Varsavia.
L’isola di Panama si è costituita in Stato indipendente. Suo capo provvisorio è Giusto Arosemena; la assemblea nominò suo presidente Francesco Fabrica e vicepresidente Biagio Arosemena.
Parlasi molto di una rivoluzione scoppiata a Buenos Ayres. La febbre gialla spopolò le isole di Jago-Capoverde e di S. Vincenzo.
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso — |
4 ½ per 100 aperto, chiusa |
20 |
67. 30. 67. 25 |
95. 00. 95. 69 |
Si |
67. 20. 67. 25 |
95. 00. 95. 00 |
Napoli Livorno |
87 |
60 |
Genova |
18 |
72 |
Vienna |
40 |
10 |
15 |
88 |
Parigi |
18 |
72 |
Trieste |
40 |
10 | |
Firenze |
15 |
88 |
Marsiglia |
18 |
70 |
Londra |
467 |
50 |
Venezia |
metal 15 |
95 |
Lione |
18 |
70 |
Ancona |
99 |
30 |
Milano |
metal 15 |
97 |
Augusta |
47 |
80 |
Bologna |
99 |
50 |
Il Diritto, smentendo le dicerie corse in questi ultimi giorni su Giuseppe Garibaldi, che altri annunziavano disposto a recarsi in Ispagna, altri ad accettare il comando di una legione straniera in servizio dell’Inghilterra, ci la sapere che Garibaldi non pensa punto di lasciare la terra natia, avendo invece assunto il comando di un vapore che farà tragitto da Nizza a Marsiglia; ed aggiunge che anche il fatto del suo brevetto marittimo venne narrato erroneamente; imperocché ecco come sta la cosa. Garibaldi fin dal 1832 ottenne la sua patente di capitano marittimo di seconda classe. Questo brevetto era stato smarrito; ed ora avendone bisogno per assumere il comando di una nave, chiese al governo di Torino un duplicato del brevetto medesimo. Ma il ministro di guerra e marina, invece di mandargli un brevetto di seconda classe, gli mandò un brevetto di prima classe. Osserva finalmente il Diritto che Garibaldi è cittadino sardo, non è esule, ed ove andasse in Ispagna, vi si recherebbe con passaporto del suo Governo e senza chiedere permissione al Governo di Madrid. Il Diritto ha voluto rettificare alcune notizie erronee, e noi, seguendo il suo esempio rettificheremo alcune notizie erronee date in proposito dal Diritto. Esso dice che Garibaldi nel 1832 fu nominato capitano marittimo di seconda classe, e noi sappiamo che due anni dopo era tuttavia capitano di terza classe e dopo quell’epoca non ebbe più dal Governo sardo altro brevetto che quello concessogli ultimamente. Dice il Diritto che Garibaldi non è esule, e ciò sta bene, perché attualmente trovasi nella sua patria; ma bisognava dire che fin dal 1834 si diede a volontario esilio per non soggiacere alla pena contro di lui pronunziata dal tribunale del suo Governo.
RE
Ci sembra di molta importanza il seguente articolo della Gazzetta uffiziale di Milano, il perché Io riportiamo senza corredarlo di comenti. È chiaro abbastanza per sé stesso.
«La storia dei nostri giorni presente due fatti che non hanno riscontro negli annali d'Europa. La lega del 10 aprile è quella del 2 dicembre quantunque promosse dalla causa d’Oriente e circoscritte a durar fino al suo termine, accennano ad interessi mercantili e politici, dei quali non ebbe che un vago presentimento il passato. Soprastavan due grandi pericoli: il Socialismo e la Russia. Il primo a quando a quando nella serie dei tempi cospira a risolverei vincoli della civile adunanza, ma la mala prova, perocché il senso comune, che lo rinnega, collegandosi in solido, s’arma a distruggerlo: l’altra piena di vita e di fede sotto l’impulso di una serie di Autocrati, gareggianti da un secolo e mezzo a dilatare l’impero, ambisce il primato d’Europa.
«Si chiamino Spartaco è Catilina, Munzer è Slorch, Direttorio è Assemblea, i corifei socialisti troveranno mai sempre un vindice Crasso, un Petreio, una lega di Principi, un 18 brumaio, un 2 dicembre.
«Le condizioni politiche della Francia e dell’Austria e la fresca memoria d’un beneficio interessato, persuasero al gigante del Nord mature le sorti da mettere in atto i disegni che gli tramandarono i suoi predecessori. Duecentomila russi difilati fin dalle mosse a Costantinopoli, avrebbero allora col diritto della forza espugnato ciò che oggi la forza dei diritto e le alleanze dei 10 aprile e del 2 dicembre armatamente difendono. L’Austria nei Principali vieta all’esercito dello czar il passaggio del Pruth per ritentare dal lato terrestre di Europa la sognata conquista del Bosforo; le due grandi Potenze marittime e l’ottomana ne proibiscono il varco per mare e dal lato terrestre dell’Asia.
«Le due alleanze contratte in una medesima causa, di cui non è dubbio il trionfo, contrappesano le ragioni dei mezzi, per guarentirsi a vicenda il conseguimento del fine. L’accordo fra i DUE gabinetti di Vienna e di Parigi procedé dalla semplice e determinata volontà dei loro Sovrani. Le deliberazioni del Foreign-Office risultano dai voleri collettivi d’un multiloquio parlamentare e d’un ministero mutabile. Gli obblighi dei due imperatori non hanno altra legge che quella della loro coscienza sotto le guarentigie immediate della sovranità personale. La coscienza complessa del Governo britannico, sottratta a ogni legge di obbligazione personale in chi regna, espia qualsivoglia imputabilità dei ministri, sbalzandoli dal potere, e surrogandovi uomini avversi alle opinioni dei primi, della cui politica non sono poi essi tenuti a dar conto. Questa intrinseca differenza d’azione governativa costituisce un temperamento, il quale, applicato alle due leghe in discorso, le addirizza allo scopo comune, evitando le collisioni, che il diverso talento de popoli e la diversa natura dei Governi alleati necessariamente provocherebbero, se il comune pericolo non li stimolasse ad accomunare gli sforzi per isfidarlo.
«Di esse grandi Potenze la più incostante per indole, per egoismo più torbida, per innata superbia più prepotente, è nelle viscere stesse della sua opulenza la più minacciata dal colosso del Nord. Col tremendo apparato di tutte le galleggianti sue rocche, la dominatrice dei mari avrebbe forse a quest'ora perduto le Indie, senza l’aiuto della già emula sua vicina, la Francia, e della sua vecchia alleata, l’Austria, ingratamente da lei corrisposta, ed alla quale insultano ancora una perfide stampa e una indegna frazione del suo Parlamento. Se l'Austria e la Francia concorrono alla salvezza dell'Inghilterra, si consolano almeno di vederne fiaccato l'orgoglio fino a riconoscere la insufficienza del suo isolamento.
«I popoli del Continente possono ornai riposare tranquilli nella unione politica della Francia e dell’Austria........ La seconda Cartagine, minacciata nel cuore dei suoi doviziosi possessi, cogli atti solenni del 10 aprile e del 2 dicembre, inaugurò un ordine nuovo di cose. L’intima unione d’Austria e di Francia rimuove qualunque complicità è connivenza di lucro isolano a manomettere l’equilibrio delle nazioni di terraferma. La Nemesi, armata a punire la violazione del diritto europeo nell’ambiziosa politica di Pietroburgo, ripugna al prevaricare (dove che fosse) la causa legittima, per cui si combatte in riva all’Eussino ed al Baltico. La grande Potenza marittima, senza le forze terrestri di Austria e di Francia, rischierebbe di perdere la inesausta miniera dei suoi tesori e di sottrarre censessanta milioni di sudditi alla Corona britannica.»
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La Gazzetta di Venezia sul proposito della quistione orientale dice che «l’Austria non ha Seminato il vento; indi verisimilmente non raccoglierà la tempesta; e se, malgrado a ciò, la tempesta dovesse scoppiare, ella ha coraggiosi, vigili e sperimentali piloti, che sanno con mano maestra condurre la s. un nave in porti sicuri,»
In Germania sempre più si propaga il convincimento che la guerra sia per allargarsi fuori dei suoi attuali contini. Il perché la Nuova Gazzetta prussiana mette un grido di spavento, ed opina essere ornai tempo che tutta l'Alemagna, d’accordo con l’Austria e la Prussia, promuova efficaci pratiche per conciliare definitivamente tutte le differente fra la Russia e le Potenze occidentali. Non dice però se queste pratiche dovrebbero farsi con ima mediazione armata è con una negoziazione diplomatica.
Anche il Corriere Italiano è informato che «avranno luogo nuovi tentativi di pace, e Vienna sarà forse chiamata in breve a vedere un’altra volta sedere a scranna gli uomini della toga intenta ad arrestare l'opera di quelli della spada. Ma, secondo esso Corriere, non é possibile ripromettersi un felice risultato dalle nuove conferenze, se Francia, Inghilterra e Austria non trovansi pria perfettamente intese ad una specie di ultimatum, al quale la Russia dovrebbe sottomettersi. Le Potenze occidentali possono forse volere l’avvilimento della Russia, l’Austria certamente non lo desidera. L’ultimatum adunque si avrebbe a formulare dopo che queste differenze di pareri si fossero conciliate. E qui per avventura sta il nodo che ancora non si è sciolto e che difficilmente si scioglierà, tanto più che le Potenze occidentali già dichiararono di non essere più tenute ai quattro punti delle garanzie, e l’Austria riconobbe in esse il pieno diritto di eccederli.
Il Journal de l'Empire la la enumerazione de' fatti che si collegano al viaggio della regina Vittoria, e ricorda le novelle gloriose gesta operate al settentrione e al mezzogiorno; poi domanda se tutto questo produrrà la pace, ma non vede apparir nulla in materia di pacifiche negoziazioni.
Il Morning Post ha saputo che «i francesi, sebbene occupati di continuo a fornir truppe per la guerra, hanno avuto il tempo, l'ingegno e il danaro necessarii a costruire (senza strepito) una flotta di vascelli di linea ad elice eguale pressoché alla flotta inglese.» A che queste osservazioni? Sono esse forse indizii d’invidia è di timore? No’l crediamo. L’alleanza non permette che diasi luogo a ombrosi sospetti.
Scrivesi da Kiel alla Nuova Gazzetta prussiana che colà recano generale meraviglia gli straordinarii progressi della marineria francese, la quale raggiunse un apice di perfezione tale che nemmanco trovasi nella marineria britannica.
La repubblicana Gazzetta del Popolo a proposito dei recenti famosi discorsi di Russell e di Palmerston scrive che «gl’inglesi ci regalano presentemente belle parole, perché hanno b(:)sogno di cavarci buona carne da cannone e perché a Novara stanno gli appaltatori della legione italiana; hanno bisogno di pescare; ecco perché intorbidano le acque, ecco perché torniscono d’esca gli ami!»
La Specola delle Alpi, proprio da quelle ardue cime nevose, in ascoltando le russelliane geremiadi, le quali diedero fine alla inglese sessione parlamentaria, osservò che «la Camera britannica è per l’Italia come il Pretorio di Pilato; si comincia con parole di simpatia e si finisce con la crocifissione.»
Il Journal des Débats afferma che i risultati del bombardamento di Sweaborg furono più vantaggiosi di quelli del bombardamento di Bomarsund. Ma Bomarsund fu interamente distrutta, e le fortificazioni di Sweaborg rimasero incolumi interamente. E’ non ci ha che questa unica differenza.
Il Times ci fa sapere di aver saputo che la fortezza di Sweaborg ora non è più che un mucchio di fumanti ruine. Soltanto di essa restà in piedi qualche terrapieno squarciato dalle bombe e qualche scavalcata batteria. Ma la Gazzetta di Milano domanda: «Se veramente le cose stanno a questo modo, perché le flotte alleate non passarono il canale? perché non entrarono nel porto di Elsingfors a distruggervi le due squadre russe colà entro stanziate? Sappiamo all'incontro ch’elleno si separarono, avviandosi parte a Cronstadt, parte all'isola di Nargen.»
Il Constitutionnel ha fiducia che la sfiducia de' russi pe’ rovesci cui soggiacciono in ogni loro guerresco tentativo abbrevierà di molto il tempo che alle Potenze occidentali sarebbe necessario per la intera occupazione della Crimea.
Alla Borsa di Londra corse voce che i russi, attesa la grandissima difficoltà che provano nel ricevere le loro provvigioni decisero di sgombrare da Sebastopoli e concentrare le loro forze lungo la Cernaia. L’Assemblée nationale e il Globe ripeterono questa voce senza ricordarsi che a Sebastopoli trovasi un deposito di provvigioni alimentarie sufficienti per un anno ad una guernigione di centomila soldati.
l'Invalido russo dice che i russi a Sebastopoli non cadranno vittima d’un colpo di mano da parte degli alleati, ma vi soccomberanno di lenta morte. vuole con ciò alludere alle conseguenze di un regolare e lungo assedio.
Parecchie relazioni delle cose della Crimea confermano che lo stato sanitario degli alleati è soddisfacente, ma che soffrono una ben grave e continua molestia da una straordinaria abbondanza di mosche, le quali si per la loro indole ostinatamente fastidiosa, si per le acute loro punture paiono essere di una specie diversa di quelle del resto d'Europa (rimes). Il Punk osserva che anche le mosche sono alleate dei moscoviti!
La Soberania national prova la incapacità del governo esparteriano enumerando i partiti e le classi che ha contro di lui; 1. il partito assolutista come suo nimico naturale; 2. il clero per le indemaniazioni dei beni della Chiesa (29)a; 3. il partito democratico per le riforme la cui continuazione fu sospesa; 4. il partito progressista puro per la inazione in cui è caduto il ministero e pei favori che dispensa al partito moderato; 5. finalmente il partito moderato il quale, sebbene vegga molto bene retribuita la sua opposizione, non vede di buon occhio il Governo che rappresenta il partito progressista.»
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Gli avvocati presso il tribunale di prima istanza di Argen, capoluogo del dipartimento di Lotet-Garonne volendo contribuire, per quanto è in loro, alla osservanza dei principii del culto, a voti unanimi hanno deciso ch«i loro studi saranno chiusi nei giorni di domenica e di feste solenni, nei quali non riceveranno i clienti, qualunque siane il pretesto.
L’ungherese Silvestro Maguet capitano effettivo e figlio del generale di questo cognome morto nella guerra del 1848, solo e abbandonato, esulando dalla patria, percorse molti paesi europei ed affricani, ed in queste sue peregrinazioni cominciò a sentir simpatie verso la cattolica religione. Giunse finalmente in Oviedo, quando la popolazione di quella città spagnuola con un fervore di pietà che tanto la distingue celebrava con solennissime feste la dommatica dichiarazione dello Immacolato Concepimento della Deipara Vergine MARIA. In tal circostanza Maguet s'intese vivamente commosso a ricisamente abiurare gli errori del culto che professava, e il vescovo di Oviedo, cui manifestò la sua risoluzione, con paterna sollecitudine lo chiari del tutto sulla verità della religione cattolica. ludi ai 4 di questo mese Maguet riceveva il battesimo nella cappella del palazzo vescovile, assumendo i nomi di Domenico Maria Ignazio, il primo dei quali è del suo padrino don Domingo Diaz Caneja, il secondo della Vergine Immacolata cui attribuisce la sua conversione, il terzo del vescovo che lo instrusse nella via della salute e lavollo dell’acqua rigeneratrice. Una ben copiosa, scelta e devota moltitudine di cittadini fu presente all’augusta cerimonia; e tutti rimasero profondamente inteneriti, allorché il vescovo interrogando il desideroso di entrare nel seno della unica Chiesa di GESÙ CRISTO, diss’egli: Fides quid praestat? Maguet con entusiasmo, che rivelava la convinzione della mente e il giubilo del cuore, rispondeva: Vitam aeternam.
I vescovi cattolici riunitisi a Baltimora decisero di domandare lo stabilimento di un nuovo vescovado per lo Stato della Carolina settentrionale, dove il vescovo protestante Ives, or ha pochi mesi, abbracciò il cattolicismo. Due nuove cattedrali furono consagrate, l'una a Buffalo nello Stato di New-York, l’altra a Pittsboroug il Birmingham degli Stati Uniti. Il vescovo di Louisville apri altre due chiese al cullo cattolico nella sua città episcopale. Più di 10 mila persone assistettero alla collocazione della prima pietra di una chiesa cattolica nelle vicinanze di Filadelfia.
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La squadra austriaca comandata dall’arciduca Massimiliano ai 22 lasciò il porto di Napoli avviandosi alla volta di Tolone.
Corre voce che alla nuova riapertura del Parlamento il ministero piemontese domanderà l’anticipazione della leva sulla classe del 1855, la quale sarà di l'4 mila uomini.
Non solamente a Novara, ma ben anche a Susa sarà stabilito, a quanto dicesi, un quartier generale per la legione italiana al soldo dell'Inghilterra.
Nella provincia d’Alessandria il raccolto del granturco sarà molto scarso, a motivo di siccità. In essa provincia però si conserva bella e sana la maggior parte delle uve.
Il colera da Sassari si è allargato ai finitimi paesi e v’infierisce sopramodo.
I tremuoti continuano in varie parti della Svizzera accompagnati ancora da terribili tuoni sotterranei.
I francesi dimoranti a Vienna, in occasione della festa del 15 agosto, fecero fra loro una colletta pci feriti dell’armata d’Oriente. Si raccolsero 17 mila franchi, che furono dati all'ambasciatore francese Bourqueney per l’ulteriore invio.
Le Potenze occidentali comunicarono uffizialmente alle Potenze germaniche di volere occupare la Turchia permanentemente, vale a dire fino a che sarà possibile.
Alle frontiere prussiane furono sequestrate balle di cotone destinate per la Russia; in esse erano nascosti fucili provenienti dal Belgio.
Il re di Annover assunse il patronale dei franchi muratori in tutto il suo regno, e i due figli del principe di Solms suo fratellastro vennero ascritti alla massoneria!
MONTENEGRO
Il gabinetto di Vienna ha fatto intendere al principe Danilo che ove i montenegrini non cessino dalle loro escursioni sul territorio dell’impero saranno inviate truppe austriache ai confini.
Re Ottone non sottoscrive più alcun alto è disposizione del ministero della guerra! Si dice che il ministro Kalergis, vedendosi cosi avversato, abbia già chiesto un congedo di tre mesi per fare un viaggio all’estero. Nella sua lontananza sarà nominato ministro della guerra il generale Botzaris, ch'è onninamente devoto alla politica della Russia.
Nella Grecia domina sempre grande agitazione: i ladri hanno molestato uffiziali inglesi fin presso alle porte di Atene. Indi numerose pattuglie continuano a percorrere le vie della città. Varie persone ragguardevoli sono accusate di favorire il ladroneccio onde stancare gli alleati a in altra guisa vendicarsene.
Prokesph-Osten vassene a Parigi incaricato dal Governo austriaco di una missione straordinaria. Prctendesi che questa missione sia relativa agli affari della Grecia. Il ministro greco Kalergis, di cui re Ottone vorrebbe sbarazzarsi mercé l’appoggio degli ambasciatori di Russia, Prussia e Baviera, è notoriamente sostenuto dal governo francese. Ora Prokesch dovrebbe indurre la Francia a far cadere Kalergis e ad acconsentire alla nomina di Botzaris.
Barbotan, candidato del Governo, è stato eletto membro del Consiglio generale dei Bassi Pirenei nel suo Cantone. Sopra 2033 elettori votanti ei riportò 2031 suffragi! Notiamo questa elezione onde conoscere in quali proporzioni si riceve in Francia la influenza governativa.
L’affluenza indescrivibile, che già ingombrava Parigi per causa della esposizione, ora si è triplicata per la venuta della regina Vittoria. Il dire che gli alloggi son fuori d’ogni prezzo, non basta, non esistono più alloggi. Si accampa a cielo scoperto.
A Madrid presero nuova consistenza le voci, che da qualche tempo correvano, di una vicina ricomposizione del gabinetto. I ministri dell'interno, della giustizia e delle finanze desideravano ritirarsi, ma persuasi alla fine che l'interesse del paese si oppone ad ogni mutamento ministeriale in questo momento consentirono a conservare i loro portafogli.
Il ministero non vuole anticipare la leva del 1836, perché prevede la resistenza che incontrerebbe nelle provincie, ed invece prenderà un 400 soldati da ogni reggimento dell’esercito per comporre il corpo ausiliario da spedirsi in Crimea. Le lagune che rimarranno nell'esercito, saranno riempiute dal contingente provinciale. Le truppe della spedizione andranno senz'armi fino a Marsiglia.
Due arditi capi carlisti, Arevald e Sarria Arteajgo sbarcarono presso Nerja, e fanno reclute nel mezzogiorno della Spagna.
Uno sterminato sciame di cavallette si riversò nelle campagne prossime a Odessa. Questa piaga arrecò nella corrente estate immensi danni nella Russia meridionale.
Il governo inglese ha risoluto di stabilire un vasto spedale militare a Hlgoland.
Gli alleati ad Eupatoria, Kamiesc, Balaclava e Jenikalè si munirono con tali fortificazioni che i russi, volendo distruggere quei posti militari, dovrebbero disporre di un esercito di gran lunga più numeroso di quelle che stavvi a difesa. Le piazze marittime. nella Bulgaria, Ballick, Varna e Burgos, le gole del Bosforo, e i porti dell’Asia minore e del littorale circasso si trovano già da molto tempo nelle mani degli alleati che li cingono di valide fortificazioni.
Il contrammiraglio Pamphiloff é nominato viceammiraglio per essersi distinto nella difesa di Sebastopoli.
La guernigione di Sebastopoli ricevette di nuovo. un rinforzo di un distaccamento di volontari greci,
Notizie particolari di fonte russa dicono che Gortschakoff il 16 agosto ebbe in mira di scompigliare gli assedianti presti ad energicamente operare contro la Knrabelnaia; e che a ciò riusci, perocché fugò i turchi, scompose le squadre piemontesi, ed obbligò il grosso dei francesi a lasciare le posizioni prese appo la Karabelnaia per soccorrere ai loro alleati seriamente minacciati dalle forze russe.
(Disp. tel. comunicato da lord Panmure) Nella battaglia del 16 sulla Cernaia il principe Gortschakoff comanda va in persona le truppe di Liprandi (30)a.
(Disp. tel.) Ai 21 le ferite del generale Montevecchio davano qualche speranza di guarigione.
Il generale Read in servizio della Russia morto nella battaglia del 16 era figlio di un inglese nato a Montrose, il quale recossi in Russia ai tempi dello czar Alessandro I.
Si dice che un disertore russo avverti gli alleati intorno al progetto di Gortschakoff per l’assalto del 16. Indi gli alleati poterono efficacemente resistere all'aggressione.
(Disp. tel.) L’imperatore Napoleone scrisse a Pelissier congratulandosi con essolui per la vittoria del 16 alla Cernaia.
(Disp. comunicato dall’ambasciatore russo a Vienna) All’alba del 17 gli alleati aprirono un vivo cannoneggiamento specialmente contro la terza e quarta sezione; nella notte lanciarono molte bombe; ai 18 ricominciò. il bombardamento che alle ore 9 della sera continuava tuttavia; i russi rispondevano vigorosamente e aveano ridotto al silenzio varie batterie nimiche.
(Disp. tel.) Scrive Gortschakoff in data del 21 che fin dai 20 il fuoco degli alleati contro la piazza avea considerevolmente diminuito, e che pochi furono i guasti da esso cagionati.
(Disp. tel.) La notte del 23 i francesi presero una imboscata nello spalto di Malakoff; 500 russi uscirono a ritoglierla, ma furono. respinti. perdendovi 300 uomini. L’opera indi fu definitivamente conquistata.
(Disp. tel,) Onde le truppe francesi abbiano un conveniente riposo in Crimea sono ordinati reggimenti di sostituzione, i quali a mano a mano andranno in Oriente.
Gli affari dei turchi in Asia procedono molto male. Le più recenti notizie ricevute dalle Legazioni di Francia e d’Inghilterra a Costantinopoli annunziano in modo positivo che alle truppe ottomane toccò una rotta sensibile a poche leghe da Erzerum e che le comunicazioni fra Kars ed Erzerum erano completamente interrotte. All’arrivo di queste notizie il Divano la sera del 12 si raccolse in seduta straordinaria, la quale si protrasse a notte molto avanzata.
Kars era stretta d’ogni lato dall’esercito di Murawieff. Poca è n'una speranza aveano i turchi di resistere all'aggressore nimico. L’annuncio della caduta di Kars avrà per gl’inglesi ben altra importanza che qualsiasi notizia ventila dalla Crimea e dal Baltico. Con la presa di Kars i russi diverranno padroni dell’Asia minore, e l’Inghilterra sarà colpita nel cuore, nei suoi mercantili interessi delle Indie.
In vista delle attuali circostanze dell esercito turco dell’Asia, Sembra deciso che Omer pascià con buona parte delle truppe ottomane trovantisi in Crimea debba accorrere alla difesa di Kars è di Erzerum.
Il colonnello Calandretu fortificava Erzerum con gran sollecitudine, mancava però di truppe regolari. I russi stringevano sempre più. I consoli europei partirono dalla città.
Un carteggio della Presse parigina discorre a fungo. sulle condizioni presenti della Persia, delle cui simpatie per la Russia è per le Potenze occidentali si parte tante volte ed in modo contraddittorio. Risulta da esso carteggio che l’azione rossa vi predomina, e che difficilmente potrà essere soppiantata da quella di Francia e d’Inghilterra. Lo sciach annighittito dagli ozi dell’harem regna, ma non governa; il padrone assoluto del paese è il visir, docile strumento dei voleri della Russia.
Lettere di Tebriz del 9 luglio recano che Bourée nuovo ministro di Francia a Teheran non era per anco arrivato, laonde i sudditi francesi dimoranti in Persia continuavano a stare sotto la protezione del rappresentante della Russia!
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 ½ per 100 aperto, chiuse |
22 |
67. 10 67. 00. |
95. 00 93 00 |
23 |
66.80 66. 40. |
95. 00 00 00 |
L(?)incendio di Sweaborg ne richiama alla memoria l'incendio della selva incantala dei Tasso,
«Le cui maggiori fiamme avean figura
«Di castelli superbi e torreggianti;
e pure, appena Tancredi saltovvi dentro, sparte quel simulacro e giunse un nuvol denso che porto notte e verno',
«Né più apparenze inusitate e strane,
«Né trovò alcun per via scontro è divieto,
«Se non quanto per sé ritarda il bosco
«La vista e i passi inviluppato e fosco.
Tutti i cavalieri però che, pria di Tancredi, trassero a quella selva asseverarono che un terribile incendio aveala distrutta, appunto come affermarono tanti giornalisti che un terribile incendio appiccato a Sweaborg da 13 mila fra bombe e palle inglesi per Io spazio di ben 45 ore avea ridotto in cenere la città e le sue granitiche fortezze. Indi: Sweaborg non è più! Le fiamme sterminatrici illuminavano a grandissima distanza i navigli che nella più profonda tenebria della notte si allontanavano dopo aver compiuta l'opera della memorabile distruzione. Ma l'incendio sparve come quello della selva dei Tasso; le fortificazioni di Sweaborg si mostrarono di nuovo nella loro tremenda interezza.
«… Or ciò che fia? forse prestigi
«Son questi, è di natura alli prodigi?
Altri spieghi il fatto, noi lo raccontiamo. La cosa poi più mirabile si è che 13 mila fra bombe e palle. né anche offesero alcuna delle privale ablazioni di Sweaborg (31)a. Ma di questo fenomeno la interpretazione è data dal Times, il quale ci la sapere che «agl’inglesi era ben facile di abbrugiare Sweaborg ed Elsingfors, vollero però rispettare le proprietà dei privati; e i russi lo sanno tanto bene che aveano stesa una larga tela al di sopra d’una grande fabbrica con la iscrizione in inglese: «A MADHOUSE (Spedale dei pazzi)». Fu rispettalo il ricovero che i russi preparano a certi un po’ troppo suscettibili giornalisti di Londra.
La Gazzetta della città e dei sobborghi di Vienna scrive che «secondo i giornali britannici, il bombardamento di Sweaborg ebbe anche lo scopo di mostrar alle Potenze dei settentrione, Svezia e Danimarca, quanto sia grande la forza marittima dell'Inghilterra, e indurre cosi sulla incomoda loro neutralità. É però tutta via dubbio che la Svezia si lasci indurre a partecipare alla guerra; forse sarà più facile di trar profitto dalla Danimarca, che avrà bisogno dell’aiuto inglese ] nella quistione dei Sund contro gli Stati Uniti di America.»
Il Globe, persuaso ancora che Sweaborg non esista più, classi a vaticinare che un eguale destino debbono aspettarsi pel 1856 Revel e Cronstadt, se pria che
«Zefiro torni e il bel tempo rimeni
non siasi conchiusa la pace secondo le condizioni proposte dalle Potenze occidentali. Grandi imprese marittime adunque, bombardamenti terribili, distruzioni finora credute impossibili avverranno alla futura primavera! Noi per ora riportiamo la profezia dei Globe perché poi vorremo confrontarne la maggiore è minore esattezza e corrispondenza coi fatti, che sono preconizzati, allorché questi avranno avuto il loro sviluppo.
«Appare evidente alla Gazzetta di Milano che l’assalto tentato il 16 dai russi alla Cernaia avea per iscopo di stornare gli alleati dalle operazioni d’approccio e dal bombardamento contro la torre di Malakoff. Li vinse però il senno e il valore de' francesi e de sardi, e, quanto agl’inglesi, pare che questi non giungessero, come al solito, che ad azione finita, a mo’ dei soccorso di Pisa: essi medesimi non parlano di sé; Pelissier la cenno soltanto dell’aiuto prestatogli da una batteria e della cavalleria giunta colle riserve quando era già suonata l’ora della vittoria. Tuttavolta è d’uopo confessare che i russi raggiunsero in parte il loro intento. Perocché gli alleati furono distornati, ma per poco tempo, dalle operazioni d’approccio e dal bombardamento, avendoci dato avviso il telegrafo che all’alba dei 17 i medesimi aveano già riaperto un vivo cannoneggiamento, la notte dal 23 occupavano una ima boscata nello spalto di Malakoff, ai 24 il fuoco de' cannoni era più vigoroso, e ai 26 progredivano in modo soddisfacente i lavori d’approccio a Malakoff, dove fin dalla notte dei 23 conquistarono la importantissima imboscata dello spalto (32)a.
La Militarische Zeitung promette che fra qualche giorno l’imperatore Alessandro il accompagnato dai suoi fratelli granduchi Niccolò e Michele andrà in Crimea onde ringraziare le milizie, che colà si trovano, pel patriotismo e valore ch’esse dimostrarono e tuttavia dimostrano alla difesa dell'impero e dell'onor nazionale. Il Siècle poi, con acre epigrammatica finezza, promette che l’arrivo dell'imperatore Alessandro nella Tauride verrà salutato dalle artiglierie degli alleati erette sulle ruine della torre di Malakoff.
Il Times è d'avviso che se gli alleati non riescono a prendere la parte meridionale di Sebastopoli pria che sopravvenga la stagione delle pioggie, essi dovranno abbandonare tutte le batterie, le trincee, le paratelle, i lavori di zappa e gli approcci che fecero dalla parte medesima. E la ragione è manifesta; i russi l'anno scorso occupavano un pendio, gli alleati l’altro pendio, al di là e al qua delle valli, che allora li separavano; oggi gli assedianti guadagnarono terreno e giunsero nei letti di queste valli ed anche sui declivii opposti, verso i quali sogliono ragunarsi molte acque piovane; il perché l’anno scorso fra gli assedianti e gli assediati comparve per l’agglomeramento e ristagno delle acque una specie di lago, che disseccossi interamente nel mese di aprile. E il Daily-News aggiugne esser: ciò tanto vero che alcune giornate di pioggia bastarono anche nei passato luglio a che le strade che attraversano le valli, dove accampano lo armate occidentali, si trasformassero in impetuosi torrenti per modo che parecchi soldati che tornavano dalle trincee corsero pericolo di rimanervi annegati. Ora figuriamoci che sarà nell’autunno e più nell’inverno! La conseguenza pertanto sarebbe che gli alleati per non istare in mezzo all'acqua dovrebbero ritirarsi, ma ciò non significa che i russi occuperebbero le posizioni abbandonate, perché anch’essi non potrebbero operare in mezzo all’acqua. Indi a primavera tornerebbero ai posti che lasciarono nell’inverno. Tutto il danno dunque consisterebbe in un traslocamento di truppe, di baracche e di cannoni. Ma dove possono impiegarsi un centomila braccia a questi lavori, il danno non è poi tale da doversi dipingere con quei tetri colori che adoperano il Times e il Daily News.
Annunzia un dispaccio che «il presidio di Kars fece una sortita con buon successo e che i russi si allontanarono da Erzerum.» Antecedenti notizie recarono che Kars era guernita di poche truppe e che Murawieff stringevala d’assedio con 32 battaglioni di fanteria, uno di cacciatori, uno del genio, tre reggimenti di dragoni, due di cosacchi regolari, dei volontarii di Kirvan ed armeni, 80 cannoni e 10 generali. E le truppe di Williams si cimentarono ad uscire in campo aperto contro si poderose forze nimiche? E vi si cimentarono con buon successo? Ci sia permesso di aspettare la conferma della gloriosa sortita. Quanto poi all’allontanarsi dei russi da Erzerum, vorremmo sapere se furono a ciò costretti da preponderante oppugnazione. ché se i russi si ritirarono volontariamente, domani possono ritornare dove oggi sgombrarono. Ed in tal caso, qual vantaggio pei turchi? Se il telegrafo non sa portarci più esatte notizie, e' sarà meglio che stiasi in riposo.
Ai 28 la regina Vittoria arriverà ad Osborn per tornarsene in Inghilterra. L’imperatore che aveala accompagnata, alla sera rientrava a Parigi. Ecco che i giornalisti perdettero un argomento che per qualche settimana esercitò la loro sterile abbondanza. A noi bastò dire che la regina Vittoria fu ricevuta a onorata a Parigi in un modo degno della nazione francese e della Corte imperiale. Che doveva dirsi di più? Avevamo forse a descrivere le sue passeggiate al bosco di Boulogne, a Trianon, e in altri luoghi di delizie? Avevamo forse a enumerare le Teste che le furon fatte, lo schiere delle milizie che le facevano ala al passaggio, le visite alla Esposizione e al Panteon, i ricevimenti, le danze, i desinari? Omne supervacuum pleno de pectore manat.
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Scrivesi da Colonia che ai 16 i PP. Gesuiti presero possesso di una casa, tolta a pigione per loro da un Comitato di cittadini di Coblenza. Essi furonvi chiamati principalmente per assistere il clero parrocchiale nella cura delle anime, tanto nella città, quanto nei dintorni.
Ai 15 agosto pubblicossi a Francoforte il primo numero di un giornale Cattolico intitolato Dentehland, la cui redazione è affidata a un Comitato di notabilissime persone; presidenti di esso Comitato sono il curato cattolico Beda Weher e il consigliere di legazione Moriz Licher di Bamberg.
Nella occasione che a Nevers si celebrò la magnifica solennità in onore della Immacolata Concezione della Vergine Santissima, il vescovo poneva la prima pietra di una Chiesa consacrata alla gran Madre di Dio è destinata a perpetuare la memoria della dommatica dichiarazione del dogma del suo Immacolato Concepimento. Questa chiesa è denominata la di Saint-e-Marie-du-Peuple, ad espressa imitazione di quella tanto conosciuta in Roma sotto il nome di Santa Maria del Popolo.
Ai 12 agosto il cardinale arcivescovo di Besanzone collocava la prima pietra del monumento che dee innalzarsi alla vetta del Vesoul in onore della Beatissima Vergine Maria. Tutte le autorità civil e militari assistevano l’arcivescovo circondato dai suo clero. Vi intervenne un copioso distaccamento di corazzieri e la banda del loro reggimento. La solenne cerimonia era annunziata dai suono delle campane e dai rimbombo dei cannoni.
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Nella Sicilia la crittogama è quasi scomparsa del tutto. L’abbondanza delle uve promette una fortunata vendemmia.
Il raccolto dei pomi di terra in Savoia è abbondante e di qualità migliore di quella degli anni scorsi. Le vili hanno bellissima apparenza e sperasi che possano andare del tutto esenti dalla crittogama.
Sassari, la florida città dei lieti colli e dei pingui oliveti, decimata dai morbo asiatico come Brescia e Messina, piange a quest’ora inconsolabile i suoi 6000 morti nel breve giro di poche settimane. Le officine son chiuse, i traffici deserti, i campi abbandonati; i suoi tuguri e i suoi palagi furono visitati dalla morte; caddero le vittime d’ogni condizione e d’ogni età, dai miserabile al dovizioso, dai giovane pieno di vita al vecchio curvo e cadente. Il crudelissimo influsso si disteso nella infelice città come la furia della inondazione; molti prima di conoscere il pericolo erano discesi al sepolcro. La medicina e la pubblica pietà lottarono, contro la malattia; ma che giova la potenza dell’uomo contro una forza maggiore? Cadevano gli atterriti, cadevano i fuggenti, cadevano gli uomini di ferrea tempra e di virili propositi. In nessuna regione la formidabile lue si sviluppò improvvisa ed universale come in quella città, divenuta ormai un monumento storico di desolazione. E il colera non è per anco sparito da Sassari! Le più recenti notizie portano che scemò soltanto di crudezza!
La paga del semplice soldato della legione italiana al servizio dell'Inghilterra è di un franco e 25 centesimi al giorno. Dopo lo sbarco in Crimea il soldo è aumentato di 65 centesimi cotidiani.
l'imperatore ha conferito al principe arcivescovo di Vienna Ottomare cavaliere di Rauscher la grancroce dell’Ordine di Santo Stefano e si degnò di consegnare con le proprie mani al medesimo le insegne di quest’Ordine.
Il principe di Prussia avea l'intenzione di visitare anche quest'anno i bagni di Ostenda, sembra però averla smessa per motivi che non si conoscono.
La diplomazia si riposa ornai dall’avvicendarsi delle Note, specialmente dopo l’esito infelice delle Conferenze di Vienna. Soltanto il gabinetto austriaco, cui sta gran demente a cuore che la politica della Germania s’indirizzi per modo che la pace futura giovi principalmente agl’interessi alemanni, fece nuovi sforzi affinché sieno adottate in solido le quattro malleverie. Ma sembra che la Confederazione rifiuterà la domanda della Austria. Dal canto suo la Prussia ha già dichiarato, come dicesi, di non volere abbandonare il contegno politico serbato finora. Questa determinazione della Prussia, secondo ogni probabilità, pone un termine agli atti diplomatici. L’Austria intanto le ripeto ch’ella fedelmente si attiene al programma iniziato coll’alleanza del 2 dicembre, e che unico suo scopo è una solida pace, utile ai minacciati interessi di Europa e ai bisogni della Germania in particolare. Del reste tanta resistenza degli Stati tedeschi non dee far meraviglia a chi tien dietro alle operazioni della Russia presso i Governi settentrionali. Pare che il nuovo czar voglia dare più efficace impulso all’attività diplomatica appo le Corti germaniche. E n'è prova la nomina di Fonton, che instrutto dei segreti della sua Corte conosce bene le intenzioni di Nesselrode, e, pel suo lungo soggiorno in Germania, è idoneo più d'ogni altro alle missioni che gli vengono affidate.
Un decreto regio in data del 17 scioglie l’attuale Dieta vurtemburghese e stabilisce che le Camere cesseranno dalle loro funzioni dopo avere eletto un Comitato permanente. Si procederà indi alle nuove elezioni. Ai 16 il re era partito da Stuttgart per Friederichshafen, d’onde intraprenderà un viaggio per la Svizzera.
Il Folkslingh nella seduta del 20 adottò definitivamente alla terza lettura il nuovo progetto di Costituzione. Furono 84 i voti favorevoli, 10 i contrarii. Il Governo ha cosi distrutto la Costituzione con mezzi costituzionali; il Parlamento approvò l'abolizione del regime parlamentare!
OLANDA
La sessione degli Stati generali di Olanda fu chiusa il 23. Il ministro dell interno lesse il discorso di chiusura.
Avvennero ai 19 gravi disordini nelle vicinanze di Namar. Pare che il movimento sedizioso ai 22 si fosse di molto rallentato, il perché speravasi un sollecito ristabilimento della pubblica quiete.
La pubblica salute a Parigi non può essere migliore. Malgrado il caldo eccessivo della presente stagione e lo sterminato aumento della popolazione per l'affluenza dei forestieri, il numero si dei malati come dei morti non è stato mai tanto tenue quanto lo è quest'anno. Negli ospedali son vuoti quasi due terzi dei letti!
L’imperatore Napoleone ha nominato Rouber a presidente e Dupin a segretario della Commissione preparatoria del Congresso statistico che si aprirà il 10 settembre a Parigi.
Notizie recentissime da Parigi parlano di nuovo a con precisione che l’imperatore Napoleone nel prossimo settembre andrà veramente in Crimea. Ciò non ostante, i corrispondenti affermano di aggiustar poca credenza a queste. voci.
Il 16 tennesi a Londra un meeting nel quartiere di Southwark. Un certo Edwards pronunciò un discorso dimostrando che l’attuale guerra è una ludificazione e un tranello. l'assemblea dichiarò che la guerra è ingiusta e che perciò bisogna chiedere al Governo che s’interessi a terminarla al più presto possibile.
A Birmingham ebbe luogo un meeting di operai sotto la presidenza dell’aldermanno Allday. Alcune risoluzioni, che furonvi adottate, condannano tutti i membri del gabinetto per negligenze e tradimento nella direzione della guerra.
Inauditi tratti della più feroce barbarie si manifestano nelle provincie spagnuole a causa della invasione colerica. Molte famiglie emigravano da Puente all'apparire del morbo. Gli abitanti di Villar e Carrascaleio diedero loro la caccia colle armi come a bestie salvatiche. Ad un paese vicino fu spedito un ordine da quei furibondi di non lasciar vivo neppur uno di quegli emigranti. I quali perciò dovettero rimanersi nella più deserta solitudine della campagna. Mori una donna di questa disgraziata caravana; gli abitanti di Navilla non solo si opposero armati al passaggio del prete che volea recarsi a somministrarle gli estremi conforti della religione, ma presero a colpi di bastone e di marra coloro che indi vennero a domandare alcuni oggetti per interrare il cadavere. I sindaci di Villar e Navilla sono posti sotto processo per avere autorizzato queste persecuzioni da cannibali. Il clero si regolare come secolare, ovunque si ë sviluppato il colera, accorre con evangelica sollecitudine, e sprezzando qualunque pericolo, all’aiuto spirituale e corporale dei colpiti dal terribile morbo.
Il giovine re di Portogallo, dopo il suo viaggio per l’Europa, ai 14 di questo mese rientrò a Lisbona accolto da popolari dimostrazioni del più vivo affetto. La regina d’Inghilterra die’ incarico al suo ambasciatore di felicitare esso re nella occasione che diviene maggiorenne. Prende consistenza la voce che anche il Portogallo è disposto ad entrare nell’alleanza contro la Russia. A Cintra è morta la duchessa di Saldanha.
Verso i 20 di agosto la vertenza di Kalergis non era per anco decisa. Ei voleva dare la sua demissione; Maurocordato esitava ad accettarla Richiesti sul da farsi gli ambasciatori delle Potenze occidentali risposero non avere analoghe instruzioni Il re continuerà nel proposito della remozione di Kalergis.
Nell'ultima settimana di luglio la flotta alleata del Baltico catturò non meno di cento navigli russi mercantili. La notte poi del 28 al 29 tre vascelli e tre cannoniere francesi distrussero quasi interamente una piccola cittadella russa (non dicesi dove posta) la quale fu abbandonata dagli abitanti al comparire della squadra nimica. Il di l'agosto una scialuppa cannoniera russa incontro un piroscafo inglese e fece fuoco contro il medesimo; accorsero subitamente alcune scialuppe cannoniere inglesi ancorate non lunge da Narva, e, dopo una lotta ostinala sostenuta dal naviglio russo, riuscirono a catturarlo.
Verso le ore 4 del mattino del 10 due vapori inglesi si accostarono al porto di Riga e aprirono contro le batterie della costa e le scialuppe cannoniere russe un fuoco di artiglieria che durò fino al mezzogiorno; l'assalto fu ripreso alle ore cinque della sera per due ore e mezzo; indi i vapori presero il largo.
(Disp. tel.) La flotta inglese del Baltico, trovantesi a Nargen, ha già rimandato in Inghilterra le sue cannoniere.
Il distretto di Kieff è tolto alla giurisdizione del principe Gortschakoff e sottoposto all’autorità militare del comandante supremo dell’esercito attivo principe Paskiewitsch.
Notabilissima è la tenacità dei soldati russi negl’infiniti disagi che hanno a sostenere nelle loro marcie. Tutte le truppe, che traggono in Crimea dall'interno dell’Impero, non trovano per Io spazio di 50 verste né acqua, né magazzini, né strade, e pure camminano indefesse sotto un calore che sembra affricano, e senza muover lamento. I soldati che arrivano a Sebastopoli non ne riescono che è morti è feriti. Non hanno che poche ore di riposo sul mezzogiorno per mangiare e dormire. La notte si lavora sempre tutta la città è sottominata e i russi la faranno saltare in aria piuttostoché arrendersi.
Il duca di Newcastle, che avea piantata la sua tenda sul colle del generale Cathcart, fu colpito da un attacco di dissenteria, il perche dovette farsi trasportare in un alloggio più riparato.
I francesi stabilirono un sistema di segnali telegrafici fra i lavori d'approccio innanzi a Malakoff e la flotta che incrocia rimpetto alla rada. In questo modo si possono trasmettere agli ufficiali del genio, che dirigono l’attacco, osservazioni fatte dall’alto degli alberi dei navigli; e più volte si ebbe occasione di apprezzare la importanza di queste comunicazioni.
(Disp. tel.) Scrive Pelissier in data del 23 che i russi, stretti davvicino, fecero saltare in aria 5 mine contro la batteria N. 53 senza ottenere alcun risultato.
(Disp. tel.) La notte del 23 al 24 gli alleati conquistarono definitamente l'opera di cinta della torre di Malakoff.
(Disp. tel.) Ai 25 tutte le truppe francesi che stavano disponibili a Costantinopoli s’imbarcarono per la Crimea.
Settantacinque scialuppe cannoniere francesi fanno ogni giorno esercizi innanzi al porto di Kamiesch. Niuno saprebbe dire a che possa destinarsi quella sterminata quantità di legni sparvierati chiamata a soccorso della imponente flotta dell’Eussino. Forse, nel caso dell’assalto di Sebastopoli, quei legni sforzeranno lo stretto varco del porto ingombro degli affondati vascelli moscoviti forse, risalendo i gorghi del Belbek, minacceranno la parte occidentale della fortezza, e, scagliandovi bombe, ne impediranno le comunicazioni con l’esercito esterno: forse muoveranno per le basse acque del Mar Putrido od aiuteranno qualche operazione contro Odessa. Gli eventi stanno per risolvere ogni mistero.
Nel primo decendio di questo mese gl'inglesi si presentarono nuovamente a Tangarog; dopo un vivo cannoneggiamento parecchi di essi scesero a terra, ma incontrarono compagnie di cosacchi che li costrinsero alla ritirata. A di 8 i piroscafi inglesi si allontanarono dal porto di Tangarog muovendo alla volta di Marianopoli.
L’Iasper cannoniera inglese a elice si perdette nel Mare di Azoff. L’equipaggio però, secondo il solito, si è salvato.
Secondo che scrivesi da Costantinopoli, Omer pascià dee recarsi a Varna e a Kamiesch per dirigere la organizzazione del corpo destinato alla guerra dell’Asia. Si afferma poi che Omer pascià raccoglierà le sue truppe a Trebisonda per trovarsi ad Erzerum verso la metà di settembre.
(Disp. tel.) Omer pascià recasi a Batum.
Il movimento delle truppe francesi verso il Mediterraneo continua sopra una vasta proporzione. Esso è di 6000 uomini in Ogni settimana. La strada ferrata del Mediterraneo trasporta pure grandi quantità di materiali da guerra. Nella sola giornata del 20 trasportò più di 500 mila chilogrammi di proiettili.
É indubitato che le Potenze occidentali, qualunque sia l’esito della campagna del 1855, si preparano par la ventura primavera ad una guerra di mole più ampia. I contratti, stipulati in questi ultimi tempi dal Governo francese, si riferiscono ai bisogni di un esercito di 800 mila uomini!
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 ½ per 100 aperto, chiuso |
24 |
66. 15. 66. 30 |
94. 75. 95. 50 |
25 |
66. 15. 66. 50 |
94. 60. 94. 75 |
Più andiamo avvicinandoci alfa stagione, che apporterà qualche tregua alle fatiche della guerra, e più vanno prendendo consistenza nuove speranze di pace e notizie di apertura di nuove conferenze diplomatiche. Ma sebbene taluni sieno persuasi che gli uomini della toga sapranno terminare la quistione che a risolvere non valsero gli uomini della spada, sembra che di ciò non aia persuasa la Russia, che ordinò un’altra leva in tutto l’Impero di 23 reclute per ogni mille anime, né la Francia che già fece contratti per sopperire ai bisogni di un'armata di 800 mila uomini.
Pare intanto che nel Baltico poco più abbia a farsi, imperocché Dundas dopo la triduana illuminazione di Sweaborg, della quale menossi tanto rumore, rimandò le sue scialuppe cannoniere in Inghilterra. Ciò non o«tante la flotta britannica, finché potrà conservarsi in quelle acque settentrionali, non cesserà di arrecare nuovi danni ora in uno ora in altro punto del littorale moscovita e di dare la caccia a qualunque navilio russo mercantile; giacché, quanto ai bastimenti da guerra ancora li ad Elsingfors e a Cronstadt, non uscendo da quegli inaccessibili ricoveri, non può loro fare sperimentare la superiorità della marineria occidentale. Forse abbandoneranno i loro nascondigli, allorché una flotta americana vorrà forzare il passaggio del Sund senza pagare il solito tributo alfa Danimarca.
Le notizie della Crimea non indicano la fase, in cui entrò la guerra in quel paese dopo la battaglia del 16 agosto. Relazioni dal campo sulle future operazioni 'militari non si banno, perocché sono ritenute non solo le corrispondenze che favellassero dei piani strategici, ma quelle eziandio che dessero contezza dei lavori di fortificazione.
Anche alle notizie dell’Asia vorrebbe darsi un sistema arcano è almeno imbarazzante con dispacci che oggi affermano una cosa e domani la smentiscono. Ma una qualunque vittoria sulle truppe di Mardwicff non può annunziarsi; ed invece é on fatto che gagliardi rinforzi si spediscono da Costantinopoli nell’Anatolia; Omer pascià recheravvisi pure, e forse già sbarcò sul suolo asiatico, per opporsi con buon nerbo di milizie alle invasioni dei russi. Se ciò significhi che gli affari di la vadano bene pei turchi, lasciamo. che lo giudichi chi ha fior di senno.
Il progetto di una campagna sul Danubio sembra aggiornato tanto da parte dei russi, quanto da parte degli alleati. Probabilmente torneremo a tenerne proposito se la flotta occidentale vorrà rinnovare il bombardamento di Odessa.
Lo czar Alessandro preparasi a visitare le parti meridionali del suo Impero, anzi vira taluno che gli attribuisce la intenzione di recarsi in Crimea. Ora, facendo questo viaggio, dovrà necessariamente passare per la Polonia, delle cui simpatie verso il dominio russo sembra essere sollecito promotore. Come però si concilia con queste simpatie la novella ordinanza del ministro Turkuel, la quale ingiunge ai proprietarii polacchi di produrre i titoli scritti e autentici delle loro proprietà, e dichiara che i beni posseduti senza questi titoli saranno confiscati e devoluti a favore dello Stato? certo, siffatta ordinanza è motivo di serie inquietudini, mercecché l'abituale negligenza della nobiltà polacca e le vicende delle guerre fecero sparire, in gran parte, i titoli delle proprietà, laonde i possessi (tranne: poche eccezioni) poggiano sol fatto di ereditaria provenienza e sulla prescrizione vuolsi pertanto che lo czar nella sua venuta in Polonia mitigherà questa legge, anzi con le grazie che saranno fatte ai richiedenti, ne rimuoverà totalmente gli effetti; e per tal modo acquisterà nuovi diritti alla riconoscenza e alla gratitudine delle popolazioni polacche. Ove ciò fosse, la politica di Nesselrode proverebbe che in qualche caso puossi dar molto senza perder nulla.
Un velo sempre più misterioso si stende sulle intenzioni delle Corti germaniche. Ma per quanto è date arguire dai viaggi di certi diplomatici e principi reali alla Neva, e da qualche motto, che loro di tanto in tanto esce di bocca, la probabilità maggiore si è che l’Alemagna, quando che sia, farà causa comune con la Russia.
In Inghilterra oggi domina la smania delle popolari dimostrazioni, coordinate altre a chiedere che la guerra sia sollecitamente termina la con qualunque transazione, altre che ad ogni modo sia continuata energicamente per umiliare la potenza del formidabile colosso settentrionale; che da gran tempo minaccia l’Inghilterra.
Nella Spagna l’abisso chiama l’abisso. Chi volesse formarsi una idea di quel paese, dovrebbe formarsi la idea del caos,
«Frigida ubi pugnant calidis, humentia siccis,
«Mollia cum duris, sine pondere habentia pondus.
Il sopravvento ora è per Espartero, ora per O'Donnell, per la regina non mai, che stassene all’Escuriale gelosamente sequestrata da ogni conoscenza del vero stato delle cose del reame. l'occasione della Spagna al| l’alleanza contro la Russia forse darà impulso a che il Portogallo ancora dichiarisi nel medesimo senso. Ma i contingenti iberici andrebbero in Crimea è in altro luogo soltanto alla futura primavera.
In Piemonte l’argomento delle pubbliche imposte è causa di pericolose scontentezze. I differenti partiti le fanno pretesto per dare alle popolari tendenze un indirizzo che colpisca la natura dei sistema governativo.
Delle turbolenze tripoline non si hanno ulteriori notizie. E pure a quest’ora avrebbe dovuto sapersi se le orde di Gurma furono rispinte è se il bey fu levato di seggio. Anche l’improvviso sviluppo di quei turbamenti affricani non manca di avere un misterioso velame.
Gl’imperiali della Cina imbaldanziscono delle riportate vittorie; gli sconfitti ribelli, che non possono salvarsi con la fuga, sono straziati con supplizii che fanno inorridire.
Gli Stati Uniti infingono buone relazioni con la Spagna; accarezzano però il partito democratico di Cuba, che vuol dichiarare la indipendenza dei paese. Allora la Unione americana interverrebbe; e la sua intervenzione avrebbe per natural conseguenza il facile possesso dell’isola, che cosi troverebbesi di aver lavorato alla sua indipendenza per dipendere da un altro
È informato il Nord che il bombardamento di Sweaborg durò 46 ore; che furono lanciate da circa 20 mila bombe, palle e proiettili d’ogni specie e che circa 20 abitazioni della piccola città rimasero preda delle fiamme. I russi si occuparono subito alla riedificazione di queste case.
Asserisce la Patrie, e molti carteggi confermano, che le malattie fanno grande scempio nella guernigione di Sebastopoli e nelle truppe acquartierate a Perekop e a Simferopoli.
A Torino è stata messa in iscena la battaglia dei 16 agosto sulla Cernaja appo Traktir. La Patria ricorda che «l’antico Governo non solo vietava l’uso d’abiti militari piemontesi sui teatri, ma né anche tollera. va che vi si adoperassero insegne, o nappe, o decorazioni; ed ora il Ministero, sotto nome di Governo, manda ad un Circo cavalleria e fanteria, tamburi e trombe armi e divise. Il generale Alfonso Lamarmora, quand'era ministro della guerra, messe fuori un ordine dei giorno, col quale proibiva ai soldati d’andare a far mostre sulle scene con le assise nazionali; ed ora il Ministero permette che altri in iscena rappresenti quel medesimo Alfonso Lamarmora comandante supremo delle truppe sarde in Crimea, e, quel che ê peggio, lo rappresenti sotto l’aspetto di comporta che non parla! La Patria conchiude: «Il Governo si la comico!»
Il Times con un bell’articolo procura dimostrare che l’esercito alleato dee fare una seconda campagna d’inverno in Crimea. Che profondo ragionatore è il Times! Ei suole prevedere cose, che poi veramente accadono, contro la comune espettazione!
Sebbene la Gazzetta di Milano abbia saputo che la Prussia è irremovibile nella linea di condotta politica da lei finora tenuta, pure l'Allgemeine Zeitung vuole assicurarci che la Prussia, declinando finalmente da quella linea, reciterà la parte di mediatrice in alcune prossime negoziazioni diplomatiche relative al quarto punto delle garanzie.
I subalpini giornali ministeriali assicurarono che l’alleanza nella guerra contro la Russia avrebbe recato al Piemonte il vantaggio e il diritto di assidersi al banchetto delle grandi nazioni allorché si tratterà di sistemare i futuri destini della Europa. Ma parve che questo vantaggio è diritto che dir si voglia non fosse che una speranza d'irrealizzabile aspirazione; pur tuttavia la Gazzetta di Voit è informata da un suo corrispondente viennese essersi risoluta la quistione della participazione dei Piemonte alle trattative diplomatiche; imperocché le Potenze occidentali hanno deciso che un plenipotenziario sardo si ammetterà in tutte le trattative, eccetto quelle che sono di esclusiva competenza delle grandi Potenze. Quest’ultima clausola, in qualunque caso, ci sembra suscettibile di molte interpretazioni e limitazioni; il perché, anche dopo la supposta decisione delle Potenze occidentali, il Piemonte potrebbe all'occorrenza trovarsi come trovavasi pria della decisione medesima.
Osserva la Indépendance belge che la Francia, in mezzo ai grandi avvenimenti della guerra attuale, può mostrarsi liberamente non meno ai suoi amici che ai suoi nemici; finanze, armata, patriottismo, soldati eroici, incomparabile amministrazione militare, mezzi inesauribili, attività, coraggio, genio, essa insomma possiede tutto ciò che nel più alto grado costituisce la forza materiale e morale delle nazioni.
La Patrie allegrasi a buon diritto dei progressive miglioramento delle interne condizioni della Francia, le quali si raffermano sopra solidissime basi mercé dello incessante aumento degl’introiti dello Stato.
La Iberia chiama a rassegna le epoche e le circostanze, nelle quali la Spagna avrebbe potuto rigenerarsi, e conchiude che oggi la Spagna dee smettere ogni speranza di rigenerazione.
La Esperanza in un ben risentito articolo quererelasi essere un disonor nazionale la miseria, cui vedesi ridotto il clero spagnuolo. E la Regeneracion sul medesimo proposito dice che «gli è un predicare al deserto, mercecché il Governo esparteriano, che liberalmente comanda, mette in non cale i richiami che ogni giorno si fanno a favore dei sacerdozio dalla stampa che non sa tollerare le rapine e altre ingiustizie.» La Estrella poi afferma «esistere una congiura infernale, il cui scopo è di screditare il clero con ogni maniera di calunnie appo la pubblica opinione» onde questa rimangasi inattiva almeno fino a che i congiura ti abbiano compiute le statuite usurpazioni.
Il Leon espanol ragionando sull’anomala situazione della Spagna conchiude che «senza Espartero oggi non può esistere alcun gabinetto, e con Espartero non può esistere, né oggi né mai, alcun governo. D’onde ciò? La Epoca crede che per toglier di mezzo queste anomalie bisognerebbe che la politica di Espartero fosse una politica sinceramente espansiva. Ora qualche giornale vorrebbe sapere che significherebbe questa espansiva politica; e, a parer nostro, ha ragione, perché trattandosi dei rimedio che dovrebbe guarire i mali della nazione, ogni buon cittadino ha diritto di chiedere i più precisi schiarimenti per indi poterne esigere l’applicazione. Ma la Epoca non ha per anco dilucidato il senso dei suo sibillino suggerimento.
Ecco in qual modo il Clamor publico definisce la situazione della Spagna: «L’attuale situazione è veramente arlecchinesca; in essa veggonsi riuniti senza ordine e senza simmetria tutti i colori che potrebbe adoperare il più sciaurato pittore. Composto in parte il ministero di uomini oscuri e di antecedenze indefinibili, non ha potuto combinare una direzione governativa capace a risolvere le crisi, che conseguitarono ad un radicale cambiamento di politica.»
La Science ha consultato parecchi dizionarii storici onde ricordarci le epoche dei più famosi tremuoti dall’anno 17 al 1843 dell'era cristiana.
(Dal movimento, giornale di Genova)
Or che in ogni angolo del nostro Stato
Concorde innalzasi solenne voce
Contro quel nobile, che ha decretato
Di porre il misero Piemonte in croce;
Or che in ogni angolo del bel paese
Contro gl’innumeri · gravi balzelli
Gran guerra muovesi, ad uso inglese, (a)
E si bestemmiano que' tirannelli,
Che tanto all'opere quanto ne' detti
Si pregian d'essere nuovi Maometti;
Or vo' ripetere quel che ho già scritto
Sopra il medesimo serio argomento,
Ed il ripeterlo non fia delitto,
S'egli è verissimo quello ch'io sento,
Cioè che i fulgidi nostri padroni,
Che ci governano là dalla Mecca,
Cantar ci lasciano su tutti i tuoni
Fino a che vengaci la gola secca;
Ma non intendono di far mai sosta
Nella via lubrica d'iniqua imposta.
Le imposte cadono come la pioggia
Quando alla grandine scende commista;
Se si potessero raccorre a moggia,
Oh graditissima curiosa vista!
Pur v'è chi affannasi di far toccare
E, sottintendesi, toccar con mano,
Ch'esse in buon numero ponno giovare
Assai più al popolo che al suo sovrano.
Conato inutile! cattivi aiuti
Fur sempre ai popoli tasse e tributi.
Le imposte cadono come la manna
Un di al famelico popolo ebreo;
Chi non le celebra, ma le condanna
Qual cibo insipido, malvagio e reo,
Non ama il popolo di vero amore,
Accresce il numero dei nostri mali!
Cosi ci dicono con gran scalpore
Certi onorevoli lustrastivali,
Pe ' quai l'immagine del Buon, del Vero
Sta sol ne' ciondoli del Ministero.
Che val se il popolo langue e dolora?
Se il sangue succhiagli vorace arpia?
Che val se il popolo convien che muora
Dopo terribile lunga agonia?
Purch'essi ingrassino, va bene il mondo;
Incontentabili sono le masse!
Sono d'on vivere lieto e giocondo
Segni infallibili balzelli e tasse;
Cosi ripetono di buon umore
In faccia al popolo che langue e muore.
La imposte cadono come torrenti,
Le imposte allagano tutto il paese:
Son molti i debiti, pochi i proventi,
Innumerevoli sono le spese;
Le imposte cadono come le bombe
Un di sull'inclita città di Giano.
Su, fiato ai piffari, fiato alle trombe,
Cantiam la provvida benigna mano,
Che porge al popolo novelli aiuti
Con nuovi debiti, nuovi tributi.
(a) Ciod coi meetings, che si fanno in Piemonte.
Le imposte guizzano come saette
Allor che scoppiano fiere tempeste;
Ne men colpiscono l'eccelse vette
Che le più povere neglette teste.
Tasse sui mobili, sopra gl'immobili,
Tasse sui debiti, sulle persone,
Tasse sui liquidi, tasse sui solidi;
Oh Dio che strepito! che confusione!
Son dunque debiti, tasse e balzelli,
Che si aspettavano nei di più belli?
È questa l'epoca yalicipata
Dai geni lirici del quarantotto?
E questa l'epoca più fortunata
In che il dispotico giogo fu rotto?
l'inviolabile sacro diritto
Di viver liberi si caro costa?
E non è un popolo grave delitto
Col peso opprimere d'iniqua imposta?
Oh meglio un despota dell'era scorsa!
Perché almen libera saria la borsa!
No! meglio un despota? no, non sia mai;
Chè questo è in massima solenne errore.
Ma s'è verissimo che fra i due guai
Bisogna eleggere sempre il minore,
Più ch'esser liberi senza quattrini,
Con tanti debiti con tai tributi,
Convien meglio essere pei cittadini
Servi umilissimi di re assoluti,
I quai ne infrenino le ardenti brame,
Ma non gli lascino morir di fame.
E. BIANCHI
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Domani alle ore 9 del mattino avrà luogo in Torino al Circo Sales una grande riunione di operai e commercianti, i cui capi già tennero un’adunanza preparatoria in casa del deputato Cantara. Lo scopo della pubblica riunione è di avvisare alla pronta riforma delle attuali leggi d’imposte. Il proclama ai contribuenti della Capitale e delle provincie finisce promettendo ai medesimi che «sieno certi che ogni ostacolo scomparirà a fronte della forza morale che la loro presenza sarà per aggiungere alla opportunità dei loro reclami. Furono invitati a prender parte alla riunione i deputati della opposizione liberale residenti a Torino. I deputati Bottone, Brofferio, Cantara, Sineo e Valerio dichiararono di accettar l’invito e promisero d’intervenire onde tenere discorsi analoghi all'argomento della gravezza delle imposte.
Le scosse di tremuoto in Isvizzera non cessano ancora. Ai 13 agosto nel Vallese una scossa assai forte; ai 14 due scosse, una delle quali preceduta da quattro detonazioni sotterranee distanti un quarto d’ora l’una dall'altra; verso la mezzanotte altre scosse; ai 15 tre scosse; ai 16 due scosse; ai 17 una scossa più sensibile delle antecedenti. Da parecchie fenditure del suolo continuava ad uscire acqua calda e fumante. Lo spavento delle popolazioni è generale.
A Fuens poco lungi dalla piccola città di Morteau, sulla frontiera francese di Neuchatel, il lembo. di una foresta, di 200 passi circa di larghezza è di una lunghezza di alcune leghe, fu interamente distrutto; gli alberi rimasero tutti schiacciati al suolo. Alcune donne, che trovavansi in una macchia vicina, quando accadeva questo ben raro fenomeno, dicono di aver veduto tutta la foresta come invasa dal fuoco che dopo brevi istanti disparve.
Il consigliere di Stato Kotzebue capo della cancelleria diplomatica dell'ambasciata russa a Vienna fu presentato dal principe Gortschakoff al conte Buol ministro austriaco degli affari esteri e quindi parti alla volta di Pietroburgo.
Il principe Petrulla ambasciatore di Napoli a Vienna ebbe col principe Gortschakoff ambasciatore russo. una lunga conferenza, dopo la quale furono spediti corrieri a Napoli e a Pietroburgo.
L’arciduca Alberto, già ristabilitosi la perfetta salute, intraprenderà fra qualche giorno un viaggio alla volta di Buda, dove si tratterrà per qualche tempo.
Il cavaliere Hock consigliere ministeriale austriaco i giunto a Parigi. Non gli si attribuisce alcuna missione diplomatica. Dicesi che lo scopo del suo viaggio sia soltanto di vedere il palazzo della esposizione industriale a Parigi.
Alla rivista fatta nel Campo di Marte in onore della regina d'Inghilterra la facciata della Scuola militare era coperta delle bandiere unite delle quattro Potenze alleate, Francia, Inghilterra, Sardegna e Turchia.
La regina Vittoria ha conferito l’Ordine del Bagne al principe Napoleone e al generale Canrobert.
Ai 15 agosto in Cowentry ebbe luogo una seconda riunione sotto la presidenza del noto' agitatore Urquhart. V’intervennero circa 30mila persone. Fuvvi adottata a voti unanimi la deliberazione che lord Palmerston merita di esser messo in istato di accusa. Ciò produsse nella città un tale risentimento che Urquhart e i suoi amici poterono a stento liberarsi chiudendosi in un albergo. A Kniddarminsfer gli avversarii dell'agitatore prepararono sotto la presidenza del Mayor un’altra riunione che rifiutò ad una ad una tutte le asserzioni di Urquhart e le attribuì ad odio personale contro Palmerston. Nulla però di meno Urquhart non si da per vinto e disponesi a fare proprio a Kniddarminster una controdimostrazione.
Il dottor Munk di Puerschold, che presentò al governo inglese un progetto per la formazione di una legione svedese ai soldo dell’Inghilterra, è partito da Londra e torna a Stocolma senza aver nulla concluso.
Parecchi deputati si dispongono di presentare, allorché seguirà la riapertura delle Cortès, un’accusa contro il Ministero, che farà di tutto per impedire la riunione delle Cortès. Intanto dicesi che si pensa di trasportare la regina dall’Escuriale alla Grania. Ai 21 agosto i generali Espartero e O’Donnell si recarono da Madrid all’Escuriale, questa loro andata die’ luogo a molte congetture. Il partito democratico di(Tonde un proclama sedizioso; si temono agitazioni novelle; i progressiste avanzati se la prendono contro O’Donnell. Un manifesto alle guardie nazionali dipinge coi più neri colori O’Donnell qualificandolo traditore del paese, e aspirante! Con aiuto straniero a ristabilire l'assolutismo.
Il Consiglio pel Tanzimat si occupa presentemente anche dell'amministrazione dello Stato. Costantinopoli sarà divisa in prefetture, Ciascuna delle quali avrà una specie di Consiglio municipale, ad esempio delle grandi Nazioni incivilita di Europa. Il Consiglio del Tanzimat fece tradurre varie leggi europee onde compilare Un proprio codice.
Le truppe russe ch’erano in marcia verso Ismai ebbero contrordine indi si misero in camino alla volta della Crimea.
La notte del 7 agosto una cantiniera incinta avea accompagnato il suo battaglione nelle trincee innanzi a Malakoff; e con virile coraggio sfidava le palle e Fe bombe dei nimico. All'alba dell'8 si senti preso dai dolori; e die’ alla luce due gemelli che insieme alla madre sono in ottimo stato di salute. Dopo essersi parlato tanto di morti, ecco che finalmente si comincia a parlar ancora di qualche nascita?
Con decreto imperiale sono valutate doppie le campagne dell’armata francese d’Oriente.
(Disp. tel.) Ai 27 agosto il generale Montevecchio era i via di miglioramento.
Nel prossimo ottobre 5000 piemontesi saranno mandati in Crimea per completare l'effettivo del contingente richiesto dall'Inghilterra».
Si faranno venire dalle Indie inglesi alcuni reggimenti di cavalleria che rafforzeranno l’esercito di Omer pascià Bell’Asia.
La rivoluzione della Cina può considerarsi come onninamente terminata. Ora le magliaia dei ribelli fatti prigionieri vengono giustiziati a Canton 150 per giorno. I luogo dei supplizii è lontano 100 iarde dal fiume e due miglia dagli uffizi della città. Ê chiuso da barriere. A ciascun prigioniero sono legate le mani alle reni; ed un cartello è appeso alla coda de' suoi capelli. A mano a mano ch quegli sciagurati arrivano si fanno inginocchiare con la faccia volta a mezzogiorno. La esecuzione comincia, appena giungono i mandarini dai banchi bottoni. Un colpo solo bastò a portar via la testa; il tronco cade immobile sul davanti. Altri supplizii più atroci ancora s’infliggono con un rasoio bene affilato. Chirurghi esperti praticano una incisione sotto le braccia, alle polpe delle gambe, al seno, alle coscie, e, se ciò non basta, immergono il coltello fino al manico nell’anguinaia del paziente, il quale indi è sbranato lacerto per lacerto. La moglie d'uno dei capi ribelli fu sgozzata, il marito fu scorticato vivo. Il campo delle carnificine immollate di sangue putrefatto, senza che se ne curi la disinfestazione, rende all'intorno un fetore insopportabile e pernicioso.
Altre notizie recano che il governo cinese la decapitare ogni giorno circa 400 ribelli. La rivoluzione è cessata in ogni punto dell’Impero.
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 ½ per 100 aperto, chiuso |
27 |
66. 40. 66. 60 |
95. 00. 00. 00 |
28 |
60. 50. 66. 60 |
95. 00. 95. 00 |
Napoli |
87 30 |
Genova |
18 75 |
Vienna |
40 10 |
Livorno |
15 90 |
Parigi |
18 68 |
Trieste |
40 10 |
Firenze |
15 90 |
Marsiglia |
18 66 |
Londra |
467 50 |
Venezia metal |
15 96 |
Lione |
18 66 |
Ancona |
99 40 |
Milano metal |
16 00 |
Augusta |
47 90 |
Bologna |
99 60 |
Mentre tutti i giornali, qual più qual meno, hanno detto che nell’andata della regina Vittoria a Parigi si sono viemaggiormente stretti i vincoli dell’alleanza tra la Francia e l'Inghilterra per continuare energicamente la lotte contro la Russia, un dispaccio telegrafico ci annunzia che l’imperatore dei francesi e la regina della Gran Bretagna hanno combinalo a Parigi le basi della futura alleanza della pace!
La pubblicazione del prossimo numero 105 sarà fatta venerdì 7, onde fra esso e il numero di martedì 11 (stante la interposta ricorrenza della festività della Natività di MARIA SANTISSIMA) non abbiasi un troppo sensibile intervallo. Ciò per norma specialmente di que’ signori, che sogliono prendere il foglio all'Uffizio della Direzione di questo Periodico.
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Fra pochi giorni Omer pascià e Murawieff si troveranno a fronte nelle campagne dell’Asia. Una grande battaglia colà vinta è perduta può avere le più alle conseguenze. è di vantaggio è di danno si per l’un# come per l’altra parte. La conquista della Tauride né anche compenserebbe una sconfitta, cui soggiacessero i turchi nell'Armenia. Un terribile colpo ne risentirebbe eziandio la potenza britannica per le minaccie che aumenterebbero su gl'indiani suoi possedimenti. Quanto alla Russia, forse meno scapiterebbe ne’ rapporti territoriali, ma una rotta di Murawieff, che finora fu l’unico generale che in campo aperto abbia veramente sostenuto l’onore dell'aquila moscovite, sarebbe di funestissima importanza nella pubblica opinione dei russi, potrebbe e produrre un fatale scoraggiamento e dissipare quel prestigio che ora in gran parte costituisce l’entusiasmo delle russe falangi asiatiche. Oltre a ciò, chi varrebbe a calcolare l’ulteriore procedimento delle cose, ove la Persia, com’è probabile, congiungesse le sue alle bandiere del vincitore? Indi i prossimi anatolici avvenimenti sono di un interesse maggiore di quello che per avventura è loro attribuito. E noi continueremo ad osservarli con accuratezza in tutte le lor fasi.
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Congettura il Morning Post che Omer pascià difficilmente potrà fare in tempo ad arrivare in Asia per opporsi all’avanzamento di Murawieff.
La Gazzetta di Milano opina che quanto più avanza la stagione, tanto più sembra impossibile, in quest'anno, una campagna sul Danubio è in Bessarabia, dove le pioggie impedirebbero i movimenti di un grande esercito; una campagna in Bessarabia dev’essere intrapresa sul principio, non sulla fine della state.»
La Correspondance Havas afferma che il gabinetto di Berlino domandò ai gabinetti di Vienna e di Parigi e veramente abbiasi intenzione a porta re di nuovo la guerra sul Danubio; e che i gabinetti di Vienna e di Parigi abbiano risposto che ciò dipenderà dagli ulteriori avvenimenti della guerra. Per tal modo il gabiette di Berlino avrebbe saputo non più di quello che sapeva pria della supposta domanda
Il Journal des Débats analizza i rapporti dell’ammiraglio inglese sul fatto di Sweaborg e crede trovare imbarazzo nel tenore dei rapporti russi. Ma lasciamo i rapporti e fermiamoci ai fatti. Sweaborg è o non è distrutta? Preghiamo il Journal des Débats a favorirci una non evasiva risposta.
Scrive il Blackwood-Magazine che molti fanno le meraviglie per lo scarso numero dei morti e dei feriti che sogliono accusarsi nei bollettini russi dopo ciascun fatto d’arme. E dice che le meraviglie cesserebbero ove si sapesse esser questo metodo assai comune in Russia, imperocché i colonnelli ricevono la razione e il soldo di tutti gli uomini che, sebbene feriti o morti, si fanno comparire di essere tuttavia in servizio sotto le bandiere. Ma chi conosce il sistema governativo russo, il quale pronto sempre al castigo nulla lascia inosservato di quanto accade nello Impero degli czari ed in ispecial modo delle cose referentisi al militare procedimento; chi conosce il patriotismo e la onestà, che sono le baisi principali della educazione dei russi, troverà che il Blackwood-Magazine, invece di metter fuori una peregrina scoperta, die’ corso senza critico discernimento ad una sua ingiuriosa invenzione. É ben vero che i russi nei bollettini, che si divelgano per le stampe, ordinariamente diminuiscono il numero dei morti e dei feriti; ma questa loro sollecitudine a nascondere al pubblico le perdite che soffrono, non raggiunse mai quella degl’inglesi, il cui primo esercito spedito in Crimea credevasi comunemente essere pressocché intatto; e soltanto ci si fe’ sapere che non ne rimanevano che scarsi miserabili avanzi quando il Times dava alla luce le sue tremende rivelazioni, e quando il Parlamento britannico non potè più oltre dissimulare i patiti luttuosi disastri. S’ingannerebbe a partito chi giudicasse della esattezza dei russi nei bollettini destinati a fare il giro del giornalismo, i quali sogliono imitare i bollettini occidentali; la verità è intieramente disvelata nei rapporti alle czar; e guai a chi la occultasse anco nelle minime circostanze! E se questa verità non si manifestasse, se le perdite dei russi si rappresentassero al Governo in quelle tenui proporzioni che si leggono nei bollettini della guerra, certamente il Governo non avrebbe mandate e di continuo non manderebbe la Crimea quegli sterminati rinforzi, che tutti sappiamo.
Come già fu detto, il Governo austriaco indirizzò ai suoi rappresentanti appo le Corti alemanne una Nota onde queste si fossero determinate di venire ad una risoluzione positiva e prendere decisamente un partito. Ora l’Oesterreichische Zeitung scrive sul medesimo proposito che «essa Nota è destinata a porre in chiaro la situazione e condurre ad un maggiore accostamento è ad una totale separazione l’Austria e la Germania, imperocché l’Austria persiste nella politica sin qui tenuta, ed è mestieri che la Germania si risolva è per l’una è per l’altra parte; ché, qualunque sia la sua decisione, egli è giunto il momento di dichiararsi, poiché fra poco giungerà pure il momento di operare.»
La Boersenkalle assicura essere imminente un ravvicinamento fra l’Austria e la Prussia. Già è più d’un»n:io da che questo ravvicinamento dicesi imminente!
Lo Zeit di Berlino è informato che non solo la Prussia, ma eziandio tutti gli altri Governi alemanni risposero negativamente alla Nota austriaca del 26 luglio che sollecitavali ad una determinazione positiva. La Brestauer Zeitung però assicura che i piccoli Stati tedeschi dichiararono puramente e semplicemente di aderire in tutto e per tutto alla politica dell’Austria. A chi crederemo? Certo è d’altronde che lo Zeit scrive sotto la influenza moscovita, che predomina nei circoli berlinesi; laonde non dee far meraviglia se studiasi metter fuori articoli dimostrativi che le simpatie tedesche sono onninamente per la Russia.
Si è parlato di una mediazione prussiana per conciliare la interpretazione dei punti delle garanzie, i quali rimasero argomento di nuove quistioni. Ma la Schlesiscke Zeitung conferma ciò che noi avevamo già congetturato, cioè che «la Prussia non può disporsi ad accettare simili impegni per la semplice finzione di una intelligenza che in fatti non esiste.»
Il Journal de Francfort pubblica un ben lungo articolo venutogli da Pietroburgo. Esso articolo conchiude:
«Se alla Russia non bastarono due anni per isviluppare tutti i suoi mezzi, ella si prepara ad una guerra xii quindici anni e più! L’Austria sola non si deciderà mai a dichiararle la guerra, salvo il caso che volesse arrischiare tutte! E se, malgrado ogni probabilità, la Germania dovesse cedere alle seduzioni, la Russia farebbe ciò che fece la Prussia sotto Federico il Grande; sarebbe determinata a perire nel solo caso che Iddio avesse ciò decretato. Chi può pertanto prevedere il future? Se dunque il turbine dovesse trascinar la Russia nello sconosciuto e al di là dei suoi desiderii se per la Germania è di sommo interesse la conservazione del suo stato attuale, non ispetta forse alla Germania di far sentire la sua voce e offerire le condizioni, accettate dalla Russia nelle conferenze di Vienna, come ultimatum alle Potenze occidentali, sostenendole, in caso di bisogno, anche con la forza delle armi?»
Il Donau «ha già indizii che Napoli, il Portogallo, la Danimarca, la Svezia e la Norvegia saranno nella necessità di prendere apertamente partito contro la Russia. (Ma non sono che indizii) «E che cosa faranno la Germania e la Prussia quando tutto il resto d’Europa sia coinvolto nella guerra? Potranno conservare la loro neutralità?... No, mille volte no. Allora sarà certa per la Germania, alleata delle Potenze d’Occidente, la guerra contro la Russia. E la Russia, che vede sì terribile e generale coalizione contro di lei, ancora non procura di venire ad un accomodamento? D’onde tanta ostinazione e tanta fiducia belle proprie forze, noi non intendiamo. La Russia sola contro Europa tutta! Ma sola? propriamente sola? E il viennese Donau n'è egli veramente persuaso?
La Deutsche Zeitung non presta molta fede che l’alleanza fra le Potenze occidentali e gli Stati scandinavi sia tanto imminente quanto dicono i giornali alemanni; pur tuttavia. crede che se la Francia e l’Inghilterra avranno veramente bisogno della Svezia e della Danimarca, queste, facendo di necessità virtù, aderiranno senza lunga esitazione.
Los Novedades dimostrano, è almanco pretendono dimostrare, che i pregiudizii, i quali risentirà la Spagna per l’alleanza nella guerra contro la Russia, non potranno mai esser compensati dai benefizii che il Ministero si ripromette dall’alleanza medesima.
Essendo corsa a Madrid la voce, ripetuta anche da molti giornali d’Europa, che un contingente spagnuolo per fare la guerra contro la Russia è destinato a venire in Italie, l'Occidente muove questa osservazione: «I soldati spagnuoli non posero mai piede in Italia se non come sovrani è conquistatori; sarà pertanto egli vero che i figli di que’ soldati cattolici ora debbano andarvi come avventurieri al soldo della protestante Inghilterra?» La Regeneration plaude ai patriotici sentimenti dell’Occidente, il quale non intralascia alcun argomento né alcuna occasione per oppugnare a tutta sua possa l’alleanza della Spagna con la Inghilterra.
Alcuni corrispondenti «palesano al Corriere Italiano la fiducia che dall'alleanza sincera dell’Austria con la Francia possa scaturire l'attuazione di principii di progresso, di giustizia e di buona amministrazione, le quali cose, checché ne dicano gli organi delle fazioni, formano l’estremo voto della maggioranza delle popolazioni di tutte le parti della penisola italiana. Forse i corrispondenti del Corriere avrebbero meglio espresso il loro concetto se, anzi che nell’attenzione, avessero detto di aver fiducia nel fermo e sicuro stabilimento dei principii di sopra motivati.
Il Donau riferisce che «un francese di spirito tradusse il motto napoleonico: l'empire c’est la paix, nell’altro motto: l'empire c’est l'épée. Indi il Donau comenta che la spada e l'aureola soldatesca sono ora i sostegni del moderno trono imperiale, come ai tempi del primo Napoleone, il furono del suo Impero.»
Dice il Morning Chronicle e «La perfida Albione riposa in queste momento con piena sicurezza sull’affettuoso cuor de' francesi.» La graziosa frase della fine cancella la ironia del principio.
Un corrispondente scrive alla Gazzetta di Venezia che «la guerra della Crimea è una vergogna per la Inghilterra, mentre è gloriosa per la Francia; ma il sangue di tanti inglesi versato sui campi della Tauride non basta a lavare tante macchie del Governo britannico; se fosse conclusa ’a pace, tutta Europa sorgerebbe gridando: Guerra all'Inghilterra, Id!io la vuole!»
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La Presse di Vienna e la Gazzetta di Milano parlano di nuovi e numerosi arresti politici che diconsi fatti a Napoli.
Scrivesi da Napoli alla Bilancia: Nel regno delle due Sicilie la influenza inglese va risuscitando il fuoco del 1848; vi si organizzano società segrete; la emigrazione napolitana mette ora le sue speranze nel murattismo, e vantasi di aver Comitati a Reggio, Catanzaro, Napoli, Palermo e Catania; il re di Napoli però non terne, ché ha per sé l'esercito e il popolo. Dunque avrebbe più di quello che, all’occorrenza, gli potrebbe bisognare.
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l'Assemblée nationale non sa intendere come il progetto della nuova Costituzione danese che non è punto liberale, abbia potuto approvarsi quasi a voti unanimi dal Folketing, le cui tendenze sono ultraliberali. Conchiude: «In tutto quel che concerne gli affari interni della Danimarca domina un'assurdità ed una contraddizione che il giornalismo dei paese non aiuta a dissipare.»
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Un Lefrancais accusò il repubblicano Siecle di essersi venduto al Governo e di aver fatto una evoluzione politica nel suo recente cambiamento di redazione. E a nuova redazione del Siecle rispose all’accusa con una professione di fede conforme a quella degli antichi suoi redattori, terminando col dire non essere il Governo bastantemente ricco per pagare. una evoluzione politica del Siecle. Il Governo vide un insulto, nella rodomontata del Siecle, ed è perciò che lo ha tradotto innanzi ai tribunali a renderne conte.
Il Diario espanol nota la contraddizione, in cui cadono certi deputati progressisti della Spagna, i quali, mentre combattono per la maggior possibile limitazione de privilegi reali, appoggiano le domande fatte alla regina ond’ella elargisca il suo privato peculio e la sua lista civile in sovvenzioni ai popoli afflitti dalla influenza colerica. Secondo essi, al trono dovrebbe rimanere unicamente il privilegio di far la limosina.
La Iberia inveisce acremente contro coloro, che, mentre fin qui predicarono in nome della filantropia e del progresso leggi e riforme umanitarie, abbandonano le popolazioni percosse dal colera, invece di apprestar loro soccorso e consolazione.
Scrive la democratica Soberania nacional: «La nostra penna, che non ha mai adulato i potenti, sarà sempre consecrata a pubblicar le glorie della virtù. La condotta del clero parrocchiale ben merita, ora che la colerica epidemia divora le popolazioni della Spagna, la riconoscenza della patria e l’encomio di tutti gli onesti cittadini. Questi buoni sacerdoti, i spirati sempre dalla carità e col cuore fisso in Dio, assidui al capezzale de' moribondi prodigano a que«sti infelici le celesti consolazioni e le speranze della religione; impavidi ne raccolgono i supremi sospiri. Oh! se il sentimento di gratitudine, che nasce nelle anime pure, è di qualche valore; se la elettrica corrente d'amore, che le grandi azioni mettono in moto, è tuttavia efficace a scuotere la sensibilità de' cuori, abbiano questi eroi, tanto più sublimi quanto più ignorati, il tributo della nostra ammirazione e del nostro entusiasmo!»
Ora in che consisterebbero la riconoscenza e la gratitudine, l'elogio e l’amore, l’ammirazione e l'entusiasmo verso gli eroi del Santuario in Ispagna? Lo sa ben egli il democratico giornale? A chi ei parla? Forse alle popolazioni, che non han bisogno di eccitamenti perché sono profondamente cattoliche? A chi dunque? La concione ê per coloro, che, spogliando e per ogni guisa perseguitando il clero, avversano le affezioni tradizionali e le legittime simpatie delle popolazioni, le quali oggi (per gl’imperscrutabili giudizi di Dio) versano in circostanze, che possono novellamente dimostrar loro in chi debbano aver fiducia e sperar soccorso, imperocché
«Come dell'oro il fuoco Scopre le masse impure,
«Scoprono le sventure De’ falsi amici il cuor.
Giova credere che questi falsi amici si ravvederanno!
l'Armonia scrive: «La fame, la miseria e la calunnia, con cui si volle abbattere il coraggio del clero spagnuolo, non riuscirono a nulla; il clero soffre e tace, quando non si tratta che dei suoi patimenti; ma è sempre pronto ad alzare la voce, quando si tratta degl’interessi di Dio e della Chiesa.
Il Parlamento scrive un terzo articolo sopra la ineguaglianza e la imprevidenza nella distribuzione de pubblici impieghi. Ma gli articolisti del Parlamento avessero almeno il coraggio di fare intendere quali sarebbero propriamente gl'impieghi che loro si dovrebbero dare! Quando Espartero avesse adempiuto i loro patriotici desiderii, la felicità della Spagna sarebbe assicurata sopra solidissime basi, né si vedrebbero più le ineguaglianze né le imprevidenze.
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l'ammiraglio Napier la un viaggio per l’Europa. Ora trovasi a Ginevra.
Essendosi sensibilmente aumentato il numero dei vascelli attivi da guerra, si rivolge ora speciale attenzione ad aumentare la pianta degli ufficiali di marina e degli aspiranti al servizio marittimo. Per sopperire agli occorrenti bisogni fu proposta, a quanto dicesi, la accettazione di cadetti provvisorii di marina. Il favore di tale accettazione si accorderebbe a quei giovani che possedessero fonda le cognizioni matematiche.
Credesi che le Potenze d’Occidente (in ispecie la Francia) faranno quanto prima serie mosse in via diplomatica a Berlino. Dicesi dovere Adolfo Barrot, uomo di schiette e franche parole, andare a Berlino come inviato di. Francia.
É aspettato a Parigi il barone di Bach austriaco ministro dell'interno. Anch’egli vi si reca a visitare la esposizione universale.
Ê morto improvvisamente a Parigi il generale inglese Arturo Wellesley Torrens reduce dalla Crimea.
Suite rive di Sunthampton-Water sarà costruito un grande spedale militare.
Corse voce a Madrid che ai 22 agosto avvenisse una sommossa all'Escuriale, e che le truppe si pronunciarono a favore della regina e contro il Ministero. La sera del 26 giunse, come dicesi, a Parigi a! ministrò dell’interno un dispaccio telegrafico che annunziava essere fuggita dall'Escuriale la regina di Spagna (Mov.). Queste notizie, a parer nostro, debbono riceversi con la massima riserva; tanto più che ancora non pervenne alcuna officiale conferma delle medesime.
Ai 19 agosto Omer pascià intervenne ad un gran Consiglio tenuto a Costantinopoli sotto la presidenza del sultano medesimo. La sera scoppiò un incendio presso le Settetorri e distrusse molte centinaia di case e botteghe.
La imperatrice Maria Alessandrowna prese sotto la sua sovrana tutela il Comitato delle signore di Pietroburgo che ha per iscopo di raccogliere i donativi in danaro e ripartirli fra le famiglie delle truppe destina le alla difesa di Pietroburgo e del littorale del Baltico.
La squadra alleata nel Mar Bianco catturò due vascelli ed un piccolo piroscafo russi. questo piroscafo serviva da lungo tempo a mantenere, 1e comunicazioni con Arcangelo. La squadra medesima ultimamente disponevasi a lasciar quelle acque, poiché si aveano segni infallibili che la state, brevissima in quelle nordiche regioni, volgeva rapidamente al suo termine, ed era ornai tempo di cercare un clima più dolce.
Un dispaccio pietroburghese ammette che nel bombardamento di Sweaborg rimasero morti 40 russi e feriti circa 150, dei quali 100 gravemente.
Notizie del Baltico recano che 17 cannoniere russe uscirono da Riga impegnandosi in un conflitto di due ore con un vascello inglese du 60 e con. una corvetta da 8 cannoni. I giornali di Londra dicono che il combattimento rimase indeciso.
Gl’incrociatori inglesi visitarono Uleaborg, Simo e Windau, e vi distrussero (cosi narrasi) i magazzini e i bastimenti del governo russo.
La flotta alleata si ritirò nuovamente il 15 agosto da Cronstadt. I bastimenti presero posizione all’ovest di Tolbukin.
I reggimenti di linea, che sono di guernigione in Inghilterra, andranno a surrogare i reggimenti di Gibilterra, Malta e Corfù, che traggono a rinforzare l’esercito britannico della Crimea.
Il Governo inglese cerca di noleggiare navigli per trasportare a Balaclava 1000 tonnellate di palle da canone e di bombe.
Il forte Manuel di Malta è preparato a ricevere la legione italiana, che vi sarà organizzata ed instruita pria di esser mandata in Crimea sotto la bandiera inglese.
Ai 21 agosto l’ambasciatore inglese Redcliffe parti di Costantinopoli per la Crimea onde recarvi le insegue dell'Ordine dei Bagno, che la regina Vittoria spedisco a diversi generali dell'esercito alleato.
I piroscafi dei Rodano già imbarcarono più di 30 mila paia di gambiere e calzoni rossi per l’esercito francese della Crimea. I conetapelli d’Annonay e di Parigi lavorano a preparar cuoi d’accampamento che saranno spediti in Crimea entro questo mese.
Ai 27 agosto il generale Bousquet s’imbarcò a Marsiglia con 3400 uomini alla volta d’Oriente.
Novecento russi, fatti prigionieri nella battaglia dei 16 agosto, ai 20 arrivavano a Costantinopoli.
I russi misero a profitto la tavola dei segnali telegrafici, coi quali i francesi e gl’inglesi corrispondevano fra loro. Questa tavola fu trovata dai russi sull’Iasper vapore inglese che si perdette nel Mare di Azoff.
Recentissime lettere di Trebisonda avvisano che scarsi sono i provvedimenti di difesa dei turchi contro le truppe russe, che presero l'offensiva sulle fortezze di Kars e di Erzerum. Oltre a ciò, le tribù circasse, sulle quali facevasi assegnamento, non solo non danno segno di vita, ma, per soprappiù, alcune di esse, allettate forse da belle promesse e grossi stipendii, militano nelle schiere dei russi, i quali mossero contro Erzerum, mettendo in fuga gli ottomani mandati ad incontrarli.
Le truppe regolari che si trovavano a Varna giunsero a Costantinopoli. Parte di esse è incorporata alla legione straniera di Wivian, e perte si riunisce allo esercito dell’Asia sotto gli ordini di Omer pascià. Iskender pascià è nominato comandante della cavalleria turca nell’Asia minore.
Nuovi agenti inglesi e turchi sono stati spediti a Sciamil per indurlo a riprendere l'offensiva contro la Russia. Ancora non si conosce la risposta dei capitano circasso.
Si pretende che Sciamil non abbia voluto ricevere gli agenti inglesi e turchi, facendo loro intendere per mezzo di un suo nipote ch’egli non può essere né un vassallo, né un alleato della Turchia.
La sospensione delle aggressive operazioni degli arabi ribelli contro Tripoli si attribuisce al dovere l’esercito rivoluzionario occuparsi a raccogliere provvigioni alimentarie, e all’esser costretto Gurma a curarsi di una ben grave ferita, che minaccia cancrena. Egli se ne stava perciò nel casiello di Djchel, li bey frattanto riuniva in città le sue forze sparse al di fuori ed attendeva l’arrivo delle milizie che in suo soccorso furono spedite da. Costantinopoli. Anche Said pascià viceré di Egitto fu invitato dalla Porta a mandar truppe ausiliario a Tripoli onde reprimervi la rivoluzione.
Le notizie della costa affricana portano che gl’indigeni di Scabbagea fecero Una rivoluzione nel territorio degli stabilimenti inglesi presso il fiume Gambia; ma che gl’inglesi aiutati da un distaccamento francese poterono ristabilirvi l’ordine.
L’imperatore della Cina ha ordinato che facciasi immediatamente un rigoroso sindacato sulla condotta di tutti i mandarini dell’Impero, onde rimuover dalle loro funzioni quelli, che avessero dato luogo di richiami delle popolazioni. Ed inoltre ha stabilito che un simile sindacato debba in progresso di tempo farsi di tre in tre anni.
Il Journal de l'empire si la a dimostrare che l'attual Governo che regge la Francia è il più potente, il più ordinato di tutti gli altri che lo precedettero.
Il celebre ingegnere Carlo Fox avendo esaminato i progetti di Dundonald per la distruzione delle marittime fortezze della Russia, dichiarò di approvarli e di non dubitar punto della loro riuscita. Perché dunque il Governo non gli adotta?
Agosto |
3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
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66. 55 66. 65 |
95. 00 – 00. 80 |
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66. 50 66. 70 |
95. 00 – 00. 00 |
La Gazzetta ufficiale di Venezia afferma che «la Russia, più che sui proprii eserciti e sulle proprie fortezze, fonda le sue viste per l'avvenire sulla eventuale disunione delle altre grandi Potenze. Ella crede essere contro natura l’alleanza dell'Inghilterra e della Francia, e da ciò ne argumenta la pronta cessazione; ella è persuasa essere impossibile che l’Austria e la Germania procedano insieme, e perciò la trascuranza e la indifferenza di alcuni Governi germanici sono lodate come modello della vera politica della Europa centrale.» La Gazzetta poi ci dice che «l’Austria, accortasi fin da principio di tali circostanze, di tali progetti e pensieri reconditi della Russia, cercò di frapporvi impedimento con le sue leali e prudenti operazioni, assumendo la missione di diventare il nucleo di una grande alleanza delle Potenze della Europa centrale ed occidentale, onde questa, operando concordi in comune, avessero indotto a Russia a riconoscere in Oriente interessi europei ed un sistema politico prettamente legale; e l’Austria ha il merita di aver concepito, piantato e sostenuto siffatto sistema nella quistione d’Oriente, sistema che alla perfine sarà vittorioso d’ogni difficoltà. La prima parte di questo discorso in ciò che riguarda le vedute della Russia é sufficientemente chiara; la seconda parte poi che concerne le vedute dell’Austria voleva essere, a parer nostro, meglio sviluppata; quel nucleo della grande alleanza dell’Europa centrale e occidentale, e quel silema politico prettamente legale nella quistione d’Oriente, sistema che assicura la vittoria contro la Russia, finora non sono che idee, le quali esigevano almeno la dimostrazione del come saranno è potranno essere attuate. Il parlare è più bel quanto è più chiaro, diceva quel buon vecchio di Fazio degli Uberti nel suo Dittamondo, ma oggi è vezzo l’enigma, oggi il parlare è più bel quanto è più oscuro.
Dicesi che Nesselrode abbia ultimamente rimesso ai rappresentanti russi presso le Corti estere un dispaccio circolare, nel quale si confermano le disposizioni della Russia ad accettare onorevoli condizioni di pace. Nella supposizione che il dispaccio veramente sussista, potrebbe esso ritenersi come un passo più innanzi nella via dell’accomodamento? E la Russia non ha sempre della che onorevoli condizioni di pace non saranno mai da lei rigettate? Queste indeterminate enunciazioni non determinano nulla, e servono soltanto a solleticare di quando in quando le speranze di alcuni, che rinunziarono di prestar fede alla evidenza dei fatti.
Dopo aver dimostro il Journal des Débats che la alleanza anglo-gallica é la più sincera guarentia pel buon andamento della guerra, conchiude che «oggi la pace é il primo bisogno dei popoli, perché lo stato di pace é il solo regolare ed il solo necessario; quindi la guerra, cosi giova sperare, non sarà più d’ora innanzi che un accidente funeste e transitorio, il quale diverrà sempre più rare nei monde.»
Il Siecle querelasi nuovamente che la Germania rimangasi tuttavia neutrale, ed attribuisce questa di lei attitudine non meno alla peritosa (o riflessiva) indole alemanna che alle interne politiche rivalità della Confederazione.
Riceve il Times una lettera scrittagti dal Baltico, secondo la quale nel presente anno non verrà tentato nulla contro Cronstadt. Ma la Patrie mette, in dubbio questa peregrina notizia.
Il Journal de Francfort scorge nella battaglia di Traktir del 16 agosto una prova che i russi non hanno in Crimea forze bastanti a minacciar seriamente le posizioni degli alleati, ’e dice che l’esercito di Gortschakoff non può aumentarsi per le difficoltà di approvigionarlo. Ma le relazioni positive che si hanno smentiscono le asserzioni di quel giornale. Le provvigioni in Crimea sono ad esuberanza e di continuo ve ne sono. recate altre. Quanto alle forze militari sappiamo che in numero superano almeno due volte quelle degli alleati. E la forza di tre contro uno si dirà insufficiente? Piuttosto il giornale avrebbe dovuto dire che le posizioni degli occidentali, fortificate come oggi sono, si resero pressocché inespugnabili da qualunque aggressione. Indi il Journal de Francfort conchiude che «i russi finiranno col perdere Sebastopoli. Non determina però il tempo necessario al glorioso acquisto. Ma quando pur siasi verifica' la la ipotesi che i russi perderanno Sebastopoli, potrà sperarsi almeno allora la pace? Il giornale ripone ogni speranza di accomodamento nell’adesione della Prussia e della Germania alla politica orientale del Gabinetto di Vienna. Dunque anche dopo la presa di Sebastopoli, la guerra continuerebbe se preventivamente non si combinasse l'adesione germanica nel senso motivato. E quest’adesione, che finora non ebbesi, quando si avrà?
Il Movimento pubblica una canzone intitolato ai soldati piemontesi che tanto si distinsero nella battaglia del 16 agosto sulla Cernaia. E dice loro:
«Grande è il valor, grande è. la gloria vostra,
«Ma questa causa no, non è la nostra.
Secondo il Journal de l'empire, fra non molto Sebastopoli cadrà in potere degli alleati, non ostante la tremenda resistenza dei russi.
La Gazzetta della città e dei sobborghi di Vienna riferisce la voce che ha fatta morire un’altra volta il generale Tollteben, morto però questa volta in seguito ad una operatagli amputazione. Ma in aspettando la conferma di questa notizia, ci assicura intanto «esser certo che a Sebastopoli dirige ora i lavori del genio il generale Melinkoff, che fu il costruttore della strada ferrata tra Pietroburgo e Mosca.»
l'Osservatore triestino ci assicura che «il tempo più favorevole per le imprese di guerra in Crimea, quest’anno, termina alla seconda metà del mese di settembre, perché indi sopravverranno le pioggie ad empier d’acqua le fosse e le trincee degli alleati, i quali perciò troveranno sempre più difficili i lavori d’assedio.»
Il Journal de l’empire, riepilogando le notizie esterne, afferma la mancanza di uffiziali in Russia, ove gli alunni delle scuole entrano, all’uscire da esse, nell’esercito. E la Gazzetta di Venezia osserva che la stessa cosa avviene in Francia, ove il numero degli alunni della scuola di Saint-Cyr aumenta ogni anno.
La Correspondance Havas reca un suo vaticinio e questo è che «l’apparizione di Omer pascià in Asia non potrà non cambiare le vicende della fortuna (che fin qui guardà di mal occhio i turchi di Williams), e porrà i russi in una condizione pericolosa, da cui un generale si abile, qual è Omer pascià, saprà trarre tutto il partito possibile. La rimembranza delle marce e contronjarce di Omer, dei suoi attacchi e delle sue difese, della sua infallibile attività, e finalmente del suo pieno e glorioso trionfo sulle rive del Danubio, è tuttavia presente alla memoria. Quindi Omer pascià, dando libero corso alle sue grandi qualità militari, troverà certamente mezzo di soccorrere Kars, di forzare it moscovita a retrocedere sino a Tiflis è ad Erivan, e di riprendere ai russi le antiche provincie torche.» Anche noi vogliamo sperare che la sorte arrida ad Omer pascià in Asia cosi come gli arrise sul Danubio; ma la ostinazione di Murawieff a concentrare le sue truppe fra Kars ed Erzerum, senza punto sgomentarsi dei pericoli che gli soprastanno alla terribile apparizione del visire, ci fanno quasi credere che le nostre speranze possano essere ancora desiderii di una gioconda illusione.
Il Galignani riceve da Pietroburgo una corrispondenza, la quale gli la sapere che «lo czar sta concentrando due formidabili eserciti, uno in Asia, l’altro. sul Danubio, i quali prenderanno simultaneamente l’offensiva. Questa notizia confermerebbe quel che noi da tanto tempo andiamo dicendo cioè che i russi banno divisato di avvicinarsi al Bosforo dalla parte dell’Asia e dalla parte di Europa con simultanei movimenti, Aggiunge il Galignani che «se le forze moscovite nella Tauride toccassero qualche luttuoso disastro, è voce che, lasciata deserta quella penisola, si congiungerebbero coi due sopra accennati eserciti. Ma senza che loro intervenisse alcun luttuoso disastro, potrebbero pure sgombrare dalla Crimea qualora i due eserciti fossero padroni del Bosforo. L’imperatore Napoleone scrisse a Pelissier che quand’anche dovesse la presa di Sebastopoli essere ritardata, l’armata russa, com’egli rileva da notizie che sembrano positive, non potrà ulteriormente sostenere nell’inverno la lotta in Crimea.» Or quali sarebbero queste notizie che sembrano positive? Forse i movimenti dei due eserciti russi dal Danubio e dall'Asia. verso la imboccatura del Mar Nero? In tal caso i russi che avrebbero a far più in (Crimea? Ma chi consigliasse puro gli alleati a rimanervi, li consiglierebbe a restar chiusi! Indi la Crimea sarebbe abbandonata dai russi e dagli alleati perché la loro presenza in quella peni&ola apparirebbe inutile pei primi, ed estremamente pericolosa pei secondi. La guerra allora si trasporterebbe necessariamente sur un altro terreno ed assumerebbe proporzioni cosmopolite.
La Indépendance belge riceve da Napoli una corrispondenza; secondo la quale «il preteso terrore che domina a Napoli non esiste che nella immaginazione di scrittori interessati a dipingere lo stato del regno delle Due Sicilie sotto falsi colori; e le bastonate e le vessazioni della Polizia non sono che invenzioni di romanzieri, i cui malaugurati concepimenti non meritano alcuna credenza.»
Scrive l’Armonia che «da alcuni giorni in qua un nuovo parossismo di febbre anticlericale si è manifestato in parecchi gazzettieri piemontesi, che tengon bordone al Times e al Morning Post, i quali da Londra battono la solfa. Enumera diverse calunnie, che si propagano da questi giornali per iscreditare il sacerdozio; e conchiude essere manifesta che la guerra al clero è la guerra alla religione cattolica,»
Dice il Constitutionnel che da qualche tempo la Francia è la terra benedetta dal Cielo perche tutta vi riesce all’imperatore e al popolo.
«E non avviene ciò forse (indi esclama) perché la Francia in sé compendia il genio della umanità? perché il suggello della civiltà splende sulla sua fronte? perché, in fine, cammina alla testa delle nazioni nelle vie della democrazia e della eguaglianza, nelle vie del progresso e della libertà, che sono le vie dell’avvenire? perché la Provvidenza guida i suoi passi e veglia sui suoi destini? Checché si possa pensare delle forme monarchiche, la democrazia e la eguaglianza, il progresso e la libertà, ecco il vero senso, ecco il carattere vero del regno dei Napoleoni! Le masse lo indovinano e lo sentono; indovinano e sentono che i Napoleoni sul trono sono il popolo incoronato nella loro persona e ciò rende ragione del loro amore per l’impero e per l’imperatore.»
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Parlasi nuovamente che il re di Piemonte entro questa mese visiterà Parigi.
Fra la mezzanotte del 24 e prima ora del mattino del 25 si ebbe a Visp una nuova e terribile scossa di tremuoto accompagnata dai soliti rumori sotterranei. Gli abitanti fuggirono tutti spaventati dalle loro abitazioni, tornando ad attendersi alla campagna.
Parlasi del prossimo ritorno a Berna della legazione russa, che abbandonò la Svizzera fin dal 1848.
Già si adottarono tutte le disposizioni per lo prosciugamento, che quanto prima sarà effettuato, delle Valli Grandi veronesi ed ostigliesi.
Il colera in Vienna sempre più decresce, aumenta però nella Leopoldsladt. A Venezia non si pubblicano ulteriori bollettini, il perché ritiensi che il colera vi sia totalmente scomparso.
Dal complesso delle notizie pervenute a Vienna risulta che se questo anno nelle provincie dell’Impero austriaco il ricolto non è eccellente, può dirsi peraltro favorevole, di modo che non hassi a temere una sensibile carestia in alcuna parte dell’Impero medesimo.
L’imperial consigliere russo Alessandro Laxmann ai 28 agosto preveniente da Pietroburgo giunse a Vienna con importanti dispacci di Nesselrode all'ambasciatore Gortschakoff, il quale indi tenne, lo stesso giorno, una conferenza con Buol ministro austriaco degli affari esteri. Voci di probabile pace si riproducevano in alcuni circoli politici di Vienna.
Ai 29 agosto partirono da Vienna nuove instruzioni al conte Martini ambasciatore austriaco a Napoli.
Ai 29 agosto parti da Vienna per Londra, tenendo la vi di Berlino, un corriere inglese di gabinetto. Ai 31 il consigliere intimo russo Tengoborski da Vienna mettevasi in viaggio alla volta di Pietroburgo.
Circolano a Vienna e a Berlino alcune voci, che si dicono accreditate, secondo le quali l’Austria si dispone a mobilizzare di nuovo il suo esercito, rispondendo cosi all’ukase dello czar Alessandro che prescrive una leva di 23 soldati su mille animé in tutte le provincie della Russia.
Il conte Buol ministro austriaco degli affari esteri ai 30 agosto diede un banchetto diplomatico, al quale
furono invitati gli ambasciatori di Russia, Grecia e Svezia.
Prokesch-Osten fra qualche giorno lascerà Vienna per fare Un viaggio di piacere. Andrà probabilmente anch’esso a Parigi per... vedere il palazzo della esposizione universale.
Ai 28 agosto l’arciduca austriaco Massimiliano sbarcava a Tolone; fu accolto con ogni maniera di distinzione dalle autorità locali e dal prefetto marittimo; l’arciduca indi visitò l’arsenale; la sera tutta la città fu illuminata in onore dell’ospite augusto.
Il di 1 settembre Abdel-Kader sbarcò a Marsiglia. La sera dello stesso giorno parti alla volta di Parigi
E prossima la riunione di due divisioni di cavalleria fra Saint-Omer e Montreuil.
Vuolsi essere notizia officiale che la imperatrice Eugenia trovisi in istato interessante.
Il generale svizzero Ochsenbein appena entrato al servizio della Francia ricevette dall'imperatore Napoleone la croce d’uffiziale della legion d’onore.
Mentre la regina d’Inghilterra ascendeva sulla vettura che da Saint-Cloud dovea condurla alle Tuilleries, fu visto un povero macilento aprirsi un varco tra le folte file de soldati disposti in parafa sul passaggio reale e rimirare con intensa curiosità la regina e l’augusta coppia imperiale. l'imperatore domandò ad un uffiziale, che stavasi a cavallo presso la vettura, chi si fosse colui; e l'ufficiale fu in due salti alle file de soldati, le quali, aprendosi, lasciarono scorgere un giovine voltigeur della guardia imperiale, cui una gamba fu di recente amputata fino all'estremo limite della coscia. Ad onta però del suo pallore e della sua macilenza, egli aveva nell’aspetto un non so che di fiero e di generoso, che facea contraste con la sua misera condizione, ed incuteva pietà e rispetto. L’imperatore, fattogli cenno di avvicinarsi, si distaccò la croce della legion d’onore, e con le sue mani peseta in petto all'invalide di Alma e d’Inkermann. Essendo l’imperatore in grande uniforme, anzi che il nastro rosso, solita insegna de cavalieri, ei portava la più magnifica delle sue croci. quindi $on solo fu più grande la onorificenza, ma più grande assai anche il pecuniario profitto. L’invalido proruppe in tal pianto di curitentezza che degenerò in una vera convulsione, sicché fu d’uopo trasportarlo a braccia in altro luogo. La regina Vittoria e la imperatrice Eugenia piangevano di tenerezza anch'esse. Prolungate acclamazioni di vive l’empereur! manifestarono l’entusiasmo dell’affollata popolazione.
Il maggiore Slopford Claremont, uno dei commissarii inglesi presso il quartier generale francese in Crimea, il 28 agosto arrivava a Londra e immediatamente recò dispacci di Simpson al Ministero degli affari esteri. Da ivi a poche ore si tenue un congresso di ministri al Ministero della guerra. Il Governo diede incarico a Paxton di organizzare un nuovo corpo di mille uomini per aumentare i lavoranti dell’esercito britannico della Tauride nella costruzione delle baracche, nella formazione e riparazione delle strade e in altri simili lavori.
Anche la costa di Sud-Wales, da Milfore fino al canale di Bristol, verrà gagliardamente fortificata. Ad Iwansea sarà collocata una batteria di grosso calibro, il porto di Penarth avrà pure una batteria e probabilmente vi sarà costruita una fortezza.
Sembra che quanto prima si darà mano ai lavori per la fondazione di un porto da guerra inglese ad Elgoland. Mediante questo porto, l’Inghilterra ha l’intenzione di dominare l’Elba e il Weser, ed in generale tutto il commercio marittimo della Germania. Le spese di esso porto sono calcolate a 36 milioni di talleri.
Le difficoltà fra la Spagna e la valle di Andora furono composte amichevolmente, Ora le truppe del governo spagnuolo, quando sarà necessario, potranno entrare nella valle andorese, e cercarvi i carlisti, che vi rifuggissero per accendere la guerra civile sulla frontiera. Intanto notizie officiali portano che i carlisti Borges, Tristany ed altri ogni giorno aumentano il numero dei partigiani della loro causa.
I capi carlisti tennero una riunione a Pino, e decisero che, al giorno fissato, tutte le compagnie, che si organizzarono, si metteranno contemporaneamente in campagna fra le grida di viva Carlo VI! Corrispondenze madrilesi assicurano che il partito carlista é imponente più di quello che si dice ne’ giornali.
La consorte di don Miguel di Braganza ai 24 agosto in Heubach dava alla luce una principessa.
Prende sempre più consistenza la voce che il re di Danimarca andrà si a Londra come a Parigi per concertarsi coi gabinetti inglese e francese sulla quistione mossa dagli Stati Uniti d'America intorno al passaggio del Sund, quistione che va di giorno in giorno prendendo una piega non troppo favorevole alla Danimarca.
Le cose della Grecia volgono sempre alla peggio. Il partito russo, che notoriamente il favorito dalla Corte, non sa comportare la vigilanza degli ambasciatori di Francia e d’Inghilterra. Il ministro Kalergi, come colui nel quale maggiormente confidano le Potenze occidentali, è inviso alla Corte, e il re insiste presso Maurocordato, perché siane accettata la dimissione. Schiere di barditi molestano ogni di le milizie anglo-francesi del Pireo, che perciò son provocale a far giuste rappresaglie.
Il console francese a Cettigne erasi impegnato a ristabilire amichevoli relazioni fra il Montenegro e la Turchia, facendo promesse al principe Danilo che nella conclusione della pace sarebbesi avuto riguardo al Montenegro. Ma le pratiche del console finora non ebbero alcun buon risultato; vuolsi che Danilo abbia dato la preferenza alle promesse della Russia.
Il pascià di Gerusalemme non poté ancor vincere i ribelli dell’Hebron.
U generale MacMahon arrivò in Crimea, ed assunse immediatamente il comando della divisione, che stette sotto gli ordini di Canrobert,
Notizie recentissime dicono che il generale Montevecchio non solo vada sempre migliorando ma eziandio che sia fuori di pericolo,
Il generale Gortschakoff nelle vicinanze di Belbek concentrò un esercito molto imponente.
(Disp. tel.) Simpson scrive la data del 30 agosto che i russi aveano fatta una sortita contro i lavori inglesi d’approccio e che vi avean distrutti i gabbioni.
(Disp. tel.) Scrive Pelissier in data del 31 agosto che tutto andava bene e che gli alleati «sempre più si avvicinavano a Malakoff.
(Disp. tel. Parigi 30 agosto) L’ammiraglio Bruat scrive dal Mare di Azoff che la situazione è critica pe’ russi, imperocchè difettano di tutto le flottiglie, che solcano il Mare di Azoff, spargono lo spavento di tutte le parti.
Il Governo inglese ha ordinato 48 cannoniere 48 vapori d'avviso agli armatori di Nortbfleet, Blackwale, Linehouse e Caves; ne’ cantieri dello Stato si costruiscono pure in buon numero vapori le cannoniere.
Un bollettino turco dice che i russi il 4 agosto furono respinti nell’attacco di una batteria di Kàrs.
Le più recenti notizie dell’Asia sono che Williams pascià moveva lamenti perché nulla avessero tentato gli alleati in favore di Kars, ma dichiarava al tempo stesso Ch’egli sarebbesi difeso fino all'ultimo, e, piuttosto che cedere, voleva distruggere le fortificazioni, e gettarsi coi suoi nelle propinque montagne di Hassan Kalé. Sembra però questa volta che il Divano non sia lento a spedire gl’implorati soccorsi. Da Varna, da Costantinopoli e da Eupatoria moltissime navi, solcando il Mar Nero, sbarcano ogni giorno nuove truppe a Baltum, d'onde s’avviano difilato ad Erzerum e a Kars. Il comando di queste milizie, cui diedesi titolo di esercito di operazione é assunto da Omer generalissimo. La cavalleria nell'Asia minore sarà guidata dal valoroso Iskanler pascià. A Kars, Erzerum e Cinciar continueranno nel comando i tre pascià Waslif, Mehemed ed Ali. Quanto a Kars essa è la città la più difesa e la più importante dell’Asia. Le sue fortificazioni, che svolgonsi nell’ambito di quasi 1200 tese, furono, secondo la storia e le tradizioni orientali, innalzate da Amurat III nella guerra che mosse ai persiani dal 1578 àl 1579, e più volte contrastarono inespugnate ai nemici della ottomane mezzaluna. Il belligero Sciall-Nadir, nel luglio del 1735 sbaragliati 90 mila turchi, con 100 mila persiani cinse Kars di strettissimo blocco, ma dopo lunghi ed inutili sforzi fu costretto a rinunziare all’impresa. Nelle vicinanze di Kars veggonsi ancora le traccie del vastissimo campo persiano. Nel presente secolo è questa la terza volta che il russo tenta la conquista di Kars; nel 1807 fatti ogni tentativo d’assalto; Pasckiewitsch soltanto poté con mole sterminata di truppe riuscirvi il 25 giugno 1828. L’esperienza dei danni toccati sarà stata ai generali turchi maestra e consigliera; sicché le fortificazioni di Kars, rese più valide dalla scienza moderna, potranno agevolmente sostenere l’urlo di Murawieff, finché sieno giunti i rinforzi e le provvidenze di soccorso che trae seco Omer pascià, nel quale precipuamente è riposta ogni speranza. Mettray è nominato aiutante di campo di Omer pascià, il quale ai 25 agosto dovea part ire per l’Asia.
Murawieff ebbe ultimamente un rinforzo di 30 mila uomini di fanteria e di 12 mila di cavalleria. Un poderoso corpo russo si trincierava presso Ispria formando il centro delle operazioni non meno contro Kars che contro Erzerum e Trebisonda.
Sulla sommossa avvenuta il 17 luglio a Gambia colonia inglese della costa affricana i giornali di Londra recano le seguenti notizie. Un indigeno aveva rapito una donna e un uomo per appropriarseli e rifiuto di renderli agli agenti della Polizia. Indi una lotta s’impegnò fra il rapitore sostenuto dai marabutti e gli agenti della Polizia presidiati da un piccolo distaccamento comandato da due luogotenenti, uno de' quali fu ferito, e due soldati rimasero prigionieri. Superbi per tanta vittoria i marabutti incendiarono tre villaggi inglesi. Allora il governatore O’Connor mosse contro di loro con 260 uomini, minacciando d’impadronirsi della loro città di Santa Maria, ma disgraziatamente fu colto in una imboscata, dove lasciò 30 morti e 45 feriti. Accorse in aiuto degl'inglesi un rinforzo di 150 soldati europei del vascello francese l'Intraprendente, ed ai 3 di agosto i francesi, con la perdita di 3 uomini, cioè due morti ed un ferito, presero alla baionetta la città di Santa Maria, gl’inglesi poi la incendiarono.
Annunzia il Times una terribile rivoluzione avvenuta nelle Indie inglesi e precisamente nel cuore del Bengala.
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3 per 100 aperto, chiuso |
4 per 100 aperto, chiuso |
31 Agosto |
66. 70 – 66. 50 |
95. 00 – 00 00 |
1 Settembre |
66. 30 – 66. 40 |
94. 75 – 95 00 |
3 Settembre |
66. 65 – 66. 95 |
95. 00 – 95 25 |
II movimento carlista in Ispagna, che da tanti me si ogni giorno si disse pienamente compresso e disfatto, oggi pare abbia assunto serie proporzioni; imperocché positive notizie recano che i capi di quel partito favoreggiali dalle popolazioni catalane ricevettero armi in abbondanza spedite loro anche per la via di mare e cominciarono audacemente l'offensiva contro le truppe del Governo. Il quale ben conosce i pericoli, che gli soprastanno, sapendosi che «O’Donnell con le sue milizie si fortifica 3 Medina-Celi per opporsi ai carlisti.» O sia questo O'Donnell il generale, come vuole la Gazzetta di Milano (33)a, è sia il brigadiere dello stesso nome, come vogliono altri, nulla rileva a sminuire la gravita della situazione. Stando le truppe del Governo in difesa a Medina-Celi, dee supporsi che i carlisti, i quali finora si tennero nelle provincie al di là dell’Ebro, ora minaccino non solo di passare nella Vecchia Castiglia ma eziandio di avvicinarsi a Madrid! La posizione, che prende O'Donnell a Medina-Celi, non può in altra gui»a interpretarsi. Questo e non altro ci è dato intravedere per mezzo al buio, in che si avvolgono le notizie della Spagna, dove i giornali del Governo son sempre parati a dipingere con rosei colori lo stato delle cose, mentre gli altri parlano di cospirazioni, di sollevazioni e di reazioni ordite anche dentro il misterioso ricinto dell’Escuriale.
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La legazione sarda a Firenze è richiamata dai governo di Torino per una differenza insorta all’occasiona della nomina di un attaccato alla legazione medesima.
Ai 30 agosto l’ambasciatore francese Bourqueney e l’ambasciatore rasso Gortschakoff a Vienna ebbero una conferenza di molte ore al ministero austriaco degli affari esteri.
Lo czar Alessandro II m prova della sua benevolenza ha decorato tre sudditi austriaci con ordini cavallereschi; il colonnello Alessandro Kolle con l’Ordine di Sant’Anna di seconda classe) il capitano Koblitz aiutante dell arcadica Guglielmo con l’Ordine di Stanislao di seconda classe, e Schenerling archiastro dello stesso arciduca col medesimo Ordine di terza classe.
Il Governo austriaco la lavorare con molto ardore alle fortificazioni di Cracovia e dei principali punti strategici della Gallizia.
Nella Bucovina il Governo austriaco la concentrare notevoli quantità di granaglie per l’approvvigionamento delle truppe.
Ai 27 agosto l’arciduca Sigismondo trasse da Bruno ad Iglaa per visitarvi le caserme e l’ospedal militare.
Il Governo prussiano ha deciso di far acquisto la America di tutte le sue provviste di grano per l’armata e pei magazzini militari. Gli ordini di compera già furono spediti agli agenti prussiani in America.
Si è nota la da qualche giornale l’assenza dell’ambasciatore austriaco Hubner dalle feste che all’Hotel de Ville e a Versailles furono fatte in onore della regina d'Inghilterra. Dicesi che Hubner guardava il letto in seguito di una caduta.
L’arciduca Massimiliano, pria di partir da Tolone, diede a bordo del suo navilio ammiraglio un banchetto alle autorità de paese e spedi a Parigi un suo aiutante di campo onde ringraziare l’imperatore per la magnifica accoglienza fattagli sul territorio francese.
Persigny ambasciatore francese a Londra fu chiamato, come si sa, per telegrafo a Parigi. Ora dicesi in modo positivo che questa andata di Persigny, intimo amico dell’imperatore Napoleone, abbia avuto per iscopo la presenza di esso ministro alla firma di un nuovo trattato stretto a Saint-Cloud fra la regina d’Inghilterra e l’imperatore dei francesi; ne! qual trattato si definisce qualsiasi quistione che insorger potesse durante la guerra, non meno relativamente alla Turchia, che rispetto a tutti gli altri Governi europei. Si afferma che questo trattato sia stato redatto da lord Clarendon e dai conte Walewski.
Sanguinosi tumulti avvennero ad Angers il 26 e 27 agosto. Il movimento cominciò nelle vicinanze della città in un luogo detto Trelazè. I capi ne furono operai scalpellini, spezzapietre e filatori. Pretesto alla sommossa il caro dei viveri; lo scopo erane l’attuazione del socialismo intronizzato dal saccheggio. Furono aggredite e spogliale due caserme, una di gendarmi, l’altra di pompieri. I sediziosi a mano a mano aumentarono sino a due mila; erano tutti armati; dicevano che una simultanea insurrezione scoppiò in parecchi punti della Francia, anche a Parigi. La ribellione fua repressa; molti gli arresti; gravi le rivelazioni degl’incarcerati.
L’imperatore Napoleone a di 8 recossi al teatro italiano. Un individuo che stavasi sul marciapiede rimpetto al teatro scaricò due colpi di pistola da saccoccia contro una carrozza delle dame di onore. Nessuno la colpito. Colui, che perpetrò l'attentato fu arrestato immediatamente; pare ch’ei sia mentecatto.
Abdel-Kader è gravemente malato a Marsiglia.
Lo sbarco dei viaggiatori nel porto di Marsiglia non potrà più effettuarsi che dopo la verificazione dei loro titoli di viaggio. I passeggieri mancanti di titoli regolari saranno rimandati al luogo d’imbarco a spese del capitano del bastimento.
Il generale maggiore Lowe governatore dell’isola di Jersey fece chiudere parecchi negozi dove adunavansi gli emigrati e proibì ogni segnale rivoluzionario ai medesimi. Anche Victor Hugo dovette calare la bandiera rossa, «essendoché questo simbolo da pirati (son parole dell’ordine di Lowe) non è soltanto una offesa contro l'alleato della regina, ma eziandio devesi considerare come una offesa fatta alla regina stessa. Perciò grande indignazione fra i rifuggiti, i quali in un meeting da essi tenuto banno deliberalo di promuovere in via criminale un processo contro l’Autorità che rappresenta il Governo!
Le provincie basche mandarono a Madrid alcune deputazioni a richiamarsi contro la legge degl’incameramenti; e la Direzione generale ha fatto sapere ai Commissarii che nelle provincie basche si sospenda la vendita dei beni colpiti dalla legge d'incameramento sino a che il Governo risolva su questo proposito.
Parecchie corrispondenze ultimamente parlavano di undici capi carlisti che stavano occulti nella Catalogna e che sicuri delle operose simpatie di alcune popolazioni non aspettavano che il momento opportuno per uscire in campagna; intanto ogni recluta assoldata al partito carlista riceveva ogni giorno otto reali provenienti dal Comitato centrale stabilito a Parigi (Nacion). Il generale Zapatero, nello intendimento di prevenire le irruzioni montemoliniste, aumentava le sue persecuzioni in guisa che non si tenevan liberi da esse anche molti onorati e pacifici cittadini (Regen.). Il carlista Borges ai 15 agosto comparve con un suo drappello a Montmagastre e prose alcuni fondi pubblici; ai 19 i Tristanys erano a Alanresa (las Noved.). Scrivesi poi da Barcellona in data del 28:
«Il temerario ardire di Borges non ha esitalo ad aggredire in pien meriggio un distaccamento di truppe reali, ch’egli compiutamente batté, indi disarmolle insieme all’officiale che le comandava. Questo fatto produsse nella Catalogna una profonda sensazione. I carlisti, lunge dall’essere scoraggiati, ora pensano a prendere l’offensiva; e gli abitanti delle campagne procurano loro e asilo e vettovaglie. Mentre Borges trovavasi ai confini nordorientali della provincia di Lerida, i Tristanys percorrevano apertamente nella parte nord-occideutale della provincia di Barcellona.»
Scrivesi da Barcellona che i carlisti Borges, Tristany, Iuvany e Marsal non solo levarono la bandiera della insurrezione, ma eziandio seppero scegliere un terreno favorevolissimo alle loro imprese.
La salute di Espartero va sensibilmente deteriorando ogni giorno. aumentano le voci della prossima dittatura di O’Donnell. I democratici di Madrid si preparano, ove si dovesse proclamare la dittatura, a dichiarare la repubblica. La regina all’Escuriale è severamente sopravvegghiata.
La presenza a Copenaghen di molti personaggi di grade principesco, i primi forestieri che dopo la guerra dello Schleswig visitarono la città capitale della Danimarca, desta tanto più impressione in quanto che il pubblico è sempre inclinato ad ascrivere simili visite a motivi politici. Il principe Augusto di Svezia, che ora viaggia nel più stretto incognito, vi si trattenne parecchi giorni. In breve vi è aspettato un ospite anche più importante, cioè il principe Alberto marito della regina Vittoria, il quale, come dicesi, vorrebbe andare a visitare le flotte alleate sulle coste della Russia.
Il progetto concernente la modificazione della legge fondamentale della Danimarca ai 28 agosto fu approvato definitivamente anche dal Landsling con 41 voti favorevoli; 8 furono i contrari.
Mehemel Aly fu nominato capitan pascià il 30 agosto; Nadil pascià fu ammesso al ritiro; la crisi ministeriale continuava.
Il granduca Costantino stassene quasi sempre a Cronstadt, dove insieme al generale del genio Dehn studia i mezzi per mettere le fortificazioni delle isole al sicuro da ogni attacco. Le macchine infernali sono disseminate copiosamente cola dove potrebbero appostarsi le navi alleate per battere coi loro cannoni le fortificazioni medesime. Già è tutto disposto per la costruzione, che si farà nel prossimo inverno, di grosse navi da 131 cannoni; dal che si argomenta che alla futura primavera la Russia voglia cimentarsi anche in mare contro le Potenze occidentali.
Scrivesi da Danzica in data del 30 agosto che continuamente di la passavano scialuppe cannoniere che vanno in Inghilterra onde risarcire i danni sofferti nel bombardamento di Sweaborg.
Ai 29 agosto una corvetta francese da Nargen recossi a Danzica allo scopo di provvedersi di carbone e di ricevere le nuove instruzioni cola giunte da Parigi.
Una ben significante notizia reca che le fortezze polacche di Madlin, Zamosc, Demblin e la cittadella di Varsavia cominciano a sbarazzarsi delle munizioni, che vi furono accumulale. Molte carni salale, fieno e pan biscotto si vendono al pubblico incanto. V’ha chi pretende che la Russia voglia trasportare la guerra fuori del suo territorio.
Lo czar Alessandro e i suoi fratelli granduchi Costantino, Niccolò e Michele si son fatti inscrivere nel reggimento dei cacciatori della famiglia imperiale, che deve far parte della milizia nazionale. Già 10 mila uomini di questa milizia s'incamminarono verso le provincie polacche per surrogare i reggimenti di fanteria che passano in Bessarabia.
Con ukase del 3 lo czar assume il titolo di capo del reggimento dei bersaglieri della famiglia imperiale. I granduchi Costantino, Niccolò e Michele sono nominati comandanti de' tre battaglioni del reggimento medesimo, ne’ cui ruoli sono registrali anche i figli dell'imperatore, il figlio dei granduca Costantino e i principi Romanoff figli del duca di Leuchtenberg.
Dopo il fatto d’arme del 16 agosto sulla Cernaia, parecchi uffiziali e soldati inglesi visitarono il campo di battaglia, spogliando i morti e comperando gli oggetti saccheggiati; il che diede motivo a gran rimostranze dei generali francese e sardo. Laonde il generale Simpsou in un ordine del giorno dovette ricordare al suo esercito, il quale non ebbe parte alla battaglia, che tutto quello che si trova nel campo appartiene alla nazione vincitrice; e minacciare severissimi castighi a coloro che, senza avervi diritto, concorressero a fruire del bollino.
Il 26 agosto partirono da Malta per la Crimea 1200 inglesi con 34 ufiziali.
Il generale Foucheux ritorna in Francia; è surrogato dal generale Espinasse.
Il generale Melnikoff, che surrogò Tottleben ito a Simferopoli per curarsi della sua malattia, ha fatto stabilire a Malakoff nello spazio compreso tra la prima e seconda linea difensiva mine, fossati, gallerie, piccoli ridotti e batterie; sull’altura pei situata tra il forte Paolo e il bastione numero l'ha fatto eseguire un’opera, la quale domina le torri di Korniloff e di la Malakoff in guisa che gli alleati, anche dopo averle conquistate difficilmente potrebbero stabilirvisi. Oltre a ciò, le altare di Belbek sono più forti che mai, e il campo che vi si trova, ha ora tatto il parco d’artiglieria, che prima era a Sebastopoli.
Il 4 gli alleati fecero un vivissimo fuoco contro i fianchi di diritta e manca di Malakoff. Alla sera il fuoco avea di molto scemato. La torre era già stretta da vicino; i lavori erano già spinti a 10 metri dal fosso. Le batterie della torre tacevano, ma molte altre batterie russe dalla parte opposta della baia facevano un fuoco spaventevole.
Giunge dalla Crimea la notizia (all’Arm.) che una bomba russa cadde per caso in un magazzino di bombe francesi, vi comunicò il fuoco e fece un numero assai grande di vittime.
Un incendio nella notte del 5 al 6 consumò un vascello russo a due ponti ancoralo nella rada di Sebastopoli, e colpito dalle bombe degli attacchi di diritta degli alleati. La sera del 7 il fuoco degli alleati continuava contro Malakoff vantaggiosamente (34)a.
Scrivono da Erzerum che fino al 14 agosto non eravi giunto alcun corriere a confermare le notizie che i russi furono respinti nei loro attacchi del 4 contro le batterie di Kars.
Murawieff prende tutte le opportune disposizioni e colloca le sue truppe ne punti più strategici per offrire una battaglia all’esercito di Omer pascià.
Il movimento presso Cambia non è cosi leggiero come a principio vollero far credere i giornali di Londra. Il governatore inglese O'Connor per arrestare i progressi dei ribelli affricani domandò soccorso al governatore francese di Corea. E ai 3 agosto 100 soldati francesi sbarcarono al Capo Santa Maria, i quali uniti agli avanzi delle forze inglesi e a 250 ausiliarii indigeni si avviarono contro Sabbagea con tre cannoni e un obice. I rivoluzionarii ebbero il coraggio di affrontare le milizie che contro di essi si avanzavano, ma indi si ritrassero entro la città nello intendimento di fare più efficace resistenza. Un fiero combattimento conseguitò; e gl'inglesi vi ebbero 25 morti e 70 feriti, che uniti ai 30 morti e 45 feriti avuti in una precedente imboscata dei ribelli formano (a quel che affermano i giornali di Londra) 170 uomini fuori di combattimento. Dei francesi vi mori un sergente che fu sepolto con tutti gli onori militari; altre relazioni parlano di due morti e un ferito. La perdita dei sediziosi di 1500 morti. La città di Sabbagea fu bombarda la e interamente distrutta il 4 agosto. Dal complesso delle notizie risulta che vi fu organizzata una rivoluzione in tutte le forme; né si la sapere se dopo l'incendio di Sabbagea la rivoluzione cessasse.
Un dispaccio telegrafico annunzia essersi conchiuso on trattato di amicizia e di commercio tra la Francia e la Persia.
Il Corriere Italiano si la scrivere dal suo ben informato corrispondente di Parigi che «se tuttavia Sebastopoli resisté, ciò dipende unicamente dalla posizione topografica di questa piazza, ma il solo czar Alessandro sa quanti milioni di rubli e quante migliaia di soldati gli costino una simile difesa; indi se l assedio si prolungasse ancora un altr’anno, Sebastopoli produrrebbe poco meno che la ruina della Russia.» E il solo czar Alessandro che sa queste cose, le ha confidenzialmente comunicate al corrispondente parigino de! Corriere. Il corrispondente poi non contento di avere con tanta imprudenza rivelata al pubblico il confidatogli segreto, ci manifesta pure altre notizie, che da nessun altro sapevansi, intorno alla miserabile, anzi disperata condizione dei russi in Crimea. «Le armate moscovite (egli racconta) sono a cattivissimo partito; furon loro tagliale le vie; e quelle, che ancora sono aperte, divengono ogni giorno più impraticabili agli equipaggi, ai cavalli e agli uomini. I soldati russi banno l’aspetto di persone che non mangiarono da lungo tempo; non sanno più che cosa sia la carne. La lotta del 16 agosto aveva il carattere della disperazione; il generale Gortschakoff la intraprese per liberare le sue misera truppe, alla vigilia dell’inverno, dai tre flagelli della fame, del freddo e della decimazione. Quanto sono singolari e misteriose le vicissitudini umane! Nel 1813 gli elementi in una temperatura glaciale pugnarono per la Russia; oggi nel 1855 la Russia è quella che trema all’approssimarsi dell’inverno, è quella ch’è minacciata dalle proprie intemperie; le sue armate della Crimea si troveranno fra poche settimane inviluppate da una valanga di ghiaccio e di nevi, senza poter essere vettovagliate da nessuna parte! Questa è la vera situazione (passata, presente e futura!), e l’imperatore Alessandro ebbe già largo campo di convincersi della sua debolezza! Ma con tutte che l’imperatore Alessandro siasi convinto della propria impotenza, sembra che l'Inghilterra non sia molto persuasa di questo convincimento, imperocché cerca di qua e di là, con lusinghe e con minaccie, nnove alleanze per opporsi a un nimico, che, a quanto dice il parigino corrispondente, é ormai prossimo a rimanere esausto d’ogni sua forza.
l'Assemblée nationale, dopo aver consultato tutti i documenti finanziarii di Francia e Inghilterra, trova che quest'anno la guerra costò alle Potenze occidentali ben 1990 milioni di franchi. «Questa somma (continua a dire) mostra la misura de' sagrifizi, cui debbon rassegnarsi le grandi nazioni, quand’esse s’impegnano in una lotta simile a quella, che ora ferve contro la Russia; e questo è un lato solo della quistione, il lato pecuniario!».
La Patrie parla di una sortita de russi nella notte del 18 al 9 agosto contro le opere degli alleati presso il Redan. E dice che gli assalitori, non ostante il grandissimo Loro numero, furono in breve ora respinti e messi in piena rotta, lasciando sul terreno un 800 fra morti e feriti. Ma il generale Simpson, che in data del 30 scriveva che i russi in una sortita, penetrando nei lavori di approccio contro il Redan, ne distrussero i gabbioni, nulla ei fece sapere del fatto d'arme accaduto sul medesimo luogo nella notte del 18 al 19. Preghiamo la Patrie a chiarirci d'onde viene che Simpson annunzia le sue perdite e tace i riportati vantaggi.
Vorrebbe sapere l'Union se il trasferimento della guerra sul Danubio significhi l'abbandono dell’assedio di Sebastopoli. Ed ancora, per quanto siasi raccomandata, non ha trovato chi abbiale fatto una conveniente spiegazioni su questo proposito.
A proposito della nuova Circolare, con la quale Nesselrode dichiara che il gabinetto di Pietroburgo 4 sempre disposto ad accogliere onorevoli proposizioni di pace, ed ingiunge ai ministri dello czar di esprimere a tutte le Corti di Europa quanto benevole sieno le intenzioni del nuovo autocrate, la Gazzetta di Milano osserva che «a questo documenta fanno riscontro i guerreschi proclami de' governatori intenti a reclutar nuove leve in tutte le provincie russe, e gli apparecchi formidabili di offesa e di difesa in ogni punto dello sterminato Impero moscovita.»
I fogli di Berlino raccontano che in questi ultimi giorni la situazione diplomatica negli affari d’Oriente subi un cambiamento di grande importanza, e che ad esso deve attribuirsi il precoce ritorno dell’inviato prussiano Arnim al suo posta in Vienna. Non dicono però in che precisamente consista siffatto cambiamento; accennano soltanto, cosi alla sfuggita, che le relazioni fra l’Austria e la Francia si sono un cotal po’ raffreddate. Ma la Corrispondenza austriaca assicura che queste relazioni non furono mai tanto vittime quanto al presente. La Presse poi di Vienna ripudiando «la voce che l’Austria abbia mutato politica» afferma di «non errare, ammettendo che gli sforzi novelli dell’Austria tendono principalmente ad ottenere un accordo della Germania con le Potenze occidentali.» E noi amiamo anzi aggiustar credenza ai giornali viennesi che ai giornali pur troppo appassionati di Berlino.
Il Journal de l’empire afferma che «in grande errore versano coloro, i quali sperano veder l’Austria allontanarsi dall'alleanza e dalla politica delle Potenze occidentali per accostarsi, non diremo alla Russia, ma anche a quella specie di neutralità di fatto, cui si è malauguratamente appigliata la Confederazione germanica.»
La Gazzetta della città e dei sobborghi di Vienna ingenuamente dice che «la crisi attuale è come un vortice, che si estende con cerchi sempre maggiori, traendo a sé tutto ciò che gli si avvicina; indi nessuno Stato può predire di essere abbastanza forte per non lasciarsi travolgere dal vortice della odierna crisi. Crede forse la Germania che un celeste Genio tutelare, con in mano la spada della neutralità, sia per vegliare in eterno innanzi alle sue porte?»
L’Italia e Popolo, facendo le meraviglie per le sovversive passioni che il Times procura trasfondere nella nostra penisola, scrive: «Il giornale di Londra, divenuto rivoluzionario ad un tratto, trova in Italia genio, intelligenza e forza, mentre l’Italia finora, agli occhi sui, era soltanto un paese d’Iloti.»
l'Univers, tornando a favellare de' famosi discorsi co’ quali Russell e Palmerston diedero compimento alla ultima sessione del Parlamento britannico, non esita affermare che la Francia, ad onta dell'alleanza nella guerra contro la Russia, non vorrà seguire l'Inghilterra in una crociata rivoluzionaria. Ed alcuni opinano che una siffatta politica diversione sarebbe il motivo d’un fatale distaccamento.
Il Fischietto dice avere «un contribuente osservato che se si fosse imposta la tassa di uno scudo ad ogni ripetizione delle parole sangue è popolo, il meeting tenuto in Torino al Circo Sales il 2 settembre avrebbe fornito i mezzi per abolire tutte le altre tasse.» Scrivesi al Movimento che «Cavour disse ad alcune autorevoli persone che quel meeting non fu che uno sfogo di ragazzi.»
Il Morning Advertiser ci avverte che «due soldati subirono ad Aldershotte la pena delle nerbate, per insubordinazione; e che uno di essi ebbe 40 nerbate e l’altro 30, il quale da ultimo nominato è morto in conseguenza de' 30 colpi ricevuti. v Dice però il Morning Advertiser che le nerbate in Inghilterra sono legali, giacché le leggi militari di la portano espressamente questa pena. Ora vorrebbe sapersi perché la legalità, che giustifica le nerbate anche mortali ai soldati in Inghilterra, non debba giustificare le nerbate, che in altri paesi s'infliggono ad alcuno de' più perniciosi mariuoli? L’Armonia chiosa che «in Inghilterra, a quanto pare, il soldato è tenuto al di sotto dei ladri e della più vile ribaldaglia.» Effetti della civiltà predicata specialmente da Gladstone!
Il Constitutionnel loda le Camere danesi perché autorizzarono il Governo ad abolire la Costituzione.»
Avendo il Consiglio municipale di Liegi negato di accordare un qualunque sussidio al teatro di quella città l’Economiste belge scrive che «il Consiglio municipale ha compreso essere una immoralità ributtante il dare pei piaceri delle classi agiate pecuniarie sovvenzioni che si toglierebbero al sollievo delle classi indigenti.»
El Journal de Madrid afferma ricisamente che la Spagna ê vecchia, e che perciò bisogna ad ogni modo ringiovanirla. E per operare questa mirabile metamorfosi già si è cominciato a levarle con prestiti forzosi con isproporzionate imposte, e con incameramenti e confische quello che si chiama vecchio sangue nazionale. A questo proposito ci tornano alla mente alcuni versi di quel malaugurato genio francese, che fu in poesi maximus, in historia minimus, in philosophia nihil. I suoi versi, che ameremmo fossero ben intesi dai rigeneratori che sono al di le de' Pirenei e da certi altri loro amici che sono al di qua delle Alpi, ecco siccome ad essi rappresentano le risultanze della loro prestigiosa operazione:
«Ne connaissez vous point les filles de Pelie?
«Dans leur aveuglement voyez votre folie.
«Elles croyaient dompter la nature et le temps,
«Et rendre leur vieux pere à la fleur de ses ans;
«Leurs mains, par piété, dans son sein se plongèrent;
«Croyant le rajeunir, ses filles l’égorgèrent.
La Sobemnia national fra finalmente trovato la pietra filosofica, d’onde può, anzi dee scaturire il vero benessere della Spagna: Ed ecco in qual modo ha fatto la fortunata scoperta. Ella dice: «Cittadini! Pensateci bene, tutti gli attuali problemi possono risolversi con una buona ufficialità nella milizia. Dateci. buoni uffiziali e avremo buoni comandanti; dateci buoni comandanti e avremo buoni battaglioni; dateci buoni battaglioni e avremo buone instituzioni.» Ma, supposto ancora che per si strana via si avesser? buone instituzioni, bisognerebbe vedere se queste fossero efficaci a render buoni i costumi, alla cui maggior corruzione lavorasi strenuamente da qualche anno. ché se dopo le buone instituzioni non venissero i buoni costumi, gli attuali problemi non sarebbero ma risoluti.
La Espaua, ragionando del colera che la orribili stragi in parecchie provincie della penisola iberica, scrive: «E che sarebbe mai di tante sciaurate popolazioni, che, grazie allo stoicismo de' loro magistrati i quali esterrefatti fuggono al primo affacciarsi dei colera, si sono vedute sprovviste di medici, di farmacie, d’ogni soccorso; che sarebbe mai di loro, se non avessero i conforti della santa religione, che i sacerdoti apprestano con una carità veramente prodigiosa? Riceva dunque il clero una pubblica testimonianza della nostra gratitudine. Soffra rassegnato le privazioni e le avversità, onde si piace mortificarlo un partito imprevidente e fanatico, che ogni giorno più si mette in opposizione ai veri sentimenti dei paese; continui col suo zelo e con la sua infaticabile perseveranza a meritare la stima e il rispetto degli spagnuoli, ed abbia fede nell’avvenire; ché non può essere di lunga durata uno stato di cose anomale e violento; l'istinto dei popolo spagnuolo ha da render finalmente a tutti giustizia.»
La Regeneracion annunzia che, nel tempo delle attuali vacanze parlamentari, Espartero, Bruit e Marine si sono dedicati interamente allo studio della eloquenza dovendo fra poco pronunciare «sublimes arenguae sobre los asuntos de la cuestión religiosa y otros de alla importancia». Aggiugue però il citato giornale che «la causa es tan mala que no admite defensa»
La pubblicazione della Estrella fu sospesa dal governatore della provincia di Madrid perché parlava liberamente de' padroni che dispensano la libertà della parola.
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3 per 100 aperto, chiuso |
4 ½ per 100 aperto, chiuso |
4 Settembre |
67. 05 – 66. 80 |
95. 05 – 95. 25 |
4 Settembre |
66.50 – 66. 75 |
95. 00 – 95. 06 |
4 Settembre. |
66. 75 – 66. 60 |
95. 00 – 95. 00 |
Urbs antiqua ruit mullos dominata per annos;
Plurima perque vias sternuntur inertia passim
Corpora; et Euxini flammis freta late relucent.
VIRGILIO
Oggi compie l’anno da che le alleate milizie occidentali, riversandosi ad Eupatoria sul suolo della Crimea, traevano ad espugnare il più formidato baluardo, d’onde il Gigante del settentrione dominava il Mar Nero interdetto ai guerrieri vascelli delle altre nazioni di Europa. E parve impresa di si temerario talento che gli alemanni vaticinii fin dal principio della tremenda tutta annunziarono che il gallico valore andava miseramente ad infrangersi e ad ecclissarsi sotto le turrite granitiche mura di Sebastopoli, le quali efficaci si estimavano a respingere l’urto ancora del coalizzato Universo. Ma la erculea perseveranza dell’ardimento francese impavida incaminavasi a sostenere il cumulo spaventoso delle minacciate ruine; guardà con fiero sorriso le tempeste dell’Eussino, che flagellavano gli alleati bastimenti; si avvolse piena di vitalità e di favolosa energia in mezzo alle pioggie, alle nevi, ai ghiacci di bingo e crudissimo inverno; procedette nelle sue circonvallazioni spezzando inaccessibili rupi, stritolando adamantini macigni; e vittoriosa del freddo, della faine, della peste e di. quanti altri sono più strazianti disagi, in sul cominciare della primavera presentava da vicino le aquile napoleoniche alla città delle cento fortezze. Nulla ciò di manco; tante incredibili fatiche si pa lirono per arrivare a combattere! Or che dice la storia di quest’anno fatale della taurica penisola? Dice che gli occidentali quattro volte aggressori e due volte aggrediti mantennero, anzi aumentarono il prestigio di lor militare prodezza a fronte del. l’eroismo delle falangi moscovite. Aggrediti ad Inkermann e al ponte di Traklir sulla Cernaia, conservarono le loro posizioni; aggressori sull’Alma, ai Poggio Verde e due volte a Malakoff sempre si avanzarono, sebbene a Malakoff nel precedente tentativo le non ben corrisposte combinazioni strategiche facessero andar fallite le sperale conseguenze. Dunque in sei grandi battaglie, la vittoria cinque volte arrise agli alleati, una volta ai russi. Ma quella del 9 di questo mese è che veramente dee riguardarsi siccome la più gloriosa di tutte le altre; imperocché le truppe occidentali non solo si impossessarono della torre si diuturnamente contrasta la di Malakoff, ma indi, senza por tempo in mezzo, si spinsero eziandio ad assaltare Sebastopoli dalla parte meridionale, mentre i cannoni delle lor flotte e delle terrestri batterie fulminavano il porto della Quarantena e i bastimenti nimici (35)a. I russi, seguendo lor costume che è di distruggere ciò che non possono conservare, colarono a fondo i loro vascelli ed incendiarono la città laddove si aprirono il passaggio gli alleati; poscia, ritraendosi alla parte settentrionale, ben dimostrarono in quel concentramento di forze che si preparavano a novellamente combattere e che non credono ancora che la sorte delle arme abbiali del tutto abbandonati. E ben di questo loro intendimento di tentare una rivincita si accorse Pelissier, il quale fe’ collocare subitamente poderose truppe alla Cernaia, che forse in una seconda irruzione moscovita sarà (se già no’l fu) teatro di nuovi sanguinosi avvenimenti. Infrattanto egli è d’uopo con fessa re che la battaglia del 9 vinta dagli alleati è un successo cosi straordinario che non può non recar la più profonda sensazione anche ai diffidente giornalismo alemanno. Ora domanderemo di nuovo: Presa Sebastopoli, potrà sperarsi la pace? Ci si risponde che la Russia ben la desidera, ma senza esservi costretta dalle circostanze (36)b. Quindi la presa di Sebastopoli sarebbe la fine del principio della guerra. ' Ed è sotto questo aspetto che la riguardano le politiche intelligenze, le quali sanno che la Russia anche in un decennio di sventure spera sempre che almeno un giorno propizio per lei debba venire, e sempre confida che la vittoria di un giorno debba compensare le sconfitte di un decennio.
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L’ambasciatore russo Hubner munito di tutte le credenziali è giunto a Berna.
L’assenza prolungata da Pietroburgo del conte Valentino Esterhazy ambasciatore austriaco alla corte dello!czar Alessandro II si ritiene come conseguenza di un rifiuto fatto dalla Russia di cedere alle domande del gabinetto di Vienna e di evacuare il territorio turco in Asia. Dicesi (Gazz. di Mil.) che sarà in breve richiamato dalla News anche tutto il personale della legazione austriaca!
Domani a Vienna nella chiesa parrocchiale di Corte sarà solennizzato l'anniversario della fondazione dell’Ordine della Croce Stellata. Tutte le dame decorale dell’Ordine medesimo trovantisi a Vienna furono invitate ad intervenirvi.
Si stabilisce con grande operosità nella pianura di Saint-Maur un campo di cavalieri. Sono arrivati in Francia dalla Crimea i generali Lefaucheux e Lawency.
Il conte di Morny, presidente del Corpo legislativo di Francia, apriva il Consiglio generale di Puy de Dòme, di cui ha la presidenza, col seguente discorso: «Signori! Nell'anno decorso m’incresceva moltissimo che il mio stato di salute non mi permetteva di presiedere al consiglio generale ed oggi mi stimo felice di disimpegnare quest’obbligo che mercé la vostra benevolenza mi fu sempre facile ed aggradevole. In questo mezzo avvennero molte cose. Non è mia intenzione di esporvene ora un quadro, ma, senza che alcuno possa darmi una smentila, posso asseverare che il governo ha giustificalo tutte le aspettazioni del paese ed ha sciolto il difficilissimo problema di soddisfare all’orgoglio e agl'interessi della nazione. All’orgoglio del paese soddisfece coi successi delle armi, col cangiamento della posizione della Francia di faccia all'Europa e col nuovo carattere della sua alleanza coll'Inghilterra. Davvero, che se quarant’anni la alcuno avesse dello, che l'Inghilterra avrebbe affidato un giorno la sua regina ed il suo principe di Wales al successore di Napoleone I, che questa regina avrebbe visitato la sua tomba allato del nipote di questo imperatore, e sarebbe stata ricevuta dal popolo francese colla mass. ma venerazione e simpatia, nessuno avrebbe credulo a questa contraddizione dell’umana ragione, che del resto non ê che una prova del buon senso delle due nazioni, del buon cuore dei due sovrani e dell'imminente progresso della moderna civilizzazione. E non aveva ragione di dire che l'imperiale governo soddisfece agl'interessi del paese avendo in mezzo alla guerra continuato l’opera della pace? La grande rete delle ferrovie s'avvicina al compimento, l’industria ed il commercio si sviluppano, l’esposizione dei prodotti rivela i progressi fatti da più anni, e l’ultimo imprestito ha reso palesi delle fonti di ricchezza che la Francia stessa non conosceva, e che sono atte a distruggere le idee di paurosi economisti e ad ispirare grande fiducia nella prosperità dell’avvenire. Se rifletto a quanto si è fatto in questi due anni non posso non esternare l'opinione che se tutte le classi della popolazione della Francia tendessero allo stesso scopo, che è la glorificazione del governo e la possanza del paese, questa bella Francia conseguirebbe, Dio sa, qual grado di grandezza! Questa querela non devo del resto esprimere dinnanzi ai rappresentanti di un dipartimento, che in difficili tempi non s'è lasciato mai fuorviare e che era alla testa dei movimento che ridonò il trono al nipote dell'imperatore.»
Si annunzia (dal Nord) che il principe Carini ministro del regno delle Due Sicilie a Londra abbandonò la sua residenza.
Ai 2 Persigny da Parigi tornò a Londra.
Il ministro americano a Copenaga partirà in breve da quella residenza per più non ritornarvi.
Scrivesi dall'Holstein che il re di Danimarca preso da idropisia di petto non può giacere, ma è costretto a rimanere continuamente seduto, e dicesi non solo che siavi poca speranza di guarigione (Gazz. di Weim.), ma eziandio che un vapore stia sempre allestito, perché, morto il re, possa subito trasportare la sua sposa e il ministro di Scheele in Isvezia (Journ. de Francf.). La morte del re giungerebbe al paese in mal punto, perciocché la nuova Costituzione non è affatto discussa: le fazioni molte ed impotenti a dare alla Danimarca uomini che sappiano governarla. Oltre a ciò, il principe Ferdinando chiamato a succedere al trono non ha riconosciuto la nuova Costituzione. Né questo è tutto. Parecchi principi tedeschi, stretti con vincoli di parentela alla Russia, vantano anch'essi i loro diritti alla successione; e quantunque tali diritti sieno stati validati e ratificati dal protocollo di Londra, pure, nella attuali contingenze, sarebbero cagione di nuove complicazioni fra i Governi di Europa (Gazz. di Mil.). Finalmente non si dee perder di vista la quistione del Sund e la ostinazione americana che proclama essere il pedaggio danese un sopruso condannato dall’interesse a dalla giustizia. Il trattato, che su questo pedaggio esiste fra gli Stati Unili e la Danimarca, cesserà di ogni effetto ai 14 di agosto del 1856. Niuno può giudicare dell’esito della quistione che ornai dal dominio della discussione sta par discendere a quello dei fatti.
L’importo dei donativi in danaro entrati nelI'Uffizio dell'imperatrice Maria a favore dei militari feriti e delle famiglie degli uccisi nella difesa di Sebastopoli, ai 27 luglio ascendeva a 247, 582 rubli, ai 15 agosto già passava i 500,000. Più della metà delle somme raccolte fu già spedita in Crimea; e la ripartizione generale si fece il 14 del mese passato.
La notte del 26 al 27 agosto il bel villaggio di Radikoi, abitato per la maggior parte dalla colonia europea e greca di Pera per la sua villeggiatura, venne totalmente ridotto in cenere. L’incendio durò da un’ora dopo la mezzanotte fino alle ore sette del mattino.
A Costantinopoli, non è guari, il quartiere Psamatia fu distrutta da un terribile incendio. Le fiamme si propagarono anche nel quartiere greco-armeno; 2600 case unitamente alla grande chiesa greca divennero un cumulo di cenere e di ruine. Ai dervis si attribuisce la colpi di appiccato incendio.
Il generale Deherg, il quarte comandava a Sweaborg all’occasione dell'ultimo bombardamento, fu decorato dallo czar con l’Ordine di Sant'Andrea in premio dell'avere degnamente sostenuto l’onor nazionale nella difesa di quella fortezza.
Le tempeste, che già ricominciarono a imperversare nel Baltico, persuasero le squadre alleate a levar l'ancora dalle vicinanze di Cronstadt, il perché ai 25 agosto mossero verso la più sicura parte occidentale.
La flotta alleata del Baltico trovasi al presente, parte a Nargen, parte presso Seskaer. Ai 2 una fregata inglese e una corvetta francese da Seskaer tornarono a fare una ricognizione nelle acque di Cronstadt. Appo Tolbukin trovarono ancorale due fregate russe, che subito si ritirarono a Cronstadt.
Un ukase dello czar ordina che, a motivo dei mutamenti avvenuti nella condizione della guerra, sia sciolta in Polonia la Commissione superiore di campo.
Scrivesi da Parigi che sempre più si accredita la voce di una prossima campagna sul Danubio, e che il comando delle truppe francesi in quel