L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


Mongiana – Riunione del 4 Settembre 2004

di Nicola Zitara

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Siderno, 9 Settembre 2004

La partecipazione è stata minima, in sostanza un folto gruppo di neoborbonici-indipendentisti della Locride (che è la fascia marina a est di Mongiana – 40 chilometri di strada), un gruppo di giovani provenienti da San Giovanni in Fiore e Gianmarino del “Brigante”, unico non calabrese.

In compenso, area fresca, boschi, una bella mangiata di funghi, e non solo di funghi, alla trattoria che oggi si chiama “Degli amici” e che presto si chiamerà ristorante “Le Ferriere borboniche”.

Adesione incondizionata al progetto Zitara, ma nessuna partenza del movimento indipendentista, che ha bisogno di un più vasto consenso per poter essere organizzato.

L’incontro è stato invece rilevante per due aspetti:

Primo: l’esigenza di partire dalle realtà locali, in quanto non c’è luogo del Sud dove non divampi la disoccupazione e l’estraneazione politica.

Secondo: l’analisi dell’idea di Macroregione Sud, su cui vale la pena di soffermarsi brevemente.

 

Contro l’idea bossista di macroregione

L’idea di un’Europa macroregionalista viene dal compianto Francesco Compagna, direttore di Nord e Sud e docente a Napoli di una corso universitario di cui non ricordo l’intestazione, ma sicuramente inerente al tema regionale  e regionalista. Compagna fu anche ministro o sottosegretario in uno o più governi quadripartiti, in quanto notabile del Partito Repubblicano, che ha sempre avuto nel suo grembo una componente regionalista, quella risalente a Carlo Cattaneo e altri federalisti risorgimentali.

Da Miglio e Bossi, il regionalismo è stato ripreso in termini fiscal-colonialisti. Quindi niente da fare con simili ministeriali cialtroni.

Però se partiamo da loro, si capisce tutto. I padanisti vogliono (e non invece “vorrebbero”, infatti l’hanno già vinta in tutto e per tutto, e per merito non di Berlusconi, ma di D’Alema), dico vogliono  e hanno già imposto il federalismo fiscale e il federalismo della burocrazia, della scuola e degli ospedali. L’unità d’Italia resta in piedi

1) per il mercato nazionale delle merci padane, dei capitali bancari e della manodopera operaia;

2) per le istanze in cui viene ben remunerata l’arlecchinesca e pulcinellesca classe politica nazionale, regionale, provinciale e comunale (in sostanza padanista) e gli stessi partiti nazionali.

In comune resterebbero l’esercito, i carabinieri, la guardia di finanza, la polizia (ovviamente, data la paga, uomini del Sud), le strade, le ferrovie, le poste e cose simili.

La parte industriale d’Italia continuerà a vendere alla parte (non so come definirla, chiamiamola=) confusionale dello stato italiano le automobili, le relative assicurazioni, i cotonfiocchi, i cessi, le sedie, i fogli di carta, la farina, le pizze, le brioche, gli aghi, i cucirini, la carne, le mele, il vino, l’olio. Insomma tutto, tranne le arance e i fichidindia.

Da che cacchio dovrebbe, allora, arrivare il lavoro e l’occupazione? Dai vasi di terracotta? Dal sole e dal mare? Dal vento di scirocco?

La civiltà non si mangia. Anzi è bene ribadire che solo i luoghi ricchi e avvantaggiati hanno espresso ed esprimono culture esemplari a livello mondiale. Atene, Firenze, la Gran Bretagna, la Germania, gli Usa hanno vinto culturalmente solo dopo aver vinto commercialmente.

I nuovi investimenti, nonostante il federalismo,  andranno “lì dove scorre il fiume”. E’ pazzesco immaginare che:

A)       l’armata bancaria possa essere portata in combattimento dai caporali. Gli stati maggiori operano dove opera la borsa, quindi a Milano; qui operano i caporali, più che altro per effettuare dei rastrellamenti di mafiosi.

B)        Il rischio, che la banca affronta, non è diluito in ogni sua operazione (cosa che capitava soltanto con le piccole banche locali). La banca lo affronta sotto la copertura della Banca d’Italia lì dove questo rischio è concentrato su un nome nazionale e può essere, quindi, facilmente trasferito sui fessi, come le operazioni Argentina, Cirio, Parlalat hanno fatto vedere a tutti e come ben presto vedremo con Fiat, Alitalia e Ferrovie. La banca non rischia un euro con un Mario Russo qualunque che fabbrica scarpe di corda a Positano o con Pasquale Latassa che concia pelli sulle Serre calabresi. Gli fa credito per una frazione delle necessità di capitale circolante. Al resto provvede la Divina Provvidenza, se uno ci crede. E se uno non ci crede, ipoteca la casa e stringe la cinghia fino alle budella.


Avvocati, ingegneri, medici, professori, operai, studenti, casalinghe, tenetevi l’Italia, se avete le gambe storte come Garibaldi! Fra le sue gambe poteva passarci un porcellino. Il porcellino porta bene, ma può anche farvi inciampare. Viva Bologna, la patria che tutto il mondo sogna!





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Mongiana 4 settembre 2004


Un ponte verso il futuro!

Itinerario inviato il 21 agosto 2004 da Nicola Zitara alle 12:58

Riunione del 4 Settembre a Mongiana

Geografia viaria

Su una cartina geografica d’Italia, localizzate la città di Nicotera sul Mar Tirreno (a sud di Tropea e di Capo Vaticano, a nord rispetto a Gioia Tauro e Rosarno).

Applicate sulla carta geografica una riga o un foglio di carta in modo da  sottolineare un ideale congiungimento tra Mar Tirreno e Mar Jonio. A metà di tale ideale parallelo c’è Mongiana. La cui altitudine sul livello del mare credo stia intorno agli 800/900 metri. Il paese è immerso nei boschi. Appartiene, appunto, all’area boschiva delle Serre. Recentemente vi ha soggiornato Paola Ruffo, regina del Belgio, ospite del Corpo Forestale, che a Mongiana ha il suo centro di addestramento e un immenso parco.

Dal punto di vista di chi viaggia in automobile, Mongiana non è toccata dalle grandi strade Sud/Nord, cioè dall’autostrada Salerno- Reggio e dalla Nazionale 106 (Reggio-Taranto).
Dista da esse circa un’ora di automobile (per chi guida con prudenza).


Itinerario stradale

Per chi arriva dalla Sicilia o da Reggio


Percorrere l’autostrada per Salerno
Uscire allo svincolo di Rosarno
Qui si hanno due ipotesi:
  • 1° Raggiungere Laureana di Borrello (pochi chilometri da Rosarno) e qui imboccare una strada provinciale che sbocca direttamente a Mongiana.
  • 2° Imboccare la super-strada Tirreno-Jonio. Raggiungere il  punto più alto (circa 20 km. Di percorso). Prima della galleria di valico (ben visibile e ben segnalata), svoltare per lo svincolo che porta alla >>> Limina (che non è un centro urbano, ma un monte). Si prosegue per una strada male asfaltata o non asfaltata. A tre chilometri circa s’incontra un bivio. Prendere e destra. Qualche chilometro ancora e s’imbocca una strada finita da poco, che in una decina di chilometri porta a Mongiana.
Entrambi i percorsi attraversano bellissimi boschi.     


Per chi arriva da Napoli o da Bari in autostrada Salerno Reggio

  • Uscire allo svincolo Pizzo Calabro – Angitola (sito al fondovalle). Prendere la strada nazionale 110 (detta dell’Angitola, che va verso le Serre). E’ la strada borbonica che portava dalle Ferriere di Mongiana al porto di Pizzo. Si attraversano alcuni centri, fra cui Serra San Bruno, le cui chiese meritano di essere visitate per farsi un’idea della vecchia Calabria. Dall’autostrada a Mongiana c’è circa un’ora di viaggio. 

Treno


In partenza da qualunque luogo: raggiungere Lamezia Terme prima delle 9,00 del mattino del 4 Settembre. Alle 9,00, ci sarà a prelevarvi qualcuno dell’organizzazione.
Aereo

Raggiungere l’aeroporto di Lamezia per le 9,15 del mattino del 4 Settembre. Alle 9,30 qualcuno dell’organizzazione vi preleverà.
  
Chi arriva in treno o in aereo è bene
lo segnali precedentemente all’indirizzo Internet di FORA.

Segnalare anche il tipo di albergo desiderato
mediante il numero delle stelle. Lo prenoteremo.
I pasti principali saranno presi in comune.

Saremo riconoscibili mediante qualcosa che si riferisca all’incontro.


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LE NOSTRE INTEGRAZIONI GRAFICHE (WEBMASTER)
Le cartine sono tratte da: https://www.viamichelin.com
PER COMUNICARE CON ZITARA, POTETE
SCRIVERGLI UN MESSAGGIO DI POSTA ELETTRONICA
INVIARGLI UN MESSAGGIO COMPILANDO UN FORM
Di seguito una rappresentazione grafica delle indicazioni di Zitara
per raggiungere Mongiana


zitara4se01

Ecco i percorsi indicati da Zitara:
  • Uscita A3 - Pizzo >>> Mongiana
  • Laureana di Borrello >>> Mongiana
  • Monte Limina >>> Mongiana

  • zitara4se02

    >> Torna all'Annuncio di Zitara

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    Nella cartina seguente il dettaglio delle strade indicate da Zitara


    itinerari per mongiana

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    Mongiana - le nostre precedenti indicazioni

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    From: "Alessandro Romano"
    To: eleaml
    Subject: MSG 04 - 184 - Movimento per il SUD
    Date: domenica 22 agosto 2004 22.20
    borbone Rete di Informazione
    delle Due Sicilie



     [....]
    Cap. Alessandro Romano

    Notizie e foto a cura della Rete


    Museo delle Ferriere - Ferdinandea

    A Mongiana sono ancora visibili i resti di un complesso siderurgico e di una fabbrica d'armi, destinata alla produzione di cannoni, doppiette, sciabole, binari, catene ma anche di utensili (bracieri, mortai) e balconi.
    Comprendeva la Fonderia, le ferriere di Santa Teresa e Robinson, le fabbrichette dell'armeria, gli alloggi della guarnigione militare e il Boreau.
    L'insediamento produttivo fece di Mongiana la capitale industriale del Sud; si pensi che in certi periodi trovarono lavoro 1.200 persone. La storia di questo "polo industriale" ante litteram si articola attorno a tre date.

    Nel 1768 sorse il primo complesso siderurgico, progettato dello spagnolo G.F. conty; la fabbrica d'armi fu costruita nel 1809 ad opera di P.J. Latour; infine, nel 1834 venne edificato il nuovo complesso siderurgico che, in onore di re Ferdinando II, fu chiamato "Ferdinandea". La decadenza dell'insediamento iniziò con l'unificazione del regno; dopo un breve periodo durante il quale l'attività produttiva continuò sotto la gestione dell'esercito, il complesso fu acquistato da privati. Nel volgere di pochi anni l'attività cessò e rimasero i resti ancora oggi visibili di quello che è l'unico vero reperto di archeologia industriale della provincia di Vibo Valentia.

    Il comune è stato fondato l'8 marzo 1771 sul colle Cima, quale residenza delle guarnigioni militari impegnate nelle Regie Ferriere e nelle fabbriche d'armi, volute da Ferdinando IV di Borbone e la Villa Vittoria.
    Oggi è una caratteristica località immersa tra i boschi e attraversata da corsi di acqua limpida: l'ideale per chi ama vivere a diretto contatto con la natura.
    Ha una superficie di 20,70 km2 ed una popolazione di 1000 abitanti; si trova a 43 km a sud-est dal capoluogo ed è situata a 922 m. sul versante ionico delle Serre.
    Nelle vicine località si San Nicola, Ciaramida e Limite vi sono sorgenti d’acqua oligo-minerale.
    Da visitare i resti delle Fonderie Pubbliche Borboniche e la Villa Vittoria.
    Feste: San Rocco, il 16 agosto e Santa Maria delle Grazie, 1 e 2 luglio.

    Mongiana: il laghetto
    Mongiana: laghetto


    Mongiana: la chiesa madre
    Mongiana: la chiesa madre


    Il Ponte sul Garigliano realizzato nelle acciaierie di Mongiana
    Il Ponte sul Garigliano realizzato nelle acciaierie di Mongiana




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    Parte il Movimento di liberazione del Sud Italia
    Annuncio - Urgente!(Nicola Zitara)
    Riunione del 4 Settembre a Mongiana - Itinerario inviato il 21 agosto 2004 da Zitara
    Mongiana - le nostre precedenti indicazioni
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