Le disavventure in cui i meridionalisti s'imbattono in
occasione
delle ricorrenti tornate elettorali dello Stato italiano hanno portato
le nostre interne contraddizioni a esplodere. E' infatti assurda la
pretesa di partecipare alla vita pubblica senza altro progetto che
farsi eleggere a qualcosa. I fiaschi amareggiano, ma ancor peggio
sarebbe un successo finalizzato a portare borracce ai mestatori
dell'Italia padanista. Andrebbe sprecato sull'altare della
vanità e del vaniloquio il proficuo lavoro di recupero culturale
fatto fin qui.
Le motivazioni politiche e umane del separatismo sono state
esposte
parecchie volte. Si è detto che non è questione di
bandiere, di fanfare, di uniformi, di dinasti, e meno che mai di lingua
e di cultura. Niente che abbia a che fare con Dante con Michelangelo
con Cesare Beccaria con Gaetano Donizzetti con Alessandro Manzoni con
le nevi delle Alpi o con le nebbie della Palude Padana. E neppure con
gli altri italiani qualunque. L'indipendenza riguarda la funzione
regolatrice dell'ente Stato nell'economia, nei rapporti sociali, nella
vita privata, sul risparmio, sul destino degli individui e delle
famiglie, sull'onore di ciascuno, nelle finalità che un paese
libero si prefigge. Relativamente al nostro paese, principalmente la
produzione, che sta alla base dell'occupazione.
Una nazione unitaria per cultura, per religione, per principi
morali, per lingua e territorio può dar luogo a più
formazioni sociali, cioè a collettività che in un momento
dato si pongono finalità pratiche diverse. E' il caso italiano,
con un Centronord che gode della piena occupazione, che anzi importa
manodopera extracomunitaria per coprire i vuoti demografici e che si
prefigge un più alto grado di competitivitÃ
internazionale, utilizzando a tal fine anche il risparmio e le altre
risorse che le popolazioni meridionali possono offrire, e un Sud che
non controlla le proprie risorse e che versa in un miserando vuoto
produttivo e occupazionale.
Il punto di partenza dell'indipendentismo risiede nel
diritto/dovere
di rispettare il nostro passato, i nostri morti, le risorse che da loro
abbiamo ereditato e il nostro stesso lavoro, che stiamo buttando al
vento. Il punto di arrivo è una profonda rivoluzione sociale.
Per un'estrema esigenza di chiarezza ribadisco ancora una
volta che
il progetto separatista non configura un'azione militare contro
chicchessia, all'interno o all'esterno del paese. La fondazione di un
nuovo ordinamento giuridico s'impernia intorno al riordino del peso
politico ed economico che hanno le classi sociali nel nostro sistema,
il quale è stato fissato d'autorità dall'esterno e contro
l'interesse generale, al momento dell'unificazione sabauda, e mai
riequilibrato in appresso.
Lo Stato è impersonato e diretto dagli uomini, o per essere
più precisi dalle classi storicamente dirigenti. Da questo
angolo visuale il paese meridionale ha il problema negativo di dover
soggiacere all'arrangismo, al parassitismo, al loggismo, alla
strategica e programmata inefficienza di una borghesia priva di un
proprio status economico, e pertanto sempre disposta ad allungare la
mano per una mancia lasciata cadere da Roma, da Milano, da Genova.
Inutile nascondersi dietro il dito. La nascita dello stato
meridionale comporta una rivoluzione contro i discendenti ed eredi
spirituali di quei generali, ammiragli, maggiori, capitani, avvocati,
medici, notai, poeti e filosofi, che svendettero la patria e
rinnegarono il giuramento fatto, per i quattro soldi che gli emissari
di Cavour e i consoli inglesi distribuivano nelle città e nei
porti duosiciliani. In primo luogo il Sud deve condurre una rivoluzione
morale che ristabilisca fra la sua gente l'idea d'onore privato e
pubblico.
Evviva Carlo Magno
quando magna e fa magnÃ
bisogna che si trasformi in un amaro ricordo e non viga più
come una furbesca (ma ridicola) pratica di vita.
Enuncio le mie idee, e le pongo a base della discussione che
dovrà portare alla formazione di una forza politica.
La conquista del potere avverrà dal basso, comune per comune.
Le sezioni comunali del movimento affronteranno i problemi locali con
equilibrio, onestà di giudizio, senso della collettività .
Una commissione provinciale di probi viri applicherà la censura
ai non onesti.
Fino a quando il risanamento morale della società meridionale
non sarà un fatto compiuto, il Movimento sarà guidato da
un direttorio.
Una forte presenza nelle realtà locali prosciugherà l'acqua in cui nuota il parassitismo parlamentare e consiliare padanista. I suoi esponenti dovranno cambiare mestiere e magari adattarsi a mangiare un pane faticato. La pressione dal basso svuoterà di peso politico le rappresentanze romane. La secessione parlamentare sancirà la separazione.
Il Sud indipendente non potrà permettersi il lusso di un
governo parlamentare per parecchi anni. Ciò almeno nel senso
cartista, elettorale e liberale. Potrebbe avere, al più, una
consulta nazionale o un senato scelto per cooptazione.
Lo stato assumerà la forma di una monarchia amministrativa
retta dal legittimo discendente di Francesco II di Borbone. Ciò
prima di tutto per pagare il debito morale contratto dalle popolazioni
meridionali verso una dinastia amante del popolo e amata dal popolo,
che seppe emancipare il paese dai ritardi e dai pesi ereditati dal
Viceregno spagnolo e che, nonostante le immense difficoltà , ebbe
la saggezza e l'immaginazione per riportarlo sulla strada dello
sviluppo economico e materiale.
In secondo luogo, avendo il re il carattere di un mito
terreno, la
forma monarchica darà coesione a un paese moralmente disgregato
e degradato, che non riconosce più se stesso.
In terzo luogo, il Sud indipendente dovrà contare su un
esercito e su forze di polizia disciplinatissimi. Per chiunque indossi
una divisa, le gerarchie sono funzionali al ruolo. Un capo designato
per diritto dinastico, e quindi indiscutibile, rinsalda i ranghi
militari e conferisce alla funzione gerarchica una valenza immediata e
istintiva.
Se a un certo punto del suo governo, il re vorrà sottoporre
al popolo la permanenza della forma monarchica, il gesto avrà un
gran peso per la maturazione del paese.
Le opinioni saranno libere, la manifestazione delle idee sarÃ
garantita e assistita economicamente dallo stato. I sondaggi d'opinione
saranno condotti da istituzioni indipendenti dal potere politico e resi
pubblici.
I partiti politici potranno e dovranno sorgere sin dal primo
giorno
dell'indipendenza al fine di formare la gente a giudicare l'azione del
potere governante e perché essi stessi si preparino per il
momento in cui il paese passerà al sistema elettorale.
Il diritto di riunione in pubblici assembramenti resterÃ
sospeso fino alle prime elezioni parlamentari.
Sarà garantita la libertà religiosa. La libera
espressione dei culti non dovrà rivelarsi pregiudizievole per la
morale corrente. Le associazioni e i circoli cattolici goderanno del
sostegno pubblico nell'opera di guidare moralmente i giovani al
rispetto di sé e degli altri.
La certezza del diritto e l'indipendenza della magistratura
saranno
un pilastro del nuovo Stato.
I giudici saranno sorteggiati fra gli avvocati che abbiano
raggiunto
il sessantesimo anno d'età e abbiano esercitato la professione
per trent'anni. Eserciteranno la funzione giudicante in sedi lontane
almeno 150 chilometri dal luogo di nascita e di residenza. Resteranno
in funzione senza limiti di età , fino alle eventuali dimissioni.
La corte di cassazione sarà fondata dai 15 professori di
materie giuridiche più anziani nello Stato e sarÃ
allargata e rinnovata per cooptazione.
L'azione penale sarà obbligatoria e sarà esercitata
dagli organi di polizia mercé l'ausilio di avvocati e
procuratori scelti di volta in volta fra i professionisti residenti
fuori del circondario.
I giudizi di primo grado non saranno appellabili. La corte di cassazione li riesaminerà automaticamente e potrà ordinare, senza limiti, la rinnovazione di ogni processo.
Le classi istruite e professionistiche hanno deleteriamente
influito
sulla vita e sulla libertà degli italiani del Sud. Queste classi
non dovranno soverchiare la pubblica opinione e stare sopra le altre,
al fine di assicurasi una rendita di posizione, ma andranno riportate a
un normale ruolo economico e sociale.
Si hanno due diverse disfunzioni sociali. Da una parte le
famiglie
sono pesantemente onerate dal costo degli studi universitari.
Dall'altra i potenziali fruitori dei servizi professionistici, che non
dispongano di adeguati mezzi di spesa, spesso rinunziano a domandare il
servizio.
In uno Stato moderno il godimento generale dei servizi fa
parte
della civiltà . Pertanto tutti i servizi professionisti saranno
offerti gratuitamente e pagati attraverso la fiscalità generale.
L'esperienza più che secolare della scuola pubblica suggerisce
che il professionista può produrre il servizio di sua competenza
come pubblico dipendente. Niente osta alla generalizzazione del
modello, se non l'avarizia e l'arroccamento degli istruiti nel loro
privilegio.
Gli ordini professionali, retaggio del Medioevo, saranno
vietati,
così pure i circoli e le mense riservati a ceti e persone
determinati. Il titolo accademico sarà riservato a coloro che
esercitano la professione corrispondente alla laurea conseguita.
L'istruzione sarà un servizio pubblico. Le scuole elementari
e le scuole medie avranno carattere comunale o circondariale. Gli
insegnanti saranno designati dal senato scolastico comunale o
circondariale. Le scuole tecniche dipenderanno dal ministero competente
per materia. I licei e le università dipenderanno da un organo
centrale.
Le scuole primarie saranno insediate preferibilmente fuori dai
centri urbani, in modo che ogni ragazzo venga a conoscenza delle
pratiche agricole. La manualità negli antichi e nei nuovi
mestieri costituirà un obiettivo primario nella formazione
giovanile.
I libri e il materiale didattico saranno a carico dello Stato.
Saranno previsti dei corsi di eccellenza per gli studenti più
promettenti. L'ingresso alle università avverrà per
esami. Gli studenti universitari riceveranno un salario fino alla
laurea. I laureati non occupati otterranno come tutti i disoccupati un
contributo pubblico per il sostentamento.
Le correnti forme di assicurazione per infortunio e le
contribuzioni
pensionistiche, fonti di inaudite speculazioni sul lavoro altrui,
saranno riportate alla spesa pubblica statale. La liquidazione di fine
servizio sarà soppressa. Sarà invece favorita con un
premio la formazione delle nuove famiglie.
La popolazione che abita il paese meridionale è in eccesso rispetto al territorio, fortemente segnato dalla presenza di alture. La soluzione del problema ha carattere culturale e morale. Saranno le giovani generazioni a dibatterlo e a dargli un'equilibrata risposta. Un paese libero, la cui organizzazione non sia ispirata dal profitto capitalistico, non può avere interesse a un eccesso di popolazione. In ordine a detta problematica sarà fondato un istituto di demografia occupazionale.
Circa l'idea di ricchezza nazionale circolano nelle accademie
smisurate falsificazioni. Il cosiddetto prodotto interno lordo è
ottenuto attraverso la sommatoria degli incassi di ciascuno. Ma un
paese non è una somma di individui, qual è considerato
dalla filosofia liberale. E' un corpo che lavora assieme - a volte
organicamente, a volte no. E' (o dovrebbe essere) un'entitÃ
culturale collettiva e una società che collabora
produttivamente. La sua condizione economica è misurata dalla
ricchezza prodotta, distribuita o risparmiata in vista di nuovi
investimenti produttivi di natura materiale e morale. Le bolle
finanziarie e le speculazioni non sono produzione, né la
favoriscono veramente.
Nel vigente sistema le grandi aziende sono dirette da
dipendenti
cointeressati al profitto, mentre la proprietà è divenuta
rendita pura, come nel feudalesimo. Lo Stato è al servizio dei
ceti parassitari e interviene a loro favore in modo obliquo alimentano
l'idea che essi siano i fattori portanti dell'economia nazionale. In
effetti sono le aziende piccole e medie a realizzare gran parte della
produzione e a far fluire cospicue rendite al parassitismo delle banche
nazionali. Il carico della spesa pubblica ricade in proporzione vicina
al 100 per cento sulle spalle dei lavoratori.
Nel nuovo Stato le aziende apparterranno alla proprietÃ
privata di chi ci lavora dentro e di chi rischia i propri risparmi
nell'impresa. Il lavoro dipendente dovrà essere superato
attraverso forme societarie fra i produttori. Si tratta della forma
più vera di liberalismo.
L'unità monetaria sarà ancorata all'oro e/o alle
valute forti. Il sistema bancario sarà statale e diviso per
settori in banche industriali, banche agricole, banche commerciali e
banche per il consumo. La banca per l'assistenza ai bisogni familiari
andrà rivitalizzata. Il sistema creditizio andrà diviso a
più livelli, con banche comunali, banche regionali e banche
nazionali. La loro attività andrà resa pubblica e
sarà pubblicamente discussa, in quanto (anche oggi)
l'attività bancaria è propriamente attivitÃ
politica e quindi non va esercitata dietro cortine fumogene.
Le abitazioni saranno di chi ne ha titolo secondo la
tradizione
civilistica romana. L'imposta sui fabbricati sarà corrisposta ai
comuni e corrisponderà al canone d'affitto corrente. Gli altri
immobili passeranno ai comuni, con privilegio di locazione a favore del
vecchio proprietario.
La successione degli immobili non potrà dividere le
unità immobiliari.
La proprietà delle terre che non siano piccoli orti
passerà ai comuni. Questi le assegneranno ai precedenti
detentori, se agricoltori. Negli altri casi le daranno in locazione ad
agricoltori professionali. La produzione agricola sarÃ
progettata e guidata dai comuni, dalle regioni e dallo Stato,
attraverso organi composti da eletti e da specialisti.
Il commercio, l'artigianato, l'industria e ogni altra
attività saranno regolate secondo il diritto privato. Le persone
fisiche e le società presenteranno annualmente i bilanci
aziendali al pubblico giudizio e in pubbliche assemblee, che saranno
comunali, regionali o nazionali. La competenza sarà determinata
dal rilievo dell'impresa nel quadro economico complessivo. Dopo essersi
impadronite del nostro lavoro, le multinazionali e in genere le grandi
aziende, attraverso la pubblicità e le altre correnti forme di
plagio dei singoli, si vanno impadronendo non solo della nostra
capacità di spesa ma anche del nostro libero arbitrio. Pertanto
la democratizzazione delle aziende e il controllo politico delle loro
attività costituiscono un'esigenza umanistica.
Le aziende potranno essere sottoposte ad amministrazione
controllata
nel caso che insorga timore per l'economia nazionale.
Lo Stato e gli altri enti territoriali conferiranno alle
persone
fisiche e alle persone giuridiche gli impianti e i macchinari con un
contratto di leasing. Le banche industriali forniranno il capitale di
esercizio dietro garanzia personale e solidale dei proprietari.
Lo stato e gli altri enti potranno avviare delle imprese
associando
i privati in base al contratto di compartecipazione.
Il movimento dei capitali con l'estero sarà gestito dallo
stato.
Nei comuni in cui siano presenti imprese a sufficienza perché
l'istituzione possa funzionare, saranno aperte delle borse valori. Il
commercio dei titoli avverrà con girata nominativa nella forma
più semplice e in esenzione di imposte. La devoluzione mortis
causa dei titoli avverrà per testamento, senza alcuna riserva
per i legittimari. In mancanza di testamento i titoli saranno assegnati
agli eredi legittimi in parti esattamente uguali.
La finzione tributaria che distribuisce fra un'infinità di voci il carico fiscale cesserà . Sarà in vigore una sola imposta diretta sul reddito delle persone fisiche, e due imposte indirette: una sui consumi che si vorranno contenere, in particolare un'imposta di fabbricazione sugli involucri non biodegradabili come le bottiglie di plastica, e una seconda rappresentata dal dazio internazionale d'entrata e d'uscita, entrambe con aliquote specifiche.
La consistenza degli scambi globali lascia intuire che
l'umanità cammina (forse) speditamente verso un'organizzazione
giuridica di Stati continentali e verso sovranità continentali.
Gli Stati di origine feudale e le divisioni nazionali dovrebbero essere
superati. Al vertice è supponibile la formazione di una bilancia
del potere fra Stati continentali; alla base le autonomie regionali e
macroregionali potrebbero avere una consistente fioritura.
Oggi, il percorso di tutti i popoli verso il benessere
materiale si
sviluppa attraverso gli scambi. E tuttavia gli scambi avvengono sotto
l'egida della concorrenza per gli sbocchi e della aggressivitÃ
militare. L'una sostiene l'altra, con gran pericolo per la sorte delle
persone e per la vivibilità dell'ambiente terrestre. In teoria
esiste una strada alternativa allo sviluppo materialmente e moralmente
violento. Sulla base della tradizione del diritto naturale e di
esperienze come la Società delle nazioni e dell'Organizzazione
delle Nazioni Unite si può immaginare che essa debba essere di
tipo contrattuale. In effetti il concetto di diritto e di
organizzazione giuridica rappresentano la strada pratica dell'opzione
non violenta, a patto però che il neocontrattualismo si appoggi
su una morale corrente di tipo umanistico e mutualistico.
Lo stato meridionale che verrà deve spiritualmente prepararsi
a tutti i possibili eventi della storia futura.
Esso non ha alcun interesse a permanere e a sostenere l'Unione
Europea, che fonda la sua morale sul profitto capitalistico e affida
all'ingordigia efficiente l'avvenire delle popolazioni coinvolte. Un
marcato interesse ha invece alla vitalità e allo sviluppo delle
collettività presenti nel Continente mediterraneo. Di primaria
importanza è che abbia fine la lotta tra ebrei e palestinesi. La
nostra proposta è che nasca uno stato unico, popolato da ebrei e
arabi con pienezza di diritti civili e politici. Il potere legislativo
sarà esercitato da due assemblee, una eletta dai cittadini ebrei
e una eletta dai cittadini palestinesi, ciascuna di 150 membri, le
quali discutono e deliberano contemporaneamente. I voti in un senso
ottenuto da una delle due assemblee si sommano con i voti nello stesso
senso espressi dall'altra assemblea. Il potere esecutivo sarÃ
esercitato da nove stranieri non arabi e non ebrei, scelti in gruppo
dalle assemblee parlamentari per come sopra e revocabili in gruppo.
Egualmente stranieri non arabi e non ebrei saranno i giudici
penali,
l'esercito e le forze di polizia. Il parlamento deciderà quali
eserciti nazionali forniranno i contingenti militari necessari a
mantenere la pace e l'ordine nel paese. Ai cittadini del nuovo stato
è fatto divieto assoluto di portare armi da fuoco, compresi le
armi da caccia, e le armi bianche capaci di infliggere gravi ferite.
Sarà anche vietata la vendita di esplosivi e di qualunque altro
tipo di arma.
L'intolleranza religiosa e razziale costituiranno reato penalmente perseguito.
Il Movimento per la Liberazione del Sud Italia avrà base
comunale. In ogni comune, anche fuori del Meridione, si formeranno una
o più Compagnie. Le Compagnie sono subordinate al direttorio
unico. L'adesione al Movimento è pubblica e comporta il
giuramento di agire politicamente in modo conforme alle decisioni.
Saranno ammesse soltanto le persone capaci di fedeltà .
Le domande di adesione saranno accompagnate da un curriculum
politico. L'adesione al Movimento è consentita ai nati in un
comune del Sud Italia e ai loro figli nati altrove, limitatamente alla
prima generazione. Gli oriundi meridionali di successive generazioni
saranno ammessi caso per caso.
L'aspirante sodale che appartenga ad altre associazioni
culturali,
ricreative o religiose sarà ammesso solo per decisione del
Centro.
Gli iscritti contribuiranno al funzionamento del Movimento.
Le Compagnie parteciperanno attivamente alla vita politica
comunale
e, dove possibile, presenteranno i loro candidati alle elezioni
municipali.
E' fatto divieto di concorrere ad altre competizioni
elettorali.
Spetta al direttorio di stabilire se, quando e dove concorrere in altre
competizioni elettorali.
Il Movimento adotterà una bandiera bianca con al centro un simbolo che richiami l'idea di fratellanza umana.
Il primo congresso, che sarà di fondazione, si terrÃ
nei pressi delle Ferriere di Mongiana Sabato 4 Settembre prossimo
venturo.
Si prega chi intende intervenire di darne notizia al
sottoscritto.
E' bene che altre tesi, che si intende sottoporre al
dibattito,
siano preventivamente pubblicate in un solo corpo editoriale. In tal
senso la pubblicazione elettronica Fora! …è a disposizione di
tutti.
Nei
prossimi giorni pubblicheremo tutti
i documenti presentati e discussi durante l'incontro.
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