In alto, i collegamenti alla lettera di Ciampi al Mattino di Napoli e ad un vecchio articolo di Zitara. Vuol essere il nostro contributo al dibattito sulla "emergenza Napoli" (non la prima e neppure l'ultima, purtroppo) che in questi giorni ha scomodato fior di commentatori, opinionisti, politici, sociologi, economisti.
Un accostamento il nostro, politicamente 'blasfemo', tra il garante dell'unità nazionale qual è il nostro Presidente checchè se ne dica o si pensi ed un vecchio teorico delle due Italie qual è Nicola Zitara.
Il tema è Napoli, ex capitale del Regno delle due Sicilie, oggi città maledetta dove torna a risuonare non senza motivo il grido di Edoardo De Filippo: FUJETEVENNE!
Secondo noi, solo uno scatto di orgoglio dei Napoletani potrà creare quella tensione ideale necessaria per voltare pagina definitivamente. Questo avverrà solamente se si imboccheranno strade nuove sia in termini di rappresentanza, che di prospettive, il che non vuol dire obbligatoriamente andare in direzione delle due Italie come prospetta l'amico Zitara.
Di sicuro questa Italia andrebbe rifondata partendo, stavolta, da Sud magari anche attraverso una operazione-verità sulla formazione dello Stato Nazionale.
Utopia?
A noi, ogni tanto, piace sognare.
Il
Presidente ha promesso di invitare a Napoli altri capi di stato? Bene.
I Napoletani hanno bisogno di scelte di questo tipo, per risalire la
china, non di retorica patriottarda.
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Sono a Napoli perché voglio essere vicino ai miei concittadini napoletani in un momento di disorientamento. Ho fiducia che sapremo superarlo. Di fronte all’intensificarsi dei casi di criminalità, i napoletani non sono né rassegnati né inerti. Questo è anche il mio stato d’animo, questo è il significato di questa mia presenza.
Esiste un indubbio disagio sociale ed economico, che coinvolge Napoli e l’intero Mezzogiorno.
Napoli è in grado di affrontare questi problemi sulla base dei suoi valori, delle sue tradizioni, delle sue risorse. Ci vuole l’impegno di tutti: della cittadinanza, delle istituzioni centrali e locali, della magistratura, delle forze dell’ordine, dell’imprenditoria. In una parola: dobbiamo anche in questo caso fare squadra.
Serve che nella scuola i ragazzi trovino un luogo accogliente di istruzione, di formazione della coscienza civile. Il progetto dei «maestri di strada» deve essere sostenuto ed ampliato.
Ci vogliono iniziative che diano fiducia alla popolazione del Mezzogiorno, che suscitino speranze.
Napoli deve rilanciare i suoi progetti di sviluppo e proporne di nuovi. Napoli ha straordinari punti di forza: lha un golfo e un porto al centro dei traffici del Mediterraneo, collegati a strategici nodi stradali e ferroviari; ha un patrimonio naturale e artistico che fa di Napoli e dei suoi dintorni uno dei massimi poli di attrazione turistica in Italia e nel mondo; ha costruito nei secoli un grande sistema culturale e universitario, dalle antiche radici umanistiche, che oggi risponde anche alle esigenze di ricerca, di formazione, di stimolo di iniziative imprenditoriali avanzate; ha un artigianato vitale, dalle grandi tradizioni. Consapevoli e orgogliosi di questa realtà, dobbiamo saper superare le difficoltà presenti, avendo sempre a cuore, nei nostri comportamenti, l’immagine di Napoli nel mondo.
Dobbiamo ricreare quello spirito positivo
nato dieci anni fa in occasione del G7. Anche per questi motivi, ho
invitato il presidente del Portogallo, Sampaio, a Villa Rosebery;
perché possa ammirare le straordinarie bellezze di questa antica
capitale: una città che amiamo, che tutti gli italiani amano,
che il mondo ci invidia.
Sta in noi darle nuovo splendore.
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