Il Napoli Calcio, come qualcuno che segue questo sport sa, versa in acque molto cattive : ovvero rischia il fallimento come società e la non iscrizione e relativa partecipazione al campionato di serie B.
Le ragioni che hanno determinato questo status sono diverse e risalgono
in primis alla gestione del ex presidente Ferlaino che, dopo l’epopea
maradoniana, ha confuso il suo ruolo di primo tifoso con le personali
ambasce economiche trascinando la società in un vortice
inestricabile di debiti dove non si è mai capito quali fossero
quelli realmente della società e quali i personali.
Alla fine se ne è uscito risolvendo i suoi problemi e
consegnando “il pacco” al bresciano Corbelli, l’imprenditore delle
teleaste d’arte in cerca di visibilità ed affari dalle nostre
parti. Pescato quest’ultimo dalla finanza per la dubbia
autenticità di alcune opere d’arte proposte in televendita, se
ne è anche lui lavato le mani ricollocando “il pacco” (nel
frattempo accresciuto negli oneri) al napoletano Naldi, rampollo
ambizioso d’una famiglia proprietaria di diversi alberghi.
E qui è avvenuto il colpo mortale : inesperto, con
difficoltà dialettiche impressionanti per un imprenditore
laureato e contornato da parenti gaudenti intorno al nuovo giocattolo,
il signor Totò Naldi ha completato l’opera del dissesto portando
la più grande e storica società di calcio del Sud alle
soglie della sua sparizione.
Questa la sintesi della sua tragica storia degli ultimi anni. Ora sia
ben chiaro che il calcio non è il problema principe del
Meridione, però tutto è lo specchio della nostra
società e un fenomeno mediatico e di rappresentatività
sociale così rilevante non è poi così secondario
nella forma, nelle immagini e nel merito.
Abbiamo raccontato fin qui storia di cattive gestioni su cui esistono
indubbie colpe locali, però……Innanzitutto ci sarebbe da dire che
se si partecipa ad esempio ad una partita di poker, tutti i
partecipanti dovrebbero stabilire un tetto di importo sulle personali
puntate, cosicché abilità e un po’ di buona sorte premino
infine il vincitore in una competizione con opportunità
pressocchè pari. Invece, in specie dall’avvento di personaggi
tipo il Berlusca, al tavolo di poker si siedono sì tutti, ma
mentre – portiamo un esempio immaginario – tutti puntano diciamo 10
euro c’è invece qualcuno che continua a puntare diciamo 1000
euro, disponendo di possibilità e finanze quasi illimitate.
Strana partita, strane regole o per dir meglio “non regole”, per cui
verrebbe da dire : giocatevela voi ‘sta partita! E questo è
quello che avviene nel calcio italico, per cui vi sono le 3 grandi
sorelle del Nord, le romane che per starci dietro sono anche loro
pressocchè alla bancarotta, e una serie di squadrette che fanno
da comparse. Insomma il calcio non è dissimile dalle sorti
politiche del nostro belpaese.
Adesso il Napoli sta tentando, con l’avvento di un pittoresco
personaggio umbro – tal Gaucci ex presidente del Perugia – di scapolare
il problema con il fitto del ramo d’azienda (escamotage usato dalle
società con problemi economici nel civile) che permette di
conservare il titolo sportivo e la categoria.
Di certo è un’operazione ardita, una specie di noleggio
consentito però dal codice civile, che almeno ne permette la
sopravvivenza e garantisce, pur spalmandoli e negoziandoli, di onorare
i debiti con i creditori non trascinandoli nel fallimento.
Ebbene qual è l’atteggiamento del governo calcistico : no, a noi
non va bene, pagate subito tutto o fallite! La storia si ripete,
somiglia alla devolution bossiana : o avete i soldi per gestire le
vostre regioni o amen!
Le 3 sorelle del Nord si sono già spartite l’enorme compenso dei
diritti di SKY e dei problemi degli altri se ne fregano alla grande. Il
dirigente juventino Girando ha avuto la faccia tosta di dichiarare in
Tv che ciò è giusto, l’Italia deve uscire dalla
mutualità ed assistenzialismo dato alle squadre del Sud e alla
serie B; spetta tutto a loro perché sono forti, belli e ricchi!
Complimenti! Napoli ha 6 milioni di tifosi in tutto il mondo, è
la quarta squadra italiana per audience televisivo, l’unica del Sud ad
avere vinto 2 scudetti (occasione di riscatto, identificazione ed
aggregazione forse unica dalle nostre parti (tant’è che
all’epoca di Maradona riuscirono e tornarono a sventolare con orgoglio
le bandiere borboniche con lo stemma del nostro ex Regno!).
Insomma Napoli non merita la vergogna dell’eliminazione da parte
dei signori mangiatutto del governo sportivo del Nord ( presieduto con
sommo sfregio del conflitto d’interesse dal sig. Galliani , presidente
del Milan)!
Tra l’altro non chiede alcuna elemosina, ma l’applicazione di un
procedimento consentito dalla legge, che loro si sono premurati di
applicare per il Parma di quel Cavaliere di onestà di Callisto
Tanzi, giustificando l’operazione con la storia che essendoci dietro la
Parmalat vi erano ragioni ascrivibili al civile e non solo allo
sportivo.
Con un colpo di mano hanno passato la fallita Fiorentina dalla C2
direttamente alla B per meriti sportivi. Insomma la fiera
dell’illegalità! E i nostri meriti sportivi? I meriti della
squadra della capitale del Sud?
Tutto continuano a voler togliere alla nostra gente, anche lo
svago e l’orgoglio (fra i pochi rimastoci) d’identificarsi in una
squadra simbolo di una terra!
Molto dovrà avvenire e molto dovremo adoprarci per immaginare
che, fra problemi più prioritari, si potrà sognare un
nostro campionato, per lo meno giocato ad armi pari fra di noi, e anche
una nostra nazionale!
Prima o poi dovrà pur succedere che si giochino le loro partite
tra le loro squadre costruite con i loro dubbi danari!
Viva Napoli e viva il Sud!
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