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La sindrome di Passannante

di Emilio Zangari

C’e’ una strana malattia, se cosi la vogliamo chiamare, in questo nostro paese.

Esiste in modo accertato da circa 130 anni, e in modo ufficioso, cioè ufficialmente non accertato, da circa 150 anni.

Dico strana perché, a differenza di altre patologie, danneggia non chi ne e’ affetto, ma le persone che, involontariamente, la subiscono.

Il richiamo a Passannante e’ puramente voluto; questo nostro compatriota, che tento’ di uccidere il re Umberto I, ha subito delle punizioni, per quello che ha fatto, che nemmeno il più crudele e fantasioso terrorista di Al Qaeda potrebbe pensare per un suo nemico.

Ma non ci si ferma qui, furono arrestati e messi in manicomio anche i fratelli e la mamma di Passannante, perché chi aveva generato un tale mostro doveva essere eliminato; ma non contenti si cambio’ perfino il nome al suo paese natale, da “Salvia” a “Savoia di Lucania”.

Da quella volta, esiste un metro particolare per giudicare un duosiciliano; fino a quando non sbaglia, si comporta bene, non parla troppo delle sue origini e non difende la sua storia o la sua terra, tutto bene.

Ma appena compie qualcosa di sbagliato, vero o presunto che sia questo qualcosa, tutto ciò che di buono ha fatto svanisce, ed ecco che la “punizione” si abbatte su tutti i duosiciliani, rei di appartenere a una razza “inferiore”, “culturalmente arretrata” e chi più ne ha più ne metta.

Le punizioni non sono più come al tempo del Passannante, si sono evolute anch’esse come la sindrome, ma sono sempre molto sottili.

Se ad esempio un insegnante boccia un alunno, che magari non doveva essere bocciato, (sappiamo che può succedere, anche se non so se questo era il caso), non si va a vedere se ha sbagliato il singolo insegnante, nossignore, per la proprietà transitiva tutti gli insegnanti (del Sud) sono degli inetti, lontani dalla cultura del nord; ergo gli insegnanti al Nord devono essere del Nord.

Dopo la sparata si passa alle parole in parlamento (vedasi ultima discussione alla camera, per l’approvazione della manovra finanziaria), e cosi il concetto passa alla sua esecuzione.

Ma, signori, non ci si fermerà qui; non è giusto che a incassare le tasse al Nord ci siano impiegati del sud, le tasse al Nord è giusto che le incassi un impiegato del Nord, e cosi saranno serviti gli impiegati delle imposte dirette; non e’ giusto che quando si va all'INPS, per parlare delle pensioni, ci sia un impiegato del Sud, nelle sedi INPS del Nord ci devono essere impiegati del Nord.

E cosi saranno serviti gli impiegati dell'INPS.

E gli impiegati dell’INAIL?

E tutti gli altri?

La regola che si vuol far passare è semplice, certi lavori non spettano ai duosiciliani; ma magari, nella loro infinita bontà, alcuni lavori saranno lasciati anche a noi; badanti, edili (muratori), operatori ecologici (spazzini) e altri.

Stiamo andando verso una indipendenza” virtuale” che lascerà al Nord tutti i vantaggi che un’indipendenza può dare e al Sud tutti gli svantaggi che una indipendenza può portare.

E intanto i vari movimenti duosiciliani discutono di “strategie”, di “partiti politici” nuovi e sganciati dal sistema attuale e tante belle parole.

Signori, l’unità dei duosiciliani sta diventando un qualcosa di irrinunciabile e di improrogabile.

Per chi crede in un progetto di sviluppo dei nostri territori, unire le nostre forze deve essere un punto fermo verso cui tutti dobbiamo sforzarci di convergere, per potere poi, con la nostra presenza nelle istituzioni, agire per ottenere quelle condizioni che sono indispensabili per poter cambiare una situazione sempre più degradata.

Se cosi non sarà la “sindrome di Passannante” diventerà una norma a cui tutti si dovranno attenere.

Zangari Emilio – Comitati Due Sicilie - Lombardia





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