Ringraziamo
PIF - autore del messaggio inoltrato al Forum attivato da Terra e
Libertà - per averci autorizzato a pubblicare.
Ogni volta che
si parla di sud e viene fuori
nel dibattito l'ipotesi di realizzare uno stato meridionale
indipendente, immediatamente salta fuori il personaggio che si mostra
inorridito (l'indipendenza no, meglio l'autonomia o il federalismo!!)
quasi a dimostrazione che il concetto di unità italiana come
dogma inattaccabile marchiato in modo indelebile nelle italiche menti.
Forse un simile atteggiamento dovuto al timore di doversi assumere
delle responsabilità e all'altrettanto infondato timore di non
esserne all'altezza. Di solito le obiezioni sono le seguenti:
1) Sarebbe uno stato troppo piccolo
per essere indipendente.
Il Regno delle due Sicilie (che occupa pi di un terzo della penisola
italiana) grande una volta e mezzo l'Austria, quattro volte la
Svizzera, cinque volte il Belgio. Questo solo per citare dei paesi che
pur essendo pi piccoli di noi, stanno meglio di noi, sono liberi,
sovrani e indipendenti.
2) La popolazione sarebbe troppo
scarsa.
Certo se confrontiamo i dati con il miliardo e mezzo della Cina o
dell'India, il discorso quadra. Ma di per s il Regno delle due Sicilie
può contare su venti milioni di abitanti (che sono anche troppi
per un territorio come il nostro), rispetto ad esempio, agli otto
milioni dell'Austria, ai sette della Svizzera e ai dieci del Belgio. E
se non bastasse, ai residenti si possono aggiungere tutti gli emigranti
che vivono al nord e all'estero e che sono in numero almeno doppio. Gi
oggi noi meridionali siamo la maggioranza assoluta in Italia, tuttavia
non solo non contiamo niente, ma permettiamo ad un vergognoso partito
del tre per cento di far approvare in parlamento leggi palesemente
antimeridionali (permettetemelo, siamo proprio dei fessi).
3) Il sud troppo povero per gestirsi
da solo.
Bugia. Per quanto riguarda i soldi, al sud ce ne sono gia abbastanza
per sopravvivere e mantenere anche l'economia del nord. Quando il
drenaggio fiscale sud-nord finir, con le opportune politiche di
sviluppo il tasso di crescita potrebbe raggiungere livelli cinesi. Non
dimentichiamo i milioni di emigranti, che rappresentano una enorme
massa di liquidità pronta letteralmente ad inondare lo stato
meridionale.
4) Al sud non ci sono persone
qualificate in grado di mandare avanti
uno stato.
Altra bugia. Le migliori menti italiche vengono dalle
università
meridionali. Anche la classe politica e legislativa non da meno. Si
tratta solo di dargli la possibilità di lavorare per bene, fuori
dalle logiche corrotte e clientelari, e incentivarli al ritorno in
patria se sono fuggiti al nord o all'estero in cerca di lavoro. La vera
risorsa del sud la sua popolazione, la pi giovane e dinamica d'Europa.
5) La gestione dello stato finirebbe
in mano alla malavita organizzata,
il popolo finirebbe schiavo dei boss.
Impossibile, per due motivi precisi: la criminalità non
capace
di gestire uno stato e non gli interessa nemmeno, piuttosto si limita a
viverci dentro in modo parassitario, al massimo cerca appoggi politici.
In uno stato che produca lavoro e benessere, non c' bisogno di fare i
banditi per arricchirsi. Gli esempi si sprecano.
6) Senza il nord, il sud finirebbe nel
terzo mondo.
Forse vero il contrario. A parte poi il dato di fatto che alle
soglie
del terzo mondo gi ci siamo e non abbiamo quindi nulla da perdere. Si
tratta del solito pessimismo e complesso di inferiorità
inculcato nelle menti meridionali dalla disinformazione del sistema
scolastico e mediatico italiano. Al popolo meridionale basta ritrovare
la forza di volontà, e un minimo di fiducia nelle proprie
capacitò, che ci sono e sono enormi.
7) Non si dispone di un esercito con
cui presidiare il territorio e far
rispettare le decisioni.
Gi oggi nelle forze armate italiane il novanta per cento del
personale
meridionale, e questo vale anche per carabinieri, finanza, polizia,
security privata, ecc. Se non bastasse c' un'immensa massa di
disoccupati a cui non dispiacerebbe imbracciare un fucile per uno
stipendio. Quello della "manovalanza d'azione" l'ultimo dei problemi, e
il pi semplice da risolvere.
8) Non ci sono risorse naturali
sufficienti.
Il Regno delle due Sicilie dispone di tutto ci che si possa
desiderare.
Abbiamo fertili pianure, verdi colline ed estese foreste. Abbiamo le
montagne per sciare d'inverno e le spiagge per abbronzarci d'estate. A
dispetto di quanto si fa credere, abbiamo fiumi ed acqua in abbondanza.
Abbiamo l'immensità del Mediterraneo e un sole che splende anche
d'inverno. Sotto la terra c' il petrolio e il gas siciliano e lucano
(poco, ma c'), il carbone, l'uranio, lo zolfo e il salgemma.
Sopratuttto c'è un territorio vario, vasto e bellissimo, niente
a che vedere con la banale palude patana.
9) Al sud non c' arte n cultura, la
gente ignorante.
Non bisogna confondere l'ignoranza con la stupidità. Certo,
come
in tutti i paesi di questo mondo, la gran massa della popolazione non
in odore di premio Nobel, ma la classe dirigente meridionale ha tutti
gli strumenti per far funzionare bene il cervello, e questo quello che
conta. Per il resto il sud ha una storia millenaria: da noi c'erano
filosofi e scienziati come Zenone, Archimede e Pitagora, quando a Roma
vivevano ancora nelle capanne di paglia, e a Milano non c'erano nemmeno
i bufali al pascolo. Gli antichi templi ne sono testimonianza, ben pi
di quattro chiese e affreschi rinascimentali con cui l'arroganza
toscopadana si autocelebra a centro culturale del mondo.
10) Il Regno delle due Sicilie si
troverebbe isolato dall'Europa e nel
contesto internazionale.
In nome del dio denaro, nel mondo d'oggi si va a cena anche col
diavolo. Si fanno affari con i Bin Laden e gli stati canaglia,
perché mai la comunità internazionale dovrebbe avere
interesse ad isolare un mercato di oltre venti milioni di abitanti E se
anche fosse, chi fa da s, fa per tre, Svizzera docet. Non detto che si
debba entrare in rotta di collisione con gli interessi dell'Europa o
della nato, e non nemmeno detto che queste associazioni siano per forza
un bene, dipende dalle scelte politiche. Per il sud l'unione europea un
concetto lontano, mentalmente e materialmente. Il nostro ambiente il
mediterraneo, con o senza l'europa, con o senza l'euro, che
dovremo sguazzare. E' pi importante avere buone relazioni con gli arabi
e gli asiatici, che con i burocrati di Bruxelles o gli ufficiali del
Pentagono.
11) Abbiamo troppi legami con il resto
d'Italia, per rompere
definitivamente.
L'unità d'Italia un artificio che non trova riscontro nei
fatti.
In un paese veramente unito non ci sarebbe bisogno di un presidente
della repubblica che va continuamente in giro (guardacaso sopratutto al
sud, ai suoi informatori non sfugge nulla...) a predicare questa
benedetta unità. L'unica cosa che unisce il nord e il sud sono
gli interessi economici degli imprenditori nordisti, e i legami tra i
meridionali residenti al sud e i loro parenti emigrati al nord. Il
fatto di imparare una stessa lingua e una stessa storia bugiarda a
scuola, il fatto di pagare le tasse ad uno stesso governo e di guardare
le stesse televisioni, non significa niente. Non basta per parlare di
legame indissolubile. Nemmeno ci si può illudere che lo scorrere
del tempo unisca ci che unito non mai stato.
12) Non ci sono idee e progetti chiari
su cosa e come fare.
Programmi dettagliati sono inutili: del diman non v'è
certezza... La cosa importante discutere del problema ed avere chiaro
l'obiettivo primario: il riscatto del sud. Poi le decisioni nel merito
delle questioni, si prendono al momento opportuno.
13) Il popolo meridionale remerebbe
contro e i politici corrotti
prenderebbero il sopravvento.
Questa la situazione attuale. Dovuta alla disinformazione e al
degrado
morale. Eliminare questi due problemi il primo e indispensabile passo
per la realizzazione di tutto il resto.
Allora... chi ha paura di volare?
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