Nel numero di novembre di Storia Illustrata appare in compagnia di storici di indubbia capacità, un articolo di Franco Della Peruta che accresce il valore della rivista che non acquistavo da mollo tempo — e ne è garan2Ìa di collaboratori competenti. Mi permetta di esprimerLe le più vive congratulazioni per l'attenzione data alla storia delle classi subalterne nell'800.
Mi interesso da vari anni di brigantaggio meridionale post unitario e
sto lavorando ad una sua «storia fotografica». Le
scrivo
per chiederle di poter evidenziare nelle rubriche competenti Argomenti
o Storia risponde — la maggiore difficoltà che gli
storici
del brigantaggio post unitario (e non solo essi) hanno: la mancanza
della tutela giuridica che permette il libero accesso e studio di fondi
documentati di eccezionale rilevanza su aspetti politici e militari del
brigantaggio post unitario carteggi gelosamente custoditi negli archivi
dell'Ufficio storico dello stato maggiore dell'esercito e negli archivi
del Comando generale dell'arma dei carabinieri.
Gli storici debbono accontentarsi della discrezionalità dei
militari responsabili di tali uffici per ricevere informazioni
più che altro di carattere cronachistico sugli avvenimenti
briganteschi senza poter prendere in visione alcuni fondi importanti
tra gli altri la corrispondenza tra i comandanti il Gran comando
militare di Napoli prima Cialdini poi Lamarmora e il governo di Torino,
la corrispondenza tra il Gran comando e le divisioni territoriali
militari nelle province meridionali, il dossier sulla cattura e
l'uccisione del generale carlista Borges, eccetera.
Ricordo, per averlo letto, che alcuni decenni or sono molti storici
americani riuscirono a ottenere da Roosevelt una apposita legge che
permise l'accesso agli archivi dell'esercito per far luce sul massacro
degli indiani d'America.
Non sarebbe nostro diritto, a distanza, di 120 anni dagli avvenimenti
briganteschi, chiedere, a viva voce, una legge che permetta l'apertura
e la pubblicità degli archivi militari, ponendo un limite
ali
divulgazione ai fatti avvenuti da cinquant'anni fa in poi?
Con la migliore considerazione
Ringraziamo Nino Gernone per averci inviato la pagina di Storia Illustrata n. 340 del 1986 in cui venne pubblicata la sua richiesta di apertura degli archivi militari.
Abbiamo avuto occasione di parlare degli archivi con la Pellicciari in occasione della sua presentazione del libro “I panni sporchi dei mille” e come risposta –citiamo a memoria – abbiamo avuto: “Ho chiesto ad un alto ufficiale, non vi sono verità nascoste tutto è consultabile”.
In effetti se si guarda la normativa (1), tutto ciò che non cade sotto il segreto di stato (e come si potrebbe invocare il segreto di stato per eventi di 140 anni fa!) è liberamente consultabile.
Ogni tanto, però, ci capita di parlare con qualcuno che lo nega e che ci dice “non è così”, “è molto difficile”, “danno i permessi col contagocce”, “non si riesce ad accedere a ciò che si vuole”, ecc.
A noi questa sembra una vera telenovela, soprattutto per la distanza temporale che ci separa dagli avvenimenti in questione: oltre 140 anni!
Oggi esiste la tecnologia per forre fine a questa “telenovela” nostrana: mettere online gli archivi sul brigantaggio per tacitare – una volta per tutte – proteste, illazioni varie e bufale tipo quella del “milione di morti” a cui non crede nessun ricercatore serio.
Si faccia come per i “fondi” sul brigantaggio della Camera dei Deputati che da anni sono online alla portata di tutti (2). Sarebbe un gesto di buona volontà e di grande intelligenza politica nei confronti di noi meridionali che abbiamo diritto alla verità.
Webm@ster - 11 marzo 2006
(1) In base all'Art. 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1975, n. 854 (in Gazz. Uff., 16 febbraio 1976, n. 42) Attribuzioni del Ministero dell'interno in materia di documenti archivistici non ammessi alla libera consultabilità il limite massimo di non consultabilità è di 70 anni. Oltre questo limite non si può invocare alcun segreto di stato.
Per la normativa sulla consultazione degli archivi e sulla esclusione di alcuni dalla possibilità di accesso, si consiglia di visitare queste pagine:
"La legge fondamentale sugli archivi è la 1409 del 1963 con aggiornamenti successivi. I limiti sono di 50 anni per tutti i documenti fatta eccezione per quelli di carattere personale che sono di 70 anni." [precisazione questa di Nino Gernone]
(2) Per riuscire a rintracciare ciò che volete nell’archivio della Camera dei Deputati - se non siete pratici di archivistica - dovete fare un po' di prove, per esempio se cercate i fogli inerenti il brigantaggio seguite queste nostre indicazioni:
A questo punto scegliete prima l'argomento che vi interessa, poi immagini, che potrete sfogliare-visionare e anche salvare sul vostro hard disk volendo.
Buona consultazione!
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