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Gaetano Filangieri e la ricerca della felicità di Zenone di Elea [Aprile 2022]

Vita ed opere di Gaetano Filangieri: Elenco dei testi pubblicati sul nostro sito

SCRITTORI CLASSICI ITALIANI DI ECONOMIA POLITICA

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PARTE MODERNA

TOMO XXII

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MILANO

Nella Stamperia e Fonderia di G. G. Destefani

a S. Zeno, N. ° 534

MDCCCIV

NOTIZIE DI GAETANO FILANGIERI

Gaetano Filangieri nacque in Napoli il giorno 18 di agosto dell’anno 1752. Essendo il figlio terzogenito di un’antica famiglia, fu da' suoi genitori destinato alla carriera militare. Nel 1768 avea il grado di Alfiere. Ma l’inclinazione per la vita letteraria prevalse, quindi a' 17 anni abbandonò quella carriera e si dedicò agli studj. Le lingue Greca e Latina, la storia e le matematiche l’occuparono indefessamente. A’ ig anni abbozzò il piano di un’opera sulla pubblica e privata educazione, indi quella di un’altra sulla morale de' principi; ma le meditazioni fatte su questi due argomenti, non servirono che a somministrargli alcune idee per la successiva opera della Scienza della legislazione.

Nel 1774 volle dal governo vincolare l’arbitrio giudiziario, e Filangeri pubblicò alcune Riflessioni politiche, colle quali si propose di dimostrare i grandissimi vantaggi che sarebbero risultati da quella legge sovrana.

Mentre egli stava già meditando il piano della sua grand'opera, la promozione del di lui zio all'arcivescovado di Napoli portò esso pure al servigio della corte; ma la corte né l’abbagliò né il corruppe.

Nel 1780 ha pubblicalo li primi due volumi della Scienza della legislazione, che avea ideato di dividere in sette libri, cioè I. le regole generali della scienza legislativa; II. delle leggi politiche ed economiche; III. delle leggi criminali; IV. della educazione, de' costumi e dell'istruzione pubblica; V. della religione; VI. delle proprietà; VII. della patria potestà e del buon ordine delle famiglie. Incoraggito dal generale applauso de' dotti e dalla munificenza del sovrano, nel 1783 ne pubblicò altri due volumi; e tre successivi ne ha pur pubblicati nel 1785, essendosi ridotto per tre anni alla sua villa della Cava all’oggetto di occuparsi a quelli con maggiore tranquillità. Con questi ultimi volumi il piano dell’opera si trovò compito per tutto il quarto libro.

In seguito, essendo stato eletto consigliere nel supremo consiglio delle finanze con dispaccio de' 23 marzo 1787, si restituì in Napoli, e questa onorevole destinazione nol distrasse dagli studj, che per immergerlo nelle non men gravi cure della pubblica amministrazione.

Un così indefesso travaglio, continuato per tanti anni con uno zelo sempre maggiore, consunse tutto il vigore della sua robusta salute. Fino dal 1781 cominciò Filangieri a risentire gl'incomodi di un’applicazione immoderata; ed essendosi quelli fatti ancor maggiori nel detto anno, il costrinsero nel 1788 a restituirsi di nuovo alla campagna in Vico Equense. Ma ciò fu invano, poiché dopo due mesi essendosi colà infermato gravemente, dovette soccombere nella notte del 21 di luglio, non avendo ancor compita l’età d’anni 36. Ardente di un immenso amor di patria, zelante per il ben essere di tutti gli uomini, ei fu tenace della giustizia, leale e sensibile amico, modesto letterato, buon cittadino, ottimo marito; e da Catterina Frendel nobile Ungherese, colla quale si era ammogliato fin dal 1783, lasciò due figlj di molte speranze.

L’opera della Scienza della legislazione, di cui si è pubblicata dopo la sua morte la prima parte del libro V, sarà un eterno monumento alla sua gloria. Ottenne questa, vivente l’autore, il caratteristico delle opere più illustri, cioè l’onore di esser descritta nell'indice de' libri proibiti e tradotta nelle più colte lingue d’Europa (1). Giuseppe Grippa, professore di matematiche in Salerno prese ad impugnare le dottrine di Filangieri rapporto ai maggioraschi, ai fidecommessi e alle sostituzioni; e su questo scrisse e stampò in Napoli nel 1782 una lettera, che dal primo suo nascere giacque dimenticata.

Quest'opera venne meritamente paragonata allo Spirito delle leggi di Montesquieu, se non che quest'ultimo analizzò le leggi quali sono, e Filangieri le espose quali avrebbero dovuto essere per la felicità delle nazioni. Anzi l’opinion pubblica, a questo riguardo, diede al filosofo Italiano la preferenza. «L’opera di Montesquieu (scrivea il sig. Bertrand d’Yverdun al professore de Felice il 26 dicembre 1783) è quella di un uomo di spirito spesso inesatto, che cammina senz’ordine e con una sola apparenza di metodo. Questa è la produzione di un genio vasto, che ha il coraggio di dir tutto con chiarezza, con forza, con ordine e con precisione.»

Più diffusamente insiste in un tal confronto il sig. Gustermann nella Prefazione alla traduzione Tedesca della Scienza della legislazione, pubblicata in Vienna nel 1784. «Il Montesquieu, egli dice, non osserva veruna progressione nelle dimostrazioni e nelle conseguenze. Egli salta su le idee a intermedie, e dice per conseguenza in gran parte degli aforismi, o come lo stesso Filangieri le chiama, delle grazie epigrammàtiche. Il Filangieri all'incontro propone gli assiomi per ciascun oggetto principale della legislazione; e dopo averne stabilito e fìssalo le idee, da queste idee chiare e dalla loro applicazione agli assiomi fa nascere le conseguenze, e formandone nuovi assiomi subordinati ne trae da essi nuove conseguenze. Egli fa vedere, con una progressione distinta da un oggetto all'altro, il rapporto ed il legame che hanno gli oggetti isolali. In una parola, egli procede metodicamente, e con ciò facilita infinitamente lo studio di questa scienza a coloro che vi si applicano (2)

Se vi ha alcuna cosa a censurarsi in quest’opera somma, benché per l’immatura morte dell'autore sia rimasta imperfetta, è ch'egli abbia soverchiamente ceduto alle vive emozioni del suo cuore e alla seduzione d’illustri esempi oltramontani, involgendo nella declamazione non sempre opportuna e talvolta pure sagrificando a questa il rigore del ragionamento. Un assai più grave rimprovero può essergli fatto, per aver attinto in più luoghi della sua opera alle profondissime dottrine del suo compatriota Giambattista Vico, non solo senza citarlo, anzi esponendo quelle come sue proprie; siccome fece dove dimostrò che la libertà stabilita dal primo Bruto in Roma fu libertà di signori e non popolare, soggiungendo che questa scoperta gli avea costato una lunghissima meditazione. Benché, a purgarlo in parte dall'accusa di plagio, questa sua dichiarazione potrebbe ridursi a significare ch'egli avesse lungamente meditato su quell'argomento, e che in fine si fosse persuaso di aver trovata la verità nella opinione di Vico (3).

Allorché fu sopraggiunto dalla morte, Filangieri avea già cominciato a meditare il piano di altre due opere, forse più estese della surriferita, la prima delle quali dovea aver il titolo di Nuova scienza delle scienze, e l’altra d’Istoria civile, universale e perenne. Lo scopo della prima era di ridurre tutte le scienze a' principj fondamentali e comuni, e della seconda di rintracciare nelle storie delle nazioni quella dell'uomo e del suo costante sviluppo in tutti gli stati e sotto tutte le forme. Ma su queste due opere non si rinvennero tra le sue carte che alcune note di libri da consultarsi ed un frammento dell’introduzione alla prima, ch’è il seguente: 

«Che sappiam noi, che possiamo sapere? Da qual parte i confini delle scienze sono irremovibili, e da qual parte si possono estendere? Quale è la loro imperfezione necessaria, e quale la riparabile? Quali sono i vuoti che interrompono la gran catena delle verità, quali di questi si possono empire, e quali sa ranno eterni? Fin dove è permesso all’uomo di ristringere il numero de' principj, ossia (ch'è lo stesso) fin dove gli è permesso di avvicinarsi a quella verità unica, dalla quale tutte le altre procedono; e quali sono gli ostacoli insuperabili, che gl’impediranno sempre di giungervi? Ecco gli oggetti della Nuova scienza delle scienze, ed ecco il gran passo ch'essa presenta all'intelletto umano. — Guardiamo dunque le scienze come le guarda la divinità. Poniamoci al dissopra di esse per contemplarle, esaminarle, giudicarle. Ciò che ora ha un solo aspetto, allora ne avrà più. Ciò che ora non si risguarda che da un lato, allora si guarderà da tutti. Noi vedremo da sopra in giù il vortice di queste gran masse, e noi convertiremo quanto più si può questo arcipelago d’isole in una gran catena di montagne.»

Ecco qual nuovo campo di gloria egli aveasi aperto, e quanto più dolorosa dee riuscire all'Italia la di lui perdita in freschissima età, allorché polca giustamente lusingarsi di aver trovato in esso il suo Bacone!

Io avrei creduto di lasciar imperfetta questa Raccolta, se non vi avessi compreso l’erudito, elegante e profondo trattato di Filangieri sulle leggi politiche ed economiche, che forma il libro II dell'intiera sua opera. Siccome però per la classificazione delle materie non ha col restante di quella alcuna concatenazione, cosi nulla toglie che possa il medesimo essere stampato separatamente. Senza portare alcuna sostanziale variazione nel testo, ho seguito in esso il mio metodo conformandolo alla solita correzione, ed ho pur riscontrato sugli originali le note che apparivano inesatte.

NOTE

(1) Oltre non meno di 12edizioni Italiane, se ne hanno una traduzione Francese, due Tedesche ed una Spagnuola. Posson leggersi nell'Elogio Storico scritto da Donato Tommasi le testimonianze di somma lode per l'autore, con cui si espressero i migliori letterati d'Italia e d’Europa. Darò qui soltanto quelle di Beniamino Francklin e di Pietro Verri. Scriveva il primo da Filadelfia all'autore, che la sua opera immortale facea lo stupore e l’istruzione de' suoi liberi concittadini. Precedentemente lo avea sollecitato a compirne quella parte che versava sulle leggi criminali, soggiungendo: «Non vi è cosa che abbia, a parer mio, più bisogno di riforma quanto questa. Sono dappertutto in sì gran disordine, econ tale ingiustizia si pongono in esecuzione, che sono stato più volte inclinato a credere ch'era meno male che tali leggi non esistessero nel mondo, eche la punizione delle ingiurie si fosse abbandonata al risentimento privato.»

E Pietro Verri, scrivendogli in data de' 29 agosto 180, così si espresse: «Al primo aprire del libro avea dubitato che l’impegno fosse così vasto,che difficilmente, l’autore reggerebbe nell’immensa carriera. Ma alla pag. 59del primo tomo ho ascoltata la voce d’Ercole che ha rimbombato nel mio cuore, ed ogni dubbio è svanito. A misura poi che mi sono avidamente innoltrato nell'interessantissima lettura sempre, più ho sentito che grandeggiavano le idee, e le primordiali verità luminosamente posavano appoggiate a' fatti di una vasta erudizione. Vorrei poterle esprimere la venerazione che hanno fatto nascere in me i sublimi suoi lumi, e più ancora l'uso nobile e generoso ch'ella nefa in beneficio della società umana.»

(2) Anche il dotto sig. Gallois, che nel 1786 pubblicò in Parigi i primi volumi della traduzione Francese di quest’opera, rileva nella Prefazione co’ più brillanti colori la celebrità e il singolar merito della medesima. Egli dice dell’Italia, chéil paese, in cui la scienza dei diritti e de' doveri degli uomini è coltivata con maggior ardore, e fors'anche con maggior successo. Ci è grato di riferire questo tratto della giustizia che in addietro non isdegnavasi di rendere in Francia al genio Italiano. Non è che per alcuni recenti letterati di quella nazione che noi siamo divenuti più stupidi e rozzi dei popoli semiselvaggi della Lapponia; ma ad ognuno è noto, che il più delle volte la maldicenza è figlia dell'invidia e del rossore della propria inferiorità.

(3) Si confronti la nota Tt alla Tavola Cronologica della Scienza nuovadi Giambattista Vico, della edizione del 1744 col cap. XXV e sua Appendice della Parte IIlib. III della Scienza della legislazione, e specialmente colla nota penultima del suddetto capo. — Quanto sarebbe desiderabile che fossero riunite in una elegante ristampa le dottissime e sublimi opere di Vico, tanto Italiane che Latine, completando la Scienza nuovadell'ultima edizione originale coi tre passi importantissimi della prima del 1725 cui l’autore si riferisce, e rischiarando con opportune note le frequenti difficoltà di un’astrusa elocuzione! Con ciò si faciliterebbe lo studio delle dottrine di uno de' maggiori genj d’Italia, che attualmente sono quasi sconosciute; e si avrebbe pure occasione di rivendicare al nostro Vico i non indifferenti plagiati di cui s’ornarono diversi autori nazionali ed oltramontani.



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Vita ed opere di Gaetano Filangieri [Life and works of Gaetano Filangieri]

Elenco dei testi pubblicati sul nostro sito

1772 - NOTIZIE DE' LETTERATI - Della Morale de' Legislatori di Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1782 - Giuseppe Grippa - LETTERA al Cavaliere Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1784 - Giuseppe Grippa - Scienza della Legislazione sindacata HTML ODT PDF
1785 - Dissertazione politica di Giuseppe Costanzo in risposta a Grippa HTML ODT PDF
1787 - GIUSTINIANI - Memorie Istoriche degli Scrittori Legali del Regno di Napoli HTML ODT PDF
1798 - Le Spectateur du Nord: Don Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1804 - Scrittori classici italiani di economia politica - Gaetano Filangieri HTML ODT PDF
1813 - Biografia degli Uomini Illustri del Regno: Filangieri (Martuscelli) HTML ODT PDF
1817 - La Scienza della Legislazione del Cavaliere Gaetano Filangieri (GINGUENE’) HTML ODT PDF
1819 - BIANCHETTI - Memorie scientifiche e letterarie - FILANGIERI HTML ODT PDF
1822 - Oeuvres de FILANGIERI - ELOGE de FILANGIERI (Salfi) HTML ODT PDF
1826 - Sopra l'opera del Cavalier Gaetano Filangieri di Pietro Sghedoni HTML ODT PDF
1828 - Comento sulla Scienza della Legislazione scritto da Beniamino Constant HTML ODT PDF
1834 - Biografia degli Italiani Illustri nelle scienze, lettere ed arti HTML ODT PDF
1836 - LOMONACO - Vite degli eccellenti Italiani - FILANGIERI HTML ODT PDF
1840 - Notizie di alcuni cavalieri del sacro ordine gerosolimitano (Marchese di Villarosa) HTML ODT PDF
1844 - Vite e ritratti di illustri italiani (Filangieri di E. Carnevali) HTML ODT PDF
1852 - FILANGIERI - Delle leggi politiche ed economiche (FRANCESCO FERRARA) HTML ODT PDF
1857 - Della letteratura italiana nella seconda metà del secolo XVIII: Filangieri HTML ODT PDF
1863 - Discorso genealogico della famiglia Filangieri (ERASMO RICCA) HTML ODT PDF
1864 - Intorno ai tempi ed agli studi di Gaetano Filangieri (PASQUALE VILLARI) HTML ODT PDF
1873 - Gaetano Filangieri o l’idea dello stato nella filosofia italiana del secolo XVIII HTML ODT PDF
1774 - GAETANO FILANGIERI - Riflessioni politiche su l'ultima legge del sovrano HTML ODT PDF
1820 - GAETANO FILANGIERI - 01 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1822 - GAETANO FILANGIERI - 02 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1872 - GAETANO FILANGIERI - 03 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF
1876 - GAETANO FILANGIERI - 04 - La Scienza della Legislazione HTML ODT PDF










Nicola Zitara mi chiese diverse volte di cercare un testo di Samir Amin in cui is parlava di lui - l'ho sempre cercato ma non non sono mai riuscito a trovarlo in rete. Poi un giorno, per caso, mi imbattei in questo documento della https://www.persee.fr/ e mi resi conto che era sicuramente quello che mi era stato chiesto. Peccato, Nicola ne sarebbe stato molto felice. Lo passai ad alcuni amici, ora metto il link permanente sulle pagine del sito eleaml.org - Buona lettura!

Le développement inégal et la question nationale (Samir Amin)










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